Fiera Letteraria - Anno III - n. 16 - 25 aprile 1948

Il Chierichetto F:1hrizi,1 ROeslcr Frnnz. all"t:11oc11 ili li. in <':uuhio di t11111i "c•:1,law•ri 1). :,J. ,·ui lo ricordano te wrclle (le Cnul!:lll· nwno un urcelln ,,i,•o. 11icr. pC>levna\'(:i·c J'cti:i cli 1111 ,·hicrichcl· E ìl gallo t>Cdron,• 1•hc :irrivò 1111 ,:inr• 1t,, ,, Quan,r;. l'h!! un r:1g:1:tzo in11mr:, a 111) ,l...n1ro 1111 !1:rnicrn delln Marcmm:1 •crvir mc.s.:m'f)) 1!011rnndi, :itl A11gclin1. ru h-nt: :iceoho perfino dnlb horouei;~:1 " Al\u 11rime dn~:;i ,lt:I i=,iu11a~io ap1>r- Zaira. <( Scmbr:i 'una Guardiri Palutiu,1 nn ~a iucth,'f'C )Clj :iccenti -ulle 1Y.1rolc in grande uniforme! fl, tli~•c In (faru– latino p. ness:1. « li ritr:illo prCci!-o 1li zio l.olln n L'I ras.a doni le mie nmi<·hc 1rascor· 1 <lic;fcro lo bambine. ... ern fjnfonzia è slnl:i :ibbauuta dn al· Dov<r"Ol!:l?-i la Cvm1>ai;ni:1 lluli:mb di mtllU uu:i ,,entina cl':mni per far poHu A·si~ur:rt.iomi- hu !!'i~h:111:ito la grantle :i 1111 ,:'l•lo uHicio 1lc1ln Comp:igniu Ce· S.,b delle Allunanzc. i (•i1H1uehllmhi11ì ncrule ili A&si,,urazioni. Ci :i,,Olloi:ran- e il Gnllo Ce,lr,mc tra~corsero un inver– tii ,lia~rammi u curiose 1•u;ve della mor• no intero. C'er:i in cn~n ::ifi:i cli fcst:1 tali1à. ·1:iliHiche strambe 1le1tli ucciden• perchè dopo ,,e1lli anni di 11ui·quilie. ti. delle malallie più ,·alnmitoEe (11ia· di riccrrhc. di ~huli •li b!11·t1ftl.l. di ~opr:i. bete, ipe~lrofìa. sclero,:i. cnncro. l-Cc.): luni:;hi. flm1l11wntc i Prinrip-i Barhorini ~, 11, 1110 dii:intj sui muri nel rramle ;alo- ave,·auo do\•uto rcderc alle (1ucrclc dei ne dellé Aclnuanzc. 11Era 1:i ~1nn1.11 Jci F:-ati Ca11p11c<-ini e alle ari;oment:u:ioni noslri giuorhi "· mi clic:u Giori1.io. « la dell'A,•vo<-1110 do Cousontlicr, la 1,ro· ,.tanza do,•e a•peua,•u·mo Fabrizio i po- p1 ic1:'1 ili alruui ettari Ji 1erre110 chi, meriggi Ji im•erno. 1, 1 htmno la~rinlo qu:.1- circondano la Chiesa Je~li Scheletri, Le ~i intana \l. bambine .sfoi,!itiarono ,,euiti splendilli Il raJ!azzo. fiiilio 1111; 1 ,o di ril"C'hi co- J)1:r il CornCHlle indicahi a dito dalln ____ di ------------. .12.e.MLfll'lU}- <>Wti.J.g,alli folla 1h::itlevo1·i d1c umloqa :1sentir mc,– ~, nella chic;aclla di San Vitale. N<>n mancnrouo m11i in 1>rima Filn ai Qua• niuE;i. trnppo presi dalle rure dello loro crehi•sima .-lientela, aveva trovalo in c.allill de Cou~andier il suo 1>0ratliso. Nel. la Pensione Frasn:. in Vin Nazionale re,im:ili di Momignor Cio\•::11111clli e ai poc-o ilopo la fine della primn jtUCrra riti della Settimar.a di !,,~i-ione nelln moiuJialr, si ntluna,·ano principi, 1tr:m· Basilica di Santa Mario degli Anl!eli. tlurhe ~c. baronetti di tulle le razze. rus- La 11reparazionq s1,iri111ale al grando si, au,triaci, inglesi. insieme ai ()"imi evento rulminato nella Pasqua del 1922 nababbi americani. S1ufi di vivere al ron la Prima Comunione dello tre figlie minori Mori:i. Cior&io e Elena, e del Crand TIOtel o al Q11iri11t1le, c11ricn\'IU1 1 > i bapgli 1,ulle carrozze. e dopo un pie· picrolo Fabrizio. ru curala dalle Suore rolo trono. d! C!ualc11c centinaio di p-J.s· ,lei Cenacolo di Piaua dell:a Stamperia. le 1plc,11lide p1"inci110ii!o in 1,e1lcgrin11 ,·ioln che fecero un piccolo slrappo al– la regola, imerendo nel loro corteo di ~i. suo111n•nno alln porla clove ti Jl1"e· !!Cnla\' 11.ad :tt·coglierli Gabriella Ri:icslcr Franz in per:.ona. Aha, bionda. belli·· l'ima. eua linh•a !Jt:rr imporsi con le anfeli 1•011diclifsimi un solo maschio. •ue f;r&Zic ailc zitelle O aitli zitelloni Falirizio. che r.orlava sulla manica del rhe tro\'avano ineguagliabile 1u ~ua com- frac azzurro una Krande coccarda liian· rn. 1-~uuna res1a 1ran1lio·a: una pro· pagnia. Sohanto il piccolo Fabrizio ri- cessione quasi nuziale pas.sò sotto il (iutava i b.2c-i dei pen.\fionati e le cure della istilulricc: .sahiwa le due rami>e Traforo, risali Yin Nazionale, i,i rcrmò davanli 1111n,•ccchia villa di Pnpa Si- di 1ocule.•pingc.v11 la porla e r.orrew, ad abbracciare zio Pippo, suo padrino, :! ,rande avvocato elci Ve11covi e dei 1)()1- li\·endoli. Ja be~tia m~ra dei consiglieri Capilolini. clic u~ava pranzare a 11omc-,. riuio inohralo in mezzo allo &tuolo ringuellante de1lc :,uu bambine l' ciel s111J riglio.-cio. slo, li all'angolo di Vin Dcpretil!', Una immensi folla s'e:-a adunata in t1uci pres!li e ne forono meru,·iglia1e le due mamme Gabriella e Z::iira e tut1i sii im•ilati. Ma il primo ad alzar la lesla (n Fabrizio c1uand11 bc~e dalla carroz– ua ,,o ~enti cadere tl.al cielo un prufomlr, r'hicchirichi, JI gallo Cedrone p,-olit– t:mdo dell'ai,Scnza di tutti aveva fotto il giro (lcll.a slanut. ave,,u 1rova10 un balcone a1.er10. e ~•era buttato a volo lo non ho fo.1111 in 1em1:o a cono~cern 2.io Pippo, il p3JIÌI delle mie amiche: mi è capilato c1ualche voha di t.pogliare 1tli ,cartafort, ciel suo archh•io, di lei• ~opra una piunl:t di kaki che su due ,tcre qual,·una delle .!!Uerompart,c con· filo ornavano la vi.i. doll'&!OOra ullil cluEionali. Che ricchezza di nr,omenl::i- 2.ioni, che elegant.a, di ,,tile! Di ogni Torre delle Milizie. Sahcllando sugli zolla, di ogni albero di oimi .;a•!,O, egli alberi, Ira le grida e le riso di tulla la gente di pasSlJ,:f;iu in ,,ue'la meravi• slio~a nmttinn. riusci a raggiugt.-rc ronol!ce,•o la ~,aria mir'abolante, i pai;• tag~ di proprie1à, i legati, le lìpecia:li conce111ionidei pontefici e delle comuni. Via Parm::i e a risalire lino 3i Giardi– ni di Carlo Alberto e dUpcrdcrsi in– ti. religiru;e. Le figlie ricordano una buffa fim· nul p-arr,, del P:1lazzo Reale. rarta topogTafica che il ~dre aveva ratta diBCgnare dietro sue preciee islru- zioni: c'erano croci e cerchieni ~parsi Quc~fo catena di emozioni •cosse i un po' dapi:-~rtutto. e 111r1hechiazze ne• nervi ne:boli del piccolo fabrizio. « Co· re che indica,·ano a colro d'occhio i mim:iò do quello Pa"(un ». mi raccon– canfini di tulle le aree a1•parlenenti !Il- ta Giorgia, (t 3 infatuarsi per I.a li.1ur– la curia. Chiese, ville. conventi, ma an. gia, i paramenti, le eacre fonzioni del· che vigne e giardini. 11 p:i 1 azzo dove l3 Chiesa». Tanto rhc 11er 1listrarlo abitavano i do Cou•andie,- e i Ri:iesler fu mnod::il6 in una ,•ill:i a Ca~tclgandol· Franz era italo jn(alli costruito sui ru· fo. Quella tolitudine e il 1etro :-ilen– deri della ,·illa di Papa Si~lo. Ira Qui- zio delle nc(JUC e la cupa pace dei bo– rin:Jlu cd E'Mtuilino. i,chi non giovarono al ratnzxo. Solle- Fubrizio era cre·ciuto fragile. e, ap· citarono anzi le i.ue manie. Correva die– penu uaeito dnll"infunzia, e:u ~1a10 col- tro a tulli i funer3li, volevu accompa– pilo da un altacco alle mcninf;'i, Aveva gnaru tulle le salme al cimilcro C' adu· clo,-uto ptt"Sti,.simo abbandonare gli tlu- nava cuochi camerieri e fante.ichc O· di e volarsi a riempire le lunF!}le 1tior· &Ili 1m1t1ina. i111orno a una i-edia che nale di noia con sinJ[olnri•simi e1,ercizi foccv::i da altare. per r.anlare le litanie. Ira runerari e li1urgici. Un po· r:er di- Ed·ificn,•::i tt:rolteschi elenchi di nomi c ft-llo di pronuna:in. un po' forse p11r li dib11:1neva in filn e inciln\'a la pie• l.t ~ua debolttz.a di n1c111c.e un tanlina rola folla dei 1lome~1ici a griclnrc le lo– anche r-:-r una ~ollile \'Cn.a di arguzia di del r.~zzh-agnulo, dell'erbivendolo. romana ch"era penelral.a nel iuo -an,:uc, il ragauo on·e,•a un curioso modo di inneggiare ::ii sau:,i ~ami pro1e11ori. la Madonna del ea·mmcllo (Carmelo) 1· lu Madonn.a del Rosnlio I Ro•ario). Mo proctdiaruo ron cautela. l..;i barone&.'-3 Zaira Serafini, madre 1lelle mie quattro .ami.-hi: a,,e,•a in or· rore l:i racciaggione d1e :. rlicn1i ,,or111- vano in dono al marilo. mentre 1trmlivn l"in•.:1la1umista dei fr::iti nr1olani, la mi· ~,icon=q di btti1~3. ,li ru,;he11a. r. Ji dell'arrotino, ciel enne barbone. ciel gn1- 10. e non dimentic.:wa mai. nello fil– za rlei heo1i. le s.ue enri-~irue amid1è Angelica, Moria, Giorgia ed E!eu::i. Qu::indo ttirnò a Roma, 1lo1m qual· r.h1: mc•c. c potè finalmente riabhra,,. ci::irc> le t1uatlro ra~aue. clii Poi:lnro in un orecchio rhc a,•év:1 J>rcparalo per ognuna una bolla :,OrJl'fC•a. Gli rhic– icro 1101i1:it: dello 1,ue vac.anzt• 111:1il picrolo rci-1a,·11 1aciturno. FirwhC Cli" trarono, nel ,rande ::;uloue ,lei ~ino.-1,i. 11ua11ro ramerieri in livrea. dello pen- Cli urrelli morti cr,rno ill\'ece la r,af>• l"ionc Fraru, ~he ..orregge\•::1110un gran– ~ione ,li Fabrizio. e la haronmt•a ,_Jieli de cnne~lro Jilll capo. Il pieroln ,-i 111i11t: ira pii;di ,-u uno 1,ohro11a: al •un I.aio fcr1: disp,orre i 11ua11r,, 1111111i11i: due ::i dc..ctrn e 1l11ea :li11i,1r:i. E.•lra, .. e fl una a una dai 11u11Uro••1.-,ti le ,.,1lcn· di,le roronu di fiori l". rhia111a111lnper nome .Angclir:1. i\larin. Gior~i:1 Ele- farcva trovare spennai i, i piÌI l)i1·coli, ~ui u1&foj d'art1:en10. u Sono 11111 i pCI" te. Portali alla mamma ,1. Coji f"hC l:i lutrina dt Ila Pensione ROcslcr Franz <i ~remiva di beccac-rc e Ji 1,erraii•i a 1 1pl.-..c J)Cf" una zampa a fQrurnre una ~raia rh"era proyrio II la 11,('aladi Ciarohl,e na. rhe gli •i ::irt•O~•:mrnoa nrnni giun– ::illa rO\'e;cia ». Parliva d 3 J létto e fì. tu. ,ler,l).t' ~ui lnro ,·a1,•·lli i ,Ioni pro· fo)na1i. niva quaEi 5u) r.o~rchio murnar,rt'o ,lei vaio. Cli 01opi1i della Pensione er.i1l'J amtniraliEsimi di t1n1a ,,rocligalità dt1 1-•ahrizio era ~crio e come in es1a,i parie di Gabriella; ma le de Consandicr nel comr,ire tale uffizio. « Scmhr,wa e Fabrizio in~istevuno a che lo Zio P,p- dav,•ero in\'e·tito di un p0tere llO,•ru– P•• 1•l1iedf',.. :1 cp1al!'1rno ilei -uni rliPn- mano"· mi dirt: Anp:elir:i ,, e noi pu- LA FIERA LETTERARIA Pagina 3 ro fummo p,re.sto con1:i1iate d:1 <111el l'aurcoha misteriosa ,•hc e-i p:1rC\•a \'Olge·.!-O la Sll:'l IIC1"l"011:t I), imm.ngin::irio, caotico. dcnlro il <1uale I 1ri51i. T11ll1 i g1or111 fino a quando, ~C!ll\\';nno :,ffiorarc ,prnk-hc orl'rH11<, 11011 fu pott.110 111unn ca~u di 1m- <1UOlcl,e de ,,,o/uud;,_ qucl.-hc ,,,;,.,,_ e Iute (, gl, ,li <eco ,,,.,. ,almocc le ,uc I giorno di « Fu 11ucl 1;ioruo. a poi·lie or~ ,!al !lUO ritorno 11:1Ct1~1olpmlolfo, ,·h<· e,:.li ,•olio ,·clclm1re. 1>rCEC11lì i 11u111tro1lo- 1110~1ii-i n livrc:i e noi 111i:ittrn H:r~ini i11rorn11:ilt•. 1:1 ~un p:-inrn 1\lc~ .. :1 ,olcu le ,lc~incnze u. Caro Fnhri:r.io ! l'cr mohi mc~i, fin– rh:, l:a i;;nlJ •:ilutc nnn fu tlcfiniti\'amen• le llr.0!!'6:1 ·0111inuòa raccoi;liero i111or· l::icrimc rhe In acri1111p:ip:111wa110 in So· 111i11:1rioJ ei;li celeb,ù !'uf(iri11 funchre J!Cr 1'1111i111a di Fabriri lfoe..-leri Frr,,u.ù. I( Diccv:i proprio 1•o~i l:11iniz.-.an1lo il suo 110111c ». Le a111icl1e :;li stcllcro in· nc. C:lt'c-iò ruori d:1 111111 llCalol:i 1111:1 no :a lui J,. !.Cn•e 1,it:1wc-. i cuochi c.he 1oruo ,1uando il picrolo i;.cmeva lt!' snè cantli1la ra111ici:1ila 110111·, infilU il r,d- lo :idor:1\'UJ\o, 11u:ilche volta 1,crfinu Zio LmHe 1wcihiere de111ro il lettuccio di fo in una ~10111 J11mi110~11 in1rei:.-iuta ,li Pippo é le cpmlli-o compai;ne tli giuo· morie. J\11ri gli occhi fin:ilmcnle JOr· 1:--al(.liuzw doratc. ai)JlOgG,iòuna crocetta elai. Non volle mai tra i llC\'Oti rna ritlenli: ,'ern aceor10 eh'er:ano ,•enule di le~no allu l>Jtalliera della poltrona. madre e b m:nnnrn llellc bambine. quell:1 111a1tim1con mm coroncina di c ,·omineilt a reci1arc le •ne oru.-.io11i ,h•l'Ya un piccolo voltn trn-pa~cnte. i "iole tra i capelli. 11 egrc1c in un linp111gido a8solut:unentc ri(•rioli nerissimì, gli o<-chi hrandi e Leonardo Sl►USGALLI L'arbero dialettali l.'i· O pri1111110 giorno ,ra11t11111110 e· dlia o cado tla stac: 11 faccia aperfr1 rispetta /tt buriana o i:r cd<, rosso clic j,· cn,tca ndtlosso sfoden1 la saetta w1co10 gl1\\ l 1 11ga in fi fi11g11i, 110 gh"è 1rn11a n111i"a pe,.r, çli.,_ com,· no tlurli,ulmw. Me fermo solo lasciit. La morte h, s'igno111111cro tt li pirtli. · monta sur tronco. t1zza11w1 i,1 mcso ai fiagni assoì.rrgittr. da t111i.elle 1. 1 e1111.1; r,rgr,1ti1111.c cl1e scùggiim zlÌ l,orde!l;1111.,• 1• van o pèrdi'sc iu mfa. la prima rtmlll, appcm1111 n ~1cr<lc di.' 111pig11t1: 11111. /'flrl1rrn s'1T1f.igna. <' r.esta i,, pii-di. (Ccno\':i) Edoardo FIRPO Al>bo11ora se shro,fofo tl't1z~um. E' piri dritt.o, ,~ più /illn: (}1-00SARIE'l""l'O: 'Iar•r, \MTt; mii, mulo: 1lvu1,~. d\U.' o tre: p,ttoudo, ùttc:rndo; riutu, clonoll: m,c:!rtu, ogif; lril,nxior, ,i.otchiusc: /(,, bru.s'lo: star, e~llltt: f,nf("i, fifa– ,;; flSli<ll(lfo,-, ll"-~latl. gm1s1 un n111·r11 ,In~·,· arimlrnrz,, er tr;/lo ,le ltt /odn/1,. (Ruma) Jo i so,j il soreli Mario dell'A~CO UJ.0SSARIE1'T0: 814ria>1a, tempc,nk: • &'11<11oum1r,11. ,;1 n.1uro111itola, &'irrti11110, ~r o,;1in:1. Zal ar~imt i,, tal. rodie gota di arzlmt in tai fics Cinque taere 11 me ar:;èrit al 1,rusa amlc t.a/ zèt? clìpit. d'rcnti tal 111011d rot dal lì111pit Sili/ tli essi CflCiOIII(} dismòt. .I rampa a ~ia sciÌI II rompicollo .,, ta. penombra. de case: /Jre,1ti ttJ[ monti io i l,j~ oot. Fò11r dal mo11d jo ; lus sòul. se -:.,ed.ti.e mt çé cosci nctt.o tromt'SO a-e -:.,egt.'e çi11wsc... A è m.. 'sdi: /'"alba a. do11l lontana, il UJ(' nr~h1t (timò1'r E i11ta,1too mfl o _,;'arra111pi111,.n a.o to,1 de tutti i s,waggi: tlo11trè; clic ciòccan insenmrc dJ ,ia muhrt rii arzhit) tal m.011d sò11/ al art, Il è mis<n fwn s1111?):misdl. Tol f>lcn hm i ~em: Sflt,rì! fari 11mia umx.ica le11t-a, ma rm alro de notla ciii bassa o dei "" c,·occf1elto og,1i tanto. Se a mi zòv,ia. la clarital dal mo,1tl di me iJ1l.umi,iòl.' Veri zii .ti slitett; e gall-t?m ..e pittando in meso a.; rissr11.. L'è do111e11cgo w1d1c11. E dorme s0,1 t,utlc d.e fetca rlmumli a-e porte :mbagiac e .to,i vestie d.e ,rnigro pcrch-è c."i1tard,i gl,'è vespro. Secchae dli-i mmi i: da.o .(6 discora11 cim,,.n ogni ta,,,o e di%ian cose sii dite in .çci ant"'ghi scnli,1. Dc "o.1oltcarriva 1111 pO o fii tle Ili da.a cass t.ra11q1u11e da :;ovenf.1'1 in to sb. ]o i 1to 1111ej chistn. et.àt .. l 1mcj il timp, cr,'l 111-ond tQrg11i e limpit, da/ FRUT, arzènt. I.al radic, tlal l'ECIU. ar~ènt tai fics. • (Ot.<:flrs~. Friuli) Pier Paolo PASOLINI 10 so:-.o IL SOJ~E. I. Giallo argento nel r.id !cchio. .:occla di :u~nto 1tel fichi, Il mio al'(;enlo brucia :oniro nel 11clo tiepido, dentro. nel mondo rOIIO d,.I llmp!do so– ~'110di eJ•cre :ancora de5tO, Dentro, nel 111ondo, fo ri•pkn– do nudo. II. Fuorl dal 111011do lo ri:fplcndo .o!o. i,:· m~z– .tQgiomo: 1'1lb,1 duole lontana, il mio ugcn'lo (paura di una morte di argento) iul mondo solo arde. F.' meuoe:lor– no (un ,ogno?): men:0&:0mo. ~ella piena. luce gemo: Sfio– r!rel III. ,\ che mi sen·e J:a ch!arczz:i dtl n1ondo Illu– minato da mc? lo non 1·0gllo questa. cb\. Io 1•ogl!o Il :~m:i- r~~:~t~o.c d~~i~,,;;,I ::n~~• n~~I 1.:ctullo, U,teli• MEMORIE D'OLTRETOMBA LA CHITARRA E IL TEMPORALE Si dc1·c :a Pier., ~ardi .-.e una delle s,lù belle prose del na&tro secon'do Ot10- ccn10 ~ 11t: i.la .s;ilv:1111 d 1\l'obl:o. E' Il Bo•ba.pedàno di Arrigo .Bo!to, rltr3.tto d'un povero i10n:ilorc .imbul:inlc di )11- lano che f:i. pcnwc a. certe figure di Halzac e più :ll!C0n. :il .Vrwu de Re· mrau di Dfderot. :-.ardi ~ andato 1 rlcUC3rc quelle 1·ccchlc pagine nell1 co!– tulonc della • Ga.ucna mu,dca.k • (ISj'.l 18ìl) e le h1 rlp1odote nella sua o.t1m1 editionc dl tuUI gli scr!Ui bohl11nl (Mortda.dori, 19"1!). :-.ol non J>OM!amo dune che un frpmmento ma che fram– mento! L'onda sonora, sollo lo dila di Bnr– har,-cclànn. mbiva tulle le trnsJurmnziu– ni pos:tibili d'una vera ~nt1a; da z:,m· pillo era diventala rigaanolo. dn rign– s,1010 ruscello. da rusrcllo 101Tcnte. da 1ure111eliuc,me. da fiume ca1er:111ae con• 1in11n\'a ad numcnlare. F'ra 1111ritor- 11-::llo o l'altro .::orre,•a uno .,clier:ù del– la rhi1an-11 <ola, scn11,rè' \•ari:ato, sem- 11re nuovo, durante il quale il l'anlo ce,sn,a. Allorn si \·edeva il mener,lrcllt., staccare il br:,. -r.io '"ini~tro eia! mouic·o ,!ella chi111rra. arferrart: 1111 bicchiere colmo di \'ino e tran~uJ1ii3rlo. 111e11lt'c In mnno der,1r:i .-im1inua\'O a ,uonare lo tcherzo facendo cttpotflllto :illn ro,•CfìC'ia col 1:'()l•o fulle r.orde mentre lo 1li1a guizza,•a1H) .adunchr, raJlidii,imc, ncr. vO<'e couw zamiw di gallo. Po; ripi· ttli:a\'a la ballata: il ,•ino hc,•1110 pare· ,·a c-hc. nnnaffianclola. la faccs~e di– ,•nmparu, r.ome fa l'alcool ~ullu brar.-:. nelll' sue note i'roppiclla\'/1 il lirill:1nw tremolio ilé' piranllli e il Poalt<, dclb ,al::imamlrn. A un 1ra1111il .-:iulo cenò e continuò ~nlo il ~110110dellu rhitarra. Era più tli 111ezz 0 ()ra p:lFeata, c,I il me· llll"lrcllo ~uonava r.ontinuamente, La ,ma noia vagava :1t1nl\'eri;o ogni .sorta tli me1em11~irosi: la b:illa1a di,•cn111va /m,r11~in. la 11111,.ir:1 lid<-a ,,i 1ra&forma,•:i in 11111.fim iurlipl!11rlt!11tP (,·uruc la chia• 013,3 Hci;cl}. l'i(lea riel Rarh:ir,e,lìm:i :-as..~<l•uigli:ivan 11uel ptito doll'liulia rhiamato 3val:1ra. Uu ~offio im[lCtll080 p:irC\'3 ·pririonarsj dalla cnern ,lell'i· i-tn.macnto. i r11111:lli ,kl 111enc~1n•llo 1,1•011\'ohi 1fo l?uei rnffio JZ,li h:111c,•ono sullu fronto:, In ~n::i ~iuhha •·av,•ollavn ron in11umcre\'oli picJ(he' fr11 le rl)ll\'11!– •ioni dell':tria. \ 1111 1,:i11n q11tl hu{fo ili v•·111,, •J1't'n .\le la hn1crna: Con mio grande H111>orc l'idi di·· la luua era 11corn11anme che 5tavamo tulli al buio. Quel 90Hio. qud– le lcnchrc mi p.:in·ero in n1lle prim .. opera di Barhar:e1làna. M11·quando al· 1.ai µ:li occ-hi mi accorsi che re--.tlmcnte un denso nuvolone si avanzava dall'e·I. o fors'anche dnll'ovcs1_ vis10 d1c .ave– vo un lanlino ,marrilO In tr:m1onlann. Il nu\'olonc r,i avvicinava e c:nla,•n lcn- 10, rninacrioso: la chitarra continuava impertubnhilmenlc il 11uono. lmpcrtuh.abilmenle ,,cnza 111111 p:11183, tenxa un r0iì1:iro, llnrhn1,cdiu1a pro~c· guiva b 6UO improwi;,:izione lanl:h,li– ca. Nv; lo aecoh:u 1 anu) m11muloli1i. Il ritmo llelle i;randi forze calme rei;g,wa c111clla11111,,ira:lo •IC..-60 ritmo che reg– ge il fluito del maro in bonaccia. il 1>as.~od'un esercilo in m:in.:ia; ritmo più rlu· ~i1111m:itri1:o.C<1unhile: l"equa– biliti1 ò una condizione della forza. V"ha nei ,nlmi ,li Marcello, cerio btl.'l.fO cn111imw. il quale produce un d· rcuo terribile appunto per In pouc111e eq11ahili1à rhe lo infornrn. La chitarra del 110.<:lro giullare mi ramrnenla\'O quel bfl'!òO. Una « dominanlc » e una « !.Ol- 1odomin:111to" ,·i .si alternavano nelle nnle 1,rofonde, l!itn\•itando pesan1enlllw le ,mila 1onir3. q11a&i altralle ,la ima forza rc11tripe1a, ,la una irresistibile fa. lalitii: 'lucl moto cl'intcr,·alli uniformi 11pi:-11,·arealmen1c u1111 r11lma falale. caIma di hon11c-ci::a,ralm::i di mnrria, m:i di marria rhe r--otevn di repcnte 1r:a– s111111nr~in h:illaii;lia. ili bonaccia rlll' ad 1111 lr:JIIO 1)01C\'a di\'Clllllre urni:nun. Quellii 1110110101111liti1. c uelb monoril111i:1 11rcp::irrwa. intul,uw1 qualche 11rodii:;i() musir11lc r:=-e-1•11\ltc, p:iuro,-tuncnte. (,. a.s11ct1avo, 1cmcmlo, In J)rima mo1lula– zione. l111/01 1 inn,•n i;ii1 ,•he (111alrhe 1·a· tnrlisnw foni1·0 a,•rehhc tlo\'ulo segui• re •l';111prC:-•I)il pri1111)ac~orcln preclc• 111i11u1n IUrharo l'im111nhili1i1 ,li ,,nel luono len:wc. Lo straripamento irMm– JJC r11:pc11n!"argino i: infran10. Ad un 1rattn 1111baleno guizzù trn l• nul,i rhc pendr\'11110 imi 11os1ro capo. e le dita di Darhnpcclium 1t11izz:1ro1n ::inch't•M, ron tale r:ar:i1liti1 ~ulle corilt· rhc, p:11·,•ero ri51wn<lcrc :il l:nnpo rii l11r(' r n 111 l:1111110 <li ,•11011i. In c,ucl mo111en10 m'accorsi che il bfl.<.~o conti,1110 era mlito d'un «diesis.»: la prima modulazione a, 1 cv:1 ovulo luo• go, l'arEine tonale er::i infranto. s'ini– ziava il cataclisma. Un turbine d'intcr– \'alli uom::iticì ,•eloci come il ,•enlo, di. spcr, i come la 1em11:-s1a, 11coppiarono dallo chitarra: CJ.UC .!it'11rruffio d'accordi f.'Orten1osi e vioJenti crebbe. 8'en(iò, si dilatò. tem11re più. sem11re più, fin rl:o giunto all'estremo sforzo p0ssihilc del fragore, il tuono clell"uragano g,ii annunzi.alo d::il lampo. lo conlinuò rim· bomb:rndo 11cJl'3ria e rnff,.,randolo. Un urlo tli ammirazione usd d!llle 1101-lrc bocche al cluplire scoppio Jel– la daitarra e ciel cielo. CornprCfi allora d1e l:1ei1ifonia ili Barba11editnu non c:,1 altro che un::i riproduzione mu~icalo ili (lttCl!a bufera cl'c.:tatc. I.a grnrnuola ci mitragliava di fron– te c. bnlumdo e rrqlitando ~ul la\'olo e sui liiccl1ieri. rcnde\'n suono di 1111c– rhcre e di rro1ali J>trcos~i. Insieme al· la gra~nuola !liomba"a la )r"ioggia. e rou la 11iog&ia il \•Cnto, e col ,•cnlo le folgori. e rolle folgori i tuoni. Non ci p::iH;a,•a nc::inche pel cer,•ello di ricoverarti nella la\'t-rna. Diruora"n– mo fit!lt- rnlle 11os11·ep-:rnche sotto l'ne– qur1zzonc. in mozzo alle tenebre, r.o~v, ammaliati. Tr::1110 trano fa .scena s'il– lumina"a al fulgore rl'un fom1 10: allo· ra ~ i .licorgeva per un ali imo Barhape· ,liana trionfo111c-, il'pirato, fiero, irridente allu J.io11ria romc il C11panèo dell'lu– fernl) d,m1eisro. Il modulare di qucll:i mo rhitarra ohrc11a,:i;:a\':1 oç;ni 1lcfi:1i• ziom· 1lcll:1 paroln. Cli dementi ~con• \•ohi i;;ueggiav:1110 roi tuoni musicali l!COm•ohi anch·cs•i e (Juelb vcrtip;ine era inuuens:a, era llhaponda. r fulmini 1la\•ano 1:1 rc1:lku alle « .:.1mp11:1te" le 1,~lr:1ppnlt• » ni ful111i. ni. l \'Mlici ciel ,·c>nlo :;'ingolfo\•au..– nei \'ani della rhilarru ccl aume111u,·a· 110 In rorwnlsiono delle tonle. I grani dellu lcmpe~t11 r,.cnc1rnva110 nel foramc 1loll'istru111e1110come i11 1111 bert:1glio. F.:.r:1 11111 lolla tra il gcuio ,!ella crc:i• zionc c il genio dell'uomo. Spc&!o le 1letnnuzioni della ,·hitarrn 8 'inrontr:1\•:1· llt'I rM! I,, 1!11nnnzioni delV11ro,:u110. l 1 • RAFFAELL Quando riuou!1110 i primi rintocchi l'altro allu Mu,;e, ~epurale da una i,CJII· di (a11111:1nunell'uria cri<1allina dì Hr- 1 licu pare1e, che lo bella icriua latina liino, il i;ioruc, ii.ci Aprilo ~i schiude -.:omrnC"tlfa cod: ((Congiunti da una bre,•c u11 lmr do1c le chiucehierè l()rali dolb liep:1ra:eio11c qui insieme \• di due Tem• itero uneora t-CmlJr:1110ronxare entro le pii. uno e:acro a Dio, l'altro alle Mu. fomow 11areti e il primo :l\'\'Cnlore Jo· 10,1 qucllu Muse che, in 11wolc1tc tutte munda (certo 11011 è del luogo) che cosa ugu::ili si consen•:ir.o alla Cal'.e.-in Cor– llllli ci si:1 ,li i;traorJiu:1rio. che le gu:ir- ~ini di FirC11ze. diu romuu:ili souo vestile a fo;ta: Ed C iingobre che <1ucst'ahro 1egrc10 rib11:.i11do l:i J,ro:,pcro..::i p::idro,m: «-Ùg&:i elci J..ilaz.-.o sia .stato rh'elato ni nostri i: lbrfoello ». occhi nel giorno di R::irraello: a <111::ile Raffaello: nome 11111~ico, dell'eroe o· 110111c potremmo idealmenle meglio dedi· monimo clic è 1,eccnto i,:r:l\'e ignorare care 1111 fimilc ornat;gio umanislico? •opr:110110 in quc;;to l!iorno in rui nae• Due ca11pelle. due altari. duo fodi u– (IUè e mori: 1111111c di fronte al ,zuale gunlmento pure: ncll:a bellezza antica tacciono i,:li :1lttlJlarlnnti clt·llo J)iozza e nel Cri1110, un binomio non ancor:a in rtillnu 11ro1,nrand:1 eleuorale, s'11ffoc- di\'cnulo pericoloso nell'età felice del– c:iuuo le donno sorridenti a battere le lo Rinnsccurc:J. coperte roSbe e &ialle da mcllci-e ,.a.i.J Urbi1io 0°accaloi;-i1neHa festa più rhe d11,•:11w.ale i.i spingono ohre le ll..:r- in 11ucll:a del .uo s"!lnto patrouo:· d:a'lln· siane le btindierc 1ricolori. oscillanti pinua gi1111go1iole nOlè limbr::ite ·dellU al r:rirno finto cli \·cnto. ba11d11 ,,omunale e intanto In folla~ --fi C'è Japr>erlutto nria lii rll,.la c un J:OCJ a~iepa uel gran s:ilore delle Guardie ~i ri,,ens:, alla « Visi111 del Preretto I) tlo\•e il 1101ue di Raffocllo viC'lle_pro·~– ali Renaio fucini: ma In serietà con IJ nuncialo per l'ennesima \'olla con im– (1u11le riaseuuo. dallo ~p:1zii110 :i:1 sin- 11111t:i:111 c.:onunozione. dnco. dai ragazzi di :-trada :ti difnilosi Ciao _gioia ri,•tdere l'c·terno del pa• 11rca1lc111ici, ~i 1 ,n::1~1rano al i:ran gior· l::izzo ~enri:a il faslidioso monumclllo 1:v, 1rmwano (!ualsi11ii intenzione it'O• al ,rande nrtis1.2:· l'archite.ttura ha 1i• nicu rhe 11°r :-.wenluni affiorasse !.olle preso il ~uo ritmo risérbnlo e solenne: lnbl,r:, staurho tli t.hi viene da Hom:1: par tl'esscre in un ·uloue e s~nmo all"a·· (< O~~i e Rarfaello J). 11e:to. Quel monu111cu10 ouocentesco ché Mai il Palazzo Ducale m"è •emlira10 al solito, non era una 1!el:e~sette'\nera• cMÌ :ird1ih.t1ur:1 di sogno come ora. viglie. ora che l'hanno portalo in !lima che il hioruo i.olcnne ii riu~cito :1 €trap- nl colici tlonde si. spazia ohre un bn."– p:1re 1111 palli,lo rai;~io di sole nllé ve giardino sui monli azzurri dnl dol– num1e Ji grigio Jtiomho o l'ha inchio- ce 1>ro(ilo, è diventalo quati b~llo: ,lato ~nll::i fronte irrealo ira i 1orricini <1uando ci si arriva (l &i vede !!puntare e le logç:e aeree. u"cito maf;icarnento la stal~a di bron.-.o. in posa itpirala. Julle pagine del Fil11re1e o d.iitli intar- coutro il ciclo e, di mano in mono b Ei dello i,tudiolo cli Federico. La citto- figura s'jnnnlzn fo10 ;i &taglinui nella diua prccipi13 a vallo immergendo-i cornice degli albori, eenli che quel lan· nei \'Crdi or:1 siriduli ora ,,e1J111a1idei lo cli relorica colebrati\'a è bilanci::i'3 campi umidi di !,ioggin. lo r.anchine dalla dolcezza del p::iesa&gio: è giuttl'I 111:at'morce del Einrclino pubblico. nel. quello che si scopre a Efondo della romlmi. folta clesli nlb:.!ri. deserte, i,CUI· « Dtpo•izionc » Bori;hel!Ò, col ciclo di brano :menclcro jrwisibili fonlas-mi di atzurro chiaro, spazzalo d::il vento, e umani111i 1li poc.1i, d"artisli d'ogni tem- le UU\'ole ferme, nrgcntee. luminose co– po in 1mtl3 co111em11lnziom.:; qualllo mc \'C!o all'ori~zon·,e. 11iù ,•i,•i co:ì che nej lm~li di marmo Il rorlilc: lnurane:co ci afl'çrn ara più che, n:!r felice combinn-zione, manca•, intimamente nella iua musica indim:n· no i.; que;,10 C\ Pincio )l in minore. ticabile: certo (!UC!iti 11pari misurati, 11 Palo1.zo Ducale C lo ~riitno delle questa inelulla-bi!o armonia e· cadenza metn\'iflic: immenso eppure gracilo. , i d'archi • .stette nell'animo di Raffaello hanno po~to mano ar1isti del Rinol\4:i· e ne educò il gu,10 conformaodone la 11101110 dei maggiori: da Piero della 11::iliva misura: il pillore 6C ne ricor• Franf:'e,ca nl L.111rana, 3 Francesco di derii nella pri:della vaticalta e ancora Giorgio: ma al rontrnrio del!e fobbri- nt"ll() « •r:ot.::ilizio » di Brcra dove l'ar– chc fiorenlinc Jove llCnti sempre uno rhitettura hane il tempo della compo· @J)irito lor;ko co~truni,•o e co11creto. <llizione. Qui il Sanzio acquj11la il suo t1ui ~emhrn che tutti abbiano fono a lingu11g(;io più sicuro: la Storia anlic:i gara ncll'ag1;i1111gere fonl:i&ia a fonlasin e 11uella del ,uo lem110 fi fondono ju entro !o icennrio del pae:aggio. Quel un mondo idealo, vivenle ,allravcrw •fo Federico di Montefeltro doveva essere forme e1erne, oltre i] confoso agitarsi uno slr11no pcrsonnfjgio: JlCr ... uo volere di c1ucs10 hat.~o mondo; d!llln muiicalc (era il comando d'un ideatore di lor- ferruena d•;lle architelture urbinati. ler.w) il r.Jla~zu incominciO a divoraro prQ,ione queJIO mislcrioso equilibrio: lo spazio. :1 racchiuderlo entro saloni tolo t."è fotto più umano, più caldo. imrnrni;i, l"llogli, tulli ,•ihranlj di ~01110 meno illibato che in Piero la cui o:Fla. e nolle "ohe ariow e tese come ,•ele gellnzione .1,1 C a11(10S:J alle pareli del pa· Ji na,•i du guerra: 111:1per suo conto lazzo, vicino .all'unico dipinto di Rnr– si co-trui cer'\i .itamhugi. ~111nzclle e faello clic Urbino po11•iede. E' la «mo· l!tudioli 11roprio aùa111t, 3Jle grandi ,:i. la» t> la « donna ma)ata » che giutta– le o· uolle 1>areli dél palnzzo, quari le- mcn1e ru pre!a a Firenze per D1et1erla mcs,e il ,•nolo attorno a sè. l..o studio qui. Jo\'C sia a meruvii;lia nonostante 1a11pczr.ato di intarl!i lignei, dove fipi- le prole!le dei, Horcntini c:he noò vo· ra,·ano degli « uomini grandi)) è co- gliono taperne di la.sciarla in questo mc uuo strumento musicalo, ci si entra idèale di 1:::ic=! E giù riconii e prnliche da un 11erlugio c1uafi n:i!couo e ogf;l macchinose: nu1 gli orbinali non ('C• rh·cln, come in un giuoco di prestiE;iO. dono. Mii:tero d'un disegno inCrolla· mille segre1i. Si sa che in questa ..ua bile ronnaturalo ad un colore caldo e «tana» n,•eva raccolto codici miniati succoso, ma nello o tnl3h.ato le.>cni pe• e libri rarissimi che egli leggeva in nombre palpitano come la vita _.tcua: un anEoleno. iu un Ionio improvvisa- l'ignola donna è qui protagonista di to che si rieava. a sorpresa, aprendo tulio 1111mondo 11i1torico che ru rac– due sportelli in1nr~iati: la luce è giu:ta, chiu~o nel p-acilc peuo del sua autore piove d:a 6inisrt11 o dall'alto: par di e illuminò i tecoll. vederlo, 11uesl'uomo atticciato, di color Una pioggia lieve che élorebbo fani– olivaftro. sempre di profilo. come 1b dio e 1ristez:za ,e non facC!se ~orri'dere dipinse Piero della Franccsta (per vh di gioia i volli dei con1adini, tamhu· di quell'occhio dcsiro malconcio) in relln 1111 ~clciato, tenia dì 1,com~1i– a110 di com11incersi d'un nup, 1 0 acqui- .nar& il cor:teo che si va formando per isto librario. Ma d::illa \'icina t::iln delle il rituale pellcgrin.an, io al:11 cau. del udienze premo,,ano i cor1i,11;ianie sii Grande: banda in 1 1Cflla, al 1,uona del– ambasci:itori: ::illora fonc ,e li porr.3- l'Inno di Momcli, tutta In cilladina e v:i uno ::iél una in quella !e.aiola pro- in 11111rci::i: gli ieolari delle medie bnn· zio,a o comparivo lui slesso di là. fie. no raccoho mazzeui di fiOl'i che 11lrin– ro dello molte carirho che 1tli ernno sono in pugno fieramente, cerio con piovuto addouo. non minore solennità. di quelli che 1-or· E' 11::ill'ahro (;iorno il ripri:tino dei 1:ino. avanti, la corona d'allùro da mel· due sacelli: uno ,nero alla Religione. ttre ::i piedi del monumento. Ecca. tra uno s,11;ambettare di rat;aui, il cOr– rno 1,i muove alacre camc per una fe– na rcroco c.lettrici1ù parevo scaturire dalle fibro melallichc. dell'iitrumento e fulminare le nubi. Incredibile u dir$i l'uomo in quella 1011:1p3reva il vincitore. Tulla la ,·io– lenza venh•a d::ill'uragnno, 11111 lulla la ironia ,·eniva clnll'uomo, il cielo nmg– ghia,·a. ma l'uoruo rido\·a: il vero ti:ion– fotorc 11011 i.• quello che offende, mn 111.1cllo che ride. Ai fischi frenetici del ,•e1110 - il menoslrello risponde"a 1ril– lnn.do. Quaivlo una i-aet111più rabbio~a del• le uhro llCOppi::iva o l'eco ne riprodu· CC\':t lo acopr,io con un::i ~compiglinta t: furenlll ripe:cns!iono di ritmi, Barba• 1,edimn In i111i1n,·asull::i chitarra II mo· <ln di beffa. Cli alberi si contorcc"::ino tormenlo!::imeme fra le sriro dei wffi contr:iri. le foglic cli,•ehe ,·ola"::ino qun e là ;11 i.p:n•entosta fuga. I~ crea.-.ion~ a\'C\'a te,rorc dcll 1 ir:1 ella 1>r011rin, E 1"1101110 im11cr1crri1,1 1·011tinu11,•n il ,uu mcra\'i[lioso strimpellnmen10. ,\ un 1r11tto l'immensa tenda di tene· brc i·hll irwatlc\'a l"or.izxon1e si 6paccò ,~cr tr::ivcr:,o come un 11cr.zo cli 1el::ifr.a– dicia: ,.i ri\•ide l'azzurro. L'uragano era ~,1e1110. l.:1 luno ricom11trn·e. L1 piog· gin 1:1•;~h. h1 rinque minuti 1utte h: rnzzure ,lel cielo rurouo :-COJlUtedal turbine :1111rnamntn e lr:1sn1111a10 in zer– firo. Tull i ri rizznmmo dai hnnch; cmet- 1en1lo \'nri 1li g;iuhilo e salulando la luno. Rurl,:i1:cdàn:1 continuuv11 11 tiUU· 1111rc. Arrigo BOITO sla campe~1re: con facili1à supCC'a ki salila nrtiotlolat::i; siamo tra le qnat· lro nmr:1 che riecheggiarono i primi vagili (Ji Raffaello: c'è 6 ulla parete uit ,,ccchio nrrresco con Mo.donna e Bam– bino dipinto dal p.:idre ·dell'Urbinate. Gio,•anni Santi: dicono che nel bim· bo è da riconotcere Ra(faollo. o nel vol– to cli Lei, sua madre. A.oche se 1100 è \•ero. la tradizione à. JJiace'vole e gen·. tile. Ma pcrchi: quel teicHio di gesso ~ol• lo una campana di \'Ciro? Lo aaP'J)in· mo, fu formato proprio sul cranio del pittori!; all'ano della rico1;11izione dèlle o•sa, rilro\'alo nel Pantheon: ma quì– slona ma ledcttamenle; è robn da (re. nologi. non dn gente ehe ei è falla dt,) pillore una certa l4ce dl ,r;razin e di .i;crena belle'zza ! l\letlìamo nncbe noi la noslra firma sul regiHro, do,·o t.'imp:1· htl\O tanto cose: o per esempi() Qu~~la: • che nel rrucialtl lra'p::i~so dei combat· te111 i. quando su ne andarouo i tode– r,chi t) l:1 c:ittù fu occu11ata clngli 3llt!ali, qualcuno a11J:'O:ela .!'liii Firn111 lo ~tt,;. so. non lo ront.idcrò 1111 ~lo inutile ;11 Cuori tempq. E lo firme, Hmza inU.'r· ruzio1,c. lii scgu_ouo_nelle \'arie linpe: sono urficinli tedeschi (oh lontàne le– zioni dc-ll'uui\•ersilà di Berlino. quan– do gli occhi azzurri :i cslnsiavano nel contemplare i tratti della « Madonna ·tlt:1 Granduca! J) e ·ingleti. e francesi. che lrnnno l:1i:dn10 il loro oome come turi,.ti, ecn;r.u ra11rore: non un: 3 mac• chi:a. 11911 uuo sr~epo sulle chillre pagi- 11t: la Bellezza ha vinti)! Valerlo MARIANI,

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