Fiera Letteraria - Anno III - n. 9 - 5 marzo 1948

5 mnrco 1948 f,\ nrn, fFTTFRATl!.\ L'ALBATROS si ruppe una wmpa. Dio s.olo !,I Si, propr'o come :1 cavallo bnio: r,u1nto gli ern affezionato a qu~l anche lui doveva essersi guardato ca\'allo!, ci andM·a in g ro, lo stri. n g ro con quello stC.!JSO pa7ZO, ·.rJ;nva, gli parhva come n un frate!- frenct'co terrore. È m [?"lìaind lllJ– lo. Lo curò per un paio d. mesi, m:n·. in tutte le parti del mondo, ma non c'era nicntf" da fore: do. si stavano rompendo le oc-sa a quc-1 vette prendere .1 fuci 1 e e .sparargli. modo. e il sangue ed .I dolore li Eppure, Dio solo sa S<: gli volev'.• costringevano ;id ;-,lzare _gl. occh'., bene! - "U in al10. e a dom"nclare com<' e r/ i Mentre sedeva a cena con gl'. ;1; tri und'.ci uomin, l'immag ne dc l'a\a rottn e insringu nrita, con pi,nt~ scheggi:it?- dell'osso r)orn:o v:-i in~istCfllc ,'l\1 mente d C:-rl impedendogli di tener d:et~o alla monotona convcns:iz one intorno alla 1:wo\a. L<' phrolc: ,e La so1"1 b,ocf:i(?'lia 11, delle a un certo punt• da Sam, gli ricordarono c:ò eh CC'itUi aveva r.tccontato a prop():. • to del c:wal 1 o baio del padre. Co– minriò cosi a r·v·vere luc;d:unenl' g'I: :ovvcnimcnti del pomeriggio .. Mentre t'« A1imuth » si tagl av:– l:1 c:.1rada a 2:·g z,1g auravcrs 1' \!l'\nt:co mcrid"onnle, ee-li s· er? a1rnr,,picato !.Ulla torrew1 degli :ir t'g-lieri, a poppa, per .scamb :ir du1 eh :i.cchcre con Peter, un honar;o marin:lio olandese, ch'era di guar– d'a. Un branco d'albatros se(?ui\' il rimorch o vol:1ndo sulla scia. - Ehi! Pcter I non ha: ancor mangi:uo? - _ Pei1h! quella porcheria! - - Non cambia mai, eh! - - Zuppa. dirne trit1t:1 e bu•f n•l; zuppa, carne tritata e budino· !.cmpre la stessa roba. Dormire ammu.-ch at' coni.e 5ard·ne in qu.: luridi covili e rn:-ing'are in sud·c p::llli d. stagno; ma che ci credo. no porci, noi m.lrin'ai? Guard:• 'luel'albntros - e Peter rivcva in d;cAtO un irrande uccello che voln– v.1 vic:no: - Guarda com'è le(? g-cro1 Vorrei csset"e come 1u: : ..a. n•bbe bello! Non un pensiero · 1 1 mondo! Seguono la nave e gli M– .;;1a di muovere le al:, chè .il vento (a il resto; in quanto al mangiare, poi, sanno dove servirsi: pesce fresco in abbondanza. Luc: ed ombre ~herzavnno sul– l'anurro mutevole del mare e il branco d: albatros s. 'alzava e s'ab– bassava, su e giù, sopra le onde bianch<!ggianti di .spuma, battule dall"elica. Volavano senza meta, portati dal vento, come una genC– ru=one di uomini felc:, lungo J. perti cnmmini di pace. f>UNfAN RO W F: '1temi un:t mano: ci vorrebbe' ra: l'ala, ormai, è attaccata ~alo pe 1a fune. Che bastMdo! Ah ! dan- un trnd:ne; come faremmo a 111· 10 d'un corvacc o, pcrchè mor. ch·oclarla? - - Ecco il Cap'tano: snprà lu' c'a chi erano sta( tr:td ti. Ma lu , I da farsi - aveva detto Peter - Cari Par&, non ci po·ev:-i f"r n 1 1I. o fnr!i. come ~e lo s"pesse. 1 a, ;-nche se .s; nruf?{?ev:t dal des - C:-trl si scn1'va come in una ter. cierio di rivedere l'uccello, n1ee-n ra ~Iran era, cli cui non cap va <tè e perfetto, nllonttn"rs: a volo. M· 1 'e :ib:1ud·ni. nè _I 'in~ua.'?"g-o, 'l('- e-ea. u1a cre"tUr:t ouò accadere quc. la ~ente. Mcn1rc si sforz:wa rii sto, non s"no forse .nutili 1utte Je– ma~g-iare quel cibo .ns"pido, le p1. nostre az on, le intenz·oni, tutto raie cl Peter gli tornarono alla quel che fa('ciamo? non è sempre mente: 11 Vorrei essere uno di qu~. QUC'Sta la fine? -;:rmi a questo modo? - - Mn poss,amo sempre prova. - Guarda, ,:ruarcla, che beccr.,! re; non ci 5. rimette n:entc; non ,rcnders'. un morso d.1 un becco s. può m:-ii s:opere... - Febbril– i quella fatta! - mente egl: aveva tent1to d 1 reag - Vedi, non si può muovere: re nl ,sen~o di d:~pcra1.ionc e cl ., nu"'lr-nc;:a rii .ro1 1 0. - !'gomento che l'inv.1deva: la vist}l - Ah! ecco ... - aveva detto del s:tnr?UC lo faceva ,·enir men11 rrr uccel'i e volttr via lontano, vo. Era. a'lor" como"lJ\.~..,=n ·~cena il Sam - qui. l'ala destra; gli s':'. - lo mc ne .ntcndo. sal - l!I -.pezzata. Sfido io che s'è lasc ato avC?"vadetto S;,m in 1000 confiden– p·grarel Guarda, proprio qui, :n z'ale. - E' proprio come q\1elln alto, e s:mguina, anche. - voll.'l che il baio <lei mio vecchio lare sopra ogni co!,a ,._ Capitano e l'au,or"1à. il orest",(o ~ Fai piano, - nveva dettr, r:,rt - non ved come sus~ulta, quando gli tocchi l 'a!a? Si po. rl"bbc curare, so io come; b"so. ~ncrebbe prendere delle ass·ceue, n ma(?"ari una casse1rn, e inchio– darcela. Una volta lo feci a un p'ccione che s'era 1?iu~to rotto un':1la: dovet( imboccnr\o per •re -Nfmanc, finchè l'osso non gr ~• '11 s'lld:no. - Come mai nC'6"uno d. 10--0 nve. va vi"tO negli occhi dcli 'albatro!J quel pa1.20, frenct co terrore? No, non l'avevano visto: Cari lo mo:. va ndesso, guardando gli uom'n d1e gli sedevano intorno, schcr. nndo e ridendo. Poco pr m:t /'alha1ros volnva leggero nel c:elo, .;ano, integro, fcl:cc: po·, d'un tratto, tulio crnno finito. Cosa mai ,1rcacle quando una creatura ·ab. hétndonn i venti fomil ari, l'a·uto '"'e· compa1?ni? Si. ìf vento .!Joffia dove vuole; ne puoi ud.re il rumo. re, ma non puoi capire eia dove viene e dove va ... E mentre stava giù chino, .sul– 'ucccllo ferito, il t·uoco nveva det. to, con ar'a di crc.nrez70: - Ma non fare lo stupido! - Aveva la barba lung-a, un grcm. biale sud·cio e grossolanamente, con In punta del piccle, aveva so\. l('V:-tlo l'n/ba1ros per ,·edere quan– to pc~ava. Il C... p t:1no :tve\'a detto: " Brh! rhe cman"v"nn d"lla sua perc;on·· cosl è la vita 11, E il cuoco aveva ~-vevn mf'S!-"l fine a'h d scu~s one ammiccato con i 5uoi occhi ci~posi . .su quel che d'.Jvcsse farsi dell'alb~– tros fer;lo. TRE POESIE Le parole da me come le foglie Doli' albero cadute a una a una Aduni 11vento e posi alle tue soglie Addormentate a un alito di luna. Non segnano nel tronco nostro anelli Gli anni: ma questo transito sui venti Di candidi arcipelagh1 di velli, Ogni aprile, e di semi confidenti Con te mi guida ai funebri cancelli , Là gocciano papa veri roventi Sui tumuli e s'incantano gli uccellì Tra le cime stormenti. Ah come sventi, Tra i capelli del sole ape nel gioco Folle perdute, il v01tice divino I ( A me chiude un cipresso ogni sentiero), Non hai scampo. - Ma, se ardere è destin~. Io non dispero, dici, ormai, nè spero, E solo voglio più fuoco al mio fuoco. Fiumi di cielo altissimi tra sponde Di platani, traverso il velo azzurro Dove con noi respirano somm~rsi Ouesli pallidi tronchi, riguardiamo Muovere tardi al sommo idoli d' astri, Trascolorando il volto della luce Terrestre. Ma ci elude il solitario Giocatore invisibile e sorride Coi suoi numeri muto oltre le sfere. Leone TRAVEISO - Ah! ne ;-,vete prcrn uno : ~ nord per un a 1 hi·ro!l" s: pie-l'ano d bei quau-r·ni. F;,tcmelo un pò ve. dere. 1¾-llo. e ::incht: e-ro~so: ~u:t, rl;t r+e h' Ile o urne sm'la teCit:i. I m1.rrhr,.:inno bene: n ,:?Crfere li in, h:-Js"mano - ~fa· attento, ~·gnore. Vccf, 1 C"fl"'C s· "("""r!lf!O'I Cf"n n-J a .. tip-1 "' 1 le tavole. se gl: s· tocca l'.itn: I è rofl::i. - I - Peccato: ne d;,rrinno mcm· ! "101.zo ! corri in cab na e portnm una p:c1oh, quella p'ccoln. prcc;to' I Mentre a!tpettiamo, poss'.amo pro– va.re n tiranrl il collo. Peter, t'e n lo fermo. forte : p~overò io. Ugh. Urnm. Strin1ri, string-: ,,·u fone. M::1cchè, non cc la facc'.amo; è •r"nDO duro. - Il mono crn arrivn10 con l:t Ji. stola e due cartucce e le aveva teS.<' "I C:io;tano. - Fatev· tutli ind etra. Pront:, lntl'etro, ind:etro! voglio trapa.,. sar~li la testa netto. - - Non possono ne~nche vivere a nord clell' Equatore, dove andia. mo nui. Sono stnto :n mare per vent'anni e non ne ho mai visto uno, lag-gi\1, Com·~ duro. Sono I bell: quan<lo volano. - - E _r<>icon quell'osso rotto, un osso gros~o e una bru1ta rottu. '===================-~===;.! Un soldato, di !l"Oprala tavol:t, gridb a Cnrl : - Oamm: un pb i' sale! - Cari glitlo porse mncch·– Mlmente e s.i ricordò di come ;1 Capitano aveva poggiato la pi. stola. propr.o: contro la testa dei l'albatro, e poi: u crack•; un s,ingue pesànte, come melassa, era sgor(?ato lentamente dnl foro della p-illottola, gocc:ola.ndo sul ponte. <:;ubito dopo d'etro ordine del C:1. p·t:mo, due marinai l'avevano s,ven. Irato con i foro coltelli affilat:; una m1nc=ata d; visceri, ancora caldi e palpitnnti, giaceva ora :11 massa nel sangue; gli avevano cpaccato il ventriglio e per pura Pagina , Abbiamn domandato a ... MARIO M. MORANDI se si vende il libro italiano Prop:-io con me B.. n1emp-cl'i ,•e l'a• nienlJlv gi.,,ni fo pcrr..hC nun gj dà • Yl'II in:a. 111;Ii bCfilluri itali:11 i. JR q u, givrni 1i r:ipprc, nl;:i o ti d... \evu l:>l,. pr~cnt:ire II H.. m:i un suo l11vvro h:,1· lr.ile e lui 1..e:n!!l,•:arhe 43reLbc ~131, uti'c e anche ~IIIIJ!ÌO mrllert' in vclrir i suoi libri. Qu"sla s1ori3 de,i:li •cri • lori i1:iliuni ,-acrificali a113 moda de•·: 1tr3nied è in p3rlc priva di senro. T•·t· 1a I.i que~1i11ne è ne'la bnntà dei lib·i. Si 1ono vi,1i p.,i 1!i cdi1,.,ri inci.1m1,a e in 1r11.duzioni che ton.., rima~1e lì nd ommunire il libraio che anche con g i str;rnieri t.t'corre andare muh., f'a1..1i. E non dico dei molli editori "e mm rt·i11- li II che appcn3 ,i !on .. a:J nlt.nJli dn ,oli1i quauro o cinque n..mi 1icuri hJ • no rim~iO quaurini e fa1ica e i l"br malurJno nei uu,:auiri l)Cr le bJrha· rei.le prim:1 e per il m:lctru quand .. l'uhinut ,peranza ~e ne farà anda1a. Ci.i 1u11.., è ,e il libro è bu .. no. E .egni di 11anch1.:zz3 per b :cu r lur-a norcbme:icana r-e ne ~on..o,lanlo vi• dcnli che svlc, uno ,,·iut•co n..on ,e n .ittorgcr bbc e ,e non "e ne acc... rg1, anche lui riempie -tJvvli e lìCaUal d v..,lumi che n..n si vendera· no mai. Pui• eh. IJ narra1iv11 quando nc.,n incunlr i, ~ 'l':-ibilc. N.,n c'è v r6v di fJr a or• celi; re dal pubblico. anehe ,e qu.ilc e volla cerlc impun1111ure, mblerio•e cu• me quel"c dei cavalli. r=,:uarda110 l"bri nun p ggiori di lan1i altri più Cort,· n:ili. Ma è il !oli10 m:1r1ine di t:rro1 e comune a 1u1te 1e co,c di quet.lO mo· do Che è p0i un margine clle •i riduce di moho ,e un., fa caso ai mn '11 ele· menti eh" fanno la fortuna d'un liluo. ln111.nlu, pouo u:rnpre che il libro ,ia buono, (urli5!timo è l'clcmen10 o edizi • ne». Mohi editori ancora m,n M ,on, penru1ui che mettere Cuori un librv è impre1a da ,111Jiareprima, pr prio n i parlicol.:ari. Il libro bi.!Olna fiauraracl cosi come !3rà nella Yetrina o nel b:in· co del libraio, offcrlo all'occhio del I I• tore che è i;empre un po' ince·to e ot !anta vohc ,u cento non chiede deciso 'lucsl:1 o quell:i pubblicui. ne. ma err ra in librcra dc~id ·ro·o di acqui•lare 1n bel libru da lc11ere. Ora i ausli han, n,, subilo h lvro bra,•:1 eYuluzi,..,ne. In lir•nc o in mal . nlln ,o. lo rrcd.J in b · ne, pcrchè è ,empre più frequen1e il r:1so che il rlirnte ii 1offe,n11 a con· ~iderare l:1 stampa. la carta, la c.. per- 1ina, insomma l'edizione. Tanto e.be , 1alvoha, anche coJ;e mediocri ... no un· dat r:e·rbè prc enlate bene, o mco..i male delle ahre. ,\h vcd.., di, il di-c.:,rso lun10 la atr:ada i"'è Callo divcno e l.,n1ano dal~• h11uc111e·e dc! Bonlcmpcl i. Al quale quel aiuf-ro non piacqu ... fone per f1t· loJ p~r~ona:c, unu furmultr ,,h mi !1,n tr vala be:J•e p unla liulla lin,:u3 n I 1:urs.., di quella be.e e ri•cnlita c1,o• ,cr11:rz:one. e ri-,è che libr 1 cal i, i ,i v nd n., e C' r:e ..._n., par echi, ma non i è m 1i inie,.., che un libro vc,amer' lr- buvno non •i sia vendu10. E pui vc~ir fu.,ri pr11pri,.., que 1 t•;nno .1 IJmenlar,i e.be i l1b i i1.u'iani r1.no ue:rif.coti aali ,ir::rnic. i mi &tmb-- 1 u.na ingiustizia, almeno. Ques!"anno, o ~ gliu l'anno che app mi te n'è andai> che ha viEIO almen.., dieci libri iwli11: ni diven1ar eucceuo e ,•ende si a mi• gllaia o a decine di mi,:li.iia di e:opie. Dal Oido è ros&c,di Berto a Tempo di occidere di Flajano, al'e ICronaclae di poVffi amanti di Pratolini, a l'Oro dì Napoli di Marolta, 0:Jl'Onda Jftl'incro– cia/ore di Quarantoni Gambini, per non ===========~·I dire del D1Jfor11 d'i Una:uelti, e del Ye. rur·os·tà se ent'fica gli uomm, annusando, avevano cercato cli t,:1. p=re quale t:po di pesce l'alba1ro-– avcva mangiato a desinare. Ait,1 fine lo avevano rovesciato sul pon ·e e ln,sc:ato 11, a seccare al sole Nel. nord I. pagavano bene. - Sai - d.ssc Cari al &oldat che gli sedeva a:ccanto - nel norf· danno dei bei quattrini per un albatros. ro Si1n,ore di Farn~, della Romana di i\foravia. Un'annata, quella del '47, felice. Me lo confermano ,eparat.amente nel cono di couienzio,e cooYertH.ioni fatte tra i libri, ,ro1liando e raJionando Emi• lio Cccchi, Alvaro, Mornia, Bocelli • tanti altri. E c'è da tlar ,icori che il buon li– braio non ba prcconccui. D11c1li buo– ni libri italiani e ,u quelli funda il eao 1 ...... Merlo M. MOIAMDI AdeStSo, ~eduto a tnvola. mentre !ii prendeva macchinalmente il d– bo che gli ven va porto, Cari s· ri. cardava la forma dell'ala dcll'ntbn. tros i un 'ala che dal t.aglio spesso e dir:uo, a romp'vento, s•a~sottÌ• ,rliava le~era fino all'orlo fran. f?'iato e piumos.o, con una curva aggraz ata d'll mezzo dell'art.cola- 1ione alla punta: la struttura in. terna en, invece, tutto un intri~o di oss·cini e d musco!'.. Pcter gl aveva detto : '---. TRA •MEMORIA• '---. E NARRATIVA Il diario letterario, genere contradittorio - Vedi. volnno sempre: non si ftrmano mai : proprio come me. C)uando s'entra in porto, r scuoto I~ paga e d co a me stcs.so : ques1a \'Olla mi trovo un buon l:woro a terra e ml (ermo qui oer sempre : ina2"3ri mi sposo, dei bambini, in. --omma metto su famielia. Cnn 11ue~te inlen?:oni mi fermo una 'ettimana, due, e qunndo arriva I giorno d. arruolar~i di nuo. vo, M>n ,:·à stufo di quella vita: mi sono ubri:ic?to. ho dorm·to con ,!onne e non de.~idero altro che rii iitrov11rmi fra cielo e mare, per rlimentic"re la confus'one e il ru. more dellt" città (" ~fU(.71?ire l'l mo– noton·a deJl,a terraferma: cosi tor. no ad ·mbarcarmi. - - Ma adesso, dl nuovo non ve. ili l'or-a di rientr"re in porto,. eh? - Guarda l':'1b1tro'-. come vo. la. Co~I bello, pullo, dentro e fuo. ri la scia vorre· ... Un e-r:do e uno sch· ama1.zo s'era levato e-·l1 in h~<~o. pr<""losO il p.,n. le, interromflendo le o"lrnle di p,.. ler. Tutf auell che l':wevano udi. to erano ac;_corsi, incurio!\'.iti o al. larm"'ti (da quando avevano lascia– to New York già cinque delle 'luarant:idue mw· che form:wnno I conv~lio erano state affonda1e •! non erano che a mezza strada Jla 5uei). Erano scesi insieme d:illa torr~•. ta e avevano percorso il panie, fr---t i tanks e le locomo!'ve, de"tin:1te ,11l'eo::e~cito:n~lese del Merlio Q. r:ente. Oltrepassata la ernia delle macch:nc e ,e cucine con la loro miscell•ine.t di odor( avevano rag-. funto la parte inferiore del ponte t: là avevano v sto S.1m che, ac. quattando~i e :nce!=p·can<lo goffo_ mente tra il sarliamc, cercava cii :ifferrare qualcosa di bianco che wolaz1ava fra le caisse, le tnvole e cordami. - Che c'è? cos'è successo? - aveva eh e!Jto Pe1er e tutti quell: che erano corsi fin là gli avevano fatto coro. - Un albatros. Stava volando ba560, giù dr:no a tribordo - aveva rispocto Snm. - Ha bauu– to negli stragli cd è caduto. Frrr! avreste dovuto vederlo! lo stavo 'l \.·edetta: frrr! ciac! (e Snm aveva ge~t colato per far vedere come ernno andate le co'-e). Se fossi s1:-i. to più vicino l'avrei preso a volo. n • Diario t l ormai dl\•cn1&10 una delle: fonnt pl(l correnti di pub. b\lc.a taprHS1one lelteiar.&. Senza dlmcllete: quel ,uo aapo,-e di fatto 1lrtl· b.mtnte pdv.110 (non ulllmo fauoc·e di u.n .th1UC$15C, Ira I lenorl, che non ts!tcrunme> & definire • ,r,urlo ,). ha bn.vamcntt supe:,a1O neal[ uloml de~ cenni ctttt residue ftsltl&ionl di co,wcnltnu. e, \·Orttl d"tt, di pudo.rt l)t.l afblttl Kl,'u. rbtrvt allo ,,uso modo ddk allrt fOt"mc p.(I • obb!euh·c •. E' un fatto tht rl,u.ud.A 1pe<la mtnle il ~tume lcller&rk\ t Il costume: klttrufo 1tl'&llfcro plCl tht Il n01tro: t, &d ocnl modo, un fatto ln!cttM.tnic. Tanto più Cbc, tO!nclde e moi:tn. di u.pe: r e di poter- eonYIYett, In questi akul inni. c01,' una. e,l~nz;a aJlnttanto ~nera?t, :ma IOll&niialmcnte op– poaa: quelli, doè. di ,onnrn la klterahua alla 1fer1 delfautoblo,n.l!iamo per troYule un tuo posto meno fluUWLDlc e r....bile di tealti e, dl valldlt.11 obbltUIYa, vsqbf:J A qua.La cra.cenie: t cooUpt\·o?e esla,mu di pul&rc,, lcttcrufunentc, tn tcru pcraon&. fa curl050 rl1C11111toIl b!10a:no d. rc:ndcre 1ltrc11an10 pU'bbtko quel dlacorso In pc'lmbalma persona che ~ • .-mprc, ti • Diario ,. Qua. che: !o sa-1t10re noif abbia ancora dtc11.o a quale: delle due !onne 11 1ua \OCC p!il &utcnLCI dtbbA allidani. DI qui la conYIYtnu di quetLe due tonne: appu.m– ttmenlc an11te1khe. E' un r,uo cht ti ,embi-a. ptr più upe:Ul, s.inromatico. E ne amd uno lo aiud!o - ,1, come docwn1:n1ulone diretta. che come u.:alla1 crlt.ca - a.I no11.rl tcrlltori, ugbtl, è:r.,!cl. MA S S I MO' BO N TE M PEL L I 26 Agoeto 1941- - l'lon so perchè ogg: ho stab lito di met. term. anch'io a tenere il mio diario, o giornale, come hanno fauu tanti, uomini ~llustr. e uomini oscuri. Qualc:.he volta uno è di\'eu. tato illustre per il s.uo g ornale, come Amici; qualche altra volta il g:ornale d'un uomo illustre d.vcnta una cosa r.cercatiss.ma, co. me il joi,rnaJ. di Andrè G dc, che è tra i libri meno jnteressand ch'.o conosca, ma ora si vende a tremila lire la cop a. Vero è :Ile e!tSO é: stampato nella raccolta della Pléiade, r.-.ccolta che • buon. gustai nominano sottovoce con gran rei gionc, ma è in realtà una ed~zione aSiSai sc.1dente per r-arta, margin, ,nterl.neatura. Jlabent sua fa.a libt:lli. La cosa p ù meravigliosa del giornale d. G dc, si è che un uomo abbia potuto in.ziare ,I suo cl,ario a vent'anni e continuarlo ~enza camb are idea fino :ti settanta e oltre, con ,\I stesso ritmo, la stessa voglia; ci scommetto con la stessa scnuu– ra. E' eh.aro ch'io sto battendo la camp~gna, come tutte le volte che ci si mette a fare una cosa che non s'era mai fana, a entrate ,n un luogo dove non si era ma. stati ecc .. ~la pcrchè, se la coc-ct deve crearmi tanta perplessità, perchè, mio Dio, m. ci son lllt)S::,o, proprio oggi, multo p.U .n là dei vent'ann.? Oggi I pr.mo giorno del mio diario, è .I ventiquattrom latre. centoduodccimo dtlla mia dimo,a n terra. i'vlisono stati d. grnn•Je conrorto i due quart. d'ora che ho 1mp egatj a fare J calcolo (ho tenuto conio anche degli anni b sest.liJ. E quanti g orn. c. du:-:– rò? Quale -selva di problem. e domande è la Vita. Il male si è che ogg. non m'è accaduto a~solutamente niente di notabile; g orno vuoto; s'io rimandassi il com nc.:.unento del– l'impresa a un g orno un poco p ù peno? l'\on ccrch amo pretesti. Un giornale, che-, sia pure cominc ato un po' tardi, deve ragione– volmente accompagnare l'autore fino a l 1 uh.mo g orno (sono certo che ,I dello G.de , arr vato, tra cent'anni, all'ultimo giorno, s, farà portare il manoscriuo del Juur,1U.:. per aggiungerv le estreme ore) un g:orn:)le non deve tener conto de! p ù o meno p.cno. Un g1or. nale personale ha il carattere e .I dovere d'essere puntuale e im– perterrito .n modo affatto indiprnéente ddla qua:nttlà e impo_r1a~– za di accad menti reali che la v t:l quotidiana ha potuto offnrglt. Ore 7.30. - Mi sono svegl aio p('r un fragore :mmane dalla strada, in breve lo riconobbi per quello d'una motocicletta che non r:tkSC:va a mettersi n moto. E' jncred b le come i rumori della vil,t pubblica, che sono la voce dell'anima comune, ~i facciano s_empre più fortt. L'uomo h:1 ccrc'"tto di circondars dappertutto. d, Co5e p·acevol; alla vista, mobili ben forma:ti e pareti adorne n casa, be~li ab:1~, per l:'1 !'lrad:-i nrchitrtture e-prospett ve g-r.id <'voli al. l'occhio, viali. gi?rcl ni, fontnne. Ila ,.c;:<'rnprecercato s1ucf'o..~. mente che il s.enso della viiSta non fosse offeso mai, procura di ca. rezzarlo e colmarlo di piacere in ogn: momento e luogo della qu,.>. 1.d:ana esistenza. All'orecchio invece non pensa affauo. Lo ha ab. bandonato a tutte le più mo!l"truose offese. Offese d'ogni ora: 6tri– d o dei tranva: nelle curve, affoli:tre di motori, tempestare degli scappamenti, gare d'ubriachezza tra i clacson e i campanacci, urlio della gente piccola e grande. Nemmeno entro le ca5e si ha riguardo all 'ud.lo. Pensale anzitutto a: muri: oltre che contro le intcmper e, i muri sono un riparo dalla vista altrui: case di ve. tro sarebbero :nabitab li, perchè all'uomo è sgradevole cosi vecle. re come essere veduto da chiunque in molta parte dei suoi atti e attegg:ament., anche innocent:ss mi, della v ta quotidiana. Ma 10 ~te~!IO è pc:r il sentire, e a quelle le mura domeniche non provve. dono: lo svolgersi dell'architettura c: è venuto fornendo le pareti meno r paratr'.ci che s,, possano immaginare contro I'offe!l"a fisica e morale del sentire ed essere sentit. in ogni momento della vita: mi sentono qunndo starnuto, quando mi H ro, quando lit'go in famiglia, quando tiro la catenella. Non t parlo delle u conversa. z:oni di società ». Là, nel salotto come nella 1averna 1 appare più eh aramente che altrove come l'uomo noo abbia verso J 'ud.to al. trui nessuno dei ri~uard che ha verso I'a 1 trui !l"enso olfan vo o visivo. La donna che \s' avvolge di bcj colori e d linee armon O!le, cosi nelle vesti come nel viso e nei;;-1: ~tt, la clonna che s'è irroratn d profum: soavi, quell1 sles~a donna non s'è ma: cura:ta d abbcl. lire la propria voce o moclernrla; stri li?, ud•, ce,ca d !=OpraJlarl!; e così f:--nno tutte insieme: la conversazione d'un ~.ilotto (p ù un. cor:1 d quelln d'una taverna) è un c..ifarn;,o di rumori l"lceranti, i quali certamente riescono p:ù sgradevoli d. quanto r:us.c rebbcro un analogo gruv gl o d1 forme e color 1 inarmon.ci , di oclor. ingrati. Quand'ero b:-imbino m'avevano insegnato che in conver!l"azone non bisogna mai alznre la voce cercando di .soverch are gli altri, gua: nterrompere, ecc.. lo, c..:heho po consumato J:, giov,nezza a liberarmi accuratarrente di 1ut1j i princip;i d v ta che m'erano stat. .noc-ulat. durante l'infrnzia, a qu~sto non .ivevo provveduw; per tale ragione, di non osar(' interrompere o soverch are di voct la compagn::i, le rare vo 1 te c..he vado in s.oc, età non riecco ma a collocai ed re pnrolc. E/ forse cl1 tener conto ch'io ho avuto quella m:a prim:i educazione nc'l'ultimo ventcnn o del ,secolo scori--o, mentre i miei tentat vi (molto rar , ho detto) d frequentaz one mondana furono a nuovo .secolo già cominc:ato? Vogl o d re: può dars. che~ mie. genitori m';1bbiano .ngannato su quel punto, come in altri; oppure il costume ha in quena mater a veramt:n,e mutato da un:i gcnernzione all':i:ht a, e ):1 penultima ru sommessa quanto l'ultima è fragorosa? Moto rrcno 60 come le COSc andassero nei 5CCOliprccedent .. J dee monono. Potr!:1 consultnre il CortLg,ano cl: messer Ba!dassarc da Cast:~fone, Ma i miei libri sono r mast. tutt. a Venezia quando, or è p ù d'un anno, ho pensato bene cl venirmene incontro all''.nv:-,sore. Polr<'i Ili ·fon camente conrul,are Goffredo Be'lonci, che ha .i portata d; mano e a fiore della memo. r:a 1ut10 .I tcgg b' le terracqueo e celeste: m·1 ho g à c~nsumato sette delle m.e qua·tro 1elcfona1e d'oggi. [)'una cosa tullav a ~ono certo: ai 1empi della g.ov: nczni d D:inte dovevano imperycrs;ire gl. steis costumi gr'cla1orii che infestnno le riun oni um:1nc ch:'I nostro tempo: cos.1 era certamente, se lui, appena en1n-no al Lim. bo, volendo dare del NolJ.le Castello un.i scnsaz onc d';mpro\•v:so benessere, ci I dice sub: o che quella gente u part;-vnn rado, c.m voci soav. ». ~t o Dio, cfa dO\'C mai !tono partito per digred re 3 quOiSto modo, da disgradarne Lorenzo Sterne e Alberto Sav.nio? Scorro i fogl etti : oh ma.rav t;?"lia,sono ancora al par;,1grafo delle ore sette e trenta, allo svegliarm:. Ore 10,1_:;.- Esco d casa, tnwer"o v·a 1 c Liegi, lo percorro fino all'edicola per comperare i ~ette quot:dinn I m.a pr.ma COIJ. zione sp:rituale. Ne ho trovato solamente ,sej, mancava appunto L'Uu 'tà; r salgo il vaie per arrivare all'edicola di piazza Unght• ria. Traverso la piazza tenendo lo sguardo volto a sinistra per non vedere la. chiesa dedicata all 'odiatiss.mo Bellarmino. Questo omagg o alla memor a di Giordano per poco non mi manda sotto un cam:on. Trovo L'Unità, e nonostante d pericolo corso, 11 el ritorno continuo a tenere la tena ostinatamente vo!tata (questa volta a destra, s'intende). Ore 11,30. - Avevo un appuntamento con Brandi all'l!.tituto del Restauro, nella casa dei Borgia. Cesare Brandi mi accogt,e festosamente, e com.nc1a a mos1rarmi e illustrarmi lo .straordin:t. rio lavoro cui sta ded cando tutte le s.uc giornate e la sua pass.o– nc. Ha raccolto a V terbo i frammenti della Crocifissicme di Lo– renzo da V.terbo, rov nata prima da una bomba e poco d. poi dal passarvi sopra un certo numero di gente militare. Credo siano non meno di centom la pezzctt n~. Con quale tecnica prez osa, cnn quale intuizione miracolu:.a, con qua.le prod1gio~a paz enza egli, con tre sol. col'abo'rmori, r e~cc a rkonoscere i framment. d'un naso, d'un angolo di bo('i-a, della p.ega d'una veste, e coti a poci:> a poco ricreare intere figure e zone del dip.nto. Per ace nger~i, e poi cont nuare, a un lavoro d1 questo genere, occorre che l'amo. re s..a g,unto a, p, im grad. della fol ia. Sonu ceno che intuaz.one, paz cnza, amo1e e follia cont nueranno a S05tenere Brnnd 1 e I suoi tre collabora1or1 fino alla fine; .I giorno che /'1mmens:t pafete ri• s01ge1à a suo pus.o, quello dovrà essere cons.acratu per tu1to i! mondo dt..gli am;11ori e, me 11go, no ft:s1ivo del O u Rt:61auru. Ore 17. - (Ma che cosa ho fatto d:ill'un:i e un quarto, quan. do ho lasc,::tto Ce~are, Imo alle d,c1assc11e 1 c oè allt: c,ntiuc pome. r.d ane? Credo appartenga al a tei...nica dc, tli:1r1 la.:.ciart rn $tcr o'ie lacune; nt\Ssuno verrà mai dunque a ::iapere che cosa ho fotto tra le 13,15 e le 17 o. q,.t:-.t.i g.o,11:tt11J.AII..: li ~lavo allretrnmluin. g.ù pc• la 01~,esa di l'orta Pinc.a11;1, quando tuu'a un 1rattu ~m uumo mi ferma :1lzar.do le b1 ac.-c a ed esclamando con g o,,, : - ì\lass mo! - Uh (lacc.o .o d ::.egnandumi e colo1Lndom 1 su! volto i .segn. clell:i più md os.a f.. 1ci.à, e 11,m,11110d1.111romc ans.us ,t. men.e d..>mand:.ndum 1 u dt 1 è ma1 cosiu,? 11). Lolu. m 1 e.fava t!d tu, e a11Lt,uusc manate !l"ulle :-p:tllc; mi tsponc,,a cun cllus onc come avesse pa,s&at. i Nove Mcs ; io punteg1:.avo di v1brat ssi. m1 u oh ", o. ben mo-ulati « ~Lilli se11t, u, Il -,uu d rt; qu:1ndo non so qu: 1e mia e~prc:.s One èel vulLO o 1nLau1:1 pa,ula lo dovè colp 1c o'un ouLb.u ,n.p,ovv ::,o, s· n.er ,uppc d1 bu,lo, m. lh,sò in vul1u dtie pup Ile d1 flioLO, e senza d~va,,; da le n11c, che lrema. vanu, ~piet:ttu t.lomandò: - 1\1:,1 m. hai r.cunu~ utut - ln pa:-– te - r,!}posi con un surr.so da cherubino -. La ,sua bocca s 'at. 1egg ò 10 una !)morila ,J',1.fin la arnarèz,w, .o tt::Si palp lando una mano per .ipp..>ggiurla :?11:tsua sp:11.a, ma lui fcu: un ~a.tu atld.c:. tru, levò a,L.65.llic le b,11tc.,1 ~cotendule cle!Jol:,te vè.so il e elo e vohanc.os . s1 m1~L ;1 fugg re su oer In s•il t~1e in breve scompar~e. U, e z 1. - Ho et.nato. Anche oggi • pumodori eranu molto buon .. Non so come, m'è v1...nutu ,n mente un <lel.ziuso bro<lo <li tan.11ughe che ho bLvuto una volta .n O.anda 1 trLdici ann. fa. Povera Ul:tnda. A.~peuiamo I' l::uropa. . Urc 21,15. - M. 60no messo a scrivere quc~tc pag'nc, la pri– ma g.o, m1ta dL) m,o di: r o. Arr vatu alla tart:i, ug-.i, le ho rtlelle. ~t ·;:1ccorgo che davveio non poss cdo la tec..:n,c;idc:I diar.i. Imp3. rerò? Ora sono 1 e undic. e crnqunnta.cinqul'. Qu:tlcuno c.kntro ~Il m. anerma, che non tutl. quel!, che hanno cum m:.ottu il loro gior– n:-le lo hanno po. continualo (corr.e pxo fa S\Ollamen:e crcc.h:vu) finu all'ul ·inia g orno. Mc&:'JuHotle. Ho preso la ri~o•uzione cli fin'rr qu· il m·o da. rio. V::.do a letto. Massimo BOHUMPELLI

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