Fiera Letteraria - Anno VII - n.38 - 21 settembre 1952

Pag.4 LA FIERA LETTERARI/ POhSIA Dl:LLA G OJA E DELLA SO~HF,NENZA DHL'UOMO I Cardare lii fede le al suo destino scavo preconcetto. un mosaico di sensazio,zi ra9i1iatame11te distillate. qua,tto u11atranqull. la fuga, un di.stacco che e ma. trice di tutte le comu111011l. u11 silenzio dove le cose e le pa. raie re&pi.rano.E' proprio di qui che occorre prendere le mosse per Intendere come una poesia pur cosi autenticamen– te prote.sa alla sintesi cd alla sostanza non abbin voluto mal aver che /are co11 l'euenzla- ''Luce senza colore, esistenza senza attributo, inni avviceoda,., - di ,ovJno,e a-I blhtdlni - t vorrei evadere 1,~ian;c/~itic'::..h~e; ~!:evdae~~ / senza inl,eriezione, irn(Jassibilità e lonlananza, ordini e nun ftp,ure, eccu quel eh,~ vi possu dare,, i giorni - clic ml travolgono/ riimoro,f. - lo annego nel tempo 1- (Alla deriva}. Questa di Cardarclll potreb– be Jor,c chfamar,1 una trage– dia di cuort:, di noata1g1a: del comre che ,,on al raucgria al flui,o lmplac.2b1lc dej tempo, di ALB~,RTO FHXI TINI lbmo degli ermetici e pur nel. della rijtenlone. al/archè il 1a .sua innegabile geneai a11to pcn~iero 11tiulcalmente ai ,cfo– crltlca e ri/1,e.ssamal abbia glie In una Jeata d'hnmaginl con/U,,!o l'analoglsmo e o me ridenti nel ritmo che incarna giuoco celebrale con l'imma. u11moto della vita. in un fe. gi11eneces.saria che muove da /ice equUibrlo.equidLstanza tra una circostanza. da una co11. sentimento e figura, tra rlcor– di:..ione dell'essere. E' In questa do e nostalgia, realtà e mito: e circostanza•· f,i questa • si- • Kavvam, 11eimattini d'eJta. tum.ione • che il Nostro me- te. _ basta avere una foglia fn gllo .!embra individuare le ra. bocca. - Il 3ole del giardfnf - gloni pregnanti di una poesia cl ubriaca meglio del tuo vino (dirà poi: e Sento la poesl'l che noi no1t berremo ... - Tll come .sostanza, idee cmzcetti. hai potuto iridare - di pr/. .slt11azioni poetlclle, piutlo.sto mordlali curiosità - l'ombra che come puro linguaggio •J: della vita. - Dove tutto non ~ltuaz.lone che non C, ovvia- era _ che dl$perata certeua mente, da rntcndere come _ tu hai fatto doma11de,. - dato naturale, combinazione proposto accordi e tutto era passiva di fatti. ma occa.sione co11cluso. - E quando, non la \~ ~~:o. 1 ~~~j p~ll~n"~:;/fgrr:n~~ ~f:i:aZ:m;nft~a {~cci:c::a~~ I proceuo di decantazione (e si ma la tua carne .stanca ...:. ti ___ ..,_,Y_ln_«_n_,o_Ca_r_da_,_•l_ll o_ol_Pl_ll_o,_,_B_a_,t_ol_l __ :;t~!'zio~e q;:: 1 c:r 0::~i11i d:~~~ ~~n:,~::;:;:• ;;on~:111~e~O&~~= tlci in.tfstono) 31 traspone in .sceva la gra.?lad'un ritmo>. E puri valori di /orma e dì tono: poi ,1e1 jtnale (la lirica è A • Noi slamo di quelli - seri- Omar Kayyàm), il canto. pili veva Cardarelll ancora • pre. spiegato e clliaro: e E tu ll– rondl!ta • - che amano la batn alle rose - del tuo &plen– poesia come musico, o come dente sepolcro, - non .sospet. pen.!lero liricamente Jtgurato tando, 0 Impavido. - che la in parole... e quel tanto di rf. t 11 a vita era già - un cimi– poso m,entale, di Jreddcz~a e tero ftarito •· Solo chi ha avuto occa,,fo11e ti Jertilf.ssimf per intendere :!ni~n~:~~a::urer~~òa ~~!; .~u;!':s1!~e1~ 1 :stir:~t~;:t:i::~~: COt1Lpreso come la sua fama dl bnplicantls1, vfo via si gene. • carattere di8icile • gli si ad- rano. Troviamo all'apertura dica non come esteriore pecu. del Prologhi: • La mia /orta liarilil,di umore insocievole ma è quando mi ripiego. La mia piilttosto come sapore e ten.so ma.uima mu.sicalltà quando della wa storia d'uomo e di mi gi1Uti/lco. Non sono vitto. artista. Affetto or1nai da vari rio&oche ht certe fulminee ri– anni da uno strano male do- capitolazlo11i ... 1l !egreto delle vuto ad tn.&u8[cientadel ce11- mie conoscenze è l'lnsoddfs/a. tri termici, Tmpossibllitato, no- zione. Di ogni cosa vedo l'om– nostante l'età non molto inol. bra in cui culmina. Abermo trata (egli è del 1881), a impe. il limite, principio della nega. gnarsf In un'attività sistema. zione: la realtà. è l'eterno .sot– tica ,a&slllato da di8tcoltd di tinteso •· E ancora: e La mia ordine pratico, amareggiato lirica (attenti alle paiue e alle per quel1alone di incomµren- di.stanze) non suppot1e che slone o di avveratone che la .sinte!I. Luce .sen2.1 colore, esl– sua opera di poeta ha lncon- .!tenu .senui attributo. inni trato da parte della critica ienza interiezione, im.pa !.slbi– (ma non mancano alcune /or- lità e lontananza, ordini e non tunate eccezioni), cardarelli .si Jtgure, ecco quel che vi pos.so pre&enta ancora, nel suo silen. dare•· zio corrucciato e tri.ste, u,za 1, 1 quello !Carno e .su9gesti– de/le ftgure pili inquiete e in- vo preambolo erano In fondo quietanti delle nostre lettere già impliciti - quasi patenza del Novecento. Certo quella germinale di un aeme - i più !Ua indole cosi ftera che ben aignijtcatlvi .sviluppi dell'e.spe. .si tr4!Crive a volte nel tono rienza poetica cardarelliana. E a.ssorto e leggermente peren- ouerviamo anzitutto, nella co. torlo del suo conver.sare, pos- scienza (cosi risolutamente a.S– sono avergli a}iena'to molte 3erlta.) che l'autore ha della simpatie e ra!Jredd.ato molte propria vocaz/011e, quei !uo lnlzlalt aduioni; ma ciò che parre il cori.ceti'odi lirica. )liii Plit ha favorito Il crearsi 11el chiaro, in rec.ltà, di quanto la campo della critica, di un cli- Jonna - &trlngente .e lfeve– ma poco propizio alla sua poe- mente so,brua della vertigine sia è da ricercarsi da un lato del paradO!SO - non lasci nella singolare fortuna che ha supporre: e luce senza colore, avuto in Italia l!esperienz.a o, esi.stenza .senza attributo. inni .!e .!i vuole, - l'avventura della unia mterfetione, impassibi– lirica arcanlsta, dall'altro nel- litd e lontananta •· La vita, la la diJ1idenza della critica - quoUdlanitd:, già multa .!Con. che a quella esperienza si a/- tata e vinta, il giuoco df una ftancava col so.stegno della vana ricerca eidetica sprezza. giustlficatlone teorica - /re- to e dl.ssolto in un Impegno quentemcnte tentata di Jsti- esistenziale cM tende ad tuire per Card.arelli un ra/- astrarre dal 1,artico/are e in– franto e qull.!i un rapporto ge- $ieme ad ur.fversallzzare ti rarchico tra Il Voeta e il pro- concreto, in 11n clima che dal. satorc, .sino a concludere con la pas.sivltà e11,01lonalesi aol– l'a,,iohita preminenza del se- leva ad un Jerm,, mitico In– condo sul primo (e particolar - canto. e /spirazione per me è mente a cau.sa dt quella sua fndi,berenza. - Poesia: aalute nativa dbpositione all'c elo- e impauibilitil. - Arte di ta. quenza • - sia pur nell'acce. cere. - Come la tragedia è zione più sana e più nobile l'art.e di ma,,cherarsl •· Ecco il del termine - che a8iora an. lievito d'una poetica, la CO– che nella lirica. scie11za stes.sa di una condi– , Non farà. meraviglia che un ;:Ione originaria, articolarsi. critico come il Gargiulo - cui tentare la scan3ione ritmica, faceva velo una troppo rigo- scivolare ver.so la struttura rosa. e qua,,i religlo.!a arucul. melodica. E non Importa. qui. tazlone del meuo espre.ssivo con quali risultati, chè più ci - in.si.stesse, già a. proposito fntere&sa la chiave di quel !ol– delle Uriche del Prologhi, .sulle tue, magico ftu.s.sodi cui I pen. cadute pro.sa ,t!che, dove trop- sieri si animano. Ancora una po •immediatamente• il Poe. voUa Cardarelli de/1,ni.&ce .si ta .sembrava abbandonar.si al autodejtnlsce: poe.sianon è per racconto di sè e cedere atrec. lui tanto un impegno di adt– citante lluinga dell'autodejtni. .sloni a1nblgue, un ritthio di zione. Critico .sottile e cerebra- le il Gargiulo mirava del re- sto a distinguere, .salvando In d'ironia che &embra necessa- Abbiamo parlato, per questa rio a rendere per.sua.sivamente poe.sla, di •situazione•, Po– lirico il pen&iero •· tremmo aggiungere che tutta 1 caratteri &allentidi questa la lirica di Cardarellf non t paetlca, quali pos.slamo con/I,. altro che tra.scrizlone lieve e gurarcf muovendo da indica. mitizzata di una e situazione• zfo11i critico-teoriche, rhultano eahtenzlale, si che bi.sognerò. come esem.plati e incarnati andar cauti nel parlare di au. dalla poe.sla nel suo vario e toblograft&mo anche per quel– compleuo svolger.si. dalle pri. le pagine che più sanno da me prove 'dei Prolc3:hl, in cui confessione, se il dato emntio– il modulo del verso sembra noie giunge, come acca!1• r1tf lentamente •ma nece.saaria- ca.ti migliori, a illlmpfttlr~I e mente animarsi e vivere dalla .scolpir.si in 11n"1utentir.a gra. melodica matrice pro.sastica. zia di stile: ma autoblografi-:a Si rileggano con attenzione questa pnesla è in un .scn.so alcune delle liriche df quella pili alto, nel senso in cui l'in– lontana e fervida stavlone di tendevano i clas.sfcl, alla cui ;ea~dj;i~:-~n~:e,.. 1 dof;~:~r; 0 ~ lezlo11ecardarelli si è rifatto Homo sum, da Ajace a La sera :;!:!"~~Cg~i;~v~~~i :: ~:~P~~= di Oavlnana per e.s. - e sotto di. Storia d'una vita dunque, quel· linguaggio a volte vigile in un se 1180 tutto ideale e cor• ~uisoC ~~l~a~:~~~~e:Fe°'/~: diale, dove l'inquietudine e milfare ed effuso, a volte agile l'a,maro ~enso della labilftà e e arioso· eppure nobilmente ~~ll•:r;:ir~i }~:,1~lo~az.:_,p!~ composto, non .senza qualche rlenza non uccide l'invenzlor1e, punta di aullcltd:. contrapplln- anzi In qutlla s'illumln; me11. to of moti più blandi e ab. tre fl sentimento si decanta in bandonatl, entro quel tono .simbolo e Il concetto si rap. colloquiale, in Quel ritmo ap. prelldc in mito. Si pen.!i alle parentemente a!'dante e di- evocazioni degli e esterni •• hc:~i~~ ::ot~t~~tJfi;~od~:e ~~ ri~~f!~ :':it~~-j j~"J ~I~~= miuica .sf .sostiene sul P.lodel. re d'ordine interno, a quel ri. la intelligenza, si scoprirà il scatto del tono che .scuote dal. peculiare carattere ,di que.sta le parole e 'dalle occa.sioni la pot!ia di e .situazione•· Qui la inerzfa di un tempo con.sunto: .,,-.eta/ora. la immagirie non • lo che 110 n spunto a febbraio Z::o/i,1,u~t! 0 f,~,;6J-~: 0 ;~~1;:,~ col mandorli - non ml com- Il tono cui Il concetto si a.ssi. piaccio dtll'arirfo sapore - di mila: tono come vibrazione di ~";?~~ c:: 1 ,,:::~e d-;i ~tzf:~~ personalitil . .stile. Neuuna me- alle gocciole ch~te _ di nuvo– ravialla dunque che aue.sta la randagia _ che vanno in poeila, .strenuamente protesa punta di piedi _ In compagnia f:'!~a:~ ~~~/:c::~t~a~t~~= 'lJ!n~::i~~'. ... -$Gr;I~;:, c:!ro s~i i:~/P~s;:t~n~~i! -; 9 :!~~~ d'e.state la forza del giorni più meno rlgoro&amente attenta e eguali. - Al pu 'l.ti e!tremi, al• .sorvegliata ne!/a tecnica del le stagioni violente - come mezzo espre.ssivo, ma è pro- .!Otto il frantoio del pericoli - prio aue&to che salva Carda- :c~!nt:"~ pr~~~e~;d!i;: d:~ ri"~a~~1:9:!1 c:~:p~auc:on~aal~:~ cJ.sloni buone - la mia /ug- /onico-sugge.stlvo (compiacen- gia!ca fecondità ritrovo•· za d-i cui pii ermetici saran. O.s.servava Mario Lu.zi in no dominati), dà ogni arido -,mo studio a!.sai Jtrte .su la e a.stru!o lavorio di chimica personalità e la -po,t.!la in Car- les;:ia~:una volta .si nota co- ~~~ 1 /!~e;:o~~m;~1t:;;:ci;e ,: ,ne In Card.arellf la poesia fio. tensione non so,10 se non l'ef– rl!ca sul tronco grave e .,curiJ /etto della con.tinua presen-l A CENTOCINQUANTA za psicologica del poeta 11el vi– vo del )Jroprio testo c non di una lingua scelta'...•: e 011- cora: "'la realtil. poetica e ln- 1taurata felicemente !itUa Joruz stessa d~lle vicende p&i– chfche e delle realio11l imme– diate di un &alido tempera. mento: e !risomma 1111 ca.so di catarsi per energia•· Precf– &atfo11icerto ulill. delle quali la prima batte in breccia con– tro /·equivoco che la Mesia. si generi da certe parole, da cer– ta lingua - qua.si che allo atr11mento e.spresalvo slegato dalla peraonalitd che i11se. lo trasfonde lo a.tsimile e lo rhl– venta - poteue riconoscersi Jeco11dltii creativa; mentre la .seconda tende a sottollneare la dunamlis poetica. come rillt!– .so di una vigorasa per.sotialf. tà che anima la lirica di Car– darelll. Catarsi ptr energia si. ma soprattuto. come in ogni )JOesfa autentica, calar.si. e d11nque eq111libra111ento,di• sfacco, e non u,lo abbandono, come ai potrebbe inferire dal momenti mt:no persua!lvl. do– ve al discorsivo vien mtno la tensione tonale e rlttnica. o certe clausole si aopesanti~co– nono in tonalltil enfatiche (ma ne.ssun ooeta 110 e.sente da cadute nè a critica devi! intendersi come una S'Decfedi caccia 01111 errori). Del reato Cardarclli. che sembra tqlora tentato dall'e/Jualone interiet– tiva, e, In certe liriche di pae– aagr,fo, da delicate sollecita– zioni d'idillo (e si veda tra le poesie viù recenti (Poesie nuova, Vr.t1ezfo, 1946) !'evo– catione leggiadra e sauillante della natura primaverile: cOg– gi la primavera - ·è 11n vino effervescente. - Spumeggia Il 1,,< ;1.ue ~i.. V!IUO 111,ndo Ot.1U p:'lmo verde - sul grandi ol- memoria o,nl cosa già 11ata– mt /lorUt ... ._ Mario> ro3glu11- gita nella luce Jrtad~ e ,on– gc foru I vertici <Ulla ,opfcn- tana de1la morte. E tutta l'eai– ur sti!t•llca c della grazia poe- stenza risulta c~~i gluocata ,,. tica tè ,ulla /orza della i1pi- quc,ta tunuutuosa alternativa ra~ione che, per lui. muove di amore alla v,ta e di co.sc~ n– ognl conquista dello slllcJ do- za della propria in1elic1d1 d1 ve il teuuto atd0blograJtcol incH/Jeren..a e di paulo'le, di giunge a dccantar.st In un rac- aridltil e· di tenerezui, di or– conto che leggerezza ica&tlca e gogdo e cambatt.vo .sdegno e di .sugge.stio11e di mu~ica traapon- an.&ia disperata di quiete. gono In chiave di mfto: mu- Entro queato pae.saggiodl.scor– taro110 co.sl . rielte poe&ie d'a-1 de, su dal cuore di un de.st/110 more - elle a ragione /a cri- o:odfg.o di sog11i e avaro d,' ttca Ila rlconoaciuto tra le più lellci.ta è fiorita una parola, belle del nc»tro Novecento - ·1mp1dae eiccorante. Ma lo li– quelle orloie e malinconiche rlca di Cordorelll ci intere.s&a 7c!~ge~~i~Ob~f/ 13 {:es/nv::;: 1 ali~~ ~g,~1:a/:::aITo~e11g!cfa~1:~o 1 ~ alto magi.stero del Canzopiere prova e ri~rco, quanlo come ritrovato a ritroao attravrr,o &oluzlone. Nè la aua tanto di– t Cantn': e lo li aénto tacere .sciu.fa e apesso Jralnteaa !fa lontano. - Odq nel mio il- e eloquenza • gli viene da, u:1 len2io ( ....) E plil qiullo eh-e l'!1pegn.opreco.nretto, UJ un op– ieri era pruente - dlvien z1one di p~t1ca, La sua pot– pas,atn e quel che ci pareva _ tica è in fondo tutta coruunta lncrcd'bl!e a~cade •· E plit e ri.solta nel ftore della &ua ~~:n!:_: ,i ~,,,';gna siuli/:i,r~~!'. ~~ila'ch 1 !. r~~t no7nJ:~:z1g!; - Per tanil /U1:>ghi acono&clutf m.argill'!-le. pret.storia e prelu- ~,;;;,a~~·~ 11 ;n.:ii;/!!_e~~e 0 ;~j ~~~~,~~ i~~eo1;!.~d,:d:ve:e!f~ alto dt.stino _ come II vento sen.ra eloq~nz2 non puO e.!- contrar1o ,li navigare ...•· .. ~e;:}tt~ ap~C,1! ;::,,!e~lh~r:i= Fors~ uno !i~l caratte;i J)IU cl!lde di vero, pu6 rbultare .spiccati. In c,~: t:1ttn I e&P/C· tend.enzio!a e comunque par-1 rlenta lirica d. CardartW .s 11- zlalc cardarelli alla sua ooe.sla l'um 1 na ~ in .q11e.sta fedeltà al ç'è ~rivoto per necc!a1tli:.per suo deJtlno. in questo lieve e una spinta ineludibile d';:Jpi– anpas.ttonato . raccoglier.si , via radone. di .sangue. di destino. vin e!',~ la v:ta inr.alza e gli Esso vlvra e ,tarò amato non f,~~:ttJ~~~!:~n:n::n:ien;he')! };I't~~ ::: ::~J! ::;t76! :;:: ironia .r:_td.,l nauo a". ima. ,n. zia di rltraUI per quella 1a– q1•iet:uflne er~fca e d1.s,,"rala: goc! e d'!cret~ 3aplenza .n.ellt :.e1;;da~!ta .!_o /-i! 0 /n~~:'~i':u::; ~~t,1:~!il~e r~~'::'i!e i~~~");:!~ il m! res.s! - ardltament• ml valore Interno, muaic:ile del .smnsl. - .ora la mia plornata verso .si ou.ò ved'!re al/'aper• non è plu - che tlnn .,terlle tura dei Corollari antlpaiscoJta-1 ni in Solit:irlo ln Arcad!a) nm1nto 'Oer auel n•,ovo ~rti,o- ~ ~~ll:u::1an=~~;l/;~""!o~:1!ri 1 la afoia ,. la &Of/trerizn d"l- 1·110,n,o; 1l"r qu,:l .s110 a!cen,;t,- 1 r": " 1'01!,. r~n t"•trhrt"l $"!m– pl1cft0, dalla conf,.,,,tione e 011atl da) lamento "li" contf'– ;,,lone alta e frr,:oe'lblle d"l– l'<t 1miv"!r.*alt" !finta.stiro ... An– c'I.,. un n11t"n 1 icn dolore non piu} u11lver&alltwra1 td eter– nanl che 11 rondi.:::/onedi dt• cantarsi attraverso Il Jtltro della Jant:uia D~etica. Co.t! anche nelle poe.!(e pili rectnti. q11elle d1{ doooauerra (/ors"! le pi1i d'sarma•e per una critica plc~ata d'intran&i?enta esaen– zial'stlc, e antfdl~cor,eil'a). do– ve a/Jtora questo timbro paca– to e spento df chi guarda or– mal la vita cori.occhi di m?– rituro, e pilÌ la ditione si ab– bandona e qua.si cede al la– mento, semnre .!l avverte. !e pur In m/3ura variabl•e. quel 3en30df Qfetacco come 1>er un11 sorta di 1upremo lncantn di– alntertue; e u la con/eui?– ne può auumere qua.siuna ge– ida traglcltil di eoiqra/e, anche il deatino pili amaro puO far– si lieve. in un tono accorato di favola ormai conclu.sa : • Oh .senta so&te vl.ssl - ed e!Ule dovunque. - Ne.ssun'arte Im– parai, niuna certezza - mi as– si.ste - nel pu..ito di .salpare VINCENZO CAROARELL1 I ormai !~s:~'.i'~e ~RATIINI DALLA PUBBLICAZIONE quella lirica I momenti In cui l'eloquenza In senso .!tretto veniva trasce.!a in eloquenza poetica. e tentava d 1 altro can– to di legltima.re in tale poe.sfa l'elemento rlnenlvo. cui si at– tribuiva la funzione dinamica 'df consumare e Il fondo pro– sastico dello sfato d'animo•· o,servazlone non tra.,curablle pi!r approfondire Il· momento Lettura del, Jaeop••· Or·lis !f/::l~~~/ 1 l9e~~::oroes~~rie~1; (Con.tinuaz. dalla JX19. 3) f:!a!~o~:nsi~~di:::~t: esid~O gnere quel t.uo ardore fatale. a che non lo ~~f;:~~fi c~s:'f:t:1:e~'lc:~ incon- vo~~ll~~aai~r\J:~~~n~el pa~ato: allora lo I critici :JI erano del resto ml volgeva avida.mente a.I futuro: ma lo er- fi':::tf ~~~{:!,~ p e:tu~/~nf:! ~~t!st!~n~~n;Ot~r 1 :t~in~er:r~~l1~. tt~nv:bnb~ r::~~~ ~ ~f goeft~c:cr~~i;:a:::: ~;~~atU:t;ue~ g=-~~~i~~1/f! s~~a s~!tfe cand0 pe,.. una caratterizza- mie pas9!onl, e g'],idipinsi Teresa co"'!e uno zione '.sommarla di Cardarei/1. di que' geni celesti, l quali par che olscen- !l ctmir:m~n 11~~~~ !f:èfees:~ ~:an~1~/l~~w:r n!fe ~:!~~~ t:n:~r~i~ ~la~~ constatabile f• per cui egli è Il vecchio pietoso piu volte sospirò dal cuore sempre liricamente presente a profondo. - No - lo gli dissi - non veggo ~~/t~~:o p~fl~~ift';!!~~~t~ s:::: C~~e1~/ 1 s=~cr~i ~~;br'ò ~i8'1:~::~ercaal: ~nao:r~~:• ::~f 1 t:~t:t~ 1 ~1l~;: ia!~~~tn~o~te~~o~;ari :t:::u~;ld{~~~ ~~';e;fe::Z~~:f ~e':f{e~~e~zapg:~ ~"1!~b!~~~~1~e ~e~l'~~~l ~i~ L:N:rr~v~%i sia, rifte.ssioné e lirismo, come per la falda delle vesti e. ml ritraeva; ed lo i" /;lt c~~~~a'dt~treaz\'a~a~;r: ;~~.~~~!!1Jt~p:~~!t~f t~=r~ls~1ef 1 ~~~: l'autore. Ma non era piuttosto Implorerebbe ella stessa dal c~elo 11 termine una simile Mmmlstfone e in. degli ans!osl miei giorni. Ma l unica fiamma ~elzr:z:~~~ri~ !~~~;1~nt 0 ~f'~~ :t~~r~~~ :rt~~e:~ri:: 8 d1qfee~~~r!r1~v!~~~~ ditllclle lavoro creatiuo, la rl- della patria. - Egli sorrise mtstament.e,. e, prova di quella e coscienza poiché s'accorse che la mia voce mfloch1va critica• che contraddistingue. e I mlel sguardi si abbassavano immoti sul va le opere più valide della suolo. ricominciò: - Forse questo tuo furore feuorr lt/!;;fir;a :v::~la :O~t~ ~a gl~:!~1~itrr:br~:r~~g~I d~f/~fll1~~:esu?~ l'accento? E non si doveva qulll'to alla '1oro audacia, due quarti alla d'altro canto riconoscere che sorte e l'altro quarto a' 1oro delitti. Ma. se ti r::p;;~ll~e~i:P!~~lt'ti1~~i~r~~ :~trt1r~a:t:~~~e~~~rfr~e~~~o t~ ;~di~~~~! dolce lncantan~nto e al .so- te ne porgano i me.-zl? I gem!tl di tutte le gnante abbandono da un lato, età e questo glogo della nostra. patria non od una lucida ,ccperta della t.i hanno per anco Insegnato che non si dee realtà e ad una .suapacata rl- aspetta.re libertà dallo straniero? C.:hlunque conquista. interiore dall'altro s'intrica nelle faocende di un paese ccnqul– - che l'arte del N<»tro aveva slato non ritrae che Il pubblico danno e la /aHo ;:atY:m~\{t 1 i1~~~~0:t!,~te ~tr:%~1: s~nfiai~~n~~a~~f1/ st 0 ;de~~ t d}~~\~ ~~7 ,I'::u1~~:,~ :t'tc"c:~ 1 ~ ~= :ri~~o 1~j~~t1:i:. ~~fioera~ ~r:r':1n~~ n ;:: darelli, ,na piuttosto quel~o di ma e il valore di Annibale, che, profrpo, Illuminare Il nucleo germinale cercava nell'universo un nemico al popolo del/a, .sua lirica là dove una romano? Né ti sarà dato di essere •p;iusto ~~!i 1 1!~':,'~~ vt~~:iéa~~afi:J:C~~ ~~~~;~e:;,t:, p~v~rt~~ 1 ~fcc~~.: e~ ~~~~~g vano nel concreto a~to, lncar. d'ingegno come sei t,U,sarà sempre O 1'ordl– nando. fl 71.U(!VO .spirito. Me. no dei fazioso O la vittima de) potente. E gllo d1 altri il Salmi tentava ~ove tu nelle pubbllcht cose po,sa preser- fitt~~}~;j~;~e l'g;:~rt~ftf"di ~~1( 1t~n;~~!~~\~!\~iendt~ 1 fa~~:~~-n~~r~~~~~~ ~:~e~cg;eg 1 1 b,"j!f :~:t~elJ': g,~1~ J)OSC1a dal pugna.le notturno della calu!1nla; puramente formale delle im- la t,ua prigione sarà abbandonata dn tuoi ma9inf o del ritmo, ma seco11. amici. e Il tuo sepolcro degnato ar.pena di do una pros,pettiva più discre- un secreto sospiro. Ma poniamo che tiu, su- ~~ eu~i~i:::::: i~a1e~ ~raw::~ rt!~?1~nftà 1 deP[i~~1~e~::1tt~~,~I :t~:n~~~~u= ga a wi senso pro/01tdo df de- zlone.. de tempi. poteMI aspirare 111tuo \n– stlno tento, di', spargerai tutto Il sangue, col qual~ c!vlle? unirai col terrore I partiti? spegnerai con la morte le opinioni? adeguerai con le stragi le fortune? Ma se tu cadi tra vu1,.\·e– diti esecrato dagli uni come demagogo. o.agli altrl come tlra.nno. Gli amori della moltitu– dine sono brevi ed Infausti: giudica, più che dall'intento, dalla fortuna: chiama "vlrt.i:a• Il delitto utile e • SC!!,lleratagglne• !"onesti\ che le pare dannosa: e per avere I si.:oi plausi conviene o atterrirla o ingra~sarla, e Ingannarla sempre. E ciò sia. Potra.i tu al- lora, inorgoglito dalla sterminata ro:tuna, reprimere ln le la PA.SSlo:-ie del supremo po– tere. che ti sarà fomentata e dal sentimento della t.ua superlor!t.à è dalla conoscen·a d'l comune avvilimento? I mortali sono natu– ralmente schiavi, naturalmente tiranni, mi.– turalmcnte ciechi. Inten o tu allora a pul'– ti"llare li tuo tt.ono. di filosofo snestl fatto tiranno: e per pochi anni di possanza e di tremore, avresti pert:luta la tua pace e c.on – !uso 11 tuo nome tra la Immensa turba del despoti. TI avanz.a ancora un seggio fta' ca– pltanl: li quale si aJ'fennn P!r mezz:, di un ardire feroce; di una avidità che rapisce per profondere. e spes.so di una viltà per cui isl ~~::fot 1 ~•~:iuit!e~~it:1 ~a!~~t;:·d~ 1 ~i, ~o~:. quistatore. e non ha per ccnrorto .se non la l)peranza di sorrldtrP su la sua bara. - Tac– que... ad lo dopo hm(t'hl..slmo sllcntll· escla– m:1I: O Cooceo Nerva! tu almeno 3apf.VImo– rire !ncont.amlnato. - Il vecchio ml suardò: - Se tu né speri. né temi fuori di qutsto mondo ... - e ml stringeva la mano - ma le... - Alzò gl! ocohi al cielo, e queila sevtra sua fislo!10mla si radiiolc!va d' un soave con– forto. come s'el la~sù conttmola~sc tutte le sue speranze, Intesi un ce~pe ..tlo chP $d\'an. zavn verso dl noi. t po! travidi p :er.te fra' ti· s-H: cl rizzammo, ed lo l'accom:>asnal sino alle sue istan7.e • Ah! s'to non mi sentissi oma1 .!>pento quel fuocn oel~te che Ml caro temPo della frP..scamia glove:ilt1 sparg:e,•a rag~; su tutte il' cose che ml suvano Intorno. mentre ora ve- brancolando In una vrta oscurità! $'lo pote~! avere un te,tto ove dormire E-lcuro:~e ncm ml fosu cont~o di r'ns~lvarml fra le 0"1bre del mlo romitorio: ise un aml'lre r'l– snerato. che la mia ra(t:lon~ combatte sem– pre e che non ouò vincer mal ...: questo amore ch'io celo a me stesso. ma che rlar:::e ogni ~:orno e che è ofna' onn 1 uot.ente, lmlT'ortale ll'thl! la nati.:.-a cl ha dotati di que.•ta pP!':- j,\~~!~t~hfafRt1!1d:~~~b~fr1r:nsoif~r~t~:~! d!~!:1 s~mma lmpetr11re un anno so·o di caln-a. Il tuo povero ami:o vorrtbbe sci::igl\e1e rinc~ra un voto <' po' morire. Io ojo 11'1 ml11patria· che Rrlria: - Scr v! ciò "he vedesti Manderò lf, mia vo~e dalle rovine. e ti dettè'ro la m a 1 stor'.a.. P!anl!'eranno I S"'COl! su la mia .!StJll– ti;dlne. e le ([enti s'f'mmt1.est.reranno !'lt!Jle mie d\~wvPnture. tl temuo abbatte 1J forte. e I rl"l'tt.t di san"'Ue ~ono levali nel Mmgue. - E f.ll lo SPI lon•n:>o: avrei Il corngglo QI scrivere: mfl 1'1n2e.,no ... ~,, ...... ,l,, ""- • .. -•ej fprzc, e vedo che fra l"OchlmP~i !o avrò for– nito questo m'o a'l'lO$:lo~ p~lle,.rl-iagg o•· 11 °~r·n1 altro infine non è che l'altra vrce ci"' Ff\Sr.,10. de\ Fn•co'o ..~itan•e tra i"rzlone (ner te:1tarP la l'bert~ dell9 pitrla, fork- di ~!1;i sioncovno;~;;~~:~r:,.~ a: !~1~c;~ tl~l~r; 1 DOMENICA 21SffiEMBRE 1952 TAMBURI basceltoParigi * "In quest<L città posso dipingere tutto il giorno • Il grigio che è il Iorio buse valonzza tutti gli a.lc.ricolori,, * di PAUL GUTH il ~it~~~coof1°e°ctT:::;:::,~~rig'frf:' uC:.sto?l!g:~,I~~ ~~;I~ aJJ,·e.schi di Raffaello: colorito amb,a!o che pren:1e la W,ta !il tutti I .soUd'Italia. sopracci:;.liaapollinee dl un acro e di uno spusore iqnoti al mortail. Ogni e:emento che compone il suo volto at.sume una intenSìtil eh.~ su– pera l'evanescenza delle nostre lfr,ee e del no.stri colori. I capelli aono di un argento pl!l tenace dtll argenteria delle, no.stre mense più sontuo.se , I la//i piit fulvi della criniera dei leoni, La t-oce, i pe.stl, ,sprimono ia 3te.s.sa ma1nlJicenza. E' come u,1 dio che, ,:;erbenignlta, accon– discenda a diVentare benet-o,o e a cammi11are t,a noi. E' nato a Jesi, nelle Marche, patria di Pergole.si e d! Spontlnl, Di Bramante di Ra Jac/lo di Leopardi. StudiO al liceo di Jesi e ili seguito all'Ac.ademia di Belle Arti di Roma. Per guadagnare il !UO pane terrestre, questo eroe di 8a//aello, prestò la 3ua rr.ano a dlt:er.sl me.stier1. Co11tabilepres.so un Ingegnere penso per 1.1n momento in ~~:f':U11~a~;~~~z1~"ntni4 t!~~,~~a ec,~ir:i~~,':,./~t!';u~a~; :I; dovevano figurare In certi /ihns. - Ho vissuto fra ventri aperti e la sera cenavo ac– canto a s<omachl pieni di buchi; mangiando li toccavo, li respiravo. - Abbandonò code!te atrocità per altre attività piit uma– ne: il glor11alismo all"Ital!à Letteraria e a!irove. Fece la ~ritica d'arte. disegnò I per.sonaggi d·attualità e I di.se – gni si ammucchiavano nelle sue cartelle . Tartcu.!ato dagli appuntamenti 110naveva il tempo di dedicar.si alla pittura. Que&te briciole di tempo gli per– mettevano di dedicar.si soUanto al :tise9n.o - Il mio album era più cono~ctuto di mC. - ltn:l. 10 :~n sr;u;?a:niif~~en:e~"!~ti te' a~~!iti;~ 1~:~~!mW.; delle rovine, delle strade. degli alberi che si coprono di foglie ~ si ~pogliano secondo 1,. stagioni; le bottephe, i giardini, I v1anda11t1.Egli era Il di.!eg,wtore 1ella strada .sim.siblle a tutti i rumori e a tutte le mani/e.stazio11i di qu~I teatro ambulante che la .strada oflre, Nd suol periodi PiU;poveri disegnava .sulla ~arta da macchina; ora egli puo appoggiarsi sulla solidita della carta ln~es. Ha 1 em– pre ~etest.ato· la, matita, troppo molle e troppo grigia, ma s1 a//1-la ali energia del pennello, alla vitlacltil nera e lucida dell'lnchloatro di China, Lungamente è stato In bilico Jra Roma e Parigi. - Ora ho scelto Parigi, A Parigi ho trovato 11 mio equilibrio, a Parigi posso esprimere me stesso. suof 0::m~~f. franchezza cruda, egli con /es.sa / .suoi odi e i - Io sono contro l'astratto, contro l'lntellettuall~mo e contro l'artlflclo. Contro Salvador Dall. Sono pe; Ja •Purezza della linea, la sobrietà del colore, l equlllb,Jo degH clementi. Per Bonnard e per Vlanclnck presi con le loro qualità e I loro difetti. Per molto tempo ha proce:1uto a tratti Interrotti a lineette. articolando a .!troppi, dando cosi un'impro~ta a!la .rua opera. Ora cerca linee più continue che lnpen– tlll.scono e CO/ltornano. E' diventato il pittore e il dise– gnatore dt Par/pi, - A Roma la luce troppo violenta mangia I colori. Non potevo dipingere altro che le albe e I tramonti quando la 1luce si addolcbce. A Parigi posso dipingere tutto il giorno. Il grigio, che è Il tono di base. valorlua tutti gli altri colori. • Egli si abba11donacon ebbrezza alla .!Copertadi Parigi, della aua logica, della sua ragione. Apre il suo album e mi /a parteci1fare alle sue gioie: la Metropolitana aeren il ,,onte di /erro che taglta Il cie/o. Que.sto di!egno è gi/i il principio di un quadro. - Vorrei fare del quadri In bianco e nero. - 11 Gfardt'no delle Tullerles, Il suo Incanto, in fondo l'Arco del Carrousel, ha l'aria di un oggetto po.sato sulla .sabbia. Gli alberi, i vasti spazi. sembrano uno spettacolo di una fantasmagoria per fanciulli. In pe11ere i pittori pla11tano l'Obelisco come as.se di Piazza della Concordia. Tamburi ha JaUo sparire l'Obelisco. - La Torre Él!fcl fn parte Integrante della Piazza della Concordi!\. Egli l'Ila fatta germogliare dal fogliame. come un flore di ippocastano. Sempre nel giardmo delle Tuller!es egU mette del per.sonaggi fuori del temvo e dello _spazio.come In un teatro cretto /in dall'eternità )Jer la rappre.senta– zlone del Rimpianto o dell'Attesa; su una panchina. fra due alberi, due signore ,nedil"ano sulle vlcen:1e della vita. ' Ut1a graua e .!Chiacciata, l"altra piccola .simile a un tu– rista tirole.!e, La Sen114 o//re·i suoi alberi in tutti I .suol abbiqllamenti: bruni, gialli, verdi, secondo l'umore del tempo e il ritmo della lh1/a. Sorgono Ji.ssl dall'acqua pa– ralleli aqli alberi moventi delle chiatte. Le vicinanze del Ponte di Sol/crino pen11ettono a Tamburi di sviluppare quelle scene i11ge11ue che .s(Jl,1110 i11terprefa1Jdosulle rive due do,rne sdraiate. un'altra seduta e due innamorati In r::r:~::~~~1\/ 1 a~~~~~~n~ 1 ~ 0 ·c: 1 ei~~~~io .!ilaa 1 :i;;a:;~ 1 e 0 ~ !enza •. Allora, ,davanti alla balaustra della Tuilerles, gra– zie a un giuoco intc11so di pro.speltir;a, la Senna è rl::fotta a un 11ie11te:u11acorrer1te d'aria e d'acqua che si indo– vi11a •piit dal soffio che dalla larghezza fra le due rive di pietra. CIO che co11ta è u11a f1qura di donna isolata nella essenza della sua forma, Talvolta la reallii ,aggiunge la ~Wi;;za.:lo11e dell'astratto: come quel baUelli a//fa11cati co– me sopra un paravento, al PeCQ. Dall'isolamento, Tam– buri, trae la qrandio&ità. Dat:(1.ntialle bocche della Me– tropolitmza, alle fermate Edgard Qulnct e 4 Septembre, e[lli .stacca dalle case a picco u11Janalc munito del suo oroloqlo. A. un tratto noi acoprlamo, come se non l'a:;e~– sw10 vi,to mai, quell'attributo della vita di Parigi. Si erge alla dignità di u11:ocrso11agglo. gonfia il suo men'o molt-i:– plice, i suol collarini, i suoi rlgo11/fam-tnti e le .!ue mam– melle, spi11qc In dvanti, come un petto, le vrotubera11zc dell'orologio. si incorona 0011 la sua lampada elettrica e il !110 caupello di latta. Q11i. Tamburi. arriva ulla grande a:-te .!lmbollca. ali, alte uote11zedel sogno sorte cial vero. come Braque quan– do dlpmoc la sua stufa e ne la uno degli eroi della no– stra milologia, c:r~~reÌI"1°~i~ti:u1~~ 1 / 0 e :~e:~~ ~~;~~(ele n~~! 1 r;ao~ 11 ~od 1 ~1~~ d~1rau~~!~i~ OHFEO TAi\lBUIU - e La casa cl! 1-"laubtrl a Cro"sset • 11rl • a 1 tr"' M~s·ont >. T'-e..clnRto 1i<lll" ;i-ran vo~e det P11rinl. ~a ~li ora "he !'lgni'lr11no (1•11.••te .-a'"r" ,,,uc;'l'!nl.. (e "l"r\v! .-10 che \'!"– de~tl ... plan11:eranno ! s•co 1 1 s·1 la mia s·l!– ti.:d'n", e le p:enl! s'am·nse~trf'Pnno nelle mie di.5avvenwre ...•). L'antico dls•ld!o s' r'. compone da. quel punto d'Inizio del l. Orlis eh,. credev11 rt'esser oersuaso che • ('IUBnd•J ,. dovf'ri e diritti s·anno rn 111punta dr\Ja sori1a .il fortP sc"lve le lep-;il col s·,npuc e pretl>nde Il s11crlflcln d~•'la virtù>. Torrano orli In bocca al P11rlnt. "he ron v'ha mtllJttO slll,.ha (per condan•111.rle? No.... per suµr– rarle), I GIU~F.Pl'F. llE HOBEHTIS . (Questo saggio /u gia trasmc.s- so dal Terzo Progranuna) 'L _________________ _.J PAUL GUTH (Traduzione dal francese di Ouy Tosl) ibliotecaGino Bian ),.

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