Fiera letteraria - Anno II - n. 5 - 30 gennaio 1947

sulla poesia La J>rOJJOsi;,.ionc çon la quale Giacinto S1>ugnolc11i inizia la premessa allu sua pon· dcroe-a AmologiC1 della Poesia ittilimw cnr,. 1emporut1ca (2 voi!., 946 pagine: Va!lec– ,,hi, Firenze, )946) non persuade e ries,..,e inaspettala: « OHriro un lavoro antù'ugi• co compcndir.uivo dello sviluppo del a Poe– aia ita ianu dag'i inizi del secolo ad oggi, •rnza ruu•hiarc di cadere o nella vona ri– petizione di eimili im1>rese o, peggio, in una interpretazione esdusivamen_1c perso– nale - che uon interesserebbe il lcuor~ '-C non a t:tolo di curio&ilù - deLlo svi'uppu medesin1u, c;nuno l'U quanto :sia clirfi_cil_c e impc~nativo ». Proprio a questa J,rfi. colti! " 11 t1ucs1 0 im1>cgno uspc1tava1111> Spa– gnf\lc11i. Scopo di un'antologia come la 5m1 non può essere <1uel'o di <•e.ompendiare in pa• gine imperiose e di ddini1iva istanza tut– to quanlo t.) slalo prodo110, in <1uai1ì1 P. direzione ramas1ica, da'la poesia con1cm– poranca, da Pusculi ui noslri giorni u; tic· ve hcric;i essue quell 0 di 1>r~entarcenc un'interpretazione che si differenzi dalle ,l'.lre .. l'isuhi persuasiva. [n tal moJo ri• schia di disin1cressare il lettore o d'intc– ressarlf'I • J)uro titolo rii curiosi1ù? Trri111ediabilmcntc 1 nulla più pereona'e, in scd,. crit!ea, di un'antologia di leltt:· ralura contemporanea. l\fa nu'la più di un'antologia simile, 1nm:hè abbia fonrla– mento uitico, tiene sempre conto di circo– •lanze e tendenze non attribuibili al Eìolo, giudizio, ul 11o'll ~u~to dell'an1ologi~ll\, co– mun,1ue ques1i le valu1i, eia cho le accetti ,ia clrn le res1>inga. E d11lla buona o cat– tiva osserv:mza di <1ueste condiz·oni ogni lavoro antologico conquista un adeguato arado di s1orici1à. In cusn contrario non a,·r<·mmo più uu 'anto ·ogia e dovremmo conlenlorei di un centone anonimo, Qui tla il rischio del lavoro. Il critìt:.o di l~t– leroiuro con1emporanea liene mo'to del icronisla, ,Jell'o-,!lenotorc, di!( - rnmmenla• 1orc, ma quando mette mono II un'anto'o• aia vuol farla dn slorico e mira a riordi· bare, a sistemare la stcs~n materio sulla qu8e hn esercitato la propria indagine giorno per giorno. Ciò quund'nnche si li– miti più a Joc111nen1are che a garantire. E a misurn che l'« inLerpreiazione est:'u– eìvamcnto personale» dell'antolngista si Slargo e aHermu in un signifiralo non cir– c.otieritto ol 1 u sua persona, l'anto'ogista si dii a riconoscere come l'efprcssinne, l'c~po– nen1e di un gu&lo e di un giudiT--io non lmicamen1e suoi. Ogni vcrn ontologiro è il ri1rn110, lo spcrchio de'l'11n1ologis10, Mo in ogni vero antologista s'1den1ificn il ritrailo, lo specchio di un de1crminato momcruo. gruppo ... In Spagnoleui? Cronolopicamente l'A,uolosia ,,a dal Po, ,coli (nato nel 1855) al Di@:ongiari (nn10 ~cl 1914) e comprende circo mezzo seco o di poesia. J) conti II logici e Jelerm,nativi » 1i divide in <1ua11ro periodi. Nel primo, Pasco.i e D'Annunzio {Car• duce.i è dato per sollinleso) « vogliono si• gnificare un'ercdi1à romantica in senso la– to D, in quanlo determinò « la nuova dire- 1ione dei 6Cntimento 11oe1ico», cui, do1>0 la parcniesi del a poesia « n;1polctana »· del Di Giacomo ed: Gae1a, tonno stlgui.o il ,le– èadt>ntismo di Roccataglia1a, il crcpusco• larism 0 di Gozzano e Corazzini, infine la Giac./.1i e Michcls1acJ1er, « cou i quali il residuo do'fe risoluziooi dannunziane e pasco iane tocca ancora il rundo di una •j,ta p~elic~ i,ntatta e si ripo!'a in nuovti de1ermrnaz1om J). Nel secondo, sollo il « segno della ri· voha e de l'avventuru )> e diclro l'esem– pio dei Futurìslit 6'a hneano i Vociani con P:m ni, l'a az7.f'll•~ni.Govoui: poi ,i:e~uono la in(1uictudine filosofica di Mario Novaro, la intuarilJ le u·islezza di Sbarbaro, la solu– sione metaf.6ica di C. Rèboru, la certezza ruorale e soc1ule di que la di Jahit>r. Nel terzo si assisle alla e, ncce~saria ri– vcndicoz one dei dirirti scgreli della po('- 1i11» e gli « uomini nuovi Campan:t, Car• dare li, Ungarelli. Mo111ue, non vi ra11- prcsenlano solamente delle 1endenze P"C· tiche, più O meno acc,•11abili f.U un pianv d1 1>nf:tica ma re.i izzano, (>Crsona men:r.. i contcnut 1 i di un'alta eFpericnza morale identificali 1·011 i termini del lavoro JlOt:· ticll », a!tc~o che l( c1ucHo 1,avoro itcopr~ un piano fondamentnle di rapporti frro l',o e il mondu, secondo un'ideale vila interio– re sc:olliatn criticament'! ,,. Ad essi si 141!· giun;;on 0 l'esi~cnz;J mistica di Onofri, la meditazione au10b1ogr:1fic:1 di Saba, la pro– duzione di Fallacara Ouri'c Grant!e, 1 'a7.io– ne morale <li Oelocd1i verso una poe~:a d"amore e di c:uorr, il vo.rio clnssiciii:mo di Vigolo, Pavo:ini, Solmi. Nel <]Uar10 comincia a difpiegarc.Ì'-i da– vanti og·i orchi 1 0 « sviluppo totale di un:1 integrazione ucli'Assolnto dcli.i paro'a pae• tica risvegliala alla sua originaria tcm1one gnoscu cgica », grazie a 'J'op~ra dei più p.iovani: Quasimodo, Sini~i;a\li, Ber1o!uc, ri. PPm•:i. Gatto. D(> Lil,cro, Pa!'ronc-hi. R. Rèboro, Sereni, Caproni, Oigongiari; cui son da nswciare Frar:1ssi. Ghitclli, C::1r dilc, « tre giovani poe1i morii in J! 0 0v:.. nissima età,,, che lo Spag11olc1ti ho prrf, ri10 isolare in un'appo!'it:i appendice « per. c:hè il !cuore meglio si rcnd.i eo1110di ,.,, IQf'l va'ore autonomo e individuale». <(UMi c:he detto va!ore non fosse risrontrahih:, più o meno, anche negli a!iri. Jn q11an10 al cri1erio principalf! J,, 1/a sc:eha, resla did1 :1ra1amcn1e ,,ue'/o di tt ('reare nella men1e del le11ore dur i1111,1:1 gin i concomitunli: l'una del l::avoro 6in~olo del poela, l'altra del rammino c"m1>ll!e~iv 0 della noslrn poesi:.1 dagli ini?:i del 8cco'o ntl oggi,._ Ma le due immagini. quali ri- 1ult:mo dall'insieme dello csemplificuziooc 1 FIEl{A LEl"l'EIIARIA E DISPARERI italiana contemporanea non liOllo eoncomitanti. Per realizzar .. j com– lJiutamentc avrebbero anuo bisogno di una larghezza di esemJ)i e di raffronti più oggc11iva, piìi storica di quella consenliia a.lo Spagno'cui dall'in1erprciazione appns– sion;ta del 6in111hane0 i;volgcrsi dell'intero lavoro. Al!a muggiore serratczza df'i punti di contallo e di passaggio avrebbe corri· sposto la maggiore cvidenzn di <1uelli di t·ontraiito e tli divario. Sp11gnolc1ti dice clrn suo « ~olo intento ru <1uello di dimostrare, per simboli e 1,rr figure, il l:1voro lici con1empor:111ei >): scn, za r,rcoc, upar~i se 1• altri 1101rnn:1o ripcr• correre, arwhc con mezzi di indagine di• unu dei pu:1ti dcbo i dc.!l. 1 sceha: rhe mentre nei primi gruppi, queJi d.1 noi pili dis1anziati, dirada e isola gli au1ori come in 1111 rigoroso bilancio i-,t,orico (pur bCnza che vi risuhi110 giue1ificatc alcune esclusioni), negli ul!imi, p,Ù :i ridosso, li affol.a invece e quasi li confonde in uo!l -.orla di accogliente 'e rnt1avia spc:oso er– ronea: f'fr, Dc Libero; épc~ 30 arbitraria: dr. Luzi) rassegna cronnch si ica. E' come se. col me1ro, mutasse il criterio. E pro– voca un contras10, uno s<1uilihrio. per evi– tare il quale l'alllore, giacchè il t1·commi– no» della poesia con1cmporanc11 mo~tra d'averlo ripercorso a ritroso rirnlenJo da- I dilegni vincif.ori del nollro Il Concorso AMl:.RIGO <..AllBA, Teota versa, la medesima materia e cavanie un I gli ultimi 6eguaci ai primi campioni, nuov 0 ra1•con10. esatto. como!l"to, .sc,·ero ». a\ll·ebbc ()ovulo imporèi uguale r.serbo o Per sìmbo i e per figure. l\fo, originale e:nuela e distanza sia co11 gli uni sia con che s·a, la concomitanza delll! due imma· gli a'.tri. Diversamente gli tArebbe CLnve– gini è riscorurubile anche nello svol!!imen- 11u10 l,r.111urs1 o la parte pill r,·c ne, 1u,– to di ogni singo' 0 poe1a ... E mentre per tavia aumcn1andola e complc1andola, t.enza <1uclli 1 a cui opera è già conclue:t l'e.!'em· timore d"incorrcre in ul.eriori ecce si, E' p'iricaz:one può cotl\lergcre sul punto 1>iù appunto la parie ne, a quale 6i ritrova im• a to e r,assuntivo, per que li !..'l cui 1)pera peg11a1i- ,s.mo , pcrchè, a difrcrenza che nel• è ancora aperta Jcvc Jimitursi a un periodo le istanze panico ari del sentimerto poe– ristrctt0 e rimune sempre come in 60Speso, tico (◄ cosi come si era definito alle 60glb suscettibile di arnp iamenti e mutamenti. delt'immedia10 dopoguerra ·e pe:11c uatosi lnfotti: « A mano a mano che mi Maccavu ne le esperienze l.riche succcss ve», non vi dagli unni più 1ont:ini t' abbandonavo le a\'\lcrle più « un che di i:ideciso me.disi• figure i;ià stnbilite e {e opere g:iì compiu- camcn1e » e nemmeno, « in tcrm.ni 5en3i• 1e - per di pila molti poeti sono morii, bili», l'apertura <ead un provv 1 orio, altri hanno smesso di par ani da un pezzo quanto vano si~tcma psieo!ogico di pa teci– - mi trovavo dinanzi un compito 11ill duro 1}a1,;one )>. Talchè, forato lo sperso:e del di idem ficazione e di sccha ... ». Come c:a• nebbioso linguaggio, s'intende t··he in fondo varse·a? è la parte a maggior gloria de·:a <1uale Spag 110Je11i conressa d'essere ricorso a un mira a s1abilire la trafila, il tirocinio poe• criterio <tagonistico»: ha guardato in foc- tico del sollintes 0 Carducci, dal P.tscoli e ,:ia i più giovani e ha lasciato il posio ai da. D'Annunzio in poi, più coraggiosi. e, Se non (:tOsso loro con• Ma Carducci Pascoli D'AnnUn7iO sonC' le 1·cdere un simbo'o crreuuale, almeno ri• :... u time e pii, notevoli nrn:iifcs:az o 1i » del– mane que·lo, astratto, ma al.rc1tan10 im- l'011ocento oppure le prime del Nove ·cn· pcgna1ivo, de la giovinezza». Nul1a di mc- to? Tu111 e ire ne la stcs:aa mi u·a? Cia– no imprevedibile in un giovane della for· sruno ne la propria ime:en ? Noi, t a rnazione e dc.la lendenza (almeno fino i. essi e gli autori successivi, non un d,~tac o, ieri) piullosto crme1istica di Spagnole:ti. ma un trapasso, upo svolgimento, indi- 11L'a11cnzione è andata s1>ccia 1 mcn1e al'.a chiamo. E solo in appre~so, per gradi, e,i par:e 1>iÙ viva de la poc~i:1 giovane; ci;;.sa addiverrà a un au.CJ11ico mutamcn10. ci afferrava con le sue domande, con il Qu:11110 Carducci non rierhegg·a ancora in suo rervore soli1ario e indocile». E ehi i.a I C:unpnna e, diversurncn.e, in Cecrarc!o? f'ht' non dipendano da <1uesto p rticolnre I Quanto Pasco!i in Iletocchi? Qu:11110D'An- 11a.tcnzione 1> 1 c in:;iustiz c. le trascuratag- nunzio in molti, senza starli a citar tuni? giui, le dimenticanze, nelle quali ii in· Una storin (e <tniOlli anche tl!!..'tn.• bgi:i) corso. dcl'a nostra poesia rcalmcn:e c;.n c-i1pora- 1\lb << interpretazione dei vari climi 1,>0c. 11ea (e che di quest'u 1:ma voles~,~ il us ra, tici così come si vennero determinando)}, re gli i::piri1i e 'e Corme) a:idrcbhc coni Il· Jai De(.'adenti ag·i Errue1ici, occorreva una ciata dopo i Crcpusco!ari. Carducci Pa– rlocumcntazionc più minuia, p:ù di rusa. scoli D'Annunzio non dv\'rebbcro figurarvi Soprallutto più cocrcn.c. hwcce, nelln in momenti e con nccenti già ripresi d;1i ,cc ta ~ia degli autori sia dei componitucn- Crc1rnscofuri, bensì con <Juanlo dc'.·a loro ti J'aucnz:011c can1bia d'intemi1i1. O forse produzione risultn vivo n noi cl'og:;1. DJve .:i •1·:unbiare, d,1llc u'1imc alle i1n1ue parli, c'è flunu:izione, c'è <·Onlinui1à. E anche se ;. addirittura l'1111cnzione. di Carducci Pascoli D'Annumio non in C· rcssava documcnrnre che gl'influs~i e i ri1·hi:1rni nei confronti di <talcune espcricn• zt.:poc1ichc più recenti», mostrand1.ne co1- cre1izza1i in esempi i «dai irnpondcra• bili u, sempre :uwhe uu 1ale as u:ito s1- rcbbe Etato prder.Lilc esemp'ific·r 1 o me– dian1c la lor 0 prvduzionc per noi più « con- 1empor:1nea )). Allrimcnti mcg'io d 1r'i tut• ti per so11in1csi: come i poe i dei seco'i antcr:ori, quantmHJUC assai operosi, da Pc· 1rarco a Leopardi. Oei quarnnla<JtWllro autori prc:l!Scclti: quindi<'i sono già morii e nove di ,,ues.i rornian,, il pr:mo gruppo. r residui ven• inovc sono davvero tulli vivi? E lul!i me• ri1cvoli di figurare in una prosr.elliva pili o meno storica com'è sempre, o come do– \'l'''bb'csfere, ne l',111enzionc. quella di 11n'an10logia, giì1 Epcrimentala e asi;odata e pacifica oppure ipo1e1ica e fluuuantc ·e di• ~1·u1i1Jile die risu 1i? Rispondere o q·1cs1c rlomancle, e non so'o per i p li a-iuhi o per gli anziani, significa entrare nel mar– gine di probabili1:ì ch'è l'inra1110 e il pe· riglio e, da ultimo, il meri o, il prrgio di ogni lavoro onto'ogico. 1\1:i con Spa• gnolcni, al rii;uardo, si urla subito conLro Bi neo JI problema delle origini de 1 1n poesi:1 nuova andavn affron1a10 « llCr cerc:re di spiegare in maniera <tirella la forza di al• 1ri indiscutibili richiami», essendo « !1ue– s1i infolli che imcressano la no•trn atten• ,dono». SJ)agnole1ti lascia invece che il di• 3 scorso cada diret1nmen1c oui testi Del la- 11iù nngosciosa dalle cos1rizioni sociali o voro poetico contemporaneo (fin~ :al '42: dai ,•incoli 1uateria.i, e dall'altro canto si data d'arrt!~to deli•:.mtolog a) egli uon vuol è rafforzato il umore. di rimanere eeclusì d:m.:i che unu esemplificazione per <• sim- dalla « profonda umanità comune», dalla boli» e u ligure J) •. i.\1:1 simbo i e figure natura. gli si confondono e di cguano a mano a Sappin i! poeta cal:1rsi nc!ln « diffusa muuv clic i'inoltra e s'.111rat1ie1h: fra i più e informe es1c1icità doll'esistcuzo indivi– gio,•t111i, non uneora ben definiti nè ben tlua e e sociale d'ogni miuuto. principio dcfinil,ili. Troppo ::oggcllivo per a•J>'.rarc e fondamcn10 dell'opera destinata a du• ad essere oggc'lh•o, non lo è abh:,sianza r:ire, 1>oco o 11101! 0 che s111, nt•Jl°animo p.-r distinguer:oi e raccomandarsi come tn- del lenoro o nel corso ciel a s1oria ». Sap•· ,•. E la scclt:1 di qu:mmtaquaurc, poeti in Jl.a, uel « rnmifìcar:,i dell"cspreb.One uni– S"'o ,t,,.,.:zo fìccolo è 1roppo numerofa per- ,•crsa.e spont:mca, auravt.:r-so i pinni 11iù chè po~.1 ri-u.1arl! ,cr::111cn1e .w ~ec.li, ,1 e d:vn,i, fino a la 11:1:,ci1adella Lr1ca più 1rop1>0 Clligua perchC Eia oggclliva, e aboraln, dt:I.-immagine 1>iù densa di si- lnoltrc, meni re nel periodo po:,tcardur• gnificati ... , ritrO\'are la necessnr.a ai monia eiano-crcpuecolarc lo Spagnoictti si iro,•n con se stesso e cvn gli uomini». .1d 11,cr prcecc to sohauto Pascoli, D'An- Senza voler eottrarsi nl suo dcslino di uunzio, Di Giacomo, Gae1a. Hoccatog.iata, 110111.,, "nzi cercando d'idcndfic.1rvilli senza Gozzano, Corazzini, la Gi11coni (un:1 sco- an11ie111arsi. qu:1lche poctn a Ili fornlilà perla ormai vecchio) e il non 111 en 0 noto dc 111 disgreguz.10110 ìia g.à saputo opporre 1\lichc St:IC!,ltcr, scance lando e eoPJ>rimcndo « il 'senso di timile e di misura corma– Un:i buona metà dei Poeti d'oggi di Pn- 1ur:i10 alla no~tr:1 Tradizione» o hu ma• pini e Panca-azi, ecco che ncg1i ultim, gari trullo vantaggio da:la « ;; !et.SU diffi– gruppi <11111:.i non ra che ri11etere l'elenco co!tìa del formarsi, nelln nos1ra Leuera· dei Lirici ,wovi· di Anccsc·hi, .1:p ngendo'.o LUra degli ultimi cent'anni, di una CO· fin.o a le ~Sll'Cllie propa~gini_ con. P?rron_-1 scieu~a curorcu e 1uo<1ern.1 ». . . t·h1, n. Hebora, Caprou1, 8,gong art, piu Clu 11011 s. rrngura che la 1l0cs1a « 1or111 i tre dell'npJlendice; e da principio lo in• I ad es:i_e_re,come 1-empre ru nel e sue ~po– ;.;-roMaco;.. Fa 1ut·uru e Barile. Si diver:oifi• che J)lll ahe, una voce 1111iversol01enlc ca, è vero, nella scelta dei 6:ngoli compo• fraterna?» « Mu non è dalo a noi, 1100 nimenti. l'Ifa torna opponuno osservare è dato al pOCIU di ritrovare d1 pulllo in che avrebbe follo OJ}era pili legi11ima e bianco <1ucs1a fra1erni1à, perchè ciò non fru11uosa, 6C non llÌ fotsc !asciato in1ral· è soltanto il compito del poeta, e del filo· e.are dallo ~crupolo Ullsurdo di so11rar-,i, sofo. e del J)Olit.eo, ma del u buona vo– in un lavoro dol genere, all'Ln~opprimi- lo111à, della fede e della SJ>ernnza d"ogni bile e comunque necessaria <tinteipretuzio- uom,, e d'ogni giorno in ogni cam110 del– ne esclusi,•amente personale». Es~a re.5to la I.i vita », so'a da cui, magari a costo d'incluth:e al• Giu111a l"Europn, OSbia la cfri°tà stessa, 1ri nomi, 1w1esse derivare g mia roeren• ulla 1ragica alternnliva di v,lu o di morie zo, nonchè una più esattn escm1>lificazione della situaxiom, d"og~i. il poeta (e.be non di <1uel!e che sono siate, fino at '42, !e ri• sia incosciente e non rinunzi alla propria suhanze critiche di un Bo di un l\'lat·ri, dign,tà d'uomo) non può a meno d'ebsero di un Luzi, di un Gallo, di' un Digongiuri: 1 'espr~ssio~~ (nè accademicamente forma– tutti suoi sodali. le, ue .-.JHrilUamen,e rassegnala) di tanta Oggi l'uria (se non già il panorama) del• «~risi». l' n!igliori l'av\'crtirono e 1~- 'a nostra poesia eo111cmporaneu accenna a .stunomarono hn dal suo pr,mo deternn· movimenti e i.viluppi che, aHcrmanclo~i. n~rsi; l~oeti pur diversi, quali Val~ry non 111a1H'herunno di operare qua.che apcr- ~d~e E.101. Ungare111, foron 0 . pronti .e tura anche ne'le posizioni critiche pili er- rnd1penclcnll nel darle voce, c.beuno ,rn meliche. E lo riconosce con frandiezza lo suo me1ro. E quel a voce non cessa d e– stesso Spagnoleui (cfr. Ancora ,m r,mw, 1• chcggrnre. A lri, più giovani, l'hanno rac• t.ioi.smo poct'co? nel galatinese Amico e colla e l_a 11rolunga110_ e: la trnsforman~• Nuovo del dicembre 1946), mentre llo op• s~condo ti lr~3formars1 .stcs~o. de.Ja « cr~• pone (in [..,ibcrn voce di Leere: 31 dicem- SI», che dall Cllbere !a C\ cr1s1 d1 una Cl· bre 19-16) che 111110 qunnlo t( è successo vihà » è passata ad essere lu numifcstazio- dop0 il '42 ha coniato mo'to per certi spi· ne di una « civiltà di crisi». {Crr. L. ri1i che, pri,•i di equ librio, h;nno crcdu· Anccsc~1i: RauP.s~,a '!'ltal~a, .sellembre to di dover risponder'e in modo di,crso e 1946;Fiert1 leuerana, 26 d,cembre 1946). .1rbi1rario al lor 0 demone poc,ico. Pochi ENRICO FALQUJ hunno resistito (qui Bo indica in Unga– retti « l'esempio più alto») all'onfa a del– le sol ecitaz.oni diverse» e 11011vorrcbbr quasi aggiungere, ianto 1,d •Jar ovvio, chl· "sono i mi~I 01i. i poeti che rJnno la sh>– ria e non 1 0 subiscono così grossolana– mente)). Addio si.:dalismo? Resia da accerl11re se quei tali èpiriti ab– biano o no realmcme rispu .. 1 0 in modo contm;o e a,b;,m o •' propr;o demo- Premio Vende1nmia 194·7 ne poetiro e se pertanto abbiano o no gros– so'anamente subito la s1oria. Noi (ron la scorta di alcuni 1es1i che del resto non han• no 1ropp 0 da spartire con la cosiddeua c1 le1ter:uura de la resis1enza » cui nella II Comitato promotore del <tPremio Vendemmia 1,, tenuto conto del vivo suc– cesi-o riporJalo da questo 'nel primi) anno e dell'interesse susci1a10 sin neg i ambien- maggioranza sono posteriori) eonfe(fìinmo di li. letterari che Ira il pubb:ieo, ha deciso u imcntare qunic-:ic fiducia che non tullo d1 m~ntenere nella sua forn!a aut~non~o, si risolvcrÌI in un vuno vento ,1 1 paro'e. sem~ 1r1cu,Q_ e nugl ora10 nell o_rgamzzazio- Anche per Sergio So'mi. del resio. (dr. I ne ti Premio _st~so. . . . il bollet1ino 4.5 del 'Vnione culturnle 10_ l1 nostro g1ornu e pubbl1chero m uno rinese: lug io 1946), dipende dal raia'e prr>- dei pr?&Smi nume/i i rego!amen_to del trarsi della efièucia ncg i uomini se i mi• u ~ren~10 Vendem~1a l> 19.47,. uonche i, no• gliori si son trovali indotti 8 stimare la m1 dea componenh la Giuri.a letteraria • poesia come u 'n soluz.ione di un proble- ut.:I \..om1tu,u Uq;t1n1zzùtOrt::. ma personale, un:i via segreta e OJ>partata per ritrovare, ciascuno per proprio conto, 1'umani1ù comune>). E in delta S1ima. ol– tre a lu r:igiouo del codfic'ente ermetismo inclim:nabile nella condizione di ardua « confidenza » del ,'odierna poesia, va ri• scontrala anche la ragione è.el sacrifìc•o di <eque l'o'meno po!cn~.iole capacità di par– tecipazione 'Il naturalmenlc imita nell'arte dei pe<criodi di magna c:vi'1à e for70.rnmen• te manc ..Olc dei (< piani essenziali )) su cui potr,.- svi'uppar~i. O~fl:i che il ser1i•11fn o rt'ligioso, la spiri1ualità <-Omune, l'huma– nitas minacciano <li dar !'uhimo rro''o. Pc"r contro (1·ome sempre durante i rcg·mi 10- talitari, 11vversi ad ogni ronquista indi– v:duale di inleriorità e di libertà), da un ranto non 'hn fallo che inp;randir~i e im· porsi IB coscienza del:a solirndine, resa Nella Collnna di. saftgi direttn dn GIOVANNI MACCHIA 1<1•0 u.cltl ID fJ.UHII glorDI: WALTER PATER IL RINASCIMENTO GIOVANNI MACCll!A BA UDELAJRE E LA POETICA DELLA MALINCONIA * E. EDIZIONI E. * GUSTAVO FLAUBERT, nel 125° .ann~ versario det.la sua llaldla è ~!ato comme– morato /a Mosca dat:a As.socia:ione Ruua per IP. rela:z.011i cutwral, co11 1'listero. Il PrP..~U/e11le del.a socie;à, Keme11ov, l1a lol• ,.olineuto nel .suo d.:.corso ia pupoLi.rdà r:he il grande scriuore francese gode tut– tortl i11 lfossia dovt! quu5i un mi.ivne di. cup:e dei lUO.Ì. lavori sono state pubbli• c11:e nelle varie li11sue dell'Unio11e Sovie• tica, Alla riunione ha par a:o a11cl1e l~am• basciatore di Fnncia II Mo.sca. gcn. Geor– fle3 l.:alroux. * "FOR EVER AMBER" {Per Sempre, Amb<'r) il famo.,o rnmaw.u dell'(lmeri.c~na Kathleen Wi,isor che :ia avu:o uno :,tre• pitolo 5uccesso è st:.to oggetto dì 1111a JJe• tiz.une nel /Urusr .dw.sr :11 per la .,1,a prc• te.su "osceu .. :t/4 ". IL casu sarà d.scu.sso da– variii al.a C,,rie Superiorp di I.Jo5:on in ba.se c:l a lrgge lulla cemura dei ubri. in visore in -1uetlo Stato cfol 1945. II, roman– zo li,, 1 ornito la trama di u,1 grandioso /ifm che jJ in corso (~ rea,:zzaz.ione u llol– ,ywood. * QUEL CHE DIO CONGIUNSE, il libro di Vittore Frigerio, già uscito in e,di.– :io11e italiana e tedesca. sta ora per vedere la 111cc i,i c,/iz.ione i11gle.se . Il Frigcrio no• r 0 scritture del Cat1to11 Tici,w, vinse an-– che,. net 1930, il premio Sc/ri.ler. * "Il, PREMIO DEI ROMANISTI", in• tito 'ato a Fmuto Stmleri11i, etlilore della Strenna. clte .si avvia oramai al suo ot– wvo m1110 di vita, verri, bandito i-1 21 t1prile 1941. Il wcmio ,J: Nre 50.000 sarà corri.~pos10 il 21 aprije )9 1 '8 rr'la mig.'iore opcrn di caratt,e,re storico sull'Ouoceut 0 ,o. IIHlJIO. * JL CONCORSO NAZIONALE DRAM– MATICO INDETfO DALLA PRESIDEN– ZA DEL CONSIGLIO E' repcx.arme11t.• scadut.o, al'a me::(1110tte del IO gerurnio 8. SCJEN'l'JFJCJIE 8. I. l'l'ALIANE I. \./ ~~~~:','i't/J;; ~~rc~:.:o;~o ~~~::::,~,~;' :..._•••= nuu.ico, indetto da/1(1 Presi,le11:ft dc/. Con• . 5e11tat1, clic sono COll/fJfoSSJIIOr//Cll'e 50-1. Galleria Umberto 1 83 · Napoli . 1 51g'w (Serv 1 :,:o Teatro) I cu1uo111 pre- i:.,,.)(>:><>,···•,<><><:: ...·./·:· . ~ r~:::'.'~n:1;,::"~;,c,~i· 'i~~-

RkJQdWJsaXNoZXIy