Fiera Letteraria - Anno VII - n. 16 - 20 aprile 1952

Domenica 20 aprile1952 Bruno Barili! ,•lslo da ,\rmando Spadini LA FIERA LETTERARIA Ricordo iBruno Barilli * La ve1•ità si•i ''C11p1•ieei,, 1 "Mi sei venuto a cercare tt·a la camicia e la pelle, e lì mi hai proprio trovato. lo l'ho capito bene, il tuo pezzu • come hai capito bene tu tutto di me • e senza scàpito della letterntura,, to u;~~t~~~t,~~· :ar~f~~: ., i El\ 1 RÌ CO Il A Lf V I ~c~if!c:!~cl~ °:r~i:~~:~~:i= ~~~r1c::s~~n~~~~~a~:~o(~f~~~~ e dolormi~ E però non ?ove- :ùla gran polverier~. delle sue ~~~~m-;~d~~~m~e~:iq~i!u!: 1 :f. delln Meridiana. Mìlano. 1951). vano essi unporct una piu as- metatore, come un ultima pi~- la iitrcgua della i,ua att.uale di– vinte le molte t.!t.ubanzc extra- sorta e meno divertita au.en - t.ra , contro ogni Ipocrisia e vll- sperata nudità non più d'altro i letterarie dalle qu.111 cl era- uonc? Non bi alzavano In una tà. E furono quelle le grida. ricca che del 6'00 ~ua!lorc, :m~ va.mo lasciati trat.t,cnerc fino dlver~ scena, non r.-:.uonava. che .. versando sangue e grl• rebbe stato Ingiusto, 0 plultO• nllorn. cl risolvemmo ad ,wan- no In un diverso sllenZJo, da dando vendetta da ogni sllla- 'l>to doveroso, accingersi a rl– uuc alcune osscrvnz.,onl circa come cl eravamo assucratt.l a ba, dovevano !nfatt.J echeggiare controllare quel che Jn add!e• 11 miglior modo _ a p!jrer 110_ considerarli per amore Ce per cosi tetramente, e cosi d~loro- tro era stato concordemente ·:,tro _ d'intendere lo spirito. viri.o, del pittoresco e del sur- :.amen~ prolungarsi ncll cstrc. sentenziato suUa vcrt.lginosa oltre che la lctl(!ra. di quelli real1st!co? ma serie di scrltt.l che la terza nat.ura metaforica di un cosi scritti. senu rimaner dJ nuo- Cl domandammo allora .se pagina del Tempo segna a suo ~travagante e conturbant.e Au– vo e sempre presi nel gioco e non [OS!i,eproprio In quelli prlvlloglo ed onore di aver ac- lorc. Cl domandammo se non nell'Intrico delle loro met-afo- scritti che le caratterist.lchc colto col dovuto ono;e. quan- gli fcn-se lltata usata forse v!o– re e bravu:-e ed acutezze. del della fantasia e dello 5tllt di tunquo le colonne di un glor- Jcnza nell'Insister troppo a clr– rcsto giunte ormai a un maS5!- BarlllL tro,•andod !I.Ulne sctol- nale non potessero a meno d.l coscrlverlo e a relegarlo dcn– mc di traspl\renza te da ogni vincolo dlmostrall- risultar fatalmente sempre plu tro un territorio letterario tut– Semhrava a noi ·che !n quel- vo c potendosi dlsfrcnare e Inadatte a un&. pubbhcazlont t'a giochi e a trabocchetti. Col– la trasparenza non rosse qua.si abbandon~re ~ una sorta dl del genere. Regi.striamone i ti- pa sua, che. mentre stava qua– più da rJconosccie che un velo rer~ soliloqu10, ra~glungesse- tolJ ~ le date. sono n?ve-In t~t- si per la.sciarci Ce~·avvertiva.I. di pudore Inteso a rivestire ro J e.stremo dcli a_ccenslone, to~o. e vanno d~l 48 al 52. cl si ripre5entava come auto- Una. rrce11te roto di Barllll esprcs.s!onl altrimenti troppo eppoi dc\la combusLione, Uno Plu precisamente. n Colostco re del Capricci dl vegliardo? nude, ad attutire accenti altri- scuotente battito dJ confCS1;lo- (7 maggio 1948). Con la hmcr l\la qual! capricci erano mal 1 menti t.roppo lacerant.l. Un sor- ne andava progredendo e r!m- (20 luglio 1948), Nafo il .sincero suoi? rioo: a trattl, un ghigno: che bombando In certe pagine (25 novembre 1948>. La Jlne• Sembrava a noi che non fos. parevano di t:scluslva eppur gc- (e Insonnia, delirio, rame, - .stra (24 dicembre !948). Ca- scro da prendere troppo alla nulna derlval.ione letterario., \'\z!o, furore. vecchiaia. - La prJccl di vcglfardo (.1 gennaio lettera. li loro 'Spirito non era ~ 1 01•nere1no ma che In realtà provenivano morte ml tiene alla gola - Io 1951>. Pe11,$fOne l o11dlnc.se (2 piuttosto tale da dovemc rar da assai più ]ontano: dalla ra- tengo alla gola la morte,>, per rebbralo 1~51). Voci (7 ottobre alllnej\re l'autore dalla parte o dice 'Stessa dell'uomo e dell'ar- poi declinare;, cedere e scio- 1951), Voci schedate 05 gen- del Rimbaud? Con l'aggravan- tlsta Barili!. Radice che gli gllcrsl In un ultln~o addio. nato 1952), Il Trovatore O feb- te che _ se I grossi editori. anni avevano profondamente (c. Cher.s aml5. - J alme ma bralo 1952). E no}1 è chi, non non ostante l'esempio del plc– scarnlflcata. fino a lasciarla mis~re et m~ grandeur exas- ricordi com~ dall uno ali altro coli, avC$5Crocontinuato a re- ormai del tutto allo scoperto. pérce, mes v1ces et ma pure• la ,·oce vi s andasse speu.ando stltulre o a seppellire I suol Quando mal Bnrllll aveva té-: dé5espo!r et féllci~é. chcrs e slngult.ando con un crescen- libri _ a chiudere la carrlcrn le99erl,, diGUllLll'.l,110 'E'l'IIO~I raggiunto toni cosi esasperati ~:~: ;; jc mcurs aprc.s avo!r ~~v:!a ~~;~ec~~~t'~~I d~~~~~'. ~:~~!!~e di~~~~i,1,~11r::~o~r~~~rftt~~k~~t:o .s;:;~c:~:~io'7!~ ri;:, :iq::i:::~ai~,n~;:d,:!~z~ -------------------------------------~I Campana Jn poesia (quel ot. Slcchè a renderli di pubblica la Saison en enfer. sciano dietro il loro pas.!ag· za che tutt'oggi lo fa chiama- no Campana di cui In que.\tl ragione si suebbc temuto di ce n'era abbastan~'L per rl- gio; Barilli, Iascia1tdocl. cl la• re giornaltsta brillante da tLna glo01I. con la. quarta edl!"one commettere un sopruso, se a manere rortemente Incerti sul- scia una. eredità tittta da. de· massa di perdigiorno della del Canti or/1e1e con la giunta fa1-,,ene garante non f<>Slle sta- re 6 1to che t:mtl Interrogativi Jinirc, ci la.!cia da scoprire letteratura, ci appare l11vece di tuUi gli alt.rl scritti In prosa to l'Autore con tutte le cslgen- avrebbero potuto ottenere nel- per la maggior vartc ml mo,t- come u1t'ardua co11qufstache e In ver-_;.o, la Casa Valloochl ze di as.solut.a redeltà Imposte la sopportaz:one di un uom~ do che /ilto a teri Ju quasi 11asco11de dietro di se u1taela. commemora il ventalmo an• dalla sua. rigorosa presenza. della sofferenza e. dlcinm.c pure. del tutto suo, cd ora è di chi borazio11e .sorda, .sol/erta 1,lù nlve'.<;,anodella mor,te, avvenu- Non una sillaba, una virgola, della lnsofrcrenza di Barili!. potrei meglio raccoglierlo, dc· prc;/011damet1tequaIIto più li– ta I w1"0marzo 193:.?, nel m~- un a-capo, una lineetta con- Cosi, lontano dove stavamo al /inirlo. precisarlo 1tel suo berame11te riesce ad eludere nlcomlo dl Caste] Pulci presso sentiva che fO&Seromutati da momento in cui cl venne fat- « .sfmbolo > nel suo peso e la traccia d'ogni dolorosa /a– Firenze) e Scipione In pittura come II aveva sent-ltl e trascrlt.- to esternarli, rimanemino In nel suo ins~g 11 amento. tica. E non avete riC011oscltL· LA MODERNITÀ IN ARTECOMEL'ARIACHESI RESPIRA L'Ellliralal Costanzi· * La vedemmo nascere, quest'opera più pudica che naturale, più misticci che · contemplativa, più sensuale e amorosa che sensibile, durante una calda estate romana, ù, quella vera arcadia o accademia che è villa Sirohlfem DX VINCENZO Poiché è mio dest.lno dire r.ose che tutti sanno, dlrt ché c'è un solo modo per un artista di riuscire origina.le è moderno. quello di essere un artista autent!co. La mo– de.rnttà. In arte come l'arln che si respira, è un· fatto ineluttabile per ohi vive. E' lnuttlc perciò rnrsene un pretesto formale e teorico, non si so.pendo precisamente bene 1n che cosa consista. e avendo a che vedere plut• tosto colla sensibilità. che colle Idee o coll'intelletto. Troppi artlstl oggi credono che per essere moderni bru.LI avere quau.ro !deu:o.e di facile corso nel cervello, rl· manendo poi, di fronte alle opcrnzlonl del genio. ~Il eterni rlmbrottatorl In abito di avvenlrlst.l. Quanto a. questo è provato, nè sembrerò. un paradosso U dirlo, che soltanto all'ombra della trndlzlone, n riparo cioè dalle sobillazioni e le eresie estetiche di tutti I teorici dell'arte, nascono le opere vera.mente ardite e libere e che. a quel mOdo che il puro vange.lo è sumctent.e a fare di un uomo, che ne abbia In vocazione, un santo, poche Idee elementari e consacrate da.ll' esperlcnza pos– sono bn.sta.re a dar certeZ: 'l.ll all'open\ d'un artista di talento e a renderla riconoscibile. Un tale attegi;iamcnto l)Otr~ par·ere povero e scettico soltanto a coloro che non vedono quanto sia pieno di fede nel fatto. Intendiamo per tradlzlone quel supremo accordo tra In nat,ura e la.storia, ohe è un'Immagine della nat.ura anche e&Sa.,riflessa nel tempo, In cui l'opera del genio rientra pacificamente, lnrtselandosl delle teorie, sempre restrJt– tlve e pedantesche, dolle rlvolul.ionl colturali e tecnlchi!, di ogni malizia, di ogni Imbroglio. Come tutto ciò ap• pare meschino di fronte n quel semplice e Indefinibile dono che st chiama lnt.-pi.rnzionc o Istinto! L'opera da noi ascoltat,a ieri sera al e Costanzi > con– ferma a modo suo, In un cnmpo dove I Boclunesser m fregola di modernità sono sempre molti, la. bOnLà della nostra religione artistica. Nata dall'ardente !anta.sia di un compositore che professa. crltlcnmentc li più cor– diale tradlzlOnallsmo, essa è satura d1 esperlcnr,a. l:.to· rlca, oltre che di sensibilità, e mentre si ricollega de<:l- 5amente al nostro vecchio melodrammu porta. con sè Il frutto Inestimabile d'un lungo vlagg1o·attravcrso tutta la musica mOderna. Ca.so eccezionale e nuovls.slmo, nel mondo dell'opera In Ispecie e · In quello del teatro In genere. un autore che è nnche un poeta. e un artista perfetto. E poiché 11 teatro nasce e muore col fiorire e decadere degli artisti e U n05t.ro agonizza per man:an– za non di altro che di autori d'Ingegno, cl si consenta di dire che con due o tre compositori di questa qualità e forza l'opera. Italiana sarebbe .salva. Con questo augu– rio e questa. speranza nel cuore, S.'llutl:uno e Emiral "> r;ulll\ scena, La vedemmo nascere. quest'opera ph'.I pudica. che na– turale, più mlst1c.t che contemplativa, plù sensuale e amorosa che sensibile. piena di poesia, durante una cal– da estate romana, in quella vera arcadia o accademia che è villa Strohl!ern, dove per conto suo U nostro Ba– rllll, reduce dalla Balcan!a, era.si · ritira.lo a rar l'omo selva.t.tco. avendo portato con sè alcuni t9ppet1 serbi e un macinino da. carrè turco e rapprcscm.andOS! 11 de5erto lnflnlto e nostnlgieo <>gn! ,•olta che da.I prossimo serraglio gl! giungesse Il ruggito del leoni prigionieri. Da questo Insieme di circostanze tol)08raflche e spl– rltu11.II ,e forse, l>lù che dal ricordo dell'oriente, dalle ¾ungile contemplnUonJ del cielo di Roma. ha1mo orlgine quelle voci sparse .. vaghe, deserj.c e lont.Rne, che ani– mano cosi liricamente li dlct.rOSCena della sua opera. formandovi come una seconda e misteriosa orche5tra ,·ocale. E' un'opera tutta lirica e di cori, d·amblcntc e di lnslrme, altrettanto dlCrus:-, e vagante nello .spazio quanto rapida e risòlutlva nel tempo. Lineare cd archi– tettonica, ma piena di arabeschl e di ~apr!ccl canori, la sua az.l0ne si r1Solve in catastrofe e Il soggetto non ha valore se non per Il modo come è musicalmente sentito, riecheggiato e rtrranlo dall'orchestra e dalle voci che qui !Cmbrano come perdute ed estranee all'urgente vi– cenda e non si sa con che s'accordino e corrlsJ)Ondano, certo con t.utto ciò che è lontano ed Irraggiungibile: desiderio, nostalgia, sogno, Il nucleo drnmmat1co, tra– s!crlto ed espresso In questi termini, è disperso nell'at– mosfera. Emlral non è Una persona, ma l'ldolo patetico e funesto di un'adorazione d!Husa e selvaggia che, da! canto dolce e ferale d'un Ignoto amante con cui l'opo.a si apre e che Insiste a non la.sciarci più rlno alla fme, al coro prepotente e rormlrtablle, la circonda e la uccide. Cl par di capire che qui non si tratti\ di uno del :;ollti melodrammi, ml\ piuttosto di un Idillio, di un pocm11.,di un mistero musicale, li modo come s·amevollsce da ultimo, per estenuazione, è quello proprio di una glor• nata di rc11c1tà troppo Intensa. Le sue splendide luci Infine si rarefanno e divengono lievemente crepuscolari. CARDARELLJC e non sacrifica. l'armonia. al ritmo. che pure è una delle sue qualità spiccate, né al suono Il colore. Troppe sono I<! cose che sl vorrebbero lodare di que– st'opera, t.ut.ta di gell<) e dl vena: Il taglio sicuro cd ef– ficace dc-Ile vnrlc parti, I passaggi Quasi di danza, senza solu zlone di continuità, l'l\ndamento st.roflco e rotato– rio, l'orlglna.!e e brillante orchestraUone p[cna di dol• cez7,a e di brutnlltà, l'enorme rilievo e Il carattere esu– berante e lirico del coro. e 1,utta quella splendente at– mosfera che avvolge e alleggerisce poeticamente l'a– zione. Ma slamo certi che pochi resisteranno alla vanlta dl notnre. In questa lumlnooa nuvola di musica. I mo. menti In cui comp:\\ono Verdi e Mussorgskl, e altre cor~~~iftche cl sembra dl p0tcr arrermare è che que– sta e ;Emira!> è una ruclna d'alchlm!.sta dove tutto cola, si fonde e ri!venta metallo di pregio. Per di più, BarUli non scompare mal. Molti ne rimprovereranno la mono– tonia. che è li suo pregio principale. Troveranno che dire sul libretto, che è bellissimo, solo a saperne lnten· ~~:u~tb\J:1o:i~:· s;~!~n1t~1ie c~1:~ ~~llm~!ntn~f!~~nt: prenderle In considerazione senz'altro. (Do.l c. Corriere Italta,10., del IZ mar.:o 1924). * Asterischi su Barilli Questi brevi appunti sulla Jigura e l'opera dtl Pot.'tro BarflU, sono statt pre,f lert l'altro da un nostro collega. dt glornalhmo, al tavolino a·un caJJt. rom4no, mentre Vfnccn:o cardarci/i parlava con alcunj amici dello .1co111p0rso. Rl,1t:n– tono pcrcfO, 110n solo della /retta con la quale sono itali buttati giù, ma. anche del particolare .1tato d'animo dt chf parlava. La. OlOrte di Bruno Bnrllli mt ·ra pensare a certe parole sorltte Jn un mio libro: e Dell'esser tutti ranu e roglle d'uno stesso tronco cl si accorge Wlrdl, quando l'albero comincia a spogliarsi. Allora la morte d'un 1105t.rocoetaneo cl tocca as.,,al da vicino, suona ar nosLrl orecchi come un 1wv1SO runebre, e non è più possibile disconoscere, :1è tmdlre li leg,,me che cl awinceva a c:,uell'uomo. SI ha un bel core.are d'esser forti davanti a.Ila morte d'un nostro amico e com~no di glovlneua. Quel vuoto n non si riempie. Quella piccola br(.«!a mette in questione e in pericolo tutto Il muro. Ed ceco. un'altra pietra è caduta, e un'altra ancora. A poco a poco, noi. uomini d'una certa generazione, non slamo p1u che un edificio In rovina ...>, Barllli è un pel"l)()nagg10 che si fa conoscere nel 1911, quando pabSa.va al Corso con un cappellino verde, mngro come uno stambeceO, al brao:lo d'una. bellissima donna, che è l 'attua.le sua mogllc. Veniva In quel icm1>0da Monaco e Belgrado; quando ebbe In e disgrazia> di conoscere mc. Allora. erano tem– pi dl grande fermento Intellettuale. ed IO lo Introdussi nel mondo letterario romano. Resplr!\ndo quest'aria Jctt.era.cla, quant.unque non av~c voglia nC di.sposi· zlone a diventare letterato, dll'enne una delle figure più rilevanti. . - In un certo senso si può dire che sia nato nell"at– mosrera della Ronda. Cosi di primo acchito potrà sembrare che la 5Ua ope– ra, rispetto alla nostra, !OS5edi opp0:5lzlonc, a. carat.tere r!voluzionarlo, ma invece ncs.,uno plu dl lui era legato e fedele a certi valori tra.dlzionall. antichi ... Forse chi lo splrl.'i,Cper primo a scrivere, ru1 proprio lo. Dovevo fare un articolo 5Ulla Med .u.sa e lo pregai di darmi qualcnc appunto, suggerimento. Mc li scrisse sul rct.ro d'unA busta. Allora ero fresco di letture rimbau– dlanc e çonfesso che rlmasl oltremodo sorpreso. Quelle note ml sembravano quasi delle lllumlnal.ionl rlmbaudln– ne. Lo con.slgUal I\ prendere la penna In mano, e lo sollecitai In tal senso contlnuamenl(!. Nacque cosl una forte amicizia, che di\'enne una specie di !rutellanza al tempo di Pippo Naldi. Allora !ul raccm !1 erlUco musicale del Tefftp(I, dove sbalordiv1t. I frequentatori del Teatro dcll'O1>era.con le _8\ICcrona– che, lo invece tenevo la rubrica drammatica. Quc:.to durò dal 1917 al 1919, anno In cui rondai la Ronda e la.scia! Il giornalismo mllltante, non per sempre però, òalo che nel 1924 ripresi a la\·orare al Tevere, dove lo continuai con la critica drammatica, e lul con la musica.le . Ho parlato di critica musicale, ma In verità non si trattava soltanto di critiche. Erano plut.:OSto squarci di vita, le sue, pitture d'ambiente e di costume. Certe t.ue cronache sono rimaste fa.mosc, come quella sul Ma1I– gtatort di il>O/OS/lli.Un"altra sua pagina belJlss!ma tu Intitolata Una vl.!lta al circolo, dove prendeva In giro qccsta borghesia romana graSM>Celae rotonda. Ma an– che talune sue battute non po55ono esser dlment1catt, A propo.o;lto della France.sca da Rimi11i di Zandonaj è rimasta celebre una sua uscita: e Tranne qualche per– !'-Ona(tglosupefluo come Paolo e Francesca, può anche passare, .. ,. Altra sua frase celebre: e :..-1:egllo essere de· cadenti, che scadenti>. Insomma è cndut.a una quercia, questa è la concluslo· ne. Aveva molti acidi nel sangue, ma perchè era ne– mico dcUe mediocrità, dCIJa miseria. Con quel suo estro linguistico ha avuto la felicità di esprimere: molte cose. \'INCESZO CAflO,\RELl,I !:~:1od:1p:11e a::~t~ ;:::~ ~lein:~: l~~!~:i~oel~~r~z;i:~ ~!::S~a ~~~:enl~~at~n:::auo;~:- Appartenne ad una ge,~era- !~s~l~':: :s~:t;,~;~cf!ftae q~,~~f~ tllustratlva al Paese del Melo- intermittente pensiero. quasi un nascondiglio e non zlo,ic alla quale dobbiamo passio 11e d'arte straµpata a dra,nma del prediletto Bari\- La e letterat.ura >? li e be.rll- appena. fatti più ansiosi dal- m~lto, uua ge,icr~~lone di~ /orza dalla sua opera' 11, e nell'aspetto esterno del Hsmo>? Il e barocchismo>? C, l'Incertezza. cl decidemmo a pfu ha .sol/erto~ Plll .so/~rc d · maestro seduto a un tavo1ino ·saranno stati .... c·e.rano ... Ma palesJ.:ln. cadde ogni motivo quella Jatale rncuria. rnslta Io .so110 certo cf,e rtleggen- dl carrè sc,ppe cogliere e ns- di fronte n certi ultimi cca- di appreirs!onc. Barlllt c'!nd!- ue/ 1~0.stroco.stu_meelle ren- d(? le 1>~ù .sorprc11de11tlpagine same Il segreto valore allego- prlccl., sorgeva in noi Il dub- rizzò un carissimo blgllet.to do• dc gh uoml11isoli, che costrin· dt Bardl1, oggi elle la sua r!co), non aJtri, oltre Campa- blo se il rlltro e Il sortilegio che ve fra. l'alt-ro era scritto: ' gc a.11chegli a//lni a guardar- gl_omata co1tclusa et pone na e Sc~pione, orrrtrono le- In passato cl avevano fatto ra.f. e Ml ~el venuto a cercare tra si da lo11ta110 come s~ 11011 . .si durnauzf al /alale punto Jcr• rl ed oflrono oggi, da noi, figurare (e ] oda.re) In Barili! la camle!a e la pelle. e II ml comprendessero, q11asI 11cr1uc1mo, quella claborazio11e p~o– esempl consimili: d.J una mate. quasi un allucinato, 0 un Ju· hai proprio trovl\to. Io l'ho ca- se pur legati alla .stes,a sorte /0 11 da. /~rse molto tr!.ste, cli e· ria art.istl.ea tutta carbonizzata, natlco, fossero davvero stati di plt.o bene, Il tuo PCZ7.0_ come di 1~obìle cd amara ~ollt11~!- gli ha rrparmfata alla sua ar - eppure ancora fosforescente, In cosi prevalente, schiacciante, hai capito bene tu tutto di mc ne. 11ou volut!', Tutt al pm, te, ,101t l)uò 11ou toccarci wo• virtù della carlva di vita lm- as.wtuta marea e J>rovenlenza _ e senza scapito della lette- .salvo le e cccz1011f che, come 1mo là dov~ racch~udc breve· mc~av! e ratt.Rvi esplodere. e de.stlnazlone letteraria r11.tura .,_ cccczlo111so110 li per acccn- mente u11am1111aame di sere· Raggiunti e quasi superati Eoco II punto, quasi d\ arro- Qu11.le mhrllore riconrermn tuar~ quella ~olitudh1~. per lui 11a iro11ia. Basti del resto sa- certi Umlt.l - dappolchè la vi- ganza crlt.ica, cui cl aveva con- che l'uomo In Barllll fu all'al- se11t11umo1>arlare di ~aroc- per co11sid~rarc c~m.tc0~1mna tA. mostrava d'aver avuto Il dotto l'avere spini.<>l'Indagine •ezza dell'artista? StessA. n- chl.smo virt~oso. ~i g1uochi d~lle sue 1mmagm1 11iu ~,,I. sopravvento e lo 5t1Je 5embra- _ per n necessario rispetto nezz..'L.St.c-.~a tntran!<lgenza. Il pirotcc11foi. dt capr1ccto.se /nt. gmalf e fresche 11011 è 11ta1/I· va de'.5Unato a. tramutarsi in dovuto. d'alt.ronde, a un arti- che costttul~ce pur sempre un prov.vu.azio,11 e d'altrc cfli11- ne a. se stcs.sa, 1101t è bella sudarlo -. non era li, In quel- sta di tanto Impegno _ oltre esempio da non tener IIASCOSt,,, cagltcrrc del ge11erc; ben 1>0-elaborazlo11c /a11ta.stlca e ba· li scritti, che Barllll, rlplcgan- quella pedantesca valut.aUone e anzt da tramandare. A tut- cht seppero hwecc ricordare sta, ma c~mtlc11e lnve~c tutta d051 e Quasi contorcendosi so- rettorica In cui solo I gagllolfl lo vnnto rtcl rari, tra noi. che q1d1ic /u. la Jormazlo11edi Ba. Ulla llhmo11c ribelle, be//ar– pra un'immAglne di se stesso e I cafoni possono ancora ldcn- ne son detentori. rilli, ben pochi ri.salcrido 11el· da, combattfua, u11a rivolta !mpoverlta o contraffatta. e In tHlonre, e purtroppo ident,ifi. ENRICO •·ALQUI la storia alle radici della sua costante contro, Il luo~o co- qucsta rlnet.tendosl come In cano, la. meta ambita. di certt ------ caustica umanftil. e della SU'I mime. contro l ottustta bor- uno specchio curvo che del pre- ricerche di stile. E sono gli sorprendente sa pi e 11.: a di glie.se, co11tr~ la cecità uma- lll e delle virtù di lerl faceva. i .stessi che rl.scapp:m 5cmprc .scrittore, si .sono accorti o rl· 11a,per eom111ciare a vedere diretti e I vizi di oggi: non era fuori a cianciar di Ronda e di cordati che occorre rt.salirc al- Barili! quale Ju. quale Cl ap- 11 che Barilli scopriva. corag- e rondismo,. l\la che -sanno, 11.d 11ostra storia letterario. del parve uo1110 di pena, uo11w giosamcnte 11 suo volto più ge- esempio. degli errettlvl rappor- la Ronda. a quel 1m11todella che 110n poté accettare una nulno? Ma ln quel suo corag- ti di dare e avere corsi tra la Jfl,(!!J,. resto aual recente. ht c11f vita deludc11te e 11c. Illuminò glo non era altresl da rlc-ono- Ronda e Barllll: e come II e rl- /W"' 11ieSBe In discu.ssfo11c le retto- ima 11ersé, tutta per.so11a/ee sctre un g~to di sr!da e un torno all'ordine., e alla e tra- rlche• .scolastiche della c11ltura t 1 1eq11h:ocabilenel suo raPI>or- att-0 di accusa? Eccomi, qua.le dltlone., che In un Cardarelll accademica e I dilctta,1tlsmi to con gli nitri. sono: quale m1 avete ridotto. prese rlgura. d! Leopardi. In un dell'i111pra.sio1tismo barbarico Ora no1t sl)etta a 1101 de/i· • Sono un pennuto. senza Barili! prese rlgura di Verdi? ij' che mtnaccia1xrno di tutto llire quale sta il posto di Ba· pe:ine - magro sguarnito CO· Non senza titubanza. _ ben \~. co11/011dcre. ci si ri/ece a q11e' rflli, quale .sarà: la sua e clas- me una gabbia - e ora vicino sapendo quanto si potesse rl• ;,-I /Uo11e di lucida. ilttclllçenza sl/lcazlo11e >; ma è f1tvece no- a me 5 1 sente In trasparenza sultare Irriguardosi ngll occhi ,,I ~ italica cd w1iver.sale che 11011 stro COIILPILo saper trarre dal· un certo sta nco odor di uc- dello stesso Barllll a quegli \ .-, può essere dlsglimta dalla lu- la sua vrcse,tza tra 1101 qual- ce1llera. lnèUmenUcab!l! ooch1 sempre ,.; cfdftà. dello stile aulicn net che co11.slderazlo11eche 11e Ma prima avevo anche le ali sul chi và' JR 1>01 che I nerntcl • 1\1 se11.$0 pili. libero, Leopardla110. 1,rollL11ghi la durata qualche - par/ 1 ~~no dc!ct qu~li u~ceu: spuntavano o si nascondevano {t, JnrIostato su tutto questo, considcrazlo11e che' 110n /a ~~c;r~~a~odi \:rm~n~~ c u~- da per tutto. ma pronti a riem- che /IL poi il reale prhuo nu- tro1mo 011oreai te,nvl 11C alla ti vermi, 1 quali tutti ~no I plrsl dJ un sorriso affascinante Bruno Barllll l-l&loda Bartoll trhncnto di Barlltl, il suo la· nostra capa<:jtà di dj/e1~drre e mus!ci.stl moderni> -----------------~----- ~Cllderc C//icact ilttclflg~11za, Ma più aspro. e· più feroce L' ~:i~rngo,~tcgc;~ 1;:1~:a~t" ,:':,~ ancora, e tuttavia mirabile, era am1· CO p1· u""' d1· staccato ltauno mal al/erniato d'l11se• ~~~~l~ 1 t~;~:!~t:a~~:tt~:~ . :! 1 :;fa ~~~::~:nJ~:·s: P~~! gli ~embrava d.J non rluuirr , Prfo quella .che 11iu ci ha1t110 più a sottrarlo dalla 7.0na di Chi ha co11osciutu Bruno Barilli lo ricorderà sem,pre in qu.esto dato, quelli a cui dobbiamo ombra do\'e lo sentiva. cadere una maggiore apertura sPirl- e arrondare sotto I colpi della atteggiamento di distctcco da tt1,ltOciò che lo cfrcondava, inten.• tuale per capire saggiamente ~~t:~ :c~u~~;\v!a;:rco~~ 1 ~: · to solta 11 to ad avvenim.enti interiori, di natura del tlttto · 1 ntim.a ~a~~;: a;~~ 1 :~~~:~t~ q{,~~ 1 t a ~~ deva Il -suo volto d'una tragica tcgoria d'h1geg11i che 11011 luce all'oçcaso. DI ""'"" ._. ,D.RO VOL,,."' 1111.. f1a11110mai avuto paura a e Odio mc 'Slcsso - non pos. .::::;, L~ ..,~ JL ~ chla11tarsi da se stcs.!I male- so più vedere la. faccia dt!lla E' l'ultimo a destra degli amici seduti In- distinte Immagini della 6Ua eccitazione. a.s- detti, pur sape 11do che i e ma• mia faccia - lo, rimbambito torno al tavolo del caffè, quello chino a wrdl personaggi dj Lurcat che nella su,1 ledetti., del /ervore spirituale che sono. prendere appunti su un taccuino mentre t;:ll fantasia popola\'ano. li melodramma di Olu- del nostro tempo, J?OSso110 Non fo ca.so a.lcuno p!ù di altri parlano tut.ll In una Volt,a. In quell'aria seppe Verdi. 1,ortare conte un marchio 110- me stcs...'-0.Vigilo solo su me di nnc di secolo che c·era ancora da Aras;no, Ch! ha conosciuto Bruno Barllll lo rlcor- biliare quella de/i 11 izlo11e,µer- 5tes..."CI. Bruno Barllll capitava all'Improvviso In mez- cierà sempre In questo Mtegglamento di di- elle vte11cforo data dalla so· MMtlco la cOda della mia vi- zo agi! amici. si sedeva generalmente In un !ltacco da tulio ciò che lo circondava, Intento- cfetà che 11011 sa i11scrfrl! In ta. Sepolto ln me ':.tesso - cur- posto d'angolo. tirava subito fuori Il suo t.oltanto nd avvenimenti !nter!orl. di natura se stessa. reuderlt attivi; 1to1~ ,·o e chiuso rome un anello. sc11.r1aracc!otascabllc foderato d'incerato ne• del tutto Intima. Anche la sua opera di scrlt- .sa sollecitarli ilivcce di -co11,- Niente uscirà più di me che ro e si distraeva dalla converl'!az!onc: poi se tore, e S('IJ)rattuuo la sua aftlvltà glornallstlca primerll e di spf11gcrU cri mar- 60no tutto rlfle~lone flslolo- ne andava. ad un tratto senza 5alutare nes- alla quale dedicò grAn parte dell'esistenza. ha gin I degli t ,itercs.sl quotldfa11l. glcn. della vecchiaia - delle suno e nessuno gli domandava di dove rosse questo carattere singolare: quello c~oè di ro- La morte m! tiene alla go- rovtne. venuto e dove rosse diretto. Spesso rcsta\'a vcsclarc tutto sè stes.sosulle cose prendendone la. Io tengo alla i:;:ola. la morte, Plano plano rompo la brlcfo- assente alcune settimane. perchè era parti- In cambio pochissimo, o addirittura nulla co.si aveva .scritto or non è la del mio pane, con le dita to per l'Affrlca o per l'Inghilterra, oppure Cosi. a seconda del suol mutcvollsslml umori molto, eoJL tiitta /'amarezza lremantl. soltanto perchè nel frattempo aveva scoper- personali, 11sassoUno si trAS!ormava In mou- di chi ha da vedersi tutte le E biascicando \-°O' la mJa po- to una nuo\·a qu11.Utàdi tartine In ur:I\ pa- tag11a e In fl;\mmeg'i;::lante vulcano sulle pa- cose proprie co,t .sée per sé, oa ialslcc:ta., Il sale tra le gen- stlcccrla d1·v1a Cola di R!cn7.0 e nnchè nor, gtnc del suo block-notcs, e Illustri.personaggi perclle u privilegio di im fn- gtve. se ne rosse st.ancato scompariva dalla clr- prendevano l'aspetlo di sorcettl, di scarafaggi, geg110 più Jervido della me· Io, Orfeo In ciabatte, e pa- colal.ionc. e quando ritornava In ~lro era di Insetti fast!,dlosi. Una slnronla. orchestrale, dia.. l'o11ore di aver con.sCr- pA)lnii.. sempre a Quel modo lnaffcrrab\le e dlstrat- un·avventura esotica. un fat.to memorabile vato, a ca.sto della propri,:i E la mia voce è Il .somo al- to: amico di tutti, solidale con nessuno. racconlatl da lui. dlventa\'ano scmpllcemente perdizione, quel messaggio che ~!~~:!~. d:nsq~1;:I~~ ~onte.so , so~:!l~~~! ~:~1:~1 Aam;~~~o t:~~~~ ~~: unQu~t~~alod~t~:~~~~n!:i~l!~olsmo. !iPlend!do la volontà dlvhl-0 pone 11elle Fu a questo punto che: quasi ha orm11.Ilo stesso valore d! un documento e disumano. di Bruno Barili!, di cui gli amici ;~:::~ ~~Il~:~ 1~{~ 1 :~~":d .s:1:: :rdo~°!~:a~~~aniin!ri:uoa"ne: =~P~~~; 1 fn ~~~~~- q~:s~~ 11 ~!n:~rip~~~~!lt:u~ ~~~ a:.~ez~;~~~/:t1~~bt~m::e:e~~~5;ri! ~':! borato qua11to occorre. In que· do avrtnuno, ciò non ostante. Inquieta esistenza. In quell'ambiente tumuJ. che è morto, un egoismo principesco, da si- ~~o r:;:::~d~o~i ecl,~~~~u~/l sor· continuato a guardarlo con gli tU061)e cordiale ognuno è ritratto nel t.110 gnore d'antica razza. Non si riusciva mal a occhi di prima. ad additarcelo atlegg!amcnto consueto: Sofflci categorico e capire nno :\ che J>Untofossero sinceri I suol Si Pilò /In da ora c.s.sere e godercelo come uno spet- dldatt!co, Cardarelll polemico, Mario Broglio odi e I suol amori, e forse furono Lutti Imma- certi che 1101 t1itti torneremo tacolo. Il fantasista. Il piro- cavllloso, e cosi tutti quar,tl, Emilio Cecchi, glnarJ I suol amici e i suoi nemici proprio per- a leggere BariUl, e non per tecnico, Il mago, l'alchimista. Ungaretti. Pasqualina. Baldlnl, Lon1thl e gli che amava e odlav11.soltanto sè stel-SQ. Le un dovere cp11wtemorattuo, e 11 virtuoso. l'eccentrico. dove altri. partecipe ciascuno di quel fen·ore da altrui vlc'!nde lo lasciavano sempre Jndme- 11emme110 è da dubitare, /i1t erano andati a finire? In fon- cui è uscito il meglio della letteratura e del- rcntc, almeno nno al momento in cui non da ora, che la. .sua ilt.so//crcn• do a quale baratro? l'arte ltallan:,. di questo mezzo secolo. Sol- t,pandcva su di esse I rantasml della sua im- za. la SIia rìtro.sta di Jro11tea. Sembrava a nOI che, non e:,- tanto Bruno Barili! sembra non far parte del maglnazlone. Soltanto le esperienze proprie, u,i moneto che certanlc11tc sendo più dato a Bar!!!! di coro. estraneo, assorto nel suo quadernc!to e le più personali. intimissime. lo Interessa- sc11tlbasso e lltcapacc dt e sa.- esprimcrs! se non attral'erso di note, e fon;e In quel momento egli pcn- vano l'eramentc: e CC"'Sl ò stato anche t,ul Pere io, 1101t .sta per lui 1w at· un suo gridare tutto rotto e sa\'a davvero lontanl.t<S\me cose: le sorelle punto di morire: egll•dlceva e avanti. avanti• to negativo, ma cl appaia m· !:mou.!cato, solo In quel grida- Braun che avev1mo por1ato la loro accade• alla morte non perchè l'avt"sse veramente dc• vece come 1111 rovesctame11to re fosse orma\ conceShOal Ba- mia di danze a Parigi, oppure Clngrla che sldrrat.a, ma perchè, In quel momento, gli era 11cceuarlo c1tc ha servito al• rllll di concentrare e acut!ua- gli aveva mandato una cartolina da Nizza, presa l'Irresistibile curiosità di provare come l'Uomo per dl/endersi, giacché re la sua pii1 ~e;;reta e,srnz1. o Milena che si ractva grande In un vllla~- sl fa a morire. 110nvolle co11trattare. Per tutte queste ragioni essa non può avere nessuna corposità e concitazione orche.strale e scenica. Anzi è fragile e t.rema.ntc come un flore, ma di una vlt.Autà tutta sua. In quello stile aereo, delicato e sicuro sono dette cose rortlsslme coi modi melodiosi e leggiadri di un primitivo. E' espressa. m'arzlalmente un'umanità lan– gulda e feroce, è costruito un coro granci!oso, a volute ampie e feconde come un colonnato barocco. Tutto di– lata, si prop11.gae va al di là in questa musica che non procede per accenni, né per semplici sugg~tlonl, ma per ripercussioni decrescenti all'ln!lnlto. La sua ricchezza non è né contenuta né dL,;persa, soltanto lmpl~ a.ta , co· me deve e~. In un mOdo che può definirsi una sin– golare e preziosa l'iUbllmazlonc del genere tatrale. Que::.ta è l'opera d'un artista dovizioso d'impalpabile musicalità e tuttavia &elittore d'una mettcol<X11tànotarile: di uno hc sente la musica !nten!'-amente, In tutti I suol a$pCttl ------------------------------------''Per JY.)Ila:1::lar:a, dato fuoco i;io (Crbo :.ul Danubio, 0 anche bOilanto ;:1- SA,NDHO \'OLTA GUGLIE!J;\IO PF.l'ltONI iblioteca 10 Bianco

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