Fiera Letteraria - Anno I - n. 35 - 5 dicembre 1946

4_____________________________ ...:'.:.":::·":::A.:.....:L::~::"r...:r.::":.:ll::.•::."'-":.:... _____________________________ _ IL "ROMANZO,, 1 di C. De Vita Le ~cicen1011cntuei pagine del 11 rcman· 10 u di Corrado Dc V11a: /o sono vioo (Garzanti, M1l.1no, 1946) ... Ma è proprio un I A Br.~!u MO '--===-=================================~ MARIO PENSA: lntroduction à l_'élu~c * I L I B R I romanzo) Come altri generi \ett~ra,i, anche Fa.:.ilc, oNCivarc che lo sono oioo guada· Gllello_del romanLO, per non mtnstire e mo• increbbe in peup1~u11à .e i! auo to1rcnziaie mc, 11cvohe c. dopo 1~utamen11 e capovol· mompcre fosse arginato, vagliato e potenziato g1mcnll operal1v1 da. un I rousl, da un Joyce. dc.ntro una forma 1trellamente M.Jg11t1ca _op· da una \Voolf, da un Kafka, ne"una rag10 pure del t\Jlto t1ashgu1&ioin narrazione. Ma n_c più d1 sorpre'8. d1 fronte a quolu~que va• quanto non perderebbe in 1pontone11à, in lo– ria:uone _e _d1uolu:uone deilc •~e antiche fot· cositH E questo è 11carallete cui più s'af· me. Qui_ 11amo al romanzo·r11g1:,namcnto,ma fida, dato I argomc.nto e 11 mome'llto, nel· e.on un m~peto e uno _slogo c._helo molvono l'ansioso 11 bolliu: dell'aulore. Qursto, d ca• in c.onfemonc. I pen11c11 « 11 affollano sul• rallcre di ncccuilà che sothae il lavo10 a un I.i pagina come il"aanguc nella mente 11. « Le troppo e1elusivo giudizio lcuerario e gli t1S p~role 1ulla carta 10110.11 mio 1anguc nel!a 11cura in compcn.o una certa storicità proprio m_iaca_me... I:., che. scrivo~ u 11 Un m_ucch10 in quanto lo pone fuori d o,ni giusta equ1l1· d1 foglt gonfi d1 1e111turammula che 11. i_nuo- brata armoniosa mi5ura. S1cchè l'opera ri– ve, ~Ila, m1 fn male alla vista..• I m1e1 fa- lfarrcbbc pres10 d1 sinp;olarilà dal pr<ipri.1 8~ sono la guerra, la_vlltom, la disfatta, la 1te110 difeUo) Molto probabilmenle. E noi mia amma; .ano la mia nave nel m10 mare i.. non dobbiamo la1eiarcene cc,ntrariare nè sor• • Questo foslio che 111.aness10 è tutto un !m• prendere. rr:alia~~ ~r°i!ii ti10~0 _adc:~~~la;d io ~~ud~: la 1n ~:oi:sri! 0 tJt~. t:bbia~: 11 ~:~itito~fcc~~~~~ par_lo, canto, prego~ sndo 11,H lo 1euv'? e il nOffiQdi ;\t:1 lof"1\i. Altri, per certi b,ani 1c.~1vo,perchè vogli'? pensare, e~se,e vivo, foc.osamenle o lnngu1damenle amorosi, s'è ri· ag1te... 11 u Co~ scriverò), Non. imporla sa· ferito a De Verona. Richiami più eMlli ci ~~ 0 ~?u~:t\C:t:a :~b~auei~h:·h:u;!~;~ :',:~b:r R1::s':o qdi 11 Saan1:!!~z~d:· 1:1i1:a A1~~ e rend~ dal fondo ~efia m!a c01eicnza... u. esistenza d'acquario. Ma semp,e limital.'.lmente d; De sevi~: 1 ::lt~~~:a u~:g;~~~r~~\-: 0 ;;en1~: d~aL:t~~hi~~o ~slt:~~iJ:). 1 e:i:! 0 i!UOeluz,r lc:ltera è tuuo un lunso mttrmma.bde grido. ta del rc:sto ha una carica moho comolicata ~!f~:b~~ ne~ 8 i1r:vc di•~Ìi~a :~\t:, ~~:~rcch: :iain;::s:e :l~ ~i:~J~:~:.dj(lton,'[' p:,:i: J;j imbarcato come comspon~e.n:e d1 guerra. ma!inoi, dov~ il, P.r~ctdimento fantaslico·nnr Quella nave è la sua patria,. reca la IUa ro11vo era rà md1nzza10 Vr'ri'Q forme ana· :~::~o~: ~ut~r ::r!;cr:,~.:o_ch:! 8~tb~? dt ~~~=le~ ri::n: ~~tu~haen.tui..:uet::1: ecì:i io eh~ sono v1_voancora, debbo e.avore da monologo interiore non v · t..scrcilava tanta 1i me CIÒ che m1 paua nel sangue e per lo ra1:nia). E restano richiami inerenti alle zone m~nte: i miei ~csidèri, le_mie speranze,. 111.narrative (le quali formano l'in:elaiatura del· m111.volonlà, puma eh<, sia troppo tardi 11. l'opera attraverso un as.1illante rinc.or1e11iac· Ed ha .C?Sl inizio. la disperante •~~eia d·in· cavallarsi e sfuggirsi) perchè per l'acc.tnsionc ~It~i~:~ 1 vde:~ =li li~crr\~n::~!a ,!~~~ 11 ;;,~~:~a stori~o·tribunizia di que~le ~g_gistich~ ~rg~ ~a fra le lante angosciose domande che o?bligat~r10 11 1~ome d1 Onam, dcli Onam ,, rinccrrono e intr{cciono, scoppia anche J;IÙ oop1oso e v1rulcnlo•?~Ila Lolla polit!ca. ~gi~~ev~:~1}i ~~~~~~e\l:flj~a~~o~~ttiode 1 t lo~.ap~~ 1 dir~ud't/o us:n:' 1 ~~=• ;~c~:Qn:~~;~; 1iale e il caotico p1ocederc, l'autore se l"è già detto e: ripetuto da ~ dallt! prime alle ultime righe. « Le pafole sulla ca,la sono tl mio sangue ndla mia carne e girano 1ns1e· me vorticosamente sansue e parole dal cuo– re alla carta e dalla carla al CCl\'ello cd 10 non posso 1alvanni da qutsto diluvio Unl\'er· 1ale di parole. Senza una ,olontà, k.no , .en Z!l una coacienza, senta me steuo. E che scrivo? 11. Senonchè finisce c.oll'. 11.ve, e o rilro Vllre il suo fieno ndlo steuo pred\sp0f,l<l ac· corgimento o ,endimento lctterano. u Co1,;1 tcuvevo) 11. Esp1essa l'urgenza dello sfogo, prosegue:: 1c Noi poelÌ, romanuèri, s1orici, noi niente, no.i 1mpuzz1t1 a trar cose dal mtnit: per vivere un'ora di pÌll sulla g1nnde nave che 1alpa nel mondo, noi lacc,amo roma,.z1 nccont1 atone trattali d1alogh1 e non sono ro· manzi. non sono 1accont1, non 10110stor1i::. nqn IOno trattati, non sono dialoghi. m.n f:>-– no niente anche .e hanno personaggi, .e han· no vicende, se hanno fatti, 1e hanno rag10· namcnti, se hanno botte e risposte, non 10110 1iente... Tutti .opravvivono sulla nave! E lutto è poesm, •omanzo, sloiia, filosofia. Non .:.·è che allungare una mano nel sacco, poi ritiratln con quello che ha inconttato di v1· vo: e se e.osa viva e uomo vivo ha incon:ra• E· i! ~:::t:z'fr;n:i't~a r~dnd/a i!~ 1 i~it: d: pensieri va colta l'attualità dell'opoa. Dovendo testimoniare l'orrenda crisi s;:i,i· tuale e malcrinlc di cui siamo maledctlamente partecipi, De Vita 1'è trovato, per natura, a dispom~ del modo P.iù irmnedioto (ch'è an· che il più facile e 11 più rischioso); e ,·è confessato in priminima invadcntiuima per• sona. S'è ape,to e rov.esciato in uno scri,·e– re ch·è un tentativo di liberazione. E tanta irruenza di 1entimcnti sposo contraddittori, più spesso denota l"ansia di conosc.erc la ve· •ilà; di credere (put di salvarsi dalla barba• rie e dalla rovina) in H una verità che tra· scende la realtà viuuta e da vivere 11; di av· vertire tale verità u nel palpito di un.idea, d1 una speranza, di un ideale u. Ma è n un ideale di vita ancora ignoto eh.e dobbiamc, conquistarci u. u Potessi tro,are oggi la po· rola g1ulla da gridare al mondo, la parola che 11a capace di riprendere _l'uomo .nella _,un cena d1$perata oltic la ragione e I sensi, e d1 npenetratlo dello 5piuto u. Non si creda perciò che nitro carattlle predominante ,del libro sia l'ou1mismo, r illuso abbandonarsi a un sogno di imminente fclic1tà umveaale. Prc domin:i. un 5enso duro della real,à. Un senso che spesso -c1 trova d1ssenLient1 in alcune Ìn· terpnlaztoni e ci lascia freddi di fronte ad alcuni entu1lasmi, ma .empre ugualmente ci a1u111. a comprendere il travnglio della no"ra generazione. 41 Il mondo cammina ... 11. Un ele4an1e scriltore della gt neroz1one che s'affermò dopo la prima guerra. mond1:'le! _ri• chiesto allora d1 quale fosse, a suo g1udmo, la condizione più importante per arrivare a ben sc.rive1e, l'indicò ftancam<nte nell'c:.tle del h losliere 11. Meno eleganti, alcuni scrit· 1ori (non tutti) della generazione che ai sta le.cendo avanti dopo la seconda guena mon· diale, sembr,:ino overe abluacciato il pa1• t1to opposto e oggiungu110agJÌungono aggiun· gono. O per lo meno non tolgono, lnsciano, accumulano. Pili cose da di1e) Ancora trop· po ceni use e scollanti) Auguriamoci che pt..l· sano, un giorno, placarsi, chmriui e riordi· naui. Sì, lo sapP,.amo, sn1ebbe prcferibi· le che già oggi. così come sono, uno 1erillo• re riuscisse a mnnifesti"lrledominalamente. Sì. sì, ma non è a De Vita o ad ahn come lui che dobbiamo oggi ch.iedolo. « Mi vien d 0 andare con le 3ambc mfilate nelle mamche :~~:! ~:di~o e,e ~-t~~e~:m:~~- t:i ~h: conta I E lascino che ognuno 1i cuocia nel suo brodo! u. Cè, non c'V Cè. l'abbia· mo già detto, un ~rande affanno e una gran· de attesa. E il critico non può di1111te1euaue· ne- solo p<rchè il risultalo le1tera1io è inade· guato o, pe51gioancora, perchè la pensa d1· versamente. In ambedue i casi, troppo spesso gli toccherebbe oggi di rinfoderar la penna. ENRICO F ALQUI la confe1Sionc. u farnetico) 11 11 V ..~lio e.a· qunsi a titolo di diffida. il carattere 1onen• pire, questa nolte, voglio capire. Non 10 che cosa. Andrò ancora a tentoni. Ma c'è qual· ~--------------------------------------– COfll d11capire) 11 Cli p!.!rche le parole non bastino pili o esprimere un'idea, un pensie• ro. u Non so farmi capire 11. u La ragione ~~~~ ~:iia n:~~•!~g~iv~eindeu:•:~~~bi1; 1 ;~· sonnia. Questa nave è una 1ea1ola, <ntro cui io non sono che un suono che vuole uscire Uno studio su Emilio De Marchi in un grido... u: 1< in quel grido di dis~era Ucve senz'altro aecoglirr&i In lesi di un Cappello del prete lon1am1 da contnlli con ri scluna. Qui infatti, per quanto già ~=~ di c;;e:~ ~™:a cr::i~~·;_' trae•~uid 1 ~ ::tut:~~~e nn:;~:~vi: e!~~:~~:1i;~~ 1 !1'pi~ 0 l ~:b~i~ dv:;~~ 1 !: 1 ~z~c:f!~:: ~~ ~n:~~t:~ 1 i,~c:1:: ~ :e' d~i 1 t: 0 ~i°a'rJ:i 1 1:~:s~;:s,~;egt~ 0 i: 0 ~~: 1up<1sti1enel caos, la c.o1eienz.a; sola ragio· 1 Jocumcntaln tc11i1ura critica di ques111&ua re qunlc ereditì1 (e massime in Trn gli zio d'origine, non tanto com1>ensato dalle ne valida ad asire, il pensiero. H E la libertà monografia sullo scrittore lomt.arclo. In stracci, tutta solcata dn deliri uirchelliani) virlÙ idilliche di certe pagine del De.me· Son~ i:ercoa!:~:l!lch~~-èpo::o:ioni;e m~:,~: ri:!::a ~~2;c1i:'t;o~! 0 :1a:0 8 :;: 0 f!ea1c;c,,~ g;!~:1i7c:ri~~~tlr::n::~~-cuclu~nì~ic;i}Ìesi~io~: 1 !~!:;la:1~ur~1~hè d~ler~~~~~~;a la~i:urcll:;;:~nx! de 11 •• Tranne che sul mare, non trova pili dottrinario come in Giacomo l'itleafist.a) del Demetrio ò ftllCOrnda venire, ma. col , 1 del dialcllo lombardo, il cui Utoo è euen• pace. In alcun luogo della terra. Ogni angdo il realismo del De Marchi aatura 111t1ele r~~e111irsidi certi ~pisodi, il De Marchi ha ziale. al~a 6ig~ificux_ione espres,!va o_, r.er~ i è sl1pa.lo << dai profittatori, dai padroni, doi Jurcz1.e e i rigori di t•n nlle~•,i:11ut>1110 gia inle!io un oinb1cme, un guslo drlln v1• amb1elll1 e d1 cert.i personaggi. O1ee il vili, da quelli che saranno semp1e i ptimi -.cicutificizznnto alla C11p11111a, complr.tn 1a dal quale il Demetrio non si discosterit Branca: « Lo scrittore tra~figura in certo ad jmpugna1e tulle le bandiere, ufiuto d1 uno eiiettivamcnte le ragioni del suo mondo gran che. llranca, buon psicologo, scruta modo In sintesi del Jialetlo in ,iniassi I pavida sec1ctà dannata a ri\·o!ta.11 nel 1uo st1unllitlo ed elegiaco, giungo nd 111111 im• con esutteua il progresso delle s1ori..i &Eri• della linguu del suo mondo », e tulle le 1 ltereo, acctca.l~ dalla sua stessa paura, timo· inodcsimazionc del folto reale entro un ns, limentali e tlei personaggi nel cammino de~ivnzioni d5nlet!ali ,come la risultante I r0M che a fu11a d1 mangiare poua d1mmu11• ~olut 0 di seruimenti e di 1mggc~lidni. Dnl che cmnpie il Oc Mnrcbi per giung.rc ud uluma, la pro6a 1talo-lomborda, usi ade• le l'inpord1pia 11. E con costoro 11 non c'è iinguuggio al mondo morale, dai proble. un'analisi cosl interna, partecipa.a, vibra• guuno all'elegia umile e silenziosa di quel più niente da fare, ab11ano in un altro flttl• 1111 relitr:iosi alle cure ambientali, il rco 1 i- j rn do mille riposte memorie, tanto che ~i mondo grigio e dimesso» nela, non c'è più pouibilità d'intenderai 111110 '1011 ~ dclerminante e sicuro eignorc può parlare (ma caulamcnlt: come ra il Con e.sporta pazienza il Brnm~a (che dal neanche a gesli u, . , . ddle rappresentazioni di vita, ma ne e 1n I Branca) di una sorta di n11ticipazicne di vaso di Pandora nuinse 11 dono della fi. Col denotarne lo spmto,. quesie affe1maz10• un cerio senso configurn10 e liriciutllo. una _letteratur.~ psi~annliti~u, ul?aeno come lologia) ·registra le combinazioni dj que– m 1mmntono n~I tono dcli opera Mentre sia U,)ndc quel continm, e uffni::rironnlrhilirru. furu;1011e del! mdogme J>S1colog1ea, e fuor sto pro6"a, Egli mostra di saper vivnmente per CIS~re.raggiunto un m1ntmo di chiarezz~. lii di 6 ensazioni esteriori e di intimi tra- di og':'i. proposilo pr~ciso, giacchè il De convergere l'impos1azione tecnica della tutto st no1.:ura. 11 Il dramma ha pre&o 11 11 a1irnen1i. di desolanti giornate e di dcli• Marclu e mosso alla 1111ro,pe-1one do una narrativa dernarchinua su quei motivi mo• mondo. Per eueiS viv,_odebbo sentire mio cale speran7:e, (~ qui il prologonista del 11ravagl!a~a cono~e,~1.a del n~ondo,, e _non rati e eris1inni cbe la er,tie:1 preceJente ques/ 0 • dromm_o. Il ~ram!'1a.è del secolo, ?el: Demetrio ProrteCI, trova lo sua con,,61enza 1 <la lue1d1 !rhcm1 dt penctraz1011e d anime. {ma percbè non co11Cermars1, »ppogg,iar~i. la civiltà, dei cOntmt..nh; e _pet queslo. m1 11 di vita, lù dove egli si presenta come un Su questa guida si nrriva, origina.ndo la distinguersi o rifiutarsi sui predecessori?) vuole morto e non_vivo •1. Per ql!Cl.o mvec~ vinto e un vincitore allo 6 1esso 1cmpo, in visiono critica da uno chiara esposizione aveva molto 1ro&curaLo.In ta.l 6crho piace 11 dà _aIOgnarc e Invoca una patua, dove gli quanto in possel6o di una moralo supecio- delle condizioni e s-piriluolitii della narra- che qu.sto lihro del Branca ci nlfra un ~lm aboiano ~pp,es~ :id amare u I f_uma· re: « Demetrio, proprio J>wrchè C arrivato tiva italiana dell'ultimo Ouocèn,o (dove Ue àforchi t>iù .accolto e cisollo nel a ioli e le gru nei cnnlleu I; nelle !~~buche, 11! fondo del suo squallore l" nulla può or- però il panorama è visto in pura rhinve sloria fipiriluale ottocen,esca an1.11·hè nel ic:oe eh~,':~~ ~to':;'ia I r:c:~~:•'. 1 è d;:~ ;i 1 t~~,~~~~:gs:i: ~i.se: ir;:u!ril,:~: ;'~~~•fu:~ ~~\l:e:~~~; 1 tÌc 1 :p::~ i~~~il:l:t:!~;cta;f:!:~~ ~~~;~cn~~n~tr~~::ri~•iso~1i1~1~c d~~ioi~m;~r;i/ forte ~cli uomoJi ,f: I uomo lt: ! mgmocch1a -,;a che 1 0 fonno \'unico uoom tra una tesi Q, Saccl1elli o Calandra, 0 quelle de- il llronr.a eolp,sca il celllro dtl problem~ davanti. Ma un giorno iarÌI dommnla; ne 1 1 folla di deboli e di sbolcstroti ~}. gli antì-,•eris1i, o il Fogazzaro), al momen- demnrchirmo in un Jualismo morale, in mj nd0 , conoi,;erà nuovi tclCO!i, con ahn La fonziont del paesagsio, il i;usto del- lo più lirico, anch_c se meno interessanti! una segrela relazione lrn Di(I e )'uomo, sp e~~r. 1 cd altre guerreH, De V1ta crtde, l'ambiente, le tipizzazioni carieo1urali e > moralmtnte e eentnnenialn:entc di De.mc• ne:ll'~1,lorozione nddolora10 degli « umi– e. vi ~ mfervora, che u lo _Staio per~erà 06· movr.nti sociali vengono eircoscrit:i e fer• trio, cioè al momento di Arabella; un li», cldlo i.nrclici vicende d,ila swrm r ogm e~mtatto e.on I? dtrada_t.,oneM;ri.;ola p~, mentali da una interna coscienza della vita mondo, ~ice il Brane:1, O: eosì inlenzion~I- Ulllllllll IVt-~lre,ll~tcramcnte ~n us.u~le 11• ll_su~ mi: e del eoslume. Certo, al limite dilremo, mento r1calca10 e guardato cnn 11111.a m• ra.ggio si nas.sume COSI: _li ~li ar st _naligli ahi nell'atto di approfondire mortlmente e Ji. ,istcnza umoristica do roppre,rntarr nel ~~rm le ferrovie I~ {°trl I cant_iei le gru, 0 ricame1:1e gli stnli d'animo e le ~ensozioni De Marchi il saggio più vaslc e impegnativo GIORGIO PETitOCCBl diverrann°r case .v!n I campamli _scuole lor: interiori, il realismo del De Mnrchi hn per, <li angusti attcggi~menti ,·cri~1i ?: Oinunzi VITTORE BRANCA - Emilio Do Marcl1i, . ie, o 8/ UO!inci:IClC~e,dTO mror~endo,i àuto quella precisione rnpprescn.n iv11 (di a qutl rom:rnzo 81 avverte di plU Ju Slall• Brescia, l\Ioreclli:ina, ]9,1S. pag. 2,16, intodo _a j 0 n 11• E: 1 a nau tagio del 11110 già f'Onsumnto, di colta che oi vuol solo ehezzo dell'ultima provo; Col fuoco rtO,i L. 230. mon o 11 ~ vuan1~0 so Ionio coloro_ che .sa• vedere nel suo livolgimen:o esterno) che è rann? morii con _piena_Cc»c.1enu d1 mome; nel coneello della nostra lettcr:itura nnlurn- :ortd utperchf I umnnhf~ ·t°ff 1 d···è perchè il listica. Qui occorre vedere come il De Mar. on i· 1 . 3 ma e ... pere 1/ I mn ° •poico u: chi, oltre alla lezion1:: munzoniann, abb,a i1 '7' 1 ri~: u:r~ogd't:n~ ~c.t~fla n;; 1 i!n se nhn T~nm~so i. l~ntativi psieologi~tici e il m~te, porter~ ad un nuovo e uilihiio ~ 1 cii \d n?_lt r1;:nli~t1coraro alla nostra narrntiv~. una nuova società uma~a. ad un n:~ \·le L mtc!rcssamente, alla letteratura rrnncesc \e ad ov , d Il' Do • 1 ' non t:intu a Balzac o Muupas9:int, mo ad Jnuv:;a e o ;~~~;-oda e u~; 1: 0 v~~~ <t' \n- uno scriuore che c'è sempre parso s'ngo• danna e dig ed · q I' o I e larmente ascendente del rnond.-. dernnrclm,. non echeggia/e e::;:;c~n :~~:~/ 0 ~ 0 ~,~v: no, F'lnubert) non s;gnifica soliamo un·a. con qualcosa della te magia del ritmo rei- pe_rtur:i cuhurale, mn. a 1>_ar_er r.ostr_o, _lo gico della finse II e della tendenza all'~slrn• s~menlo d:1 ~ma pu~ _fine thpmtura d1 vna 1.1onequale si riscontra ptepoten emente nèlla di&JJer~ta e 1nfrn_ng1bile, verso un mondo Stcin. tut!o. nucs? po~tu::imcntc, n rf'nclere as11u• Ebbene; il critico non può no:i avver'.irne la portala extroletteraria; perscnale, ma non soltanto, chè troppo chiaramente nlla voce di De Vita s'identifica quella di altri nella llessa condizione di affanno e di attesa. 11 critico non può non riflettere sull'im;::ortanza ~;;'udo:!~iia t~~~ 0 ScW~a~b\1a8' 1;:t:r:ir1'~~e,:;: punto per il loro carattere di violento e quasi dissennato sfogo che o 1 si, in q_uelràmb.10, lt! la risultare smodate cd ecceu1ve. Sarebbe bella clic, chiamalo a raccogliere una confessione come quella Rridatagli e.on · lro a squarciasola {oppure a mome~ti sussu ra· tasli con tenera voce) da De Vita, il cri· tiF-(1 ,i tappane le orecchie e .•i volt11!.le dall'altra parte, come se la coaa non !o ri– gunrdaue a causa della maniera del tutto eccetionalc e srcgol11.tain cui ,i manifesta. Ad ogni buon fine l'aulorc ha già dichiarato d1 non poter soffrire 1t i cr-nsori, i morali,·i, i con5iglicri, i sapienti, i puliti, .. w. lu11 1 mnv1ment1 del cuore. a liricizzare le cadenze di questo 6Cnlin1enlo della vita. Ciustamcnte il Branca aggiunge 1nlvo!tn il termine «lirico• a quello oi « reali– Rmo meditativo•· E qucsl'ansia di inef[a. bile, di documento reso come tensione poc1ica, è infatti un nitro prodo1to dello morale denrnrchiana, quolc posi:z:ione anche f'ivi!e, qunle senso di un cris1ioncsimo; « L'unica forr.u è un impegno Lella reahil umana che ci circonda, totale e fnt1 0 di rinuncia ad ogni geslo appariscente J) Di qui discendono le preoef'11pazioo 0 i pe• da,11:01tichedel De Marchi,· e quellft sua problematica C06Ì alternata trn un intere11• se letterario ed una intem:ione educativa. Il realismo del De Marchi nasce con Due m1ime in rm corpo quale traSJ)O~izione del doto rapprcsenlativo in un'ntmos(era indefinita e a.6&0rta, e mantenendosi nel CONFIDENZE DEGLI EDITORI f.,a Casti Etlitrice AVE 1uosegui! nlncre• opera /Mie di 1111 m1todidflU!J che seme me11te nel suo pi.ano e,Iitorfolc ri1111ou111n. • fJroJa111lome11le L'odicr110 problema r•fi• E' uscilo i11 fJ11esli giorni, fflcendo seguito g1oso. ~\{,~!u~cr:~b~~~!~ s:: 1 ~;'a ~~ /~~~," sif !~J;: I ~'ella coflrma "o.CCI", ~li tJ/tualitù, catiua scP.fta del diario a t:ura ,li Viuorit1 ali operel/a del cord,nalc america11 0 5J)rlJ. Di Giacomo. • I man. "la via tiella vittor:a ", tiene die- tro 1111 tlocumelltario s11ll,, de1wrta:.ionc Sa110 imminenti i primi volumi de/fo dei /a11ci11lfi pofoccl1i in Ru.,sia, " I bom- UNIVERSA LE AVF..', che sarèi l',miversa/11 b.'11i ''°" so110 eolpeiioli" cli lren:1 \Vasi- rle/ pen.siero, dell'arte, della cnflllra cri-1 lcwska. · stiana. "Sa/Jtren:.e e Jelici:ù del cri.~1i11- E' ·t · J · 1 (J O ST 110 ·• di l\fauriae aprirti fo IIIIOL'fl cof/r:im1e. TOJ :pr,ar~o ~ ~rQio l asc!c;.a ~ . · 1; e::;{!~ / 0 j/UR ",:JUcr;':!j;fef!:tr~i:tOl/fllt~'. ili. CIIÌ(J ;;~:~e:lee.Spr?;~( e~;i pu 1 11ioOS~tr~~s:~ ressantissima sceila che campren;le fra ~r, ~auof,c1 fl/!art11,c1 suU,. q!1est1011i al- l'altro scritti ,lei Cavalc:i, de./l'Arciino, I/ o:dme del g,orr,u alla Cost1~11c11te, Se• ,le!Ja Beilla Emmerich, Vlllillot etc. j_'~rac;~~~S~~ SCUOLA, LA fAMJCLJA, _f.,~ c?Uo 11 a ''IR!OE'' d~ 11 _arra_tori Slra- Per /i11ire ,111esta nostra raueg11a forga- 7;;"~,:.:sf:,:c ;:r7t1~;:cb~:;~ 1 11;~) lv~,:/,~;i;~ mettte thcomplcta,_ . l'Editrice 1mnuncin, "Storia del brigunte Berlimefoc ., ' lrado11i e~; le /e:tte natulme,. w1 JarU; gn,vpo di da Enrico Domiani. Segue "Il mistero ::,I R_ENNE_ per rogn:::u tra e111 ~0110 co111- Frm11errnc" di, Mottrinc .. So110 in arte~ii- ~r:s,:n;:":' de'f~"':ve~/;:~!oLis:'efe::~~icano mento opere d, Genevo1x, neoaccademico · (Ìi Francio, rii Ramuz, Moraml. del Jzre,,"O E' 11sci1 0 ancl1e, in q11e.~1i giorni, il J 0 Oiu Vcnezilì, P.d allri. La c.,lla11a ·• ARCO- (d'oppio, ,wvcmbre-,f"cembre) BAl,ENO •· di 11arratori i1alia11i .,i di~tiriguo tleflq rnsses:na mensile ,foll'Editrice; rtallo consorella prr 1111 s1,o cnraJtn~. di. "l;\ 1 CONTRI "• r1elfo quale i callobormort remo. sperimc111ale. Es:u, si i11augum co11 dell'AYE variamente .~cri11ono su proble– - Campo del Sàllgue" di. Silvestro Volta, mi att11ali della no.stra cultura.. ~:t~Jnt~~:it;~a/i{ 94 6.' ;:.u26~e, L1bumc E' il n. 8 della " Coffcction dc.t élir dcs dc lcttre.s " dcli' Umac,sità di Lo– sanna e pubblica la prolusione knula quest'anno da J\1ario Pensa a un Juo cor so uniucuiiaria. In t:ssa il Pensa ccico di delineare ccrii carotieri slorico-es/c· lici generali, onde jornirc agli s/ronic,i un punto di parten:.a utile allo compren– sione della poesia italiana. La 'lualc qui appare poesia " J· intelletto " (in.ellct· lo d'amore e di Dio', na:uralmcntc umo· niJlico, di anamnesi e "Jcopcrta " nel proceJMJcrcalioo, lcndcnfc al mito assai ::~cn~;c e a:~:,.J;~o~:n;;~ti 1 es 0 f/a:li~=~ VIRGILIO: L'Eneide, veu1one in esametri e noie d1 Giuseppe L1pparm1, lx>,ogua, Lamchelli, l':140, pp. XV ;.t.8b, L. Lt>ù. Che Giuseppe Lipporim sia latinista esperto è d,mostrolo da lu/lo uno t!ila di tludi, che ho prodotto innumerevoli pub~ b/ica:.ioni. Sollo tale a~petlo quulo vc,– sione dclfEneide, ora apparsa in buona cdi:.ione presw Zonichelli, o,ene a ,op· presen.are un'importante con/ermo e un coronamento quanto mai degno del/'a,ti· vilà dello studioso. V crs:one singolar– mente fedele, /orse la più fedele di quante ne siano sia/e portale a compi· mento, cioè non abbandono/e (come /roppo spem, è accaduto) allo stadio di 41 sagfio u. E ciò, per chi sa colti sia l~~ft':!~it~~linJ'ie.s1a c;,rto;:'J,',:,:/n /et poesia. A1a que1to è uaamenle un al/10 dis~orso. Il Lipparini spiega ne.l/'inlro– du:.ione che, pcr•alfontonarsi il meno por– Sl'bile dal/'oriBinale. "si è pre/eri/o al nostro endecasillabo lrodiz.ionale /'e,a· melro che col Carducci chiar:,eremo bar– baro, mo ciac /or~ meglio s, presta a t;~e:~i•ei:J:'!:/,~--~~'. Vfs~j'. ~?;~:: blema 0 tecnico della preferenza all'esa· metro, si può consentire o diuenlire. (Noi siamo empiricomen/e piullosfo in· clini allo se.conda olternali1Ja, trovando la {e/tura di migliaia di esametri " bar· bori " in /ila una delle prove più /o/iro– se che possa capitare di a//ronlare.'. Ha per quel clic è poesia appare ovoio che quella di Virgilio (come di ogni r,onde) sia, non già traducibile, mo ricreabile salo do un alito poeto non troppo dissi· mi/e per ispira:.ione e alte:.:.o espressiva ali' orisinole. Ci'ò non è il noslro coso, e lo stesso Llpparini mostra di averne co· scienza. L"ESISTENZIALISMO, Voi. I e Il dd– l'A,chivio di Filoso/io dirello dn En,1co Cosledi, Roma, Partenia, 1946. pp. 240, L. 300. Il volurrw! con/iene nell'ordine i 1ew guenli scritti: Karl Jaspers, Scienza e filoso/io; Nicola A bbagnano, L · uomo e la scienza; Felice Botlag/ia, Esistenza e coesistenza nel pensiern di Martino ~=::i~:n:~o P:n~~~:loa~:;b~:~~;~; lfl!~ nolo De Hasa, Considerazioni esislen· z.ialisl.iclie sull'eroico hegcliono; Paolo Filiasi Coreano, Carattere e genesi del problema esislenz.ialislico; Cesare Lupo• rini. Il tema dell'esserci e /o discorsi,Ji– /ò; Arturo Mossolo, Il /ondamenlo esi· slcnz.ia/e della logico i(.onliana; Carlo Z!~:::;Jt,",!;o ~:~s:;:~~:mo ne,f:"ufii:so/i: csislenzelislica. Commenti, recensioni, notiziario e un'accurata noia di V ilo A. B~:::u: :~!~ e~:,1;=i;:!~"': ;:alii~~m;~; tblio1ro/ia italiana sul/'esislenzia!ismo che ~i distende Per oltre cinquanta pagi· ne e cosli/uisce /orse il pregio maggiore del volume. M"7-~ISA DE;L BALZO: /mogcs poor f 9 "46~• Pam, Ed11ion1 Le Bon Plaisir, Questo volumetto, che verosimilmente rappresenta il debu.to di uno giovane autrice, contiene ocnli brevi prose poe• /ichc o poemi in prosa, la cui ispira;;io• ne appare ben dt{rnila dal lito/o gcnt" raie di lmm:i.sini per l'inverno, L'estate In/al/i le ho gcnertrle come impre~sioni dei sensi, che però non r.:slono tali mo Ve.ngono filtrate e spiritualmente elabo-– role onde si consewino per un'altra 3/a· gionc. La quale può anche esser delta inverno, ma que.s/a uollo in sen!o diver so, di stagione dcli' animo. Il dato na· lura/islico (sempre 0-!Servolo do un an· go/o singolare e talvolta funambolesco, che ricorda le gi-e;:ueriaa ramoniane\ e /o lros/igurazione spiriluoliltica si u!dono in genere con /clicilà; gusto e de.liberala ~,is::a v:~~~nopi~~;!;1tc":s;;ol:gfc~~e8A~: sia da domandarsi pcrchè l'autrice, ita– liana, abbia scelto la linpuo francese. Per una sorta di pudore lctlerario? Ci sembra che possiamo consigliarla ad ab· bandonorlo, per presentarsi nella su1 oe· slc naturale: non correrà troppi rischi, a gfodicore do questa sua primo prova. IL 'PIGNA SILVANO MEROLLE, LMchc, Ma,oo. all'insegna del Pesce d 0 0ro, 1946, pp. 30.

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