Fiera Letteraria - Anno II - n. 7 - 13 febbraio 1947

6 Pll.RA LETI'EllARIA ~c!!~~ 0 1 • I L I B R I • IABr~~ 0 N d I '.--------------------------------------------: E 20 SANTARELLI. fl p,oblema_dd/, col~j~ 1 /~~~:~;~~rf;i!\E::!f i{::,:c1f~ modo esgcnz;alc • ca1egor;co la conirap- ~ deii't;",. z~~~~iftli •~~o Pr!;:it:Ìen~e P:~t,~~:~ ::!Ti~:. ar:1~:=~i.1•;:~v~d:i.c •~t~ ; 11 J: !t c)~ 4 6, 01 ~'!~a I . 't~i 0 z(x/Jesaro. Fedcn· 'luauto viene dopo il romanzo Crino .1'è pObjzione al conccllo di l.benà. Sempre, ricià de·, divieti. dc"IJ ordini. delle ccr,. c1crn11 dd faticoso c.ìetcrminon:i della i-i Jcmbra cht! in questo oolumclt• JcrmCIIO li Eboli. Ma ero 11rnloBerillo ass;;ai ,.',ce Levi, « il bCllao idolatrico drJlo :,,aio monie obbligaioric, \ 00 l• eolennilà re• ma:.sa umana, e del suo r-i1iol,•cr11i n 613• sio opportuno dutinçuere quanto può CS'- primo, tlal 11c11cmbre ul dicembre del '39 ~~c~u~~ 6 ~!: 1 f~u;rr 1~• ~~~al~i:,e~i°z~:an1 ~~~ir~d\~ ligiosa dei rui, con la apctlacolo~ihi delle 1o, poe&i:t, libertà, o del suo cel..ir11i in ~:, conJJde,oto quasi la prosrcu:.io-e e 8U una 8Jl a~~ia francciìc, nei primi f> ,1a Ldc dulia vita del dio, Solo lo etato di d.vise. con la gravilÙ delle J)ene ». re igione, ri,o, co1>1unu:; e del rirrearsi il compimen'o del saggio del compian- tici tre mcii tli ,cuerra: I\U8i di OJ)erazio· \,.iherui è ,tato di JHH:c: dovo è ,•era 1 ,ace, Parrà forse che cl iiau,o ,oHumati n continuo della nu1ssa dall'1nariJire degli lo Aldo Mautìno su UI form:uione della ui (i,olo in Polonin correvano, ini,iemr a ,à è ,era li!Jeriù; perchC gli idoli non vi- lungo sui capitult :':>uug,w O Masso; e ttll· 6lali, dal criiu1Uizuirsi delle religioni». filosofin politica di Benedetto Croce. d• ,~ucllc rus~e, lo diviriioui coruzzate iede- vono senza guerra. mo gl, uomini v.,ono 1av1a siamo coscienti ('be le citazioni hl• E un'ultima coso \'Ogliamo oS!en•are: lo quanto intende euerc una en-esima in- 8C'he) e ,ta,;i mora e parevo. 11 romanzo, :,0hanto nella J>ace. t' pace pcrchi: la per- ,~ non bastano a rendere nella sua pie- sguardo di Car O Levi, nella ro~ri1101n n• te,p,ela:.ione in Jun:ione artuale dcli• invece, ru scriuo tra lo fine del ' 43 e il 1iOnu umuna è, nel suo panicolure, tu_llo nena il pens ero del Levi. Que11i due ca• ,entura di penetrare la etoria dc, rappo'r1i pit, recente storia e vita phl lica del· '4'' in llalio, in epoca rebhrilc, rra le JJau• lo Stato, e lo Staio è, ne. suo purucol.ire, vitoli presuppougono i c1n<1ue d1e )1 pie- umonj e 6 ocioli, non s'è soHermnto ,ml- d"ltolia. La p,ima ind,.gine. quella ero- Ile della lolla dondestinn. 1u11a l'umanità, tulla la per60no. Nulla è ce<!ono e preparano, e ne d1ioriscono 11 l'aspcllo delle condizioni ma1eriali di ,,j. dann, appa,e netlo 3 tudio del .l·n'arelli L'uomo è f'f'rlCl un "dio d'orcasionc 0 • e~inrnco ollo ~lato, come lihertù, nel M!ll• &enso; e dove pur ti dicou 0 co~e_che me• ta, ,ul full• che suol dirsi uonomi1·0. Il condolla nolevolmcrte irnan:i, sp"cie tutlavia non è aohanto ciò a differenziare :-o vero di <iue 111 a nuh»una (e.be 1'uu. in ri1crebbcro rilievo (oltre che rifle-s onc). cimilc può non clillue 11 11u11rato asEoluto con l'ampio capihlo Il. dooe lc"giamtt i due libri. La vocazione del nnrraiorc e genere, ro,c-,. 11 ua): cioè nul la di umano Ma &.e abbiamo c-ont·cntrato l'at en1.1onc e non è certo la c.hiave di tutto. Ma getta pa,ote che .sì poS3ono comidcrorJ con- c1uelln del va,:gieta 1>0uono ancbe coio<'i- può e""8ere C1>traneoall'uomo, quando l'uo• proprio sull'ultima parte, è staio perchè ci fasci di .ul'c su molte C'O~e.e fra l'altro dusirJe: ·· L,occ ha dunque u,calo di derc mo, ,i;e non proprio rnromente. non mo non &i è pollo dei l.uuti, quando la sembra che qui il non racile di--eol'8() del,- aull 0 &lf'SSOproblema tr:111:110nel clllli• do,e uno 'dignità /llor/tca tulio nuovo r1leM10:1rcatle. Crislo a'è ft-rmato a Ebflli ,iUa hbcr1à gli conaentc di er.4ere in--ieme l'autore trovi un fondo di rorcia e ai 1010 Ma.JJ:a. Perch~ rion tulle morali sono all'ideafc di t1ocr•a q• 1 atc ero .t"ntito è un 1 mpor1ante racconto, cbe ha subito individua-i.ione t>ersouale ,; unh•en.al11ìa, faccia crista lino. Non a cu 0 qui per la le ragioni per cui gli uomini hanno IHl«Ttl doqli uomini del .suo tempo ed ha atti· 1llim.1a111. Ma tutto è «traneo allo S1a10, i>rima \'Oll:l egli u!a l'ecpres-inne lur-Or" ,tella libertà e sotto lo Stato-idolo • li rt• ncolo tale id:ale con la cutlura lllOdcr rugg u01 0 mer1tat1s11ma fama e ra110 gri– dare alla rivelazione; Paura della Ubertà non è a eu• voha tul piano rhr gli è pro– prio eltre1111le rivelazione. Fone deluderà molti anunira1ori del Levi. Ciò p1 emes60, aggiungiamo però che a noslro avvi10 i delu!i fo111qo, almeno in parte, torlo, Non 1i dice ,1uesto in via r~la1iva, tcnen– tlo conio dcli.-, giust1fi1:uioni cbo il Levi 1,reme1to al suo aug~ o: ra1•presen1ar esso soltanto la parie jnlrodulliva dell'open 1•roge111uu O in1crru11a dagli evenli di gucrru; esser 11111 0 scrillo in 1al forma ,,cr ,è 10 o « 111enu penfliero di pubblica· .:ione tt; a\'er- quindi carattere di • con· fo!l@io11e » d1e a rigure avrebbe dovuto c1· t1ere au;iornata e tradotta in lingua e!'po• 1itiva, etf'elera. Si dite in via aS&Olu1a. Perchè il I bro co,l com'è (o è stato La– ~ciato), le ba pnrti « deboli », non peupi, cue, non ra,slunte dalla 11icnczu del pen• ,iero e dcll'cfpressione, ha però almeno due npitoli pieni e non facilmente di• ment:cahi i, e un. grande tema: la paura della liberti, La parte meno raggiunta ci ,cmbra si• da ricono5"UC in quella iniziale fino al capitolo quinlo. Ab love principium, co– minria il Levi. E' prinri'pjo virhìano e non è a(Tu,t 0 111ranoche l'alto poema filosofico della Scic11an Nuooo. ei 1>rese111icon 1an1a t,ugges1ione a lo !pirito d'un uomo cosi lontano nel tCUIJJu. Ciò è speuo accndu10 nei monwnti cruf'iali, a rcrie ,vohe ilclla etoria, in tempi che erano (o parevano) di 1>rofondh crisi. Si sente che. una 60• cielà affonda e ci si vuol dar ragione di rome quella e le precetlenti "'inno fiOr-10; che l'uvvenire ~arù dh•erso e si 1cn1a di leggerlo nel pili remoto pasu10; ,.be per que la du 11cri\'cre la storia scrit1a non b::i• 11tu e •i vuol 111ccndcrealle rad.ici oscure dc) ~encrc umnno: allora, aUo &pirilo an– goscia10, ei pre~cn1a Viro e può parere, SOilo Inie aspello, singolare il J>O&tumo destino di prOC'ell.aria del mite napo 1 eta· uo ,•iHuto in 1em11i tranquilli. Ma tale è statn: ila J)()1•hiderenni dopo la suo morte a noi, da Mario P11gano • C.arlo Levi. E che iole fiia oggi, in 1>icno Diluvio, deve merav g1iar meno che mai. li foscino <1i Vico, però, non è &enza insidie. Cedere al richiamo per gueggiure con lui è ,-erto la più nobile nventura che possa correre un pcn~atorc, ma anche 1.:1 pili periglio~a. I « vichiani :o. antirhi e recenti, s11111 li a dimos1rarlo e la Scienz•1 Nuova non è s1a1a ancora sosti1u ta negli 1caffoli da una versione 1,iù aggiornata: r-e,ta scm11re u nuova 1): 1>cr quanto si of• fre alle e11egc&i,ohrellanto r fuir;~e dal ri– produr~i. Chi s'è hu11a10 nell'im1•res::i di fora figli:irr ha ollenulo finora prole di• fettos., e cioè c"he dell'nsrendenui eredi– tava direui (etimologie a1hi1raric. oscur11à, acc,wallume1110 di motivi, ere.) non r-iscat– toti dnl furore poetico della « discovcr– ta ». Ciò vale, ci 6elllbra, anche per C.arlo Levi o almeno per la prima porle del ,:uo ,aggio. Dove certo pon mancano lampi r. gemme (e intere pagine scolJ)ite, come quell..1 sullo spartar-hismo. p. 58) ma dis• lieminate nella 1orba d'un discorso che ,tenta o dis1en,Je.n1i. e irrequic10 &cava qua e Jà alla r-iccrca ,l'un alve 0 sempre oiù profondo e sfuggente. Re,1a l'impr~siom, che lo ,forzo •i compia su un teneno (ria• bile. Giunti però •'l'ultima parte dl"I Libro. St avverte a un tnt10 che i~ Levi tocca davvero fondo ed è quando ne-I capitolo So.ngu,e ,i 1rova di fronte al problema della guerra e nel seguente capi1olo Mossa a quelLo d'elio filalo to1ali1ario, Due real– tà in certo senso. nuove e tali d1e &0l0 u,; con1emporaneo può danenc conto: an• che la 1>rima. che ha 1ubho una dilata• .:ione ormai non più 111em1>liccmcnt,,spa• sialo, 11 punto di vanificare il 1ostnn1i,·o derinlo da efJea quand'era e duello» (chi .eu. •11j i • 1uerrieri »?), • e.be palee.a in , 1 uando lo S1a10 è un idolo, un limi,,., ,le/U, fiberià, che poi lievcmeme altcnua. fugiano-. o • nnno a riparare• (,•erbi na rilpet/o olla quale eta rimasto ar,.e ed è dunque e~li i1UM> un qualcoaa di ta darà titolo al ,olu me. vichiani, che hanno J>CrÒoggi un \.uono trofo (causa non ultima della sua dcca• 11rovvidcm:u1lmen1e enraneo ». Resta da l.anu:nlare e.be a questo punto bef\ più gr-ave e fondo) den:o), pcrmclltndonc così la rino~d- Un tempo c't-ra il • pri\'ilegio • mili- il discou 0 10&1:mzalmentc 111'intcrrompa " ALoo BtzZARRI la·•. li l)o/umd 1 o del .:')anl.,rc'li mc~ifa u:ire, oggi il « ien+iio • c:he obb iga tut• che, per esempio. non abbia a,•ut 0 auto· quindi di vcnr"t particolarment • seJnalal• li URUuhncnli::. Ma « chr tulio il J>Opolo nomo sviluppo un inciso rhe troviamo aetli .sludir-,i del peNie,o c,ociano, con ,ia eh.amato alla auerra, ,enza che ,: 11- nel ca1>itolo Mas.1:a: • 11 •uo opposto, C.uLO L&-vt Paura dello lib~r•ò, Einaudi fimp,ruione che li t,oocrà conco·di nel iìO diventi per que 11to lullu Jo &lato; ,:he ugualmente inesistente, l'anurcbica wollc- conside,a,lo un ulite c<"n'rih,1 1 0 ::,o•I• dcl,ba partccii>nre alla guerra col coq>O pl1cit8, J',mp()C)6ibiluù de.lJo S1a10, è la ediL.Orc, 1946_ un alf,o a.s?t'ro. qu•llo d~tr:n•crprela- e col san,ue, o allo filato solt1w10 con zionc .slo,ica. è naturale che le cose n,n una finzione giuriJira dì J-: ci;azione di oodr,no e~un{menle lisce. (.Jui it .)on!a- poteri o di approvazione \llehi~itaria, p h I • rei/i è condotto a un esame di gene,a coslituiscc un paratlusu e un'evidente er un voca o ar10 zion/ e d1' ceti, di partili politici e di contrudtli,;ionc ». EJlpure è ciò che acca- crisi interne e inletna::ionali: si pone di de, e si ouiene con l'• orgoniz.zuione /ton~: come inlcr/oculo,c ron pit, la P.· moderna e milhare d,:llo Sta\Où, d1e 1dcn- gura delcrmin-rto d·un pcmatore a lui t1(ica la rt'ligione delle armi. con l'idola- PuQ. esser dcGnito • nuovo :o (!:.K'llo Vo-- umanibtici. _Le esigenze, però, r In f'n 1 T11• ca,o, ma quell'ente callellico che sa•cb· ma 8l0tale e organizza in e11erci10 una cobo ario de la f,u;ua izalwna d1 Giulio ra sc1en11fica dd Migliorini più 11evara be •• U popolo italiano ·· nelle sue 11i- uu111,iadi ,ervi. • Gli idoli dello S1a10, Cappuccini e di Bruno Mig'iorini, puh- e p Ù moderna hanno 11111,re11:.o un ,.,.,. ccnrle momli e pratiche. t. qui, cctlo, dcU'e6Crcito, delle macd1ine, de11'organiz- b 1ct:uo recentemcnle dal Poravia io nit i• ge.lo rigoroso al 'opcr-a, che così è ve• è più Jocil: lrOl.lar motioi di dissenso. za%iOnf! devono coinciJere: perrhè vivano da e corretta veste tipo ,rafica? uuia Cuori 10S1anziulmente tratformata, l'er esempio. può appa,ite non cori11fn- gli dèi dello alalo, la guerra dev'essere lo certo ,coso e r.er molte ragioni, ai. ttnua per-dere tuttavia cerli vant.igg; p1..1- c:e,-te In .•uo dislin::ion- Ira parliti c('n• conlinua, non ln1crroua dalle ap5)aren1i pa• J,..a veC"clua edizioae (la prima di quo,10 lici che cr-a riuscilo ad escogitare l'aC'c ,r Jc.ssionoli di dc.sita (cattolico), di cfaue ci, totale, organinnta ci meccanira. Ui- vo,.abolario) u!ci nel 1916 ad opera dc! cimento del Cappuccini. (comwii.slal. di cenlro e dìalc.tlici (s~ sogna che dhcnti manire,to il d.11acco Cappucc ni, buon rooo&citore della linsu• In primo 1uogo occorreva temper:ire cialiJ:la e liberale.': e ancor ~no il ri- dei guerriero Jalla aucrra, che e&la di- e guidai(' da eccellenti criteri empirici e l'ccceiS,vo puri&mo e manzoni,-1110 de, p1e, ten!re il partito d'cz{one (sia pur con un venti disumauu, foori della portala tir.I da un certo gusto manzon ano d, um:rnc• deccS6ore e i111rodurre <1uanto a l'ortop..,. pn.iden::iole "/orse ") Come " ll più singolo uomo comba11cn1e, 01,era di mo- aimo purisla e fiorentineggi:rnle. Pcr le dia criteri adottati più recen.em \.nle J 1 u rfrco di c'icità ispi,alricc ", Il oo'ume è stri &imbolici e di incompren,ibili enti edizioni auccessive il Ciq>im~dni aveva J>rC• mnnuali che propugnaron o il c oi,Ì d11110 p,eceduto d 7 uno lrltera di lJenedctl• burocratici». para10 un r-icc 0 materia e di •sgiuntt, ma a~e ltoma-Ffrenze e cl,c, ,ah•o la h,r. C,occ all'au1orc: le.Itera eh:. pur avcnd• Di fronte a tale proreseo chf" &f'n&O può la sua ,comparsa le aveva lasciate i•mti- mu:a fas cista e taluni &varioni, avc,ano co,nltetc con/idenzi1/c, appare pubb!icalo avere conaidcrarc la guena solo un mcz- linatc. Cui la rami&'ia e l'editore p,, u:•• a, uto il mer.to di ricbiamair l'attenzione col con,enso dello ste.sso L,oce. zo vio cnlo per risolvere Ql..t'.:otioni, t.rc, rono di a(fidare a Druno Migliorioi la 1u. un i mpor1an te prob ema. A l'untt e •I• dcr-e alla poss.ibili1i1 di eonfercnu • tir• revisione de) dizionorio, che poi divC"one 1'a'1ra co&a il Migliorini ha dediia.o ogni bi1rati, cercare ragioni e J> angcre 1ulle un vero e proprio rifoei,,ncnto, in lui•Jbi cura. Un dizionario che voglia essero so, crudcltù? Coloro t·~e c~sì Canno • _non unni d, applicazione. prallutto una guida per- la lmgua viva dt:• p~n11an0 che non v1 pu_o e86erl\ raa1one li Cappuccini •i er• propouo un In >r 6 vo dare esatte indicazioni per la pronun• d.1 auer~•• com~ non v1 1>UÒessere ra, destinato p,-incipalmente •Ile iCUO'c. E eia e regi111rare con larghezza i neo!oi;i· &.ione d1 prc~lu~ra: che la tio!a ra11o~r naiuralmentc il iuo eoa'inuatore non p1o. imi pauati nell'ulio, uvvertendo (q1:tsto è della ~uer-ra_ e d1 non ave~ raa1one. (che. 1 ,cva proponi un fine divcno, ris)lettardo chiaro) se 1i troni di uso g1orn11:ifilif'o, i:::re e .;;:io~e, Jfic:tt ,: 00 r;u 1 e: 1 ~:)n\oc~: questi cri1cri geo a51ici e genera mcutt ~~r 1 ~c;~;:?a_o letterario nel miglior M!o.,o guerre ingiu,itc; e, d.1e le vittim e inno- Un dizionario dellr. lingua viva non può centi sono le più utili e di od.or 50avc al far poilo a troppe voci di»suetc e rari1ii- nu1rimeuto degli dèi •· La 1uer ra, anz.1, m:unen1e adoper.-.le and1e dagli scri1tod è • tanto più nccebf.aria e utile alla divi- huguaioli. E prc que~to ci renrJiamo rou, nità statale quan10 meno è gius116cabilc_ »: 10 che il Mi; iorini abbia prderito e1clJ• eua « ineùmbc, sulla m:Ui».a, d1c pur vi u g n d e dere 1an1e \Oci che pur si trovano in Jj. partcc1p•. come una 1rcmcnda Oif"U["JIÌI ... n T a cionari d,e vanno per le mani di tutti (10- EJ ecco che da tale appr-ofondimento me lo Zing3rcl i) e far pollo n moh ,,:d,ni (po68ibile 1010 • un moderno, anzi a un •tt '(J)Caboli vi•i e intr odotti dall'uso moder• contcmpl.H'aneo) del ('01JCCllo di guerra, •i seri ore no. Si capisce e.be m;inchino per C&, fil.i• 1>aai!ana111ralmente al conf'rlto e al pro,. bancare, abbombare., abbo:tinore e eimìli, blema df't1:: o. 111a~•11 "· Quc1la macsu ,.t,, e ci e,ano a!cio-zico. aùrui5ta, au1:.sta, avie. ub ungu1e Ma ,n ,u.. 1 1 1.uu1,: • z.ona no, T re, ecc. che non 60nn r-cgistrati in 1an1i ra di c1em11 pa1-1iv1tà•• « confine ,ne1ati• raven a tri dizionari; come non vi sono regi• vo di oan, vivcnle individua.cione •. ma 111trati hi inguismo, d·s/atti.1:mo, eleuro1oc- insieme • necusario nulla~ « cond.z:ono I riico, Jriggitoria, orbaco, squadrista, ccc. caotica dj ogni nascita 11 Ji uomini come J L p O N T E ecc. cbc invece trovano posto in que .. 11 di nazioni e organismi s111tali. La qual I .-.uova edizionP- del Cappuccini. JI nuovo nascitn è sempre « uno frattura clclla mu- editore però, giuslamen.e prco<"cupato d1 sa, unu riduzione dell'ombra». Ora la NELLA "lOn turbare il carattere del vocobulJrio, guerra. (s1accau1 11■,;li unmini e falla in- come era ,tato impos101 0 dal suo predc- compren&ib,lmentc 1hvin:.1), le 1randi 11· G I u N G L A •es.ore, non ba ecceduto nelle ogt1iun1e glomerazioni ci11adi11c (:.inrh'cfie inrom• di tcrnuuoloi;ic ~ 1 ,t:uali, &e~na111111cn.c prcnsib1li e poJ>Olate cli ùuon!flJW'l\'nli)- 1ecniche. I limiti po~tii,i dal <..:a11purc ni l'org11nizu11.:inne (d,s1ru11r cc d'ogni nrga- VOLUME DI 296 pagine L. 300 n,:m ,ono stali stiperai, epperò un rcr1c.. ni&mo vivente cui 11uvrapponr. la piovria difello di voci lt~• nich~ è rimafito anrhe ùivinitù), la 1ecniC'a (<'he con la div niz- ; 0 qucsrn cdiz onc e co~tituisce (1,,nc l'uni• zazionc del lavoro diventa tecnicismo -·~. À L C UN I G I UD I Z l: ~o svantaggio aosi.,nzia e di fronte aJ al. greto) 1cndflnO a • riporlare g,i uomini tri \'Otabolari più , icdti I come quc li del· alla indiffercnr.inione che precede tulli i lo Zingarel i, che con.iene anche \'oci di r.11ppor1i o, a ricreare la mu!la. AtlN\'erso "Tn•e• l lc. roerrlnoN plò 1mpor1,111e ~ c11ral1ere culturale e enr:e·opedico). talj csrreasioni 1j giu~ge al termine del •rlglnale ...e al• utclto ,bgll suu Uniti... ,1a i vantai;1i I on maucano. ,oprallUt· 1noccuo: • l....a dh•inuà L~lln ma:sl!!a e lt:Nlff 11,01:WN to in r:::ippor,o :::i.l I pratirllà didallicn d~ t1uclJ11dello Stato ('oincidono: i due ido'i diz:onar O e per 1 :icsto t'opera non man- hanno lo 1111!880 upc110: fa totaliti\. li tt'r-• "t.. fora 4.r-aii,m•l'u • Il l111g111a.glo cherà di com1uish ~i utt pubblico e una ,ore deUa ra-.~i" tù pacoluta e indi!tinta, aom .. Hoo aoa .. 11 -egrrel• d..ll'ule di H. tJOpo.ari,D. Le drt.nizio1 i dei aignHicati e il terrore dl"llu libertà gencr-3110, da par· 'lreu■, li plò , ... nde .crll1orre '""e del ,ono meno cpigra•u,nlt.t ie e qua~i ,cm• ti opposte, la ,tuY religione: lo S,ato cli ■o•ir. tempo... è~e più chiare di 1ltri d z:onari, più mi massa•· e, UAUl'TMANN nutc, più drr.->sta ,ai:ne, più r:crhe d1 Quest'ultimo LOn,.cllo nrchbe coni rad• "L'open di rr..-eo I• Ce.-o,lo.-.echl•""' efumature e precisa-:ioni J er le divcn-e ::ic, diuorio, puichè lo Stato umano rominri:1 gaà, prrlw•ddl• ln•ulolle aad, 11 .,. d,ta cezioni di uno sie: ;o te ntine. L'ordina· J>rOJ)rio dove fini~u In mnc,;a. Ma come ...waalmo dd J>Opulo Cuoo. li 1 ,rofo"do mento dei 1·gn·ficali è qccllo Etorico, o•· cspreu·one reliaiou, idolatric:a, lo S1r1() •enao di ame11lii C";hfl ,.,.. f"""" J,. 1 tuoi fiia le definizioni t roC"cdono dall ai cez11o. non può r.flsere rhe di 111.:usn. in quanto llbrrl i I■ p,ìa ali. ,e~llmo ..la11ui di u ,o 11-; più anlica e dis~11et:1,a que lo più 1no « gli uomini devono tornare ma!'!a e an- degli •plriil più llberldel ■otiro iempo". :terna e comune. E ,1tJ,:Str è un modo d1 1:~ 1 :i:s~- n~el~'!~:i~f~l~n:~~~7-i:Ìone~:! 1 ~n~•;t~: ~- D~N~:s ::~=~e c1\"cd:~ 1 r~o~~:,~,~R~t~'::~;~:r~~:c ;:;: sogno d-clla folla. o la creano, e tendono, "L'aaleo tcrillorre d'olJI ,he ■mmlrro i f'hè ad es. è da ri.<"nere. pr0Labili5aimo per obbedire all:1 loro 1101111 o. a llOppr•- 11.Tr-.en". che chi cerca la vcrt 'll1it,1 non Hrà ata10 mere ogni personalità e _ogni rclu1.ione. EIINESTJU:ilCEH. incerto sul significalo più importante e Dove è raggiunlo, non solo giurid camentc, comune del'a paro'a, '>iSla :,:vestito l>, mn ma nella realtà, una uiuaglianza d1e è "Ndl• gre 11dell 11eedlll 11 d•o11,oMeMlle, su <iuc·li or:ginari e in('no ,·onsucti e piu inrormità e una giustizia ~terna che è T,,u-en, giu 11gee noi 1n<101tu In•i,agaolo, difficili di « complc~•ione, .:.spello, abi1u- una morte comune, lo Staio divcn1n ve •• Il tuo tllle e la 111■ tona drr,m■1■1lt• dine, disposiz·onc o. Infine c•è \Jn ncllu ramente divino•· Vanno 11uindi i;compn. r..ggono• quelu■que la1>1udl11e... pcrfezionnmcnlo e uu con1r1b11to sciemifi- rendo i « luo,:;hi delle parole» {dai rr.na • MARTINLUISCUZ.."IAN (,v .... lluk•) co persona·e del Mi~liorin•. con J'intro- coli ai parlamenti). il Femo dei rapporti duzione nel diziom.ri .> di l·llli i n-.ull:111 vivi, l'arte. In c:u tura. lnfoui « le mani• ;~;~:~~::e::P:•:e:';,:.-~;::,-:.b:•~;i piu rccenli e più &icuri 1u-.;li etimi. An· ~~:::;:i~~; d~o:'a:J: ; ~~o p;::: 0 1: ;~he~ 1.0 loglue, ooo rieo1n 11 o •illlii,acunte i·he il criterio di diHinguer,• nel poragra• p)jcità e il pensiero, ma aohanlo per Ja • ioelle1101e forrm■lo della narrati•• ,i.tu • retto des1inato all'etimoloJia, la deriva• unicità dell'atione; e non rf,-ll'nzione eo- .,;i,._.,.., dcll'ultlwo .-e•len.nlo". zione popolare e la derivar.ione dona co- me libertà, ma 80hant 0 de'l'nzione come E..111uo CECCHI atituisce una utile innovazione, e un ori• passività. nc('cssitii, nalura, pc~ d'un nu• ginale contributo. E ci consente di conc 1 u- mero indiviso: j plebisciti•· E' naturale.. dere un giudizio fovorevole ,u questa ra. pcr-tbè eodcs10 Suto • non parla con pa- tica nella qua'e &i ,on 0 integrale armo- rolo. ma con volontà, come un dio 1). la niosamcn1e le qualità così diver&e e com• 11ua lingua è legge e non giù legge mora- LONG.A..NESJ & C. plementnrl di due lingui1ti, che prove- le (ch'è propria di un oria11i.imo intima- )ULANO BORGHETTO 5 ncndo da espcricnz.c quasi oppo&te si tono mente autonomo), ma ~terna (come vuo- incontrati nel comune amore per la lingua ~:n}:::1:~~:~~• &J laè t~~~=~:zacl~ell:01a i1a·ian11, e hanno orfcNo alle nuove gene- legge &ia prCACnte di continuo. in ogni razioni UD utile 11trw11ento &i la.or -o. momento delta -.ila - aè ha alcun ~oi,,0 .. . c. PJF.TRO VF:RRI · Di,co•,o sulla felicita · Milano, Muggiani, pp. 90. rii.. L. 100. Hiccl1iomo oro questo oo'ume, uscii• da circn due ntini e eh! luttaoio ti vuo– le segnolo,c pc, I& dignità del/" edizione e pe, l'intrinseco inlcreue del saggi• IJettianO. Il tc,to qui stampa'o riproduce qu:llo del 1781, il quafe a sua oolto ,apprcscnta11a un ,ijacimenlo e no'c11ofc omt,liomenlo dell"opu,,o'o u.sclt" nel 1763 r-ol titolo M,-ditat.ioni sulla fcl:ci– tà. T tma sempre nuolJo ,e.sia q11ello del– la jf'liciM indioiduale •: collelli•10, ed è certo inte,e.s.sonfe orderlo trattalo do colui che nel no,tro illu1hinisrno /u /otJc la personolilà più decisa, corag9iosa cd aptrla: uomo e .scrilt,;,e di cororler:. il conte Pielro Veni. Ultima la p,c.Jozi"' ne di t.nrtco t.manuetti. LISA PONTI - L' am,adi? magico - Mila– no. Edit. 1946. pp_ 107. illus:.ato. .Sono quattordici storie o Jaoole pre<" zia,e per /anla,ia e sctitfura. · le quali compongono un libro " quasi più indt· tltzato ai Rtandi che ai bambini .. ; co– m'è d~llo nell'introduzione e, ci sembra. non Jot 0 pc,chè i bambini prefcri.scono al leggete il senfi,si raccontare. Moti• be/ti i disegni di I:.. La/11elli che oc· compagnona a ogni par-ina la prosa dcli• Ponfi in pe,Jello accordo. FRANCOIS MAURIAC . /I mi,te,o F,o~ lenac • Rom,, A.V.E., 1947. PP. 175. ~tnzo ,aggiungete l'altezza di alite opere (come La Pharisienne. p:r c.sem~ pio) qurdo b,coc roman:o è lultarJio ,att ptcJcntoli110 dell"orlc di 1-rançois Mau– riac e anzi è una Jptcie di compendi• dei moi molioi cd :/cm:nli: c'è una /a, miglia della piccola borghe5h Jroncese, lo ,Jondq dello compagna bo,dotese cara ali injonzia deff aulott, un vwe,c pro– vinciale che so·to il suo g,igio,,: cdC lract.di: , la cti,i senza grandezze d'una ,ocittà d"incomp,esi . t quali in Jtnd• hanno paura di comprender.si : anche quando 3i ribcl!ano. persiro quor.do an:a,; no" l'e, e.ssi l'omore è u n a jrnm o.,iro~io– ne to,mr-nlosa ... dice lo slcs.sr> Mauria~ a p,oposito di Ivo I- ,ontcn ac. IL PtCN~ ALMANACCO SENESE 1947. rcda1t• da A Ido LUJini, Siena, Editrice d'a,te; u La Diana 11, pp. 240. L. 200. IL STROLIC FURLAN PAL ·47_ Udine. t<,Socic1a1Filologiche Furlane 11, 1947, pa– g,nc 80, L. 40_ l -H__,._._H~~-►-<------►-f Di imminente pubblica,ione: t STRUTTURE Rl.-iet• di .c.l••.aa ■d ■rie d■,1 C-tno.lre 1 CONSIGLIO DIRETTIVO i· C.C..MIU-A. Laero,C. O•er,1-,.L./f-.t Abboo .. ■e■lo a■aao L. 1700 S.•~lf■le L. 7SO r +,+,+-,-+-,-<~+ ·no Bian

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