Fiera Letteraria - Anno III - n. 26 - 4 luglio 1948

Pcl(ina 4 llllLIOTECA UN GAROFANO due poetiche tra Vittorini stampa ora, editrice Monda– dori. un romanzo (u Il garofano r0S• so u) serino undici anni fa, pubblicato in parte su Salaria, vietato allora dal· la censura; e delle vicende es1erne ee intime di quel suo libro discorre in unn quarantina di pagine d1 preta. zione. Lo storico o il cronista della no. stra prosa contempornnea potrebbe eser. ci1arsi a simare qu~t'opera nel:'am– biente che l'ha vista nascere, quello di Sol:iria. Ma a noi. in veri1à, la data di nasci111o di pubblicazione di questo li– bro non importa eran che. Ossia, im– porta soltanto come a lettori della be· e impanante prefazione che appun10 (a:munzla un avviso) non può esser pubblica111 seriaratamente dal romanzo. • Certo, è !:ran cosa che un libro gio– vanile resista a:Ja lettura dopo tanti an. ol e mu1nmenti. Perchè il Garofano ci che consigliare la leuura della prefa– zione. E' un discorso sul romanzo, sul 3uo deviare e S!)Crdersi de'.la primitiva funzione di includere nella sua forma quanto rimanev3 ormai fuori della poe. ;ia lirica tr:i.diziona\e, sulle sue passi. bilità di ess:ere ancora una congerie, una sintetica unità espressiva, un n poe. man come il Chiscioue e Le Anime Morte. Vittorini vi parla, 3ppunto. della s1oria del romanzo e della sua dec~– \:enza odierna; e, di passaggio. giudica i:i poche parole, di autori ita:iani e s1ranieri. moderni e antichi. E' uno di quei sau.i che voglion essere e sono testimonianza di quanto afferrano; scrit. 1i, perciò, con la medesima densi1à e voglia d'eco di una pagina di rom3nzo, senza l'ombra della pedanteria. come gli scritti sulla letteratura amcric:m3. Naturalmente, le pagine scrine in que. sto modo pagan pedaggio a una certa form3 di personallsmo, di esibizionismo, magari. Vittorini, cosi come dice u io 1, in ogni libro, dice n io" anche in que. ste pagine, drammatizia i suoi casi. i suoi anni, le sue esperienze leuerarie. con degli atteggiamenti da " puro fo:le 11 che 003sono seccare anche i suoi amici. ,\\a ~on è questo, dawero, che conta. Qui conta 13 verità delle cose che Vit. torini si dice, la forza delle sue opinio– ni. 1anto più penetrami delle prudenti certezze di molli critici. Le p3!,!ine sul!a funzione dello scriuore e sulla sua re– sponsa.bilità di fronte al'.a verità; quel. le sul melodramma; quelle sulla propria personale felicità di autore, ci sembr3no jegne di essere !elle con molto ri. spetto e'considerate per quel:o che esse ci dànno, di energia, di chiarezza. Ancora una volta un libro di Vinori!J.i {romanzo e prefazione, ma sopratuuo lo prefazione) è c:?rico di una profond'.l fiducia nella vitalità e ricchezz:i degli uomini, nella possibililà di moltiplicare in noi e fuori di noi resi'itenz:a : mùs hombrc. Libri ,positivi, n.ei quali anche LA FIERA LETTERARIA la disperazione ha un senso nuovo. SI capisce allora che Vittorini tene.a tanto al suo Sempione che strh:a l'occhio al Fréjus (chi s<::rive ne scrisse come di un libro importantissimo, vernmen1e cri1ico per la nostra prosa) e alle pos. sibilità delle sue invenzioni subconscie. Possiamo allora non vedere. o dimentL care, i ges1i e le bizze formali che urtano non pochi, per essere grati, co. me n franco consi!?liOdi amico. a questr– p:1role che ceno non sono mai staie facili al loro 3utore e che sono, a tut- 1 'oggi. In più energica rh•incita sul:e nostre ombre. Una rivincita, e una ener. gia « letterarie II che fanno davvero tut. l'uno con le persuasioni u politiche II di Viuorini. E qui nnn è forse inutile notare come. quasi a dispeuo dei suoi giovani imitatori {con quanta pena essi maneggiano le formule che e.e-liostenta con 1ama strafouenui). In sua autorità non sia legata alla mod:i. della resi– stenza o alle fortune del:c " sinistre "· Chi \'Ole\•a fare. del iUO modo d'essere ~ella cultura, una escrescenza posi. bellica, deve ben ricredersi. Conversa. :ione in Sicilia. Vi11orini ha pur potuto scriverla u d3 solo 1,; ma prefazioni come questa al II Garofano u non si seri. vono in comune con de1li amici e dei compagni, con un lembo, visibile o in– visibile, di soclelà volontariamente rea. lizuta nella resistenza dei suoi com. ponenti. Franco FORTINI Dice il Flora che il leoparcli " allo spi• rito fra11ce•e <la:" alami degli stimoli piri profondi 11 ritrot'(ire se. sle..sJO "; che egli nello i11/h•w del Rommu11..1 •• tro11ò lo Jtimolo 11 $C(J{Nire e ordinare le me ,wtivc tcmll'ri.::c mc11lllli ". Al/erma:.ioni, gi11.stissime, clic aprono la da f'Cr tor. ,mre al Leop<iri!i, ow.'e sccslicre nel 10,. mento q1101i,lia110 del rxmsiero l'ampi11 poe1ica dei Canti e de.'le Operclle. 4 lusJia 1948 POETI D'ARABIA E DI SICILIA Se rade volte 1 ·umana probità risonte per i rami, una è proprio quella di Francesco Gabrìeli. E si può Jargamen. te pun1:1rc sul senso che la parola !"la in Dante, di e< umano \'alore n; perchè il eiovane arabista dell·Università ,:li Roma. uno, dei pochi che tengano alta e modernamente affinino 13 nobile tradi. zione itali:1na di studi islamici, non solo ha eredi1ato dal padre (l'indimenticabile bibliotecario dei Lincei) la purezza del cuore, il dis1acco dalle onuse ambizioni e la viva larghezza d'interessi, ma an– che il dono di fine e solido sn.e.2.isca.Si può a<;;Surgerea dallo insigne, a bene– merito maestro, senza per altro eiscre un II sauista "• senza cioè trarre dalla propria dottrina una virtù di poesin. Francesco Gabrieli ha sortito questo privilegio, che .e.:i conferis:e, tra i no– stri arabisti, un posto a sè, un carat– tere assai personale ed aristocratico. chiusa. del poema, dove egli ~ipercorre tra sè In via crucis della sua fatica e della sua abbiezione, e souo il peso di 1anta amarezza ammaina la vela dell'or. goglio e del disprezzo. prima così tesa. E sembra pacificarlo un istante la co. munione con le se:vaiie creature dc deserto, cui egli umilia quella sua urna. nità che non può più spartire coi pro. pri simili. sembra un buon libro. Ci son den1ro, ----~~-------------------~=====-----– T11110 il pen..siero del Lecp1rdi. ihm. (f/lC, (! dii C011.!ir. 1 emnj i11 fm1:ione rl. 1>0eti<"a. e 110,1 soltanM t111dfo /)(,rfe che pii', da ,,iciiio rigmvda i ,iroblemi cùd– l'arte; poichC "è proprio dalla poetico che si J orici::uma i ,livrrsi momc,11. ispira i1:i... No,1 le, ramc111tiq1 e e ilò del– la Sto1ia di 1111'animt1,ma sfOrifl di poc. tic11.cl ,e 1>ermt'lle I i 11ti/i:::•,re ogni Ju. to, os11i iwlic·,::i ,w b."ogrr/ica. rettori. cn, sicuri 1/j ,•~!e la sce,ultre 111 p111110 csse·1:ifllc in cui 111110 $j trn#ormfl ,la l'~/JCric·•=<t vi aie o frrer(lr.<1 i11 e emr1110 di discg110 arthtico di visione poetica ... \IJ1m1i). J:. la p etico de 1'lnfi11it..; è .;c.'li •'ir.·e·.tn cla'la puctica e/ella Cire:.tro! Per il Flora che o/fcrmn la .~taticità del pen, iero leopartlinno di contro flll'unicc, l"· ,le, (ll/'1wica vi1a!i1,ì, clic è fo Pa,ola (,( l.eopard-j ·• ridà certe::a al mando 111:lla viu,lilà del canti)"); è nol11rale che la poe•ica del Leopc1rr\ fi~isca per identi– ficarsi con la Parola stessa: "La poe. 1ca leaponlimn è una cus dia delle il 11sio11i. la loia fede ,wt. rafo cht . es.sta, cOme canto e oog/ie:::'I. s,1 t1111i i d.s n. tmni ,relfe s1eue illu~io11. •·. Così eg • ne.' rt1ggiu su La poesia del Lcor~r i 'i1tte dalle ut. eme co11clusic11i tlel mm• .e·o le p-ird,,, .. u p·r i•·quu,6,rtrvi In poe:ica, la fede ,li l11i 11cll 0 Paro!,1, se. co11rlo d. urm,,w·; pri11c.pii: cioC clie ,I poeta 11011 imita la natura ma se stesso; clic ce·ca di se prire i IYIPf>Orti clelle r,1. Il " c.ò cl,r ,1oi ogg, chi1merem1110 t, ·11a!gin d Ile c0se ": che J'i., p.ra: jo,1e :. .mp·em11 c.-.11,">Scc,1::a: clie l'1111icaver, n ~;" rr11~ ~" n"' v.r·,,...~ 1 i ic • fV'C A parte la racco/10 e l'illumina:ione di ,, ~,, ,,< (' dPI , e onr,'j' cifl · /1 e ,,j •, .(uggcstii:o e curioso in qu,lle pagine Flora è la sua sempre presente e ouinu.ro (111<1 evidente!) p.>lemica lUII e pce:iche 11101len1e, che p11rpro:estano i flver 11s51111to l~ecp<1nli a ,111me 1111e. Insisto su ques1'uhìmo attributo, che prende luce da un confron10 col p3d~e. Chi infani riscorra i sae.e:i di Giuseppe Gabrieli. riuniti dal fle_lionel volume110 Pagine pugliesi e non pitf/icsi (I), non pu~ non stabilire un parallelo e rilevare a un tempo si!!niflcative differe:ize. Pro– fonda comunione d'interessi e d'ideali. da un !aio; differenza di sensibilità e di stile. dall'altro. La nobiltà un po' SO– ienne del padre si è, nel figlio, intcrio. riz.zata; la maniera del primo, viva eppur irri2idita ,d:'I un eccessivo impe. gno s1ilis1ico. sicura eppur imp:1cciata da fllamenti non del 1u110 reeisi, si è fatto, nel secondo. piì1 scaltrn. più scio!. ta, più schiva; l'urgente ed incontra– stnta vo:om:'l di canto ha ceduto a un lirismo sommesso e -pudico. S3rebbe difficile cogliere, nel flclio, un canto spiegato come la rovente descrizione del deserto d'Arabia, o Il cosmico coro delle flaccole di S. Oronzo, o l'addio alla sparente grecità di Calimera; tanta po.;sibililà di can10 e sopra11u110di cor. dinle abbandono al camo mancano al sorvegliato rife~no della nuov3 genera– zione, che preferisce alle lingue flam. meggianti i fuochi repressi. ai catartici slanci le covate malinconie. Psico:ogi:1 di scavo, di dls1ac,·o. di sfiducia; si po. trebbe, sul confronto da un padre e un flglio tanto simili e tanto diversi, co. struire una filosofia del\ 'anim3 contem. paranca. Un fenomeno letterario, di marca net. tamente alessandrina, è invece l'arte di lbn Hamdìs, il più noto e notabile poe. ta della Sicilia araba. Il volumeno in cui f:rancesco Gabrieli ce lo presenta. e col quale s'inaueura una collana de u I erandi siciliani II diretta da Biagio Pace (3), ha costituito ,er noi come per molti siciliani colti una vern sor. presa. Esso ci hn richiamato ad unn delle fasi meno lam!iiari e colti\'8te, eppure più splendide della storia del• 1·Jsola: la .ta•e oel suo rigoe;hoso ed esotico avatara islsmico. Per due secoli 111 Sicilia si app3rta culturttlmenie ::!111 mondo cristiano-latino e diviene una pro"incla dell'lslàm maghreblno od occi. dentale. Il primo capitolo del libro è appunto 11 quadro della cu:tura araba della Sicilia_; cuhura. 1u111~via, In cui è difficile enucleare tratti specifici, cioè siciliani, non cos1iluendo essa che un episodio della ormai uniforme e cano. nizza1a cattolicilà del pensiero, dell 'an<' e delln scienza de:J 'lslàm. In tale quo. dro, vivamente dlse2:nato dal Gabrieli e.on ~uel suo stile semplice ed elegante, hmp1do ed incisivo, in cui la mancanza di ce~toni non imr,llca ricerc3tezza e la schiettezza non to2lie alla !orza ca. r~tterizzanie, in tale quadro s ·inserisce In sug::.es1iva figura di lbn Hamdis, con. tesa fra lo s1i:izza10 e tem'.ltico neu. cht:.slclsmo della 1radizione poetica na– zionale e le femmanti audacie delle u descrizioni 11. E<:co un fu!P!do c,m. pione di questo •più person;le aspeuo dell'arte del Poeta : la descrizione di un cero: tentati, i motivi del Vittorini che tutti conoscono, della Convcrsazi'Jne, di Uo. mini e No,· del Sempione (e del!o Zio Agrippa che La RasseiJna d'/ta/i-, flnisre di stampare a puntate) : la violenza dei dialo,,hi concitati, l'uso del tam.tam, l 'ono~as1iC!l. e la to90mas1ica cifrate, la funzione :eggendaria del paes:iggio, florae il 1eniiero leo1ar~iano l'ironia, la contin?enza politic:1. Nelle Vi'Ccliie e ,move 1 ,agi,:e, clie 11 %i011e un altissimo modello: il poeta 11romanzo è una storia d'adolescenza. Pfora lw èedicato al Le~/Y,lrrli. v'è 1111 rccfllWtue. P, fu lu v~l.11 <!ell'e 1:: onc., intorno a un nome (.Ja f3nciul! a.om) rn lmmo ripe: 11 0 , 0, 1 m~is e :a, qua.si per m mimi ,rium, (19401 e della St"'·" Giov~nna) e l's.more di Unti _prostituta ricurdi,re di vol:a in vdw e oer r.con. (In voi., 19,12), nelle qua.i le sparse o signora u Zobelda). m:1 sb:iglierebte fermare , 1 uale clebbll es.sere la co11di:iu• c'·w·lutio11i ,l<I Ff()r1 c"mme,w,, ,"l' 1ro. chi credesse perciò di trovarsi fra ma- ne spiriti..ale di un b:,o,i critico che e5'1• vooono la. loro sistema:ione nella linea no un saggio di psicolo ,e.ia romanzat:l ,t1ini il pen~ie,o ,eopardano, o meglio, p1uc1 della "St rw d, 1111'm1 m1 •·. i ,e. dell'età inerata, con relativa confusio ..e a gt. 11 e.·osa m.ole tld pai..s.eri, clte scrw sa come Storia trelfo Pa"r la lt..upardfo,1,1. di sen1imenti. Direi che questo motivo 1,ult»lwie'lte il le...ipa·tli ,nscri~se e rac- A11clie t/11i le pagi11e ,lel,o Z.b,1 ,L11e è, anzi, il solo mutu:ltO d3 un ambiente co."se: •'Una .sc,uen:a leo/Jflrd'ia,w che .sono te, e •' con aspetta:io11e peetica •·; letterario imbrog:iato di psicologismi, la .. v·ebbe 110 1110 crca·e wi sis•em 11 /.lo. ma i 1,e,u.eri del Leo;.anl 1 su fo viltl e Flrenze'dove Elio si rimescolava in que. sofico pro/onifo asserisce che non v'è su.l'arte 1row110. cum'er11 nccesnrio, e;li anni (q~es10 I•~an ben .dello. Del qu ,si altra i;eri à asul ..la se non clie lut-1 w.a 1mtta:i1,11enuclea. e, cli e pe1 i; Flora Boca, su dt ~n f1ornal~ d1 Tonno). 10 è ,e/(llii:o. Ma il .., 111,,Ji'' rileva <IP- fu 1 se;,lupp,10 ,:ella d~p,,ici di e:ione d, ~mbra che I autore abbia \:olu!o far punto come il l~oo,,,,,di 11011 temi .se , e. un ~mitro hlvs /ic., leopardwno (.1i ;:~~e:z~i a~ 1: 1:~h~r~~m::~:~ ~ 0 ~~:i~co~ r~me,ue al.a fd sofia•:· _1, 1 L~opar~i non vec.'a il citato recer11e V'-lumeuu) e li di paesaggi coloratissimi, di personaggi b1J?B1ia ce ~a~e un risi.do s.stem, /.lo. mui ,,oetia1 leopardhna (.si r;e<la "L,1 e figurine, di preoccupazioni e scarti ~~/~:~ ..C:::Z;J.s;,:, 1 ,:~:;: 1 ~:!:~e :;~:~: ~e/cfl,i~,;:, 11 ;:--r;:;;u_ ·~d- 0 ;; r;:~;;,:~~;~ innumerevoli. Ne vien fuori un cen. 11011 sià la IH'riui tc.enti/,rn ma l'an 111 > ; 11 Ln R::~segna t1·hal a, febbraio 1948). tone bizzarro, s<::ombinato e molto vivo. r:el p0e1u. Q1it!$1(1 è, per intcmle e il 1.eo . t::he il pen.sicro leop11rdfr1110 debb, ef• SI seme che Vinorini IC parie u giusto, pa. di. preme.ssa irre=us1bi'e, (1sso/u1a . .sere Jtml,mu solo a.lit, luce ,,ei Ca1111 e con un suo eusto del caos che è gusto ''Que.s1e parole, che con lievi oona11ti delle O~rette è 11f/ermazio1.e i11discu1i. di vita ricca, con la capacità di stonare :cgsemmo giiì ,ioTlntrod1t:ione atl'edi. bile, poicliC il 1.co ,xirdi è .soi,rat1utlu :::i:'::een~~ 't i~::,i:o heare~:t:~oj 'i~~ :io11e mom/o,loriam, e pai 11elfo Mal/lisi pae.ta i ma ciò 11ll.n logli e che q11d pen. pas10 dei suoi libri, flno a oggi. Natural. ~ 11 t;f:.;c?\ 9 ~ 8 1 ~ ];i;;:;;r\!~::.::,; :!7; 0 , 0 r;;;~: 1 ;,;t:~,t;:~: ~ ; :;, ; 1 :~l~ :~~t:;oinunu: ~~~ac:~:rc~~:~:~e~chaenz~ noll'Auht Mogna dell.Uni\•O·&ilò Borconi, gime,1/0: p0s5a, in.somma, esso wsti1uire una serie di esercilazionl a fuoco) non i,wuguraruloii 1"011110 accfHlemico )947-411) ::~1•!1.~'i\~:t,ec1:~ =ii~[· .:~1;,:~\,s~?,~!~,,1; :er~!~~e~t~, r:~~a;~i i~e~e;~:\isefr:O~ ;O i{;~tj;;:;~O ;;i;;::::t:, 1 ';::~:;;:;::,: me afc, iC0 pllÒ cci,1cirfe1e CO/I. la JIOria più belli di Vlnorini, pagine di pae53g. pflnliano. E in/aui wtto l'im~gno ,le! 1:li[i,{:1~ol[a le~:;;~ia:l:l se.;~:1:;i:: 1 ~e ;,./ì~' gio filte di ellissi e di rirmi streni o critico si rivo!se &rppri1tl'I (li Canti ed quel visibile primo <( andar in c.ame. 11/le ope.rette. ov'è "il piii al·n pensiero ra II con la Zobeida. Carlo Bo ha scrit. dd l.,eopardi come la .s11a pi1ì alta p0e. sia'•. Nel 1937 aptxirve il bel Com. men•o, ,love lo Z.baldone ertl 11ece.J. sariamente umiliato a pii: ,li ,,asim1 e dove 11111e fe mMe letwre dd Fior,, ern. 110 sapien·eme11te 11tili::atc per la illu. mina:ione ,!ella P"rofo le"p1rdia-a; la qunle. 1mr cl1i(Ut11ttenreina·vcandosi nel ,xtcioJo filone della lrl1<li :ic.nc , sem.– bra,m sempre 111 cri,ico tanto flllt')t.'O per la /or::a di uno tro.,fig11ra:io,ie p?l'tia,. oue fo remi11isren.::a lett~rarin si ob'ia in u1111 i11te1Ùità i11w1csn, acce.sa nppt.mln rio/la nuotxr vita che quelle l)llrOIP ill11. stri (usumono 11el"1 pnesia leopa diana. pOe .fo dell'idillio. fo a/ire r,arol~. 1,na IJ(Jl,a (1111mcssocJ,e le pagine ,:elio Zi. ba.done, r111elle filoJ...i/,cli . o diciamo pure I' cmlù-fdosvficl1e, <lcbbo110 e.s~e, icltc ,1 comme;llo lwm, w.so (il pii, ,1110 lifto e felice commwtof) dei Cm,ti, sor. ge il problema dei rapporti tra quelli e r1ucsti, clic 110n può essere se non rop– f)Orto di !)!,etica e µoesi(I. li FloM, 111. vece, alfe.-tfm1e Jelfo pQC:IÌfl lcopflrdia· ,w, r,re/erikc mettere l'a ce11tfJs11llllpar. ticul(Ue i11te1ui1<Ì<?ella parola, 111is1w11lll pi,i sul metro delfo fr(l(/i:rione, clclta i11co11sa1>cvolc re•11i,aiscen:::a clic su que la della la.ga t>sperici1:::t1 interiore del pve. 10 (poc1ica): fo qual cosa egli fa con magi.~lero t,'C!ramc11 1 e ammirevole. CVII completa in/ormn:io11e e con o,eccl,io f,. 11issi1110 e<~ educmis~imo. E J[Ofiedi ,;. chinmarsi ora ol Fosco·o, r.ra rii Mela. st,,si" <1I Mo111i. a Cr>lcn:.:n di TllrJi11. al Ta.sso, al f"muoni. al Bcui11elli e o r.·e.•.ço do quelli, dii:erso e più dc11S-O, .(pe• .a:11um1e r1ua11duil Fior" fa uria ram,la rass 8IU:1 ,.'elle 1111me·u$CV<,l,e III Clii (! fa'a 11.,a,a 1111afra~e che per 110/ c,r. mui ha .,i:ic mo sar.Ore lco,xvdia· o com ,·chi, ri I •·•i. Il ,:fom r.c ,,la v,,,.,e nfl/i·ia11". Br ..;. T11s1n M-, i-". Mr• ':i11i, Mo111i, Pimlemo111c, Foscolo; poi ,:i,:i: 11me·11eaffc;11,,,: •• Pu,e, tQCCat<1 t!u f,cu1nrdi, qt..e~ ,i <!J>,·est-:1 "' ha ,,uur11 WI D'lfrr 11/l t:O e 111'1f!ic0 ". E' p("r ru~ "iri"i l'r./i si richiama nl Petrarca (" /ug ~· 1 ii:() '') raf[[lÌO e apgforge;· ·• U11itr l'i11111mJ!i11c ,legfi o::cl,i r:de,11i 11 , 1 uell I el r:t!'i;io ru@"gi:ivo. e j,r ur,'ald1it111," ,,.,,,.,igfo•a 11asccrà il vers> originflle J ('ifrc-011u,Leop rdi '•. Oc~orrc, ia cretfo. ~f1icdercj (I cl,e CO~'I sia ,~OUIIIQf/1/CJI I poter 111101.0 e mogie 1 '•. il 11ercl1è d. r,11c..~·a •' 1 1lcl1imia p-0tligion •• E 11011 s. / 11ò 11011 µe11s•1re "li" ricchissima 1iitfl ; 11• ,criore dd pllet•1, (dl'am,:i{I u11elllra (le suoi temi, alla 1tfl$/i ,ì e all'imr,eg,10 del. h, s11r1cultura; poi, l1C se fa c11lturt1 e contli:.io11e d'ogni grande p0e,ia, lo è, in mi.~uru Jane maggi re, deil11 /WS,a !eu /Hr.-,/io,w. Q11imli la 11cceui1ù di 11011 ri,111.rre il 11e11.s:ero lcopordia110 lld ttlc:inc ben 110e crmclwio11i 11e3a iue prir.·e d. .~vc,lJlime1110,cOmc Ira /nito il Fiori, ""• s11oi 11l1imi scritti sul leop?rr 1 i; mt1 J. , emlersi e,."-0110 conto della stm natura f,ene111e cd 1wtobia1,;n1/ia,. del mo svo[. gime1110 in li11ee ~·11e::r11e, tlc/111im1111l. •ivitù se11timrnt11le <lclle pilÌ tristi e 11p. pc,,e,11ememe /rcd ~eed intd ct1t1 listi,.,,e co11cl11sio11i di là dalle quali r:ibra 11110 certe::za. 1m ,mw:e, mili /ctle, che wm è .~0!1a11to la fede nella parofo. l11dubbiamet11e le 1,roposi:iOt1i pilÌ a,j. •1ose del 1,e1uiero lcovwtli1111) sono d · ripartani al pensiero il'w11i11i.stico, par. ticOTarmt!ll/e a~ alc1111i,.scrilt0ri /ronce,sj cl,e si tr01>tJ1W 11ellc bibblioteca di Mo. ,mldo e lfoi qwrli auid·•1>•l'll'I' bc1111"il giooor•c assetato: la filosofia del Leopar. di •' as1ra1ta·11ewe con.~idemu, è se,1.~is1i. Cli, rn11S$?11ia11a. se11<cenusc•1 '•. ftl,. ,,,,. cor pi1ì cerio e importante è quell'au,• 1obiogr11fi~mo del pc,1,.~iera leap,irdimw, cui il Flora llCCC1111a. 1nrr sen.:a trl/rr(' (.</ort1111at11111e11te J>er noi) d'11 wui simile nfferma:io11e t1111c le c011.se1wen:e che rr,, 10 che Vinorini, a ovii libro, riparte da zero; e, in un senso, è vero se si accetta (ossia se si sente) quel che dice nella prefazione : cioè che ogni libro è, per lui, il libro. l'assoluta scrittura della verità. Eppure questo Garofano dimostra quanta continuità e coerenza ci sia nell'opera di questo nostro scrit. tore, in quell'accenare, senza false ver. gogne, formule tecniche, .trmx:hi, falset. ti, gerghi, pur di costruire una certa imma&ine de:la verità. Oi\'ersi i libri di Vittorini; ma, in ciascuno, è il mas. simo dei rischi che viene corso, ff ri– schio della massima falsilà della let– teratura, (il u melodramm3 i,) dei più astratti furori stilistici. l>oi, siccome lo s<::riuore Vittorini è una II natura 11, suc. cede che il libro, se non tutto, n:meno in gran parte, si sal\'a irionfalmente e festosarr.cme. sul fllo klella tangente .. In nessun altro scrittore italiano d'oggi è !)OS.Sibilevedere a occhio nudo una tanto Straordinaria barricata di ideolo– gismi e di poetiche interposra tra tem. Dlii fervido D:il Roman1ici61110al f'u. ·uri•mo al scrl'110 6'.1 opulento I Miti t'.cll'l p:irola, al m11s1ico e brillt1111e L, poc!t', ermclica sono evidenti i sesni di un lungo amore al leopardi, e 110n Già •'(!rchC i 11 ~i si 1,arli {J(frticolnrmcllle li lui, la qual cosa rarnme11te nccade, ma perchè t;j 5e11teche nel vì,rore dell11 ,,o. fcmica o 11el re.spiro della costrn:ione ò sempre prete111e, suprema giu.s1i/;cn. multi altri: punti di riferimento cli una lecf'ito atteoufersi; /osrc perchè il critico var-abola che ri.salc al Pcrarc.a. ma ,lie ~; era gilÌ precetlentementc impegnato li , peramento e -pagina e in nessuh altro la riuscita è 1anro esplosiva. proprio e 3ppunto per quel ro\•el\o, per la sfron. tata imprudenza di quei programmi. per la tensione, accesa in ogni frase. anche se non si debba dire (come taluno fa, polemicamente) che è il suo libro mi. gliore tra calcolo e grido. Insomma il Garofano non ci sembra affatto un libro da dimen1ics.r pres10. Certe sue ps.rti hanno l'aria e il sapore di tante pagine più recenti e accettate. E 90i bisogna dire che, nella prefazione, Viuorini si sbaglia forte applicando ai propri libri quel eiusto criterio selettivo fra romanzi psicologico.\'eristi (cc recensione II di personaggi e di sentimenti) e romanzi. poesia ossia H opera in musica "· Che ques1i due sue&giamenti si siano in lui succedu1i. come programma e anche come piacere o dispiacere dello seri. vere, come riremeditazione o abbandono alla scrittura; e che. ~r lui il Garofano e oarte di Uomini e No e del:o Zio Ag;1ppa siano d:l considerarsi libri in. clina1i al primo aneggimento e gli altri ID\'CCC sJ secondo e perciò pili am:ui, più validi. pili tuuo. più \'eri insomma - nessun dubbio. Ma. per chi legge. le differenze non sono così foni come paiono ali 'autore quando fa lo storico e il crilico di se stesso. Le concessioni di Viuorini al u romanzumeu nel senso di psicologia veris1ica sono assai meno avvertite dal lenore, 1anto torte è il diavolo stilistico che deri\'a il nostro scriuore \'Crso un cerio suo bollire della fantasia e della in,•enzione melodram– ma1ica. Faua questa osser\'azione, non res1a •1pp1111•0 .m,' 1,copa,di si chi,,&~. Poiclii- iMcmnrc quel pe.miero intorno a note t.emprc si sentirà che il l.,eop1rdi è tli- conclu.sioni e a negarne lo SVolgimer110. Ripetere ogsi i vecchi &iu<lizisul Me. !io E,·o oscuro o \'iolcnto, suirigno. -a111..:i che rcgna,•a in quol'a o:à sOIJ i,u. 1>Crata dalla sup: rstir;io110, Wrf'bbe di caui,·o guslo: chi s·arrann3SJe a dimo- JlteditJ-eo0- strai o che_ fio~iro~10 1 0 scu~le mona:ti-1 l'icro medioe,•ale; o:qursio pagine baste. che ~ 11111v~!1~:ino,che brillarono in- ranno. pcn~, a rar pr rnn•ire quanto b gegn1 rnp,.r1ori. comb:1ttcrebbc comro cono.sce 1 z. 1 d~l!n tcol.:igia medioe,• 11 b mulini a ,,cnto p rchè non trovo. aiuti a com,,rendero il C:estino uhcrioro l'bbo O))l)O~ir;iono degna •li noia. del J> nsicro re!i~io~u e 1°.:illcHiamento .\fo ,·i i:, un nitro aucf;iomcnlo e.ho deTuomo moderno lla,'3nti alla vit:1». C ancor molto clirfo.so o& C 11011 • Questa affermazione apparirli meno .1r. Jimono :1r5ai inegatto: è quello <li dila di ("IUOIche ~i 11otrobbe :i J)rirw, 1·o!oro cho s1inmno la cuhur:i me. ,·istn ero ·kre se !i ricouc-eccri'i ciuell J dioe,alo uniforme, fcn·,.a rilio,•o, 1•ri. cho le ricerdie diJ:ge, 1 •; e acut, iel Ci). \'3 <li libtr'.'I discussioni. I\ Si rapprNenla son e tci ~uoi di,.ccpoli hanno meno ir. •1>CSSO il Mo'.io E"o ccme un J>Crioc;o 'uce. resistern·A, di 1111 umanC"imo me. di così forto unii~ intclleuuale do :il. <lioe-.•alc inlrM> come , idea del ,:ilare ribujqr:li t!uialcho aJ)IKarcnz.:ilii 1>0,er- uma11-0fontln·o in Dio». Qualcuno gri. ·ii» (I): im•ec'.' è ,·ero l'o1>1>0sto.cioè !e:-à ancora allo l:!Cont'.olove<lcndo :u; .• clic o:o fondo della ~ua ,,it:1 i111cllcuua. co~lati quuisli du" te·m.ini (MA1lio.E,,o e ·o trOvc emo 1110,·imento,conlrJ~ti. tlh•i. Umanesimo) iradiz:on1lmcnte c~nsidenti sione, confl.it1i de'l'or<lire profano col ontit,.tici .:ilpunto che la na~il:t delruno nero. un dialogo C'"ll'um·no col li\•i. ,'gnJ\'J nel!a comnumis 011ir1io h mono no; iofoni il &e-ntimcntorcli(:ioso e fi<lea C:ell'ahro; iJ\\ece anche t.Jl!C..to è uno dei di Dio 8U$Cita\'-:rnonell'uomo me'lio,\·a. tol.iti ln<>ghi comuni di cui lo 11tuC:io ·e« contr::i~ti inte;iori. che :ip1>iio110 11011 imparziale e I appr ...fondito d i 1tsti ,,ri. •ultanto rell'incrcdulitù. mn nel ..en l ginnli ha fouo gi.i: .tii.ia . NC&Sunone(p. 1e..._--<0 della frd~ I), • chu ,•i sian() s1a1i <le.;_di an1i<liale11ici. fr. Taio ,"":lrictù ,:i po:,::r.ione è facilmente roci nemici desii ~tudi filosofici, luni .:Jnstatahilo consideran :o .il modo rol risi ,·<.TSOun oe-ce1i~mo ncgatcr:? della 1unle ,·cni,,:ino J>."'<'$Cntr11i i pr ...b'emi dt!i vila; basti rare il 1101110 •li S. Pier Dn. :t~ns:110:i; ~igert.e identiche e :,oluzioni miani. il c:-lebre cnrdinole riformatore 1Hini acquista,""3"0 libertà e ~,>..,:rri":rno del ,ecolo Xi. Ma accantJ a quusli di. in modo diH--ren·e o:J>Crraueg@"inmento fr,regiotori del rotyre quanti bei nomi dello t.pirilo cd il modo di prvceC:.erc » <li umani~li ! Alcuin(,•. Cio,•anni di Sa. p~nouale ol oriflna·c dei ~ini::o!i. o. Sot. liEbur), U,o di S. Vittore. Berna <lo di o l'imclucro a~1ra110<?elleformule sco- Chartres. Guglielmo C:j Snint-TI1ierry t: ·aSlicho sotto il C'lnrnno lin(:unggio si ,·ia di ~cguito. Cli !])Cefali li di~cute. corgc rintcrelho che poterono ,.resen- ranno :,lii car31to:i di <ill<'èto umanefii• ·re cttte f!uOii'ioni di •cuab p-r b vi1a 1110. che C &eitZJ; !ubbio di,e~.> nol suo lc,li uomini ehe le hanno discu~e •; !"J)iri10animatore da qu,.llo rina~cimen. mo non ,;;ohanto per cJd, po•~iomo djro. 1 3 1c, più 11010o pii1 ,:i-10. ma è certo 'nfotti anche noi abbiamo nnc.or3 qual. che ~:.c.• ru sincero :1111or-- J>Cr la cultu– c~!a da imparare dallo .studio <lei pen. ra, ammirnzione per i claMici. ~usto 1)61° la bella forma, cullo dclh nalura \'iSla cHne 111011ifes1a1do110 Ji Dio. rlc,•010 stu. iio dei rik110H :iotichi :tlmcno nei li. ,1iti de'/e 01,cre allor:1 ro, ,-1•iu1c e 1r:i. dono in Ialino. Una frn~o Id Vi1rnau~ (l':111torc •lul quale top:linmo quhte corsidera1;io11i. rnrlouc rcc"r1•e'ltenlo in itAlin"n pur– troppo non ~1za errori di !1:tm1>.1 im. °"MJ,,11 ..,bi'i) 113il ,,ol re ren" alu di ,:c. rinizione di c111Cl!f.11teggiame11to, anch • e e1li h 1ron11nch $uhwt " 1>rJI) 1. -ilo <li S. Bernardo di Chiara\'alle: "l'uomo cono~ee ,i; -·e•·O 1111ale crc1t11. ra; S. n~rnarC:o ripn:ndi, il Cot1osci ,e 1 e.sto, ma S. P11olo ,•ieno a comple1are 5Jcrn1e. In t1ucs:10 ,, :,("c.:'ati•mo cri lia. r.:> » noi scopri.:iruo in"iArno quel cl:c, è dono cli"in--: J'Epi~lola ai Romani ci in~eéJ1a che si può rJg1fungero Dio p::irtendo !alle sue op:?r : cume nJn e)e. \arcj al Creatore pnr1endo da nei st~s.,,i che siamo fot:i a ,_ua inuuagin'"? Quo..l:i c-,no•cem::1 appJre 1anto natural..: che rcnC:e i 1)3!:,ni ino cu"Jbili èi a,~r mi. cono~iuto la di,iri1i1. L'uomc-. cre:i.to . e sap nio-i tale. tro,a in sè u110 k&ge <li natura. che suonJ co~i: egli deve J.lllllrC can IUIIO il fìUOC!5er~ colui di cui nm ip:n.:ira che ~I.i !e,c luno. Ali.i ro,rirza di un tc-lii:o e.osi 1oule, ra– iicale, corri~J>ende un amore &enUI mi. ,911ra;cp1c•1·:1111 re di Di.) ~~1,ra tutte I• cose cosiitui•ce per fuomo lo etato di ~i ino, l'in•egri•ii dc-Ila sun n11cn ,. S. Bcni;Jr<lo 1>Crconto &11,1 preforiva -e@"uirt'un'altra via piì1 3'i e ica, q1cl'o .-d I nn·irfoto !ella c:1;· ità ottra,•er•o i uadi delfumihà •. 1113anche pcc lui il fine rimane\'a quello « <lcll'acqui~to di iblioteca Gino anca U,ta. bncl:i. d~ ocra Mnfitta. C0II un:i. CuSJ)hk cli f11unm.,. 'st bn.aclcmo al ruoco le sue vl11«re,e b. 11u. l)UIJl..,,:1.Plll.nlf,c berinloC d'oro. forP. Ed è anche il leggere ch'esli fa 1,011 'i sllv1 t1c1111 uccl•1 d, cruciunu; .\lt"· cltC quella e questa ragione lo inducono a gwd,o.,re alcrme a/fer111(1:io11ilevp,1r. .."im1c co11 viuaciss,ma attualità, o oer ,;tmfermwe, im1,lic11t1me111e, P"sizioni crac1011eo pe.r co,ut(l1111,,re (ahi lu,u/J &I• crmet,ci. Cosi. col giwli:io sulla Divi'na Commeclia il LCOJ):iN,\ "ptlrve intrawe• ,.e, e e allingere ,l prmcipio della l1ri. citò cosmica come essen~ d'osni paes– r;u1" da 1111,a ,,nrle; e 1à,ll'r1,.tra, 11 v,go, l'i11cet10. t'i111lc/i11i10leupordiaJJo non è do co11fo11dcrsi co11 foscuritù, poich.e 11 leeopardi l,a scritto: •• La chiarcua e ,l pr11110<lcbito dello scr'illore '•. E più JCCJperl(lme111e:"l/hi/111i10 di un l'tlal. "'"'e ., ,,, m1 Rimba11d o dei moderni Ermetici è 11n'fllcl,imia del vcrbJ: quel– o ciel lcootudi è a/fettiw e lirico ••. E qui il Flore, l,a avwo buon gioco od ag. ta11ciare In netta t!i/ferc,w.1 eh~ il Loo– ,x,rdj /rteCt'fl tra 1>ar,.,b o termine, la <111alc C m1<h 'essa c/(1 riportare all'a11lu. !,io,rr,i/ia e 1 alla Poetica. Si pensi a'lo 1,arolu dcll'lrifinito (senil)T'o, caro ermo, intc,;.mino:i spaxi, sovn•moni silenzi. ecc.) ed ai termini della Patido11ia (signri, pasticcini, gel,ti, tau.e, cncchi:ri, cece. ti, ecc.). Cosi il Plonr, 11p11ro/011drw.loil pe,1. Jicro del recannte.se nella duplice dire. :ione ,!ella filosofia e <lello poe1ica se. co11cfo nuclei già in precedema f1w111, ha offerto a <1uanti limano il l~eofX1rdi motivo di 11uo11e disc.1.1.ssioni e mc<lita. ::ioni, che ormai non pouo110 prescin. dcre dalhmportmue contributo cl1e egli 1,a recato, co11 11ie110amore, osti s11ulj leo1)(irdim1i. Mario M.._RTI Ho qui le sue ultime pubblicazioni : due s1udl, appunto, che rientrano nel novero dei suoi 11 saggi " migliori. Sono la presentazione di due poeti arabi ; presentazione che, per noi che non se– diamo al cenacolo de!!li arabisti ma ci comentinmo di raceoellerne le briciole, costiluisce una generosa offeria di poe. jia. Il maggiore dei due poe1I, Shànfarb. è una delle più forti e aspre tempre poe· tiche dell'Arabia prelslamica. Assassino e predòne, cz_li regna nel deserto, si affr31e\lo alle sue selvagge creature disprezza fii uomini che l'hanno ban. dito e abbandonato al\ 'inclemente natu. rn. La forza, 18 libcr1à, 13soll1udine. la stessa ferocia sono il solo destino. In sola legge eh 'ez_li riconosca. DI ciò si sostanzia il poemetto li bandito del de. serto. che il Gabrieli ha tradotto in una ledete ma 1ornlta e scandita pro– sa (2); aura.verso la quale, se anche si perda la musica del! 'originale urabo, possiamo pur sempre farci un'Idea. 01. 1re che del motivi poetici di Shàn!ara, di alcuni del modi stilistici che si rea. llzzano. Sono appena sessantotto disti– ci, ma che ci evocano un intero uomo e un intero mondo; ccntotren1asei versi che, una volta leui, non si dimenti. cano più ; perchè in essi - scri\•e il Gabrleli - (t si racchiude come In una preziosa ftala l'aroma pili aspro ~d autentico della vita e della poesia del- 1 'Arabia pagana 1,; perchè In essi - aggiungiamo noi - è Il segreto della grande poesia classica. Ma la massima concentrazione emotl. va e rappresentativa di Shànfara è nella zn della « filo50ria 11a1u.-alo» <li Aristo. 1ele E,iunla i11 OcciJenle atlravorso kli Ambi e <111indiprosontata 6CCon<Ì'o 3elie. mi o imliri1.zj non conM>ni alla trnJi. zione cristi:1na europea. Ma accanto o coaeìc111..1,di con ... 6cenza <li d1,l »; per 11110..tonvcrroism.o fatino, nello &le&~o .1,1,1, u... 11 111• 11..., fcrn: ...ti m,.,uac 1 0 6 m. eccolo fiori:ono lo grnndi Uuivcn,ilò, ceri cre ...cuti 1113 1,iù a1,er1i alle influeo. t;Crissero lo loro so,,une uu S. 8011:1\'en. ,.e cuhu .. ,li, le 1.111er111.,1;i,mi relative ao tura ed un S. '1'0111111:aso cd in una p::r. 1111 dig11111cwei1a111ram r,.,110p111... splic1te rolo JI056iamo di:-o cho •i mnnifostò e cvm rni.cnu. Lo .,.,~ follo di CS!lcr sempre meglio uelle 3uc molteplici 1,os. creature, 11,.,11 r: 1pweeeu.ln tunlu p.:r que. &.ibili1òdi applicazione la sapicntia chri– ~ti 111.,.s..,lid~lb religione a 1ondenza I stimw., rhe ero. come ormai abbiamo già 11111.:i11i:,,1c.a v. una )eLi..:nt di dcf,ciei.U1, I <lcuo o ~iJ)ctulO: '\~.. 111111ibs!one <li un va: .n sc-,pert.:i oe,1 0 nobtra lintllmi:i...ne », loro roz.1011:1h c,eJ. idea ,:li naturu ». Ne oerL•I ~111110 un a~pcuo poai,i,·o, 1 ,p. la ,•i.siouo filosoricn della re::ihù 1>ro1m– Jl.,rla :ili u-.1111..., un:1 I :.:ivno di fou.n e g 11 111a<l:1gliKOloslici era arida o 80ffo. oi uignitn. Anzi Uun~ Sc...10 011{.Ò 11 n. ca\'tl i,;li r.lanci dell'animo tm<lcnte ali:, cno uh1e e di..ae che ncp 1,ure il 1,ec. unione co11 Dio: 111is1icau scolo91ica .:Jlu J>vlCl\'a III alcun mu ..o distruggc..-u I non si J)OSllDllO contr:111porr0, tonto clic l'opera del <.:rc.1lo,e c,I in.accare it va- mae;itro F..ckart. offinh:io dol Trecento, ,vre ,.,,,t:u.ZiJle dtlln malur3 111)ir 1tun O orfennò che « si i: graoi1i ri Dio preci. umJn.:i. 11Per il fotto di ossero creato, &:1mc11to J>erche si ~a» e t11t1a\'iaegli ru oi veni.e inunoc.iat.:imcnto <la Dio, l'uo. \ uno d~i pi.ù alti e1~an_ehe orditi mi1Jtici 1110 1>0~.iedc una natura incorruttibilo, tomc111ca11101k@cl11:lll"ecc b corren10 che rim ..no llll.itla n. llv ~t t1SOpeccalo fronce.sc.rna mi5,0 .san1>ro in prim,:, pian.i lnotural.a ma,1e111i11cgrr1 »). In tal mo. il volo111:1ris1110; os.sin « rerco,·a nolla du • duo &Ceoli p. ima Ji Lutero, que. ,·olontò la &Omiglianz:1con Dio v od e&al. olo met:1li~ic9 ottimibla e ori.nlato III lava l'amCi'°egiudicrnC:olo il mii;livrc in. :,,t11!1o vJ>J)Ostoa ogni donrino cho, ('OI terme-diario J)tr 1ti1111gero allo sos1)iral.:i rifurm31oro J) o,estanie, nleQ&.llb nntu• unione con Dio. r.1 1unana mncchiot.:i fino in fondo, \C. Seguendo dunc111c il cor..o dolla @torio ramCnle corro1ta dal p::ceato udgi1u'.o ». d"I J>Cn~i"romediOC\':1lo&i oonstata (ho Le c..nsf'gucnze di 1.di premesse rdoso- il 1emt1domin111te in e.AIO è o:un 1>olp-ito fic~c ~0110 di 1.i.l.:nm1>iezz:1 ma anche li 11111::ani:ii ,• ,•en·o » o obO 11111a la \'ila di <-i tnlo evidenza cho 3,1rchht.: for torto quelre1à ero co11...,:i(.Cra1:a in fo117,ionc<lei al le:tore voler eclnde:e a par:icolnri 1ca•c<lnde1110 od imr,ernio:a sul sopr.011na.- 011ieguzioni. I turale il rruuo er:1 1111 uman--simo, 1.11 Come tempre O\'Viene, non tutti &CJ)· 1111t 1;rolismo. ,·cromonto inteG""nlccbe tr. 1, ro montcncre li gin.sta misun ol :,).1 neva uu1l111cnto conto doi dirit1i clclla cuni peu~atori del ~ colo Xlii reccro il crea111r3 o di <!udii dol Creatore, rho 1en101j"o di ele,orc cin'o·i eone pile ~c. ~nplemontori. Paolo BREZZI CJndo i criteri di un umn,u:simo &.1· I 11) PAOLO VICNAUX, ll pensiero 11cl ge~t~, nell:: quali. b uot~.ro ora_ in 01>• 1 MetliOf"vO. trad .. <li C. Giocon, Brescia, 1><>s1z1011f' olla gr-az.m,e c10 per mflucn. Lo scuola Editrice, 1947. La .11u:1. luoe ,-:a Jl(II' k tenebre, c:ame' la (P'a.l'J• ..t fa stnd& entro l'ira. S1upc:n1b cc.u.umurlce del ,uo proprio corpo, cc-1 uno ~Idio cl>e Ile coridll- ldel:1.mort, o, Superbe iridiscenze d 'lmma&lnl e di conce11I, lutt'altro che dis<::are al nostro gusio impreziosito da&ll ermetismi e vir. tuosisml con1emvoranel. Ma chi si fa a leggere - mette In guardia il Ga. brieli - tulio il Divano di lbn Hamdis nel 1es10 orielna!e (} anche nells ira. duzione dello Schiapparelli, non si lasci trarre in i~1anno dalla sunesliva scel. 18 che ne delle !'Amari, r.è -da quella che compare nel nostro volumeuo : là e qui sono trascehl I momenti felici di una vas1a produzione che troppo spesso si confonde con quella di 1an1i allrij ,poc1i del tempo, 1utti 1parteclpl di una maniera aulica, fredda ed es1e. nua1a; maniera che, dopo la prima fai. lace impressione di novità, riesce al. fauo lndleeriblle ad un lettore lncom. pe1en1e di Islamismo ma amante dell:t poesia. Giacchè, come quasi tutti I suoi compagni d'arte, lbn Hamdis univa :1 degli autentici pregi, che Il Gabrleli individua nelhl. '6enslbllhà "Vivocisslma al mondo del colori e delle forme, In una ricchezza lineuis1ica non comune anche nel suo amblen1e e in una rara capacità combinaloria d 'lmma:Jnl e di conceul, del non meno autentici diteul. quali u un conce11ismo e barocchismo spinto ralora oltre Il llmlÌe· del, soppor. ta.hile, un 'artiftclosità di stile In cui si perde la tenue lspirazioo& lirlcs gene. ratrlce,.. una minima cap11cltà di rin. novare. nlrro che con variazioni di vir. 1uoso, del temf ormai consurul ,,. Alcuni traiti esprimono Il rlmpian 10 den ·tsola abbandon:ita sotto Il pre• mere della conquista normanna; e non è solo l 'eslllo di un uomo dalla 1erra natale, è l'esodo di un'Intera civiltà che s'attrlsla in quei versi : R.icordo b. Sidli:L e 11 dolore ne ~UIOit.:I. r,eJ. l'anima I! ricordo. Un luogo di giovanili follie on. dauto, ani– malo un di d."ll f\0tt do! not>IU ln&ecr,I. So IOrl ..tato <:&Cduto da un i»,n.ditlo. OOtll( ))Ol$Olodut\enotltla? :ie noo fosse l'a.mue:u.i. delle lacrime, le at-– dord , fiumi & quel 1~uad!ao. ... . \blt:i.no fOl"'lle anoon. (I nc.lrl) una ,cx.ca di Ca.w-OK!o\"VUll. do\c ormal ~ eancellrait.:1. i• 1.r.LCCl:1. &en•llllrn? Ben a rae,ione il Gabrieli pone I 'ac. cento su questi versi del vecchio poe . u1. siciliano; troppa risonanza, troppa cap:1cilà <ii dire11a e concreta compren. sione essi trovano ofe:i in noi, su cui grava una quo1idiana esperienza d 'e. silii deportazioni migrazioni abb:mdoni, in cui Il senso della r,atrla si è fsltO più acuto e vasto e spirhuale, fino ad abbracciare 1utte le nostre fedi e le no. sire memorie. Oh, come l'eterna poe, sia è leeata all'effimera vita! Anche 11 \'ecchio Gabriell cantò e rimpianse, coo le fiaccole di S. Oronzo, lo scadere dcli• fede dei 1pndri, della fede nello splrllo. dall'anima dell'antico popo:o salentino, coi conterranei di Callmera, I'lrrevoc•• bile crepus<::olo del\ 'ultima grecità 111• lica. A\a non avrebbe potuto, come 11 figlio, come noi, \'ivere Rno all'angosci• il drttmma di ciò che si perde, si di• strugge, si abbandona senza ragione t senza sneranza. Nessuno come noi pull soffrire e meditare In termini di uma– na tristezza il tramonto della clvlltl arab:t di Sicilia e l'esilio del suo vec– chio, poeta, noi che, appena qualeht anno fa, lo avremmo ripensato, libre· s<::amente, in termini di economia cui• turale. Giovanni HEHCIOHI (I) CALATL",'.A, 19-16. (?) SIIANfARA. ,, ba"dito d,·l du~,ti,, twa di l', GabJ'IJCtl. flnnze, Fw.l. 19-41. (J) f. CABRlELt. lb" llamdl,, )liuai– Sodtlà Edlt ,1.cc - Slc.111-.n,.,I~

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