Fiera Letteraria - Anno II - n. 4 - 23 gennaio 1947

B FIERA LE'l""3RAR!A 7 Pagina milanese Un momento di crisi f'or!:e M:lnn 0 orn, quanto a vita [CIIC· Tarin, 1:<·on1n1>il1 dì 1>rima dc:la guerra I, 1rna condizione di nodo fenovinrio e com• mCTCne: ci 15i ,iene, si rimane e ma~:1- ri. presto O inrdi, si riparte. Ma non 1·i si forma: in,cndo dire l'l,c, dei forcst,eri. <1uo1Hlo vengono. ognuno porta c1ucl'o di•· ha. g.i1 prodo11 0 0 ancora l111111r11;nninnto nel cervello e nella !lcnsihi 1i1à, ma LJen raramente si nbbnndona a respirare I"''" raccogliere i1111rnlsi, J>Cr lui nuovi, ù.ul ,clima r. dnlln cs11cricnzn comm1e. E chi vi è nato, 0 da molio ci vive. tii è nbituato ormai, nel'u foragginc, 111'1 convulso moto della vil:t, u os:.ervnrc " a cnutomentc esprimere, poi, mo"to (io(lo ~:~,~~~ d~llr::,~;.~t~i :u~ unc~1!: 0 •;1~-r~;: ~r: 1~'. rnico. più per confidenzu e informaz:011.-. che per consiglio. Le simpmie 1c,ipro• t:::he - e molte ce ne i.ono - und1c se nascono nel mondo della lellcr. turn, "i i;viluppano cd infine poEuno a ronc.lo su rDJ>porii di ordine p ù vaslr, e 1·01111>·cs· 1,i\'o per cui è dilficil.-. c uooificurne il frullo in un'opera 1m1Ì1ctli:11µ e t·oncrP. rn. Ognuno questo, g à l'ho dello, lu pro• duce cauiamcnlc in se, quasi timoroso d11• a JHtr!ornc 1roppu - e 1>ri111a - il tu– multo se la porti via. Un ambie11tc, insomma, non esiste. cn– me terreno di cohura, l>Crd1è nrnncnno le condizioni che lo pos•ano garanlirc, Milano auirn, per le pos!lihili1à di g1uul:1. ~no che offre: ma appunto questo inten– to. inconsape\'o'e, spinge g 1 i inronlri 11d av\ 'en.re , se mai, sul piun 0 esplicito d.::l• le cose fini1c, a mcrcanziu esposi.i; im• 1,edisce l:1 più importante solidarietà del, la e nborazionc, jl Eegr1~10 aiulo del cnn– s:glio inavvert,to, il reciproco ni>t>oggio. Una volta. a meno csistev::i un locu'e ove tutti, letterati ed artisli, foce\'ano lo loro <'tpa,i,rn: il e<Sa vini», in Ca lcria (quc'.– lu d, llngarclli, ancoro COJlcna, <la cui, se uno si smarrivo con lo €{;Uar1lo )ungo .i vc1ri, un certo diacci 0 ch:arorc davvero filtravo'. Era bc'.lo, d'estate, pronorre la fera in quel luogo; misto di salollò e ,li ~i::izz::i, e per <1uesto t;;i sopportnvuno le eh act'hine e i pettegolezzi. E poi, se qua che ve::o grosso era uppcn:i giunlo, isuhito puntava li, sicuro di trovarvi ~en– .tc che poteva interess::irgli. Al loca'e in• 1cswrono nnche un premio leuerario, fcr• ntalo da'.la guerra (quello successivo, or– r,anizzuto dal <<Lombardo» ol « lloC('llC• <io -o, •1 è arre!òltato, pare, u!la prima pro• va. Quanto :i celebrità, si è trasferi;o S11• ba :i Milano, :i.i primi ;nebbioni dello scorso im•crno: ma in pochi lo abb:amo segu,10. dopo il primo saluto, in cer1i -cafTeur.ci quusi periferici, do,•c, durame l:1 stagione calda, i p::idroni servono in ,n:rniche di camicia). Ora la guerra ha messo giù il « Savi– ni »: i frequenlalori più so 1 iti, 6pecie J!li .artisti, si sono ritratti, :i grupp,, in loro gusci, situati vicino a siamper:e di gior• '11al. o :id Acc::idemie d'arte, Gruppi tua– gari ,onori, verso ,:ui gli altri nou i:.an- 110 decidersi fra la cord:alità e la dirfi. denza. Se ci si accorge - e 1::ilvo 1 ta EC ne 1•nr• la insieme - di quest::i dispersione, e ,~– gamcr-,te ci -si propoEe di reagire, di for. mare un nucleo, si è moS8i anche dall:1 nos•a·gia - e <!lHISÌ da !"invidia - 1,cr ahr, siti. dove ci sono Caffè e trattori" celebri come luoghi di con\'egno, nomi che corrono sulle labbra. M::i .s:i Ìll\'iJin anche del 'altro, proprio quel senso d1 ca'ma, di la\'oro cosciente e r pornlo rh,, ,a·i indizi di una viia più mc1odira dc In noslrn eEprimono. Città dove s, rHISt'e ,. ti cresce e in cui. ,,uando ci si :1rriva, ci Ei ferma a assorbire il s::ipore (e denlro d, qucl 1 o. l'::inima) delle cose. FirP.n1c per esempio. Dove si f'ampano rivis!e che clu– rano; che si pubblicano per anni: di va- I. LA MACCHIA SUL MURO p ,-·11AJ\N1 e anni, da <1mmdo abito in rio genere e di vario intento, accndemi. che e llCrfin 0 quasi sperimenta i; che pcr• mettono e ngevo ano la formazione di un linguagg o e di uno sp,ri10 comune Lu 11rnncnnz11 di vere rivislc lr.ttr.rar,;::: questo è, da tempo, il sintomo e l'efre1to più grave <lcl'.::i sihiazionc t.·omplessi, a ili Milano nello cu'1ura italiarrn. Ora anche <•Costume » sembra definitivamen'c SC· pota e 11 Politernico » esce a strappi (Nei 1i1oli stessi, l'una su un J>iano morale, l'uhrn t.u un pano più largumenlc in· rorma1i,•o. cercavano una <esoc·e.i'1 1>v:ì1 d1e presumerla). Resiste la e:.: RasFegne1 »; e ciò ~ s i;niiicativo. in quanto essa i: dc– libcrn10111('11te rivista non d1 gruppo, nè <li tendenza, nè, qu ntli, di forma1.ionc; bensì di incomro, Va ori già ricono,wiu. li. firme note 1•iÙ o meno. E, se non si fontlono. invece di incoi11rarsi ,i JtOn• trano: come i treni, per tvr:1;·•·•~ ;1J'a ni– zinle mernforn ferroviaria. rcr,.~•u,110 ma• i;uri al <1Congresso delle ! t!l:t.!.-o e ddl•i Arti u 6Vohos, al :i 1, Bergo.m1:11 » nel 111:ig• gi 0 scorso; così vivace e, m t't:l'lo ~•·IJ•u, .ru.:oncludentc ai fini di 111:,1 111~10111;, " non lìO o di un apporto, cli idee. Luogo di incontro - e di scontro, ~e va male (cerli giovedì, da Bompinui) -: forse l\·lilano è sempre s1a1a così. Per ciò il suo compito, se non il suo impegno, i: s1a10 più <teuropeo» che nos:rnno. Con– rlucnza di ncquc umorosc e d ver~c, t he proprio per l'inrlusso scompaginuntc de loro molo dcriv:mte da punti' cardinali e da nlti1udini distn111i, rifiutano d 1 depo. :!!iinrsi in densità su un fondo unico Fu cui ::ilcggi un unico cl.mn . Fuori di (';Ò. unn ncn•oM prov.ncia: si pensi ni riln• g i dcll'ollocento. E le sue scritture più vive sono stalc di genere, un t;encre SO· ~peso fra l'crc.tnzionc fau1as1ica e la 11i- 1o1ez.:1.a, vivific::11r: da qun'cosa di elcurico, in una rap.dn distensione senza riposo. Una aspirazione in cui si ac<p1etn, mn non si ri~olvc, In noslr::i contcmpluzione incerta fr::i l'osservazione del mondo e l'omore di una difficile memor'a che non si completano in una ne11ura!e fc icità. G10suE' BoNFANTI Il "Premio Diomira,, J L « Premio Oiom,ra » anno 1947 cli lire 50 mila per un disegno di giovane 1r1i– s1a non ::ifTcrmato è stato assegnato a Lu– ciano Miori di Milano. Sono srnti ritenuli meritevoli di segnalazione Fr.inco Fran. cesc ed Ernesto Trcccani di Mil::1110 Trcn• lo Longarelli di Treviglio (llergau;o). l}. na mostra con 60 discgui sceh, lro i 1737 in\'iati dai 316 concorrenti d'ogni porle Ji llal.a è stata ::ipcrla oggi alla Cnlforia del Naviglio a Mi.ano. * EMIL LUDWIC, "Il Frcudi da 'strapaz- :o " come è s1a1 0 clctssi/icat 0 da w1 rri– tico amel'icauo. è stato re.~p:nto eia alme• rio una du::i,1a di editori nmerica11i l~',,u• tore ha ollora deciso di a/fidare i su~i /uvo– ri ad editori europei. L11rlwig vive 111 Svi::cra. S; racco11ta it1 proposito u11 guslO• so ef)i-3011:o.Pochi giorni dopo che cg 'i a• vcva comvletazo il suo ronu111:n, il 1111ovn " Otello ", avverti che i lavoratori nel :s110giardino st.av ~110imta'./ml(lo ,m t111ovo 1mrrivc1to d, tll(lrlll(> it1torr10 (I UIHl va.(C(I, Egli gridò loro: "Percl,è 11110 nuovo? Il vecchio purapctlo cr" abbnst<mza lmo110 ". Di rimando il capo squ:1dra ri.~posc: " Po– trei dire ·lo st_esso del vostro nuovo " O· te/lo". FOGLI ormai da,•anli che una parc1c grigio e pu. lirn; sohon1 0 le 1rouu1 ne d<'i eorci in mezzo a'le travature del soffit10 mi /:1· ucranno la 6peranza che la ,•cecilia ca– sa sia viva, e che come osni CMa v ,,n :1 quc~la vecchia c::i~a, ho "cclulo 6Ui muro delle !ìfa·e untt gramlc macch n gial• 1::i, dai rontorni sinuosi. Ho dc.lo J('. 0 a 1 /a. ma molle screziature, dovute a'l'umidi– tà e a 1 0 i:crepolame1110 dell'intonaco, 'a vari:l\'ano o{?ni giorno, vi tci:ina,•:mo den– tro nuovi profil. um:ini e bestiali, estrosi e bei lehirin1i. Ern èavanti a•·::i m=a jJ(lr• poco a !l0CO 6i corromp:1, si consumi. ta, ma cominciavo a ,·cdcrltt dal ha~"O del e Prnle; mi Pl'rnhrav, un poecagg:o. Il, UN ALLOGGfO NEL MELO DR AM'MA 111 ritrailo o un mazzo di rose; era t•na inocchia dccorat,va corruzione sul volto O AVAN~In'lc scc~9gn:fir. . del~'~11.-.ra jn dcl'a ca!ln, o della ca'! 1 il ,,0 1 10 s1c:;so. musica, a <1ue1 fontlnli dip n'j che 1 1ualc dfiora\'a dallo !tiralo di cnlcina EO• raffigur:mo case, torri, palau:i, pad1E:lto• vr::ippos1o'e dagli ineur::ir.1i ptu!roni. n,. loggia1i, non so m:ii rc.,is1cre alln r:m- Sovenlc dalle ,;ue lince, da'le sue 11n• la!oiia <l'.mmaginarmi soli<li e veri g 1 i cdi. •e cava\'O il pronoElirn de'la J!iorna!n 0 fici. csil'lenti nello spazio, :ibi111h.Ji. D1e. il senso delJ11 su:1 conclus:onc. Col 1empo 1ro la tela e 'a cnrla mi cosiruiseo i1, men• piovoso il suo colore era ricco e denso, le i possib,li inlcrni, da un baJn..,ne 1•r• l)roprio come oue Jo d'•1n fiore; col 1cm• nctro 111 unn nordica sian:r.o di Norim!Jcr• llO a,ido, qu::indo il sole incombeva tu'• !?" con una grande stufa di porcelfuna nd– la città. Crll mia rnact'r!a J>Olvcrult>n'n, l'ungo'o, in un'anticamera di Siviglia. ~ITla rovina ,li !ò:lagi<'nato dcf'oro. Pcn~avn tuua frf'sca di fiori, in un mczz:mino Ji +e la sua lebbra dovesse ,·ia "·a propa- Le Htivre, da fUi si vcdon,, i corJn1:1i o g::i1isi n tulio I c.!ific10, ~ciogl crio in una le alberawre del porlo, Tanrn m'immcr, polvere im11a·1lab'"e e gialke1rn, come g 0 in <1uesta finzione, che la mu:iira l'a~– ·n'csce dai caS!'etli <lei mobili torlnii, qu:111. ea su <li me senza intacf'arrni " che le do si aprono dopo mo'ti :rnni e vi Fi 1ro- voci dei cantanli scivo~ano impuncme111e va un ral!µrinz lo guanlfl di pelle, un na• 60i>rn i miei nervi. Arrivo persino a co· S1rino di €eta. struirmi interi ::ipparrnmc11ti dietro qurl• Ogg; har111o roperto di calcina fresca ìa la sottile foccinia dipinta, e a vestire i -min hclla macchia ml r!mro: nnn pa'e1- JH111ni di\'Crsi del p:1dron di co-a, ,·on 1a lia ~pi:1n:1t0 i ri'ie\'i, ha disteso una abi1udini ogni volla in101rnlc al per.o• -pas1a j?r:11111!0~:i Hl quello "11on1:1ne 0 f'a. ru1ggio, ,ia esso un borghc-,c di Norim– pola\'orn. Torrwndl) a ,.e~a non mi vedr() bcrga, un popolano di Sivigl.:i, uno 6pC- o eca ino Bianco Il • pittore La ~fla Ira tonoli:smo e " colore puro ", tra il ricco impasto e la campi/uro monocio. ma è anco,a violento e andrà forse faccndos/ 0itì aspra r<Cç/janni a venire: e' è nei g,Vlvani l'impulso e il desiderio d'abbandonare il la• ci/e luminismo poslimp,cssinnisla, di ,ivaluta re il colore per il co&,re, la forma per la Jo, rna, seguendo le nuove strade dischiu.le da oiù d'un trentennio ofio pittura; e, per con· lro, anche dagli artisti più prossimi a1' ve,bi o/lrerr.onlani, è in allo uno ,eazhne di frcnle all'uso del col·rc piatto delle /orme .,I lizzafe ed arbi/rari<rmenfc diswciale che spesso }an– no del quadro un ornalo, della tela u13'in~e– gna, del ,ibalfo un cartellone; e un bisogno nuovo di riassaporare la prezi'osità dcll'impa sfo, della penombra chiaroscurale. In siffatta atmosfera di contrapposte tcn• denze, ch''Oggi agitano le acque della pillura lombarda, s'innesta l'arte d'un Cassinari, il più dotato /orse dei giovani milanesi e certo i/ 0itì srnsibi/r.. V e,.,o qual: Tnetr. !cn,le ( :fl.,– iin!lriÌ dove s'ancora e a chi si riallaccia 1d sua arie? J.Jiù doolce, meno robusto di Mnr folli, più memo,t: delle antiche aure italiche, e meno influenzalo di allli suoi compagni, da modi plcouiani, il giovane artista ci svela un '11ard.,.esscnzfolmenle lon--le, - ma d'un fo. nalismo anti•impre,sionislico e sotto certi a (, talune fra le mi,,zliori figure, possiamo notare un evidente squilibrio nelf' articolazione delle masse cromatiche; squilibrio ch'è da riferire a un'insuJ/lcenle compiutezza stilistica, pc, cui alcuni settori del dipinto rcsullano lavo– rali e studiati con minor cura con meno om• pio ,espiro di altri, sicchè ne deriva quel sen– so d'incompiuto e di vacuo che non dovrebbe mai pales:mi. E così ad esempio ci par d'av– vc,/ire nei numerosi paesi emiliani elle <...as• sina,i ha dipinto la scorso es/aie, una J"irza erulliva non suJ/lcenlemenle arginala - qua• si getto di lava esploro e non ,attenuto entro le v~secre della /erra - che invece sarà op– portuno venga contenuta e levigala, in manie– ra da '>llcncrc l' esaflo ,appo,Joo di forma-e~ lor e che si esige nel!' inlcrprela:.ione d'un pac,aggio. t.d è appunto in codesto inquadrare il co– lore enlro ITTgini coscienlcmenle prestabili(/ - che sieno falsariga e cornice al dilagare della marca cromatica - che spes,o la pit– tura dei nostri giovani mostra pro}ondc facu, ne specie a chi la contrapponga a quelfai di /on/i coetanei d'ollr'afpe. In siffollo sludio di semplificazione della /orma e di cliiari/lcazio– ne e distillazione della materia pi/lorica do– vranno cimentarsi le /01:.e delle nuove gcne– rrzioni, cd è quc~la, anche per Ca.oimui, lo via giusta da segui,e; via che s'a,tico/a con la corrente, - nnn ancor esauslo se pur me~ tamo,fosala - del piltnrirismo lombnrd'>, che pur s'è già Jaflo par/ecipe del verbo pari– gino, libcrurdosi così da( ciarpame dcli' m~ sfralivo e del conlenufislico. I:..• tullavia fon– damento/e che Cassinari non si lasci al/ella• re da cerio SO'?nanle compiacimento nel da, vila a /lqurozi,,ni d'un scnHrncn/,.fismo che può /arsi aneddotico, per tendere inoece ller• .'IO più robuste e vieifale mete composiliote, dove, nito Jelir.e ed in~ala dcviria cromalic'1, si .'IOtlendo un più rigoroso schema lineatlt!, sintassi severa alla sua vivace gamma tonale. GLL1.oDoRFLE~ .Ml IL CARDINALE GIOVANNI MERCA– TI', biU.!iotccario e arcli,:visro di S. Roma– na Chiesu, è :stato festeggiato in occa:sio– ne de! suo' otta11tesimo 011110. Il Pa,,a ~i ;. e ,lcg11aJo di co11scg11are al Cardinale una assi• na • Misc~llancu in sci volunu, omaggio di r1 M7 studiosi cli ogni 11a:iu11ealla sua ca- pacità e compctcn:u scientifica. Eg:i è conosciutissimo come autore di spelli astrailo - dove il cof-orc vive, o aspi- grn,i numero di opere di crudi:ione, clie ra a vivere, per un suo preciso compilo, di là lruttat1o con ecce:ionnlc competcn::a .'lcien,– d'ogni /unzione illust,aliva ed erornativa. tifica, di patristico, di Moria e di /eltera· (S'osservi ad escmpfo il rifratto di Vecchio wra grccn, latina e illllillna. E,' membro del ·45 dove U eontrappo,si e lo sJumc·,e delle principd!i Acca,/cmie del mondo in· d'una ricca gamma di grisr, di bianchi, ·di tero, La raccolta dei sei volumi dc"la Mi. rosa, crea un lessulo pi/torico ricco d'una $Ccl/anca in onore di Giovann~ Mercnli dullile vibrazione, e il ritrailo del/a rr.adr-41 è stata curata dal Padre Ambarcdo, tour.– caldo d'una vibrala sensualità, e ancora ni.1- cessore del. Canfinalc .'l 'les.so come Pre· cuni nudi dove il colore prorompe con foga /etto dr.!fo Biblioteca Vatir.ana, insieni,e 4' modiglianesco). Spesso per cont,o arrche in Prof, Nello Vian. 5 c->-->-<-.c->-<_,._>-<.....,._.>-<-.c->-<--.c->-<-.,_> ..<__,._...>,·<----,_>-<----,_>-<----c->-<-.<-- r LIBRERIA CANTONI MODERNAt t DI CULTURA E ANTIQUARIA j i 1 t ' + STUDI FILOSOFICI 1 r RIVISTA TRIMESTRAt,E DI FIWSOFIA CONTEMPORANEA t X Diretta du ANTO~IV BANFJ $ t Cor,o Viuorio Ema,,. 6 M I L A N O Telefono 88902 • 88910 t j c->-<-.c->-<--,.......>-<--,.......>-<--,.......>-<-.,_>·<----,_>-<----,__>-<_,._..>-<-.c DI TACCUINO 6lringcrlc, se111irnc la pelle m::iditla, sotto cui si ra'.lcJlla il rorso del f;augue; quel vo!to chiuso e severo, che compudva ll::i· vanti agli uomin, f:1111osiin punto di mor– te, quasi a goranLire che l'evento ero c,r– dizionierc marillimo cli Le Hiivre. ~Olln alircll:mte vi1e presun 1 ivc che mi ,tltri– buiH·o. mcnlre la 111.u 1-i rmnrri!'r,e; 1:nn 'a '"itrovn che a'ln ca!a1 0 clf'l sip:1rio. inc• ren1e t.enza rimedio :il 111io 1·orpo. I p:1. tori secnografi, dic nei soppalchi dei t,:n– lri la\'orano con le penncJlesrn a d.s1en– ~crc 111c1ri e mclri <111atlr111i di 1in1a :rn 1• la bi:rnca e grigia 6UJlerfic:c d s.esa ai toro pictli, non pcn!òl:ino J, t·crio sino n ·he punto possa giun:;ere, nei riguardi d'uno f>f>ct1a1ore come me, la fabbrica <lc'lc i'lus'.oni visive .• Sono salilo sui p:i'cosccnici, per gua– rire J'una simile bizzorr:1 aberrazione; ho veduto la c·upo n di San Pietro ridct a r.1- le dimcns oni <l'un cerchio d.1 hamb!ni, a un pintro ridicolo ri1aglio di cnrionc, il'uminalo n :,ghcmho dall'l!urora d,:i ri– r!cttor,; mi sono pcn:uas 0 che le murn dei c.istelli e de'Jc cnrrcri non hanno spes• f<iOrc, e che i can1a111i, <1ut1.ndosi affaccio– no a una fine:,trn, debbono arromp car~i :,11 scole11" di 'ei:.no, su 1>ra1ieohili provvi, :;ori e infidi. Non vi ha nulla di.;:ro I.: 1e'a dipinto, se non 10 echelelro cur"i'i. neo dcl'a eupol:i Fortuny, 11n vi'up1io di corde e di 1iran1i, unn forcsia di s!ecchi ., J, foni, lt. eleurirht. lame co'orn!e ,!cl, le luci. Ma ru imui!e il ct1s1igo; non ap– pena 1ornato in pbtc:i. continui aJ allog– giare ne 1 le fittizie roslrnz=oni del rne'o• lr:unma. come in un Juop:o foori del mon. do, come nell'unico sito in cui potrei ro• mai 111oppug11ubie, porla in se 6lcsso i sore 1rr.n<1uillamcnte. fuori di me s.csso. I ~e~ni fatuli che il i;run,de medico ,apeva cnn mc stesso 1 n pace e coi miei sim li. d.secrnere anche <Juan<lerano oppenu ac• ccnnoti. li[. L'AGONJA DEL GRANDE MEDICO. Vi hu un'aria involontariamente ncca- dr.mica in1orn 0 o <111es10 lcllo solf!nnc; dunmlc i sopori del moribondo i "'oca• boli d, scienza s'incrociano sopra la sua tc– !ò:la, fonn 0 il giro degli orecchi e delle bocl'hc; cure <li\cr~c e contratltlitoric ti sovrappongono al f:'IIO corpo, le l)(l1celle dei mcdicin::i i si on111nu'ono in <li-ordine sui mobi i. come i:,·hierc di soltlo1i in rot· 111. I fornii nri <lei grande mediro tJuasi uon Sflllo amme~si nella suo ernnza, ro. me se si 1ra11n-.!'c J'unn sua lezione uni– vcrsiiaria, dc'.ln sua ult1111a lezione, <he hn per :irizonwnln il suo corpo e le morto Jcl suo cOr))o. Egli non pcn"n ormai e nullo, non sa d1e cosa sia la morie. da )ui ~i so,•enlc vcdu1a; cg'i l'avverte n 1 la suo ,;og!ia, d1ç Eia per cntrnre, e vorrcb~ sorr tler'c, iJ!not/1 0 ~pilc. che non éi sa co5:a nim·onda sollo il mantello. e Oi\TP,per un llCilliCo finalmen:e degno Ji ris1•e110. In 11111rt1: indugia <lavanti al– la sua soglia. Da giorni e i;io,ni, da 11olli e nolli il grunde mcd tO ~la per suhirc '11 S(\rte comune, eh,: 1:11110 cfdi ha 1lific• rito negli nitri. mn il s110 respiro conti• nua, sebbene afT:mno,~o e d.rfici'e, ma il -uo c.uorc non cesso di b::i'tcrc, fchb(•n;• J polso ne accusi In progrccsi\'a debo'cz. za. ln1orno al suo letto si n'tcrrrnn 0 e ~1r.· dono. sempre iu gran numero, lutli i mc. dici dcl'n cit1à: i co1111laini e i riv.1li d'ar1c medica, i giovani discepoli, gli ia. fcrmicri e le suore de'l'ospcda'c. E:,si lo ricordano quasi arbitro <lcl'n vita t!.-.– gli nitri. foori dal'u legge, nrmnlo .!e'la sua sc·cnza info!libilc. e ora lo vedono ('Ome un giudice che si 1rovi nera gnh– bia ,lcgli imp111a1i, in nllcsn c!c)!o co1,clun– nt1. Quegli ocehi imperiosi, da cui i 1,a– r!!J1ti dcg'i :immolati ccrcav:mo di cono. !òl;_:-,. ..c le sue persuasioni come foEscro (!,: . ci:.Toni, si posano smarrili ,sull'uno e sul• l'a'tro deg 1i asianti con I':111'-ia supp'iche– \'Olc dei moribondi; quelle mani d1e strinsero i polsi febbrili, ciascuno può A poc·o n poco il tedio s'impnJronisef' dei medici, i loro ammalati li uspeuano; e nel disrcpolo ~iovnniss:mo, in cui il grnncle medico vcde\'a il f<iUOsuccessore, s'insinua i 1 dubbio che la prossimo morte t!el suo maestro di medicina sin nuche )a ,ma pr,mu sconfitla. BENIAMINO DAL FAUBltO

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