Fiera Letteraria - Anno III - n. 7 - 20 febbraio 1948

20 frbbroio 1948 I.A Flf:RA TF.TIF:RARIA SINGOLARE EVENTO pron-i ..e delle nuhi lo n,·h:ino ol– trrmudo !o,(,'Oll\uhn o µ:uuo--10, im. pv1cn1c Lom'c-r;1 ad ;Jt't·og-lal'rli ne:; Bargellini dice che in Helie siamo troppo sloric, per fere i romen• zieri - Ma Peluzeschi ha 1/ di- ,uo petto, ,51 erano prt -.tntat. a lu riUo di contredd1rlo, Brindisi a"Ifratelli Cucco li,, di R. M. Rilke tOme de<"itino,non ~li ._fu~gha tut- la\'ia che, dopo qu:rnto era ultima. I Oro che .ono aliti m,n mncdtinn • m<·n1e succc. "'°• ci.:li tr:t \'Ol:tlO a 1.Cn10 qu~ltl p1ecoln aonaca di un quei r.ipporli e a quei,:-li influc:. .. i. ,ran,111 ,11.-,t'nimt'nto. m1 utne da ~n· /11 "'"" in città. Popolot Bor1h~ut (t' ,,u, t1.1uue un poco). La nus1ra bor– ihew,: dn nu1 1n .w. (lo c:rt-de.1,,v d, ncne Hl c,mn. d1>1e \larund/i). E • ,1un1tro fratNI, hanno rapporti con le "ire/le .\la1un.u1? \o,.. endo dì no. E che t'IÒ liann,:1? S, rnmincan che .IO• no bombu11; poi Q'IJ.'(IJnO. a:u'Ono. E ,, ,po.et1n,,? Alcun,. E n1uo1ono? Uno ,ì, muor~. In che epoca tu/tO que.sw? Poteva essere trascorso poco r·u di un anno da quando nel giardino del cashllo che per il pendio r pido digradava giti ~ino al mare gli ua capiuuo qualco"la di ~,ngolarc. Camm,n:wa secondo le 6UC abitu– dini su e giù, con un libro in ma– no, allorchè appoggia1osi alla hi. forcatura di un albero che gli arri– ,,ava alla :Spalla, si scntl in c1ucst:.1 p0si1jonc gradcvol"1entc riposato e sorretto. ·1 anto, che scnu più leg– gere e ormai immerso nella natu– ra, indug.ò qu:d<.:he istante nella contempla~onc quasi incon,apcvo– le di essa. Poi, a poco a poco, 111 sua :ittcn. zione si aper~ a una sensazione finora 6COnosciuta: era infatti co– me se dall'interno dell'albero delle vibraz·oni appena ptrcettibili si tra. smettessero al iUO <..-orpo, di conti - nuo, quasi un ~nto invisibile ,e– nenclo gi6 raccntc il pendio pene. trMse nel legno focendosi sentire. Coel almeno, Il per Il, il fotto fu da lui 1pit.gato, bcncl1é poi do,,e.,. se riconoscere che il tronco era 1roppo solido per venire mosso ,eneibilmente da un soffio 1anto s01- 1ile. Quello che lo ocrupnv:-i tuwwia n0n erano né c1ucste né altre ~irni– li considerazioni. Piuttos10, la sen. saùone procura1agli da quel che di impalpabile che ininterrouamente Ouiva in lui lo lasciava stupito, an- 7Ì, interdetto. Pensò di non essere mai stato SC08!t0 da onde piU fie– voli; pensò che il suo corpo ,cni– va trattato per cosi dire rome una anima e avev11, in 11,le maniera, la poss.ibilirà di accogliere in sé in mi. aura grandi6sima influssi di ogni iptcie quali non sarebbe mai stato capace di M10rbirc nella c.letermina– tean delle condi7ioni normali. A questo 1i aggiun~a che egli 1uNe prime non fu nemmeno in gra. , a incontrato, lo sfiorò infa1ti in un I up,·rficie e!itrem:t dc-I corpo, an1 modo cosi d,vcr~o e imnmtennlc e 1iu1H· n.do ~utllt., e questo !-paL10 nel~ (On un senso cosi ,ntenso: <1ua31 1•1coni nuità da uni, spalo solo ne, nulla p li c. fOS!>e dn nnscondc,e, «1ua/ , mistcrio-.amente protetta, In generale, egli vedeva che tut1i un'unica part1tel'a rim.ineva de!Ja !{li oggetti gli ci offrivano in .. cm- ,ua pili pura e profonda coscicnLa. bianLe, an<-hc 6C pill d1st;1nti, ptr \llora, per non ,enire turbato dal ogni \ erso pili , tre: o fo, '-e di c·ontorno del corpo, thiuse un a111- qucs10 era causn il suo sguardo, mo gli orch:: e !',nfinito, da 1u11c non pili fis'io in avan1i per pcr<hr. le pani, riflul in lui con tanta sem. <,j 11 nel cerchio dell'aria. )la tgli pli,e naturalcua thc credeuc di po– ora guard.wa le coc.e t."Omc dall'al- tcr a,vertirt·, per un animo, il rr. Ira parte, dal d, d tlrn, per cui la 'piro legf!cro dc·le !>U:llc cht- ,ipo– loro conch.usa csi~1cnza a,ha in ..,.1,ano nd ,uo pt.tlo. piU il sapore doh..e e prtgnantc del- \ndl<! _c:li , enne 111 mtnte la dc,J. la traccia odoro,;1 dell'abbandono. <ena che pro,a,a -,iand()!')cne ap- Di tnnto in 1:11110 tutta"i;-1 -,j ri- poggi;llo ad un:1 ..icpe, in un:t po– pt.tcrn che c061 non s:ircbbe potuto si✓.:onc ~imilc, per 6coprire tr.l\e..-. ,·ontinuare j anche ~ in fondo non "0 i t<.·neri r,1rn 1 di un uli,o il cido temeva alfauo la fine di <1utllo i,tra. ,1ellato come s, el~to e ,·icino gli ordinario srnt0 d'an mo, perché .1,>p.'lri,a l'unl\er ..o in queJl:1 sua uscire da esso, come allontanarsi ma .. chera: comt tulio, a r'.ui,.Circ a 1 a una musica, s:irelibe .st:lto nien- rnanh:nrre a lungo lo '-guardo, i. le piU che 1nfiniiarnente logico e .,doglic.\·:t ncll:1 .. 01u.1ionc limpi(a n:uurale. fl('I proprio cuore. 1,1nto da poter D'un trauo infatti la posizione 1,,apornre 1n sé t1ua~i il gusto del. :·li di\'cnne incomoda: sc:-nll il tron- l:t t'rf:a.tionc! Sim:li 10ml ,lbb;rncloni si sareb– bero 1>C>IUti periSeguire ,;;in nei tem– pi hui della sua infon.1ia. Ba!)tava si ri<.·ord:i~sc dell':1git:1iione che lo aveva preso ogni volta che si era <'O duro, la gr:i,·eua del libro nd1<.• sne m~ni, e urei. Tutte le foglie <lell'nlbcro erano mosse ora dnl vc1110,che ~offiando piU forte d:11 mare frugav 11 c. ani. 1r~1w110 di u'-cir fuori nella bufera: mava i cespugli del 1)Cndlo. ,·on l'animo '!oC()ll\Olto, cammin:m. Pili tardi credet1c di pot1.t'-i ri– rordare di t·trli tlewrrninati mo– menti della -.u,1 virn ne, quali la rorza di qu<·sto solo cm contcnurn <.·ome in germe. Pcn"Ò per eh<·m. pio all'ora trascorsa in quell'allro giardino del Sud (Capri): un grido di uccello :i,·c,·a <'c-hegg:a10 fuori e in pari tempo nel ,uo animo, qua. si in un punto, sen:,a romperc;i alla do a g-ran 1>n .. s1, su immense dis1c.. ,e, fendl·ndo l:1 parelc di , ento d1e c-ont nuamente di fron1e a lui ~i rin– nov:1va, o fermo, ~u una n:i,·c, la– --ci:rndo,;;i 1ra~inarc ;1ll:1 cieca tra. H'rso fitte lontnnanze d1e pili fiuc ..,j rid1iudc,ano alle sue spalle. Ma se, sin d:tl principio, la violenza elt.•. mentare dell'aria, il ,:-iuoco mobile t• limpido delle onde e quel che di croko ,-·era nelle metamorfosi im- 1 ra ui _e gli •uomi.ni q~a_lcosa 1 :n,t~ir:, q~:::: 0 ci:.:d:h/~'2(,'~1: 11 :~~= come un ,eio, ,. era t:h~ d1v1de,a. ,umo O mnno, con la'"" pt'nrta stil.v– e crc..'l,·a uno sp:tl10 an1crmcdio. 1 ,n/icn, 1 .suoi molti t,bri. tn/aui 1I ,;;plcndido e puro, t:hc pur 1:1.~ci:rn.m,'"o..criuo de "I F,a,JI\ Cu«ol, " <lo affiorare qufllCh(" oggetto as-.'-Or. un111 ti n pr11v,rlo. rrr-n,n,., nllt' b ,. biva in ~é ogni rnpporto e c;forma-1 t1pl1t' d1 Mar11n1. Con quelln .u111 Kril• ,·a ogni fig-ur •.,_ Egli non !ii:tpe,a s . no a d1e punto gli allri si acrorgc~. ,ero di qu,·sto 4-UO-.ingnl:ire isofu. ~ m•·nto Solo che a lua ec;co confC'– ri,a di fronte :1 loro una certa Jj. lJl rlà, e 11 pil'<..olo principio di po. \Crlà ptr cu, l·g-11 -.i ~niiv:t piU lf'gi,:cro tr.l t,11111 uom·ni 4,upina. I p mente lt!'!a1i alla ,·i1.1 t alla morte. che l~n11nu:1.mcn1c 'iperano e d'.spe– rano, danl a lua una su:1 mobili1à. \''<.•rJ, ~ ,ero, in lui !;1 1cnrnziont ,!1 l-Omrapporrc ,11 loro pt''O la .. ua ina:-crCU.'l. ~la capi\'a già d':illora <.he li avrebbe 111 fondo ingannati. l'oiduJ e.. sj non pote, :ino ceno 6:l· pere '- he egli non ern pen enu1O a que,rn spede d1 -iupcramento (ro. me l'eroe, ad utmpio) con tutti i loro vincoli, ncll':1ria opprcs .. jva dei loro cuori: ma fuori, all'apcr– lO, in un'immen,i1à che a,eva co– -..1 pOCO ormai dell'umano c-he es"i l'nvrebhCro chiamnrn: il \'UOtO; e nient 'altro. Quello con cui er:-li "\i poteva ri– ,·0!1.:-erea loro era la ~ua scmpl'ci– t!t forse: ad e-.,i, imprigio1m1i nel– l'opposto della klidtà, egli di que– '-l:l a, rcbbc parl:110 o narrato qua e là un particolt•re della ~u;i comu– nione ron la na1ura: e~ <1ucs1e d,e e-.si considera\'ano iq,lo d, sfug. g:ta o trascura,·;1no del tuuo. (lnc,ltlu: da • .ti usg-c-:,:til1ltt u·e,~ •• l...ipsia 1942, t,a .• du~io11r di C:t1iseppt Sa,to). Peleneschi consegne li menoacrftlo de e I frelelll Cuccoli > tura, di"i 10, l#J1 farò t1111ma1tue I i 'n q~•" ultimi J,tti ann, J, perro. cumpu,1100. E~l1 uhl> 1I 1'1.W (fil e,a Quuu/1 c'i la 1uura, C'è, Qu1nd1 c·•n• 1pru/undaw III u11a polt,o,aa, JHÙ ~r I "t'rà la pUl111cu.Oh nu/ Nu. Ma ;. un tun,JftUI C"he pt'I" ro1l1a di ,,or com<,- r<#flanao ,ocialt'? E:tt0, non è t'll'ii1 •n· 1ou:e 1l1 1t'J#J1·0 ,lellt' 10tt1f! fA ~,ulore tt'mmte .ot"1olr-. E co,'i? E' un ro,nan• 1mpvfar1.l1 il labbro superwre: «-a io. Lo lllpp1amu, mo qual'è 1I jlo multu Cònfus.o) e pui diuJ>e:Do1 t.wo1 ca,i,Wth.Ke, 1I rtntr11. 1l pr,ncipw ""· Emico Vall«clu si lunc,ò nllt, aua ,/ì. la nurrn110,1e? Pui, u~v,i... l"amu,.e fua. Ma 110, ha, una '6"1/lura mainifk,i, ,-1«-nu. (Sono J1fjc1l1 , rap/H)rti /,,i n 111 ti pttu«Upare Aldo. J>1uo Bar1ri• padri e j1/1, COnt#ltnh} il 1-'ft':'dio .1&· /1n1 wn-ue con e/t",canaa.An«"h 0 10 .crn-v 1 ,.o,-t' ,imp,,1100). Qu1nd1 i la 11ori. d, a mano. pinna piano, ofwr,1Ò; mo tulll unti f•m11l10? Plflaue.KIU /"1Ct' da «n· , 1rant.\ dnl Co«wl, al San1u Padrt', ,u con lo twa. Si. ti. 1n .,n «rio H'n• ,cn1,,,ono a moa:luna. Il ~,ilu Padre hd ,-0, ~l. ~. k1,,e? da.Me. P1f'!rO Jloll«dt.. una portatile 1uua bianca, comr- lui. lo no, di.su ,I Palau~lu. Jeàffllffl• -----------;=:....,;.,.,==----::=======;:--:========--~ Que,w t'HJ 1111 allocco, Bar1t'ilin 1 Ji« ,1 01 ,. lo no. 1ra11f', non pOss-0 più b• che i-. /,olia non esiMe ,I ,ummuu! ,e. E' jni1a ~ ,I rom,inao, urlò tchff', E)C/amai rii:vltu al f>alaue.tch1. Dice ,ando 8a,,dlim. /.,o 1-ed,ete nel No• ~ che noi ••amo troppo stona ~ far• 1-ecn1to J. Pu,n dt'1 C4ullnri! tt"1 1:01n 1 ,omaJUieri. L'ho dt'.IIO e lo wnf•· mo. duJC Piero; t;edrt'te qut'IIO eh• --- ttrro eh 1uo,. lo 111o«01 10. rar.a , .11 p~chè non "4 mai ,crlllo roma,ui' l'nla::.a#J.Jch1 fece. un"u d1 l?bl.- dir.. qualcosa. Mn ,wn ~uno mica ,uo, ~1/w. t,. af/erniò. F11l,uJ1 J, ch,1 D1 Cde• ,uno Cu«Ol1. Ah no? 1"10.E ollora? Al– tura sonu quaJtru 1roi:otdl1. (J'•n10,in dnll'nmm'1-'ltJ, dwa M11r11nell1). !J, 11n11 un 1,0'. E ,l1cct.'O dte ò lh "°'"' J, 1111t1 pmr-r,wò. LO J,cu, lo dico, cun/t'.imò 11 Paln::.tM:1'1 con calore im• pro, I U(J. 1:, • Jn ,11/lfl(I di ,,,.,. ptrlcrnilè. La coni f!r1n:1one ti fece più poema. ~ riprupUJ,. la queJtlCm« H 01•• e.11• sm o no un ronia,uo 11al,ano. L,a que ..11one rucaldò •'• amm1 dal Ba..·1ell1- "' e Jt'I .otlOM.T'llto. En"co V.U«di, al/crn1ò che 1I 19-48...,.9 l'anno J#Jll11 na"n111:o 11tJ1aua. ButtHemO / u.on ire rumat1.11 111.nt' .me come una 1,~ n quel• l1 che ,l,cono cM ,n llolia non eatlu• n,, roma~1eri. Conosce C,de, duac uno. Coae 110,1 cunulttt"lo 9 Dico ,.. W co110,cc ti. Jlff• .wno. \v, no. Vorr.-, ''"' ,ur1ro,p,o ... Sa quf!i tA« CifN lto ,muu d, let, 0.l' 11 rt.lr ,1an10 11al1unv dt« ,,., •'"" ,/1 p,ù, quello cl,e ptÙ 11, p1aN, f! ,1 ..,o. Le .sorelle Ma1uau1. Polo.ulhdti ,on,. ~#J OOn/llMJ, Allora, dt.- qualcuno, .; /o o "°'' "' fa un oltro bnndui ., (11«1ttro f,.,. 1Jll Cucrolit Si, ,i. Quela,no ..- • d41 We. Il Polo..-.dN ,; cA111i 1&11 ,O• co ccr1,o d1 mc. AfliC'he ol tuo ,oaa,uu, ,lì,,.. afl•1tl#C'»am~1•. A 1,,'l'lfi ...olu,o rin• arnaiarlo ma c 1 ff'C1" troppo c:A~. In• t\co J'o/«Jehi mi N Jec. ,kino. Muoa:i•• •tt>t:i, lo portiamo a Colm.ano • ..-n• ,..a,e, •• "° in ,,...,,,. la•o. <,l,IWie. In quella do..« ca ,ono ili .,..,; l,ic. C"h1H11 duedo iu (l11rlc-o è M Mnli •· ni 1nnamure10 ,li cer,1 t'«CAI ~•· r, d, ~lro 1rouo in nii i CW'N&li•1 dì Colan.aN10 bnioftu il dno roNO a,l. la t«noua. ,~o la JIMnwa ,.,. •• ,. • .,,,_.). ,g_ Sfll.aMMIJ ... "- ..«àÌN, &iw 1111111 gm111G• plt'n• cfl: wle; ,rl. oltlll •• ,,,, St'Jto, .-MO 6iMcli .. ,_._ " ...,__ ~ u , ..... 1111 lllantOl'IIO. lA •itt P,rnua, J..... • aa ,reuo. ..4 ~• poi ,,erte qua,i ..,.,,. •"o; ,... .,., oo.- è Cffla. a/m,no ,,,,,, ••: càe IUUi rlfl, e tallU altri, ,,.,,._o• 1...,0 ., IUIJ ,U,OKI romonao. Bl'WN, ...-.ro. C-COCCIOII do di preci!tllre mcdinnte qu:,le dei seMi percepiva un si wnile e dirfu. IO messaggio: cMiendo lo -.1:110 d'a– nimo che ai ern sviluppato in lui :,;•;~: ;,~ 1;:. 1 •;.; ,!.:;:,:!,;,.c.;:: SCRITTORI TEDESCHI DI OGGI 1.."à1I perfetto e durévolc, cosi <li– verto da tutti i precedenti e, nnchc accentuando al ma~imo qualcuna delle atnsazioni pro,•ate sinora, CO• al poco immaginabile, che non lo ai poteva mai chiamare, malgrado la delizia, godiraento. Pure, incli- ne com't'ra a rendersi sempre cun. to delle cose e proprio delle pili fug. p:woti e tenui, egli •i domandava inaiatentcmente rosa mai fosse quel– lo che gli atava auccedcndo. VISIONE Quasi wbito ITO\'Ò a questo in• di terroptivo una ri4posra che lo eoddi1fece: dovevo essere finito d.U'alt,a pa"4 d~lla natura. Luciano ZUCCOLI Come in sogno qualche volta, queate parole Il per li lo empirono di rioia, ritenendole egli in fondo appropriate e precise. Si sentiva oramai ~mpre piU uniformemcnt~ e in tutte le eue membra pervaso da quell'impulso che veniva dnll'in– tlmo, a intervalli, e il suo corpo lo ritrovb con commozione indescrivi. bile estraneo, utile .alo per sostar. vi cautamtnte: al pari di uno spi- rito che con Mn80 di nostalgia ri– torni da altri siti a riprendere lf' 1ue spoglie per appartenere eia pu- re distrauamente a quel mondo per lui una y0Jta cosi indispensabile. Allora, lentamente, e senza mai abbandonare la posizione aMunta, si guardo attorno : ricono6bc ogni cosa 1 ricordb ogni cosa, e con un lontano sorriso di tenerezza lasciò che tutto rimanesse al suo posto come oggetti che una ,•olla in cir– costanze ormai remote erano 6l.tl; in qualche modo con lui. L'l prc. .enza di un ~Ilo nell'aria, un'om- apparsa ad Alberto MORAVIA; (Unol...,.. di M. M...,.rl) do. diu• allora l'nfoue,chi, che in lta. -i :::·:i:S;",:i:t::·:~::~s~ I L " GR UP PO 4 7,; t.i J 1uonò conia un S-Offoo Jeo,o cd pcc:.o• I i ~ ralo. ForH nn~tr.10 •• u pe,uarr-1 bme, laa 1AM del Palaz.usch1 ,I Ji,{ito di dirlo. Tuua la ,ua i,ita l'Ao "1td1mw al 11ft. rare. U111mo uuo J, que.i;ta fedeltà i 11 numu,critto cht' eJli hn pre~ntnto 1n una cu,1odia di P#JUe,N1ata con 1,e ~ nrutrini binnclu. Ora. 11ù in 1ipo– vaja, i compo;ti,ori H lo aono diriJo fra di loro e bollono tui l1Ut.i delle monotype,. Lo feci nOIIUt' ., Palmd• ,chi, ,I quale cJunò il capo. (>uat'uo– mo limido • Jol«, che dt'.i tuoi ,oman• ai fa il simbolo da ,a ,1~,o, non de1ie (lllff' osnto pfflMUf! a una cituione elle ad nitri 1,,~nne cerio olla mente. t cona:eiwti bevt:ffO il cermou1II da /rntt'ih Jlail«clai e 11 /ttm:, futu1rn• fn,e m.ol10 compiaciuti. Poi comincia• rono a claiedne, e tOlln il fuoco inslon• cabile delle loro domnnde, ero clelica- 1nmen1e notetJOle In timidn 1mnq11illi1à del Palaut"M:hi. Do ui o ,e11'nn11i ti porla d#Ji Fratelli C11ccoli. Si, ma d la1,,vJro Otanto dn due anni, inin1n-rot• lamente. Scrive di 1iorno? Qwui Hm• pre la notte, dopo le dieci: ma non mai o/1,e ,I tòc.co. IAOONJ molto .adle car– telle? Oh, si. Qunn,o? Fin cM mi po• re che btuti. Sartre dice. che rivedere ciò ch11 ,i e serino 1i1nlfoca troiMe il peru1t'ro ... D0t:t' si n-o/1e In trama'! Non è loo,li:uata. Quand, nimte Cowrda– no. quwa llOlta. l'l'iente ICo«rcinno. E nll-0,a'! Mala. in una rt'~ione fra 1I J'ane,o e l'Em1l1a. Q1J1ndi c"è un ~u– mt'. Un /iume? E rrehe"'! Il Po. No, nun m1 pare che ci 1111 un fiume. Quon• ti ,ono i fra1dli'! O1,auro. Come ,i chinma,io? Il padr11. ,i ""iama Celuti• no Cucco/i. E i fo1l1? Paln~, non ri.1pose,si 1ua,dai:a in •iro un po' :amar• ruo. S, n'Olge in cutff o •n campa1nn'! Dur"anle l'anno ,~orao ti è formalo in Germania un ccnarolo di kriuo.-i e PQ'li tbe , iene chiamato ti • Gruppo '1 •· La t.ntica e il pubblico li c0n.i• dcrano come • 1iov1ni •• ma in re.alla whanlo pochi lo tono, Scrive 8am Werne.- Ricbter, uno che ne ra ,.ne. rbe I membri di qllt'1to p-uppo eoDO 1iovanì aoltanto ìa qoanlo lo Stato non ba pc":rm«.o cbe 1Mtara...ero in modo normale. • All"dà in cui nrl'bbern do– vu10 •crl\·tte le lor!J novello e poeeie. i loro romanai, eNoibanno invece «o– pelo le catenne, rammendalo i panta· Ioni per il pnmimo appello, banno occupalo ,-cii wanteri, dui e borp 1e. ,1eppe e deterl 1. Tornali dalla 1ucrra, dalla pri1ionia, banno parlalo eon aé un bap1lio let· 1erario alquanto Je11ero. Noo Ulloo tcriuo moho, &nora, quakbe oovella, qualche tanio, ffllllgwl un volumetlo di poe1ie, un rom11n&0 incompiuto; ma c1atcuno ,i C meno al bvoro per pro• durre quanto più pretto 1ia pouibile quel • magnum opu.t • tbc dovrà 1ia• ,1i6care la pre1eta di (ar parte della • aiovane lcueratura • ted~a. Almeno uno del • 47 • è c=o•ant dAiuero: il ,·en1ic.inqarnne N1colaue Sombart, figlio del celebro t0ciolo10 Werner Somb;-irt. 54adcnte all'u&i"Jer– ~iliL di Hcide.lbcr1 ed ora a11'1Atilalo Croce di Napoli. eali ba pubblicalo un e.ile ,·ulume in1itolato , Capriccio '\. I • no,elb oppure r..im;iruo bre– ,·e, di poco p1U di ct:nto pe1ine, - 1111 ror,e b ,·~e più convinct:nh! dir L, 1loH!ntù in1clli1entf' 1ede.n abbia rinora lr1>v11a. In un:. form.a <M"i1inalr-,fant.lUIÌca. Ira reahiL e 101no. • Capriccio N. 1 • ducrh·e Jo ,rano di1ptnlo di na aio- vane U11elleltuale. .oWeto • .-1. •i ritrO\'are •ll'iauaaa....._ .-Ila li• btttà "be eaJi, coma 1a1ti 1U •~ k, perduta •U•1qraD1qio •1 ,,._.o ao• ,tro mon'4o cobetliYit&a. T..._..iYo ., ...,.e rieeea locbé r-• u parkt1 della r.... ,.., aa elle ai.et. ..,..• fai. l..ce appeM po11.110 •• ..- -U.. rreka, Me.Ire t'tieol. .. Soaltan M coai I•• littmeole iabo«.ata la .... .a. proA, Waher Beiat, ..,_liala oraai piÌl <... quraal .... , ....... ~ - tu«tiltO DOl9"olc c.oa u Yu..... lo di Put.ie intitolato • ~ u tNl1 _,.,...,.su-.-~.u· ... ..,.. della ..,.,i., Q-. ddo - peniao 1rHC>uo ia fra•«- ù llaerics- 1'08k8, a■l«e dal ro- • 1..-• Seorpioaa a e U JWlao ••l&On fraa• ceto di qarato clopu1wern elle ....... 1a 1trelli conllllli con Ja IIIUOYI teu.a .. hwa 1ede.u e eopl'■llatto con Il • Gruppo 47 •· Il,._ lemmiaila...,. ,_ 10 1 Ira Ì • 47 •• da llae SdaoeWer-t..• nel. _. doDM lipo e.o,.. s..l ., , ... 1,1pii e pnferiace Y91tire et- ... mo. Elùi ba &aura ~liato u W.,, • \I/eh der Mukc • - MODdo de.I' 1 muebera - e 61a preparaado .. ff• lume di pOfl,ie i,pira1e dal ..ne.limai, (nneete cbo .... inlilolato a Spielpleti. und w..e,te• - Ca-,o del 1iaod11 e deteno. Urina Ulrich, cbe ai ii reuo u certi• nome co■ u.a.a .erie di a,1:icoletli ali· r1ci riuniti ia ua vol■-e tollo U ti• 101,o « Co,i eomin-ciò •• ba ioultre pu .. bllralo Yatle nuvelle e ••• portando :1 luinlne un 111manao e.be de.trive la •i• ta enenlmoea di un orfanello IClaa;I teHo - u.na ,pc.cie di • .ciucii • 10- dc1ot:o • bra che si allungava per 1crra, il viottolo stesso che si continuava e perdeva alla vista, lo colmarono di una coscienza pensosa tanto pili pu– ra quanto pi!l egli si sentiva indi– pendente. Dove fosse rimasto firio- 11 10 R RE,,: DUE MOTIVI DI ALBERTO SAVINIO 1'1111 1 que.ti scr111ori, co1I eome ab altri membri del arappo - \1/ollptlfS, 8ii1·bler, Alhed Aadeucb, liant Wer– ne, ltlchler, lleina t"rledrlcb, Wall« Uibbec.hc:r, Gulntb«w Eicb - d rifiu- 1ano Ji pronun&aaui •• 11A loro pro- 1ram1u.at• omune, e non vo1Uooo aderi• re ad alcun.a .,tuola, oé al realiaao, ,.-.. al aurreali.11110, e.i&affl&ialitmo o eir • boli,mo. Non e.lite akun loro tD&Ailr• f!-tO,non pubbliaino alcuna riviala. So. nfl COll\'inli - ed e que,la la IOla CO .a e.Le veranienle li unl~e - c:bc al l'1ni1.10 di 01ni auu•o movimt:alu lc1· 1enr10 in Cennania ddiba e..cre ua 1 c.-ilK"a f!d aatoai1Ica 1picta1i,uiJu. r•, non sarebbe staio piU capace di pensarlo, ma qu<.\'ito Ìn\'e«, sl : che egli a queste cose rilornat•a e da Il, dal suo corpo, come dal fondo di una finestra abb.tndom.Jt~, le ,-.a.,dava, .Di questo fu per un paio di se– condi convinto; al punto che l'im– pro,-visa app.'lri1ionc di un abitan. te del cas1et10 lo a ,•rebbe 5<:oncer. loto nella maniera pili crudele. ~entre egli, realmente, nella sua presente disposizione non sarebbe Nato minimamente turbato dal \'e– dere apparire al fondo del viottolo Polissena o Raimondina o un'altr 1 ptr60na defunta del castCllo. E gl, pareva -di po1cr osservare, dall'in. timo, la innurnere configurazione di tulle le cose 1 perché I'abituclin<' di vederle sllbito (lcsti11,t1c ad un us.o qualsiasi, e la molleplicitl e il ne980 di questi u<liiavC\'ano sinora estinto in lui ogni pos~ibilith di ca– pire. Ora, nella sua singolare di– sposizione, era convinlo di non d:1r nell'occhio a nessuna: e una per– vinca che fii era vicina, e il cui .,-uarc1P ceruleo 1:ià altre volte :;1ve- 1uc1t ,ua, lu, co~ì atudia1:rn1cnte 1n·aro. alle (ami1lie dei p01isiot1i caduti n~l:1 repre.•io11e dei moli del Qu::mrnlollu. Che 1,ouu rare? lo, quflnlu a t1ua11ti riHAuaiun:tria. 11rcfc>:ri~o 1111uomo ('0• nu• Ar1uro Sd101ui11haurr, a un uomo c-ome l..eone 1'roak1. il fluale. a 1:ua pr'Opria conlcuione. 1cnC'\·i. c1uc:lb p(I• ,era ciab:111:1 di Anatole f"nnçe po lo, reazionario un;i n)(nle r,rofond:1111C11lt' ri,·oluziona· - ------ 11a. l..!I ri,oh11.1ot1(' h:1 come •imbolo lifi~=1~" 1 ~:~:1nr~:. dio:~:1:1mi(l~:1t:.~:: L1 ruulu in (11131110 tlr11111tnlo ,:irunle, c:ume fac:ilmente c:ii,ir9 chi bm mi to· mJ 1 ,uu1 c1r1 la ruo1:1 ri\•iluzionar1a nottt, non ha ,u,dtnto in nic ,enti• de,c compierli iniai:1lmcn1t' nel mondo rncnli di leBo or101lio. 0&1i la qunli• lltllr 1dl'I~. nhrm,enh ri,uluziunç rum là di rivuluzion.ario - n1e,lio I.i • Eban• (' m:1 :11i1azio11c. d 1cr:ata a quo liti di ri,oluzionsrio è di- P.i~tinmo all'r,ame dtl mio l't'3zio• ventato co1ì comune e incon~i-1en1t, eh(" ni,1110. Rtozion:ario (' tol111 che !i op– un uomo di vero valore, e w,cicnle pone ai mo\lmcnli ,ocfoli e morali. del proprio ,•:alorc. e ri1u:1rtlo1u Jell,1 lle:n:itJu:uiu C colui rhe opr.onf' unu dignilia del 11roprio ,•alore, hn più da ,umli1.hme ~1atic:1. nlla r-ondizione ecor• ac<1uistarc aolto la 1111alifìru di rcnziv• re111e; e :1sgiu11gu chu 11nid11! I., con• nurio, che .10110 quella cosl ,vili1a di Ji,luuc arurrtnlo è, lr, cundh:.ione 11n.a· rh•olu1.io111.1rio. Aui::iu1110 r-hl' chi \Ì\t' tur,,lt•ot ddlJ ,i1J, è re:111.11111:ariu colui 1>iù di vil:I iulerioro che per , it:i tetC· che :illa t·ontli,1011c nJlurafo delh, , 1111 riore, dttidC"l":I in10rno a '4!s un:i rond•· 11p1J<1nc un:1 cu11tl11tionc i1111atur.1lt'. 1»-· aione favorc,·ole a 1:1le ,ua , ila, Ohia •i11 l'idCJli11:s, :1 qualunque formi\ idf>a. di ordine e di c:11111:1. Un t''<'mr-io et' ll111ica t'1l1 apportene•, e inlcndo qui lo da Arturo Schopenhaut'r. il quale per 1dtali-1a toh11 cho ,uolc- la v,1.11 comt' pem:11ore era un JIO più rl\olu• non come e-~• è. 11111 conu· lui ,uole .1ion:ario di ltlnti uo1tri i111clle1tualc11i rhc .tu. Quc,1:1 di11t111uouc tu renio• rbe chiauoumente si tono meui a fo. nitmo e ri,·oluzio111ewo io 4 vado fa· re I ri,·oluaionari, • 1t111a,•ia doua,a cli ceodo da un I' uo. m!I non n1i con• ,1a che ahri La fottia, A111ciun~u f.he da quando ho c.>n1inc111I)., 11intiure pubblicameu1c Li J>rofc-1ilo11t Ji ~rii• 1vre, ON.ili ds più d1 lrcnt"auni a que• ,.111 J)!lrle. b mia po,iaione è iCmJ~ .1otatu qurlb che. con 11oirola 11t111i1la, tii thi:imu Jell'1n·11n1u11rdia; ma d: uu'::1- ,11n1u.ird1a, mi fl ,orTi c-onant,re, tin• gt1lan:- ed d!'ellha. non di quell"aun– ,cu:irdi;i <h'" con,i~le a 1cncr d1t'lro ora :1 l 1 Jul \' Jli11, on a f.rnt'•IO llcaun• g~J), or.i ash « r-.i1H."n1.111h~1i • d, Pa. r11i, In 1111e--tu periodo d1 tempo in cu, {A'r -or1e ei!lmo c-a11i1uti anche noi nd mondo, ila li\ \Cnendo, 1,rnua dollu l'Ì• \Oluaione .oc1alt cd ecu11u1111ca dietro I.:, ,111:ile arranr,1110 1 no11ri rllloluzio• nari in1pro" i•ali e d'ouasiont-, una tra. JO('m:uionc profonda nella 1-lrultura e nella tpecie 1tc1•a Jcll'uniH!r..o, che • 1,oco II J){K'O \'ti mut1111Jo lutta ,1uant:1 la (orma mentale Jcll'uomo, in qu:rn10 lu rvrrna 111e11tule dell'uomo, nei ,•ari mo• menti tlcllu ,1or111dell'uuui11i1it, 11011 è ~e no11 il rirleuo dcll'idt'a e dell'i111m.1g1. ne dell'u11hen10 che l'uomo 11 fil. Orit qut'•la trni.fonnn1011e 1wofonda, t1ue-ta rl\ulu1uone-madrc io la ,ad'l ftgualantlo (' nr, min ita"llll, e Il \OC:C,(' l'ho aClllll• l;,ta 111 quel 11:111oram::i dlll no,1ru i,ttofo rhe fo tra,me••o 1.Cr radio nel m:u·w drl 1915; e cerco d, 1111:iliu:irl11,di t11ie• 1arl,, di farne natura mentale, .rfin· ché 111 uoo11111«<.ino d1 lrarr~ i fon• damen1i della loro alliviliL mentale da ,NJuu quc1ta Tua.a Pa1in:1? li mondo un conceuo dcll"unh·rrto e della vii.a I lr;.,c.r.a un.:a J,t"Ofonda criai di tr.a:orur· che non hanno più d1rillo d, eour, mauone, e (luc,111 cra~t anche i 1ior– , ai formino un roncello dcll"univerl,O n:,.li più panlufolai la ntpecchiano, al· 4" della vila rlic. oui co,tituiK"e la lraHf'IIO le 001l1,e pro,enitnli dal,e ,wsJra r:erità. E domnnJv: quale ahro ,:arìt p:'lrli del n1011Ju, e d1e nei di,– tc:rittore i1nli:1nou non i111l1a110 ra al· 1iJ1 e co11ll11ti polilid, 1ociali o di al. 1r.tlan1o? Mi .!OIIOinformi11o mt"iho: tro 1enett, nvn l11nno .e nc,n éC1iu1-e ('nlu1 c-he mi ba qu::1l1fiuto • re:n:iona- eo::;i mta~i::u:~ :::~a 11 ,·:;:in::.~ :~: •·m:lit::: ;:IJ:.ta~: 1 111:°v:~iiz:~n;~: dai dittt1ori dei 11ornali, la profonda conformi~mo, e dopu c.,•ttti color;-ito ron i ,ari colori atlra\·er•o i ,,u:ili t'ha milisi3 i! 1r.au; alll in que•li anni, oui, un 1>0' bland:1mc111c 111 ,eri19, .i cvlo· ra con rolore m:r,n:1~111. Quanto dire (h • Jnthe <IUl'•IO po, ettt1ù e rauu con b 111a1eria (On c-ui ai ranno le codt. Terza llR~iua t"Ontr:1dd1~1one tre ~ va1ine di noli.de e b ltna p.a1m:1 che. nt'i ,uoi cl~eviri anodini, nelle ,ue in,ul~e rievo<nion1 p1eudo•1toriche, nellr 1ue note d'arle ci:1bllt1onc e nel molto 1,puio dedicalo 111r1tratll delle atll'1ci del tincm11togra· (o :uuericano (que-1a orficina dtl blso e dello •lu1>1do} di 1"1011,reuione che n1~u-e 11 mondo wffrf', .i torce, ti •JJCna e cambio. il mondo della • n· ria cultura • ,,i..,c u1111 \'ila pe.rlet1•· mente immobile o ro,camcnle idiota? E la Tena Pagina imece p01rebbe •t•n•1re II rirlcttere, 11 alutliart, a cer· ,·ure ,li ri1ohcre, o almeno a illumi• n.we b p:.irte •mtnt:ile•, o.fia cdcter• n11n:1111e • della u111 c-lie ttonvol,ce il nuindo; pcrch~ la b"•t1a non preulga Per moho lcm1)(! 1 gwrnal. U&r-irono una ,oha ancora ,u l'uumo. Il che, ol• J ,ulc due p:11inc <la purf' uotiaie " 11e tulio. tl:.rcbbe anche armonia tra ralli di cron:ita. or;-i e1cono nuumen1e p.11111• e paama. e1I et111ilibrio al 1 ior– J (IUattro pa1ine, b 1ena dedicata al• naln, Alberto SAVIMIO Il loro atto11iamcn10 di fronte ali., ., e.te: .,1.1une prec..uento della lcueral• ra lede.ca O 1u1t'ahro che rholauo• nariu: iOllù pieni d, an1auraaiODf' pt' l"u1.era d1 t1ucgli uunf1111 or111.u ,c,c111 dte hanno anCOl'a a'IUa. la poMibililiii d1 dtJu;Jrc lutla un.a vita al perlcuo-– namcnlo delb propria tecnica, all'ap• profond1re i J)f'OJ>ri ptruicri. Mii mon.• Ire .,1ud1ano ed ammirano, ron ar., 6p«ie di inwidia l'opu-■ ma1inrale cli un Thoma, ?lbnn, ,1ue.1i 1lovani tm· tono, 11110 1ir110 lempo, che Il n1l•Dd1• di oui, ed innanzitutto la Ceru1ani . di 011i, ha bi&Ofnu di una voce 11uo, ,·a, ben dh·ena da quelb dell'epoc=., pret.-cdtnte la 1nnde u1a.1rore; u eia• &.e.uno di cui •p, c.ra di p01er dive.ntft'I• e,11 1lb60 quella \'OCC llUO\a, d• tro ,are l.a linAua che Arì con1prtu d., tulio un popolo t1narri10 c:he ancor.• bucolla .0110 La lrt'raenda puni•ion– intlit1•1li dal de.tino. l'ercy ICKSTIIM

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