Fiera Letteraria - Anno VI - n. 46 - 2 dicembre 1951

Pag. A:STONlO SCORDIA: Donna 1949 T UTl"A la strada è ISCRdU– ta dall'antJco splendore ;:o~o nejozl~n~:n~~!!1~~; precl!a di questo scadimento, situato com'è In un palo.u.o cmquecewesco. li più bello di quanti nanchegi;:lno la stradn. un temno abitata solo dn prin– cipi, da nobili, da prelntl. -DI nanco al portone, sor– montato da uno stemma che d.ue putU blanchlsslm! sostcn– i5>no con \'olo leggero, si apre la \'etrlna di Introno. s1rnna– mentl! as,mrdn e pr~arla, tut– ta foderata di sollite cnrta ro– sa che !a da !ilondo a dei grnn– dt trespoli dl fllo di ferro 1ml quali nortscono cestini di Jat· ta, .sacchetti di carta colore– Ul, coni di \'etro rlcolml di poh•erine lnsetUclde. Su que– sto sbalorditivo mondo di pa– cottiglla, una civetta, sospcsn in un lmmoblle volo, reca nel becco un cartello con una scrll'a che esalt.a Il minuto musacro garant.lto dnll'ernca– cla delle polverine velcno!;e, Prima di Iniziare quel com– mercio, Integrante In.sun nt.tl – vllà di portlne. Luigi foce\ 1 A li camcrlrrc presso Il padrone del paln.7..t.o,1111 \•ecchlo Conte, che abita al primo plnno e che egli seguita a sen•lre nei ritMII di tempo. Boènchè dl!ICendn dn genera– zioni di spcri>erntorì, Il Conte ~·dominato da un'nmrlz'l.n mo– struosa, che l\tlrn,•cr:,O prlvn– ztonl e controlli. gll ha pcr– me,so di snlrnrc uni\ porte del patrimonio Ipotecato e di I\U– mentarne nhche le rC'ndlte. A questo scopo t>i;:11 ha trn..~for– ma.+o. ti palnu.o splendido In una casa d·nrnuo per sente mlmlt.('I. subito dopo ln morte della moglie, che si ern adnL– tata a !Ublre le rcstrhiJonl e le economie, imposte dalla mn– nlaca a,•arlzla del nrnrlto, pur– chè la sua \'lta e Il pnlan.o conservassero un'np1>:ue111.ndi signorile dlgnllA unlcnmente aJ'fl.dAta allo splendore di cer– ti fastosi rlccvlmentl. La Con– tessa, ln quelle occnslonl, rl– ct\'e\'a l'omaR:IJIOdella miglio– re società del luogo e recitava con Impegno la parte di malin– conica regina ma, col passare deill anni, si era andata tra– .!J'ormando In una vecchia .su– perba e disumana che andava Incontro l\lla morte con dlspc– raz.tone Incosciente, opponendo allo scorrere del giorni e degli annl. Il futile &\'ago di quel rl.– cevlment.l. n Conte è un vecchio duro e a.rcigno che tutti consldernno con timore. Sul primi tempi. qualche ln- ~~;~n~c~~~'tl~v~~~~Ì. ma ogni richiesta urln\'a con– tro un ostJnato diniego e .sic– come il padrone, purchç 11011 111 si chieda di spender dcna- ~• s~~i~i~~e:"e"~~~l! 1 d 11 e 0 :1i una volta, dallll porta rlma– st.a socchlma, Il suo vicino rhl5CI a scorgere grigie flle di Santi. di Crocens..~I paU,dl. di l\z:turTe Madonne dal cuore trafitto, che In quella 5tanz11 P.lt.ncome un poz:,.oIn cui sta– (:'Uava l'odore sfatt-0 di una candela accc:;;n dl11nnzl ed un minuscolo nltnre, cren,•nno 1111:\ sconcertante agitazione C.:n lu– cantcslmo. ln mezzo a quell:'l folla, che moltlpl!c: i.va nssur– dl\mente Jdcntlcl nttet,.;ln.men– tl, l'alta. \•Iva figura c!el pit– tore a..-.aumcvap1C>"°rzlonlfnn– tMtiche, aiutata 11-,:;1~ Hram– bn mL<;urn di cc,;.! !\biti so– ~pesl a corde tese aura,•erso In c11mera. pcn7.olantl n pochi centlmct.ri dAI pa\·lm..::1•.a h.– gombro di 00.rattoll plccoll. cg\mli, rotondi. La descrl7Jone di que.;to strnordlnarlo nmblcntc, e,,..: !: ~~~~fnato[~~r::1f 0 i'1~~~!i1~\i 'd~i pnlaZ?.o,sen•l R couf..:rn:~re Jn Idea che Il pittore di inunr.g!– ~ fo.--seroun poco pa,..w o, per lo meno, t>so.ltnto. Quc..:.,, lden si è andru.n rndlc.:indo m tutti, e prr l'isoln.niento as;wluto In oul ,•h•e Il giovane. e per lr ~traordhmrle preghiere. che re– cila Il voce alrn, s\'e.:-llando In ca<;.'Icon accenti ,l;-l:=ima:.1c1. D'Inverno, dalla Sl,A s1anw, esoe qn rombo soflr.-:,.tu, ma con la bella stagione, dnl lu– cernario «perto, crol11rnnle sue grida ardenti: • Dio/ Dlol Dio! >. Con questa llw~zlo– ne comlncln, ogni giorno. fa preghiera del pl\.tore di Imma– gini, Il terrore della ac,nnt1- zlone. l'o.<;,.c;es..-.lone del p.:ccato, bnlcnnno nella sun ctll <n.dl :ma Jm•ocazlone alla grazi,\ J>erchè lo S.'\]VI dalle ll"nt.'\Z,onl clt'I mnl1gno. che lo ln~ldla in mil– le modi, anche In QUCll.'.1 SUI\ tol-0.le ,-olli.udlne, Sin da 00.mblno ave\'a cre– duto nlln. rcn.lt ,\ del dla\'olo. nlla sul\ enorme potenzn: suo JXldre cm Il dln\'olo. Tutti 1 suol Jont..nnl ricordi erano le– gnt.l n suo l)!\dre. alla sua cat– tivcrln fondn. lntcrn. conlinun, che non Iasclnvn ~to alll!. spcmm..n. L'esercizio del mRle, lnfe.<;o come sistema di vita, gli Rve– \'3. dato la certeu..f\ dell'csi– stel\7.,,'\dl una volonlà maligna che iuette\'a In moto una :spe– cie di meccanl~mo lmplac.'\bl– le. dn. cui scaturivano le 11,ngo– &ele e I tormenti che avevano dominato In sua lnfnnzln, trn– scorsn senzn gioia In quelli\ clUà cupa. nua di JX'la:r.zle– normi. di torri moz.-nle. che iscrh•ono una storia splendida, mn spenta. 1uni:cotutte le stra– de lm·ase dall'erba e dalle poz– ze d'flCQUA. CUtà ed ablt..'\ntl a\'e\•:rno sempN! su.,cttato In lui un'im– pressione angooclosa. Quando usch•a In carrozza, 8351eme a inquilini. questi han Onlto col . ~~:i,~o~t~~fen~~e.n~!!~t;;ai! J NEr:u~n l~D:~r~~o P~;~~~tg; mente, portano Il dcnnro ciel- 111.da: ~e W,t.tando 1~eon– l'atntto e rltlrl\no le ricevute. trava alt_n viandanti, si cc– s.crltte con l'Inchiostro v!o1.::.to pfoo .tubtto che egli er~ da- i{~ c~ 0 r~~J~ ~u~~~~~.f°l!i~~-l! ;:r:, 0 ·gta aU~~ r~r:1;:~uC:1: fuori di questa occasione. g 1\ avo,u:avo per suo CO'!to, Lutto abit.anll del PQ.IAzzo hanno po- riero '" una 2011a di buio, o che probabilità di Incontrare Il Invece 1quallldu e mad.reµer• IL 1\1&madre, rl.cordua come 11 l\'\!lJIIU.SeluniO Il loro paMag- 110. la cur!~ità m11.llgna del auol concittadini; gente dal CM11t.t.('ree dl\l modi eccessi– vi. nutriti di J:M\Mlonle lnte– rtMi nncorR Jcgntl 11 !'Ancori di tRmll{lin. n Irose vendette trll– m:\ndale di padre In figlio, con lo ste.,<cocnrnuere h\1.10~0eh, aw:wR dominato IR città a.1 tempi dclii\ su:1.maggior glo– rln. di cui resta te.~tlmonlRnz« nel pob.ni splendldl, ora sca– duli a~icme alle famiglie 11- lus!rl, e rldotl,I ad nllitazionl prr po\'CrR gente che ha tra– Mornrn10 secondo I suol lllso– inl I pR. IM.zl e le logge, I por– tici e le altane. Anche Il loro pnlezzo er11 ii.b!tato ormnl da quegli ,-lessi uomini che n,·e,•ano tcrrorlz- 7..tto IA 5\IR lnfal\7.ill con le lo– ro torve ni:ure 'nv\'olte nel mantell! neri. nel quAUcefano I volti stravolti ed Irosi, forte– mente segnali dalle bocche sensunH pron.e all'lnglurfa e alla bestemmia; dn quelle don– ne forti, dal vLsl pallldl e In– tensi. che avevano 11eom•olto In ,ua glovinc7.7,.'\. Ne er:'lno Jn'l..~'\te !Ante 111 Cfl.Sll suo., ed em stato per lo– ro, per SO<ldi.~tnrele loro vo– glie e I loro capricci. che quegll uomini dal mantelli neri ue- =~r)~g!~l!!~ l~r~::730' riti: nrsl !n un'ala ~empre plìi pic– cola, dove i mobili dlventRVl\– no .sempre J)!ù rari e I quadri .scomparivRno, lasciando sulle pareti deHe Impronte Incancel– labili e ferme. e sono un peccRtorel SOno un J)CCCO.lore! ~ urlA Il giovane con voce !1mntlca e asciutta. Un tormento 11,ngosclosoa(fto– ra In QUC)grido e la CA.~ !itR sotto quella vocr,. atterrita. CO· me ~uo la mina.cela dell'lm– placablle casth:o di Dio. L'ar– dore di quella preghiera lntl~ mldisce tutti e ne.Mono del vi– cini ha mRI osato protestar•. tenuto In rL<q.'ICtlO da quelli\ 111~ nocua follla. Del resto, le voci sono Il mo, tl\'O domllmnte di quella. ce..<1.i. f', dunlnte il giorno. dalle st.rinui di Introno, dietro Ja bottega. si lev1mo le frasi dc– rltl.mntorle di sua fl.glln, lntcn• I.A a pro\'a1·e e R mandare a memoria le pa.rtl che recita Jn un teatrino popolnre, dove Ili roJ)presentnno, dr::imml e tra– i:edle, fl.t!.e di llentlmentJ e di 1msslonl e.~treme. La flglln di Luigi è unn rn– gnzza morbidi\, alta, dar.li oc– chi chiari cerchiati di grigio, dal denti ploooll e minuti co• me Qlleill del topi, con I quell mastica furio~mente le battu– te d'un repertorio oonvena.lona- 1eche le con.sente. volt.Aa 'l'ol– U\, di sentlN-1 nobile o mise– rabile, \'Olgare o sublime. 1n quella molte:J>llcltA di MJ)l!ttl, In quella nnzlone grossolana. placa una torbida vogllo.<1ltà di Istinti 1enutJ ~ freno dallA du– rn autnrltà 1>.:ilernn;mentre lo applllUSOdel pubblico le da la llhL~lone di Mh•are da un de– stino mediocre la 5UA mAnla '11 gr: mde7.za. nAtA all'ombra. d1 quel palau.o, crelleluta con lei ll.!.'lleme all'is1>lrnr.!one di rh!.9Clre a eguaf?'llart lll gTa– zln della COnte.~n. s1>lendlda e superba nella oomlce di qt.ie1 ricevimenti che ernno stati Jl parRdLc;oproibito delta sua In– fanzia. ln fondo, Anche la ,ua mania pel teatro, non è amte– nutf\ da Alcuna pas.,lone: non ~ che un modo per nutrire la oonvin:r;lone tenace di meritare un destino diverso e migliore di quello a&~egnatole dalla ria– t.clla. Dal giorno in cul li pittore di Immagini è coml>',rso nel pall\1.7.0, la raga,.za hR cndu– to di troVAre In lui un altro me7.7.0per uscire dalla medlo– crll:\ e hl( cerento di lntere.s– i;atlo. di iwef(llare IR sua at– tcn1.lone. mn non è rl.usclUl a.d ott~ncre mal niente; neanche un rn.pldo, distante &Rluto. Il fatto che eitll !ifa, nobile, che 5ia uno del pochi pa.rentl del Conte. ritenuto ricchissime, :,ft,.i~~f~e~~! e~ :Jl 1 1a~!~ I ?°nte che esce :.ol~r.u.. i.iia ~~ 1 ~ '/~!/J!t 1~ 1 us7~aJ:m~~ \O]ta la settimana per rec.i.rs . a ampia. e separati Jra loro dal dove i9ll /'/"~!4114n.ell4 luce 111 ~''j~~~:l!liu:~t~.a~h~lc~\~ ;r;,21d!~~ftoi'f:t~P:~,~u~:• :u't: ;:f :-~~i. n bcmo, c'erano rari lometrl dalla città. aivideva,w, siccome fl re&lo, ai Co.d in anticipo ffll pa1,o Oltre al nei,:ozio di Introno. di Juori dd co11I, rl·ma11et•a ronmne. egli tra frafflteJo che deturpa. Il\ fACCIRtaoe: JM· buio: ma i lamp101H erano piu come uno 1pettacolo. E si laz.zo. due bl\llalol A tcrra72J- d, ~e/tanta. E questo ac<:adeoo pen.sava addirittura che f03H no. di cost.ruzlone gros.so, <1nn e da tutti e due i lati: i11 tal a J)Orte.,taccato a farsi vede– recente, taglhmo l'ala Jl-Stra modo era d1$posl0 l'a111b1en1e,re. Anzi parlavano di lui: dell'edlnclo per pern1<,?t'•~e loJ me11tre egli sjllava 11e/la stra- Quelli sopraggiunti ii gluiti/1- a.ccesso aill Immensi S6lod a!- eia, 1cgulto da quei due. cavano coi primi arrivando fl.t.Latlcome abltat.lonl e botte• Etai lo avcva110 visto li in- persino alla discuuione. Poi, i:he. sopra )'l\ppartame:1to del torno: u11 es~crc forestiero e con la rete degli argomenti, ii ~~:~at: 1 i ~~e.~~~:;ive~rc!~~;: ~~;~~~ia}~ ~f 11 :r:s;!~~'.~11~::; ~r::,ur~:ia~:1a "!~u~rct 1 i~: a1 arricchito In AfricR con ml- altro; e pa.ssai;a, Certo 11011 1 11e imprecisa di altri. Sicehi i s~rl~i tra!ncl e che, In q~tl- poteva capire da douc ve11fsse: venuti prima e f ver1uti dopo la, clltà clrcondAtfl di s~~i;:nl. u amla.ue v1v1110o lonta110, ii erano confusi e pre.sf in inunersa In Inverno In ur.q 11eppure q11csto .si poteva ca- blocco ,1ella categoria. Anda– nebbla g:elaUl,In estate 1 •• grl;!• J1ire. Perchi egli era faolalo e vano a rimorchio: ie epli al– \'[ e mnlsanl \'aporl. .;i è sco- 1101t daoo dimostrazioni d1 11na le11tava fl passo, si chiudevano ))erta la vocazione di dlplm,:e- qualche plausibilità: ammeuo In grupµo con Quelli di te.sta te p&lmlzl e deserti. 't'lardlnl che SI fosse duteso per terra, che faceoono argine a quelli ed harems popolati da odall- anclle cosi l()rebbe ap1,arso di coda: e nei coni ijllavano t.che pallide che hanno tutte I i,~7l~~~o ,:,''~'ge ~~~~:o~~ri: : 1 1 0 v~fZ"~;s 1 I~et~~: 11~ ~;,1:: \'Olti delle un 7.ze del luogo. 11uato /h10 a dove .si Immagina clava il buio. Una volta jlnita I saloni lun(to il bnllatolo che ci ,la !'al di là, sarebbe la iona cupa, eJs1 ap1,arwa110 aooo occupati da un legatore appario nella ,tessa maniera di nuovo, nel sonno 3Pcttralt di libri e da un cesellatore di compiuto. Si dòveoo magari delle /ampadirit~ E a proµoJito stemmi e timbri, Intento tutto co11cludere che quei due, ri- dei co11i.erano pii.I di due-cento. 11 giorno a battere l'accalalo 11u11ciassero a Q11alco1a,men• Dfetro re-niva la categoria; con un martellare ntto e sec- tre lo seguivano. /11 ogni caso ltnta ai tra nutrita, al punto co che sembMl dar \'OCC al ra- ,1on era di qMesto che egli il ormai di iembrare p11i catego• pldo arrampica~! delle fon111• dava perra. ucondo /oro; an- rie aommate, che d'altro can– cbe che il aff:\nnono In nJr che perché lo vedevano sol- le formavano 11na processione. 1n•ermtn11blll luni::o Il tronco di tanto 11tl s110 cammino: 11c Allur,gava 1/ passo. Subito un glicine alto nno al tello. d'altro iembrava persuaso: di scomP',lrso nel buio, lo ave-t1ano , AU'u.Jtlmo plano vh•e un attraveriare l coni, per esem- scorto nell'altro cono: e dopo Yiqinatore dt commercio, un pio; o di ca11cellarsi nel buio, ima lampadina la 1e9uente tipo volgare e ambiguo che di 11naquahmqru! altra circo- era più raggiungibile che ma,; gp11,rl.sceper lunghi periodi e stanza, oppure del fatto di et- in rrna Jlla che forse andava che, di tanto in tanto, ritorna ure seguilo. Al lati della slra- davvero molto lontana, tanto con una donna con la quale tidt!tl/ !1j!ct11:~a:ge,id;:!~a~ ~7e,ài/(;~ic~nfC:.oiettavano al \1\'e qualche me!;e In continue • Voi due lo seguite> dissero In questo caso. quelli che liti e baruffe. Vicino a lui abl- altri elle era,io ,opraggiuntì. trano avanti 10 seguivano alla ta un 501\tario, m\sterl.O,Wplt· .,Si tratta di u11a co~a da stes.~ distanza ,. ,i ma,ztene- tore di santi di cRrt.apesta. nulla ... > aveva 110 comindalo ,•ano l11 co11tatto. I stcondi E' questi un parente del a rispondue. Ma gli altri do- igambettavano trainati dal Conte, onnal po\'Crls..~hno,che 11urndaro110; • Dove va?~- E prfmi td injlne gli ultimi tra/– vive In una specie d1 calmo al_loraJu detto in,iem.e: • An- lt alla s,tuazion.e dai ~ulti– furore religioso. Nell'immen!.o dta,no >. ,111. Perchi Il numero tra ve. saleme In cui \'l\•e e lavora non Du,Lque una via nuda. col ramenlt! grandt, ie altn on• t entrato mal neS:.1.1noe .!iOlo ghfnbf~o dei coni lumino.si; cora erano sorti e i vituuta11ti, ' lioteca o Bianco LA FIERA LETTERARIA DIAVOLO * SopP"o che per rlh•ov111•d dover,o e11111ere •ofo; ""' Il H.,., ,,,,rnleo 81 ,,,.,,.,e di tutti quegli 11,u11I– ,.,, .11,fto f,,,,.f,.,.e di c11111plicl, f.•l1e abl,attutn In lu,i•rl,,r,. dellu #Ufl, ,,,.,;,,,,u .. e ,,,,.,.,.,.., " ,,,.. pol111•e 111, 8111& a,it,a con i 101•0 a,oltl e11ttivl Raccontodi LIANA FERRI PZ1.ll ha cereato di ,.ttlrue lo\ poh 1erine di suo padre, le han-I un'unica realtà che natconde Intere.su del glo,·ane: n,a non no fonllw un 1~eu.o per lor- li volto di Dio. che vince Ja è estraneo ,. quel c,.lcolo Il de- 7Are li\ port.A del giovane. Le luce della grazia. ,iderlo di mlsu_rAre Il potere formiche che sl\lgono lungo Il Sul primi tcmpl della su1t delle !-Uequallta eccezlon11ll e glicine, circolavano per la renll7.z..'\zlone. Il glo,•ane cm di clmentRn!I nn11lmente In stam.a in Rie lntermlnnblll, ai,. domlnl\to da quel sotterraneo un'lmpre.<;ade1:nn di l~I: 11trn.1?-tmtt.e dnlrodore dolcla<;tro del- tormento che coloriva I loro parlo al ~uo l~olamento. ~o.~11- le vernici, mn. In rngnzza h:t. raJ)portl di unn cat,Uvcrln, di tui~I nlla sua ebreu.n rell- 11J)nrBoovunque le sue polve- una drammnLlcltà Jntcnsa, da Riosa. rlne ed 9- rh.1scltn a s1crmlnnr- cui k.cnturlvn un disagio. una Tonte \'olte l'ha spiato, le. Pc:r ~rrlvnre n. quella pa- o.-.tllltà che ~peravn Il\ don– q111rndosclvola rftpldo giù per zlente dL<;tn17.lonchn do\'uto nn, che s1>egneva ogni suo le scale poruwdo le ,r;ue i;cul- moltl1>llcorc le sue \'!site e, ln- complnclmento. ogni MIO ab– ture coloraLe quR4!1 fuggisse sensibilmente, hA trasformato bandono frenetloo.mente Afferrata Ili 1A suii. p:1.rte di donna sollccl- Quella lotta contro un'avver– AUOMnt.o, con un'aria chiusa ta e modesta in quella di In- slone tcnnce e -tormcnto6a. la e dll'ltftnte che glielo ra sc\n- nAmornt.'l e.~!gcnte. SJY.1.vent.w1,, la stancAVa t.'ll– brn.re bel!L'Wilmo, cupo e i;egre- L'abitudine alln flnzlo1;e. meni.o da .511{1:gerlrle di nbban– to come li personRgglo di un a>erslno le bnttule del suo re- donare quella difficile t\\'v~n– dramma. pertorio le hnnno 1uiggerl10 l turn. e non c'crnoo cbe gli 111- hi~amr:.'!"';,.,,.nm~l•e~~v&c~~~a~ !~~I ; 1 lin::°~~~~_:o 1 f ~~l~~j :u~:~~/cI pnlau,0 a goderne pret~to lmperson&le e plausi- desideri. Ha recitato là sua Erano fln!Le le hwoca 7Jonl bile che le forniA.o;eun me7.7.0 !)Arte con brl\V\lra. ma senza Lrerilendé che Jn loro tepida fe. per penetrare nella misteriosa Pll55lone, per ambizioso lmpe- de p.il 'entava! Crollavano sul– sW\nza del pittore di Immagini gno di aU,rlce. per vanità di la caJ;a con accent.l disperati, e fu proprio una delle sue re- donnA, e 111uo pubblico plau- 1nvocavauo la clemenza di un elle R suggerirglielo. dente sono sta.ti gli lnquJllnt Dio lmplncabllc, e rardore di Tutto Il malerlale scenico di del pala 7 .zo che hRnno ~ccon- quella preghiera. che !Cmbrn– un drnmmone popolare che dato e .sollecitato h• .sua va- va denunciare I loro miseri veniva ripl'et.O dopo un lungo nllA, acceso le sue nmbl7Jonl. compromessi, le concessioni &bbml<lono. u•eva bisogno di gvlato la sorveglianza <' I so- quotldln.ne, I calcoli mlscrevo– e~.<;ererlme!!.so a nuo\'O e lei gpottl paterni. Il. metteva nella loro giornata ,;I lncArlcò di far ridipingere E' st.'\l.'\ una breve lotta. n un dL<,nglosottile e tormento– certe ml'l.SChcredi diavoli che grande nemico è ricomparso so. Alla fine. anche II giovane dovevl\no dare un l'Olto a del nella vita del pittore. ha &con- rientrava nel loro meschino mn.nlchlnl Immobili sistemati rnlto l'immobile clima che I _cerchio di debOII peccatori, u– ne! fondo della scenn. Fu cosi Auol santi gli a,•evano fatico- selva dalln sun dura solitudl– che Il pittore di Immagini si SA.mentecrei1.to !\ti.omo ed ogni ne spogliato di ogni grandezza. tro,·ò dinanzi la raga~;,a, che qualvolta Il\ ragl\7.7.\\compare rldot..to alle loro stesse propor– appena nperta la porta, era nella sua st.an7..a.frn la ferma :rJonl di farisei e tutti posso– M:ivoll\t.a rapida dent.ro la schiera del suol santi, Il glo- no prcndersl la soddisfazione sl4\nza pronttando dello sbl- ,•,.ne prova lo stesso sgomento maligna di umlllarlo. Hl schcr– gottlmento del glov11,nerlrna- che lo lnvnse quando vide le nire In sua ebrezza relli:losn. &toA tbsare Ili. \'l,ltra.trlce con mao;chcre del diavoli vicino nl- di deridere In sua dcbolcz:m. quel carico sorprendente che le sue statue lnnocenLI. Quelli\ Non gli perdonano di aver vo- 1\VCVA Il volto del suo quotldla- donna morbida, dane brAccla luto resistere dn solo, di averli no tormento: 11mnllgno. chiare e forti. dnlla voce che Ignorati per tanto tempo, di LA Mlga.u,a, ha poi ripetuto muta. ogni momento,gll appn- nvcr OJ>J>OSto al loro vivere me- ;!ri~1eln;!J!: :eeJ~~~A- u~ ~~c~~~e~~~g~~ove~ l"n:;;;:z;ffi ~~~r: 1~1~'tt 1~~~1:;:, ~l ~ae!J.~ 1 ~':':e 111~~~:~• g~~!il~ forte dell'attcazlone che prova ~~e~t/~':!~o~h~ i~ 1 :,?:a:,t ti che si lmpolvert1.v&no .sulle per lei, sent~ rlnR.SCerela etc.'!- lato, con le preghiere ardenti, corde. hA fRtto spe.rlre itll og- sa a\'verslone che nutrlva per Il pantano della mcdlocrllA In t;ettl spar.sl ovunque In un di• il pRdre: lui. suo padre, quella cui erano rlusclli a dlmentlca– M>rdlnt orrendo e, persino le donna ftnt.,cono col tonnare re la terribilità. della morte. ANTONIO ICOllDIA: 11 Blaek.friart bridre, 19-19 TutU vogliono vendicarsi per le ango.5ele che quella voce. per t.anto tempo, ave\•a ~ve– glll\to nellc'loro coscienza a.s– sopite e a.sscdlRno la MlgRZza, solleclt.1no In sua manln di grandezza, le parlano coml– nuamcntc della J>OSSlbllltàdi lmpMt>ntnrsl col Conte e dl diventare, un giorno, !ti padro– na del pnln1.zo . Finnlmcnte Jlberntl dn. un Incubo, si danno d'nttorno per \'lnccre le ultime resL<;ten7,e del g10\'nnc che cerca di rimanere Il plù possibile cstr.:inco nlln. ,,Jt.'l del pala?.J>.O, nel dlspcmto tentativo di S.'ll\'nre almeno In sua sollt\1<llne. Non gli d.:inno requie: lo l1wltano nelle loro case, Irrompono nella su.:i ist.o.m ..'\, lo trn.sclnano alle lo- ~~- t:;~ r1~:~,t~~:il;~r~~ ~~t la su.:i Infanzia, quando anche la s\ln casa scmbnwa corsi\ dn un turbine di l'iolcnw. di follia. di Jw;.. <;url.n e li vento umido che eni.r.,·,a dn. ogni s1>lrngllo. da. ognl finestra del pala1,.o In ro\'!na. face\'n. vola– re I mantelli, lneollnva le gon– ne sulle gambe lunghe e forti delle donne e trnsclnnvn. dnllo SCAiaalle sorntte, Il rombo del– le risate. delle cnnwnt. delle gridn di suo p.'ldre ullrl.nco e violento, durante le orgie che scuotc\·ano li p,1.l.'.112.0; menU'C suo mndr<:, connnntn in una st.nn7.:tIontnnn lo teneva stret– to contro la sun gonna di unn sctn consunrnw.. rc.~a morbida e dolce come In. pelle di un frutto, e cCl,"Cavndi .calmare con le sue c.:irc1;.e Il tremore convu!So che l 'aglt.wa . Rlcordn\'a come ll mormorio sottile e fervoroso delle sue preghiere lo facesse i.J>rofon– dare ln un torpore Immobile, dal qunlc rin..'-SOllllllfl.\'I\ pltl.– cnto e sereno, consolato dal te– nero volto di 1,un.madre che diventava sempre plì1 c.:indldo e Innocente, Ulumlnnto dalln ccrtez7.. "l. della clcmctw.. 'l divina. Suo padre, ogni \'Dita che si butt.:ivn in unn a,•vcnt.urfl, lo dlmcntlet\l'tl. completamente e la \'!clnn.111 .. '\ di sua madre, le sue preghiere fiduci~. rlpor– t.nv. :inodolcezza e serenità nel– la. .Sua lnfonzla: ma non n.1>– JlOll.'.l egli rlprcnde,•n. a circo– lare per In cn..,·nIn rovina, \'lo– lcnto, furlbOndo per I mercati .wnnt.n.gglo.<:I che a\'e\'n. dovuto subire. per lo scadimento ln cui trovava. le stan7.e, ":'u sua dnnnnt.o. perfidia lm•cnt:n·a nuo\'I torment;I. Il tormento di dover percor– rere nell·oscurità 1>iìicompleta 11 corridoio lunghLs.slmo. l\an- Raèconto di RAFFAELLO BRJGNETTI f:i~in~' J;':;,"1on.e, ii me.sco• .- Ve ,,iù veloct > dustro e voet se-paratt. Z quindi In coro: e Seguiamolo per i:ede– re ttove oo >. Volei;a,io dr.uiqye te11erdie• tro ai 1uol pa.m. Pii.I <t, prona r,aultavo a si stante. ade61o che camminava di corsa. ln- 1omma era tale da suscitare ruoluaionl angolari, che ,e ::;,t~~bb~:~~ 1,~c:~~~!icei,a:~: seri.sodiverio se Il vertice mo• ta da una po1i2ione all'altra. Per questo si trovavano con il vtrso dei passi appuntato ad un culmine, con dietro uno spazio uia via aperto, dove en. travano altri. tratti ,n ballo nell'trngolo; ,noltre, incapaci di seguire a viata i movimen– ti del vertice, che appunto balzava per conto suo. C'era da parte. oltre i lati, quella ftla di lampadint. E /a ,cenografta del pataui era pa;s.,ata in ,1:econda linea: qua- 31 una via senza cast, dove :11Ua la proce,sio,ie crt1ceva e a/hrngaoo il cammino. Rimane d.a con.siderare CO· me 11ella ,eia PoChl facessero ca,o ai /lii d'erba: che erano p,oprio rari. Egli appunto ii tratteggiava pi1i inci1ivo nei coni luminoii; e allora tutti gli altri dietro: ~~:,:~a;~:8 !tria:~: f~e:/d, e sti,ichl: queati a 2ig-2ag, in• crociati; come un disegno Jat• lo per o:fo. Cera anche un trambusto, dal momento elle diverse pro• ctsiionl lniieme rimescolate avevano con009liato 1111a /olla. E tra loro .si lanciavano urli mezzi matti: opinioni. Di trat• to si piantavano a ghfrigon nei coni: per un momento ,1 circoltUo era ,taccato in l11t:e; e gettava.no dlt( adunchi per aria, con lt unghie 1caljt.vano un cielo immaginario: ma nulla c'era, iopra fa. punta del cono. ln/lne s-peuavono 11 cer– chio e co.ri disimitl -11 sparpa– gliavano nella marcia comu– ne: ,-pa.zz4ti dalla corrente il d.aoono a gambe, da un cono alraltro. Nuova gente si in– ourgitava a grappoli 11eicir– colet.ti; geitfcolavano. e di nuovo spez:ava,10 il cono. c·erano tempre nuovi spettri di lampadine per gli ultimi; infatti mentre il principio 11 trovava oltre I centOt>enti e più coni, la jlne era spersa, oltre l'ultimo buio. Di /ti ~sd– va .sempre una /hte nuova. Egli ,n piena coria sollect• tava 1111 uarbu91io di questo oenere; Incideva nel m11llnc1lo a rimorchio tagli di combat– tuti pareri. jlno a che dietro di lui cl fu un clamore, fre– miti rapinosi, e bestemmie. A tal punto stritolavano i /Ili di ~':io fn gt::::'.and,o si sputa- Altre folle si erano aggiunte. Ma quelle di 'coda non .si ac– corgeva no del suo J)(USO per– chi erano /ontanissfme. Gli ultimi entravano nei coni quando ormai tutti gli altri vi erano passati. Però ,eguivano sempre altri ultimi, dopo gli ultimi, perchè c'era 11namol· tttudine che diventava più gra11de. Nell'altra direzione, 1 lumi ,1egnava110la strada, al• lrneati in Jlla. che quasi sf con/ondevano in una sola ret– ta. come succede che due bi• nari s'incontrino cii limiti del· la pianura; essendo molti di numero e certo pii.I di mille. Al di fuori di queste luci, no,i c·crano plii contingenze: ca.;,eo /lii d'trba. Mtrnoovano ancht' le croci. Eoli aveva sme.s110di corre• re e la moltitudine si ac<:aval• lò ,ullt. prime Jtle. Una PltlUJ 111 tempe.,,tc itrrav~ ore da prcno e premeva; ma oltre una certa dl.ll 'tanza, ,· prm11 non a.van.zava,10. Cosl egli Po· teva andare /c11ta111c11te; m• falli sembrava che non .si ac– corgeste di e.5&ere seguito. Esa1 per non dl.stoglicrlo mlsurava- 110 il cammino: co11l'mte11zio– ne di sorpre1tdcrlo e vederlo bene. hl qualche posto sareb– be andato. Per ~ua inccrtr::;a, egli ser– peggiò. Sbandava III diagonale proietta11dost dq,i coni di un lato a quelli elle .!eguivano nell'altro lato. Arrivato sul margine, sba11dava a11corasui coni del primo lalo; ibllcnco .!i divagava co1t questo serpeg– giamento. Era du11que uria 1pccie di bilancia. E al segui• to vc,iivano le moltitudini: ti~~'%!dg"f ;,f;':;,:, ge"';~~i~~~ landosi a dc&tra e a manca. E appunto, a bila11cia, egli si caricavo di qua una ino,1d.c- 2ione e la rove,ciaoo, poi la tra,cinava e la traboccava di lii. /110/tre non si poteva dire che gli ultimi SI trovassero 1empre dallo itesso lato dei primi, via via: anzi vi erano in fondo quelli che andavano ancora cti corsa, tanto cresce– va l'enormitG della &eia: al punto elle da up certo limite 111 poi 11011ricordavano ncp– p11rebene chi fosse In testa o percliè si seguisse. E anco,a: molti non lo sapevano at1atto. In realtà era un popolo, che fluiva: &icchè di logica glt ul– timi non µotcvano iapcre le stcue co11e dei primi. E quando eglt 11 rimise in linea retta, tutto quel popolo a11daoo,con oltre dav<rntl di– ciassettemila conf: tardo lun– go la strada, come uno 1cio– pcro. Egli /tee una ooprtola. Poi saltò più di prima. Dava iegno evidente di coia ln.to • lita, co.!l schfuando. PiU CO• mune invece d..ivt11ne Il suo comportamc11to, quando a,iche la maggior parte degli altri 1: mi&ea fare una capriola. Andaoa,10 in lu11ga sclliera e rotolavano a turno con,e– gnando.ri la manovra fu110 co11 l'altro. E .sotto ta11te /am– padllie accc,e, spiccava110 sal– ti per aria. Teste piuttosto spettinate, lucide unghie, sotto I coni si daoo,10 il cambio. Per Ull poco brillavano e SII– bilo slittavano riel buio: a sprazzi uria fra1ta sgrafJlava di capitomboli te zonc Intermedie !!'~c/;_n'b°o,le~fix,u1fxi,fglll~tt}:~ sic brulle, rotte di scaraventi fra loro, poicl1è succedeva elle l'rrna con l'altra facessero coz- ;,~ufl~~t!~~ eso'ft ne I c:o;;ier~ sbandlcravo,10 sghimbesci 1111- ,me, co11vl11tidi q11ctlc caprio– le. 111/lnesi 111ach1avanooltre a salti plrnmidcill, 11er il 00110 successivo, sotto la veglia del– le lampadi11e. Ora egli bai.ulva pi1ì all'Im– provviso. E travasava il suo pcrso11alc solletico nella se. quela di una 9e,1tt dissemina– ta attraverso 11to/tlssimi lumi minuJcoli come punti. Tutto i11lorno, no11 c·era altro che spazio e buio pesto. come qua sopra è d/Olcilc 1mmagimire perchè bisog11erebbe ei,eré stati a /011do, negli abl111all silenzi di 11n'idro!Jfcra;o come a11chc deve essere oltre la vol– ta, dove no11 fi concepisce viaggio di costttlla:io,ii, e 10 .spazio è puoto. Tale buio era intorno, appena superati i coni. E davanti ero ancora piu buio, mentre i coni salivano i11fuga a più di cento e cen– to milioni. Si era fermato. Al limite di un.a x,na buia., stava li fluo. Domenica 2 Dicembre I95I ANTONIO SCOR DIA: Donna 1850 cheggl&to di stanie spoglie e desme. per andare ad augu– rn.re la buona notte Il suo pa. dre, n\\SCosto In una di quelle camere che do\'eVI\ esplorare \Il).'\ ad una prlmn di rlntrn.c– clnrlo. La flb,'Urn acquattata nel bulo. che I suol occhl non rlusch•nno n. scorgere ncnime– no quando gli crn vlclnL-.slmo e verso 1n quale c.'lmmlnavn au.anngllato da uno sp:wento soprannaturale che Jtll dava fa nntL<;ca:crn Il dlnvolo. F,d ern Il dlnt•olo che lo rin– chiudeva nella cnntlnn pro– fonda do\'e rlml\neva per del– le ore ft\6Clnto dal buio denso. umido, nnhnato dn. misteriosi fruscii. Restava li Immobile, opprCR.'10dnllo spnvento. ma più .:inoorn dal disgusto di do– ver risalire la scala llll'n.'>pro richiamo di suo padre che lo n.ttcr'W'.le,•aper sonit <i.re mnn~· gna.ment.e le sue lnbbrn ag1tn– te da un tremito lncont.enlblle. • Tutto il male che e nel mondo>, diceva sua madre presso la qua.le cercava oon– forto, e è opera del demonio., e ancora una \'olta. Il terra: re nU\terno prendeva Il volto di suo padre: una mostruo.sa realtà ,•h•a che JII nascondeva l'invL'>ibllevolto di Dio. La po– vera donna l'ave\'& obbllKato sin dalla pili tenera Infanzia: a rocltare lunghe preghiere rl– t'OHe & un 010 p1eto.'io, Jftrgl– tore di una gra?Ja che non rlwclvn a proteggerli. che Inu– tilmente hnrocn.\·ano perchè frenn.c;.sele irose bestemmie, le 'mlnaoolo:.e grida che echeg- 5:lnvano 1>er la casa, quando suo pndrc era In predl\ a que– gli accessi di Ira frenetica che Il l:lc;e!AVRstroncati come se fossero scnmJ )A.tl dn un perico– lo mort.'lle, Col pl\SSO.redegli anni si era rentUo crescere dentro la rl– belllone contro la disarmata bonJA, Il de.~lderio di superare la brut.'\llti\ e la perndla di suo 1>adre,per \'lncerlo, ma so- 1>rnlulto per rlsp.'\rmlarsl quel lent<" martirio, ln cui si era eon.<;umt1tae spenta la vita d1 sua madre. Anche In lul si era.no scate– nati desideri e lmJ>ulsl bestiali che nessun timore di castigo frcna\'e&.che nes.,unn preghie– ra rlusch•a a \'lncere. 'Aveva eredltnto un sangue greve e :i.curo. e le• preghiere er1'no una ben fraglle dlga da op– porre a quel nume rovino.so che gli correva per le vene. S~rln.'>e &lleruu·.a col padre, 11\abbandonò a un turbine di desideri, di L'!tlnU. di violenze e assieme a lui f\nl di spoglia– re di ca.,a, s1>0rperando 11 po– co patrimonio rlmMto, In una frenetica soLtomlsslone a.Ile PMSIOnl. In A-'ISOlULR compllc\– tJt. col pe<:cato, sino al giorno In cui la morte aveva. ful'1i- A.Uora anch.e gli altri comin– ciarono o fermarsi. E l'onda dti ialti scalò indietro, cono per cono, 41 sf l11nestò nelle zone dei popo/1 che ancora a11- davano 1erpeggiando. Mentre gli ultimi, ver.sola coda, icgui– vano di corsa dttjli profondltd del cammi,10. Eccolo: C fermo a ~n.iarc. Poi si rip_rcsc, col me11to ~:: 0 ~,~q;a;:,~o 1 i,;1:r:::,c~fi~~ divide11do $JXJZI eadem:ati su- ft:~o~e;c~i/ :!c~u~t/Pf~a~~; spalle, sotto i riflessi, ·su e gl1i lfmei<lva.110 9ui::;;i;alla {l11edi qutsli, s1 ripcteva,10 con allri {llllZZi, $OLIO altri rijlessi. 1'ut– /l uguali, pcr6: siccome e{III marciava. U110 due. 11no d11e: la scia pre11devo r,tmo co110 per co110; e i primi lii era110 allmcati per nove. Quadrati iii colo1111a slac<:avano11110 spa::io: in/atti {Ili altri proprio allora si fer- 11UJur1110, come era logico, lro. va11dosi dove giu11geva la sta• si, dopo 1'011data delle caprio– le. 111 questo modo Cl fu tma striscia h1divisa che separava ed 11n,vale folle, 7>0ile trava– sava, scariccrndole 11erso la prima vala11gt1. /1101/re si svo– stava i11 .!C11llo co11trario a/la 11u1re/a. Questo /atto, a11:I, determilwva un j,i9orga; cosi cl fu una &omma che gi1111geva uella fase dei salti e cadde: i11ciam1,a11douna somma ca– deva e ir1ta11to si altcnu1vo110 rlmncolil per mt'ttersl 11011e a 11ove, un passo dietro l'altro. Poi .!l irigart,ugliava110 e ca. cleva110 le somme suc<:e.u(ve. Seg11iva110 i11/lne a pas,o militare e tutti ln.s,cme avven– tandosi, /lschicttava110, come .te fossero una fanfara. l11ca– .stratl ognuno nel pano lascia– to Hbero dal pa.sio dell'altro, andavano in comune, di coz:o nato suo pe.dr -e. tls&andorU sul volto un& mll!Chera dJ danna• to, quasi che il mecca.nl.amo del male non si f011Se arre.st.ato ~}~~~o~a~~\ei;e~lt,::: front.e spenta.. Era stato per dlmenUcare quel volto. per salvare la su.a morte da quello scempio e– st.remo. che avevR. Impegnato la lotta col demonio, chiesto J>rotezlonc alln solitudine e al lavoro. &.'\)Ve7..7,.'\ alla preghiera. E On\, per me7.ZO di quella don– nn, Il maligno ricompare nel.I• sun vita cd egli cerea Invano di rlalt.n.cc.usl alla ferma at• n10..~fcradella sua stanza piena. dl sn.n!J, che non riescono plU n proteggerlo col loro gestJ. pietosi. Sapeva che la solitudine era. Il s.uo baluardo, la sola condi• ?Jone per snlvarsl. allo .sta.so modo che, nella sua lontana lnfnn7.la . ln flducl06ll pietà di sua madre era stata IA sua protC?Jone più sicura. Sapeva che 1>erritrovarsi doveva esse– re solo; ma li suo nemico st serve di tutt.l quegli uom.Jnl, una leg-lone di complici, che abbattuta la b:i.rriera della !U& solitudine, tornano a popola• re la sua vita con quel loro volti sul Quali la caUJverl.a è scritta con garb9.ta, paziente– appllcazl.one, co.,I dissimile e diversa dalln dr1Umnatlcltà lmpress.'\ dalla morte sul vol– to di ~o padre. Non vede al– tro ohe dlnvoll n.ccomadantJ., dome5tlcl, meschini: una mol• tJtudlne di fl.acchl demoni in• :o1lgnlnca.nt.1 contro l quali noo trovt1 b for7.a di lottar-e. ma che riescono a .sgretolare. con la loro pochc7.t.f\,per.lino Il suo terrore della dnnnulone. Or– mai, ripiombato in mcu.o • quella gente, Impegnata a tra– versare J'eslsten7n'l senu avere mal Il soopel.to della mort.e, 11 glo,•nne provn vergQGna del suo! terTOrl e dlment.lca, ln uni\ torpida opacità, nnche il suo affannoso tormento. Lui, &Imeno, sl era buttato nel pec. cato, ne ave\'!\ sat.urnto la aua vii~ sino a darle Il senso dram. malico della dann.'\z.lone, e da quell'abLc;..'10,era salito an, splendida follia del suo lilola– mento, dolio. sua cbre7;Zllrell– glo.,a; ma per t.utta quella gente non ha senso nè la vi• t.a, nè la morte, nè la dll.lln&– z.lone, nè la salvezza. I loro lntcres..'11,I loro desideri, I& lo· ro iientmnlltà sono tutti est.e• rlorl, sen;,.a L,tlntl profondi, senza nnlmalltà, senza vigore, sen7A veemerw.. '\ e !orse, anche sen,.n peccoto. Lentamente, anche pe.r lui, l'c."llston,.a r!J>rende le propor– zioni di una !porca, plocola rappre.so.nt. '\zlone da cui non c'è dn attenderai rlvelu:lone alcuna. LIANA FERRI In avanti: ,e une muraglia. et foue stata, tutti per.su.ali et avrebbero battuto il crcinio. F.sl fsl fsl, fsl hl fsl: /lsch.tei– tavano. Ma qui c'è un paradosso che salta fuori: chi egli lnoeci, no1t /l!ChicttaDa. Ere magari ;~~~~'1~bctr1vfl' altri avessero Qua11do tutti si fo,sero tu• ~~~~~le a~rù ;:r:t~· r~if !n?a~: o fermarsi. Per fortuna però che il pericolo ero lontano ... Infatti si trattava di Inquadra– re per nove la scia, e questa era greve di molte genti. Egli d'altro canto marciavtt del t1dlo, sfuggendo l'assoluto. Fc11dcva la voragine a vl.!'O spinto. Mo11tava sul taglio d.t una piramide in bilico a pic– co, rc1pon.sabile della progre.s– sia11e che lo incalzavo e che poi jlschlcttando lo aurebbe travolto, a paJso militare. Su questo spigolo di piramide egU si terme 11' equilibrio per un lung11issimo tempo, ment,e la fase cadenzata tra.smetteva uno sp,a::to vuoto lungo la :011a di stasi e la icetnplaggi• 11c delle capriole migrava fn r: 0 :ri:tl!~aco~~trg~;~.s:a~ t::: pcggla11do, ver.so il fondo, dal~ le parli di quelli che venivon.o a gambe, e gill jlno agli ul– timi, mta11to elle a mllli, i, mille sfilavano le lampadi11i,. Sotto u11 cono qualunqui,, c·~rano nuovi ultimi cl,e zam– ,,~ttavano in coda. A salti ichlzzavano per aria. Altri d.t molti pas,I via via si accodc– va,10 t zampettavano. A oon– vcra ruotavano dietro 1ca- 9lia,Ìd0Jì unghiate l'uno con I altro: u.re/00110 dalle 2on.t: t~~,;1:i:1~!1 f,;:!a,!~~r~~==- Dl tutto respo11sabile, egli faceva C'GPo nell'altra dimen– sione e fendeva lo spazio col 111e,1to in aria. Cosi, visto alli, spalle. ,embrava che guarrtu– sc molto lontano: ma in real– tà le luci insistevano come le serie dei numeri t non jlnfva- 110 mai. E allora c'era dc cre– dere che egli marciasse per d!&pcraz:1one. RAFFAELLO BRIGNETTl

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