Fiera Letteraria - Anno I - n. 32 - 14 novembre 1946

:a.lmeuo ahrellanto im1lo1taotc e certo pre• giildizialc: "com'è apparso Carlo Le,·i al• la Lucania•· OTTO I L NUOVO VOL-ANTE -MINUTA Due confessioni pericolose l'rima del 25 luglio 19J3 scendevo qubi Questo confinato che ardva a Cagliano oon le mani impedite e fra i carab,enieri. r. un peretOuag,r:io d'eccezione. Egli è già dato al confino in un J>llC6epoco lont:mo, la sua fuma di medico improvvisalo s'è ,.-par~a nrlta' comruda. ci .sono dei conta• dio.i che !"auendono .:. sup1,1il'i, gli bucia• no 1u mano Jlcrchè acco1T11a guarire un malato. Dopo romuggio. tra reudulc e rehgioso, dei contadini. ii,nrà la volta dei • galantuo– mini», cho u cominciare dal podestà, su• I biranno in misuru 'diversa e i·u diretta pro-, porzione del loro coraggio. il foscino del I confinato inf11ntutorc, che J>rc"to si avvie– rl. grandcg,r.iando. verso l'a1>0te~r. SCRITTORI CO troppo lar-go di manica. inibendomi di I e rar mèe-Si anche magro nel campo t-cmprc difficile dell'ult.rui riconoscenza. M:t seb- 1 1u11e le .:,ere in una O?-lcria romana di I U O e H I pinw Cavour dove tro\·a,o gli amici. 1\ me:uan_otte. _~uando il \'i_no ~i. 11,·e,a. ben bene r1cm1nt1, aluwamo 1 cahc, e l,rinda– \UIIIO a Timosccnko Gridu\·amo: « Evvi\ 1 a La complicità d ..llc ureghe 1,aez,,une, i lo– ro bles~i fihr-1 magari. lo aiuteranno mi– -.teriosurnente a Jlcnetraru « nel m1>ndo <'hiu.::o. \·eluto th Hli neri, 6angu:gno e ter– rt:i.lre, nell'ultro mondo dei conludini, do– ,e non si cntr: 1 oi,CU'1..U una chiave di ma- 1-ia )1. Ma è ~razie alla com1llici,ù del suo intUt1o di ar1i..tu. Jella éuu ioiJinuan:e rondf.-.cendt:nza, folla di tempt',livi rLerbi e di 4"0ntrollali ahhandoni t•onr.d nzial,·, ,econclo un 1,iuno di con(tUiti-la J>Sirologca rlegno di un eroe di Stendhal. clw Le,, \)Ont .. lra in quc,to uni,•er:.o ((dubilito e ge- 10$0)) 1 doH: ui 111urgini d..llc antic hissi– me c,o.. tumunze contadiTie, vegelu la mi.se– ria della J>iceola borghe.,fo. incatt:\•ità ,faU'odio e dall'invidia. Con l'abi10 di vel– luto .-,111fe1,ona10 dal 6arto italo-america– no del luogo l" col cane Barbone, che agli ocd1i mumir:tti dei gaglian~i pare (( un unimalt: araldico, il leone rampante otiullo i-cudo di un Signore u, Carlo Lev, non ,orÌI più. ormai, il confinato, ma il reudatario ,li Gagliano. La miseria de, « 6iguori • locali fo risplend~re ::ancora di più il .\UO trullo gc1111lee la suu liberalità di princiPe e-;otico. E dopo che il podestà diventa il euo proto-carcerier,• (bulfo mi– •cuglio di ,,roLLttore e di protetto) tutti ,i inva~allano all'impareggiubile don Car– lo. Un harbiero gli fa da segretario. Quel- 1•ange1o gobbo dell"ufriciule poelale gli permette di leggere le lettere prima che $iano inviate alla cen:.ura prereuizia. Le !treghe gli fauno da cameriere e 'da mi• stagoghe. Le donne - chi più, chi meno - lo di6iano, pulzelle e marilute. I bambi– ni fanno a garu a JJOrtare i -c-uoi nrneDi quando esce u dit>ingere, e a curnevuJe inneggieranno 'l;ui ft rupi-,·upi • Al suo ba– ronaggio: J,; do11 Carlv è ·,.,, i:aru11f!. umn rupi/le si t1oi sow,•. I cer'uòli4"idel luogo cedonv :1llu :itia cou– oorrenza e iJc non lo amano lo temono. Don Carlo è uno ~trono 1:1u111u1urgoche nelle t-U1•cure si acrve di medicamenti 11llra-moderr11. z,,tnu rifiutare l'allcauza degli abracadabra e altre formule mo~i– rhe. Come il principe di Stigliano. 1-ccon– do il milo di laggiù. ltberò c1uellc terre dai draf(hi, f'ObÌ don Carlo è venulo a li– bcnm, la gente dai mcdicacint•ci. dalla malaria e Ja c. 1110altr; 111ul:rn11i,A Nn- 1-.Je gli 14J)Cllerà quindi ri1uul111cme l'of– ferta che, memore di secoluri ~rvaggi, questa J)O\'era, 1ll,·ota tcenlt. ,•u a tleporre alle ca:.c Jei igoori, E quando la prere11un1 Ji Ma1cn1, ;iv. , ertita dai ,ericorsi II di <1u11lchemalevolo 0 pre-0ccupal1t della f::ama e della. potenza <li don Carlo, interviene :t 1,roibiri;li di esercitare la pro(e ..sione, la KCllle oltre a non tener conio affa110 del divieto. pro– lesta con una :;pccie di dr:umna Mtirico, dO\'e don Carlo. u..... j-...1cndo1tllu milu·a rap• tJresentazione (• ~i .:rndai anrh'in l" mi fu rau 0 largo•} hu modo d'idcnt,tic111si age– volmente nel douore in bianco, che in contrasto col donore in nero, 1,tri,onifira l'aogelo o il µcnio del bene, per~eguita• lo daJl'u,·, ••r:-o. 1irannico potere di Roma. Co:-i il MIO 1( prei-ligio naturale di forc– ..tiero che ,•iene da lontano e che J>erf'iò è come un Dio• riceve 'dal!:li 0?-Curi mi– tografi e dru1111ualurghi del luogo run po:• tieo riron~cimcnto, E cosi na~ce :1 Ca– gliano la legp:endu tli Carlo Levi, a i:ui egli s1e.~o tanto rontributo autorevole avrebhe da10 c•ol ~uo racconlo e con la candida mu~nifirrn7At di qualc11e confe,~io– ne (« mi an•eni\a mio malgradu di ~i..- 11umerc su di me i loro mali, c.ome una mia colpa •l. Egli è convinto di a,•ere in 11è una <toppia natura, « meno barone e meu.o leone lì come il suo cane. e anche queslo es~rc '-trano (da lui fovoloo;amcnte dipiuto), col poter e e,oratore e magico cht esso eserci1a c.ui gaglianc'-i, Jli cOn~ntir:i tli ~1abilire una comunione iJoprannatural" col mondo conladino inmtt'N-o wl ,uo «i.ucanl(l animalesco»: do,·e •nor c'è p,•~10 per la religione aJ>puuto J>erchè tutto pur• 1ecipa della divinit:i, per<"hC tullo è r..~al– mcnte e non &imholicanl(ne, tlivino. il cie l-0 vome gli animali. Cri~lo come la t:a• pra ... Anche le cerimonie della <"hi~ di– ventano dei riti 1,agani. reltbratori della indifferenziata esistenza delle CC)f;C 1 degli U,fini1i terrestri dei dtl villauio ». lrrter q•,os, l'impareggiubile Uon Carlo: tlio e sa-· r•rdote, imomma (come vt'd~cmoJ u,bù. Si pensi ui suoi rapJ>Orli ron la ,nega contadina che lo ~trve e che nel t,UO islin• t.o raflioatis8i1no rh•erisce in lui non solo il taumaturgo, ma il pittore, il lconarde !CO, terribile « signore della natura», ca– pace di acqui&lare JJOlere a~solulo bUll.! 1>er– ione e sulle co5e eh 'egli ritrae. Quando la ,trega, insaponandolo nel bagno, loda la @ua grassezza (« Jlrimo :iegno di b llezza. come nei puesi d'oriente») noi (•i rendiamo pienamente conto di <1uclla che ho chiama– to e e1>iFania• di Carlo Levi: <1uei-toroseo, grasso, lucente nume nel paese dei malarici lucani, denutrili e bruciali dal eole. E si penai a quel passo dove la Sanlarcangele– se, ormai so11omessa a lui totulmente, lo tiogna all'aJJice della ih,ria: << Oovre,ti fare lo stregone. Con eguale t:crictà Giu 1 ia mi diceva, quando mi sentiva coniare: Pect•ato rhe non l1ai fotto il Jlrcte: hui una t·o~ì allo specchio -RAFFAELLO FRANCHI bene sempre mi rÌJJromeHa di finirla col Riem1>ire lo &dh!ma con i cognomi dc,– mio c:iercizio di critico militante, tiCmprc gli l'1Cri11or-1 lii cui ~no d1110 le inizi111i ci rirasco. Oii:guidi O non disguidi, di due dei nomi. Se la eoluz.ione @11rù e!.alta. nel– co~e ho motivo cli .-omentezza: di esscnni )f" ca,j•II.- a t.ordo ingrossato. dall'a:to in 111e,:io_ in pari con la p;ue.-ra nel '18 e con r.uuore nel '38. Spo.eantlomi ho (uno la pace anche col fontasma. prima quu,i costao1eme111e inaf– ferrabile, 1 d1·ll'11miciziu. e ho lrovato una I Sono nato a Firem:c all'alha del 20 nrng– gio 1899. Poche ore ,lcpo, dal cannone del Behedere, n:nha J>Cr lu prim:1 ,oltu iJJJUruto il co 1 p 0 di mezzogiorno: ttimboli, for ..c. eotc ..ta nascitu e coleHo col1>0, dt co1111,ugnu. <.:on la <1ualo iìO di JJOlcrmi u11 di,gnido che quasi iempre mi ha ar-, lcnclcre ,en,o unu ,iuoria ancora ignola. compagna1 0 tra la fa1ica e ( f.ia deuo col ma sicura. do, ulo lwmor} la gloria. L'ei-:ere nato in lroJJpO 1>oco unticipo sul secolo nuo\O mi Se. Li. Gu. Um. Gi. Vi. I t- - ha da10 bensì l'orgoglio di JlOter di,,en1a– n·. ncllu gucrru antitrdcsca del 15-18, un 111,zurro i-oldato d'Italia, e di \accinanni. 4·011 la qu:i,i perfetta diges.tioue di ci1H1ue 11nl!o11nle, contro ogni even1ualc paura del J>iombo. Tuttavi·a. le mie antici1>azio11i fe11c.rarie e critiche (diu 11oemctti di Ru~ M:elltmte e di l.uce ·"""" co.se - 1915-191M -: dnl romanzo l'oet1terr(I. nn che :-e 1>Ub– bli1·:H0 11el 192-1 ~aillo ucl ·21. e cioè <111umlo 11 11arr:1zioni ,critte con deroro di pro~o tl'arlc nc.,~uno 1w11•iwu: dalle affc1- IUO:,è :11lologie <li Mornmli P di Currà <·hc risalgono alla prima ora di Raccolta e dei J ,dori n11 ... ticil 111, hanno ,aLo il bel ri– !-Uhuto di furmi 1,a,,~are, ahi troppo s1>e~– t-O! per figlio dei miei figli, lnohrc. J>er c...cre pnrte1·ipe della J=,encro,11 hm11c111ilt1" 01t•ll'Cn1t.·,1·11. conlrar,11 a limit!lre il qua– dri, J1•i H1lori a quullro nomi cli moJa. mi ~ono fallo. in qu~lo 110,cct•nlo di :oli" J1t.·ratori profe ..~i~ni,ti. la 110111,•adi crttÌ• In qnes/.u nuniero e.sce l'ul• timo tagliando valido per la partecipazio,ie al secondo dei 11ostri Concorsi permu- 11en1i, i cui termini vengono quindi spostati improroga– bilmente al giorno 21 cor– rente. Nel prossimo N. 33 pubblicheremo il nuovo ta– glia11rlo e le norme generali regolanti i nostri Con.corsi. ba:,~O, "i leggerà il cognome di 1111 :ihro noto ecrittore ilaliuno. Le ~uluziuni ,·orredate di uccu~~rio tu· gliundo \anuo irl\'iate al'a no~lru redazione non oltre il 23 novembrt• 4"0mt' al ~lito J)ro:,simo \'Cnturo. SOLUZIONI .La &oluzione del giuooo del n. 30 ~Li– bero Oc Libero) .sembrò, in un pmno temJJo, difficilissima. Molli infoltì hun110 inviale risposte sbaglia1c e alcune addi– rittura campate in aria. Ma numerosis.,;;imi. in un èeCOndo momenlo. itli e:ialli 601U· 1 tori. Tra ques1i la ~olitn ~orte mali@nu. si è prep;intu di t-ceghere l:1 signorinu Ma– ria Luisa Belleli. \'iu Pantunclo 25, Siem1. dio cl pregallt di fard sapere quali libri in edizioni della Bu,i.ola dec:idcra. 1>er un 101ale di 500 lire. bella \ occ, Per lei il Jlr~le cru un attore. lo 8i reaiin,a in 11icno. Ricor'date <JUtmdo I Levi ha rucconlato il libro cento volte che cantava per tuni, in modo degno, le lo- ,;;i reca • visitare un contadino moribondo ai suoi runici. e JJOÌ ha finito per scriver• di_ ~i Dio._ Prcle. medico e mag~: !1cr la e_ per gl'inc1ugi r~:11>POl'lti dalle _:.iu1orità I?· Sicchè non lm u,,uto. t~oppo bisogno di Grnl1a avrei absommato tulle le \'1rtu del ti unge troppo 1urd1? lmJJotcnt.! d1 fronte ricercar le parole, e gli e nata quu:i sot• Rorè orientale, del i:;uurilore 'Macro». E in- ulla 111orte, ('gli .si -.cnk a~sorbire da una f to la penna qu~tu "'Ila bella 1,ro11asen.1.a folti non JHl"Serà mollo 1cm1>0 0 che do11 calma CODmica che dilaj?:a a una felici1à ,,ezzi, chiaru. nu1rita, ripoearn. i-plendidu– Liguori. il prete 1_e.ra1N>O del "'illaggln. SU<"· non mai provata, al 11en~o rluente di una mente anacroni6tica rispetlo a cf:rtO auto• teduto ol mi~er 0 e reicllo don TrajelJa. in• infinita piencna. Opprc..,,.o dal dolore dei rnatismo dei nco-realisli. a certo a1Tan110- 1uuuin <'erte ,,uali1à -e:iccrdotali di dou I ~UpLrstiti, e~ce alln IU4'C del mattino :iul• so, mitragliante dialogare: che ~ono irlen• Carlo, uon C!-ita a iicn irili di lui per lll· le orrueJ dt•llu :iuu cbbr1•zza di vi1a o di li di beltzza neuraslcnica. Le :-tei,.~e pa• ·rnrrc: la gente Ili chicz,,u e ricondurre ul- -'aIute, finch è !< 'imballc nel brigadiere che ;rint' degne, di antolop:iu lu111no il i,regio l'O\ile le« c.rctit·hc » pct•ordlc di Gap:liuno. (non ~i ~•• m.ii) era ,c.i1u10 11 ccrcurlo: 1 i non far staeco !oUI resto, di 110 11 far ~on Curio :lf4"0n;;c~1teC alnu.•no per_ quc! r (t Sui .l'C.,pl~gli di. giuc ..l~:1 sa~lellavan~ gli I(( ('!tpitolo );I, di r.o!l cadere cioò in quel g1on10. 1>er quel i1orno ~olo. la ch1e.a ;11 ur<'clli. dei gro-.~, merli nen, chs, ~t le- ~enere che caro11enu11. a mio parere. una nfTolla non perchè Cristo abbia \·a.re.alo i v1wano in ,•olo al nostro pa!JfAgg'o. - 1 certa im1>otenaa e ::a de5erivere e a narra– monii dr Eboli. ma perchè don Carlo ha I Vuol tirare., dottore? mi d,sse il briga- re {continuo rimio da iuunogiue a imma– accompa1t11a10 ron l'oquino I~ mess.a can• diere. e mi J>a..~c:ò il moschetto, Del mer}o ~ine, ricor60 ai « come », ai u «pareva 1r> e tata. che colpii non rimasero che le pnme che ahreuanti es1>edicnti cari ai prosatori dai ,\ ftn~to pu1110 il liLro 11011 può che con• -.eesero lenle J>er l'aria: il corpo doveva pit.'<li dolci). Se ci sono delle pagine chf' ·h1ehr ..i. Du Roma, (!"impero è 1oniuto @ui 1·s~rc andalo in pezzi a quel colpo a pal- ~i espungono !-OUo forse quelle di carat• -olli ra1ali) ,•iene l'or,linc di r,111patrio J)Cr I 1a, cosi s1>roporsiona10, e non ci rermam- tere 1>0li1i4"o,d1., ronfcrmano la prepara, il confinato. I <"Ontadini 11011,ogliono la-1 mo a cercarlo-... Un bri1ante non ll\'reb- zione e le origini cuhurali ddl'autore: !-ciarlo partire: don Carlo spo..erà una rie• Ile ucciso un uomo con migliore elegonz.a. quell'11/umiuibmo gob.-11iu11 0 ehe nella fi. ('a zitella vacantia. e coi!Ì re .. tcrà sempre a E Jon Carlo, collocalo nel mondo della ~ura della sorella medicbet''ia trova la .sua Ga•li11110. Quamlo -...j avvi4"ina il giorn() ,!libertà, imi1a }L logica islintiva di Nin- migliore, aneh1: se fugace. incarnnione. della pancnza minacciano di hucare le co• 'anco. con tutti i suoi Oecuri p:ll)faggi. l)ue:ile pa@:ine non aggiungono nuJ!a alla ruole dcll'nutomobile ... Par ',ti leggen: le I Mi par chiaro che 111proq>ttt'.va tra- fuu..:ione e JJrOgr6S6ista II del libro. Quan– uagine finali di Typec. le uncnture di <lizionalc della leueratura in cul il Mc1,- 1• Levi dice che il Me-1.zoaiorno deve su• M,•lville alle i.sole Mard1esi: r< Ka1111aka '1,ogiorno è protagonista, n~I libq> di Le,·i .rl:lre il 1uo complesso d'inreriorità, Hi- 1indigeni} non permeturanno and11rt• in è ca,,o,•o1ta. In Verga, in Alvaro, in Vil- ·e giusto; ma èonseiue una vtra efficaciu ne.. ,)oun1uop:o ... Voi, 1-0bù 11. torini è -:-em11re uno della « tribù » che rh·oluzionaria proprio <1uando rapprcsen- \\ u·bhero c!unflU~ r.:agion,. certi lt'Uori 1,arla. Vittorini con la potenza Hel suo o- la c1u~to com1,les!,o d'inferiorità e di pau• 'l dubitare che que&th libro di Lhi (1>er "lrallo furore: Al\'8ro con la ima as..-ona ra ddlu libartà, anche se come artista è tlirla <'011lt> 11arole di lag,:iù) non è un Ji. memoria; Verga, 1>iÙ 'i tulli eloc1uente, pt.rtato ad amare e a con:-en·are questo bro « le,i:iuimo ,., hcn$Ì un l1hro (( affuttu• 1·0} ,ilenzio del!a sua grave « impassibili, mondo cOl'i rom'è e come deve ~ere aJ– rato », Tutti quegli ingenui meridionali, tÌl •· Non ei potrebbero citare tlcriuori la ,)olla Funtn~ia. A parte il fatto che 1,er una rhe ,orrcbbt·ro ,~rifi<":ire l.11«,legittimità-.. umanamente e artisticamen1e pili remoti c_oiucidem:11fortunata, m<vitre )a ,ua J>Oe– del libro. come se fo._~everamente un gior- Jal gusto di Levi. 11c:1 t,nde ud allontanare il Meuogiorno nale di \'iaggio presso <1ualche remota tri- In Levi tu1tavio quel distacco dalla ma• più <'he l'India e la Cina. il Meuogior- hù cli rolore. e :-i ..!degnano ~e ne ha talo,. teria. che Sèml•rr. ncrf'ino avventuroso e no oggi. o11ollcci1a1 0 da OJJP~li interessi ·a l'appnrenza, sono delle \'it1ime neces- giocondo, e che non è indifferenza, nasce reazionari e democratici, tende ad usc.iro ~ari'c di un artistico miroggio. ,•iltime per da uua emozione intensa. forse la più alta dalla Hlll immobilità. èd è 1,oliticamente e •ne,:clio dire della }oro s:t..'1J5u incapacità o della. 6UO vitll d'ortistu. Jo non ~o 6e i i,ot'ialrnt.'11lC vivo, in agilazione e in mo– listin[tU'Cre il vcr-o dal r,alc. Ci sono trn ~cntimenti elemen1ori, insorti laggiì1 nel- vimento per ov, icinar~i t" ricongiungen;i i modLrni. degli ingegni ar1istici 11nt11ra(. 111 L1evoziont per ques10 falso nume in 1111 't< uhro 1) Italia. 11Nue mibtificatori, ))er ricchezza di doni tlllltc anime ap1>nssionatc 1 abbiamo coniato Cristo .1'è fcrm(lto ,, Ebofi ho avuto un e non per llO\ert:i .;imula1ricc. La ..plcn-1 ,1u11lco~1 1>er lui. Ma in un'atmosfera '-ucce&So enorme. e conlinuerà ad averne lida ~alt11e della loro oruloriu li porla a «- Nurni11osa », non credo si poi@u scn;,a ~oprauuto pn•,$0 gli stranieri, forse 011 • ,·agh,gJ<:iarc 1ali~mani, a fur sogni ,li po 1 •·onseguenze, diletrnrti ad assumere il ruo.:• che Jler i &uoi richiami di contenuto al ·en..:a. Mn un gran taJi.. 1110110 è già in lo- I lo del nume. Nel cuore inconuno-.:-o del generi-: medico-letterario, assai fortunato, r 0 iJ)<)86CSSO, ed è la loro ra1110sia, la !,oro I no-tro terrestre lcldio, u cui tulle le arli ;) pcrcl1C ques1a Lucania ricorda l'iucanto <'DJ>acità di adalt'am('nto,.,di finzione. di di Apollo furono riv.!lutc e tulle Il) ~cal- ancc~tralc di ccrla Italia di L:iwrcnce. mimesi NcmmetlO la loro pef"'lon:1 si ~01 \ ln•z:,;e dei suoi 1>rc1i, m'C par~o di 6Cntir Quando 1111 lihr 0 1:rorprende l't·ntm,:a~mo rae a Quesla for'za es1eti"Azu111e: i confini/, il.rure il sentimento della forto ebclusio- •lei lc1tori la cosa più fucile e tro\·argli lr:.i mimesi arli ..tica e mimesi 1>raticil fini- llf' che gli ha inflillo la « Ci\'ihà nera » ddlc a>arentele con libri già affermali. A q••Ono tnlora per annullarsi. dei cont:idiui. Lu so 1 itudjne pra1ica del Mario Solda1i la pro:.a di J..c,·i ,~:irà t>er Sulln via <'he Crislo 11011ha mai per• confino 6i è co1wcrti1a nella soliturliue at• l'u,,o delizio.so e grato riel cliscor:,0 indi– ror&o e non potrù mai 1,crcorrire. una ,•ia lellla ed inlcru dell'artiEta. Gli uomini e rcoo·t, ricorda <Juclla di Ma~,mo d'Aze. Ahc s'ind-escrta e s'al!onlana miticamente il f>at.-saggio'della Lurania gli h:mno do- i:::lio. 1--t.vi.che 11 difforcnza di ChurchiU e uel h'llll>O e· nello -.i>azio. fra totem e "'· vu10 far ~entire quei limi!i JJii1 intimi, d'A..:cJ(lio, è un i•ittorc, 11011 1,uò sospet– 'ui.. Cl:lrlo Levi è :illlto me..80 tlal dec:tino. lillcl di,•ieto ui:~olulo da cui 1:rnlla1110 nasce, rnrc una malifr;nit:i in queslo giudizio, Nem– \fa li lo porlavu la sua vocazione. (Jucl)o per liberazione, un'es1>ressione JJOt'lica. meno come ~criuore. For6e già ,,L.Jl) le 0 m il mondo ..ognato dnlla sua poeticu: ,\himC. :mrhe nel buio ruorei di un nu- patrie i~toric le11crarie collocare il 8\lu 1n mondn senza Storia. un motdo chiu.::.o mt• può annidarsi la v noia zodiarule » libro (dr-Jenumentc. :11u-he!oCecccntricamen- 1lla LibcrlÙ e alla Hagiorl'C. Nell'ern tre-- che esala SJ)Onlanea dall'apatico fluire le) iu un:1 tradizione 11icmonte1J(. di auto– ncnda ,h•I 10ta 1 itaric:mo. 1'11rtis1ache inse- dei giorni: era i e pe!>crai, JJC4crill{I e Jte- biografie ormai rlassiche: dallo Viw del la Russia 1i. ienza ·f'!nJH:re C06a f06B& .la Russia, 6icuri soltunto the in RuS5Ìa c'e– ra 1'f1ltro. Era\•amo in buona fede, accesi di ro111an1ici:.-mo: grida,amo ti. e,,,i,•a la Ru~~iu 1t senzu curarci di guar dare dent ro , noslri 6e.lllimenti, dentro la OOM.ra rl· gione e ridendo dclJa nostra ignoranzo. ln Rm,~ia, per reazione alla propaganda cor– rente, ci doveva e.sJere l'tt.'tro, e allora non potevano impaurirci Jc guardie. Yenilbero o no a portarci via. Una aera una donna anziuu1t col mari– to nccauto (obeso e preoccupato). ci do– mandò se eravamo ariis1j, e a 1 1a ri~po– Sla affermativa. ~ eravamo antifascisti, e Jloi se accettavumo una bottiglia. llrinJum• mo lulli u Timo...ccnko, donna e marito ••omprcso (nei fluoi ,occhi affogati si leg– ge\'a la paura, e cosi negli iguardi in gi– ro, timorosi); brindammo a Timoscenko 1-enza saper bc1H• rhi fo.. ,;;e costui. se un ~enernle o uno !)cit•nziat 0 russo del &eOO· lo scorso. E <1uando lo boltiglia fu vuo– lata. Del Guercio, llÌl1 ubriaco del ,;olilo. ci purlò della morte tl1 Kark11. Il poeta "i d1iuse a chiave nella i-ua ,tirnza, si di– ..,,e,;;ei-uJ le1to circondu10 da tuor'i d'uovo m11rt·i, e ~i Ja"ciò confonder~ con quella mo1cria. uclla dis ..oluzione del corpo. Quando. dopo un meDe. il ca~o e la 1>rcoc– cu1Jazione po·rtarono gli umici ad aprire la retida camera, 1rovarono che Kafka e' e.rn mesrolruo con le uo, u corrot1c e col J)UZ· zo di esse, che s'ero ramhiato, melamorfo– f>i..:zuto. in ma1erin e poh ere e proteine in 1lic.soluz1one. nu morte conseguente 110.1c·c eh.: di 4 rr-, Vaturnlmeute nessuno di uoi prestava un soldo di credito al rurconto. ma ~er– viva a forc_i J)Orre interro"ut i\ i angoiJeioei lru un bicchien. .. e l'altro e nn cartoccio e r"ltro di noccioline 11111crirune. Cu1tu· ,'-O dice,•:1: << Lii morte è il principio del– la ,it:.i », e Del Guercio rihanc,a: « Nu è un :ilio crca1h·o la cui re;-.J>onsabi 1 ità ;>e– l'll 6oltan10 sull'uomo 4"he lo compie)), Al– lorn io vivevo di una gloria scroccata: ave– ,·o rapJ)re-.entato due commedie in 1eatri– ni &J)erimenl::ali, nve,•o girato un pò l'Ita– lia dietro di r,se. e molti mi conoscevano rii nome. Fo~e per (1ue>!toritenevo d•~~crc il pi'Ù ~'Tande conunediografo di tutti i tempi e ,crh•evo un atto unico al giorno. del qua– le GuttU!lO !oi divertiva, la sera. a disegna• re le iscene in carboncino ,ull.() 1ova1li■ bianca della 1'ra11oria. Il Un'altra sua, nella st~u trattoria. ven– ne con noi uno contes@ina dì campagna. una ,wb;fe, autrice d'una commedia fan– tastica. Non rioordo neanche più il bre, \'C tempo che impiegò ad uhriacanii: do– lio due minuti iià insultava :1d allo ,•oc.: i gerarchi che 1>cr caso .;i tro\•uvan<> m.•! loculc. e Lodovici. alla uostra iavola, pen– "'ò ben(• di sguainare un lunp;o coltello ,IH caccia e di aJ>pun1arlo sollo la òlecli:i. « PcY o,cui e,·en1uali1à ,1 dichiurò. Alla oontessina ubriaca vennero, isubit•l •topo lt· fissazioni a111ifu!'ici&1e, quelle aen !i:uuli. i· rominciò a hai•iarci tutti fincl1ì non lu ponammo ull'ariu, seduta DU unu t,anrhina lungo il fiume. Allora t·ominciò a far veriJelti: « Ennio, t'amerò per 1u1 , cntennio 11 « Lodo,·ici. .. "ei tra i più curi amici M. dirhiarando chi, non sarebbe andnta a dor– mire 11enza di noi. Era un bell"imbarazzo. Malg1-1do la Il'• nessimo fenno per le mani, @eguitò a sl,u– ciuçchiarl'i furiosumentc lasciando che uuo nrano ingorgo le .;.ali~e e scendesse nello ..10111:1co.\nci1e noi cra,•amo bri!li, e atl un tratlo. quando t·rcdth•amo d'a\•erla del llllto ralnu;:a. i:-piccò un balzo furiott0 e ci s1,arì di <Solto gli occhi come un uccel– lo al caccia1ore maldestro, Lu cercammo per un 1>ò, la chianmm• mo, 1>oi tornammo indietro u seguitare lo discussione con gli amici. (l\fa prima di raggiungere la trattoria. c:cambiammo le statue di palau 0 di Giusti– zia con dei monti misteriosi, e .su d1 ees,· ,.alimmo affaticati. per precipitare d'un 1rn110 ,. dolorosamente. i-ul pra1 0 umidoì. F..NN10 DE C:0Nc1N1 l.llUlEklA ttOMJTt:l.1.1 01 AOAMO • GENOVA • l'IA DF.I.LF. l'/Gl\'E l\'. 7. H, gua una razionale Ulopiu libertaria non I ~crullo, e maruflo mamrlone <' nrnrurlic, '-Upeniomo di buona pasta Vittorio Alfie- ouò non csiiere attratto d:1ll11Ci.11:i del}r d1io (come ~uona la cu111ilc11nironicu di ri, alle memori·e demiurgiche di Giovau- I Tenebre. Per av,""Cnturar~i u. conoscerne i laggiù). E nppunto t-òUll:t lcntezzn dei giorni ni Giolitti. ~cgrc1i. acccllerà se occorre. qualbiasi mi• che Di 1>rolunguno in qu~to domani as• . Ma cr~d? cho 1 1 un fat10 imJJOrtantbsimo . ·ne1izzazione, qualsiasi ruolo. Uno schiaf• surdo (cioè in un eterno mai), Carlo Le,,i sm coslitmlo < a le re:izioni extra-!ct1era- ). ro alla serva-slrega sarà un gC!to di po- ha !IOputo misurare il ritmo delln suo nar- ri-e susci1111eda questo singolare e romun- { tenzu net-e.86nrio per capirne la fiUa m1- razione e il taglio di molti cap:toli, cho zeseo saggio. Un Eellimanale del Sud ha • in11/(:1 &rffluiltolft"'"'• u ri,::lti•,111 il '"• lloll et1ino .. JN,.'OHMAZION/ IIIIJUOGHA– ,.,, c.UE, , d i Nu•r• P11bbUcadon1' /1a/ion• . l,ibri Enurill e Hori • P11:co/o AnlÌlf•a• riolo, H11on., o«oololOi p•r i lli.bUofili. rnra {« ApJJt!l'la vide e 11enti le mie ma11i ,;i chiudono cnrne <ttiadri, con un paesug• iniziato le pubblicazioni di una serie di alzn1e. il viso della Giulia si coprì di uno gio serale, sul vuoto del ciclo. Nè n que- articoli contro Carlo Levi dovuti alla pcn- ~fa\ illio di beatitudine e si aperse ad un '-IO elega nte gm,to della composizione con- n~ dell'ex podcslà di Cagliano, don Lui– ,orriso relice a mostrare i suoi denti tli 1ras1u il pince.re avventuro,;o di narrare. gmo Garambone. Peccato che 1 11 .strega lu1rn. Come JJrevedevo nulla era più dc- Onde quella organica plocidit:i di diicorso, coniadina, l'incantatore di lupi, il 5011 a. òliderabi)c Jler lei rhe di !!$ere domina• fluente con egual fon.a ed n~io. t-ia che IJOrce!le e i monachicchi non @anno seri- la d11 una fori.a assoluto ... Co!Jì potei di- l'autore fo\'oleggi e arraicizzi la « civihà vere! Altrimenti J>ren'dcrebbcro le più ea– pingerla, col suo scinlle nero che le in• contadina ». -.ia che arcoudis:cenda a iro- lorose difese, pet essere 6tati non &ià ar– comicia\a l'antico. giallo ,istt di ~r- 11izz11recon henc,ola di~1anza la misnia gomento di un'iTonia discreta e protetti– pente »). moralei dei o: ~nlantuomini », sia che ri- va (come la piccola borghesia 1 nivalona- Epi,;,ocli eiffutti. ller la loro ve1i1i1 u11111-lrngga la reale solitudine umana di ~ slcs• 1~), ma ispiratori di una poetica figura– nu, non possono far duhitart· d~lla <eI,•. "lOo di uhri personaggi, immobilmente si.a- z1one che li ha coni.aerati, per cSentJ)ro, gittimità » del libro, C'è un ahro episo- gliati nel deseno delle argille lucerne. ,;en• idoli teneLro~i della Paura. dio. nel ,iuale il 11en;onaggio don Ca,-. r.a colore di tpnpo. CARI.O MU',Cl-:T'l'A LIBRERIA Scienze e Lettere i libri <'he "'i o~corro110 ...

RkJQdWJsaXNoZXIy