Fiera Letteraria - Anno VI - n. 7 - 18 febbraio 1951

Pag. ? L A FIERA L ETTERA RIA 66 ANDIAM01 VOI NON §I1ETJEUN A M J[COL.9' I piaeeri dell'amieizia Io,permio tonto,Gite renoi miei senlimenti, o come si diceoggii miei modi di sentire, nella dispensa, Ol 1 e le tose più 11regiate sono le 111ù antibe,'diquestidoveri e protondi p areri misonsempre ramato Domeni ca 18 Febbraio 1951 Dai piaceri della povertà L EGGO e Aiac1_,. di Sofocl, e un roma,uo mon– ~ano . a un ricco che ha compiuto xli studi l1c,ol1. Il romon,o mondano non 11inc1 la suo noia, mo in. ogni tHodo lo fa stare aU'erta. Il mio ascoltatore . occ~mera. battute di spfrito, complicate osurv,,.iom P~•colog1ch!f,n_omtdi mobili e profu,ni; a lettura teruunoto, egli mi si preun(p coni, ingras– sato nei lati peggiori della suo persoNa. e Aiace ,. lo io sbadigliare aperlame11te . . Lexxo le medesime ofere o un povero che ho com– fHuto gli st11didel Mog1strol1 inferiore. Jl roma~.so mon~ono xli fa spaloncor, Kli occhi: i tn ,lutto 1l suo v,so. Come ,t desidc,-io di t11ostorsi co,n~ur,bbe volcntied lo s110 coso con uno degli in,. ltrn1 d,t roman, o/ Come vorrebbe clic "" sortr.lcgio cambiasse s110 modrc nella signora R. L. dal lungo :~SIJt't"':~;ij;e~er:~~f:;~~i•,:, s110moxlie in do~ Ma o l,ttu ra t,rniinoto, cxli non si è onco,-o gua– stato.. Nnsuno dei molti d, spir-ito, osseroa.:ioni psi– cologuht, nomi di profumi t d, mobili i andato a finire sotto il suo berretto. Parroa che divorasse U pa,-ole, ment,-e ,o gliele lexxevo; f,or'evo che lt t,oxi111 gli s( stamposs,ro sul 'Viso; , i11"Vtct tutto xli i sfuggito . Manco totalmente l'oPJ>itlio fra il desiderio di guastarsi, di cui lo tr<nNtde scarsamen te l'abitu– dine dello SNO vita. e A,ac, • lo com,nuove. Ntssun o delle due opere lo Jio comunque annoiato. * ASPETIIAMOIL MIRACOLO DI UN GIUDICE . • Tu e4 io. sfomo poveri; mio f,ad,-e ero p(We,-o; il pod,-e d, m,o padre e,-o P(Wt,-o; il padre di costui era povc,-~. Se !'• p~tessi ~,edere,. come posso io, la catena dea p~dri dc, nostri padn, sino al principio del mo,edo, h accorgeresti cJit tullj hon,io il be,-retto e so,co pweri I •· Il terzo punto di vista In questo letteratura rnoroHstleo di Broneotl, giu– dice non ~ n~ l'autore n~ U lettore, nao un ter:o uomo di uno ter:o ,a,ito, un porodosso ,a,i,a,ente e Giova,u1i si ri"Volta sul letto per (or si che il fr_atcllo,_apparsogli a~cora ima "Volto ntl sog,!o, cam– biasse discorso. Ma il fra tello, u,i po• pili fioco per le. palp,bre_ c{1e. oro C.iovcmni co,np,-imt>Vosul cu– s~rno, C0!9h1tuo 11 ':NO discorso: e In tutte le famiglie d, f>OV,,,,, c'è un s1x,,ore, imo c'è (io lo vedo, di qui) o o!tn_e110 uno elle possegga u11acosa al prpno piano. Jv.o, invece abbiamo umpre pagato la p1gio11e, e al P!a11terre110.Le 11ostredonne sono state tutte oneste, s1cch? n~ssuno di noi i figlio di un cawlirrt·. Il non– no 41 11110 nonn_o è _morto sopr'a u11COr'ro di 1m mu– l(ta10, me,etr, 11 g1ovo11e,che slava alle redi11i, gli dictva sc~er:ando, ch'cxli 1tra. ima yecchio potato, un.o vecc1110sca,-pa, 11110 vecchia stuo ia. Il no,1110 di lm era _nato sopra 1!n alt~o co.rro, e, p,r l'inavver– le11:a d1 un tale, gt1 fu rremp1ta lo bocca di fieNo, come o !'n puledro. Il possesso più prezioso della nostra stirpe è stato una pecora 11era verso il mille e duece'!to; l'aN1ese più signorile , eh; ci abbia pro– curato rl Pane, u11 clarino, ol p,-incipio del secolo !,~~~i:;-,,3:."1°st:,°:'i,° p'/,f 0 };J;,~":t:i::e si~~ll:d b:;:r. EKh ,no,rdava talvolt a, dal clarino, tot s11ono pro– fo,1d~, ma stonato, che facevo sobbal.:arc il dirdtor,. e Voi Lo PerKola • ~li xridova costui, e sitt, "" bra– vo s11onotorf, mo vi capita spesso di pensa,- 6 ad al– tro/• · N.o, t>Klinon pnisovo a mdla; solo eh,, dal suo clorrno, per lo s11a bocca, sì effondeva tofoolto ~ir!r:i;it;d d;r~"~!m1 ,~nos~:m!:,~itt!~t!,,":t:ra, em~f; che f1gl1, mi bel giorn o, una p,cora capace final – me11tt di mandare 1111 belato... Insomma tolto costui llllti. uomini di porlut Parule di pochi s0tdi. Se li fa: cessi il conto, co11u•una volta te lo feci per me, di quello çhc siamo costati, dal prirtcipio del mondo od ogj i, " "•arrest i di stucco. Pochi alberi ci hanno nu– trito, pochissime btstie sono andate o ffoi,-e 11,l no• str'o sa11gur, e poco pam,o ci 110 /or11ito j vest iti. l,c certe epoche, la nostra famiglia ha comprato un solo paio di scarpe i11 "Vlll'nt'onni •. • Ma basta!• mormorò Giovan11i. dell: ~:;:~~~ ! 0 s:::;: ~bbia~~' 0 }:n:i ::·v:t1r:::..t:n1,~ Ar;;~r utf:'i~i/d~ 0 ·,o::!~"~~m~ b!o~~:,g•~:tl scs::p~:~t e, conoscono e Cl ha11110 vi.sto dormirei Uno di ,coi che posudn;ano u" canarino, fN arrtstato perchi di.ssero c~'ctli non lo avtVa tirato dal ciel~, ma da una rb~b~1Sò·g! !t!:ot!r~::: {trol •. * All'U niver_sitd . di P,ri,gio, ,iel 1930, co11obbi ,o, 110,no.str.oord1no,-10. E(l~ ho mtsso tutta lo for 6a dtl froprio ingegno per rif iutar, i bini eh, procuro utt rngi;: ;''t!~,;!:~o~ forse sì cr,dt dime,iticato. Nott f!ot,-cbbt ingannarsi ~iU. apertamente. Qua11do infuria 11tcmpo~alc, e le 11_1b, s, abbassano fi110al mio balco• ne, t mt gettono il 11,0,10 entro lo camera io sento onclae alloro, /aiù "UÌCitto e distinto di un tol~ /rogar, , ':::r/1!f"/,:m°mi/~~~ ~~•~1fi ~~c!::~ 1 : 0 ut~ ~~~,:lob:r; * Poveri sino al punto di non poss1der1 "" corpo del p,so comHn1,· trovarsi od 1sis1e,-e in tr,nlo chili di carne,·. co" le forH, che egli. d0tlr4 perdere pe, O!fim~lars1,o recuf,era,-e p,r guarir e, due ucc,lli no" riuscir ebbero a volare lunxa mtmte, d11e,eotti o sollart ~:n:a~•b°p~c,,opiN 1 rdf~~- 0 ~istn JuJ;:nc~~c:'d~C::Sis~ toccò questo pov, rtd. VITALIAN O BRANCATI VITALIANO BRANCATI E LA CRITICA OICHE' queste nostrt pa,ilne non vo• P 1Uono es.sere, almeno oelle lntenr.lonl. se non documentazlon e per quel lettor i, apeclalniente, che a'avviclnino la prima volt.a ai nostri narratori, non sembri atrano che, accanto a acrittorl già e slst.emati >, che nelle loro opere hanno cioè port.ato a matu• rarJone 1 temi e l motivi più solldl della loro I.spirazione, s1 ala pensato a inquadrare la personalità di quelli che con attivo fervore hanno tentato nuovi orient.amentl alle loro iniz1atJ.ve,o del i1,ovanl&slml,nnuU su nelle ultime sta.glonl letterarie, che dl fronte ag:U attuaU mutamenti del mondo, valendosi dJ ancor ptù nuove e più dlverae e.sperlenle, si stanno orientando verso un'arte e una letteratura Interiormente intessute d1 quel motM propri e necessari di una tradlZlone nazionale dalla quale unicamente traggono isplralione, o tendono &ddlr1ttura verso voci che .superano I confini d1 cua. e sono dl una portata ben più ampia che non quella che s1 ode solo t.ra le quattro pareti della proprla &tarWl: esigeru,e, IU cul .s'6 f1à plil volt.e dl– SCU&SO con 1'1mpeg:nodl chiarirle e di .svilup– parle .seruacercare tutta via d1 violentarlo in nome di un intrinseco mlto, e che recano in 56 I aea:n1e le forme espres.sJvedi una senst– bllltà morale e artlat.lca a null'o.ltro metro at– tldat.e: se non a quello d1 una rude sincerità e dl una più .sentita urgenza di chiarezza. Polch6 g:11 anni torbld! dell'anteguerra e la i1Jerra atessa lungamente macerata han por– tato nell1nflnttà delle coscienze una nuova eslgenza morale e moralistica Ced è !acile notare tn questa dt !fu.sa ealge,nza I puntl debolt, quelli o.scuri, quelli, anche, almeno apparentemente, contraddltor1, cosl che non tuuo pu0 e deve essere accettato e passare per valido), c'6. nel nuovi scrittori, un fu – v1do Impegno artlatico, attraverso prove, rl• prove, esperlmentJ, c'è, pii). o meno scoperto e diffuso ti ,e-nso del racconto o del romanw, non come molteplice numero di pagine ma come Intensa misura delle cose e delle per• sone narrate , come di.steso .sen,o delle vt• cende, del tatt i umani. in cui l'lntrecclo e f personaggi non aono semplici canovacci o artutclo se costruzioni, bensl Il aegno di un determinato modo di vedere e .sentire. qua.si :u~: ~\d~~F!1~g~~~l~~ùEdam/!~~a~ del resto, che noi abbiamo sempre chiesto al no.stri scritto ri, che obbediscano alla toro in• tlma voce e che essa li conduca a risentine ln .s6 anche le voci degli altrui casi ed eventi, a trarre da clb una nuova dlmensloae ed e.,.pres.sloneanche per la loro arte. E, polchfl oggJ si parla di Vitaliano Bran – catl, potremo noi puntare anche .su lui per l'avvenire? Che cosa han trovato I auol critici neUa .sua arte, che per noi già presenta una cert-a scr~tà d'intere ssi. e che ha .sotolineato il tragico bilancio del dopoguerra con parole che sono la manifestazione necesaarta d1 un proprio Impegno e di una propria n«:essltà? Se0%& ienlrare In .sottili dlscrlminaz.lonl cri– tiche, ala nel senso della. dlstln :tlone d'art-e e non arte, ala 1n quello dell'lndlvldua.tlone del suo temperamento artistico, del suo mondo poetico, del suo Unguanfo, della sua logica, I .suol lettori che cosa han trovato nel suol romanzi? li punto è ciue.3to. Ogni cataloa:a• z.lone,al dlceva. è sempre estremamente pe– ricolosa. Col libri di Branco.ti sul tavolo, a let– tura tlnlta, noi cl alamo trovati dlnnaru.t a un Intento e a un ruplro diversi pur m pa– &tne quantitativamente UJU&ll: c'fl stato U 'blioteca Gino Bianco roZQanzo&e.rittoe sentito pagina per pagma. ln un.a cur& tutt& lettera.ria e litl,i.stlca, e Cl oono state pagme e v1cenaeaa romanzo tt.nche tn poche oattute, e pag:lne ricche so10 di enorm.!ta morall, amblg:ue,intricate. Chi legga 5aprà trovarle e collocarle da se. Ma è chiaro che BrancaU si sforza, per noi, di interpre ta.rt nell& luce della propria ricerca le a..spre esperienze Qel tempo 1n narrazioni ricche 1n ognl o&SO dl maturazione intima e di ri– flessione: laddove altri han voluto calcare 11 loro g:ludltlo 6ulla tendenza dello .scrittore alla satlra . o·accordo, haturalmente, ma è un dona, raro, si, che rl5chlerebbe dl dtven• tare U aua limite, U auo punto di mlnor re• ahtenza se egli non lotta5SCduramente con– tro la faclllt.à. della sua lsptraz.lone: neces• altà già evidente ln ciuel volume che è Don Gfovannf fn Sicili a, che resta ancora U suo m!gllore. e U plù persuasivo. su BrancaU non esla:t.onosaggi in e.steso; t .suol critici s1 sono occupati di lui In occa– alon.e della pubblicazione del suol volumi, In recensioni anche luna:he, nelle ciuall quasl sempre essi sono ritornati .sulle origini della aua narrativa. di modo che 6 tacile al lettone aver dlnnanU un esatto quadro della aua... avventura spirituale . SI legg:no dunque, In– tanto, l'articolo di Luigi Chiarini. su e Sln– g:olare avventura di vlag:glo •• In Q11adrivio del 1934 (n. 11}, e sullo staso volume le pa• &:inedi A. Gandolfo in Puntate 1ul presente (Catania , Studio Ed. Moderna. 1934, 122·132 ); di G. Bellone! ln Mercurio, febbraio 1941: di M. Alleata, In Oggi, 21 giugno 1941: di A. Pie• eone Stella . ne Il M euo.ggero del 26 agosto 19il; di E. Cecchl, nella Nuova Antologia del 1. marzo 1042: di Luc, Anceschl. tn Lettera– tura de.I Lua:llo-Dlcembre 19t2; dl A, BocellJ ne La Nuovo Europa Qel 9 dtce.mbre 1H5; d! B. Romani, nella Fica del 25 luallo 1945; dJ Giacomo Debenedettl nell'AvcnU del 1. di• cembre 1946;di P. Pancrazi.,nel Corriere dtl – la Stra del 7 settembre 1947Cevedi anche ln e Scrittori d'oa:il • 5 serie, Bari, Laterza 194'1 :r.:.E33;; ;:;~, s~J~l~\J~:b~:~r~~ di Alfonso Gatto su Don Giovanni in SlclUo. In Primato , n, 15, 1. ngosto 1941 Cc colpisce di questo romanzo l'espressione a.ccentunt.a, ln umanità . di un'immagin e storica della provincia meridionale, g11 fl.asata ln carat teri conve.n:tfonalme.ntefermi e astratti: colpl.sce nelle pagine l'impasto nuovo del llnguo.gglo che affonda nel .suol giudizi come nel succo stesso delle cose dette e scorciate nello. loro rappresentazione a convenire un'lnt.eao. di slgnlflcatl tutti acuti : colpisce della tecnica la libera atmosfera creata senut lr:dug:1dc– acrlttlvl nella rapida vena corde di cui I per– aonanl della atorta traboccano nel paesaggio e nella vita della. città, come nell'ampl ezzn e.strema del proprio gesto e della propri a rt– gura ... •>. E per queato .si vedano anche le due pag:lnette di Olga Lombardi In e Scrittori del tempo• • Pescara, 1949, 89-91 : La Sicilia di Bran.cati , ove anche si insiste aul tono ~•– tirteo dello scrittore (ma abblam detto che In certi luoghi In pennn e l'estro prendono talmente la mano a Branca.ti che egli perde ogni mordente e ogni .sorveglianza di stlle. (e •• .la provincia di B. pub collocarsi agli an• tlpodl della città. ideale, la sua satira, nella qua.le e pure tanta pietà e tan ta nostalgia. corri.sponde, nella proporzione della rea.ltà al sogno, alla visione di un utopista... •>. DI– scorso cui, con più sottile analisi, si riferisce Ougllelmo Petronl nel suo saaa:io su L'hu• mour letterario degli ftalfonf d'oggi <Ullue, IV, 11, Aprile 1950,p. 5711): e ... pos12.lonepa.r• tlcolare, prlvlleg:lata e perclb anche perlco• losa quella di B., 11 quale sa cotl bene quale arma e riuscito a manovrare fin qui con abl• lltà sorprendentie, cbe l'uso rischia qualche volta di divenltt: puro vlrtuosl.uno; baste· tt:bbc Infatti un lea:a:ero.sconfinamento dat termini ln cui. fin qui, egli ha saputo tener.si, perchè certi suol elementi cada.no pari pari nello. umoristica. Ma B. ha fino ad osa:1di• ;nostrato con.sapcvoleu.a. di tutto questo. ed. I auol personaggi hanno goduto della vtta e del mordente che possono attlng:ene alla par– ticolare dote di questo scrittore senza deae• nera~ e avvillrsl ,: Idee foue ancor più chia– ramente espresse nell'articolo dedicato al Bell'A.ntonlo, l'ultimo romanzo d1 Brnncatl, nella Piera del 25 giugno 1949. A proposito del quale romanzo la crit-lca è stata unanime nel rlcono.scett:al noatro scritto re un'acre vo– lontà caricaturale, rispetto alle figure de.Ila no.stra recen~ storia pollt.lca, person&Sifl e buffi • (buffi In modo diverso ma pur affine a quelU di Palaueschl) che qui tro\ 1 ano la loro t! p:mslone più libera e feconda, e cM Branea tl ha e lavorato •· anche In chiave ero– tica, con una immaginazione aempre più de– formata , dando vita a. pupau;I carichi di umori tipicament e siciliani, ma proiettati au uno sfondo tanto più a.s.solutoquanto più si vale di elementi riconoscibilmente locali. SI guardi per questo: F. Fuscà, In Italia che scrlue, xxxn, ottobre 1949, p. 178 Cc.. .pro.sa Immediata e viva... dialoghi natura.Il.salmi...>): U. Olobardl In Il Ponte, marzo 1950; o. Pam. palonl In Bel/agor IV, 1949. 6, p. '129e agg. <cui si richiama anche L. Ruuo In e r nar• ratorl > N. Ed. Milano, Principato, 1950. pa • glne 301-304 ); ove Il critico tenta d.1 dlmo• strare, e dimostra , come U B., nel 1uo umo• riamo, che tende alla penosa m&Unconla, g1 avvicini all'art.e di Lulg:IPirandello. Tea! non arrischiata, sol che 11I pensi alla critica dal• l'uno e dall'altro moan alla Società. Solo che Pirandello, avvert,e Il Pampalonl , e scrittore naturalmente più forte. ma prosatore mena .svelto e fantasioso del Brancatl, portava nella .sua critica alla aocletà un'Intenzione più aspra: la sua opera vista a distanza. si dell• nea come un articolato e compleaso tentativo di rovesciare direi 111 l1tftutf au cui st fon• dava la moralità (O l'lpocrtsia) del IUO ~po. mentre U Brancatt, capitato a vivere in un mondo assai più l&Mlsta e sconfitto . ed e.S• sendo dotato più di gu3to e di acettlca tol• leranza che di dura volontà denunciatrice, si limita a un rillevo del e costume>, al mar• g:tntdella moralltà, ed Insinua nelle sue opere un appello sentimenta le... >, giudizio che cl piace clf.Slllrlcarefra I più acuti finora scritti sul nostro autore. Al ciuale, pur con felice dl.samlna, già si avvicinarono scrittori come O. De RoberU.s (T1m1po, 1948, 12), O. Tf'ev1• sani Clniientorto, 1950), D. Porzio, (Oggi, VI, 23 f.ebbralo 1950)e ancora A. Bocelll m Mon· do , 1949, 23, p. 8). per non dir dl altri, e cl sembra di aver indicato co.sl le fonti più degne dl rilievo. Alle qua.Uvorremmo pur as• giungere quella apas.slonata pagina di o. De• benedetti , Branectf e ,la dljjiden::a , pubbll• cata nel g:là citato Avanti del 1. dicembre 1946,con la qua.le pure collima li nostro pen– siero. RENZO FRATTA.BOLO

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