La Difesa delle Lavoratrici - anno X - n. 8 - 20 febbraio 19

111orbido e vischioso ta,ppeto di nev<11:ma adesao si fa.oova così tardi, cool tardi. Infat-ti era già quasi vespero- E dopo J.a, nevicata. bianca e fitta. un raJlido bar gliore di sole arross:1Ya l'orhronte ancor denso di va.pori. -- Ohi sa che nottata fredda si pre– para ... E le suo mani 1iseochite lasciavano ca,– dero il lavoro, mentre ella andava oon un'ansia irrequieta e crescente dalla ca– mera alla cucrn::,,, da.lla finestra alla. por– .I.&. Chio.mando a tratti peJ· nome: e re– stando cosl, cuore e respiro sospesi in :,,ttcsa di una risposta che non giung&– va mai. Finchè la. sua angoscia la spinse. a. furia fuori di ca~a, ipoontro al suo p1e– eolo, lasciando solo a.c«SO sulla tavola un ]umetto ad olio ohe, so egli giungeva :frattanto, lo guidasse e lo tranquilliz– ..a.ssc. E lei via.. Così come si trovava, insen– •ibi le ui brividi del vento suUa. sua pelle così poco riparata, la.sciandosi ru :ca.re< i– zare fra i ca.pelli e sul viso dalle lunghe dita. invisibili del gelo, accesa nel cuore dalla febbre del]~ sua tenerezza. mar torna. E via 1 e ,·la.. Ma. la. scuola era. chiusa, a quel] ora. C'era. 110lta.nto un vecchio bidollo che le disse quanto lei già im– ~•n ava.. - 11 Lno t,imbo è usci>to con gli altri, og 6 i. Anz, è andato via. subito mentre gli altri ., Indugiava.no a gioca.re ... E già p.,verino: c'era. rer lui tanta. strada da, fu.re , mentre i suoi compagni avevano la casa. vicina. Ma. dunque si era. porduto in campa.gna 1 O forse gli fii•a. aoca.duLo qualche cosa 1 La ùonnu •ba.rra.va gli occhi e l'ani– ma. in quesl o orrendo pensiero. E ripre– se !,a IJUa 111ra.da.affannosa, guardando IKW<l QC)D un senso di ra.mma.rico le fine– at.re illumi1iate, sul cui sfondo p-a.asa,– u.no .le 01ubre tra.nquille della gente ia.rtunu.ta .. (luelli che, per lo meno, non <kwev...uo al bandooa.re i figli al pericolo per conccùci· loro qualche ora di acuola. E un singhiozro le tremava n"'1 pd~to: eoin'era. sola, com'era. debole, com'era. povera.. .. E -=~•a.veva. fatto il suo piccolo per es.sere Cùsl torm<>ntato fin dalla. sua. fanciullezza. l Dov'era. la. giustizia della -.il.a, per tlltti 1 E intanto !,e sue rovere ~ambe la tra,. acina.vano per la. lunga. via oolitaria e pa.ntanosa.. Chè un po' di neve, scio– gliendosi, g'era ridotta a o!l;iglia. infan– gata.. Ma. la mamma non sentiva nulla: nè 1ta.nehea2.a nè freddo: via, via.. Piut– t-Ol!tobiwi ;na.va . cambiare strada. Batte– re magari le B<X>rcia.toie che il fanciullo powva. aver tentato per abbreviare il riturno. Un sentiero si affonda.va. nella cam– pagna, rasenta.udo una grossa. casa. itlu– min~ nell'ombra.. La donna. bussò. Conoaceva il padro– ne di ca.s.>. un ricco ma.ssa.ro del ra.ese: un po' ruvido e misantropo; ma. 6Ì tra.t– i.a.va di coeì poco. Infatti la. mamma. gli spiegava.: --Si tratta di mio fiblio che è uscito oggi... oosl e cosi ... Voi non l'aYete mi– :a visto, per ca.so T L'ansia. singhiozzava. nella sua voce, mentre parlava in piedi, nella vampa ~ piacevole del gra.nde camino scop– pM:ttante. -_Mi pare ... sapete ... Io ogni modo [:<W <1a.mo ce,ca.re rnsieme ... Forse avrà. :l06teggiatc il_ boeoo ..• - ffi, grazie. ·---- - - -----~-===== La. donna. lo ringraziava. più oon lo ugua.rdo che oon la, vooe. Ma egli pensava. lo stesso aJlo spasimo •Oòtile di quella povora ma.mma eh.e tre– ma.va. vicino a, ]ui 1 così ma.I ripara.la. dal freddo e dalla. miseria. CORRISPONDENZE MILANO - Tutto que,;to, perc..liè un povero e Leggende La Difesa delle Lavoratrici caro bambino ha. voluto prendere la. sua. del :iu gennaio trovo eh.e la. maggLOr pa-r– parte di lavoro e di studio nel mondo... te di artiooli parlano a,ncora 9el fa.tt <c Quasi qua.si si vergogna.va, vicino a lei, guerra., già troppo ]ungameme sfrutita.; dal tra.nquillo benessere eh.e gli permet- to in ogni noveua. 0 poe131a; ma. la. crlfU teva. <li tuffarsi nella. dolce comodità. del m cui noi viviamo si pres~rnbbe a. ta.n– suo cibo 1 del buon fuoeo o del morbido ca propa.ganda non più 6 uJJa ca.usa ma riposo, ai fronte a.Ile asp:rez.ze della sta.. sugli elfctti; ormai il pa.s, ;a.to non si può 5 ioue o alle a.ngu,tie aeJJa vita.. E cer- ca.ucella.re , ma. l"a.vvonire ci appartiene ca.va. dunque con tanto maggiore impe- e a, questo noi dobbiamo porta.re tutta gno, qua.nto più gli se<mbrava. di pa~a,. Ja. nostra attività. Orma.i ]a scissione nel re cooì una. rarte del suo debito; già, l'a.rtito è a.vvernn,a, e sono inutili lo rl}– il debito che egli· e tutti gli altri for- onmina.zioni, il trova-re da ohe parte sia. tuna.ti avevano verso quella. mammina. il torto, il pronostica.re chi fa.llirà.: i fat a.ngosciata. e verso qu;il povero fanciullo ti daranno ragione. Or.a, si dove Ja.vora.– sperduto. ro oon ardore sia comuni,sti che socia-li- Concordato N aziona.le Cotonìero che V&Jne approvato. Cra.vello della. Federazione Italiana. Opera.i Tessili con la. sua. non comune foga oratoria.,' mise in evidenza J'.oi:,era deleteria delle orga.ni ,.zan.ioni cattoliche, lo quali a.Itri scopi non hann~ che qu~l– lo di tenore le mMso lavora.trim sogglo– gate al giogo ca.t>ita.list-i<:<>;esortò_ gli opera.i a. strrngers1_ vieppm !}001.E)a.tt1 at;– torno alla propria. or~a.n1zzazione d; cla.sse per la realizzazione dei nostri massimi rostula.~i. In mancanza. di una. oompagna. che portasse ad ra;duno la. pa.rola delle <l:o'!– ne socia.li, ste, 11 loca.le gruppo femmm1- Je socia.lista fooo ampia distribuzione del giornale La D·ifesci delle Lavoratrici e <li opl1SCO!i<li propaga.oda. * Tutti coloro ch<lin quel momento ma.o- sti ognuno rer la sua strada pc,! , a.g– gia,Vano, si ripooa ,va.no , godeva.no insom- g1ungimento_ d un fine umco, l'_aboliiz10- ma. la vita non pensando a. quell'ango- ne del priv1log10, per ]a rcahzzaz1ono ooia. irrequieta nell'ombra. del motto « chi lavora mangia»· ARSIE' (Belluno). - Preti, beghine E via. via.. Finchè il ra.ggio della lan- I momenti critici che attra.versiarno ci e perpetue all'opera ... - Anche _in_qu~ terna che l'uomo aveva portato con aè, debbono togliere quel ooruoimentali-smo sto pa.eoollo 11 movimento femmrnile s1 illuminò fra. i primi alberi radi un muc-- che a.ncora. c'inrn<le: in<lebo1cndo la. no- a.llarga. Si tenta di intra ,lcia.re l'opera. chietto di stracci. stra. volontà, la reazione cho imperver- <li oompagni e di qualche compagna, E subito un volo di p.a:.sseri si spa.r- sa. c'insegna qwi.nto. dànno ci porta la ma. nè i preti, con e senza tricorno, nè Ra.gliò sui rami freddi con un diffuso longanimità verso i nostii peroocutori voia.ltre beghine ,e perpetue potete a.rro- cingu.ettio .di festa. che oon te.,nt.a, malvagità ci co~p ,1ooomosta.re l'avvento del socialismo. Fate pu- - E' lui I E' lui! ma.terialmenle e moralmente; nel provo- re-, quello che vi delta. il vostro Dio, a- La ma,mma. s'era getta.to per terra., c:.re la disoccupazione; nella di.minu- doperate tutte le più vigliacche armi, chiam.a.ndolo e carozzandolo, mentre zione <li lavoro e quindi del già ma.gro oornpresa. la. ,;,pia.... , donuncia.to nostn l'uomo si inginoccliiava. vicino al piede sala.rio; nel colpire ogni no,tra. istitu- oomp1,gni, fateli andave nelle sante pri– nudo e pavoua.zzo come un povero fiore ·zione noll'oltra.ggiaro -0,gni nostro rap- gioni, malediteci anche; noi saremo <li carne intirizzita.. prcaei1;a.nte. Quanto è ndicola. ora. ogni oompre a.I nostro post-o franche e leali, - Presto, .a ca.sa .! presto. a. ca.sa. ! a.gilaz1one pel caro-vita, quanto irrirori a fare quollo cho ci ha. insegnato uno Adesso che il còmp1to <le<ipasseri e.ra . quei pallia.ti vi di aumento ehe non fan- dei primi sovversivi: Cri.sto. Siamo po– finito, doveva cominciare il suo, vero. no che .rovinaro la comunità perchè sono che, ma coscienti Però, non di quella Quello che n=a <la! rimorso, qua.si , focolaio deAl'egoismo, quanta. en,ergia. ooscienza che a.mano i falsi maestri cf-O!Jasua fortuna. così chiusa. e cooì sprecata, rei lucro delle. poche lire, di Sgridate pure_ delle simpa.tizzant.i Jet– brutta. aumento. Quanto new3sana _sarebbe I a.b- tnc1 del bello g1or=lo " La· Difesa del- Poichè la. donna. voleva. tenerlo lei il ba.ndooa.re un po' Ja, lotta srnd~le per, le Lavoratrici», prendetevi anehe J'in– suo bimbo, egli li a.vvilup,pò entrambi propagandare .un po' più la politica, i comodo di sgridarle tutte, ma la. loro noi suo grosso inantello, e li sost.cnne con per fa.r com.prendere alle ma.'IS<l_ che nor: fe,'e socialista, sa,prà ,infa.ociarvi e di.r– un l:>ra.ocio.illumina.odo con l'altra ma.- è la. corsa all'a.wnento d1 salano che _c1 vi eh.e i vostri consigli gesuitici e mi- no la. strada. port,lrà aJ comunu,mo, ma, la lo_tta _spie- steriosi, potete darli a della povera geo- - A casa ... - <lisse. •t..-.ta, tenace pel crollo del ca.ptah&no. te che vive ancora nelle tenebre e spoe- E come la. donna. si avviava per il Vorrei ohe la. nost-ra Difesa non segua. ra. nel pa.radiso prcmesao dal preto. sentiero ancora., egli la pr,;gò dolco- l'esem1>io degli a.Itri gi~rnali che prese- Per qu.anto riguarda, i ma.trimoni re– rnente. ro posizione. di ba.tta,gha. fra. tendenza. ligiosi, tema del Le lunghe chiacchierate - No ... a. caaa mia ... dovo c'è il fu·o- o tendenza, ID oert1 ca.si aJquanto poco fatte in questi giorni, noi diciamo che oo pronto ... e la. cena. .. e dove non è dignitosa ma sia. inv_cce il vero p:>r; i compagni e le com1~agne fanno benone giusto che io goda. da solo.... t.iv, ,.·e dello donne, ma.no osse com.1'11 a. non prostituirsi davaJ1ti a. dei mini– La. <lonna. lo guardò, mootre fina.lmen- ste o oocia.!iste, eh.e la. redazione con stri di Dio che della chiesa fanno una. te anche il fancrnllò a.priva. gli ooohioni imparzialità. ne pubblichi gli articoli di- bQ~tega e pel Dio " palanca ,, la. rictur- nzzurrati. mostrando che senza calunnia.rei si può rebbero sala da ballo. - Mamma. - di&e svegliandooi soguir;0 la. Yia che le nostre_ i<loo ci det- E voi donne, eh~ vi lasciate abbindo- dal suo torp,;;e doloroso.' ta.no , che 61a.seguendo la. via_ maestra. o lare da certa gente, aprite gli occhi u Proprio allora. il fuoeo li accoglieva l,e scoreiat.o,e possiamo raggiungere la na. buona. volta! "Le Socialiste,,, nella. cucina. va.sta. e ricca, tutta. impre- meta che siamo anche in questo noi don– gna.ta. dal buon odore della. cena. pronta. ne le artefici dell'a.ffra.tollamento rer– - Mangerete eon me. .. e vi ripooerr~,e donandoci a vioonda., insegnando che quj... non fra. noi sfrutta.ti come, odio, ma. tra Adesso era l'uomo ehe quasi singhioz- noi e la nemica., la borghesia.. zava. in una tenerezza che gl"i saliva a.Ila All'opera. quindi cooip.a,gne, percllè la. gola, come se per I.a prima volta egli Difesa prenda un a.spetto diveroo, sia. avesse davvero ca.pito o sentito l'intima un campi di politica. dimostrando che belle= della sua. casa.. anche noi sappiamo es..o,ere all'altezza dei Il suo focolare raJlegrato, il suo be- tempi, che non sia.mo so!o capaci di ver– nessere ra.vvivato. il suo b1 aecio e la. sa.re qualch.o lacrimo~ta. su qualclrn no– sua forza fatti ut-ilmente benooci, il sue, velia. o poesia. commovente, ma. a.oche cuore a.perto a. qualcuno. medit.a.re su a.rticoli seri di politica e di - No, no: non siete voi ch,e dovete propaganda.. ringraziarmi... Sono io cho ho impa.- ra.to da. voi eome si soffre o come si vive ... Come si <leve vivere ... Allora., mentre il fanciullo sorrideva contento, la mamma. si ti~rinse wcora forte, forte, forte al pelto il piedino 1_ntirizz1to. ITALOTOSCANI. E. L. 1/. * MONZA. - Domenica. 6 corrente, eb– be luogo l'assemblea. genera.lo degli ope– rai ed opera.io tessili. Rataggi del Segretariato Tessilo <li Monza. e Brianza foco la. relazione <lei Piccola Posta VERC"EJLT,I (.ll iss Brace). - li vostro artlc-olo sulle storie ùei soclahlswo verrù in~rito nelle " st<5rie » che andremo pub-, l>llc-an<lo.Saluti fr,iternl. UIEU.A. (Hojia Giudic-e). - « Soc-tali– smo e Religione >l ol lH'ossimo numero. S. QUIIUOO. (Ft·an.c,-soaCagno). -- Abo– H..nmo ogni .articolo ~olla « seiseioue », le lettrici son<;>st:.1nche e hnnno r-Jglone. I <libattiti di tendcIY-"l sono sterili e stupidi quando sono « fine a se st~ » cioè non :::.teguiti dall'azione. llioog:na L'lYOrttT'!! RAVENNA. (Idei OhirUrdini). - • La sor– t~ dell'Impiegato» la manù{!reno al pro,;– s1mo numero. S. MAURIZIO tReggio). (F'iorit.a NobW.). - « La. voce femminile» la mandiamo per m..'lnc.auza di s1xLz.io ul pro.s~in•o numero. Risponderemo pe,- lettera aJ.lù ou. J' ;ter- ni, affettuosi saluti. · Voci d lle Officine e diitimPi Ma il dana.ro è la. fonte di questi _ed I dotti. Riteniamo dunque che corno equi– altri ma.li non per 11 suo valore rntrm- va.!ente del lavoro prestato a favore <lel– seoo ma per il suo ,aJore <li scambio la collettività a.oche in regime soeiali– collo al~ro merci. Possedendone si posso- sta sarà neco,sario mantenere una uui– no acquistare lo cose necessarie alla. vita. là di scambio cho sia accettata. da tutti CaTa u D,fe1a », Bono una compagna, sperduta, isola.ta. ; abito ia un piccolo paesello anch'esso dimenticato e i_gnorato, in un remoto lem.bo d'Italia, m cui è giunta da r-oco la. voce del socialismo. La. donna, in questo paese è oompleta.mente schiava. dei pregiudizi religiosi, politici e so– da.li. E crede perfetta.mente che sia un pecca.to l'amare il socialismo. E un mondo di m.aldioenre, di pettegolezzi fanno queste beghine; però non riw-,..o– no a. far venir meno in me la fede in– cr-01la.bile. Ed ora. p,,r<lonami, cara. Di– /eaa, ee vengo a rutarti un po' del tuo prezioso spa.zio, e forHe a,nche ad impor– t.una,rti. (.,)uando si sente biasimare il partito del qua.le si fa pa.rte, io credo die sia co,a. doverosa. difenderlo. Giorni fa ebbi una di8CUssione con 11n oompagno di la.voro. Qued-i disee, ~he &11che qua.odo a.vremo istituito il ro– g-Ì!!!a eomnnista, anemo Be!"!lpre it pi– .ero e il ricco; 11€[DJ)re lo 11frutta.to e k, ~e. In-Oltre dis<-0 ch,i non è pos- 1ibik, ],e,va;re i ricchi; levati qu'!J'lti, ne ~ro JJnovi. Jluni~ tOO& plJMi– hile pe:r arrivar~ a l'ugua.gliania sarei>- be l'abolizione della moneta. M:. questa. e chi riesce ad accumularne può scam- o colla quale ogni membro della. umana crede che non si possa mai levare. Dim- bia.rlo terre, ~"""i ma.cch_ino_ è~.. per famiglia. JXl,'>Sa ottenere _in cambio quelle · · b • essere nroei;sa.n a<I a.Itri rnd1vidu1 che cose che sono necessarie alla sua esi- mi St può a oli re la moneta 1 si può sen- no 800 s~rovvisti, ccnoedono a.l pòSGeS- stenza. za. di essa lavorare e vivere1 T1 chiedo ,. s· !IOU'3a. e invio i più vivi ringrazia.menti sore di trarne un profilto sotto tutte I potranno chiamare moneta, buoni, · • I • quelle fqrme che conosciamo e per le marcheUe o quello clic meglio si crederà se vorrai scrivere qua oooa m propooito, qu.a.li il mondo viene diviSò in capita- ma la. loro funzione sa.rà solamente Affettuosi O room oo.luti tua. listi ·o proleta_ri, in sfrutta.tori e sfrut- quella. di facilitare la vita. e la conviven- Serra.zzano (Pisa). Ma rin f'onti. ~ti. Dunque 1I denaro è 1u1a. ,merce po- za soc1~le, _no1:1quella di ina.sprire i ri;eol~ ·sola.mente qu~d? . I a.ccu~ulo rappor_t1, d1. r_1sv~hare le eupidi&ie e •, • di CS'30 _co1:1sentead un 1Dd1v1duo d1 li':'- render~ nem1c1 gli uomini, le citta Jo Cara Conti, padron1rs1 delle cose che sono neoe..<,sa.r1enaz1on1. ' N a. tuttj._ . . . . Perchè è chiaro che non potendo a.cqui- on è la. prima volta che sentia.mo sol- :i;>erc 10 quando. noi socia.!1st1 prop1!- nta.re te_rre, case ecc. 0 tanto meno a.c- 1evaro tale questione, specialme~ nelle S!ll.Jl.lllo la. n~s1tà. de! regime. colletti- cumula.re per ]a.sciargli in eredità nessu– ca.rnpagne, e ci è quindi caro rarlarne v,ista .q_uando cioè vog_ h'.1-m_? arriva.re al- no. qua._ ndo ab_bia.. sodd_is_fatto_ i prorri e <lire ouel ,.,,,,.,., che sappiamo in ma- J -L-i d Jl p ~ t ...,_ ,. te 1 • teria. ,-- ":"" IZlO!'e e a. I i~ .u, priva."!' vo- u1sogrn ma. ria. I e sp1ntuah, si,ntirà, ~ha.mo giungere ad a. oh re anche. 1] de- corno ora.. lo stimolo a procurarsi dei Bisognerebbe abolire il danaro! Lo si na.ro. nel senso espresso da mo)t,1 oom- denari eh.o_no'! gli darebbero nessuna. dioo sa_J:>OOdo che oggi il danaro è la pa._gni. altra. soddnsfazione. fmlte di, quasi. tut:t, 1 i ma.li che ,~ ra.va. - Intendiamoci, noi non crediamo che si Ci siamo spiegati f g\1: i.no I um_amtà; e p,er 0080 che I uomo pooga. torn'.'-1'& a.1 ai~ma degli sca.mbi in Tanti a.ffot.tuos:i salnti. diventa, egoista, Bfrottatoref cruc½le; è r>atura. Cioè ehe 11 ealzo!Mo e:m ibi le per. ffl90 ?le anche tra~ fi e del pr~I~ suo scarpe eol foTTJa;iorer avero ;J pa.ne, 1 Romilda . •anat-o 6la.mo qua.]~ vol~a ooe~N1;t1.a. 0 il fa.lognamo porti un tavolo al maooJ. ==================: vodere cldle defemom, det. t;adunooti; ]aio. per ayero lo. ca.r.n.e e via di eeguito. j • , , , /J P6! M'lO ebe lil-Olte fa.m,gh~ son tra. Grn, anticam~,nte 81 usarono lo mon"te r l:SVERNIZ?,l GIUSF,PPJoJ, Gerenti, rc•,!l· vaglw,t~ da. lot 1 1." da Qdi tali da, JJor-1 di ferro ., d>altri- ~~.lli per maggior I T1pografln deJln :::Oclrt!\ Eilltrlce ,hoa11! taYlo smo al de I!;l,Q,. facilità nello ec:ùnbio d;i1 , ì 1·,!1·01 -prò.1 u-11«110, Via S. Dnm,ano, 16

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