Fiera letteraria - Anno II - n. 5 - 30 gennaio 1947

FJERA LETTERAlllA Versi d'amore per una ragazza timida A utopresentazione Sono nato ;i Pote,n ... ,. in Lucania. 211 anni fn, ma i c:ipelli pn::111aturamente briz– ~olati e certi fC2ni sul , o.lo mi portauo avanti negli mmi, sul'a trentina e fon:;o più :,U, i\la anche questo non mi d:spi:ice come non m'è iliFpiaciuta fino ad oggi la lotta con il ten,po e lo avvc~iti1, E pro prio il 1cm1>o e le a,,vcrsi.à mj hanno orferto una curi••tm ir-rc<1uictezza che 1111:1 •oha mi lasciò "ntrure nc!le vifne per il (Discg110 di Scordfo) 11nccheggio, 1>0i nel'e 1,cuole da ,..1uder,1,• limidissimo. nei più no:i compi fportivi. d'ltara da at 1 <'tn, rello aule de l'Univf'r-. aitù a Va'~e Giulia come al'ievo arc!ùcl• to. nei negozi romani come eomm~sso- 0Heren10 dì lutiJ 0 per :icnrpe e di co· a per uffici, negli nudi:ori radiofonie.i a can– rnre parodie e a reri1:1r scenel"e, nella re– dazione di un <?UOIidi:1110 romano come giornalista e anc"rn neli'Univers:tà di Ro– ma come s1ude111" in Belle Lettere E tulio questo non perrl1è io nmi ecceES:vnmcm~ le esperienze, a11zi non cred-. a tal {i:O· nero di referenze: avrei prcferi1 0 estere soltanto un atlc1a, 0 un nrch !cito. o un commesso, o soltanto un giornali~la, Ma, disgrazia1amcn1e, In colpa è del tempo, ques1 0 terribile P~wrrnrio de'la m·a ge• ncrazione. Jn1on10 ho preso tulio sul EP.– rio ne 11 o mia vitr. <1ues10 gioco parlato a! rennine con sci =età. Da pochissimi an· ni vivo a Roma, r-olo, in una camera mo-1 bil.ota, e ho vif:lc ::i qu::nto può giungere 1a mia insoddisfozione, ho vis10 che i o: J>Oeli laureati» 11 1ioi u111i1·i,i « mae'-lri » (Crwti11ua;;io11e, vedi rwm. precedente) \ soldati dentro le 1cnde r;:,rali. uar– Javono alllHt11ten1c di 1u.; u:icivcno da quelle rirn1e, s1:enzi, clc8crizìoni; fin:ilmen· te i. popolo o,•evn un 1er.1rQ. Fu ea1>nrc Pi li di di•,n,ggcre il deser– to. che m11i non si pv:,. Solo unn fnntasiu che si nlz:.1 1.'0me un uccello distrnllo ·,er~o il ciclo può gareg– giare con il 1!c:eer10, n l.:110 cnmm:nargli come un e"o'n'lo 11ll'altro in pari.;I "• fìUI 1>et10 le ,._.,onne di cnm1}ane 1 1i 1i11t11111_nt1. G,1 ;.Itri repnrli, come noi in rapo o. u 1ma:1iare nO!!lt:dgiu :.onnacch,o~u: noi. ,JC• ,1i, a store attenli a Pilli. Anzi fu n 11ucs10 punto du.:, nnclw 11 nome di tulli g.li a'tri. quale 1cedico di man comio nvvcrtii 11Hìcial111e:11cil /òlignor maµ:g ore del a puzzin di Pi li. ma il ..,. j,jnor m::gi:riorc vngo Ò ndla ri~1>0~:a, e roi1 ht vi fu in«i:itcnzu. r-ispo~" con ·.. r1- 1ozionc che <JUC In era la vita mili1:11c \l ~i dO\C\:l ubl,id re. * Pilli aveva un lc:is co puro, In Mra !!iln– la~si anche t•ra buon:1, urn le pnro',:. le con~ucte p:1ro e uscivano c!:i'la ma bocca precise. armonioec, eleganti, inch-iw:. An• che, :'nz.i. piÌI rhe il t'e irio lo rns1>nge\,a a 11arlarc più cs:ic 111·orrr, :1110 rapide a. di– re 1>rcci,amcn1e ciò che 1·gli vo c,n. Quando poi ricordn, a il pa.s•alo, i mo• menti dcl'a ella viw. C'-1-C c~primevano ap. pun,o <1u,,11·c-:u10 e brl",c :ijHIZo che e',-. tra il trugil'o e il comico; ed in più c~– sc ave, :rnù sopra un ll'llue velo di :cnc· rczza per lui stesso. Pi li. che le dire,·:1 cd era il protngonieta, ••, nnrr ...ndo, nih:i. vn l'attenzione così in abbandono com'era, un pul1 no rhe ride ~u di ~è con un:i ,a. go malinrooiu. . . Mo erano <111eHi i buoni mo111en11 1 11 Pi li, che vi,evan 0 tra un l'pitod,? i" l'.1!- 1ro come acqua ccle:.lc; e che c1 fnrorir) fìnchè ci ru :dia Sc;,ione un gr:ido supe– r.ore al ~uo. Però nel )l'~"iro, eia nei hun: ni che nei momenti 1;a 1 1iv1, non i,i 1r::d1 mai. O~ni urfì1·ialf' a,·e,:i tlll nttcndenh•, Gli t11tl"otlen1i di i,o'ito i-0110 fodeli ai loro ur• fìc ali. Quanto p:o. un .::attendenl_e si mosi:-av~ orrczionnlo ul 1>roprio urfìcrnle, tanto p1u Pi'li 8i abbuiava rontro di lui, poichè Pilli ,olrvn che tutt; i foldat1 gu:irè.:a<.H'fll lui si rivolgc'-hCru a lui. e 1>crchè 1e111evn eh~ l'ullendente in\iemi" con l'uffìcia!c .,:'i conwlotto«scro contro. Pi'li avc,·a dunque in Eospctto gli at- li'r~i~;;tt. fre<iuenlis«imamcnte aveva nella bocca le frasi: - per il bene che ti ,·o• glio. {';Hif:simo, mio c~ro. :ic.i per me rn– me un frorel'o -, frn81 che rnca.:travu net discorco e che se qualche ,·o·ta erano Eme• morntamentc vronunc:a1c. di solito rem– bravano fresche, nate JJroprio in ~nel mo mi"nrn rlie le pronunciava. An7.1. (lHCelC .-;ue fra3i: - 1>er il bene che ti vc,glio, cce cli G l A N O OME N [CO G I A G N I (Vincitore del nostro Il Concorso perma.nente) ..iringono poche somme a 611 di m~ e mi son deciso od .mirare in un altro gio• co: rumorista in una compagnia cinema– tografica di doppio _ti;io. Apro porte, rom– Po bicchieri. sorfio nell'ar<1ua, faccio duelli da solo. 6Dl 10" 0 seclio, e so1mnu1- Oro al tuo cuore c.sau.sto v, offro i miei 1·assi alle ombre silen– ziose, ombre di d, nne, di uomiui, di cu valli, cli b:1mbini. Un lavoro come uu altro, equivoco come gli ahri, giustificatf) quanto gli nitri, quan– lo le ruie 1>0esie, quanto i miei amori. <1uandosotto l'erta Ne ,errò fuori s11Itanto quando riusl.'irò a ,rs1inguere un p-·orn 0 dn'l'o'tro e l'ir– requie1ezz.a tornerà nd essere più saggia, meno filosofica di quella di un:1 volta, <1uando passavo pct uo er1/a,u. terriblc. c. o. c. che dà alla compagna BAR GELATERIA TRATTORIA TRE SCALINI t'IAZZA NAVO'\A, 28-SZ Telefo110 SSS6i aggiunsi l'ultimo ge.sto delle no.sire -e,afc lra.scor.se lente con la luna d'agosto. $enti spiegare le foglie. T'accompagna nc/l(l'I sera la mia voce; le tu: doglie mansuete, la tua timidezza mi scendooo susli occhi. Ora potre$li p,ivarli di me, delle mie parole dimenticate, far$e il bianco $Ot~ del tuo cielo riporterà a le, Ira i pioppi, le impo.s.sibifi grida del ragazzo. _ Il mio giomo l'ho .segnalo .sul muro, il duro e$ilio è compiuto, intorno il vento ha un $ibilo, dal ponte, A nclie la bcllez.zo li $fiorisce lentamente, a mc s'allunga il giorno ai tuoi piedi. V cdi, i miei ginocchi arrossati hanno un riposo [ LODOLI] CLICffE:S TIIIOOWIE · BICROMI( Prl1PMSTH.1011HAU FOTOLITO S[WIOII POOffSET dalla piazza d'armi il nano del circo con la fronte illuminala offre la mano ai tuoi .sogni, volteggiano le dita Sdraiata a/fendi il morso, li manca il sole sulle ciglia, IV Il[ ROMAJII VIA OCU'Ol!/028 TELff. 52385 tra gli urli, 03ni riua mi muore dolcemcnl..:. rdenD: hai da me se n'on la noia. Dalla tua terrazza le luci tenere .si mutano, .sta.sera hai /a $cic.fo la nera .stagione, ancora una !)olla Sulle dita si po.sono le mandorle; orto/iorito, mia speranza in cui la luce ha un soffio . Anche la terra è tiepida. E' u.scita: e dalla valle una nube aprirà i luot pen'1eri. Quc.ste noW le ho vi,le mori,e una alla volta con il tuo lamento di befua . siler.zio.so, le fruii ore .sono .sgu.sciall! fuori dal mio ,onno. Ogni sera come una spo.sa mi chiedi V 1_:• caduto ottob,e sulle vigne acerbe e tu non ,ai deciderli, morderesti LA IUSSEGNA MUSICALE direua da Guido M. GA1'11 la data della mia morie, potevo un tem,po lta$cinarli con me, ora non b,uta. I miti anni con la tu 1 insofferenza. /·le spialo in un attimo quei gesti del tuo cuore, hai le nofli a1ifale; $Olio il braccio nascondo i rimorsi, le amale cose, il verde pal!ore come m'appare impouibHe stasera M. MllA - A..:oll■r• I■ mu,ic■ F. D'AMICO. \erdi in nlouo <t E' il .sangue ne( tuoi Of:chi, se avanza l'aulunn• fu sai dove cercarmi, inu:ilmenle, come cerco qutndo muovi il piede stanco alla danza I Anche dalla .1la.c1or,: fumiga un vapore nclb cafl,.. .!r"r..ra i dolci mtJretli. C. CRAZIOSl. L■ 1eenie■ dell'i111erpre1a– ~i1.1ne mu,lc■le A. llfA1','Tf:l,I.I • L■ pool•lon■ di Str•• wi,iolcy nella n,u.,c■ moJcrn■ un albtro diverso lungo il l)iale, là dove na$ce fon,! alfulla. nella stanza, te aspetti po,1r1ai i( rossore del volto alla partenza. il giorno, fra la Città del S:in:o e i miei faggi 11. C, CAVAllf:NI - Tre ren,ui P•I"'• co• nli di l'iueui Ho indugialo pe, tutta la vita dinan=i a poche cose, r:c/ mio pac1c ogni lUono ha un indizio, nelfo concu VI VITA Mt.:SICALE - NOTIZIE K INFOK– M AZIONI - HECt.!\SlONI FUA LH Il I VISTE fra gli o,ti anche il Ba.sento cOOO$Ce la tua voce, porli la luce nei capelli. Dolce amica dalle spalle di gelo anche per te offro scon/illo f/n numero holo10 I,. ISO Abbon"m""'" I,. S00 lo '1.!sferò mulo quando salirà il rumore la fronte bruciala. Vivrò in città silenzio,-:, solo, senza lo sguardo d, chi allello i ricordi, dei tuoi pa.ssi legali alle mie l)Oglie amare. Dom1i con mc, aperta come l'alba, sai ,i.svegliarli Ili quella l)occ giunse nel mio tardo tramonto. La rriovine::.za ho piegalo il tuo spento dc$iderio di felicità. Uiru"-"'111 Via J'o SI> l in Uo,11■ LA GUERRA DI LIBIA Quando l':1111111•ni:.1rn1orc nnd:ivn a Tri• poli ('On uno di noi. lui, sempre, poichè ero ricco, anziano, e geni ile, a,•c, n lllU· cere di offrire il prµnz.o. A Pii i non l'or– frrse pcrehè crn tropp 0 infosdtl 10. Pagò so'.tonto i su 0 pr:111zo. Allora Pilli fece porlarc dal cameriere nnche il suo conto. - ormai vclegp: u, ano per l'acc:.111q,:11nen. tO. Era frequentissimo ud re un folduo, un contullino della rampogr.:i di Huri rhl! ri,olgcndo-.i a un a tro: - tir.O.i, mio t'l'l– r0 - e 1'3 lro, conl3dino di Anj!hi!lri. rhc inizia\ n a ri5postn: - per il ho!nc rhe ti .,.oglio, - Na111ralmen1e quc-.li modi 11c. t'tlllcvano !0111:ini tlallc orccd1ic di Pilli. Un dopopranzo Pilli si n\'\d1;inò II In 1111:1 1encla dove su la porto fie 11,, ...tl<\a 11 m,,1 a1tendcnte. il (llla e :ii alzò ,•edcndo Pii. li avvicinurglisi. Pilli cr:1 in uoo di quelle ore di calma, nve, 1 a il , ohu d.,-IC"o ,·omc ,prnndo ,111., hn dormito i-erenamcntc. Alz(, il dito vcr"o il vo 1 to del mio ttt– tenden1e. dondo 1 ando'o in "c-gno di vaga minaeria, come manifo'.-,(az'.onr di uo C<"rlO l..roncil'>, e cominc ò. dop 0 qualthc &ccon• do: - per il bene che ti voglio .. - e rcce dir.i 1rnn1ini di ..o.,pcn,;ion<'. rim.v,,., ,·ome sull'orlo di una bi:mr:i nuvola, Fin <1ui f!ra In .,;o\1a frn~c ormui not:1, di,•cnula ,orabolari 0 dei no•lri rnh!a:i .. M:i Pi li. <1uasi nve,.,c una picco·a i1h•olo11ta– ria fo'ici1à. n~g un~c: ... 11011 ti ,,og'io pi1'1 bene. - E 5orri8e, rhi~«l1 '-r sn rl1 h11 " per quale ahra immagine d1c sli •·rn nr,· pnr ..a. e se ne andò. 11 mio attcnd..:nte subito andò da .:'tri ,oldati (<"erano in ~1,c1·e :ilcuni nre1,,1i che ormai ripc1e,•a110 o mera, lg'io le frn'-i di Pilli) e dk,e lo bre,c :,lr1•na flln Pii i .., quel clic g'i ovev:i detto: -· Per il bene ehc ti vo~lio. non ti vo~lio più brne - . 1 a quale fr:ise Eembrò ad akuni be.lissi- 111:1, e.,.sendo ia'i ~oldati nuod. gus onJo per In pr,ma volta il piac-er,- del a Ji;,io. ne, (cd e'ì:icndo ~,lii rwl •le~crlo). c. ripe– uuala pr ma akune ,,ohe frn loro t'pera– ron0 di farne un:1 gemma. di di\Nliri::i r.n1 riuella, e do1>0 poco qucsl:i nuova fra~c cor"C a11e;,i:ramentc le 1cnde, che era i:era, i so'dati in riposo. il caldo ,compar~o I" sostitui10 da ar,n primaverile. e i ~olda· ti <.Ono i più grandi bambini che cSi~tono. * Nel Eilenzio 1,omcridiano ,orpre~i Pilli a ~crivere una lettera a sua ma,lre, "cri• ,·c,,n in un angolino della 1enda di medie-a. ·,ione. Me la le~se. Descriw·vu in <1w•lla le11cra lui bambino sperduto in un ,!e– serto. contorn:Jlo da mo~d10 e da !corpioni, so~peso tra la penuria, \,, inµ~nrihili. m~– lattie. J'obbandono. ma innanz.nullo vi cli– ce,a il senso dello épt•rduto. de 1 bambino solo in fondo a un abiSEo. Mi avvicinai menire mi legg:evn e vidi allora le righe del 1 a l,;1tera. la sua oolit~ ca:ligrafia chiara, er! inollre, oosa che 1111 Raccontu di MARZO TOBINO prnrurò 1111 ceri<' elupore. le sot1ol"nc:11ure. P I i (Jmlndo ,;cr1vcvn su ,·ose ili 1,en i,io ,11110inen,a. per dare ali,, pnroic maiz• j,:ior ri,uho, quelle più importonli. Poi. r1 C(,!,;endo. sotlolinca\a ancora <lcllc nuo,(' p:1rolc, che erano anch'c,~e importanti, e ri cggcndo ne so11olineava nnco• rn delle altre, ng:j,:iunp:('nd 0 una sccon<ln linea. più mare:lla, alle 50110 inca1c in precedt•nza. In u 1i1110nno S<'ri110 di Pii• li era c·ompo,10 d:1 f)t1ro'r. tutrn s01.oli11ca· 10 poichè. oi euoi ocd1i. tulle g'i erano ... embr:uc imporianli, anzi <<11npor1.in1i-.:ii– mc ». come era soli1 0 d re lui che u<.a\a reizolarmenic i ~upcrlati, i e , 'illjlCr'-UJ)er• l:i1ivi come I.o paro'.::i « innutlito », \nche la lettera :il n madre er,1 sollo• li11CJU1e mentre me In Jcg~e,·a ne a~1?,iun• gev:1 anc,:,ra. r pre~lo o{:.ni 1>aro 1 :i nvrebbe av1110, ,;;otto. ln su:1 ri~a; e cosi free sul– rindirizzo, 0 !--OIIOI ncò il nome di sua nrndrl'. che ceno era i1111)or1n111c. e il co• gnome, e la ,,in e il numero: la cit1Ì1 poi i so11oline:iture ne ebbe diverse. r.nl' hè f'OI Ja1>is ros-,o e b'eu, li11>ische tra scm• 1>re in ui,o, in'i.Clllc .:ii 1imbri, sul rn,o– lo di Pi li. ='folla pJrte po:-Tcriore cle'ln busta Pi li 1,1."ris,e il 6uo grado, nome e cognome, il 1ccapi10, e poi subito vi ~tarnpÒ il I mbro. che diceva ca::11tamcntc ciò che :nc,n :,cri!· 10 /a mano. Ma ooirhè la stampa del tim• bro si ero un pò fbocronccl ntn èa una p:irtc a cnu"a di una 1>:ega della bu;;;tn, 1->i li rip:ombò con un'a'trn stnmpntura, rhc que,;ta ,oh:1 :indò meglio, e la gu:irdò sod– di~fotto. Al'or11 11i:111ca, :i il franrobollo. Pi li aprì il ca~'-ctto del 1avo 1 i110 e mi– $1· ruori dhcrec lettere che :1-.c,•n r:ccvu• to nei giorni 1>as<.:1ti.Le mi:ie sul lav,)– lo. cd c~aminò di ciascuna il rrunl.'obol'o u,a1o che avèv:1110 eull.a busta. Ne ece'-.c uno dm era poco macc11iato dal timbro 1>0 ..1n'c. lo inumidì, pazientò, av,•irinò il ,,i"o sudato al francobollo (il ,•ioo jn <p1el momento e~primeva quello di un pnie1!- 1e uom 0 colpito ingiu,1amcn1e e di conii• 11110 dalla ne<1uiziu}. Lo ti;taccò, Aggiun'-C allrn gomma al francobollo Elaccalo, che non ne ove,•n più. Lo n1>pi<'cicò a'la nuo• va buqa. che ora era comp'e1a. Sosp'rò. non si 6a se per aver finito un pa1.ien1e la,oro. 0 percbè of[ it10 da un d:spiocere. e mi di!tSC: - non è « inaudiin xi la vita che focci:imo? si dice dei forzn1i! e no;? non sinm 0 sani? - e mi guurdavn come « un fratello». Si produsse l'avvenimento in:ispc11ato. Pilli diventò Comandante. Il maggiore ricevcue un 1elcgr:unm11 eh,. lo 1rm,rcr vn. La Sezione ru rudun:itn JH'Tl'lw il co11rnn– d.1utc par1i,•:1. Un uomo clebo!c :ii cmo7,'ona; il ma.;· t,liorc ruppe dnlln bol.'cn delle parole. Un altro fn11 0 inuspellato ru che il mug· giore. il qua'c a,·cva pili volle <'Onvcnuto ~u'lo !:=quilibrio morale o in1ollc11i,•o di Pilli. si rivo Ee o lui e d:l\':Jnli n tutti lo ringraziò, gli ern gra10, gli lasciava In Sc- z. onc. che eSli la guidn'-tt·. ecr. Tu11i, so'dati, 6ot1'ufficiali. uffici:1li e il mede~imo Pilli. ascoltnvnno. I m.1gi:,iorc pani. Pdli ~a'i i;;ul trono. con le natiche inu• sitalc. Sedendosi gli luce1r:1va 111110 il vol– to. Il cu111criere lo porlÒ e nttcse. Pilli sia• va par endo. non al'cennò :1 ,•oler pngore s11bi10. I camcricr~ i.i allontunò per allri ~,·rvizi. B. tornò per forsi pngHc, vi~IO che i due :.i :u"cmgc,:1110 :1 pnr111e. Pii i dis• te: ma ti ho giì, ç.ag :110! e, ri,•o'gcu– closi all'a111mini:i1n1tore - r"eri nnche tu. hn1 visto, tu 1, 1 puol dire, Il cameriere non nspcttò nè l:1 tc•l1111011.:111z11 de l'nmmini• Slratorc. nè a tre parole di Pilli, ri•po• 'ie bubito d1c )I) p1•gni1be,pcrd1è 11011 a'a· \CVa. E alzò subilo lu voce, Pilli diventò u11 gioco icrc Ji e reo. Si co111orse. Ois– se: tlò1.e:iri~!--imo, Guarda cume ci ha crc,luto! Quu111'è. i\la i;ual'da come ci ha creduto! - E ride,u run nffet10 verso il vo IO. (\cl r :imcrit.re . E paglJ. ft hbenr i:.o• spiri gli u<.cirono ins.emc col ~c,rnro_ Usciti dalla trnt1oria decisero che era tempo di ritornare nell'oo~i che era di– &ltlnlc da Trirfl i. Pil'i, qua'e comand:mlc, andò in«icmc Per la Elrnda Pilli parlava. l':1111mini- :1l cnpilan 0 di ;1mmini10trnz.io11ua Tripoli strn:ore no pl'rchè cm infa,;tid:10 ili es· a prendere un mi'ionc per il Reparto. C'o- !-<'re ill',iemc a un uomo come Pii i. rn e(llne :-empre il so'e. l due par1irono Come 1•« o, unque 1) si r..rmò, erano nel• con l'c( ovunque». Ambedur nervosi come l'onsi di Sormau Juvnnli alle 1cnJc de''a !e mo~che de'b Libia. Pilli nervoso di Sezione. cd ,·ra noi.e. Fuori di una Een– luci de ira111i, l':1111111i11i~1r:11ore p r euere I ne la tulli tlormivnno. vie no a Pilli. . L'amminislrutorc f>Ì nv,,iò ulln filHt tcn. Hio1:co~~cro a Tripoli c1uc-,in :iomma, la da. Pilli lo rc1111ò di(cndo: - senti. ca- J~\eed'::!!i 1 ~ 1 ~d~~:!:ra~~-c~~~;; 11 ~ 01 ;:c 1 :!~f~:: ri ..1,imo, il dcn:ir 0 lo debbo t<nere io, col sole africano g:1rcggiò l'a11h,i1i, uuto• Sono il comnndunlf.:, Sono Com.mLtmte e matica dc In sua mente. C:unminò per Tri. ~~~p~~ 1 ~~~~ \c,:~\~òd~ 1 ;e~cc,:~:n~~l:~nli e dio- l)Oli con l'amminit1rn1orc clic aveva un ruilionr nelle rnsc-hc. i\'cgli occhi di Pii i L':1111111ini-1rn1orcdubitò. irato, poi gli d:inz:,v: 1110 miriadi di m Ilo lire. dette il pacco dei dcn:1ri e la cassa del· I fogli dn mille che a\'evano loro dato l'ammin n1rnzionc do,•e erano rimnste po• cruno nuo, i. 6lampa1i e-on c~a11czza, sem• che migliai:1 di lire. Pilli por1ò tullo nel. br:1\:1110 fogli di !-Ollile m('ta'lo. l:1 sua 1rndu. Pilli c:1mminò un poro ,•ieino 11I m'lio- Svegliò l'actam 1,:imcnto e dopo un pò ne. poi di!S'" all'nmminislrntore. con In vi furo110, dav11111ie dietro lu Ella tenda, go'a secca, ehe - si, carissimo, il coman- due scntinc'le. L:1 fill3 tcndu. eh u..a, tr:1- danic sono io, e, c:irissimo devo io t.encrn sparivn d:-ii 1cli luce pcrchè dentro ern ;J l~'~.,',',",,', 0 . · · .,ratorc,,o,, cl,l,e d',f',colta' 0 illuminata. Poi il lume si spense. Dopo un - , 11 1 ,ì1 si riune'-c. Compan•c fuori Pilli e dis-- gli pa!!isÒ i pacchi da mi'le. Pilli, con una ée al'e bCntincl!c di o<'co1111n1g1111rlo :dia tempestn leggera e veloce di immagini. tenda dcll'un 11 11i11i..,1r:11ore. 1\rrivntt) alla camminò per la cillà con ,;i, c:arib-.imo ienda dc'l'ammini..,tratore che stava addor• - un milione di fpgli da mi'le. mcnt:mdosi. Pi'.li r:,pri e Ji1-sc: - per- Ma poichè 60rEero anche le iuun:•~ini donami, cari:;simo. Tu hai rngionc, per il che se li perdeva, lo rubavano, respon~a- bene che ti \Oglio., Si, t-i, "i. llai ragione, bilità. processo, accu"e senza :ivcrli ruba- ti ciò I.i paro!n d'l)nore che ho torio, Te li, prim:i resistette. poi disse al'.'ammini• lo metto per jc,crillo. l:.lni rag:oni". li <lc– stratore cho - era lui il re&ponsubde, chi n:iro lo devi tenere tu. La cassa è 1uu, 1,· nm 1 •'.!~.,;,",,;,:',~,,",.,-.!,1,adtconracro,. 1 , ,•• cl, •l·, J,·,·,·••~· l'ho por1at:1 Hai !e !-iClllin,.111'. 1'1 f:n;m- - , " e u no la guurd.ia. Bai ragione carissimo. Tu 6C. lo ~ai. i::ci per mc conio un fratello. Andarono a tavo!o. Pilli nccennò più Ritornò alla sua tcnd11. vohc ol denaro C'he c'ero nelle tai::che de~- l'amministrntore. 11otecaGino Bianco

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