Fiera Letteraria - Anno VI - n. 33 - 2 settembre 1951

Pag. 6 :zlone colta nella sua natura– lhà. Per un·e~pHnc:nl ooe: e– i>Cludl. 3morinteliet.to e a~mo queste par:me: eJ'atme le ciel conune un o~au, !es foréts comme un loup ròdeur. lea ro– cherr. comme un chamob, J°herbe prolonde Polll' m'y rou– ler, pour y oour1r comme un che\·al et. !'tau limpide pour y nager comme un PoiS&>n.Je scns fr'tmlr en mol quclquc cnosc de toutes les espèces d'a– nimaux, dc tous Ics lnslfnct.:s, de to\15 Ics déslrs con(us des crèatures lnfl!rTeures.J'alme la terre comme elles et non com– me vous, les hommes, Je !'al– me sans l'ad.nlN:'r, i:;anali\ J>CX!– tber i;ans m'éxalter. J'almc d'un amour be:illlll et. proroud, mt"prlM\ble et li&Cré.tou t cc qui vlt, tout ce qui pou~e. t.out.cc qu·on \'Oit, cor tout. celà. lals– ~ant calme mon esprit., trouble me.!> )'CUX. et. mon cocur, I.Out.: }('s Jour1,, !es nut~. Ics Oeuve~. les mert., lu tcmi>(!tes, Ics boil!. les aurore$, le rei;ard et. lu c}:lalr des femmt'.-.. La careS-q:de l'eau ,ur le sn– ble dt.<.rive.\ ou ~ur lt p:rault. dt.s rocht.s m'cmeut. et m'at– l<'ndnt. et la jote qui m'en– \ah1t. quand Je me M?n.s poussé par le \·ent et porle par la \'!IRUe, nalt. de ce que Je mc Une aui.: lorces brutale• et. nn– turellts du monde. de ce quc Je retourne a la vte prlmltl•c i.. (V. e Sur l'eau i.. Parili.. L1br Ollendorr. pag. 8<1 e st,R:.l. Qui la rultà, come btn nota il Pellegrlni. <v.Storia della let– teratura (r,mce5e: Ed. Princi– pato. 1949. palf. <1121 è .sentita e qua&! com, qua.lche ~a che e.sbte pcrchè !'arti.sta ~ rappresentarla. i., Co~l. Mau– paSMnt. .si atteneva al canone e stetico dell'l mpn35lbllltA ILl't.l– :, tlco.rbpet.to alla natura: sem– plicem ente diventando anch'e– ~H nntura. trasformandosi. non cercandol11.con l'Intelletto! 011 a.spetti della rcnltA gono troppo vari e le voci della na– tura Innumerevoli pcrchè ti neoreall.sta non po~~a .sentirli e .coglierli con piena partecl– pa:-lone, se. con tutto se stesso, vorrà uscire da r.è e non opc– r:ire delle stul1I conversioni nel proprio lo. dlalettlu.ando delle lrrequletczu, dinamiche. Non è neces.sarlo, per co– ~trulre del rapporti, Imporsene I termini: è la realtà, lnftnlta– mente. meravlilloumente ric– ca che cl offre di c onU nuo I contenuU d'arte: no! t.ra è la scelta dell'ani;olo visuale da cui con~lderarlft ed esprimerla Il rtali.smo ha. I\Vuto ed ha ln ~ la po!tslbllltA di lnftnlte espreMlonl: si è a"uto un pe11- ~lmbmo pirandelliano, un co– m!oo boccaccesco ed un nat.u– :-.,ll~mo zollftno, dlstaccantesl notevolmente. nono.stante Rll !r1ènticl prcsunpo,tt, dftlla dell– cal:\ e ph) timida visione del re;\IC del Dtmdct. Cosl. ancori\: la produzfone dr! Vet(la e del Manzoni e la ~.~tn dclii\ e materia i. del '-foupns~nnt non cl sono 11.p– parl':e tra.snu:ura1tonl poetiche dell'e~pcrlcn,.l\ concreta. ope– raie In nome della realtd.? Ogni 11chematluazione di f:>~~~uie:~1~! rr~~~ ~!~~ rlata di lmmlliJlnazlone e dJ rappresent.atlonl vl\'e, non di rapporti lmpostl o voluti prt– ventlvamente. Ll rlct'rca, l'Impostazione del termini della relazione estetica tra Il creato~ e l'oggetto deve es.~re aMQ!utamente goggettlva e 11pontan,a. e la slncerltA di tali atti universalmente senti– ta afflnchè l'lndàg1ne er;tetlca non verta e non sconnnt tn r:ipportt Od Oilettl lontani, ma si inca nali. si ponga In lmme– dl3.ta connessione con I fatti umani e naturali riconoscendo In essi Il principio ed U ter– mine della Vita .stc"8. Realista può d.Jr.sl chi si im– medesimi con la società In mezzo a cui vive e sia tutto nel mondo esteriore ove opera. Oiil, non è l'Idealizzazione della realtà a cui U narratore può tendere, mn alla creazione di un mondo fantruitlco ove appagnre tutta la sua tensione Immaginativa sorta dalla di– retta esperienza umam.l. Il neorenllsta, però, non riesce ancora ad a58umere tale posi– zione ed a rinunziare al .suo arttnctoso ed elaborato rappor– to con l'esterno. Ln schlcttcun e la verltà sono assenti dalla ~:rl~aJi'aat! ~:e ,::t oef1\~1e 1 ! ma fond& mcnto.le dcll'csteUca nuova. a~ta ~l~~~~l~l:i~en1u~m~ pre un utile mezzo di chlarl– nea:.:one. Concludiamo. quindi, In senso ottlml.sllco, cous.ldc- ~~n!~~!~~ :~~, ... 111bfi!°1~e~: ~oluzione. proprio In quel plano d'inda11:lneteorica 1n cui muo– vono gli scrittori neorealisti. Le esperienze letterlU'le an– t~riorl, I ,•ari e Isml i. (da. dal!;mo. e~l!iitenzlalbmo, 15ur– rcall.smo etc,\, derh•atl, In mas– F:ma parte. dallo palcologl.smo dell'BeO condotto alla sua ~~::r 1 ~~cnta~?5:'~tpe.r~~~ critico, da es.si determinato. concluso. Esigenze nuove &l sono precisate. la ncce~lt.A del ritorno ol e rt'ale i. è oggi sen– tita fortemente. mR non è cer– to facile a .spiriti troppo scal– triU da complc~e cspe!lcnzc r!oonoi-cere e riprendere con– t.atto con quella realt.A.cioè con quel fllttl e que1rll uomini che tantf! deform11zlool hanno su– bito anche attraverso actU'l.elosl giochi totellettuall. Se dunque Il movtm,nto neo– reatlst!oo appare prt,•o di un fondamento ldeoloi;lco e ca– ratterlrz.ato d11.ecees.sh' c dl– ~eord~nte di pen,fero, l! dcgM però di rilievo l'eslp:enza da cul muov,. e ml sembra che oroprlo per questa \•la. .si deb– ba per.~evt"rare con a.s.soluta lealtà. ClUSErrlNA NlRCHIO PremioPro- Elvetia vintoda Liliana lcalero I..: hs.na SClltero. la nota scrit– trice e giornalista. traduttrice t1 tedeschi. a avuto Il e Premio di Goethe. Schiller e altri poe– Heh'etla • dell'Istituto Jtalo– Svluero di Milano per IR bella traftutlone del racconto di Oe– rem!as Ooetthelf, e Il Ragno Nero " !Milano, Blblloteea Unl– \'Cr.)llle Rlt.zoll. 1951) capolavo– ro della no,·elllstlca dell'Otto· cento. LUlana Scalero pubbli– cherà nella primavera del '52 la tradut.lone flel e Don Carlos • di Schiller. l':rmpre per la Bur • di Rlzzoll che ha pub– bllc-ato nel '<19 la sua tradutlO• ne In ve~! del prlmo e Faust• r~l';ethe, 8"1untoormai al 35. 1, .o. AMEDEO ì\lODIGLlANl MODIGLIANI A NEW YORI( iblioteca Gi ,o Bianco· LA FIERA LETTERARIA 1"..0STJRE D'ARTE NEL .2"..0NDO Un erede l rinascimento in~!merica un urto e pittoresco del ma– le• .sopravvive in Lo.utrec, co– me in molti arti.stf moderni da Rops a. Pa.,cin, la .sen:ualitil di Modigliani C limpida e /di– ce, .sl,nil e a. quella dl Jngrea ma meno cautelo.so. Modigliani - co nclude ar– aulam,.ntc l' Sobv - dette una eloquentissima. risposta al .suol co,rnazionali futuri.sti elle, infatuati di macchina.. eoml– dcravan.o sorpassato il 11udo fil pittura e ne cltledcvano la .soppressione per un periodo d1 dieci a,ml. Abbiamo In parte llbera– m,.11tr trartotto. in parte ~un– tcggfato le pagine di Sobv .su i\fodfgl1anl. ·.s,curi di aver fatto cosa gradita. a.I no.stri lettori. cui .sono note le altla– aime btnemercnze del critico americano net confronti dello cono.scenza dell'arte italiana nc11lfStati Unili. E cf allonta– niamo dal Catalogo della grande uposizlone di Cleve– land e di Ne10 York con la apcronui che alcuni dei capo– lavori che hanno fatto la gioia del pubblico americano pos.sa– no eutre ammirati dal roma– ni, l'autunno pro.ssimo. nel– l'ampio quadro deZJe mani/e. stcufonf organizzate dalla VI QllOdriennale. ~Iarini di Fo1•tu11afo Bellou:d nl fra la posslbllltà. e z·nven– V(lnl'lone pura.,, che chiari.ree l'evidente drammaticità della plcutlca nuzrlnf4na e la po- ~~,T!,Jda::r,fJ~I ~~ ~;~ e[/io~ :Ione: , e L'ls-plra:lo11edi Marlrll l .saldamente radica/a. r1ella realtà. nella plU concreta. ac– cidentale, varia rcaltd. Anzi– ché concepire "delle linee e del cfrcolt che va11noprenden– do l'a3-petto di forme organi– che com.e donne o cavalli'', come è .stato .scruto da un critico per altro non privo di gcnlalltil, Marhli ~•1ntcrc.e,110 enormemente. con avidità qua– li se,i..,ualc, alle /orme che lo circonda110: ma. le pe11etra, le fruga. le mbura, le valuta con l'occhio limpido, upcrto di un vecchio Mautro to~ano: con. la aerena afcureua dcll'arte– f'c". ,i,m con l'lnr,ulctllmflne del vl1ionarlo. Quuta contem– plazione, appunto ptrché 1vol– gentCJl nell'ambito più elcoa– to. appare ,clolta da qualun– que pr~upozione letterario, pJtcologfca, morale (I ritratti di Marini poa.110no ,JJfU o meno riflettere l'Intimo carattere del modelli In quanto fedell,– lltmamentc rl.spondono al prln- della alnta.ssl di Marlnl (né tanto meno si umiUa. In d/re .spicciative ed arbitrarle, come .suoleaccadere a molti che ap– pre3c ro ad oreccltfo la perico– lo.sa - e per altro ben alta - lc:fo, te di Arturo Marini) ma vi con.serva tutta la aua. sor– giva vitalità . e Marini. anziché risolvere hl 11nbrillante lmpru.sloni&mo q11csta .sua cori acut a perce– zione della realtà e limitar.si a darcc11c una interpr etazione pittorica. la indfriu:a vcr.so la crt:azfone di puri organlamf plastici retti e collegati aecon– do un principio di proporzio– nalità credila.lo del più tradi. zlona le e unive r,ale concetto dt.ll' archltettura ... ·• Ma non .si dette da. questo Inferire che la.scultura di Ma– rini è ctcu,tco o quanto meno claaslchcggfante. L'avere una pro/onda co,uapevoluza di certi rmlorf. o di certe norme non afrml/ica accett.arli .supi– namente. o 'J:)C9gio. rauegnar– viai: ciò porterebbe all'acca. demla. In Marini queata acu– tluima co,uapeoolezta del 1](1- lorl archftctro11fd, quuta a1pl– razlone ad una. tettonicftiJ concreta. n~olutamente per– auatloo nel ,uoi remoti attri- te dal "naturaliata. • Dome– nico Trentacoste ed ebbe per– aino a 1ublre. In un glvanile periodo, l'a.scendente dcll'lm– pre,afonl.m10 plaatlco di Me– dardo Roaso, è agli antipodi da. qualunque oatratu,mo. egli ,ente che certi limiti, certe norme non poaaono da lui e.s– .sere bnpimcmentc vlola'tl. Co– me concllufo11e di rm conflitto di 1111 dlaaldlo duramente com– battuto, .strenuamente .sol/er– to, na-1ceallo~a tipica " de/or - mazlone ", ciot un ".supera– mento delle fonti della natu– ra" conqulatato lentamente, per .1111cee,11,11fvl tentativi ed ar– ricchimenti e 1/berodonf. pc, cui l'ortlata ,1 trova nella ne– ccuflà di Of/rontare più voltt lo ateuo tema. e di pre.sentar– cene elabOradonl vlepphi ap– profondite (e naturalmente non l detto che le pii,. recen– ti debbano euer se mpre le più raggiunte, Je più e// feo.cf artl– ,ticamente: la cronologia, per Marini come per qualunque altro artl,ta, non va lntc,a In 3cn.110rigfdamtinfe progrc.1111- vo). Na.sr-e cosi Il movimento delle 1tatue e del gruppi eque– .stri di Marini. miracolosamen– te librato agli eatreml confini tra la "7>0ulbiUlà" e l'fnven– ;rfotte pura. al punto dove lo .sfrenato potentiale dinamico delle /orme, la loro erompente vltalitd. preme, Incrina, mordt la Ingabbiatura corporea: gfun– gendo talvolta a restituirci in Immagini di travolgente lm– medlatcua qualcuna tra le più &olennl ed. eterne realtà della no,lra condizione di uomini, come avviene ad e,empfo nel Oloeollere lfll 19'4, ma,slcclo, lnca11ato, legato alla prigione delle .sue membra e traglca– ce nte ,tra volto e contratto in un· otte.sa. che i di8f}erata an– da d i luc e e di libertà.: uno dei più alti capolavori di tutta. la ,cultura moderna i., Domenica 2 Settembre 1951 Poesie diMARI NO PIAZZOLLA Testamento Quando sarò ,uorto, tlOH vestitemi a nero. lo elle avrò per comJ,atntJ lo notte, HOII desidero lutto. Lasciate che lo c:a1Hic:io f'esti so/n s11l petlo. I o c/1e avrò per c:01J,/la2na ltJ te,-ra, vorrò t1sur leteero nello ba,-a come andassi allo fesla. S,tl mio sile1111io. rro,a parole trovi. J.,J i venga diclro 1111 cieco r la sua fisarmo11ico. Seppellitemi di 2iorno, t, ,io11 al lramonto. ' io cl1e amo la foce vo2lio c/1e il so le assisto ol f11wer-ale. E qua,rdo sarà cl1i11.so il c:onc:ello sulla mia 2i<rvane tomba, dite pure: 1111 altro u ,,, i a,idotol Sullo mia fossa, nora semi11ole fiori: seppellitemi intJUt occo11to al c:iJ,rt'sso J,iù solo. No,~ scrivl'tc ~pigra/i. fosc:1ate la lapide in bianco: sarO lo mia 11lt11110 l111,a. N1,,,soc:ce11detel111111 4llo 11te1Horio: e d,e 02111modi voi mi dime11ticlii J,ruto. Lo morte ama solo clii vivt': io voglio vcramtute sc:omt,arir-c• Pleiad\ Pleiadi sern1.e, quale sti,Pore di miUe11oria foc, di voi s112li occ:l1imiei! Umiliato vi se2110 r 111irincora l'apparir vostro amico. Via lattea Tu che frantumato Lattea precipiti, tu termine lrai sul mio cuore. E se alt.a vila me J,rcc:isi i111me111ore, via gelido di ratti, qui il matti11ore atle11do e H011pi1ì umana, r-emoto a me, droosti l,o ''r disto11:a itnota• Tu clre sui canti ... ~ntica a11rora, tu che s11i co11li sorti. ed olla notte f,orti il bia11co addio del cielo, i,r.seg11ami il risveglio. CJ1'io scopro il giorno con la mculc di 1111 dio dimenticato. Ch'io il ca,do impari come fai tll elle allo tuo foce infondi perpetua melodia. Novilunio Oro che il 1110 abisso co11 raggio antico abbagli; oro cltt Venere li scorto cd i pi 1ì solo, e imbianchi la mia 11u111tc, lu i11co11ti. l'aria dietro il t110viaggio fulgido fra tli o.sir-i. Stella polal'.e Vivido Hinfo, i11tol!'1111a del tuo cielo, pendi. dal ramo ful2ido dtdL'Orso e 11aviglli lllcerrtc• Ta11te rolte rischiari, lume polare e al 11ovigante 11orri lo s(ler-a11:a. Forse co11 te l'occ:J1iotli equrno•i, felice derli approdi, p11òsognare sull'o11dc scn.;;a fine. E q11a11doof,J,ari pe11.soall'approdo urto deUa mor-le COK 1, che apf,eno i11fia11uni l'olla 11otte. Infanzia 'Amica i11fan.;;io, i11abissala sei nt'Uo mia vita. Mi rimane di te li eta u11ar-u20 sull'apflassilo vi.so r il mun,mrc di 1111'arc:o favolosa. Nella tua festa brtwt, già ce11ere, da tempo, scavo e ricerco lo t11averde sera. MARINO PIAZZOLLA. Poesie diftlARIA C RLOCCI Seppeliremo i fiori · ScflfJeliir-cmo i fiori dello HO.sir-a1ni.reria sotto b11clre ~ litce. In riva a prati bionc:l1i di nt:t11 o dietro colli di s~le arriveranno i no.rtri /)ossi di uomi11loo Dio clic fai sl>fendere il giorno e prec:iflitore J.'ocquo e crescere il polline ai semi, Dio che la notte c:l1iudi il fior, dtlfo piaHte fermi i 2iri delle ro,1d111i dai tre21m olio parola detti llOn1ini, fi110 a quando J,oleri'mo i fiori della 11ostr.1miseria! Ancorati alle sttlle navigliiamo 11eisile11.;;i 11ti latl1i dellt 1101/i 11ei percorsi dei fondi nrlla vita se/lolla sollo l'o11roro dtl ,11arc. Sig11orc. la 11os1raradia i nt'lla terra mo q1usto fiore è simile al t110 fior-, 1111 ;m11to-l1,cedov, 11asce il cielo. D'Jv'e' l'olivo Dov'è l'olivo dre Può dare ombrof Sotto la neve il 2ra110 è 11ato caldo come 1111 fir/10. fio lo peno drl r"rdo clie vive "ella terra ma ttr'l fiore è simile al CÌt'lO. L'olivo p11òdare L'olio a, morti o, vivi l'ombra. Letti di grano a Enrico Da.rdes Ti 110 fatto dono di 1111 fiore l111120ramm111i di sasso addorme11lata s11 letti di trano• La,,ter11e di lucciole i11 P•wta d, 1110110 e la cltltarra dei erilli, I trr,1i vo,i110 1 trr11i s11lcat,o i trt'11i ancora vn,1110 a fabbricare arcale d,,1tro i so,211i. - li' "" 011110 che 11011 torno ... - I tuoi occl1i 1/i 111011tolotriste do11dola110dietro sPettrì di k11li. Forse q1usl" sera l10 flt110 di. dire - il fiore è sullo slrada. No11 calpestar,~ ... pi,ì p1a110 - Forse è q11esl(J Kioia o u110 cl,itorro dalla goto c:ltiora, I tre,11 d.·nlro orrate va,1110su letti d, grano drrve rido110 i trilli. M.AR1A CARLUCCI

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