Fiera Letteraria - Anno I - n. 8 - 30 maggio 1946

6 FIERA LETI EHAIHA ~ LE JJBJBLLE ARTI ~ LA NOSTRA INCHIESTA L'ARTE e il PUBBLICO Continuiamo la pubblicazione delle rispo– ste all'inchiesta dn noi promossa sull'Arte e il pubblico. Le domande che abbiamo rivol. to ad artisti e critici sono le scg:uenti: I) In che senso si volge l'arte italiana dopo In guerra} 2) Prosegue e&&al'esperienza già in cor– so prima del conflitlo, o se ne diSlncc.a} 3) C'è scissura tra !"arte e il pubblico) 4) Ammes90 che esista scissura, non so• no stati fatti sforzi per rimediarvi sino dal– In fine della guerra ciel '14) In quale senw) 5) Tale scissura non dipenderebbe da un'altra, da quella trn l'arte e la rcnltò.} scienza di libertà, un più umano e ,univer– sale aentimenfo. D'onde non più il ricordo della natura, mo piullo1lo i/ ricordo dello slile: non più il romantico 1/renar1i dell'io, ma il classico equilibrarsi di ,ogget– to cd oggetto. ghcliano. Ora se il ''reale" coincide col tut– to nel suo divenire, l'arte non può essere altro che una sua mani/esta:ionc. L'arte, in altri termini, è lo sleuo ''reale" così co– me si mani/cita al 'artista, anzi così come è ueduto e, più esattamente ancora, c:asì co– me è sentito dall'artista. Ma il sentire non è nè assoluta possioità nè assoluta attiaità dello spirito; ma è l'uno e l'altra cose• in- 1ieme, è .!!intesi a priori estetica, è orte. E in questo senso ha perfettamente ragione il Croce quando a[/cnna clic tutti siamo un pochino artisti, perd,è tutti sentiamo (egli, con notevole dil/cren:.o di significato, direb– be: e intuiamo ») il reale. E il 1)(1~.>rc mag– giore o minore dell'ari i sta sta nel maggiore o minore preoalere dell'attioità sulla paui– vità, della 1piritualitd sulla naturalità. E quando predomina la prima abbiamo, sì, il reale, ma nella sua trasfigurazione poetica, mentre, quando predomina la seconda, ab• biamo il reale nelfa suol grez.:.a e fredda og– geltiuità. Naturalmente queste stesse osservazioni ai possono e si devono ri/erire non solo all'ar– lista creolore, ma onclie all'artista conlcm– platore, ossi; al pubblico, perchè sentire un'opera d'arle significa ricrearla in noi, col l)antaggio, s'intende, che in essa la na– turalità del /atto ai è già purificata aftraver• so la spiritualità dcll'arlisla. Ma se nel pub– blico predomirla la passioità an:ichè l'attivi– tà dello spirito, esso non vedrà mai farle, ma solo il /atlo, E se questo /alto egli non uede nel suo più crudo l)Crismo perchè tra• sfigurato dall'arte, dird che ciò che lia da– lJOnli non può essere allro che fruito di cer• uelli molali o stral){Jganli. Perciò la scissura tra arie e pubblico ci sarà 1cmpre, perchè sempre predominerd nel pubblico la pqasi– oità. Quanto alle prime due domande, si può rispondere che l'arte, non esse nel o un /e• nomeno col/etlivo, non ammette alcuna ten– den:i::a o alcuna esperien:i:a, se non q.uelle indiuiduali. Ma allord bisogna parlare non di arte, ma di arti,ti, di lutti gli arti,ti, pre1i nelle loro singole per90nalità. LUIGI VALEIUO Corrispondenza Signor Direttore delta Fiera Letteraria, Luigi Bartolini IJOrrebbe /orse .una inchie– sta per la revisione dei i>dlori degli artisti italiani che operarono durante la tirannia, in /u·nzione Je!le iniq.ue persecuzioni (tipo Bartofini) e dei /avori iniqui (tipo Ferrazzi). E' chiaro che io doi>rei andare all'inferno. Non posso prevedere se Lei vorrà eaaudire Bartolini. il quale, come ho appreso dalla leltera Tamburi-Gentilini in 1 ' Fiero Lette– rario '•, ero un an!iliranno di razza speciale. Ma mi si las,ci strillare ai quattro venli /orte per i ~rdi: ne/ 922 la gente era d' ac– cordo da oltre un decennio che qualche cosa di buono f oucs.si fatta: nel 926 lo dissero and1e in Americo (/ premio Carnegie alla esposizione di Pittaburg interno:ionole): e così ebbi la poltrona all'Accademia d'ltcAia: e l'ebbi ,en.:.a condizione nè di Ics.sera nè di camicia nero, dei quo/i sono staio sem– pre prii.>o con scandalo di molti e deleteria conseguen.::o 1ui /ooori. Per ordine del "Dio" (uso il ditirambo di Bartolini) i miei dra:zi delle Corpora:i:i"oni /urono con/inali ai magazzini: Ojelti /acque: Come ,già abbiamo annunciato nei nume– ri precedenti, anche il pubblico è invitato a partecipare aW inchiesta. Per ragioni an– che troppo evidenti di spazio, raccomandia– mo a tutti la massima brevilà. Commino lungo, come si vede, ma con– tinuo. E Pioosso che dice di rappresenta– re la realtd, e/ice bene, dal ,uo canto, ma dice male tuttaoia: percl1è la realtà è sì una, ma infinita. E la ,ua realtà è per l'ap• punto p.arle una realtà visibile di memoria, e porle capricciosa astrazione dell'intelletto: p,uro 1en1ualismo decorativo. AI di Id della quale rea/là e' è l'infinita realtà della na- tura visibile intesa come idenlità di cono- __________ _;_ __________________ _ Margherita l'Egeria, mi /u o&tile ~rlamen– te: e non in minore mi1ura il Mini1tro del– l'educazione nazionale, A 111ì: dimenticavo: un giorno del 943 qualcuno ebbe l'idea di inoitare ad itluslrare ' 1 il senso umano e ngre11te'' della mia arte: come è dello a pag. 88 di " Stampa in era /oaci1to " del Flora e citato amabilmente dal Bartolini; do– vette ess-ere colui un gran brdv'uomo, ma l' effclto fu che in quella esposizione tenuta alla Galleria di Roma non mi /u acquistala dagli enti pubblici nemmeno un'opera, ed alJCr>oben nolJOnta pitture, uenlicinque tra diaegni ed acquarelli, qudlchc scultura, ope• re lulte scelte in lrent'anni di la110ro,' f VIRGILIO GOZZI Come è difficile sostenere clic una guer– ra, •ia pure immane e di1aslrosa qual' è •lata que,t'ultima, poua determinare mulll• menti radicali in quelle clic ,ono le lcn– denze del gu•to. e cioè promuooerc nel pet– to di q.uegli arli•ti clic si sono trovati a IJi. verne I' e•perien:i:a M!ntimenli capaci di di– •fruggcre quelli ad casa preesistenti, così è certo che dai di.nitri di una guerra i sen• timenti o i pen1ier; degli uomini oogliono uscire in qualche modo mutati, e clic, pri– mi fra tuW, gli' arti•ti av1JCrlono le eaort°' zioni della coscien:i:a unioersale clic chiede più dcci•i impegni morali, più naturale amore degli uomrni e della nalura. E già dopo l'allra guerra, in Italia, quegli steui che dvcoano comballulo la battaglia per "una arle nuova d1e della natura oi•i.brle fa• cea,e conto come di una remo/a memoria, anzi come d'uno slrumento e nienl' altro di quella aUioild mcnlale d1e si d1iamò /anla– •ia, quegli sie.si •enlirono di quella nalurll it richiamo e giudicarono clic fentamenle si dooesse ritornare a /orme meno tu!ralle e più " umane ". •ccn:i:a e sentimento, e di quella lradi:io– ne {ìguratioa che /a della pittura, da mil– lenni, l'drte di comunicare con qllella na– tura. E' chiaro dunque che codesla arie con• temporanea non è a tult'ogg1' tale da pia– cere sictet immediale al cosiddelto pubbli– co; non è, nè, ci sembro, potrà moi riusci• re popolare. Frutlo autunnale dcll'indii>i,lua– lismo romanlico e di quell'idealismo deca– dente, eua ha d'altra parie, crediamo, dato lul!o il suo succo. Di qui la cri1i feconda nella quale •i dibattono e operano i giooa• ni pittori; quelli d1e, senza nullo ripudia– re delle acoperte della pittura moderna sen– tono di non poterai adagiare piÒ in ·posi• zioni d1· comodo sulla pollrona dei /acili sli– liami. MICHELE:ì CASCELLA l) /n uno p.ausa di orientamenti perchè queala pouaa compia naturalmenle una sa– na /orma di diaintouica:ione (giacchè alle /crt>enti reazioni del principio del ,ccolo se– guì una uera e propria corsa afte conqui1te indicate dai cosidctti noootori /ìno a mer• canlili::i::i:are le drti figuratii>e riseri>atc al cli– ma polemico). 2) Esperien:i:a non c'era per il /atto clic l'esperienza dowebbe chiamarli mestiere, e questo mestiere è stato abolito dai ''puri". Bisogno oi>ere il coraggio di tornare a scuola. 3) C•è rma grande d1'oisione purtroppo e cioè, il pubblico '•e/etto'' conoinlo e aggior– nato da una parte e l'altro pubblico (quello oero) che ritorno o pretendere in arte il buon disegno e della vera pittura. 4) Purtroppo i rimedi 50no quasi 1pcaso presi da elementi prioi di reali qualità ar• tis!ichc e oengano naturalmente a nau/ra• gare dando cos~ rogfonc agli elementi idea• listi d1e li hanno provocali. S) Sicuro, perchè la realtà è così reale e l'aderenza porta di conseguenza a ri1ultati non sempre aclcguali e perciò in con/litio tra idealitlJ e materia/e. UN LEITORE Cara 1-,iera, permettimi di rispondere al tuo referendum sul 'arte, partendo doli' ultimo delle tue do– mande Fra i• arie e la realtà non e' è mai ,tata e non ci sarà mai aie.una 1ci111urd se a real– tà (più esalto sarebbe il termine • reale». perchè •·realtà" ci suggerisce l'idea indcter• minata dall'astratta immobilità dell'e11erc, mentre il •·re~lc" è il concrelo clivenirc dcÌ lutto): ae al reale, diceoo, si da il significo· lo più od.sto della parola, il significalo Hc- MOSTRE Qualche diecina di mostre, ccntina,a e forse migliaia di quadri sono passali oue· sta primavera nelle gallerie d'arte di Miln. no, ma vendite ce ne sono s1a1e poche, LI" più importanti -sono sta•c le rctrospetlivc di Spadini e di Modigliani. con opere fuo– ri commercio prestate da.i collezionisti. Spadini non hn avuto fortuna. A venti :Inni dalla morte, In Galleria Gian Ferrnri aveva preparato questa mostra coll'intento O.i farlo meglio conoscere ai milane:ii che, i:1 fondo, non lo hanno mai capito nè ama• h> troppo. E' stato messo insi"eme un bel gruppo di opere, rappresentati...,:., di tulli i periodi della pittura .sp,-.dini.ana clall'Au• lori/ratto del 1901 agli ultimi dipinti del 1924. Ma forse questo ha finito per nuo– cere alla prcscntazic.,ne 1)(!1<.hè Uha scelta di pochi !l>czzi ~ndiscutibili avrebbe con· vinto il pubblico più di un 1lanorama do– v,~ le tanlo e non sempre lodevoli inf111en• ze apparivano anche troppo evidenti. La critica ha oscillato f rn il sì e il no, Fuori di un pezzetto moho misurato di CarrO su Mi/ano-aera, gli .ahri sono stati più per il no che per il sì. Ai milanesi. in comples• so, Spadini non è piaciuto neanche que• stn volta. E sembrn un fatto ormai defini• tivamcnte accertato che a mano a m..,no che gli anni passano e· che ci si allontana dn Roma, il nome di questo pittore si fa :1-empre pili confuso e inconsistente: .ii p;,_ tot i della giovane generazione il nonie di Armando Spadini non dice più ,nulla. Ben altro successo ha avuto la mostra di Modigliani organizzal'n dall'Associnzio,1c fm gli amatori e i cultori delle arti figura– tive contemporanee. Ad eccezione del Nu– do rosso che un collezion:sta di Brcscin hn rifiutato, chi sa perchè, di prestare. vi ~ra– no riunite lulte le opere di Amedeo Modi– gliani esistenti in Italia: 16 dipinti e 45 disegni. Alcune di queste opere sono frn le più belle e le più note del pillorc, an· che i diseg-ni sono molto importanli, e par– ticolarmente importante è stato riuscire !I presentarne un così gran numeto )nsieme. La mostra è rimasta aperta più settimnne e durante queste settimane è sta.:tn sempre frequentata dn un pubb'.ico cosi numeroso da far pensare a una prima cinematogra– fi~a Eppure qufllche critico ha volllto tcn• tnre in questa occasione una revisione di Amedeo Modigliani, Il più spietato è stato Leonardo Borgese che ha scritto sull'Eu– ropeo: • La sua linea non è originaJe, J;i suo i::z-rafìaera bene comune di tanti c!ise• g11atori del tempo, ,\ suoi rossi venivano dai .. In reallà, e sen:a ooler qui /are la storia della pittura it'aliana contemporanea, f'a. •lratli1mo che in Francia con Picasso giunse a /orme e valori alauimi, tanto cl,e ancora dura e /a 11eandalo (come s'è oi1to a Lon– dra) q.ui da noi ebbe oita effimera e subito •i mutò in quelle esperienze clic più giu– stamente pigliano il nome cli primiliuismo o arcaismo, di guslo metafisico. ermetismo. La natura oisibile, piultosto cl,c rimanipo• /ala inlelleHuali,ticamente e distrutta piut– loslo che rifatta più complesso. fu, come semplificata. Un Carrà, un Morandi, con spiriti diuerai, l'elJOcarono come c11cn:i:u ele· menlare: nè po.siamo qui indugiarci con lroppi eaempi. Ma non o'è dubbio che, per quanto faticoso, il cammino dcll'arle ilalia– na à quello che porla da /orme ermelid,e a }orme o-perle. Diciamo clic il romanticismo decadente di Scipione e la scoperla d1e. sia pure attraverso l'eaprcssion1'amo e Van Cogh, a un certo punto fecero i giovani cle– gl'impressioni1ti e di quei loro problemi e oalori, e cioè delle /onli della pittura mo– derna, sono /atti che indubbiamente ,tanno a indicare clic il guaio ai svolge oerso unn " umanità •• sempre meno indiuiduttlistica, si1tillala ed astralla. Siamo pertanto a un mvmenlo critico, percl1è la reazione al /or– maliamo nouecentesco, eia .una parte, e dal– !' altra ad una realtà troppo congcRnala e in– lellettualmentc ricostruito e intJenlala, a una ,·ealtà mediala e poi vissuta come mito o sogno, ha dato luogo in questi recenti anni a manifestazioni di /urore e languori oisiui che bene il Longhi oidc come segni di un qui c/d noi dilagato irrazionalismo lcdesco; quello dooe si scioglie ogni idea classica dì /orma e pigliano vigore gl' impulsi dcii' in– conn:fo; dooe si s/rena uno emotioilà tra 1ensua/istica e paic:alogica. Un c1prcssioni• smo sooente a b.uon mercato, taluolla con· dotfo fino alle 1oglic di un monclo di appa• ri::i:ioni larvali; uno realtà ,enza costruzio• ne nè ordin"e. In oerita 1 quando ocdiamo ancor oggi, giovani non prilli d'ingegno (e per ca. a Milano) pre,umere d'essere al– l'aoanguardia ricalcando nemmeno le /orme, ma proprio le formulette picaasi.cmc (i due nasi. i due occhi in un profìlo, ecc. fCC.) e ripetere pedissequamente gli sd1emi di questo ormdi lroppo famosa Guernica. non possiamo /are a meno di concludere d,e solo in un punto intermec/io /ra codesto astrarsi dalla oi1ibi/e realtà per proporci una realtà tutta ragionata e pcnl(lfa (il cubi,mo) e lo sfuggente, simbolico, eoocalioo, imme– diato, eslremdmente delicato e oibrante sen– timento delle reali parvenze (quasi un sen• timenta/ismo), solo in quel punto potrà met– ter radici una nuolJa piltura_ Ci sembra, in altre parole, che il tempo sia mo-Juro pcrcliò quc1la pittura si riaffacci alle soglie di una rcallà dove appaia risolta in uno l'onlino– mia di sogno e natura, di "sentito'' e pen– salo, di immaginato e ueduto; d'una rcaltd che non faccia ciel mondo !Jisibi/e e natu– rale nel miglior ca,o il "ricordo'' del pit– tore, ma finalmente I'• oggetto» della sua contemplazione. E ciò non per proporre ancora un principio di trascendcn:i:a; tut– t'altro; ma per c/ire d1e ci sembro mdturo i/ tempo di attingere, in un pit\ /ermo e comunicatir>o amore della natura (quella cui tutti partecipano, cd è prescnle, e non mi– tica, ma storica piulloslo) una nuovo co- • Scusi, e qualche libro italiano non ce l'avrebbe)» (Disegno di FRANCO CE TILI I) 1b ioteca Gino Bianco MILANESI /auoes, i quali ne abusarono tanto che per reazione i cubisti quasi li abolirono. li suo mode di concepire i volumi viene da Cé· 1:anne in un primo tempo e dalla scuhura. negra in un secondo. L'allungnmento è ne– gro, mn è anche libedy e giapponese. Il convenzionalismo delle facce, degli occhi, dei nasi è negro ... I valori formali in Mo• digliani dunouc, sono tutt'altro che puri ed esemplari. E. i valori spirituali) Qui pu– re 1egna un gran disordine: caricatura. e ins:eme sentimentalismo: freddezza con• iernplativa verso il modello, misticismi> e 2ccorativismo ». Molti hanno insistito sugli aspetti ommmcntali di questa pittur,, sui suoi caratteri orientaJi, e poco è mancato cl)c non venissero ancora una volta tirati in hallo gli argomenti razzisti sostenuti un tempo da Tclesio lnterlnndi. Qualcuno ha dt:tto che Amedeo Modigliani rappresenta nelrDrte contem1>0rnnca quello che Simone Martini rnppresentò nelrarte del suo tempo, mn il criitico dcJ Corriere \Lombardo hn fatto osservare che, pcrchè fos.sc vero quc– ~lo. bisognerebbe prima di tutto che l' arie con1emporanea esislcsse, bisognerebbe che 015~1 ci fo.!lse Giotto. Otlone Rosai ha esposto vent:cinque cpe• r• recenriB&Ìme alla Galleria della Spiga No11 hn avuto una buona stampa. Molti avrebbero preferito rivedere i famosi omì– ni che il pittore fiorl"":,tino dipingeva i·llor– no al 1922. e hanno detto che la sua pit- 1~ra è diventata sfalla, bambagiosa, :oman• t1ca. Affermazione ingiusta pcrchè. chiuro il periodo degli omìni, se è vero che la pit– tura di Rosai ebbe un periodo di inccrtcz– Z<l fra iJ masaccismo di Ardengo Sc-ffici e il desiderio di una maggiore liber1à che lo p{,rtò a risultati qualche volta confusi, è rt r,·enula ormai a un grado di scioltezza e di oadronanza veramente esemplari. I tra• sparenli paesaggi toscani che erano esposti a)la Spiga, le spaziose nature morte, i po tenti r:tmtti pieni di espressione e di va– lori piltorici, fanno di Ottone Rosai un mae– stro, e questo pubblico lo ha capito meglio dei c-r;tiri perchè la sua mostra ha battut'l il primato delle vendite di questa stag~o– ne: duecentomila lire nelle dalle percentuali e dalle altre spe!!.C. una bella sommetta per i tempi che corrono. Le difficoltà economiche costringono Con molti ossequi FEHHUCCIO l~HHAZZI * Sig. Direttore. sicc.ome per un - io credo _ errore è stato omcuo, nello mio lettera di risposta a Tamburi e Gentilini il seguente pezzo e1aenziale, così vorrei pregare la Sua cor– tesia di rettificare dando noli:i:ia, ai lctlori, che i/ peuo ome.!1-Soera il seguente: ''Nè 10no stato io a $CrÌVere l'arlic.olo conlro le opere di Genlilini e Tamburi (eaposte a Bologna), pubblicato nel • Corriere dell'Emi– lia» il 17 aprile 1946. lo, anzi, avuta noti– zia di tale articolo attraver~ l'amica E.co della stampa, intcrucnioo in po/emica non per ribadire le deduzioni di quel crilico d'arte il qudle ooeoa aOermato d1e'' ecc. ecc. La ringra:i:io per la pubblica:i:ione di que– da necessaria relli/ìca e la ,aiuto. Lu1c1 BAHTOuì\·1 * Signor Direttore. Sono troppi cm11i che l1flrtoli11i è osvita· lo cmche nei fogli per bene; e ciò percl,C ,·,, Italia si è semprte pron# ,, c/t),ic11ticure. M~, f>er ,,.m1, spendere troppe 1JN1role, mi li~ m,to a cl1cl11arare che ne ho abbccswn:c1 di 11111 i.11diuiduo clu: è 5U/to s<1uali/ìcato da 1111 vcrbctle che ll11t." co11osco110. Tllnte graziic FnA ·co GENTILINI Pcr ciò che rig,wrda me, vogliate puf,. b/lc<rre queste 10 1x1role " che sa-,.cbbero le uJtim,c che io ho deciso di sprecare per ~111 • fon.ore che 110_,, sa _leggere e per 11,, 0 )Critiorc che mal.111tc11.:1011aurmcntc >crille. cioè p1;r /,uigi Bllrtol.ini. /Jo ca1,ito molto beuc che ù1 volcmica si può dimostrare of frttori che luuwo 11è tempo 11è vog(U, d!. cloc11mc11tllrsi che il f'apa è ateo o Cristo è trria110; L ,sdl.un ~ <Jui11diquesto compito li 8CLrtoliui c/,e si vrctende lircwi,55imo in <1ues1'e!K!rci:iò. Mi co,ur-1110 f}erciò ,,J. pc11sicro che le f)f-TS011c dl1bbet1e llhbiano du esse sl.es3e al di /1.1.qricl,, <1u.cstc polemiche capilQ cfo un 11e::o chi sono fo person<.' eia trtdt.ure e r1uellc da ig11orarc. Crn~ic e mi. cre(/ti suo OnFEo TAMIJUHJ molti collezionisti milanesi di arte contem poranea a disfarsi dei loro pezzi più belli Così ogni tanto spuntano fuori nelle mo– stre collettive quadri spariti dalla circola• zione già da molti anni, Il mese scorso alla G<.•llcria Gian Ferrari era esposta la Corti– giar.<1romano, una delle opere più belle di Scipione. Il piccolo, preziosissimo quadro ci è sembrato che Fosse un po' annerito Con la pubblicazione di ljUeèle due I,,,. dal! ultima volta che lo avevamo visio, ma tcrc intc11diamo di uvcr chiuso la polemj. forse si tratta soltanto di un'impressio1 1e ca. Vorremmo soltanto chiedere ai eonten- Con molta curiosità il pubblico m1bnese dcmi di considerare 1n scarsa utilità, ,mzi ha ammirato la collezione di piccoli quadri il danno clic tali eonlcsc recano alla ]oro esposta da Zavattini alla Galleria del Na- :.irte. Come diciamo in ahru pagina del viglio. ~ior_nalc,. ci sc_mbra necessario che gli ila- Alla Galleria del Camino c'è stata una hani, e III primo luogo gli artisti <tccct– personale di Fortunalo Depero che J--a in li.o.o le_ responsabil_itl1 del passato, ,;on per tcreHato soltanto gli uomini sopra i qua- rrnfacciarsde- rabb1osamcn1c, m:1 per soon– rantacinque ;mni i qun.li hanno ,,issuto a tarle con una leale volout:l di I.ibero la– Roma ncll'.ahro dopoguerra e frequenta• voro. Vogliamo tentare di vivere in pace, vano i sotterranei di Bragaglia. Depero di e con un po' l!ill di modestia, di disinte· [;:~~·::"i~::1:T~t.~:(~:.;:t!:~: :!::r:~,c,~t~;f:~~~ 1 !~,~; ~ ;::l'. v,t l'illusione che da un momento all'altro cuzinnc~· Speriamo romunque f'hc que~1a dovesse fa.r capolino• Amiante. Alberto siessa pnlemica - da noi ospitala per un Cccchi e gli altri amici di allora, oggi scuso ,tj libtmlit:I cli cui non vorremml scomparsi O dispersi. 1,cn1irri - induca almeno, (lCt reazione, : 1 Ch: ha fatto più chiasso durante questa ~tirnare i v:mtaggi dell'urb,11:io, civile CMU• slagione sono stati i picassiani che hanno ::~~~~~;t..:~ra(IJ.o~tnb.).'>eranti i,cr le for:une ri::~~z:\~n ~:~~;c~;ri~~id:i:eBr~r:~~· 0~ì: li"""""""""""""""""""""""""""""""" tim:l è stata quella nella Galleria Bc:gam1• "'t ~ ni dove esponevano quattro pittori e uno J lettori residenti in scultore. I loro nomi. in ordine alfabclico, Svizzera che desiderano se-no: Aimone, Bergolli. Morlotti, Pagan!n e Testori, Ma è inutile parlare di ognuno abbonarsi alla scp<.,ratamente, è inutile andare a vedere qunlc di loro, fuori della moda aUuale, po– trebbe avere più qualità dell'altro. ln gc• nere le qualità appaiono piuttosto scarse in ognuno. Questi picassiani. che ricordano Picasso soltanto per qualche aspetto esle· ricrc m'Ulamente 5mltnto attraven:;o le ri– produzioni delle pubblicazioni d';rte, sono un fenomeno provinciale che non riguarda l'arte ma la sloria del costume, e richinma– -no alla memoria quei futuristi che imper ,ersarono nell'altro dopoguerra quando il futurismo aveva ormai esaurito le sue ra– gioni polemiche. SANDRO VOLTA FIERA LETTERARI possono rivolgersi alla LIBRERIA MELISA LUGANO

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