Fiera Letteraria - Anno I - n. 8 - 30 maggio 1946

FIERA LtTTEHARlA I I l•a.,olutim,o e laccn,u,a •i può di,c quel G L I S P E T T A e O L I ~:,,t tu;:;~/f,;~n:~~~na~o •;~•~~~i una donna col bombino in braccio, e ciascu• no u' l10 espresso sè stesso. !aa=======================;...==-===-==-=-===--=-=--.J Crede clic si potrcbl1c puntare sui let– terali, clic oggi non scrivono per il teatro? ma che può certamente percorrere. Aoremo ad esempio, clic O Roma, oltre all'Accade- - E' veramente un circolo oi::.ioso, gli I un'oslacolo nel lioollo culturale della ~ mia di S. Cecilia, esistono due teatri sooucn- scrittori non laoorano pcrcl1è non lwnno fi· In ·terv1· sta pc,kzione, .'"O il pubblico tro&.)erà cerla-1 z.ionati per la musica, clic sono l'Argcn- ducia negli interpreti e nei realiz.zatori; que- l men/e la ow del teatro. tino e il Reale dell'Opera, mentre la prosa sii non saranno ali' alte;:za del compito, se TEATRO , • - Per esaurire la discussione di questo non ne Jia neppure ,uno. non ci saranno degli adisti d,e .scrioano per con D Amico argom_ento parlicolar_e, quale è il pubblico .-: Vcramcn_te _ osscrt10 neanche il loro. Finora se c"è qualcuno d1c ho cercato che si dovrebbe othrare o leolro) m1nrstero fascista ho mai pensato alla rea- di rompere il cercl,io però è qualcuno del- li problema più graoe della crisi di oggi - dice D'Amico - è il pubblico. Il teatro 1'n qualche modo ha camminato, l1a presen– tato spettacoli lodevoli, testi nuovi e inie- re.,sonti, inscenali_ con cura e spesso con sforzo. li pubblico non risponde, La oerità è che ora in /!ali.a si l)a a teatro solo a Ro– ma e a Milano, e poco. Ci sono città di 500 mila abitanti, dove i laoori non hanno assolutamente repliche; mentre in cillà te– desche o slaoc altrettanto grandi, o minori, lavori teatrali di ug,uo/e interesse arrilJOno fino a 50, 100 repliclie e più. li comporta– mento del pubblico è dovocro $Concertan– te. Si danno '• Le barulle chiozzote •• in una edi;:ione ammirevole e la platea roma- no è .temìt>Uola. Si pr,escnla •' Amarsi ma– le ' 1 , una buona commedia in.,cenala benis• ,imo, e Milano fischia. L' " Antigone '• di A nouilh, pure a Milano, non Ja migliore ef/elto. Posso dire in coscienza che i lre quadi delle interpreta;:ioni di Molière della Comédie F nmçaise e dei tre quarti dellp produ;:ione claS3iea tedesca non aono aDalto superiori all'edi;:ione di "Sior Todaro Brontolon ' 1 presentata recentemente da Ce– ~ Baseggio o Roma. Eppure li ocdete: a Parigi o a Monaco /anno la fila per ascol– tare ,un teatro classico recitato apesso mc– diocremenle. - Ha prooato ad esaminare le ragioni di questo accorrere a teatro dei francesi e dei tedeschi? - Per monlenere il confronto con lo si– tuazione italiana, io credo che sia deci.,ioo la qucsh'one economica, tecnica, organiz;:a- tioa. • - Non crede che sia più /orle il 1J<Jlore della lradizione, dell'abitudine so.:iale) - Anche questo è un valore decisioo, ma, anche ,e t>isembrerà strano, ci ricon– duce alla prima questione. Anche fuori d'Italia que•ta tradizione non esisteoa pri• ma del "700. _ Lei può dire in ba.te a quali elementi preci•i, concreli -si sia andata formando) - S'è formata in base ad clemenli che doorcbbero far giuoco and1e sullo oito toa– trale itaUana d'oggi. L<! slorio clcll'amore al teatro di cerfi popoli è uno .ttorio d1e il popolo ifa~o non l10 \ancora p,crdorso, - Per ora le plalec sono Jrcqucntatc dc I liz;:o;:ione dc/l'auspicatissimo teatro stabile l'ambiente teatrale. Del resto non si può più piccoli gruppi di signore e signori, inetli- che pure sarebbe stato nello linea dello su; negare che ora ci siano allori e regi.sii di labilmente pochi, che fanno del teatro un politica prote;:ionista. una certa sensibililà e di uno cerio cultura. problema di mondanità. li pubblico tlero. _ Il teatro stabile non s'è fatto per sai- Mancano i lesti, speriamo che vengono. quel~o intellettuale, quello cioè degli sfu oare l'interesse di piccole cricche, di podii Scorsi i problemi con troppo sintesi e IJC· denh, dei funzionari, quello dei ceti medi imprcs:a,."; e questo n<>nosl<tnle il parere locità, restano comunque stabilite delle re– non può sos!ener'é lo sforzo finanziario c'1e di uOici e Jun;:ionari, clic in oerità sotto sponsobilità. Cl1e cosa sarà della prossima gli si rid1icde. altri aspetti, e parlicolarmcnte per fa musi- stagione teatrale) Moraoio e Brancali, tra - Quindi problema economico, Vuol da, soolgono attioità lodeooli. Ma questo gli scrittori, l1anno pronti due laoo,i. Aloaro dire sinteticamente come I.lede i vari lati di non è p;Ù un problema di discussioni, è aorebbc oogamenlc promesso di laoorare, questo problema, con le poS3ibili soluzioni) un problema di folti, Rosso di San Secondo lia pronte due comme- - In brclJe, le compagnie Jianno troppe - Parliamo di un'ultima cosa. Il teatro dic, altri letterati promettono di inlercssa.rsi spese che dovremo esaminare, L<! prima moderno italiano, a parte Pirandello, / 10 almeno a forme sperimentali di spettacolo, spesa, quella della messa in scena, è pres• avuto prima del ·30 q,ualchc aUermazione Per la /orma;:ione di compagnie, non &.Jbi– ~-chè irriducibile; ma non è queslione de- I interessante, poi l1a camminato tra la mc• tiamo che le attrici più attente trooeranno, ciscoo. Secondo, le paghe degli attori. Si diocrità, ed ora si è fermato. Ne vede /e secondo la formula suggerita da Sifoio d'A– rimproverano gli attori di pretendere paglie ragioni) mico, il loro impresario. Clii tace è dunque esose, ma non sa pensa alla precarietà de/. I _ E' IJCrlS3lmo che tra il . 15 e i/ • 25 /i- solo lo Stato. Non oorrebbero. i funzionari la loro s1luaz1one. Nella maggior porle dei bcrahsi dal/',n{luen;:o francese abbiamo più solerli, considerare la prcsenle come casa CS31 sono .scritturali per un mese, per avuto aUermazion, d, Benell, Mo~se/1,, Clua- una pubblica intcrpe/lan.,.:a e rispondere pub– due, per Ire, a volte per un solo spettacolo. ,ellt, Rosso di San Secondo, A ntoncllt e altri. ~licamente, almeno, che certe idee sono al Diamo agi, attori una ga,an:w d, laooro I Dopo zt '26 siamo ricaduti nella mcdiocrllà I esame, che hflnno probabilità di essere rca– coni1nuat11>o, d 1 due O tre anni almeno con Dare la colpa di questo al fascismo è pue-1 li;:zotc, o!'p~re clic non lo saranno, per Jon– qualclie mese di liberlà per il cinema, ed rilc. Molière, Racine, Bcaumarcliais. se ce dole rag,om) essi non aoronno alcuna neceuità di chie- ne }<»se bisogno, dimostrano d1e malgrado 1\LFUEOO Prn.1101,1 dere paghe che siano un'assicurazione con- lro la probabilità di disoccupazione. I/ ter- ----------------------------– MUSJCA zo problema è rappresentato dalle tosse. Com'è noto, il teatro da sovvenzionato s'è }alto soVIJCnzionotore dello Stato. E' in di,cuuionc uno legge pc, ,idu"c le im- s1· chiudono 1 batten11·all'Adr1·ano poste sugli spettacoli e /orse siamo sulla oia della soluzione. Il quarlo problema è quello del teolro. E• necessario che ogni comune fornisca il teatro grohs, come for– nisce la scuola e la ca.,erma. E' un prov– oedimento che Jarà strillare i proprietari di sole teatrali: venti per.,one in lui/a Italia. Del resto .un problema economico-sociale di proporzioni assai più oaste s'è presentato recentemenle con le abitazioni. Fermando la corsa al riaho degli affillì, si sono Jaoo– riti milioni di inquilini sacrificando però centomila piccoli proprielari: è il mole mi– nore. A i proprietari di leofro resterebbe pur aempr~ la rit11°sta, il oorietà, ecc., che pouono fa, rendere come credono. - Que.,te sono dunque le basi sulle qua• /i punterebbe per riportare in vila il teatro) - Ci sono, si intende, alfri oori proble– mi organi-zzatit>i d'ordine minore, mo ci .,i orril)erà groduolmenle. La ,torio del teatro tedesco e di quello slaVo è proprio questo, ur(allui>.:.ione graduale dei prol.lVledimcnti necessari alla t>ita della scena. · ' - Scendiamo su .un lerreno anche più pratico. Tra qualche mese si doorà pen– sare allo nuova .,fagiane teotrale. Che cosa succederà) - A uai ,>robabilmente n.ul/a. Se non ci sarà l'inte11Jenlo stataie ,, dell'amante da– naroso cli qualche atfrice, teo::-,, non ne ve– dremo, Per quanto riguarda l'inlcrlJento Pcllo Stato non monca certamente l'organo che se ne dovrebbe interessare. Ce ne sono an::i dl'C; il sottosegretariato per la Slam· po e /o Speltacolo, dipendente dalla Pre– s:den;:a del Con.,ig/io. quello per le A rii e lo Spettacolo, clic Ja parie del Ministero clell'lstru:::ione; ma nessuno ancoro sa cosa faranno praticamente. DolJf'ebkro sapere, Con la Ciudim, irio11/m11e e una l•n\'e rt·rie di concerti di c:,rallcrc 1>opolare, (lll– r1· ~irctti da Cuarnicri (:1leuni dei <1uali. gr:11ui1i ,riscrvnti agli impie1,t:lli dello ~lalo), l'Adri:mo ha chiu~ le wc porlr allu mu.. "-.ica ~nfonic:1. La mu.:..<ic:1~info- nica, u, per c~:.cre più e:,aui, i eonccr1i "infonici e sinfonicO•\'CH·ali dcli' Accademia di S. Cecilia 3\ 1 cvano U\Ulo uell'Adriuno la loro sede « provvi:.orin » per un 1x:riodo di dieci :umi; da1·chè, con l'ultin1tl l,,n· rerto del 13 maggio 1936, r.Augus1eo cm p;1~1to a miglior \'ila (o miglior mort.-:J urchcologica. Ad un:1 ,•ila ben di\'er>:a d:1 crnella .. hr gonfìa i J)Qlmoni della musicn pura, pas~1 ora l'Adriano. Nella 1>0polnre f'ala pratense, do,e (t :.calpilarono .i lrion– fì » Ò'cl rirco Kronc, èi darnnno d"orino.:m– zi spellacoli vari, dal\'opcrn, all'operetta al vnric1à; e for-.m1che 1orner:mno :1d im• p('nn:tf"\•isi i focosi deiiitrieri an1111aeslr:11i ,li qunlchc nuo,•o cin·o ,li fnma inlcrnazi,)– nale. Uel rcslo C nel cor~o naturale degli ('' •.!rl· 1i: un 1·iclt1 8i eompic, un :altro ec ne i1•i– zia. Il circo cques1rc, che un tcmJ>•l i.i attenda, a modc~tr1111cntc. con le SUI' 1,a– r:icrhe e i 10uoi l'arrozzoni, nelle piazze o n1ci prati dt-lla periferia, ben più sontu06Ì e 1·onfor1c,•oli luoghi oi;gi pretende; e bi– ::-og.ncrà hodnre :1 non ferire la ... ua su~cf't• 1ihili1i'1, col rn111111cnh1q,:lì ehe il lf'alro Adri:1110 :;ort;c proprio uell'u111ico ecnLro di (IUCI quarlicrc. dw non 111~rnulla ei i11- 1i1ola ai Prati di Castello. Nel mcntr,• vice,•cri,a - ad aucndar::,i -...·1ril prob.1hil• mente \11 i1i-.1i;nc ietiluz.onc dei co1wt•r1i ce<'iliani, se non tro,crà una .!'cde :1dalln. Pc1 la 1no~~ima e.::,latc il problema e , i– ~olto. I ruderi drll11 Ba-.ilira di i1ak~cnzill f:mtnll•l da parclc e d:1 plat~a, e il 1·iclo di Homa tla cnc.c.armonica, alla mus-ic:1 i11eor• porea delle forme orche::-trali. Ma. voi? Si parla drJl'Argentin:1, quale re<lc, provvi:.o– ria dc.l.!'i~1ituzio111·. tn alte~a cU mw 1111• ~liore c. defini1i,.1. V:1!la per J'Ar1:tcn1i11,1. purchC la :.u:i p1·0,,i1ooric1ù non sin 1lcl 1i. po di quella dcll'Ad'riano. E co111u111111e. dopo l'Argcn1i11n do,c ~i :uHlrà. dove un· drcmo, noi profc::-eionisti e l;woratori ◄) umatori ,; di, oratori della 11111:.icakinfoni– ca: Ai Palazzo dcll'1t: .. ,>0;;i.tionc. ,li ,iu Nuzionalc? Ma lo eanno, i foutori di tale progcllo. che cosa significhi e ,1u:mlo Cl'mporlcrcbbc di spese la ~forn111zio11t· e raun:z1.atur. 1 di un.:. stabile t·omc quello ti\·ll'E:.ì>O-.iziouc a ::,:1l11 di conecrlo, u111 lulli gli annes~i e ('OIIIICS~i? Tutto ::-0111111:tto,e ~enz:i con <1uc:.10 \·n• lt'r i111crfcr1rc 1>cr ora 11ella complcs::-n e dclicala l(IICStionc, 11 noslro modo d'i , 1 r• ilerc, la S()Juzione piì1 radi<"nlc e dcfìniti– \'fl tic.I problema s::1rd,b~ <1uella d1c rei:,li tui~c il ,1a11rnlco d':\uguMo alla 1,11:1 11011 di111c.n1ica1u dci.1111nzi,me <li puhblir:1 utili t:ì, che. o'.: quuuto dire alla ::-11:1 nobile fun– zione di « scuol:1 mu~ralc li fhcl ,ch-"l piii :unpio cd (d•·"nlo tlcl termine) dei 1·O– m:u:i e, p('rd1è no, d,:gli it:diunì. Oltr(' 111110, il « ritorno all'Augustoo » contribui– rebbe senza dubbio a far ri:ifUuirc 1111 pu · dì vita i.n quella 11.:onafor:ilc. ;n (!U; ora -.'nlTa,·ri:rno ,balordi1e le n~iovc co-tru...io– ni tlclla csan~ut" 1>iaz:r.:1lmperalorc. Lu1c1 CoLACICC.HI Se ripcn90 a Parigi, a Joinvillc-le-Pont, n MARCELCARNE' rivolgerà al fnntastico, qunnto per élonner ~amé, c'è un'immagine che p,ima delle i bo,ghe,i e gli intcllenuali, quc,'i nogo,i a.Ire :ni viene incontro. E." l'immagine d'un pili degli altri. pomeriggio di stanchezza. dopo cinque mc- Detto ciò, è facile cnpirc cc>mc opni ge• si che si lavomvn ai Visiteurs du Soir. Stan- • nerct si risolva per Carné nel!'nmbilo della chezz.n che prc9C lutti di colpo, allori. tee- t t t sua slupefacente abili1à tecnicn. A Nizzn, nici e opcmi. E.ra nnchc ln aiornnta. l"ag.,. ovve,,.o quasi un ri ra o nel '42 appunto. egli pcnsnvn già al !luo nuo• sto 1n.alu10: non un filo d'aria, nemmeno sui , vo film: tra i SOJgclli in diacm1sionc due lo ponti di Joinville di solito così vcntilMi. Se solleticavano: uno fnv◊ln e un racconto cm- ci ripen90 n lungo, ecco che qucll'immngi• insistere su questo punto) in nhreltanla cncr• rispclto nl tipo frances'": g:ncchcUa corln, do. ambientnto nel dc8erlo d'Algeri. on ne si restringe, isola unn panca sulln qua- gia e m una fortissima volontà di la\010 pantaloni piuttosto lnrgh\ collct:.:> strello (in· I fece nè l'uno né l'altro: fece Le• En/anls du le emno sedulÌ Aldo, il fo1ogrnfo della che non conol'Cc limiti di foticd. Si agginn· piena estate, nel cnldo soffocante degli slu Parodi, e lo fece ben11s1mo. Ahreltanto bc- troupc, e il suo nssistcnle. Schiena contro di. vestito di blu, inn;lpuntnbile fra 1utli no ne avrebbe fotto gli ahri due. Perchè sa bcl- schieno. tc&la contro lesta, i piedi sulln pan· -----...-~ scnm.iciati). il secondo non hn limiti in fnt- lczzn. per Cnrné. sta di cn~a dav1m1i nl- cn mcdesimn: un'aria piuttoslo languida nel • to di pignoleria, unn pignoleria che inve· l'obbiettivo. Ln riconosce subito, e b:s.,gnn . quadretto. L'assistente ern un sedicenne oli- sic 1uttc le fasi, tutti i settori della lavorn vederlo con che tenacia rincorre ciò ehe mol• vaslro, un tipo orientale. c-,,pclli ncr:ssimi. zion; del film. Se il primo tr:.scorse une lo clemcntarm~ntc egli defìn=11ce joli e ri• foce.in cnrnosa, bocca grossn, occhi a man- giovinezza borghese a Parigi. weclt·end sul• fugge invece dal mauoois, dn\ moc/ic: sono. dorln. Lo Mrano era qucslo: che Camé, che la Marna, gargottes a i\1onlparnasse, cena questi. i 1crmini della sua poetica. Più in si affaccendava senza requie per il teatro coli pscudo•intellettun\i dove covavano le l"i non arr:va. Non che in lui manc:hi ogni di posa.. unico a ribellarsi alla stanchezza, ceneri non ancora spente del surrealismo interesse umano, ma il più delle volte 8arà ripetendo • Mai., non, mais non, mais non... francese. il secondo annaffin :J suo cosiddet ndesionc. non scoperto. Limiti, dunque. Se• Voyonsl •• poi ammutolisse e divenla&Se lo (erroneamente} realismo con fumisleri~ nonchè proprio da quelli limiti Carné ccr• improvvisamente bonario non appena il suo ,e ,'-,<;, ;:o :J culmine di Drole de Orame ca di trarre il mnggior vantng,io. sovcndo sguardo cadeva sui due. Credo che. dentro ma che non mancano in /cnny, nei Visileurs si immnncabilmente di collabornloti d'ecce• di 8è. sorridesse. Li osservava per un po', e p ,sino negli EnJanls du Paradis. Se il zione. sia per qunnto riguarda gli at'ori che e subito girnvn gli occhi intorno e li fer- primo hn mente viva. agile, .astuta ma cui- i tecnici, per non parlare dei scggcttiati. mavn su Bruno. Bruno cm senza dubbio turn limitala. se mane.."\ di preparazione fi. Qui, quando non è Jcnnson è Prévcrl, cioè meno bello dcll'Msistente di Aldo. e meno loso6ca e letteraria. il secondo ha il culto l'uomo nel quale I.a Frnnci.a ric.ono~ce oggi giovane, ma avc\'a modi che dovevano pin- dell'intelligenzn, e un'intclligenzn sarà scm• il suo scenarista pili propenso agli ardimen• cere a Ca.rné. Qunndo chiamnva. per csem- pre al suo 6anco a dettargli volta per volta ti e ai C'lpricc1 dell'estro e al quale biao;inc• pio, l'abilleuse o la coi.ieuse, le ultime sii- i termini dell'atteggiamento umano da assu- rebbc ricondurre un po' di quel morboso :n. tabe !tdrucciohwano vin liscic e morbide, a i, mere: mentre. dal ctinlo suo, Carné metterà tcreuc che ha accompagnalo Carné nello sua labbrc 90Cchiuse. C.nrné, ne sono e.erto. do• '---=---""'-' le sue forze ~al servizio di quello che solo rapida e brillante cnrricra. veva ascoltarlo con soddisfa2ione. E.rono del può essere, ed è, l'elemento centrale del suo lo credo che Prévcrt non stimi Carné: l'ag- resto le sue sole distrazioni: attimi proprio. Carnè con j/ suo operatore stile: la tecnicn. Se 11 primo, infine, può L· ttno ·rpmid-i~.'e con cui si ost:na e si li- E.d. era. questo suo estremo rigore nel la· radersi il petto e le a.!ICelle e indossare sa- mita o de6nirlo lo !asciano pensare nonchè voro, così ostinato, che quando accadeva che harianc gialle con le maniche cosiddette a qualche parola sfuqgitagli. Mn e.redo an<"he s'intcnompcMC, come quel pomeriggio, egli gano ambizione e gelosia per ogni suacs- campana, M: ha nella socic1à una posizione che abbia torto. perchè Carné è, nonoatan- arrossiva per conto di tutti. so nhrui {ma anche queste dì natura i":in- di s6da. il secondo è guidato da un irrefre• le lutto, un autcnt!co artista_ E.' forse per Ve lo potete 6gurarc, Marce! Carné, t1vn, rozza. infantile) e &i saranno rinssun·~ nabilc bi:,ogno di andare conlrocorrcntc, di questo che osservavo in lui cor. biografica .ne un uomo piccolo, brutto cd estrcmamcn• le caralleristic~c di Carné uomo. li. regi• essere vist080, di fare 61m rossi, .gialli. ver• curiosità il timido, appena ironico sorr:ao ,e vivace. Pensate 8 un E.ddie Cantor lcg- sta ne avrà poi altre, ma 1utte sub.:>rd1nalc, di, e quando nel '42. mentre era ancora vi- con cui si avvicinava alin panca dt-1 fot&,Jrr1.- :;;ms:b~o~:: ~:..f::;;iil;:-- n~e\:~~;:.:; :~:i~: I ~'.~~~-:~.:~h~a~; ~~ti7~:~;:~Ìaborazionc tra i I::~·:~ ;;ii ~~;:r~!d:~;i;~~~ :i:'.n:::;:p~:z~:-1 ~:~oi~ir:~e: i~.ccJon:~m;;~:~i7i :,t 1 :ie:sc;~~ I mentala da una curiosità di natura un po· due. Se il primo veste con cura raffinata, ne tedesca. il lavoro, non sarà tanto per tigué lon assislanl! •· femminile. Vivacità che si risolve (è bene con un°<"lcg1n:::a minuta che dirci oitodossa evadere dnlla realtà. come; dichiara, che ei M.1c111~1Aì\<.ELO fu"\TOì\lONI Biblioteca Gino Bianco 7 Notiziario I .l (< ••• \ 011 mi .,1.,g11er~, 11('J>J.n1re di .,e,b•re 11 wu, ~,c.~ •.,.., 1111,olac,111 certi critù:i ,/ella 1"lfll11/Ht 11(lf)orla,.,e, /J"' di f/1u11110 J>Olrci M)gmirmi d1 1>/J( ::;:<ire il J/Hlllc co11 i/ '5llffr– ,J1,1110 di IJac/1e111whl »: co1>l lrv,11 :.--Ju11u tH".I., prl'/u:.wne a1:'n1,:io11e i11 vo/11111e del ..,110 1,ell1111v drw1111rn, <111e/Jo i111vernw10 Mii, "tv,~11.,1"ÙIÌ<J di Darla11 \Tltc :i~~:t:.~in. Ll8 fil'• \ew-,~k, Hnndorn llou:.c, j! 1 16). P111che d b.1t·or1> drtu11111<11ico. giù •tppar:.o ,,11, .,tw11pc ;,, ,,ar,c di 111u1h• 011t,,/og1( di ~mcc,,1,1 uatrnli chi' sog/w111J p11bb1u·ar..,, "<'i!li :,,m, L11it, rt /iue d"t111110. 111criltmo I/Il(/ l!oCJ(tW(l/;:IQII(! le I e11titre 1x1g111c Ile/la I re1oz1011c cl,<' .,,,,,o 1111,,fofr11t(} atto ,J oc- 1~,-~ 1 coulro 1'i11comprc11sio11<· e la t·o/ga– r1t11 dc/ 111Q11<fo tealrafc w11crir<1110 ( prml111- u,r,. 111t11r1, 1111bbl.co. critici. 11011, e./)clft.," 11<pp11re il 1 /X!rso1111h, di /a1in1 j: ,. 11110 .,fo· h" //(}// privo ,li IICCCll/1, /Jfl etic,. di "" t11110rc che /Kr dicc, c11111i lw l'crr1110 flj p,-,rtar'IJ il tetitro d,eJ 1>110 fJ(l(-'.,e ,, w,, 1 più ele-.mto concezùm, dell"orle, * . IJe :j(d,<11n è stato 11110 dei pocl,i d11L•1t,,ri ,I orcht>stro eurQJJl'i cl,e r1u(st't11 111 o 11!,f,,ia uiH•11ut-0 a Lo,ulra 1111 m11(•11ticu succt•;)..,o. Del/~, perso11aliJù d 1 Ve &,bau,, che ~li i11- l,fl('s1 t/Q/1 CQI/OS<'t!l'U/10 si Sl,IIQ f/111pi1u11·•uto occu~x••o ~ numcrusc riv,Me 11111.sic<di iri– u,_wllchl! e r11w.,i Iuli, i gior,u,I; dc/Jt.1 ca.• /Jll(I/('. Sull:t\CHing Standard N,iliiJJ ,r /i.i. f't1A·('~· 11110_ dm più noti e brilimit; crilici 11111.ticlili wglesi, /1(1 scrillo: « 1'osc<i11i 11 i, /Jr,~,io /Volrer, f'11rt1•-iir1gle"r: 11111; n 0111 t 11nt1 ~' l.AJ11drn. Ma Victor De Sob(l'ta? f. 011_ 1/r,1 e_ S((/((1 /p11f(l (I SCOf>rire (fU~lll Straor– "rurri~, t><r~01udit<1 11111sicl1.'C: f>erò i 11ro. /P~or, dell orchcstn, /ìlar111011ica fo .~0110 .~t,tt1 mN10; dof}o ci11<111e minuti di f}r011~ rwemuf) ,:ià gimficaJo il mttestro. De Sa– batu lw /allo i<ll'Qrflrt• duro i proff'SSOri; d11rcmte le prove vofovmu_, mi11<tCce ,,ll,..r• m_,r..-: cl,, cm1111l 111011; e <U1 lodi; 111 u:. t.do p11ic<!11!'. D°,JJo il 1,ri1110 concerto i Ct>mf) 9 - 111mt1 d~I. orcl,estra si dicevano fra loro eh,• lJ,_- :iJllbllla cm fra i 1111a1tro ,,w.gsiori mc~str1 dc/ nwndo. l..<1 sun mm1ieru di tti:rigcre lu~ . /auo grande impressio11e: <1~urlchc crlltco lo lui chiamato 1111- peso. 1m111/(/_. 11ut1~chc altro 1111 fr(!(./ Asioirc per , $1101 ge~,,, strm,agunli, ma i11te,1sam,•rllc es1~ress1vi. Per: , (( Pi11i di Uouu, » di /l('. spi~/,, .fu <li0 1 òle 1ru1H1re h~ 11oce dell'us:. suolo; il mlii o e vecchio disco che la ,i. 11rod11ce1 10 s, ero pcu,o e 11011 c'crcr mo,,fo di .wsr,tuirlo. Un 1,ltro grntfàcfl/JQ / 11 /"or. 1w,w. lo .(lr11me11to c'f!ra ma non l'uomo "_dnlto ~, $~1011urlo._ P11 i,u~rrognto 1,,, gio– u~,f! 11w111s111: Eru; 1/arrison; egli twf!va /: 1 <1 <te<111i#alo i'.l bigli<'tto 1l'i11p-csso 1,er il cc11cer10 P 110/c,,a a.-~sist<'r11i ,ili semplie" 11JJ.cll11/<Jr~. _Do/UJ q1111/cl1c di/fìcoll,i si riu– si;, 11 <"Or11·111(.-er/o ad uccct1nrc iJ, rimborso del suo l,iglfotto. c<I 1, tJf"('1111cr f> O.do i 11 M'"". oll.'orc/H•,trc1. E" così che il giomme lforr,sm, lw s110,rnto con 1', Piform-0, 1 ica di ttJ11dro ». * G_11id11 Pi01w11c, cl,,e nlf1urlmcr11c lo,:ora 111.~1t>me n Pi.ctrangt>li. a,I A11to11io11 1 " "l r~g_i,ln l;i..,co11t'i s111lu sc.c1wggillt11rt1 ,/c,fi. 111111·'1 di Mnria T:1rno,:,ka, 1x1r1> 11bb"11 ( tol.,11,·atu 1111,1 11ri1110 sl<M1r11 ci11cmalQ~rt1. fì~u _,lt,: su,, rrcc-ntc rom,111:::.0 Pictii t·ontro p1cl:1. * Do 1111 .~11,, rflccn111a romw,rsn 11<'1 ,·11/11- "'" « Il 11JflM01·,, .,e,wlto >) <dito du T11m• 111i11ell • l'rw,cc.,ro lo111,1e lw i,11,ecp troll() 1111u eommrdi<i eh(• ~i i111it1J/,, Il t"i1·enH1e per i u101·1i. 1/ol,i r coni< r{ll1110 /'origi,w/f! rrm1111 del 1·<u·co11w. <' lt! vi, 11, 1urr1ulosS1dc {ìf(11m dei due 11rot~µo,11.d1. 11110 l!otrnrflga11le cl," /n11- d11 1111 g,omnl<' di « 11( 1 <.·ni/<Jgic elogiritfrr » <' 1111 .<111> /11rbo crmJXJr(' c/,t., /Jf'11:i,11 [Je11,, di i11,lu~tr111/i::u,re fa scopt>rlt1 alle s1>11llt! dei gm•=i. I.a ror11t11<'<lit1 I," lo11i, 1•io/l'11/emc11t'(• :uir• Cfl,(fÌci. " si c1mcl1ulP co11 1111 ter::J".1 flltt,' /ìnl•"·~cv, lo cui fl::hHH' si s110,fa 11ie11tt>111<•- 11,1 clw ~11/ !t,,lric 0 dPlfl11/er110. Il ph) d■moro•o ,occc,uo edhorl■I" ,l.-gll uhhni :ZO ■nni Il pn) gr■11J,e 0UCCf'Ol-0 8 1r■d111tioni l:■ libro orrobilmcn1e ■llcgro e crudele 6H p. I•• 400 JI/" EDIZIONfè I

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