La Difesa delle Lavoratrici - anno X - n. 8 - 20 febbraio 19

r,J T)JJ'HS.1 o:::,Ll5 f.,fl'/Jf.'.11'1:J(:r UD -·po' d1· stor1· a del Soci· a11· smo I fu~:nt:n~\~;,~:"':I\ 01 f.~':i~ 1, 1 &~i\~~):'O!~rit tori e filosofi 119n l'~t1.fr1lero <li vis(_» la digni1i1 dcll"uo1.-io, e. sotto colore <l, fa– ùica. or'a; i (ompi non lo prrmollcrn.no .· Yoi<-,g-gia,ro, fr11s_(aro110a "'!-ng_twla_ prn– Ma. qnefla. parnla, bastò perchè domi- pot,·nza o la Ltrannia <lct s1g11on del nauti e signori rimane.ssero sbigot-tit.i· loro t~rnpo: . . . . , . . ,. in un ma~r.hio. Fuoco di paglia. ch 1 ? di\·amJ.Hl i1nprov\•i(;,o l! lasc·ia d~,po t.l! Rb un mnc:<·hio di <.cnere ne.rn , do•v\· pu~~t frugn1· quant-0 yuoi ~1... nza trova.r }HU una. scintilla. . . ir. Dopo due mila. a.nni che il paria avea fa.Uo udire i euoi lamenti, l'umanità non a.veva. ancora. ceeaat.o di soffrire, e,' passata dallo st.a.to quaei selvaggio ad i.'!Coltare e solfrire le leggi dei pii, ac– corti e dei più potenti, uaistAì a.Ilo svi– luppo della irando proprietà territ-o– riale por airitto di occupazione e alla vendita della. libertà pen10nale in ser– Yizio <lei potenti. Nel più an~ioo monumento storico, la, Bibbia, noi vediamo i grandi patriar– chi, a.vidi, accrescere i la.tifondi e le ricclle m~drie che dicono largite da Dio, mentre innumerevoli torme di ser– vi li st>-guono obbligand011i a.i più dnri lavori pur di campare la. vita. Ltt k,gge di tale servitù si legge nei libri dc Il' Antico Testament-0. « Il si~nore parlò a Mosè nel mo·ntc Sin;•i, dicendo: - :Ma poi tuo servo c per la tua serva, che debbono ooscr tuoi ù, ,,roprio, com.pra servi e serve frn le genti che sono rntorno a te. - Anrhe 110 potete comperare dei :fi,gliuoli <lei fo– rcsrirri che dimoreranno con voi; e del– le lol'o famiglie che saranno presso di voi, le quali essi avrn.nn -0 generate nel -.ostro paese: e quelli saranno vostri in proprio. - E tali potrete possedere e ·?sciare ai vostri figliuoli dopo voi in proprici.i. er<1ditaria; ed anch<>servin·i di loro in perpetuo». (Lfft•itico XXV, 44-4G). CG~Ì H<liamo che nell'Oriente la pro– pri"tll privata. si affermava e si pcrpe– tiw.,·;_t. E nell'Europa la schia.vitù non era <li,·crsa. I filosofi insegna.va.no che la ,-:chiro·it,'t, era. necessaria. In Grecia la terra <'ra coltivata da. poveri che nn– <lrvansi insieme cor fondo, come Ycn– <ln·ansi gli asini cd i buoi. In Roma, Yi cran tre classi:· i ricchi, i poveri e gli ,,rhia,·i. Tutto a.vevano i ricchi; nulla i pm·eri tranne che era.n manteriuti ma- 1.tm; ,nt.-- a spose dell'Erario e mcndica– rnno. I lavori eran fatti dagfi schiavi, ,. gli schiavi eran gente -ve-nduta, cran ccmidcrati come una co,a. E si vende-– vano i prigi°onieri, .i debitori cho non pi!gnvano, perfino i figli dei padri che nc,n potean pagare le impost<'. Gli s:·hia,·i si portavano al mercato, e <1uanto più erano abili e belli, piì1 nn– ùcvansi_ Contro questo stato abietto della pi ì, ,<(rnn parte dell'umanit.a, contro questa. i II fame vcndit.A. si sollevò potente la vo– ce. <li Cristo che proclamò tutti fratelli. La p2rola corae di bOCc& in bocca, <' ecs– ,,ò la schiavitù. Non ressò di un colpo, ~i tra!l1utò pian piano in una forma piì1 nmana, e si passò alla. servitù. Do– vet-tcro passare parecchi soooli prima che quella parola porl.a,;se tuUo il suo frutto. e anoora la. fratellanza uni,;cr– salc si può dire un so,;!DO. Pure per qufflto nguardo C'rislo è ,,a.]utalo da molti il primo socialista. <lei mondo. S'intende che la, sua dottri– na 1:011era tutta socialista. come si prc- c<l abbandonassero parte della preda Due _orr• t: mcua 1~110gr,rn<lc I nmot O · sa.nguinanl<'. una d1 'lo:nma~o Campnr:e!la!.. mon_a<'l:- Le a-ntiche filosofie, religioni ed ~'Co- cal_nl?n•~e<la ~ltlo, che ,soffn 2, anht _<l, nomie rnvinarono, e l'nmani(.ì,, comin- pni;t0n1a_ e _1 ultra. dt Tommaso_ Moio, ciò a respirare uu po' piìt libernmcnte. ins1g110 gn11·!~ta e <l1plc;mut1co rngb,;,-, 1'rnmouta-ta la ochiavitì1 non ccssaro- che fiuì la. v1(a sul patibolo. no le imposizioni e le pretenzioni dei .L'opern ~cl Moro fu sta?"paL, a. Lo: potenti; l,1 schia,,·itì1 si trasformò man :·•a)IO nel )o61_ e<l e srnlta rn lat1110. S, mano in servit,ì,, e questa <lnrò circa intitola l• top10, rho Yorrebbc dire "' dne mila anni, con variazi9ni a. sccon- 11tsw11 l,,u,yo: e con _qu,csto vocabolo 111- da dei popoli e delle regioni, ma tor- dica 11nisoli, rnerav.gliosa pet s1101 abt– tnentosa e lunga .. I signori non potendo t-anti e _pel suo ~overno. . vendere od uccidere i loro servi e vas- E. una concezione nuol"n. e _bella ~• salli li obbliga.no ai più <luri laYori ed un popolo folice per le 31H' savie leggi: a.i pii, gravi balzelli. Questo periodo i, I il Yocabolo ebbe _anche fortuna-, tanto conosciuto nella storia col nome di Me- eh~ ora per s1grnficaro 11n sogno poe– dio Evo p~r dinot.are nri'epoca di mez- tico ma inaltuabilc si suol ~ire_ <la tut- zo tra, 11nntira. o la moderna. ti è un'11top1 1 ,. (f vntu,.un). F • Il IJo,·o ~ono ora le fanciull" che nell_o anclu · e famigli~ numerose e laboriosi,, Ira trt– stezz-0 ,e.cl a.,·nHsil-à. che non mancan_o y • • • ., • ma.i, aiutano i g(l-nitori a sopportare 11 U 110 <l<'t srnto1111 ptu _cerl1 <lcll_a n_o- peso <lolla Yita e d~ 3 1 i ~, enti contrarL La fabbrica,, la sHa<l.1, i balli r11bul1c! sono co!DP go1·ghi ineanJ,.~cen_ti. in cui Jr fanciulle <lei popolo nostrn sono con– Lintrnmf•11te t-1·avolte "' ,·i• si hrucin.no 1ft ali, A vi la.~,c·ilJ.JIO. ohlio-;.c. r- sprusi,~ra~. ciò che hanno <li viit pt·czicso e dt p1u sa.r.ro : l!l loro jnnocenza. Quando ntt escono non sj ri{'ono~ono pili: se r.~n• s~-sel'O ch0 cosa han r~.r<luto. cho nc– ch;,,,.,a ha.n sperp,·ralo, ,,h_,. iné_a.nl-0han rotto, che pura font<: d,_ g101a hanno inaridito p<>r somprc. st st:rnpp,:rob– bero i capelli. grid,rndo In loro dispe– razione. E ne al"rnnno la bocca amara per tut– ta. la Yita. Qua.udo a nolle inoltrala. a'incontra– no rumoro~e brigaLe di giovani che tor– nano diti le osterie suburbane. canLand<> canzoni n,eene, o qualcho fanciulla è_ oon loro, un.improvvisa trist('zza -vi chiude il cuore. E' come se 11na -st,ella s1 çstiguesse nel cielo e la vita di 1101 tul.ti perdesse una- <lelle sue COS<) più helle. Edoardo Colombo stra decadenza morn_le è il d1<111J1111to 11- o»lmano con una carezze le tem~.J:e dc, spclt-o per In d~nna \n .generai<' e"' par- I cuori, rass1·t·cnano con un sorriso gl\ Oh buono, ,·<'ochio, fod->le ;nilitc della. ticolnre per la g1ov111cUa.. . animi t111·bati 7 Ficl'<'ZZl\.dt pa<ln, che_,, ne,stra fede abbiti il saluto <le.lle·donno Una fanc1ullu che pas,1 per lu. na, au-, voJ 0110 cresccrr al fianco una. figl-ia g10- cho si, d11ncssa n~glt ab1t1 e nel porta-j Yin<'lta, e larnrano it,,tancabili tutta. la socialist,c, e <l<'Iloro giornale che ti era m1_1nto, è ù_1ffic1l~_- , 1on ~la fatta S('_gno a c..o.tt1'ma1rn,. 11-on~ando cho In do-menic-a si caro q\tanto J'Ai•1u1ti.' ) J ù · I = << ( '1t8•'·a 1•oe-rPJ1 .,;f•,: do,,11? 11 rhiocleva. g ~ sgu~rc 1 .cupi 1 _9 a1 g!'O~'>O ar11 1 _co:m- a,ppog~er!l- 11110 a.I suo hrr1;.cc·_io e an<l1:anno con la sua. a.ria. <li bùrbero he-.ncfi<'o quan- phmentt <le, s1gno11 uomini _che a l!'- or,,.oo-hcsi frn la gent-e ! F1cr<'1.1.a<li ma- 1 f contrano. Pt>r sa,lva,·d, bisogna SH\. dri. .?f1i"curo ù~av<•r trasfuso nella loro do ci si rivolgeva a lui p-er tD t.. ono o lt b lt <l P n , da l fi <li presenza per qualchP cosa che riguar- mo o ru a, o_Ya a aoc-om ag f!i:- 1; , ' ci,eaturu, l'alito che nutrirà a. a.mma. · f nn uomo che 51 pr~3uma. po~-sa,. .n,,1l oe- di un nuovo focola.l'e ! dava la. nostra JJife-"< 1 , ,e poi s1 a.cova. co,·rcn~a, mostrare 1 denti a, disturba- Ma. s,, il d(•monc della vanità<' della in quattro per accont-t-nLarci Nl era <li– t.ori. Se_ n"?, cl1_a d_~•rc_ 1:a:~~m.5na~·.s1 ~ un c-ivctt-cria }Jt.•nc,:ra. devastandolo, il cno- f•!J03to a_ùifentlere la /Ji/e-'ia coutro qua.– fuoco <l1 fi_la d, f11z21, _<h_ allus1orn lu- ro delle fanciulle; se =e avranno sor- lunquo attacco ... futurista. bnch 0 e di ei,•clama~1oni indo~ent1, che rl:,o a molti <'d ascoltato renrn. turbarsi éhi scrive lo ricorda s--mpr,, pronto farebbero ari~ossn:o una. sta.tua <l1 ma~·- gli omaigi Rpesso Lugia.r·di tl~g}i uo- a<l o~ni ba.ttn,glia iw,r l'Id·rn. O per la, mo, ma - rurbopp-0! -:-- non srmp1c mini malati di concupiscenza.; 80 avran- giustizia - lo ri<'orda. a· fianco di Go– fanno arrd;sll'e le g1on1.n1 donne che ne no dato troJ'PO tempo e troJ>J>i pensieri stant-ino La.zzari quando una. ingiusta. sono bersao-!io. . 1 ll _. 1 t ca-t11,asi era scatt•uata contro di lui in Sono essi infatti, chespe-sso, col loro all3:curn.._t~ ~11:0rsona;_scavianno .e- un tempo ormai } onta.no - <'HIL<'a. cho contegno, prov9cano e_ aizza.no la foi_a t-o 1 . ca t tivi li~~ 1 0 <! ~ti-ate lç cattive rrolu<lian,, purtroppo, itll,• s.cissioni cho maschile a. manif-cst..a.rs1. Basta. troY<ll'St, P~~ioni, Sf:\ avra-r:in~ <lissip~~: 0 il t-es~~i sono ora. un fattro rnn.laugu rn.tnment-o verso sera, nelle vie ccnti·a..li <letle ~ran- di 1 1;noccnza. 0 <h ing-~nn_uit-,t che 00 compiuto - lo ricorda. vigilo cnstc,Ù{~, di città per veder sfilare dava,nti m ca.f- ~anciulla ha. dentro, d, sè cd ~- la sua non d(•l locale solta.nto. dorn ,,i fneina. fè, allo' pM",ti<'cerie o ai liar.~ a·lla. moùa. 1 forza e la ~:.ua.virt.} 1 incant~tri~c; che- la ruat{>ria i<lcal(', irra< lin.nt< ! ùn.lla no– <love sost,ano turbe <li oziosi be.llimbusti. porte_rni,1110 esse '.I-Iluom_o cui. crnscun!' stra fo<lc, ma anche ~lellc pure lradi int-erminabili teorie di p;io,·inettc d'ogni. associcra tl prop_no <lest rno? <li che a.rn- zioni marxiste c:hc sono la base <lei oo– condiziono, e ri<l<'l'e·, sghignazzar~-. vol- mentnno ln. 1 ~no, a_~nsn 7 r.hc metteranno cialismo. tarsi, fermarsi, f?Cr at-ll-arro _gli sgu_a,i:<li noi ,cu?re_ <lo_ figli 1 . . . 1 • E lo a.<l<lita ai gio,-ani come 11n <'"<'lll– ed <'Cèttare le av1<le brame di qur,glt 1n- S1. e· ,ero. l<: condizioni <l-e.la nta pio di allruii·n10 c.he don-ebbe far » r.uo– sulsi <lon Giovanni <la strada, i qua.li fl!O<lerna e lo r,sigenzc, del lavoro, favo- la. E' morto ... fo;t-orino. Non fu rnl\.-– sembra non a.bbian_o altro pensiero cd rt~cono la eorrnzione della giovcntu fem- lato di arrivismo, an,•bbo potuto, per a.ltrn occupazione al mondo, che r>~arsene rmmk Le fa.nciullc. sono travolte lon- la. sua. onosM.a attività, 1wr l"csperim1za a.cl uocella.ro per ore e ore - come al- la.n_o_ila! foc-ohuc_, ~ 1ll continua promi- sua, per il culto <lei dovE1r0 che era la !occhi - le :dlodolc e lo cingnllcgrc. cho ~cmta c-ogli nom,m, non tr_att~.ntit-e <l_asua ~~conda natura., aspirare a qualrho passano. alcun freno rnt-cnorc, sfioriscono ra,p!- posto piì, comodo O m('>g\io rd-ribuito; Una ,·olta la gio,·inezza femminile. <lam<;nte. come po,·ero roso che ap-pa.s.;1- proforì r<sSta.re nella. sua unii\o a.ntic.'1.-– contegnosa e pudica. era il profumo <lr,I- s.cono. per<lon<lo fr?5chezza e P;ofumo. mera., vo<k--tt-"veneranda e venerai,,., a la casa e la poosia drlla vita. Qua.I mi- E son creature_ finite._ senz'.1 !?''' luce. conrnierc il suo mo<lest-o ufficio fino al– ra.colo più gentile <li una fanciulla cho r.'.ill,za, fasc1<10, mca,pac1 <l1 1sr1rnre ~n l''nltimo, pago <li <>Sf,L>l'l' ... il fatl.orino sboccia come un f>ore, o non dissira, la sent11ncnto forte. sa-no e_ profondo; rn-, de-I suo A1•0.11t,:t. soave essenza. della sua fcmminilit,:i ma capaci di pro,·arlo esso stesse, come per Lo don no socialist-e <l<,ron~ono un fiorfl la serba r~nza caleolo, per offon<lerl;, un qualche cosa <li <leUcat-o cho 'si è rot~o ra-,o sulla sua tomba " ,fànno al vre– giorno, rotida. o fragrante,, nr.lla nuova. nel loro pilt i"ntimo OS':;.ei-r. Andranno chio nmico scomparso il loro 001nn1oss,> ca,;a, per !''uomo che clrR1<erà a, com- forno a marito lo stesso, ma allo loro I saluto. pagno della vita, tra i bimbi che le on.: nos:ze pr,·.sif'<lerà il genio della. torbida UNno\ MA, 1\l <\TT sceranno! passionf\ che a,-ra.11110 sa.pu~ o acccn<lero APPENDICE Scmbrù che Cesarina comprendesse, pcrch~ un lampo di compiacenza. passò nei suoi oechi. Nella. rovina che arnva. distrutto la, frC<lchozza del suo viso, of– fusca.lo lo splendore <lcl suo sguardo, annebbiato la sua ragione, era. rimasto quel Yc,ligio di bellezza., a. cui ella sem– bra,·a t-encrd in un ultimo re.sto <li ci– vet.Leria affatto fe:mminea. 1\1 lut-lc le ep?Che. sott-o qna.lunquo 1·eg1me. la. SOC\et-a ha avuto di q1wste strane n.nomahe: t.eoerc 111 vita. ron tutti i 1nczzi oscogitati ùn.lln scL\11za., po,·eni rs~:-rn inutili o dit:.,.rn.ziati o ai:czzare nel fior~ ,lella. giov~ntì, e ikl– la forrn crcatnr<' robuste e prn<luttiv,,. TRISTE SOGGIORNO - Non obbedì !orse Abramo all'in– giuniionc di Dio che gli comandava <li uccidcro il Iigliol suo! . . . . - Ma come può la rehg1on,i cnst1a– na. cadere così nel feticismo, nell'idola– tria e fare dei suoi governanti degli i– doli u cui si dev.fl ubbidire come allo stesso Dio! - Non è ubbidienza. la nostra, è ra9- eognHzione . - Ma in quesbp ca.so la. rassr·gna– zionc è delitto, perehè _ha P!'r. ~ffetto u– na serie spa.ventòsa. di orribili <lchtt1. Mentre a.vveoiva quella vivace di•,'US· sione fra Annie e Clementina, le in-fcr– miorc, un po' colle buone, un po' colle e;atti ve aveva.no costrette alcune pazze a<l alzarsi e le avévano srinte verso l'u- &<:ita. . -Dove vannof - doma.ndò Anme, che non ricorda.va . di a,yer aBBistito gior– nalmente a gue!Lo spettacolo. . - Lo conducono alla tortura - rt– apos" una vooe lugubre e piagnucolosa. - Non vedi! Preparano cataste di le– gno per accender~i il rog_o su cui su– biromo tutte; oggi è la mt~ vol.ta; d~– mani sl!<rà la tua ... Oh! mto Dio, mio Dio, salvatemi, non voglio morire, non lo ,•offlio. Ep1fnre, poco tempo prima, OS'leSSio– na.ta . dal timore della. morte la disgra.- ziata ave,·a cercato di affrettarla 8"gn.n– <losi le vene; a stento avèvano potut-o sah·ada . . La vita, ma non la ragione. Nulla è piu contagioso <le] panico; le ammalate ne furono invase; in brcn le grida divennero generali <' il pan<lc– m9nio in<lrscrivibile- La rncchietta vici– na <li An11ie, si gettò <lai letto , o strap– patasi la camicia, si buttò così nuda al suolo rima.nendo,·i supina, colle mani in croce. La rimisero a lrllo legandola con de!J,- cinghie; ella rip1·c,e In sua nenia l~nta e tris({'. Ancho la vicina di <lcstrn I icominciò il iitorne!lo del giorno prim1t. - Vuoi tacere Cc.sarina? - in limò un "infermir-1 a. Il <liYirto sembrt, un'inritazione, C'e– sa.1ina griùò più fot·lc - Andiamo, sii buona, obbc<lisci - replicò l'infrrmiern ed agginnw: - Mostrarni la tua mano - co'li co– me avrebbe dello ad ,rn cane: " Dam– mi ]a zampa ,1. E come un cane. <li cui non aw.,·a nemmeno l'intclligcma, Ccsa.rina obbe– dì, tra,,ndo <la!Je cop,,rte la mano sini– stra, bianca, piccola, dalle dita ooltili squisitamente modellata. - E' bella non è vero 1 - chiese la infermiera volgcndooi a<l Annie. - Bellissima - risposo qu<>.st,a,. - Mostrami l 1 altra ora. Ccsa.rina qucala yo\ta obbedì rilut– tnntr. La mano <lest ra era mollo meno bella <lolla. sinist-ra; le <lita a./)parivano in– grossale alle falangi, e ieYemcnte di– Yaricate- Quale continuo, rude lavoro le an,·a <lcfo,mate così 7 Ed rrn st.ata la guerra, la miseria, il dolore o !'a.more a. pi'o<lnrrc in lei la pazzia. l Annie non lo srpi:c mai. - Quanto alin,cnlazioni artificiali a.bbiarno7 - c-hi<'_t,J h\.. capo infermiera alle informiern di turno. - Due solta.nlo - risposorn que– sto. L'alimentazione artificiale che si prat-ica _sol_t.ant.o_ ne.i casi, ;bbaslanza. freq_ue_nl1, ,_n cu1. le pazze rospingono ogn, cibo, s1 esegu1sce introducendo nel– le fosso nasali della paziento una ca.n– notta <li vetro da cui passa. il ]atto e l'uova che wrvono per la nutri1.ione. Si rio-tee oosì a. prolungare per duo o tre mesi, una esistenza peggiore ùi tut– te le morti. E qurs~o ~i i· thi ,wnn.io (\ ~i d1ia.ma . tutt'ora umani1.il '. _Dr}l\, <luo <.li~•IZ_ntzin.lo.ch0 clo\'Cwann g1ornal_111,,ntc sub!''!' la tortura <lell"ali. mentaz1one a.1:t1ftC'lalr. l'llna <'ra una prof,_,ga, fuggita <la_l suo pa<'sc <luran– tç 1 1nva.s1011f n,~u;~. na.ca. . Avc\"a, il ma.– rito sotto le anni o s,... i tr11ero rrenLuro. Er.i stato lo spavento. il dolore l'in– cortozrn sulla i,orl-0 tlei propri cari. a sco~1volgero la. sua mgiorl!' 1 Chi lo sa 1 Ella non 11nrla,·a, non si lagnava. _ma,; quando le parlavano <lei s1uo1 _hglt non mostrava alcun indizio di ~vo;Ìonc ... co:nprnndeva, soffrjva, pcn- Si sar<,bb(• detto_ cho didro quell;i fro!)te marmorea, <l1etro quegli O<'d1i vi– ti:<.~1,s~n~a espressione (\ i-:.:•nza. sgtHH<lo, v1 fos•e 1I_vuot.o completo. A11chc _Ialtra_ ~ra una vittima della gui,rrn; il nduaruo sollo le armi <lei mar!to era stato par lei un colpo così lcr,i·ilule che ella no _e!a. impizzila. Ella aveva. delle c11s1 furioso per cui era sta\o n~cess~rto le/'larla al letto con ~elle cinghie ai p_ol,~1 e alle caviglie, 1mpodondolo co,;i <l, muo,·ersi e di nuo– cere. LIBf'.R.4

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