Fiera Letteraria - Anno VII - n. 16 - 20 aprile 1952

Ptr1fno le piccole città avviate vcr.to u.na loro mèta. Fl~rt del d.eserto che l'aeroplano rende ora fertili, S'accapigliano per questo: nell'Inghilterra. lontana, Dietro le alte maree e oli cst11art navigabili; Nel Far West, nell'America .. dove la. Ubertà è assoluta, Nella malinconica Ungheria, e 1«:lla Frtmcia [dall'agile i11telletto, Dove ll ridicolo ha avuto hnporta11za storica, E Qui, dove Il chicco di rbo nutre queste cast pazte11t1, Perll<l-$edall'.:tfca della cittadella feudale, MUie credono, e milioni sono a mcua strada. sulla [via della convh,zione. N~ I nostri capi sono d'aiuto; sappia11io. ora, Che sono ciarlatani pieni di vana destrezza, i quali [hivocano Gallerie d' antena.ti, e ancora perseguono il miraggio Di grandezze morte da tempa, disertate da or,11l lintercue, Come Falt.renheit in un angolo sperduto del regno [dominato dal gra11de Celslo Potrebbe borbottare d'estall misurate da lui. Abbtamo egualmente, tuttavia, i nostri fedeli palad1111 [giurati Ch.e mai perdettero la fede nella sapienza o nell'llOmo .M4 l<1t10rarono con tanto fervore da dimenticarsi di I manglarP E nt4i sl dettero pensiero della morte o della {vecchiezza. intmh1enti: -SI prepararono per la libertà come Kuo Hst per ll'l.spirazio,te Attendendola pa,zle1ttt come l'arrivo d'un ospite (onorato Alcuni guardarono all'Inganno con candidi occhi d1 [df bimbi, Ebbtro altri per cogliere l'ingiustizia un orecchio d1 [donna, Alcuni tolsero Indigenra e la. conobbero e partorl [LibertlJ.. Alcuni nostri mortt sono famosi, ma non vi farebbero lcaso: Il' ma.le t. sempre personale e appariscente, ,\fa. la. bontà richiede la prova di tutta. 1rna vita, E, per esi.stere, dev'essere condivLsa. co11te verità, Come lìbertà o felicità. (Perché, che cosa è mai la (felicità se non Il leggere la gioia sulle fatte::ze d'un altro? J Non vl.ssero per vedere partfcolarme,tte ricordata la Cloro nobUtd, Come coloro che coltivarono cocomeri e popoui e (110,t altro Per dimostrare che erano ricchi: e quando noi (esaltiamo i loro 110,nl. Scuotono la. testa In seg110di monito, spro11a11doci a ' lo/lrlre La nostra. gratitudine al Collegio Invisibile degli Umili, I QuaU, attraverso i secoli, ha,mo compiuto tutto Celò che era essenziale, E, spiegati intorno alla. nostra. lotta. come paesaggio I Quotidiano Mescolano nel flusso della nostra vita. al para delle [acque e deJ ve11ti, La polvere di tutti i morti elle arrossa110 ogni {tramonto; DandÒCi Il coraggio df a'/Jro11tare I 11ostrt "emici, Non soltanto sul Canal Grande, o a. Madrid, Frònte a fronte nel cortile d'una. cittd universitaria, Ma ci stanno a. fianco dovunou.e, cosi che 11ell'alcova [degli ama,ttl, Ntl candido laboratorio, 1tella scuola, al pubblico lcontìzfo, J nemici della vita possa,io essere pili viole11teme11te [attaccati. E 1e abbiamo curu di ascoltare,, potremo se11iprc [udirne la voce: e Oli uomlnl non sono innocenti come bestie. ne . o (IJ)Otranno mal esserlo. L'uomo può migliora.re, ma non sarà mal egli stesso tperCctto, soltanto I Uberl sono inclini a essere veritieri, Soltanto i veritieri hanno Interesse a essere giusti, s 9 1tanto i giusti hanno U deliberato J>r~=~~ 1 1~crl. Perchè la ilustlzla universale può determinare la libertà (del singolo, Cosl come un clelo limpido può tentare gU uomini [an·a.stronomla. O una penlsola Indurli a tarsi marinai. Parla.ste di Libertà; ma non era.vate giusti: e ora I nostri nemici hanno sma.scheTato la menzogna (perché nella. vostra .città Solt&nto l'uomo dietro un fucile nveva libertà di volere. Un desiderio è comune a,gli uni come aglt altri: que-1.lo I di costruire un mondo unlto com·era. rE>uropa. nella. quale L'e&ule dal vlso di p!et:a scrlssc la sua commedia Ln I tre atti. Non lamentate U suo decadime1\to; quel guscio era lt.roPPO imperioso: Oli anni d'lsolamento Individuale •impartirono la lor<. (lezione, E nell'interesse dell'lntelllgcnza erano necessari. Ora, nella &trett.a della. crisi, nell'ora sanguinosa, Dovete sconfiggere I vostri nemici o perire, ma [ricordate: Soltanto da coloro che la rlspettnno. può la vita [essere dominata. Soltanto una coscienza. fellce e integra può levarsi lrltt:i E rispondere alla loro bieca menzogna; tra. i glus\.l, E solamente tra essi. è l'Unità compatibile con la {Libertà>. Notte discende suJla Cina; il gra.nde arco d'ombra lviaggia11te Muove su terre e oceani. altera la vita: Il Tibet già /atto silente. l'India stipata 111 via di tspegnersl, Inerte ,te/la paralisi della casta. E scbbc11c in Africa La. vegetazione esploda ancora violc11ta come i giova11i, E nelle cittit che ricevono gli sglicmbi raggi del sole I fortunati sia110 al laooro. e i più sap1,la110ancora lche sol/rono, L'ombra presto li toccllerà: vii C3i{lui /nucll della notte Si ripercuoteranno vividi 11ell'orecchio fine del gufo, Vaghi in Quello a11sioso della. se11ti11ella;e la· lima li/luml11erà I campi di battaglia e i morti riuersi, ammucchiati I come u11 tesoro, Gli ama,1ti rovinati in u11breve abbraccio. le navi Onde gl! esuli guardano fl mare: e nel silenzio Il gri(J.o che si dt/fonde per gli spazi Indi/ferenti, E mai tace o decade, potrà essere udito più chiaramente Sopra l'eterno mormorio dei boschi e del fiumi, E più ostwato elle no,t sia la risposta suadente dei lvalur, O u brusio delle stampatrici elle mutano le foreste rtn 11ie11zog11e: Quale lo lo odo ora, come si leva i,itorno ac;;,~,~:,tai, E si mescolo con il brontolio lontano della guqriglia, La. voce dell'Uomo: e Oh. lnsegmi.ci a ~uperarc la [nostra pau.la . Scompagma i modi lmpeccabill del ouore gelato, E· costringilo a es.sere ancora una volta goffo e vl\'o, Planaente te5tlmone di quanto soffri nei temPO llont3no. Spazza dalle teste I cumuli d'imponente Immondizia: Raduna le !orze perdute e "aclllantl della volontà, Raccoglile e spargile per la terra. Sin che. come contributo della nostra stella, noi si [seguano Lè chiare Istruzioni di quella Giustizia, all'ombra Del cui amoroso e dispotico J)Otere suscitatore Ogni rag.one umana opera e ilolsee. \\'. H. AUDES Trczd. Carlo /uo · -LA FIERA LETT·ERARrA Domenica 20aprile1952 .. 66 [»0Jr;SlfA N.ON I[J)EVE §IGNIFICARIE MA IE§§ERE19 • \ ' ~ • .. • . # - ; ' ~ SAPER RENDEREUN POETA pensati di parole e di ldeo sono la rep;ola. e più fono assurdi. più rispondono Rll'!lloa:lcl· tà del 1tener.e ... Lettori non ini;:lesl difficil– mente x:lconosconoQuestd"tipo di letteratura come deJno di studiosa attenzione: ma non possono dlscono~ceme l'Importanza Quando es..."O aPJ?ala. chiaramente dl~soclablle. ap– Put).to nel teatro ellsabettjRno o nel D!ckens. o Quando .se ne ritrovino i::11aspetti carat– terlstJcl neUa poesia contemporanen. la qua– le ad ac-co!:itamentl Inediti di vocaboli e di concetti affida spesso i;:ran parte della sua p'resuilta ori~lnalltà ... >. E' vero: non ci si può dimenticare della presenza del Poeta. Ma quando questi c'è In tutta la sua forza. come. spesso cl accade di constatare nella opera. dello Auden. e I lettori non lm:lesl > ~~ c~t 1 rtg:r 1 1~vf~r~!~\~ ~f'°ri~!~~ 1 r 11 n 1 e°' 1:it~~l es::!usl dal sµo mondo. Ed è precisamente per ques.ta rajl.'lone che abbiamo voluto In– dicare come )jrlma dlffi:olt.à.da superarsi In una trac!uzlone. Questo aspetto caratteristi· co, altrimenti. è supernuo dichiararlo, di ln– teret,se assai limitato. Sembra che Il processo di normal!uaz!one del llnctU !l.li :Rlo poetico - pem·at? Quanta strada è stata percorsa dall'aulica oarola di un Byron o di un Tenny:-on per gluni,iere al lln,c;uagi;lo diseredato di uno Joyce o di un Ellot ..... abbia sottollneMo. Insieme Alla accentuata adei::uazlone al discorso vivo dl tut.tt i fdornl, questo aspettQ 5010 apparen– temente para.dossale ,:: Irresponsabile del ca· ratere ang!o~a«JOOne proprio nella poesia di Auden, la Quale più di oitlll altra sembra aver ~c1wato a rondo in questo proces.~o di lnterlorlzzaz!one del dRtl llngulst!cl, Sarà utile ricordare che lo Aud~n è autore di un Interessante toast /u'nèbre per Edward Lcat. li ma~dore scrlLtorc ti! lrn1cr ,.ks. Appunto ta limpida senm!tà. vorrei dire Innocenza. cho dbtlni;ue Il i merick, e den– tro· di c~•a Quella noti'!,1,ottlle di humour che è rifle~io11e e distacco del motivi (perchè ne Elano p'ù ev1d~nt11. provoca nel lettore un sento di ·e pulltla > CopreS!.ivache. ana- l!zzata attentamente,• denuncia l'Immediata Individuazione del sentimenti In lmma11:lnl precise. la pagina. leggera, senza li peso dc.I riempitivi e delle derlvaUonl auricolari. Tali caratteristiche comuni al maggiori scrittori 11111:lcs!. e qui In Auden n riprova del con– tributo al P0etn. della sun terra nawi.le assi– duamente avvertibili. segnano senz.a. dubbio di equivoco Il rifiuto, Il superamento del miasmi cerebrali surreallstlcl. Il nonsense - sembri\ un parnd0S50 - C tuttq illyml– nato di ragione, di .quel tipa misterioso di razionalità che dà coerenza, realtà, aUa fan– tai;la e all'RrLe. Nulla è maggiormente dl– Hante dal 11ons,mse quanto l'Impulso erotico che Induce la gratuita del subconscio ad af– fiorare sulla pagina surrealisl;ll. per la stessa distanza che corre tra l'aut-omatlsmo fanta– stico. sereno e come dire, ariostesco. e l1 morboso· automatismo fisiologico di un Lau– tréamont. Ora è chiaro, che per tra.durre w1 poeta tanto legato alla sua terra e al suo llnguaa:· glo (a parte poi quel carattere tipico della p~ctlcltà d! Auden. quella ..cittadella Irri– ducibile>, -come direbbe Sainte-Beu~. per cui si stacca dalla maggior parte del poeti della sua generazione! è necessaria più che una passiva adesione di lettore o una d!ver• lita partcclpazlone d! critico, una c.tTettlva affinità, di natura e di educazione. che rlvcll la !us!one di accenlo lirico, emotivo e pro– fondo, e· di chiarezza critica, ossia istintiva consapevolezza delle più segrete sfumature del llni;iuagglo e dell'effusione. Chi conosce la prom vl1t!ll\ta.e serena. pronta ad espri– mere con I più estrosi paradossi o le più concrete immagini gravi o rarefatti concet· ti accademici: chi conosce la scrittura a11:Ue e lucida 'di Carlo rzzo. potrà misurare quan– to gli sia stato d'aiuto, e sem1>recomunque indlrpensf\bllr. la ~ua profonda affinità di natura e di educazione con Il poeta ans:lo– fas~o11e. La natura ha dotato Il tradUltOrt di Auden di una capacità ad Interpretare Urlcamente nella stessa m1'ura In cui l'edu· cazlone lanche Venez1a, la sua terra, rischia ~~\l~~:;1 t!e1l:g~~o~: B~ft':m~~t~. ~l~~l~ nuo contatto da molti anni con I ca1>0lavorl della letteratura e dello spirito anglosassone, ne ha modellnto Il gusto, Ja sensibilità. Inol– tre nessuno ror1:ie,più del traduttore lta.– llano di Edward Lear, era Indicato a voJ. gere nella nostra lingua i momenti più ln– tcn!.i di rottura fantastica della poesia dl Auden. Persino a una prima lettura si Intuisce la formula che deve aver regolato la fatica dcU'Jz:ro.Formula quanto mal ampli\, l'ie ten– de a far coincidere I ·umltl della tradU1.lone con la lettera del testo originale: e la lettera dl una paesla non ha mal limiti facilmente lpostatlzzabUI. La fedeltà al testo dl Jzzo, la fedeltà alla lettera resta sempre una fe– dcllA alla poesia, alla riproduzione più in– clusiva possibile delle sensazioni suscitate dalla lettura. Evitando wmpre la moda de• leterla dell'Interpretazione, si capi~ che Il suo sforzo maggiore doveva consistere nel– l'adejtuare la capacità della lingua natale alla polivnlc.m.a espressivo del testo - quan– do naturalmente questo gli era conce5SO. Nel caso contrarlo, si è assunto la responsa· b!HtA di rlfiutn.ro recisamente la traduzione, Dato Il rispetto che lo Auden esige al rap– porto forma-contenuto delle singole Uriche, specialmente di quelle dell'ultima maniera, di e Noncs :t, Il traduttore ha dovuto di pro– posito rinunciare I\ Quel brani prezlosl la cui versione lt.nllana ne lm1>edlva formalmente Qualsiasi rlMlluzlonc. Quest'ultimo appunto conforta· quello che sin dal principio. a proposito di queste ver– slonl. avremmo voluto affermare: che cloe la loro giustificazione è data. anzlchè dal– l'Intenzione di Informare Il pubblico sprov• vL"ltodella lingua su un'opera cosl artLstlca• mente attuale, dalla loro consistenza di poe– i:;la ltallana, tah·olta necessariamente scadu– ta. ma plu spes~o viva e autentica Clt{'rò ad unico esempio la Nurseru Rh11;ne, già appar~a su ARCIII 5·6, GABRIELLA l\llNELLl ' ibliotecaGino Bianco

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