Fiera Letteraria - Anno III - n. 26 - 4 luglio 1948

4 luslio 1948 HENRY JAMES di ç}- 0-J.ep/t @ ..o-11Lmd La facohàe critica esita, dinanzi alla grandezza dell'opera di Henry James. i suoi libri riposano sui miei scalfali in un luoeo la cui accessibilità procl:i. ma Ja consuetudine di una frequente comunione. Mn non tutti. Non esiste un'Opera Omnia cui rifcrir:,i, analoga a quella di cui son stali gratiRcati al. cuoi dei u nostri macs1ri "; nessuna ele. gante sfilata di volumi in tela o mezza pelle. 0s1en1an1iuna frettolosa pretesa a completezza. che vi si insinua nella mente come un accenno a conclusione, ad un arrendersi al destino in quel campo sul quaic tutte quelle vittorie sono state conseguite. Nulla del genere è stato fano per le \'illorie di Henry James in lnehilterra. In un mondo quale il nostro, cosi desolante per ogni sorta di sorprese, non ci si esaurirebbe nella sterile me. ravig\la su mere rilee,a1urc, se il fauo, o meello l'assenza del fatto materiale, rilevante nel caso di altri uomini i cui scrllti contano (in bene o in male) - se 1ale fallo, dico, non avesse costi. iulto un acciden1e suppongo del com. mercio librario -. che acquista un si– gnificato simbolico dal proprio carat– tere neeativo. ,Perchè, va detto enfaticamente, nel· l'intero •cQrpo dell'opera di Henry Ja. mes, non ·vi è alcun accenno a conclu– sione, alcun accenno in alcun luo.l,!O ad un arrendersi, e neanche alla possibi– lità di un arrendersi 111leproprie vii. riose realizzazione, in quel campo in cui ee_li è maestro. Per nostra for1una, ee,li non sarà mai capace di pretendere a completezza, e quand'anche egli stesso lo avesse am– messo, in un isrnnte di autodisconosci: mento, non sarebbe srnto creduto daglL stessi intelletti ai quali una simile con. fessione sarebbe staltl na1uralmente in. dirizzata. E' impensubile un Herry Ja. mes che dive111i u comp:eto ", salvo per \a bru1alità del nostro comune destino. la cui flnali1à è senza sii:,niflcato, es. sendo la sua una loe.lca di ordine ma. terlale, la logica della piena che cade. Non so in quale qualità di inchio. stro Henry James inzuppi la sua pen– na; ho i-appreso, anzi, che ultimamente ha fatto scrivere sotto de11a1ura, ma rn che il suo inte\leuo è ìmpree.,nato de:1e acque che fluiscono dalla fonte della giovinezza lntellenuale. La cosa, privi. legio, miracolo, chiama1eln come vole. 1e, non è del tutto celata ai:,li Infimi di noi, che nel leggere corriamo. A coloro che possiedono la grazia di sof. fermarsi, è manifest:1. Dopo un ven. 1ennlO di :menta familiarità con l'opera di Henry James, essa si mamra In as. soluta cenezza, In qunle, a prescinde1e da oe,nl sentimento person11:c, porla un senso di felicità nelln propria esis1enza artis1ica. Se la e.,ratitudine, come l'ha deflnha qualcuno, è un vivace senso o. grazie a venire, diventa facilissimo es. sere ~ra1i all'autore di 11 Gli Ambascia. tori u, per nominare l'ultima delle ope. re sue. Le .erazie non mancheranno di piovere; Ja polla di quella beneficenza non si Inaridirà mal. Il flusso dell '1. spirazione scorre colmo in una due. zlone preordinata, non influenz.:uo da periodi di siccità, non turbato, nella sua limpidità, da!:e tempeste della repub– blica delle lettere, senza languori e sen. za violenze nella sua forza, senza mai ritorni su se steSso, aprendo nuove vi. sioni ad oini svol!a del suo corso, a1. traverso quella doviziosamente abitarn contrada che la sua fertilità ha creato per nostro dileuo, per nostro di:.c~r– nimen10. per nostra esplorazione E'. davvero, una polla incantata. Con quesia frase; la metafora delll polla perenne. della ines1inguibile gio. vlnezza. delle acque. correnti, riferita alla ispirazione di Henry James, può es· sere abbandonata. Per volume e per for. za. l'insieme della sua opera può esse– re piuuosto paragonato ad un flume maestoso. Tutta l'arte narrativa è magia, evoca. zlone dell'invisibile in forme persua · slve. Illuminanti, familiari e sorpren· denti, a edificazione del\'umnnità, im. pegna1a, dalle condizioni della propria esistenza, alla pii1 seria considerazione di ogni più insignificante flusso della realtà. chè creare deve. E' a tal segno una voce, che, per lui, il silenzio equivale a morte; e il posiulato da cui siamo partiti era che fosse rimasto superstite un gruppo vivente, ammassato sulla so. glia. per cogliere l'uhimo guizzo di luce su un ciclo annerato, per udir l'ul· 1ima parola espressa, nella silenziat'.l officina della terra. E' indubbio che, se pure vi sar!t qualcuno, sarà l'uomo im. maginativo ad esser mosso a parlare la vigilia di quel giorno senza domani - se con austero moni10 o con frasi di sardonico commento, chi lo può pre. vedere? Per conto mio, du una breve e su. perftciale relazione con la mia specie, son portato a ritenere che l'ultimn espressione formulerà, per strano che paia, qualche speranza, ora a noi tal. mente inconcepibile. Perchè l'umanità è deliziosa, per il suo orgoglio, per la sua sicurezza, per la sua tenacia indo. mabile. Dormirà sul campo di baua– g!ia, tra i suoi propri moni, :1.I modo dTI un esercito che abbia vinto una sterile viuoria. Non saprà quando è staia bauuta·. E forse ha ragione in 1ale sua disposizione. Le vinorie non sono torse così sterili come può apparire dn un mero punto di vista :>1ra1egicouti– lirnrio. Hensy James sembra attaccato a ta!e credenza. Nessuno forse ha reso meglio di lui la 1enacia del tempera. mento, meglio saputo dr3ppeggiare la veste dell'onore spiriiuale sulla forma cadente di un vinto in una sterile 101. ta. E l'onore è sempre ben meri1a10: perchè le lotte che Henry James re. gistra con così SO!tile e direua introspe· zione, sono, quantunque soltanto con. t:iui per30nali. disperate nel loro silen. zio, e non meno eroiche (in senso mo. derno) malgrado l 'nssenza di p!l:role d'ordine urlate, fral!ori di armi e squil. li di tromba. Sono, le sue, avveniure in cui soltanto anime elet:e 'JlOSSOn essere coinvolte. E Henry James le re· gistra con impavida e insistente ledei. t~ alle "ocri,:éties" de2li sc:mtri e a' sentimento dei comballenti. I pilt fieri ecciiamenti di un romanzo ude cape et d'épée u, il romanzo del· l'arrembaggio e relativa picca, cosi caro alle gioven1ù la cui conor.cenza dell 'a– g!re (quanto di nitre cose) è cosi imper· feua e limitarn, sono uguaglio.ti, a rin. lre$C41re i nomi anni più maturi, dai compili assunti, dalle diuicohà prese,1- tate, in relazione al senso del vero del– la necessi1à - sopratuno della cond ... tta mora.e - dai personaggi maschili e femminili di Hcnry james. La sun umanità è deliziosa. Deliziosa nella sua 1enacin : essa rifiuta di riconoscersi vin1a; riposerà sul cnmpo del:a ba11a. glia. Queste immagini guerre~che ricor. rono spontaneamente alla penna; dato che, sia a causa del dualismo dell'uma– na natura, che delle competizioni degli individui, la storia della vill'.l.sulla ter. ra deve, in ullima istanz:1, essere s1orin di una dnvvero totalmente implacabile os1i1ità. Nè i-suoi compagni di vita, nè i. suoi dei, nè le sue passioni daranno mai .pace all'uomo. In virtù di questi alleati e nemici, eili mantiene il suo precario dominio, egli possiede il suo fugace significaro; ed è quest.a relazio– ne, in tutte le sue manilestazioni pie. cole e grandi, superficiali e profonde, e questa re.azione soltanto, che è com– mentata, interpretata, s,·iscernra dall'nr. te del romanziere, nell'unico modo pos. sibile in cui il compito possa essere as. sollo : con la indipendente creazione di circostanze e caratteri, raggiunta a di– spe110 di tutte le difficoltà de\l 'espres– sione, in uno sforzo immaginativo che deriva la propria ispirazione dalla real. tà del!c forme e sensazioni. Che un sacri~io debba essere compiu10, che ~~~il~os:c:I~~:: ~e;~ll a~~~~::~t~~c!~i LA FIERA LETTERARIA ~=============================-=~~~~== Cinque sonetti d Joachim duBellay 0522-156□) IL VERME Se il viver nostro è men d'una giornata Presso l'eterno; se ogni volger d'anno Caccia i di nostri che non torneranno; Se peritura è ogni cosa creala; Anima, a che vaneggi incarcerata? Perchè ti piace quest'oscuro affanno Del nostro giorno, se al fianco ti stanno L·ati, a volar verso luce più grata? O mio triste desio, vivi secUro: Chè, se cosa si dura cede al Tempo, Finirà anch'essa la pena ch'io duro. IV Pallidi spirti ed ombre polverose Che un di, godendo la luce del giorno, Alto levaste il superbo soggiorno Di cui vediam le reliquie corrose, Dite, spirti (così le tenebrose - Sono w1gustiato, amico. - Ah I .s11 ti manderò una boui"'ilia. - J/uoi .s;m,,re rammentarmi la 1110 felice coru/i:io11<' di merconte di vi11i e la mi(I di 1KJ1.eropro/es.sure. - Ma ,i 1x1re! fllccio cr11110 che .siamo ei:,wli. Tm110.,amfommo lii liceo assieme. - E io ci so110 rimm10. - E· tlu11(1ucquesto clut li n11gms1fo? -· , e 110. ,Ha. a comi /mii, sono 1 libri. co a.smMi, e p0i ai miei tempi non si co,10.sceoono, 11011 l'flbbiamo mict1 .stuclia– to al liceo. - Cuartlti!, a 1,en.sllrci bene, Platone ... - El,. 1>lato11e ... certo, so r:hi è, lori. cardo bl'nis.simo. Quel wle, imommo .•. - Tfl/ quale .si e.sprimono i miei .st11- t?emi, br1wo. Phuo,1e, tlwu1ue, emmciò pllri ,xvi i principi della 1, sica1111li.si. - Citi ai suoi tempi? Nie,ue di 11110110 .sollo il .sole. Là posto è il ben ch'ogni animo desira, Lassù il riposo a cui ciascuno aspira, Lassù l'amore e il piacere giocondo Rive di Stige onàe non v'è ritorno, Tre volle e tre girandovi d'intorno, - Ne l1C1i comprnli tmcora? - Eh! 111,con le me /nui /aue - Co11/es.so.Bi ,ogw1 be,1c che mi 1e11. - Uh! E nllom anche lui ... Non chiudano le vostre larve ombrose!). gu (I/ corre111c. Naturt1l111011c .scelgo 1 - Dui clii? più rnpprcser111/livi... e m1d1e i ,,i,i pie. - Cos111i.i,uomm(I, ,,11esto pfogitiwre. A:ùna, là, nel sommo ci~lo assunta, Sarai per sempre con l'idea congiunth Della beltà che adori in questo mondo. Ditemi (chè di voi forse qualcuna coli. - Ali, Froid? Mi /ai perdere il filo. Qua sotto occulta ancora si raduna). Non sentite aumentare il vostro duolo, Quando talvolta dai colli romani L'opra mirate delle vostre mani Conversa in polve su l'equato suolo? - Se è per j libri ... ,,ia, potrei /i,11111., Dicevo clic <1lforll,ai 1emPi di Platone. :iarti. Outo che poi ap1,rofitto clclle t11e li <11u!i 1>ri11cipi b111t<1ti /ti nel folto 1/'mw lettme, Costano più 1 hom bo11iglio ,lì /oN!.sta filosofica, ne.ss ,mo fece ta,110 caso · r,11e/ buono? dtr metterli .sullt, ril.111ltt1 P fame i pro. Il - El,!, 11011 tanto th piì,. u1go11isti. Già nel suo chiuso la notte adunava Una greggia di stelle vagabond~, - Però, clic esosi. Ma "olgor10. lii. - l,fl'<Cio amfort>. li q11ell'altra pqrola .. E, per fuggir di là, nelle profonde Caverne i suoi corsier neri cacciava; Già sopra gl'lndi il cielo si arrcssava, E l'Alba già, dalle sue trecce bionde Mille sciogliendo perline rotonde, De' suoi vaghi..tesori i prati ornava; Quando da occaso,- come stella viva, Vidi salir su la tua verde riva, O mio bel fiume, una Ninfa ridente. Alrapparir di quella nuova Aurora· Il di si tinse cli vergogna allora Su l'angioino e l'indico oriente. lii O sacri colli, e voi, sante ruine, V Fortunato colui clie ha fatto un bel !viaggio, Come Ulisse o l'eroe conquistator àel [vello, Ed è tornato ai cari parenti, al fido ostello, Per finirvi la vita, eia uomo esperto e [saggio! Quando, ahimè, rivedere potrò ciel mio [villaggio l culmini fumanti? e, di là dal cancello, La mia povera casa, che m'è orgoglio [più bello D'un'int~ra provincia che avessi in _!appannaggio? meno, di 1,iìi? - la.scerà 141 giudice. - Comi11cifl, .s1/I., - Se; peggio cl'mw wtern cfosse rii i>COlari, 110n i11corllggi .. - Cl,e /or.se 1111 professore ha bisogno tl'e.stere ir1cora,;giato? - /11somma, no11 so da che parte ri. /armi. - Dllrvero? - Eruro s,1bito nel 1:it'O,uon sei mi. c,1 11110 .stu1le11tt!.Ecco. Premli un libric. cino - proprio poc/1e 1x1si11e, .si f>flrla rl"1111 raga::o per 1:i1111tt1 - e trovi 11c. COlll.Slllledelle robe ... Un'mira rl'i,u:e.sto, lllnto J>Cr comincforc, poi lt, mlii/re che .si fa l'amllnte, irl/ai1:it, corrom,, pecfe. msti<,, bordello, e chi pi,ì ne lw pi,i ne mCffll. - UC? - Ti JH.lrpoco? - No11 mi dive,ui mica 1mri111110! -- Ahi L'e.sisten:.iali.smo. Ci ~ngo. Yolevo app1111roJ}arlarti dell'altro libro che lw comprmo. Siamo sempre in Europa, ba. fl 1 (l bene, Francia, per specificare. Com. 1uo dunq11e 1111 altro libretto ... mole mo. rlesta, 1111 pre;=o mo,lesto press·a p0co. e 1111 nome rllppresentativo • .si ropisce. - Vn bene, 11011dirmelo, ltlnlo 11011 mc 11c ricorderei. - !01mq11e, mi meuo a leggere .Be'. .s11u-0l1,, è peggio ancOrll, roba ,Ili far dri::rire i etipelli lllla /,merli - Oh!. oh! E che ,~amine ci .su, ,te111ro? -- L'altro libro(' cflstiglllo, iu can/r<m– to. Aggiungici ,lo,me ·che /011110 all'amore S<'11:a uomini e uomini ... No, ca.sì se,,1. bni 11bbt1stnn:ocam1111c, non re,ulerei li s11/ficie11:o l'idea, devi proprio leggere tu .stes.so . In.somma, la piii compietti tmarchia ,lei .sesso e d,ifla me111e, un Che solo il nome di Roma serbate, Vecchie mura che ancora sopportate La gloria di tante anime divine, Più mi pace la casa cui nei tempi lontani Costrussero i miei vecchi che i pa1azzi ((romani; Mi piace, più che il duro marmo, ll'ardesia fina; - Via, no 11 i·ol~vo o/femlerti. Cerro, im·enimcruo geuera!e e Jontlamemale. /Kir flOCQuea 11 cl,c 11 me che 50 nieme - Ctupita! C-,et/i clie cttpirei .se leg- Trionfali archi, e punte al ciel vicine Che, di vedervi, il ciel meravigliate; Ahi che in cenere già vi tramutate, Favola al volgo e pubbliche rapine! tl'(lrte, Clii è l'aittore? ges.si? Più la gallica Loira che il Tevere latino, Più il mio Uré da nulla che il monte - Lmcill stare gli autori, per il mo. - Non 11esonu del 111110 .iicuro. Cer. memo 11011 le /i ,iomino. cl1erò d'i11i:iar1i. lm,rwgi11a umi filo.su . - Se Jo.s.seamerictluo.. /Ìll .iecomlo la <1110/c ogni i,ulivid110 si - No 11 lo è. ltulia 11 o, i,wcce. Sai be. divincoli come 1111 t:erme ver/"r com:er. Ahi, se ben per un tempo al Tempo guerra Più Faccian le pietrt:,, pur avvien che il Tempo Opere e nomi finalmente atterra. [Pala lino: che l'aria del mare la dolcezza [angioina. (Trnd11=io11e di Diego VALERIJ ne ...... te /'ho giti spiegato _ che Il/i gcrc su di sè l'n11cn:.io"e dell'1mice·.so t1mericmii pi,ì .spinti .si dilet1nno <h por. imero, esserne 11l centro come 11I mezzo 1hm11 mela l,"cata. re in iscem1 l'uomo.ll11im11le, ,ion fn11i. 11111le-11omo. - Bi.sogna wglillrill. ~'===============================-=~ - J>ercl,è, c'è di/feren:ll? - Ma .sj capi.sce. Uria co.sa è ridurre in relazione al suo pubblico. Ri1engo ché 1ale rivendicazione non possa es. sere contesrnta e che la posizirme si:1 inatrnccabi'.c. La finzione è s1oria, sto– ria umana, o non è nulla. Ma è anche qua:co.sa di -più; è fondnta su un 1er. reno più fermo, essendo basata sulla renl!Adelle forme e sul! 'osservazione dei fenomeni soci;1\i, mentre la storia è fondotn su documemi e sulla leuura di stampati e manoscritti cioè su impres. sioni di seconda mano. Così, la ftnzio. ne è piit prossima alla realtà. Ma la. sciamo correre. Uno storico può anche essere artista e il romanziere è uno storico, il conservatore, il custode, l'ln. 1erpre1e della umana esperienza. Come si addice ad un uomo della sua origine e tradizione, Henry James è lo s10. rico delle coscienze raffinate. Certo questa è una affermazione ge. nerica: ma non credo che la sua verità possa o debba essere messa in quistio– ne. La ·sua manchevolezza è che lascia troppe cose fuori ; e, d 'al1roride, Henry James è trupp0 notevole per po1er es. ser circoscritto nel i:,uscio di noce di una frase. Sia di fatto che, ei:,li ha compiuto In sua scelta, e che la sua scelta è totalmente giustificata dal su cesso della sua arte. Ee.li si è assunt::> la parte pjù ,pesante. Il cerchio di un.; coscienza delicata comprende più ma· le e pili bene di quello di una cosi::ienza che potremmo chiamare, gros. so modo, non delicata, unn coscienza meno tur,barn dall:t souile discrimina. Lione di sfumature di condotta. Una coscienza delica1a mette mnggior inte. resse nelle cose essenzinli ; i suoi 1rion. fi sono più perfeui, se pur meno van. rnggiosi, in senso mondnno. Vi è, per dir,a in breve, pili "erirà da indag:ue e spiegare nel suo agire, per uno s10. rico. Nulla di ciò sfugge all'arte d1 Henry Jnmes. Ha conquistato il terre. no, suo dominio, non veramente selva. tico, m:1 pieno di balenamenti roman. tici, di ombre cupe e spazi soleggiati. Li ha svelati, dome do\•evano esser S\.:. lati, e cioè in beilezza. E, \'eramf' ,te, la bruuezza non ha che scarso ~sto in questo mondo di sua creazior ;, No:1. dimeno. è sempre percepita dalla ve. racità della sua arte; è presente, cir· conda lo spettacolo, si addensa su di esso. E· resa visibi:e, tangibile, nel'.e lotte, nei con1rasti dèlle coscienze de. licate, nelle loro perplessità, nei sofismi dei loro errori. Perchè una coscienza delicata, è, naturalmente, una coscien. za \'irtuosa. Quel che in essa è più na. turale, è proprio quella sua delicatezza e quel senso permanente dell'intangi. bile, onnipresente gius1izia. E' soprat– tutto \•isiDile nel loro finale trionfo. nel loro emergere per miracolo, per mez. zo di un energico ano di rinunzia. Ener. gico, non violento; la distinzione è va. sta, enorme, come quella ira sostanza ed ombra. In mezzo e per mezzo di tutto ciò, Henry James mantiene una ferma pre– sa sulla sostanza, su ciò che merit:1 avere, su ciò che meriia mantenere. L'opinione contraria è stata, se non as. solutamente affermata. almeno sottin– tesa, con qualche frequenza. Per la maggioranza di noi, che viviamo d! buon grado in una specie di intellet. tu3le chiaro di luna. in una debolmente riflessa luce di veri1à, le ombre cosi decisamente rigetrate dagli uomini e dalle donne di Hcnry James. sussis1ono. l'uomo llifo .s111, scliieua e, in 1111 certo :}; 1:~~ 1 ~ 0 :: s~~aaoo;:innaa~~~ ; ~ 0 ~~• 10 ~~ ~i~ q1wl modo, innocente a,iimalitti, ,tl1r11 geuo offende, per la sua non richiesi a esllllllrc oltre l'uomo stes.so q11estr1a11i. scrupolosilà, queg:i islinti affaristici che m(I 'illi, comp mw .s11 a .sublime proie. unn Prowidenza so:erte ha impian1a10 :ione, nei nostri petti. E, prescindendo da I - Di' u,1 po', 11011 ci rientra per Cll– quest:i giusta causa di scontento, è O\'vio so, in .si//(lltO ,li.scorso, fo filosofia? Per. che una soluzione per rigetto debba chè io.... sempre preseniare una certa assenza oi I - La $1/ldia.stì at1che lu al liceo, 110? ~:i,~~~~=~t~ flr"a~::~nf:t;i~~1:7i~"a':i,:t:1i - Perc~,è i,'. tal ca~o...' . . metodi di soluzione a mezzo di premi - Semi, imuco, ~e t1 d1c~ eh~ c, ri_cn. e cas1i&hi, amori incoronali da succes- tra, no~, -~orrai mica perciò rirm11%1a,e so, colpi di fortuna, gambe rotte o mor. li erm/iru. ti improvvise. Ma così è; e mli sc.,lu. - Ti rimbor.serò la .spe.sadi <1ue.sfili. zioni sono legittime. in quanto soddisfa· bri, e 11011 .se ne parli più. no il desiderio di finali1à, pel quale i - Ah! 110,bi.sop1111 che .se 11e 1wrli. nostri cuori si strugeono, con una no. i,oi mugw-i anclie te li regalerò. S0110 stalgia più grande di quella per le pa. angu.stimo, Cfll}i.sci,devo 1}(/rlome. ro:e l~ni~/e::~~~~/id!~~:t~ 0 te~:~: - E""' bene, porlar1e. l'umanità, che viene così allo. luce nel'.e - f,'ll//llre clelfo filo.sofia l'lwi me.s.so sue ore di S\•ago, è il desiderio di sen· in bllllo tu, non ci fllif't:o pen.sato. Ma tirsi sistemata. Noi] si è mai sistemati devo congra111/armi. f1(1icolto nel .segno. nei romanzi di Henry James. I suoi li- :Dev·e.s.sercidavvero 1111 legllme ... bri terminano come termina un episo· - Al,! vedi. dio entro la viia. Si resta con la sen. - De,/ e.s.sc" rci. 'Perchè, quando 1111a /i· sazione della vita che continua a se- lo.so/ili relega l'uomo lii mnrgini delfll rere; ed anche la sottile presenza dei crca:im1e. lo minimi::.n. lo mortifica ... morti è percepibile, in quel si'.enzio - C'è forse 111111 .simile filosofia? che scende sulla creazione artistica, - Come, nan ricordi Spi 11 o:.a? Secon- quando si è letta l'ultima parola. E' do lui, saremmo un nulla. Un 1111 lla gon. ~~~~~:::~n~e~~di/!:::.te~r:~enoa~/ {ro di wes1m:io11c. lri tal ca.so no" può sta e s10rico fedele, non tenta mai l'im. mica e.s.serci un'cme che e.salii l'uomo possibile. (1'rac/u:io11e di Piero JAHJERJ torreggiante cori a sian.do I<, crea:io11e. _, Non p11ò? - No,1 mi 1K1rc, almeno. E del resto, ora 11011 è il caso•., Cosi, .sc11.sa ,mi fai perdere il /ilo. Oggi, .stammi bene aucn– lO, .souo tli modq fo p.sicmwlisi e l'e5i- sten:jllli.smo ,._ - Co.sa? - Te 11c lw pur/aro oltre i.-olte. ......, Ammeuerc,.i che i 11omi.sorJO w1 ,,o. - Eh? - Sì, in.somnrn, pre.~upporre che la melr1 sia .stlllo taglima e il 1,-erme meuo llllo .scoperto~ - Ah! Proprio co.si , ncciclen1i! E' 1111 /c,110che gli u,omit1i si .sono .sempre .ie11- titi al centro d"unr, mela fraclicio (11111 / or.sa prima ,10,1 ern tagliato), solo cl,e 11011 ne provano 1ia11sc11 come il filosofo. - Perchè q11e.sta filo.so/o ne prova llllll.Sell? - Alme,io cosi pare, così li/ferma .. (Cioè il .seg11ace, ma /a lo s1e.uo) . E qui .sto il grave, la complicozione, così p0uo,.. - E, di un po', gli studenti? - Come, gli .st11denri I - Cli .st11denti, clico. No,1 stni dunq1,e parlanrk, di filo.sofie? - Ah! Cli .s1urlcwi? {J(l'_ e.s.si non :.of– frono di na11.sce.,ligcri.scono 111110, pe,,. so che digeriram,o ancl1e quc.sto. - Allora 11011 ci sono complicazioni, tutto è li po.sia, amico profes.sorc. Sai cl,e .si /li? A me pa.s.serai il libro (q11e. .sto .secondo, i11te11do),sarà .stu=,:icante, che vuol cucre? Per ,e, perd,è dige,i– .sca a11cJ1e tu, ho pronta wm bottiglia di q11e/ buono. Non biso~na a11g1u1iar.siper i libri. I libri p<IS.SllnO, llmico. e l'uo. mo rimane, lo, come mercante di vini, mupico che rimanga .s11llate"a assieme ol divino tralcio, Per me (mi rifaccio. 1,,è, lii/e veccMe jilo.sofie) il t,-ero prota. go11i.s1adella crea:.io11e 110" è po' poi l'uomo. - Yedo be11e. Jladll per ili bottiglia, Laudomia BOHANNI E anche la moltitudine ha un oscuro sen1ore di ciò, dal momen10 che la domanda dell'individuo all'artista, è, in sostanza, il grido : « Fammi uscir di me stesso! 11, che significa. ver3mente : · fammi uscire dalla mia peritura attività, nella luce della imperitura consapevo– lezza. Ma oP.ni cosa è relativa, e la luce della co-;,sapevolezza è soltanto un resistere, semplicemente il più as· soluto resistere delle cose di que· sta terra; imperitura solo in quanto pa· ragonata all'effimero lavoro delle nostre mani industriose. del sereno tempio costruito a nosu-a edificazione dai maestri dello. finzione. Non vi è altro see.,re10 dietro la corti. na. Ogni avventura, ogni amore, ogni sue-cesso, è riassunto nella suprema energia di un atto di rinuncia. E' questo il limite estremo del nostro ,po1ere, la più polente ed efficace forza a no-I~===========~=======-=-==----~-=~~=====~~====~-~---~==~~======~==~~~=~~~====~~========= stra disposizione, sulla quale poggiano Quando l'ultimo acquedouo sarà c.1- duto a pezzi. l'ultimo velivolo precipi– ltno al suolo, l'ultimo filo d'erba estin– to su una 1erra moribonda, l'uomo. in– domabile per la sua assuefazione a resi. stere alla miseria e al dolore, potrà op. porre questa non diminuita luce dei suoi occhi, al Aevole bagliore del sole. La facollà artistica, della quale ognuno di noi possiede un minuscolo atomo, po1rà trovare la propria \'OCe in qualche individualità dell'ultimo gruppo super. stile, abbastanza coraggiosa per inter. prelare le estreme esperienze umane in termini del proprio temperamento, in termini di arie. Non intendo avanzare che essa -tenterà di incantare e.li uhimi istanti dell"umanilà con una ingegnosJ fiaba - sarebbe aspettarsi troppo dal ge. nere umano. Ho i miei dubbi sull'eroi. smo degli ascollatori. Quanto all'eroismo dell'ar1is1a, nessun dubbio è ammissi. bile. Da parte sua non vi sarebbe eroi. smo alcuno. L 'ar1is1a nella sua voca. zione di interprete crea (il che è la tor. ma più chiar:1 di dlmosrrazione), per. le opere di un uomo solitario nel pro. p.rio studio, la rocca sulla quale sono s1ati costruiti imperi In cui potenza get. 1n un 'ombra che raccorcia due oceani. Come una forza naturale, la quale ian. 10 è oscurata, quanto è rivelata dall 'am. masso delle debolezze, dei vacilla· menti, dei motivi secondari, falsi passi e -compromessi, che costituiscono la somma dello. nostra auività. Ma nessun uomo o donna degni di !al nome, può aspirare a nulla di più, u nulla di pili grande. E le donne e gli uomini di Henry James sono degni del loro nome, entro i limiti in cui la sua ime così chiara, cosi sicura di se, ha circoscriuo la loro attività. Ee,li sarebbe l'ultimo a reclamare per essi proporzioni tita. niche·. La terra stessa si è. rimpiccolita nel corso dei secoli. Ma in oi:,ni sfera delle •perplessiu'I ed emozioni umane, vi è 'l)iù di una grandezza anche non contando qui la grandezza dell'ar1isra. Dovunque si ritrovi, al principio o alla fine delle cose, ruomo deve sacriAcare i suoi dei alle sue passioni, o le sue passioni ai suol dei. Tale è il prob:e. ma, abbastanza grande, in tuna verità, se affrontato con spirito di sincerità e conoscenza. In uno dei suoi siudi crilici, pubbli– cato una quindicina di anni fa, Henry James rivendica al romanziere la posi– zione dello storico, come l'unica che gli sia adegu:11:1.sin per lui stesso, che f,, q,.rsu, ,tccr,rnrilr da,rn,.,uiano, <.hr roi,uidr ro/ ci11<111a'IUnario dd/a CittA m«ta.. "0" t i,roppo,1uno far t<mourrr qursta J,atfoa t<>11 ruj Ji tldudt "" 11,tit;o/o sullo. Dwsr pwbl,Iicato da/ rontr Gi11srppc l'ri11,oli .,r:1n • Rr-:·wc dr P11ris •· ,lr/ I. i:fugnq IS9i pr, accompoinar.•i la tra<fu. ~·011t tki So;tl",'o d'un mattino dl prim3,·,:. n. di 1/rrrllr. lo tr1111d~ltagira tra allora in p,ir,u1- rri.Ji, s/a11ca dr/ rtPf"ctorio J,a,i. c:rsr t ìra:iano rii, il x11sto dr/ irmpo lt imP<>'IIC:YI.. e,a, i,uomma, mat111a prr /'i11i• ::ku;iont dam11rn,:iam1. F. il <.011tr Primo/i, doJ>Q a:•r, rau<mtato /"illrON/ro di /ti can Gabri<l<" r l'imprr,io pruo da qutsto di scri:.-crc pr, lri, ÌII dird KWf"lli, "" COJII• ponfou:11t10 (!,a,.i,r,ati(;Q eh<" a~'("SJt /J(r p,o. flltO,.ista 1111a J>ll:rUJ, ci prt1cn1a la di:oina lif<"OltQf/1-sul pw,r/o 11," lfl~r:ia,si ,rrNa 11,an. dr a~-i,r,1111,a. li ro,rft GJuscppr /'riu,o/i, rhr tra "" 11qpo/f'Qenide da parte materna, pubbli<i> a g,andi ùm:,wlli, fo /r1mccsr, J><ltinr 1111rddorichr sci,.ti//a,it; di brio u11 f>«O mm,itrlllu. ma u,uprc inttrasami t /n'-1· er:·o/i. Si ,Jet·o"o al 1110 i,,rtlli1c11tc 11,ra• 11111i.J.,,,. la 1-t>n<la:io,u Primo/i. pc, stambi rw.1w,a,i ilult>•fra,r,rfi, a twi lttò il J11t> P,1fo:;q i11 :,ia Za,ru,dc/li, r ru,rnrsso .\luuo Nap(J/ronico. Uomc,, l mcou;io 1897 All'HO•el Uri~1ol 1 chicc:e della ,-igno. rn Duse. Sta JJer uscire. Mentre ,disccndu la scab mi ,•0tle oJ :1gi1a nella mano una masnifìcu rilcgalurn di 6tOr€aantica ricamata e ;u1nad11tada nnslro ll':unocr. ro ,·cré'c: ~ Ec.-cof<,! 111i 1lice tulla trio11fan1e. ·no Bianco MEMORIE D'OL1'RE1'0MBA - 11 manoscrillo nun:,;io. - Clic s'inlitola? - Il sogrro d.'1111 mcminu di priuw. uerll. - Pro1x-i<> uu titolo di &lagicne. - E J~ collocarlo nel :,110ambiente vado in cantr.-agna con b mia comJKJ. i:;nia, e faremo le 1>rovcsull'erba nuo. ,·a, :-0110 gli alberi, iu mezzo ai fic-ri.• Dieci gjorni, G.ieci giorni sohanlo ,I[ ripo:.0; o JlOÌ, Parigi! ·- F. ,Jebu11crc1e con? ... - Sono incerta trn Magdt1, I.o moglie di C/m,dio, ln .signora ... - Tune )Xlrtiche Sarah interpreta 111i. rahilm<mte. - Ahimè! lo sono anche 1ro1)1>0 ! - Un consiglio 11':unico: per il pub. hlico parigino, ,.ceglietc qualche ahra cosa. - Ma allora, che co&a rapprci;enta. re? .. E' colpa mia 6è la Grande ar1i. 613 tmi,•en-ale si è prei;a 111110 e ha lan. cinto in 1tllle le suo creazioni u11 segno indelebile? ... lo non ,•orrei più arri. schiarmici: eppure, è naturale che dal momcnlo che 11111p C pa~~a10 J)er lo ~ue 111:mi, il mib rc1><.T1orio si trovi ad C:,. SLre una p,.'lrlCiol suo. · - lhp11re:,cnlatc op<:re ilaliane. - Ecco il 1mnto. Qu:ili? Il re11crto. rio cla~ico, voi lo aapeto bl ne, io non lo sento. lnhmJiamoci: parlo delle no. $Ire tragedie di ieri ... llisoi;nerebbc ri. s:ilire 'ai Greci .. o non ii :111cor:1 il mo. mento. - E Shukes1ie3.rc:' - Sì, Shak~1>eare ... è 1,ompre un Oio; 111:1, :1 parte alcune creazioni sublimi che.-11011 son fotte 11Crmc, in lui, di ~o. lito. lo parti di donne son sacrificale ... So ai suoi tempi ci foste staia 11n'ar1i. Sia come Sar:1h, che parie avrebhr ue:1. lo oer lei? ...:..E: f.a l,OC<111diert1!' - Ah, è \'Cro! Mi ocord:l\o 1:i Gol. doui. Sì, ta toc111,dier(I, c'è dentro 1ut. lo il Settecento \·Cneliauo ... occhintinu e civeuerie ... è un ~orfio d'aria fr("bCa cho fa Jliacerc ... Per 1111,1 :.era, pass.i: ma non J>0:.:.0-mica Spi'rcarc- tutto il mio tempo a foro moine ... 11011 è nn ,;onere che si atfott:1 :il mio 1i1>0 ... ln,omma, non v0c-rete mica rim:mdnrci in ca~:idel 11011. no: una ~olla us:iti, 11011 e. t~oppo di· \..... ·,cnl,, rientrar<'I ~ tapp'.lr<'1~, clerllrn. - E allora rapJWCi-enlalll01iere italia. ne moderne. - Quali? - Ctwalleria rustia:11w. - Si, forse ... E' .,1:110un tentati,·o au. dace, ,dieci anni fo, una no~là in fotto di teatro.. lo l'ho cre:11a con riSJtCllO: .~ono Slata forec uua delle prime ad ap. prezzare quest'oper:1 di un 1,,randc e so. li~o ingc-g.no , o In prc!>ento con piace. re... Ma oggi, a Paribi, tlopo la 1>0po·. britì1 dell'opera di Moscagni, uon tro. ,eranno elio ei manca b mu;.ica? ... - Ma no! S 0 s·i conosce il <lramma, pubblico J)Origino-, quanto a repertocio italiano, Ct1valleriu che non gli C isno. ta, la commedia di Goldoni o il poema dramnulico di Gabriele d'Annunzio: il 1catro C.i ieri e, chj 63, quello di do. mani ... Quanto al res10, mi terrò is0prat. lutto a la\'ori rra1wo;i; i 11 <1ucsti soltan· to c'è un dramma. o una 1,:1r10.Sarti iniercssanlt:, ..pero, \'Cdere unu creazione fr·.1.ncCSe interprelala da un lempcrarnen. lo italiano-. - In.somma, Vi Hmi1ere-te al reperto. rio di Sarah. - Al repertorio tli Sar:1h?... E' uni . ,·er~lc: va d:ilb Fec!rc, di Racine a Spi. ritismo passnnòo per j drammi di Victor Hugo e lo commedie tli Dumas figlio! .. E· tullq quanto il tealro franc~c, che è da\·ve;-o il solo vi\'o ... tranne alcuni lrr>mmi o con1111odiena.li qua o là al qofTio del genio ... F.tl io ,•ado alla Hc· ~::~~~;~~~-li~~-,~ !:'.~ 1;i:~ 1 ;;:ri~~~ll:~~)'.I):~:11ai~1nce pér a,er 1'01mre l"i rappresen. Ire cose itoliane? t.:irc a Pari1ti un'l p:t·rob 1nrte de( 1ea. - Si, Tri.sti amori di Giaco~ e l,11 moglie idea/e di Praga, che sono anche essi te111a1i,•imolto intercssan1i; m:1 io ci ho w111 1>..'lrte di piccola horghesc ti cui car:ittero localo, csscnzi:1lmen1e ila. liano, non può intc-r~saro in Francia ... E po, sì scn bei hivori, ma in UOS6uno ciCi due <:°i· una 1-...1rteper me: ~ io ho 1111t1. r.umma dentro di mc, come po. lroi rivelarla in quelle parti? Questa ,•ol. la hisoi:na <'hr mi limili a orfrirc- :,I tro francese. 1\\,rò tono o a,•rò ragion"''! - Abl,ia1e fiducia uel \'Ostro no111e. - A P.'.l.rigi non lo cono~cono. - Allor.'.l., ahhi111e fiducia nel vos1ro anai;ra11111U1.! -Os.sia? - Victor Uugo \·e l'a\rebh~ detto: Ou.sc . LDe11.s. - Ciii! Non ci a,•e-.•o pensato. Giuseppe PRIMOLI

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