Fiera Letteraria - Anno V - n. 4 - 22 gennaio 1950

Domenica 22 gennaio I950 LA t I E R A L ETTE R A R I ,\ GA LL1ERIA DJEGLI SCRTfT 1f O R1I Ill ~Al L1fANI RITRATTO DI CORRADO ALVA L'uomo e la letteratura I sanlucbesi sonopoet di GUGLIELMO PETRONl di MARlO LA CAVA L ASPONTANEAsimpa - pare costit uzione, appa re li- ma centra1e dello scri ttore tia di cui fu oggetti> bcra d'ogni attegg iamento ris petto alla vita più libera. Alvaro da part e delle volontario e intellettuali- Ci resterebbe da segnalare generazioni più gio- stico. l'amore che Alvaro ha sern– \'&nt, nei decenni passat i, !u Tutt o ciò può spiegarci pre avuto per la «cronaca)>, di natura istintiva, non eb- come, uno scritt ore di quc- l'ascendente che hanno avu– be allora una vera e ussolutn sto genere, che, ama :1tt ac- to su di lui .elementi della giustifi cazione cri tic a, mn car si alla realt R, che cost rin - rea ltà: quoti dian a, ma anch e tu dlUusa e, general e. La ge un notevole pote re fan - tutto questo è impllcito nel– verlt-fi era che una glu- tast ico nella eICicacla della la sua non ind ifferenza u– stl ficazion e cosciente non pa rola e nella evidenza del- man a, semm ai può sot to!i– la st pote va ra gklun gcre: gli In imma gine reale, riesca :1 nca rci la mod.crntt a, del suo eleme n ti che in A!l.varoese r- sottra rsi a cer ta crud ezza temperamento e mett erne in cita van o un a certa attra zlo- narr ativa , dalla ma ncan za luce quegll aspet ti che ne ne eran di tal natura che, di for za PoCtica, anzi, ne l sono tra 1 più sin golari. Cre– se pur era possibil e avverti- term ini di questo suo reali- do che 1n questo senso mo!– re, difficilmen te poteva es.: smo crudo e soffert o, spcs- to ancora pot remo dir e qua n– ser definita In un mond o nel slss lmo Alvaro è uno scrl t- do uscirll un suo nuovo li– quale t utt o Indi stintam ente tore tenero, uno scri ttor e bro che pare ormai finito, concorr eva alla Joro tncom- che sa raggiu ng ere inaspet - nel qual e una specie d i dln– pre nslon e. Molt e cose che-, ta tam ente !in ezze di stile, rio diviene co1loquto col nella vita delle giovani ge- Inaspett ate dolce zze espr cs- tempo, div iene presen za di nerazlo ni di quindici anni slvc e, tant o per dare un tut to il suo tempo , perchè or so no erano più o meno esempio, quello che ci vien~ Alvaro d imen tica se stesso, conq utsi c da erret tt~arsl prim a a mente, basti rievo- anche quan do par la ris pett o bran coland o nell'incert o: nel ca re <( Fuga », uno dei J'ac - a se stess o, ed ut ilizza la pr0- tem peram cnto nar rativ o di contl del volume « L'ama ta pr la esperienza dove può es– Alvaro più che In altr i s1 all a fin estr a ». Ma n on vor- sere utile àd un colloquio presentavano manifest e an- remmo im pelaga rci nel giro cora le. che se no n necessariame nte della citazio ne , anc he per- G UCU ELMO PETRONI Corr ado Alvar o, l'ul timo so ldato a destr a, al tempo del le u Poesie in grigiove rde,, M OLTI a,rni .so110passat i da q11a11do Alvaro frrn• ci11ll o percorreva lt oscure str(ldette del s110 pae– sello arra mpicato .sui mo11ti; le du,-e 11ecessità detta vita I.o lto11110 trascina to lo11tano, pi1ì egli 11011ritorno ai lt,o– glu' della s,w i11fa11cio, dove la s1w mente co11obbeil pri- 1110 li11v,a1u:.io e il mo re eb– be le prime cspcric 11u . Mo forse per q11esto, ta11to più egli vi è rimasto attaccato col se11time11to, e lo t1ostal– Kia fcr 1111 passato irrime– diabilmente perduto è la no– ta fot1damc11tolc c ,os tante della sua arte. No 11 è solo il vaf,!l1eg_g_ia– me11to fa11tastico del paese t1atio, quale potrebbe sorge– re i11 clii1mq11csi foue tro– vato dalle c1rcosta11::ead ab• bondo11arlo: è il crmto acco– rato di· clii ha obbat1do11oto, iirsicme al. IHo,:o particolare della ,s11a origine, il popolo C::fvo~~al~ !!t af::::· / ;~!! tutti i calabresi coscie11ti sente clur it popolo ùsfelice al quale opportil'11e merita la pi1ì stretta solidari età u11ti– r11e11tale dei suoi fi,:li. Tragica la Calabria nella s11a pCY'vertà, disperato l'a,ii.,. ma dei Calabresi. lo vita 11011 è bel/ti, la durc::za di tS • "l"O tempro i cuori dei pii1 provrtt ,, mo picta pure i de– boli i 11 1111 dolore scn::a .li11e. Prrcl,èf Ecco t::he sorf,!c il proble– ma tic/la gi11sti::io. C'è iii Al– ~aro 1111 J:.rid(? fii dolore che wvorn grnsh::ra s11 q11esta trrro e che costituisce it to– no piri alto e poietico della s11a orte. Giusti::io per sè, prr le si11J[olaritàse11time11- tali della s110anima, e f,!iH, sti::ia per tutto tur popolo oppresso dolio svc,it11ra. E a tal rig_.11ordoconvic11e gettare ,mo .sf,!11ordo, proprio .t11 q11etvilla;u: io impervio di S. lr,ca, sulle pe11dici del– l'Aspro mo11teoric11tole, dove Alvaro è nato. Co,1osco aper te. E non voglio dire chè Alvar o ci ha dato in che Alvaro esponesse col suo abbondan za un tlpo d i rac– lavoro di scritto re una idea cont o nel qua le, le sue qua- I I ~?tc~nm~n;gpgo i ie~~: ~er;; ~~~.As~~os~~!~~;~t 1 e~r~~ dolce sonno - dei vi -venti teneva .vive nello spi rito seguito come pochi Ja sua stesso del suo lingua gg io, strada senza concedere n~1l- · nella tor1,a delle sue · Imma- la al rl chlam i di modi o vtr– ~lnl, nella crudezza e nella tuoslsml che pur.e non h::i. costan za dl certe r appr csen- Ignora to ed an zi, qua lche . . . . • . . tazio nl, sempre sorte da un volta, è da dubitar e che_ab- G !A' 1101 l_'avC\•:uno detto hanno qualcosa da d1rs1, _s'm- Raewnto dt CORRADO LVARO r~nza. fo sar ei st~to buoni?. qu.anto lo circondava. Ccsari - ~l~O~~l~~~c~~a~~c t ~~i~a/ ~ ~~ esatt~~f : c~~~ta;;n~: ~;y~~ ~ ~~sf,~~,i~,~! 1 eq::~: 1 ,~~~ ~~:!~~:~b~ :Ca;~a;i n; c~~~~~j ( . ; aio~ ·; ; i~; ri c~:~t J~-iu~~~ ~i bN~~to:~: \~cii' ~~e ffirnf;;? anche _se no n sl mani fes ta- senza ;ar ei intrnyed ~rc 11 ?-.!incili a cena. ,Si _sa J>cr impicc~rsi.. Cesarim? par- aria assonna ta, lenta, di uno Minelli se ne fosse andato, e ~{i chic.se scusa .di trovar s! E' una ca!iaglia. E' una c~- va. in idee ape rte, anche se, meccant smo deJl assimila - clic. cos'c. acc~<h!to tr_a I g10: lava dt Mm~lh come s1 par- che fantasticasse. Mia mo- fosse finita Quella serata che la ubbnac o.. Quando torna i rogna. F inge •· Tanto 10 corse, ~emm eno in lm po- zlon e. \'ani nçgh ulti mi a.11111;_ questi !crebbe dell_mn_a!llorata, con glie era molto premurosa e ci teneva irragionevolmente n~I bagno,. \•1cl! c~e avevano ~uanto s~ia madre, vedemmo teva dirsi assurto ad un a Benché, ad un prl_mo mo- ragazzi ~ 1~ 11110 _conoscmto la la stessa c11~1os~ta e lo stesso affettuos a con lui. Egli parlò in ansia. E invece tro vammo disteso Mmclh, merte, sul 11 suo v1so_,nella barba che soluzione definiti vam ent e ment o. il pensiero d1 Alva ro gu<' r.rn c_ivilc, 51 s~n? d_ata-la r~ncorc; gh g1raya attori:io, cli sua sorella. l\lia moglie la luce accesa dappertutt o, e davanzale del.la finestra spa- affiorn_,•a p1u densa sul su,o ragi onata. Oggi però , quello cl, riporti immediatamen te ~acc_ia, s~ .sono ucc1s1, s1 so1!0 s1 stam~ava. ogm atteggi a- pareva interessarsene ; ma un'animazione, nell'apparta- lancata, floscio come s~ po- \'IS O d, ra.1:azzo, e per la pn – chc poté sembrare _una ad e- all idea della ?al abr la, all a nnpiccal!. Onanqo tornò, su- mento (h 1~1 nc!la mente e Cesarino e io ci guardammo, mento di cui conoscevamo sasse . la ~esta sul pah_bòlo. ma yolta. 1 scorgemmo la sua ,slone alla vitali tà d l uno durezza cd all accorat o scn- bito dopo, Ces:mno era st9r- nella fant asia. Non S? ncp- e la nostra inumanit à di ogni voce consueta, da farci ~s armo d,s,se: e T e lo dicevo faccia d uomo, come f!)~Sc scrittor e ricco e ~ocref1:t!?, ac- tim cnt o d'un destino urna- dito; la no~te a\•eva dcgl'm- pure se q_ucllo fosse odio; cr_a uomini, il nostro odio abitu- sospettare un fatto insolito. 10 • che non banno ~cssuna nell'orrore, della guerra c1v1le qui~ta ben al tri slgm!lcat !: no che. nelle genti della sua cubi; m:ing1ava . voracemente. 11i1'attraz1one,. come del poh- dina.rio di uomini si legò nel La Port a del bagno era ccs,stçn~a :t, E ra s~ di~fau? _.qualcuno l ha veduta, e senza oggi non sono nemmeno pl u terra , è parti colarment e dCJ- Poi stette meglio. Cercammo z1ot10 che s1 stampa nella r,ostro sguardo per poi scio- aperta Dentro scorgemmo creai 11 polso dt Mme lh , accorgersi che ha ancora una necessari e vere e proprie loroso; occorr e, ten er pr e. cli farlo par lnrc cli quell!' c_he mente l'[mmaginc dcll'uo!ll.° glierSi sbii:rotti to. , due e·iovani attorno a uno batte va appena. Av~~a la bo~ca d) ragazzo. Pili tar di spiega zioni In questo s~nso. sente. an che l Alvaro che ;we\Tapassato, ma non ci d1s- che va n~~rcand(?; e stab1h- E' inutile dire di che par• nudo fino alla cintola, e lo front~ fredda; la sentii sotto chiamò 11 telefono, !'!Cli~ no~~ Ciò che forma va J'attrat- non t1cn~ il secondo pas to, se mai nulla., Certo. aveva s~c con lm ~111. v!1!colo. 1 N_on te fosse ro i due giovani . Im- picchiavano. Ma lo picchia- I~ mia manu, la s1ia fronte te. E ra ,la madre d1 Mmclh. tl va più sotterranea dcll'o- che è direttamente conso-. veduto che cos è sangue. . si conoscono ! hm1t1dcli odio; porta soltanto che il rapporto vano, come vedemmo senza g1ova~e, qucl!a fra g!lc parete Allora le due donne parlar o- .upera di Alva ro, si è reso'com- ~uent e del pr im(:hIn!at,ti Al- Ccsafin o era stat o da una so per cspe~icnza ~hc spesso fra Cesarino e Minclli diven- crudeltà, Cesar ino e {mo dei che d1fend~ 11 pc_ns1cr~ e la no. Le lampade accese nella pr ensi bllc col mutare dei vnro non ha soia dett o l_n parte, 'Minclli dall'altr a. Non r~sent~ la. d 1 sf?craz1onc. Ccsa- ne monotono e quasi irritan te. suoi amici, pcrchè Minelli era mente e gh occ~i dcli uomo, c~sa avevano quefla tensione tempi e l'allargarsi del\(' nost algia. il dolor e, la tri- s'erano conosciuti al tempo rmo c1 n cmp1 per un pezz? CCS'arino insisteva che Mi- ubbriaco da non re.rgersi in C?me aveyo sentito la front e dt certe ore notturne, quando possibill tl\ int elle ttuali e v1- stezza delle sue genti e del- della guerra ci\'ilc, ma qui la testa con questo Mmclh. nclli doveva bere, che doveva piedi, caduto in un tor porè d1 Cesarino qualche volt~, sembrano fare uno sforzo fe– tali di tutt i, i? special mod~ lhaSua 1 tertra. ma spess issl~ o in c.iu à.. Cc,sarii:io parlava T~ finalmente . Minelli ~•enne re~isterc e ~ere, ,e bere si- da catal essi, e insensibile ai ~ua nd0 ~•~J~ "!alde. Lo ti:-a~ci- dcle. Le due donne parlavano delle generaz ioni all e quali 8 r voi O lo sguardo, da spesso d1 Mmciii, uno del- a cena. Cesarino era molto gmficava, m1 parve, essere colpi. E rano ubbriachi anche arono 1 •~• 1 ue anuci, e con _quc!la vçce confidçntc e tutt o era sta to precluso. La quella _desolazio ne, all' alt ra l'altra parte. come avrebbe gentile, ma ecntilc come si uomo rotto agli agguati, ai i due che picchiavano per ri- quel corpo iner te ora . occu- puenl c 1~ cui le madri con– importa nza çH questa. pas si- desolazione della grand e Cit• parl:1to di qualcun o che gli può essere gentili con una pericoli, alla morte, a tutti i scoterlo dicendo che voleva- pava tutta 1~ casa. Avevo fondono 1 loro figli c. si con– billtà . di ques ta for za dcll'ar- ~à. all'al tra desola zlo~e ur- fosse entrato nel cuore. Sono bestia che diffida sempre di sentimenti che ribollono in no rime'ttcrlo in piedi pèr ri- paura. 1 chel gh Fpo~ ~sc mani f~ndono: _e Una u~bn acatu ra te di Alvaro, non è dn rl- r~n t~e}la l iale l~a vita s;:i.: trent'anni che siamo in _quc- qualch~ tranello. Fu llt"!a sc7 questi raga~zi. Minclli beve: mandarlo a casa. Forse , tro- f~~~~ Id' p~o . . 'li ;:tCS':) su dt ra.r~zzl. Le soh_te cose dei cerc arsi nel !a tt o che mn- ca e ~ a P U cv en te, P u sto stato, rasentand oci e rata p111ttosto penosa : s1 capi va con l'a na sottomessa, d1 nn dosi .J'.)ra con questo uomo n 1 O!sar i,no. .espira~a ragazzi. Il suo ~gholo dorme. ni!estasse un modo di pcn- cot phcda~a .. m 1 .0 11 non 1 meno odiandoci. A volte viene la che si parla\'a due lingue di- chi si lascia tra scinare. Quan- che aveva perduto i sensi /f;n a. t sar!nbè ~ 1 1 sdrt ~ò Dorm;,,- tranquillo. Respira sar e. che ne rag ionii.ssç il CO m a 1 l11 11 e _tr stez7,c stanchezza. La sentii questa verse. Nei discorsi di Mi- do finì la cena, e fu un sol- erano spa,•cntati. .Lo picchia: u appc o, ooic I SllO e · -,, ... . contenuto; ma Invece nel ed err ori. Anche m questo stanchezza l'altra sera a tea- nclli si poteva Immag inare licvo, Minelli j:!'ttardò la ma- vano sul viso sulle spalle Jc 10 era oc~upat_o. Nella stani ~ I & ratto che la sua prosa. il suo d:verso t m~ndo, ~cqulsl~o tro. trovando uno evitato da come parlassero in famig lia. dr c di Cesarino oome se per- braccia, dav~nti alla va'sca accanto_, I SUOI ~!.!ec~mpa~, ' ·, linguaggio, la ll'Ua visione P ut os O e e pa sse uto co- 1111i.Se ne_stava con le spai- P_oichè. non si _intendevano i elesse una orotcttr ice. . da ba~no su cui la doccia vanegJ;:'rnvano. iccn ° c e , delle cose e la lorza con la mc quello della sua Cal a- le contro 11 muro, come tm dl!:corst . Cesan po n,on fece Non era accaduto mente, scrosciava . Le gocciole d'ac- voleva.o~ tutt i e due essere 1 quale le rappr esenta , le si- gr ~a, Qt:e!lo ch 1 n~n ca mbi a carce rato, un condannato. An- che stare addosso a Minclli ma mia thoglie ed io usciva- qua sul torso nudo del giova- f.°mpr cgi ~a qualcur o, e. c~c gnl!lcav ano con pr epat enza O sp rito _e a horzo. rap- che lui cd io, ora, do\'Cvamo insistendo pcrchè mangiasse mo di casa irrit ati. O!sarino ne erano come un freddo su- amore, amore, 3 2'tOVI• attrav erso )a parte cipazione prcsc n 1 tat va , anc. aequt Al- essere nemici, e un tempo e bC\•essc,_ le sole cose su cui aveva assunto con Minclli dorc. Si volse O!sar ino, e di~- nec:.. .. . ~imana, la generosità con vnrotf serv e dcgdh lsl ssl elc- eravamo stati amici. Lui a,·c- ci si J)otcssc intendere. An- un'aria di protezio ne che ci se gua rdando con due occhi sann o avverti, come _un cui Alvar o ha speso nella men · e sono e a st ess'l ,·a l'aspetto ro.;icchiato tlella che noi facevamo lo stesso, faceva paura. Fra poco sa.: di vetro : e S'è ubbriacato, tempo quando era assopito, sua prosa. non solo le ~uc evidenza se pu r perd e quel ,!!ente che ha sofferto l'odio, ma Cesarino parl ava come sfi- rcbbero arr i\'at i altr i due non regge l'alcole. Che ra zza che nella camera ~ra entrata virtù di scritto re, ma le sue ta nt o di n ostal gico e. rlcor- e forse anch'io ho lo stesso dandol!'. M_incl_li è uno cli ~uci amici di Cesari no, e si sarcb- di croci Fanno sempre così, su:1 m~drc. ~ Ila si accoSt ò a orcoccu pazloni e la su a so!- datr . che] sb!i.ora dlt 1 lttAll i ra c- ~spetto rosicchiato. ?.li acco- ragazzi dchcali c~e 1!'ang1a110 bcro chiusi tutti e quatt to a loro•· Corsi di là per disfar- M 1• 1 nelh, e l?'h passò la mano fPreni a d'uomo che ha par - con 1, ca a ieSi va ro. stai a lui. mi misi accanto a e bevono ooco. s1 tl,straggo- bere liquori. Minclli doveva mi del pastra no, e nel buio su a fron!c~ s~lle labbra, sul t,eclpato di tu tt o qua nto, ne l- 0 ~~Aiomo hè fo~~e»ò !ti Ul~ lui col? le._spalle al _nu~ro, -~ no. lascia.1~0 raffreddare i) bere, dove,•a resistere,_doveva urta i in qualcuno da cui ~i collo, secondo 1 1 s~o n_1atcrno la sua esperi enza person ale, r e. 7 j'? ~I e so I e\ nn u 1 non riuscnrnno a cl1rc1 p111 cibo nel piatto, e passa net mostrare la sua resistenza. levò una voce lamentos a. D1- g~sto con~ueto. Mmciii pan e ,u ha lnsegi:ato ciò ch e è ~!dic~~ 1 scuss 1 °n. qua~- di un saluto. . . l(?r? occhi i~ mondo dei bam- Uscimmo, tutta vi~ in pen~ic- ccva: e Signore, io. vorrei es- n scuotcr~1 ~al suo torpore, mglusto é clo che è dolore . t ~ 1 a sp ropo~ to. ~7 qu~ In questi rae azzi, l'odw bm 1 che s' incanta no con la ro; e tornammo in casa 1m- sere compreso. Lei solo può per adagrnr s1 come se avesse Occorr e insi stere su un ~Ifa 0°p~~~!~a~: f~~ze o~c~~ non fa lo stesso effetto. Essi forchetta in aria. A\'C\'a una mag inando che, a quell'ora, comprendermi. La mia soffe• acquistata fiducia su tutto ~at.to che !~ di Alva ro lo re, dal domin io d'una poten- ' :,crlttore, oc.:orre 1ntende~e za assoluta. non bisog na n– l>ene ca.me tutta la sua st r_ th - cerca re il significa to d iretto tura. d uomo si sia mamfc-- che può essere elemen tare ; s~ata ne,lla sua rappres en ta- ma a nche qui, nei momen - 1.1onc. d arti sta , senz a blso- ti più dramm ati ci, nelle de• gno d1espletarsi in U!}a ma- scrlzloni più int ense, bast'.\ ntres tazlone morali stica sco- cogliere ta !orza dolorosa de! ~ft! érf; uva~rùe s~~~rl : a~ : i ~i~:i~ ~ 0 gg~?· 1f ;;;~ ezill ~;i~ di Alva ro salt a fuori tutt o che si rende evidei1te attre: Intero quan to più s'Impas ta verso la rapp resen tazioni.! nella 1!1te111gen~e scelta del- vigorosa di 'situazioni urna– le sue 1mma~ lnt e, soprat~1t - ne, di ambienti in cui tutto, • to. nella soh da es pr essi vità cosi com'è det to, si !a csp rcs– del suo lln gt~aggio. Per uno sione di rise ntiment o, di si– scrlttorc, ev_1dente mcnt e, la cu ro giudiz io fortemente conq uista . d1 un linguagg io espr esso. non è virtu osismo, non è scr ittore che sembra aver studiq accademico, ma a,de- possedu ta da sem pre la pro• renza alla vlta, par tecipa- p'rìa maturitN che sembra zlonc ai sentimenti uman i. aver padro ncigt at o fin dal Alvaro. in questo senso è un pri mo mo mento ~a propria ese~ plo singolarm ent e si- mater ia; Alva ro va ogg i con– gnl!l~a tivo . siderato come figur a cen tr a– . E' moU.o soddi s{acent e, per le dell a n ostra lett eratura . chi cred e ne lla poss ibill t~ ar- Per il suo senti men to appas– tlstl ca ed um ana della nar - slonato che sl rive rsa sem– ratl va senza scende re al pre In un a rapprese n tazio– comp r0mess o con le id ee ne che agisce attivame n te, è preconcette, osse rvare mi- una de1le !lgure a cu i pi ù ~i nutamen te Jo spirit o della ri allaccia la nuova narra– na rrativa di -Alvaro. Egli ha ti va italia na; è uno degli sap uto sottr arsi all 'acca de- scrit tori ,che si é trovato più m ia d'u na sempli ce bellezza pro nt o e più giti natural– della esp ressione forma le ~ mente a mb ientato ne l clima della imma gine, senza ri - di ques to dopoguerra. « L'e– nuncia re all e sue virtù tutte tà, breve» , Il suo ultimo ro – di scritt ore; ha in somm 3 manzo che avra una conclu– piega to con uno sforzo tutto sione In un clclo di altri vo– d'uo mo prima che dl ar ti- lumi, cl con ferma tutto q,ue– sta. un linguagg io lett erari o sto , glacc hè Alvaro . dln nan– all a ad esione umana, ed è zi a quanto ha potuto OPC'· qu ant o ~ ta per oltr epas- rare nell'a nimo di tut_ti l'e– sare quel limite In cui le pa- spc rlenza di questi anm, non role anche le più beJle !inl- ha avuto altro bisogno che scono per libra rsi nel vuo to di accen tuare su un pian o e pe rdersi nel vani incanti direttamente sign l!lcatlvo in degli spaz i este-tlzzanti. Le senso social e, Quelle che sono oc: Poesie grlglQvcrd i », anc he sempre sta~~~ sue maggior i entr o· l'a lone del verso, sono doti, quanto na ra pprcsen– glà' in ple ~o cos tr ette in que- tata il maggior {ascino de!– sta esige nza, e le opere nar- le sue più 4'elle pagine . Altro rati ve che su bito seguo no non dov evamo chiedere a hu non, sono più costre tte, ma che già' aveva potuto far a v– an zl già vivono d i questa vertlre ad ogn i suo letto:· e nat ura che, in Alvaro, ap- qual e doveva essere il probl 1- POESIA D-1 ALVARO Sullo sfondo di un naturalismo ,mu co affiora no memor ie, idilli, dolenti rievocazioni e si diffond e il senso di un ingra to e precari o destino, che, insieme alle COsee agli eventi, reca la voce stessa della storia L A poesia In versi di. Corrad o Alvaro (Poesie arialoverdi, 1917; H vlaaaio, 1942) viene alquanto trascurata dagli studiosi delle lclterc, sia in rapporto alla vita artistica nostrana e sia nella stretta correlazione che essa ha con una parte non trascurabile della sua narrtlva, cioè quella che si appunta sui racccmtl ( La. siepe e l'orto, L'ama– to alla finestra, Misteri e avventu re, Gente fn Aspromonte) e su{ romanzi (Vent'anni, L'etd tmwe). Una correlazione, ove apparlscente e dove diffusa trascorrente congeniale, per quel che particolarmente riguarda il sentimento af– fcltùoso, cosmicamente terrestre ed umllmente ~~\:~ ~!u~uig:i,~~ ~u~~'ifads~~a t~~~lifo;ie ~aE~~:; Incidenza, ricordcrc,no che un'altra poesia, quel. la dcll'indiv!duo contemporaneo ,nella cornice e nella pili vasta responsabilità sociale, quan– d'unche drammatizzata e Intellettualizzata nei termini e modi risaputi . traspira dal romanzi L'uomo 11ellabirinlo e L'uomo e /orte, si accen– de o caldamente sl riverbera dall'opera lleatrale (Lu11r,a nolle di Medea). La sua isplra1.ione si traduce In larghe o brevi cadcnzalure, più volte trn il versetto bi– blico e Il cantare popolaresco, si direbbe a mo' dello Jahier, non senza mastrare qualche pa– rentela con le avanguardie pi ù spinte e, nel ri– guardi dei primi versi, traccie di collusione futuristica. La maniera libera, del resto, trat– teggiata CJ meno da vocalità bardJca, O!eremmo dire, non priva di tal quale andatura da sirven– tese (sebbene ne manchi totalmente lo spirito è piuttosto diffusa, qui da noi, e non di rado prende le intime movenze e Il gusto dei /éUbres. D'altra parte, nella congerie di movimenti, In– dirizzi, correnti, che sl accampano nella pocsiu Italiana da un quarantenni o, nulla è pili quasi nuovo nnzi innovante; e l'indugiarsi a proposito su quCsto o quell'artista , sarebbe inopportuno. Nel caso dell'Alvaro. diremo che, se nella ca– denza e in certa lntona1.ione da melopea, egli si riport i allo Jahler cantor di guerra, anzi di alpini, è _pur vero che egli abbia un carattere distinto, che si precisa nella modulaz{one: e Ecco l'estate, il tuo onUco ngno dove enlras!i trionfante sovra un corro adornato di ohirtonde di /iOrl artificiali. ,, J,"anciulle nuove corrono con aJI spovenlate e dipinte. Mentre le stufjefatte donne incinte ammoniscono ad ogni onaolo mu;e come incantati seonl zodiacali •· ~sa a quondo a quando, si fa sollcclta, come nell'Angelo bruHo; o lieve, con vago risenti– mento dl canzone, nell'Idillio. Ma, nel Viaggio, si condensa e Irrobustisce, l'l~plrazionc ora costretta e gravida di patetiche meraviglie, cd ora distesa e solenne, con spuntl riflessivi, drammatici, epici, che ne accentuano la spcçle quasi, diremmo, contadina. e ... Entre-raf. Farai fl rumore che fanno le case in riposo, dove pesano le pareti sulle travi non ,-assegnate stridendo il loro lamenlo di cose. Ti troverai sulla porlo, ancor più basso dell'architrave. La madre s'è confusa con le vecchie ma.uerlzie, con lo staccio appeso a un canto, col &acco dello farina, col 1'itratto di te bambino: ello è un pezzo della sua casa col ,-csPi1'odelle case In riposo. Ti auarderd attraverso la luno come Il suo pensiero tra·sparente e non li troverd mutalo >. (da Ritorno). E poi, sullo sfondo d'un naturalismo tra Il mitico e Il primigenio, trattnto, come sempre In tenore arcaicizzante, affiorano memorie, idil- 11 dolenti rievocazioni, e sl diffonde Il senso del– l'Ìngrato, precario destino nostro, che, Insieme alle cose ed agli eventi, reca la vuce stessa della s\<,Tia. Essa l!, altrcsl, la voce delle passate generazioni, che si riPostula In viva attualità nello spirito dei presenti; e quel che vi si muove,per scorci o adombrnmenti e quasi sa– cre confidenze, che pur sono rese, tnlvolta, cc;n linguaggio di plebe - la plebe che In dentro possiede Il divino della storia e delle stagioni - si Impernia sulla vita morale ed emotiva del– l'aaord regionale, delle opere, della domu, calabre, con un'intima attinenza verso il mag– g;ore evento dell'unlverso e della coscienza degli l!ominl tult!. Nel momenti più Celicl, Qua e là simboleg– gianti, J'A. sembra aver Presente Il Withman, coltivare una Incerta , non scaltra rlcordanza dello Eliot, sebbene, sostanzialmente, egll rcsU tutto In si!, raccolto e spontaneo e curiosamente Impegnato a differenzlarsl dai poeti ritmici egli che di rUmia esatta o costante potrebbe 'md – terne fuori. e ... Di. chi sono I canti- delle notti nostre e dei nostri mattini? Chi I! fnve-ntò per prlm ò? SimlU o Infiniti numeri, scienza certo, incalcolabile eternitd del canto. Si. affacciano dagU anni oscuri 1,allfdi volti. Voct 1'isuonono. Tornano nomi e accenti per brev'ora nel mondo. Si raccomandano al profondo istinto di non voler morire, Quello che re&la do dire è tutto quanto /u dello. ...Ma anche tu parll con quelli che verranno; vivi olt-re te slesso; vivi col veleno di non voler morire come io stessa terra non pronta ad altro che al suo dtvenlre. Sere, dolci sere, piene d'un rumore ,-assegnalo ouaz.:onte ,1eU'umida nebbia; voci dell'oldUd; alberi druidici; sche,rti primftiul; donne ridenti sullo specchio del laahi oelati. Neve tro abele e abele; stagni tra uno coUre d'alberi come Il luooo d'un delitto; pianura troppo fredda e qtua l morta, agitato dal ,.-ftmp del mulfnl come un r,al0PPo all'orizzonte di mostri primevf. ...Chf ci salverd dal tedio eterno dt queste cose che conosciamo, di veder giocare U mondo peri,etuomente con gli slessf temf della nostra infanzia lontana? •· E, vedete, Il destino dcl\uomo può anche non essere cantato In maestà ed In perfetta orche– stra, ma, cosi, un po ' all'impronta e con voce che può farsi alta per le cose che dice.. NICCOLO' SIGILLINO Biblioteca Gino Bianco r<'golarmente . Ha la fronte fresca . Non lo vorrei sve~lia– ro. Torncr.l domatt ina, stia tranqui lla, signora, sta bene •. E l'altra le credette, {u tran.. quilla. I due amici sopravvenut i usci,·ano a braccetto, barco l– la\'a no, e si lamentavano sem– pre di non essere compres i da nessuno, e scusandosi del di– sturbo. Cesarino dormiva sul tappeto. Sua madre lo copri con una coperta. Minelli dor– miva calmo, padrone di tutto . Era come se da un torpore di morte ioSsc entrato nel dolce sonno oalpitante dei vi– venti . Cun•i su di lui, guar– cl:unmo quel suo viso scono– sciuto al posto di un \'iso che conoscevamo . Certo; era più ~io\'anc cli O!sarino. Tutti e due loro dormivano. La casa era buona, c'era ancora una casa, e le coperte soffici per coprirs i, e la lampada per la ,,cglia, e l.r"finestra si chiu– deva piano, e lo spiraglio la– sciato aperto facc\•a passare l'a ria pulita della notte. COIHtADO ALVARO S. Lr,ca, e 11011 è ,nolto eh, ci .sono riton,ato. O!,!;:_i S. L11ca è fornita di luce e d4 acqua; ha la sua strada e 1111a corriera la per– corre regolarmr11te; ma so– pratullo ,ma /[rande segheria è stata impia11tota dolt'intra. pre11dc11za de!,!li illd,utriali della vici11a mari110 di Bovn– li110, e 11nIra/fico notn,olr si è svifoppa to. Forse per questo è cam– biato l'onimo dei Sanfoche – sif Essi sono 1111 miracolo di .ri11goforitànella stessa Cala– bria e ,io,i c'è progresso este– riore che riesca o pie1:arli. Pastori, .si adottano poco ol lavoro faticoso delle indv.– stric e dei compi: sono f,oe– ti e la vita del pastore ; quella cl,e pill si confd al lo– ro f,!e11ioflMo pastori poveri. clic mai hanno avuto una gui– da amorevole e .saggia in co– loro tra i borJ!llesi diriJ!enti che 11eavrebbero dovut o cu– rare ,:ti intere ssi. Il loro i11J!egn o i sottile, il loro se11time11to è prof ondo, disperSt , accant o olle loro ,nandre, .SH per le bol:Je dei 111011ti, essi parlo110 di Politi– ca e di filosofia come meJ!lio 11011 saprebber o i frequ1nta– tori dei àrcof i di cultura. Ardimentos i, come i ,r i– mitivi, pro11ti oll'ill trigo e a~ la lotto, sono altretta nto ti– mid i e goffi neti'ada ttamnt lo ai congef,!11i n11ovi della vita moden,a . la moccJ,iHa è il diavolo per loro; e ho visto di re– cc11tedom,c scappare al pas– saggio di un camioH, com,· pa::::e; oll're tagliava no la J"trada all'ultimo momento ~1cll'on1;osc{o di '!" pericol ~ un,nagurano. Una ler~o per poco 110n andò a finire sotto le r,uote, con l'ideo di salva- ;:a '':a/,,~: .ieA,,dar,~':o ~h~i!~ di scal:zì verso i fo 11di dei po4ro,1i a raccoglie re le uli– ve. Altre scendevano verso i paesi dello marino o fare compere. Una donna, appor– tata, .si lavava la faccia alla fontanella cl1e sgorgava da m,a roccia. Certo non dove– vo avere nomme no la boci– ,re/lo 11ello,.suo povera cosa, dove il mOf,!f,!ioresPazio 1ra occ11pato dal porco. Escono dot villa ggio, coperto d'im– mo,,dide e tl'ovano nella bd– let:;a della natura la libera.- tio,re del loro a,iimo oppres– so. ~ Della ,,atitro no,, lia11no paura; ma del xoverno, d,l – le 111accl1i11e, dc1:li uomini cfre stam10 nell'alt o si. U~ pastore si avvici,1ò e mi clsie– se se potessi parlare io col podro11e del camio11per sc,i",,. dcre in macchina fino all9 tnori,,a . Risposi, purtroppo, che anch'io ero ospite 1ton a.~1tore:volc: egli tacque e SH· brio s, po.se m commillo pe, il lo11ta110paese. Cosl è S. Luca,· e certo la Calabria è altra cosa. Ma se si v11ole risalire alle font i dell'art.e di Alvaro, con lo S11a trute::::a e le sue com– plr.ssitcl psicoloJ!ic/1e, con il suo sc11so del meraviKlioso e lo s11t1 delicate::za con la selvaggio e11erKia d~lle sue pasjioni e lo primordiol<. soggrsto, 110,1si deve dime11, ~1:::11~~ sr:~r/;:es:,fs~:r~!l:· brio, dove 1111 popolo di g_reci primitivi affronta 011cora co11 lo strsso animo antico il du" ro destino , Roma, 7-1-1Q50. i\lAlU O LA CAVA.

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