La Difesa delle Lavoratrici - VIII - n.15 - 7 set 1919

La .secon~a i ternazionale e le Pacifiste . Perchè le compagne si facciano una idea sempre più adeguata del vero ca– ra_ttere della Lega Internazionale fem– m1mle .pro Pace e Libertà credo bene chieder di nnovo ospita-lità alla Di– fesa per comunicar-a a,lcune notizie: tanro più interessanti per noi donno soci..a.liste in quante che provano una volta di più quanto il Partito ufficialle ita.\iano, il Partito s.-izzero i rninol'i– tn,rii frnncesi, l'lndipend:nt Labonr Party rngles1, e alcune frazioni estre– ffi:iSfo in altri paesi, sieno sulla via g1usfa. nfint.ando di aderire a,lla secon– da Internazionale, .e sostenendo invece l'adesione allla Terza, quella di Mosca. Dunque nel famoso (dico Jarnoso per le poìem1che che ha suscitato fra noi) Oongress<? .cli Zurigo le pacifiste ave• vano deliberato che una deputazione loro prcse-nt.as ,;o alla Conferenza socia– lista di Lucerna la richiest"' cl-~ " det– te. Conic,·enza assumesse la stessa so– lenne obbligazione rotata dal Congres- 60 femmiuille pro pace e libertà - la obbligazione, cioè, per la Democrazia sociale lnternazioncde, di non tollerar rnai pùì. d·i nuovo che scopp1:asse una guerra - non solo -, ma, qualora, 1..1i fosse pericolo cho la pace ck,l mondo ,T-cnisse turbata - l'impegno assoluto di negare 1.tnanfrri.a-niente, 'l'n ogn-i pae– se l'appoggio alla, u11ei-ra, col r-ifìulur– si al la1:oro, al servizio 1111:/itare, ai cre– diti, -a con qualsiasi a.Jtro mezzo pos– sibile"· Appena radunalo il Congresso dclln, Seconda Internazionale a Lucerna, la Delegazione pacifista partì per presen– tare i Yoti di Zurigo. Essa era compo– sta di Maria R.onland (sorella di ·Ho– m,ain Rolland, l'autorn cli Al di sopra della mischia) per la Francia; di Lyda Gusta\·a Heyinann per la Germania, cii Mrs. Snowden per l'Inghilterra, e d-i Miss Emily Balch. scgretar,·ia gene– ra-le della Lega p-er tutte le altre na– zioni: le prim-e tre, compagn.e: miss Ba.lch, con5iglicra della famosa Asso– ciazi-0ne an1ericana tra profDssori e studenti. per un accurato e amoroso studio del socialismo. La Delegazione chiese d'esser 1·icc;-u– ta, (-come Yedono le compagne, le pa,::i– fiste non sono andate solo a Parigi): lo fu, ma contro Yoglia, e non già dal! Congresso, ma da una delle sue Com– missioni particolari. quella cosidetta politica presieduta dallo sredese Eng– berg. Questi, in risposta alla richiesta molto chiara deHe pae.ifist:e di un impe– gno d-eciso contro la guerra, obbiettò che l"Internazionale 110n a 1 ve1.Ja mai pre.,o po.,icionP, uffìdrilmente contro ln f/11.N-rct di/ensiz-a Allora Eralstra (o– landese) oppose che questo non sìgnifi– ca-·a già che l'Int'<'rnazionalc non prenderebbe mai po.sicione ufficiale <iull'ari;orn"'nto, ~ a.~giunfe che a lui, personalmente, la pr<rnosta delle pa– cifiste piaceva molto. l\fa a queste non è pia<:iuto affatto la risposta tlel Con– gresso, e hanno protestato. E qui ri son due considerazioni da borghesia a profitto dei poveri, contri– buti ammissibili nei periodi di guerra civil<'l ma non in un periodo di go– vmno' regolare, come quello a cui ten– dono i •bolscevichi. Egli ritiene anche di dover conser– vare. provvisoriamente, le cooperative, non cse}udcndo del. tutto, dalla_ loro. d1: rezione, la borghesrn, ma s~lo _1 capi dr imprnse di carattere c!' -p1t.ah ~t1co .. E quando poi la repubbltc!'-, dei 8ov_1et avrà a<:quistato una capacita economica completa, si potrà. umre t_utta la po– polazione di una reg1onc 111Uo/'· r,ola co1p,;rabva puramente proletari.a.. pjù grav~ ~m.bra l'abbandono dei principi socialisti gcnerallmente ammes– si (e sopratutto da Marx nella '! guerra civile in Francia n) 111.~ornoa1 salan degli sp<'ciaListi. Questi hanno dimo– strato molta ostilità alla repub~hc_a dei Soviet, arnorchè e= conqu1Sto }l potere. e le hann'? opposto .U!' osti– nata- resistenza p:1ss1Ya; ma poi _Ja, 101:0 opposizione si è mo_d~rata, e s1 _e ri– cono,ciuta la necessità ~1 pa!\arli _con alti salari, fino a c·he ~1, 5p~cia)1s~1 s-1 potrà cl;ispoI'l"Csenza d1 ,aut, nch1am1 forghes1. . 1 . a l' In un mondo socia rnta, _ove eco- nomia non può più essere regofa_ta c1a! meccanismo della concorrenza çle1 rrez- . ccorre una serie di orlìamzzaz10ne di ~ntal,ilità e di contr-01J1 dcl_la pro– duzione e delt consumo, ~ Ler:,w, ch-0 tanto insiste sulla nece:;}1tà. d1 guc~ta organizzazione, mo~tra a.1 coml?rendfr· ne il r.alore meglw dei nostri ~?;ia- 1.4. Il nuovo regime non ha, ereaHato '-l~l \e a-ime czaristico. un perso_nal~ "m– •~inist~ ati rnmen Le capv.ce , ama irh irn- fare. Questa deliberazione -O-Strcmista, Do approvata ali 'unanimità a Zurigo do- 1\1 711\1 l'! ({TO po· una. vivissima diseussiol).e. segna il· Il Hl 1 § passaggio daJl'.aziono a carattere dot- trinario propria delUa prima Coofe- Ne) traruquillo paese sperduto tra i renza p·er la pace (quella caldeggiata, prati di SilleraLdo e i campi d'oro, don anche dallo czar e da-1 kaiser) a una- Aniceto em successo a don Tranquillo, azione di politica sociale, pratica, mi- il veccll.i-oparroco che durante tutta la litantè, frutto di una coscienza matu- v1ta era stato cosi saggi? da riuscire a ratasi attraverso gli orrori e le infa- vivere in pace con tutti: con ·i ricchi mie della gue.rrn O della pace diplo- fitta.bili e gli scarni -contadini, coi, il matica; ed è di una speciale impor- deputato liberale del capoluogo e il ma– ianza perehè prova una volta di più resc1allo dei carabiniel'i. Non gli era che le donne, quando studiano un pro- riuscito difficile que.sto comoito, perchè blcma, ci vedono, non solo, molto chia- lui non si era mai presa ·1a pena di ro, ma non conoscono tergiversazioni, approfondire altro libro che non fosse e, una rolt.a, trovata ila \·ia della rn- il suo breviario, non ,s'era interessato rità, non conoscono oè tradizioni, nè d'altro cho di partite a scopone e cli pregiudizi, nè chiesole, nò paure di selvaggina in tempo di caccia. Alcuni, nomi o di fatti. Il loro senso di ma- un po' maligni, dicevano ch9 assolveYa tcrnità., da individuale diventato so- tutti in confessione, perchè lui stess0, ciale, le spinge al b-0110 per tutii, cd in gioventù, aveva a;-uto bisogno di allora solo lo scopo conta, tutto il resto mol'to pe1·do110 ... Don Aniceto non an,– passa in seconda linea.. va. sollevato troppi entusiasmi: le bac- Ino[tl'c, questa stessa dcEberazione, chettone del paese gli rimprornravano - uscita da una .Lega di donne di una. certa indifferenza per le figlie di tutti i paesi. di tuti:e le categoric so- Mana. -:,i:;li, di tutte lo fedi politiche e reli- Oh! le belle proccs-sioni che organiz– giose, coincidendo - pur senza essere zava, inn•ce, il!ldefunto don Tranquillo. una dcliberazion-0 di Partito - col pro- Già .\i giovane prete si curava poco di g~·amma massimo anti-guerr.aiol-0 e an- f.e-?te.ggiare i santi del calendario; ve– ti-imperialista, prova (agi-i altri s'in- gl!ava però molte notti al capezzale tende) che il PMfito socialiski. è il so- degli ammalati privi di assistenza, nul– ao che bata una vin, giusta, rafforza la la aceeUa\'a dai poveri e rice,·eva dai convinzione che la snn !in-e-adi condot- ricchi solamente per dare a chi non tn. - coùtro i crediti milital'i, oon1.r a.veva, Lo vedeYano ·spesso vagare tra la gncn•::i., contro l'adesione a mrn In- i campi con de.i libri che non ave\·ano ~"rnazionale che ancor oggi non sa. dc- l'appare,nza di essere il breviario. cickrsi a oondannare 1 uffìci-alm.e11te <<I~' un imbecille -che vuol fare i1 fi– t-utte le uuerrr e a prendere un impe- losofo » dicevano i fitta.bili che rimpian– gno cZefi111'tii 1 0 vcr re11derle frnz1oss'lùil,: gevano. l'allegra ,compagnia dell'altro - è la sola linea. logica. parroco gran -collezionista d'aneddoti Poi:de obbiettare.: « Tutte cose che non sempre- puritani. - « Ho -paurn... saperamo già)). n·•accordo; ma non è bast.f!, temo sia una testa calda)> :ripe– nrn'io davnro, in questo periodo "di a- teva il maresciallo dei carabinieri che zione risoluti"i·a, in cui ognuno deve n,\·ent o~servato come nelle contese èhe prende,· posizione, che lo abbiano eletto accaden,no .trn padroni e contadini, il and1c altei insospetti. E a, mc pa-re che prete- non avessc ..mai DSOEl'-tato quest:i ul'. dobbi::im esser-e grate alla Lcc:,i che ha timi a cedere. prorncato la dichiarazi-011e della Seeon- * '" * da IiYternaziona le di Lucerna, anche .. pcrchè aiuterà tutte le altre donne a _Quando la t~t-r1b,le. gaerra era scop- capit· chiaro ç1a eh~ parte .possono a- p~ata, .. ~on A?1ceto _s1 _era fatto ancor spettarsi una decisione e un'azione fa- I ptu ttr·ste .. ~v:_va p1an~o ~on le sp.ose, vor.eYol-e a una tattica netta. e risoluta I C?l~ ~e macur, <:-lle quali eiano stat1_uc– C?nt_ro ogni. gn~rra. e.entro ogni irnp{'- 1 c1E 1 1- :l?i'O _can, ma_ non avev~ sa~uto rrnl!srno-capita,hsta ancor più che di-. n d,1 loto la parnla deUa tasse 0 na- nastiro. ! z cl1e -!':ddormenta _con 11.dolore an- E stringiamo una Yolt.a. di p ·· me1~to ed 11pe.ns ,ero. . 111~.no a quest.c donne coragf{ic 1 &,~eputato d_el paese gli ,·anno t.ogli,ondo inc-ian..1pi nnc ~h entrar~. 1n.;erto_ c?- n-0stra strada. Non vi scmbr.a? <; nda pat11~tti~a, a\ e, a A 1 ·t D b Il· z I n « no " reciso che non iz a O e - 1 - ;;ampet .i .:.fteYa replica, 1na l'onoi·eYole ave- il lrn:oro crea i ca.pitali ma non ne /,a. nco!·;t insistit_o. <( ~ppure, in quest~ alcU110. m 11cnti la patria esige lo sforzo d1 Il la i-oro fornisce il g,·ano, ma mangi;n la tnLti. 11i àica. non sent~ lei amore pe_r crusca. . la nostra terra, almeno 111 qne.sto trag1- ll lavoro costruisce r>olaz:::i, rna abito co momento1 ». nelle Ma,nberghe.. . I u Sento a\·el\l'a risposto don Aniceto _JJ lai•oro cos~rn'.soe carro::,.~e cd automa- una gran~le un'il'"rullen~a piet1, per O'li bili. ma 1'a a p10ll-i. , .. - ' . ! - 1 • -..e e_ • r:i n Taroro fabbrica fucili, ma cogli stessi uo_min1 ~ntti cb,~ s1 sono J_asc1at1 tra- s& ~J)(lrµ. c-011fr•o. scrna~·c m q~1es~?m?3ane _deh_tto, _che Sf?- Jl f(Jroro impianta scuole ed 1mircrsifli, no -chve11tat1 p1u rncosc1enti dei buoi, ma esso rimcme nell'if)nOf'an::a. più fCt·oci <lei lnpi clel boscd n. Il (at(Jrç> .s-ocqlie elci 1·app;·cscntanlì_, mo DovCvDno partii·e i gio,·ani deil'nltima 110n <· ~w.1 rapzi: ~seata.fo .. . . . . l~\·a, i ragazzi, com_e dicevan? le dbn- ll ~a1;010 ha -__nno, aù,lita. e 1>otr1e r71 ne e ,cmlrava che in I)aese c1 fosse un oomb1,((retulio 010, nw l1Ct, paura dctla Nlfll ; 1 .~.. t, :-l. forza. . po e 1 1errn_en LO. . . . . (.'/,; rimrrlierà alla sua tris/e sortr·1 l Il m2.resc1allo der ca.rabtn1rn era pre- IL SO('IALlS~lO'. - occupato: se succedeva qualche disordi. 9 ne ne anda,va di mezzo la sun, rcpntl\– zione di uomo energico e di tait.o. Reprimere ... s\, è prest.o dctt.o e a.n– che presto fatto ... ma e poi se dopo, anzichè delle lodi avesse avuto deila noie da quelli di lassù cbe lasci,wano eaJJirc in tutti• j modi di evitue. fatti• spia.cevoli 1 Pensò e ripmBÒ e firntlmeo– tc ebbe un lampo di genio: avrebbe ri· corso al parroco del paese. « Don Aniceto, disse cutran-rlo nel salottino dove. il prete studiava abbia– mo bisogno di voi. Ascoltate:' d,.,m:ini partiran110 i più giovani de.I naesc o hanno bisogno di una buona -parol:J, d_'1,tna parola. d'in_coragg_iamento, <l'ideu.~ lita i per le _madn poi pccorre quel pr;J"– fonao conforto che viene soltanto d,d1a. religione. Nessuno meglio di voi, il _pa· d,·e spirituale del paese, può <compiere questa sacra missione. Domani è dome· n~ca, i ragazzi 1,artirn.nno nel pornerig" g10; ebbene do,po la messa so.lcnne, cl,ul pulpito, rnlgeeete un saluto affett,uoso o.i nost,·i figliuoli, una p,a.rola d.i fidueia, alle donne e darete la vostra benedi– zione alla bandiera tricolore che s'io– chine.rà davanti a;ll'altare. AccùtiateT "· « Ho capito", risposo clo,i Amiceto pa,!lidissimo, e nei suoi occhi pas¼ ul'J lampo ~trano. * * 1C· Ln, chiesetta era gremita:" si era; sparsa la notizia che don Aniceto avrcb· be parlato alle reclute. Saranno due parole insipide, aveva.no detto i. fittabi·li; eh0 v.olcte che saprpìa. dire quel prete che sembra sempre a& sorto in un sog·nO ~ Bastera .. nno, ave\'a 101·0 osservato il maresciallo. Le parole di un prete .per i contadini ignoranti son. sempre legge. Daila ·porta sp.alancata dJlla ch,esa entra,·a il sole, una g1oria di sole chò illuminal'a la bandiera ritta daYanti al· l'a.ltare. Don Aniceto salì s11l pulpito: osserl'Ò i volti ancora infantili delle re– clute, l'espressione di dolore muto, di– sperato sul,le fa.cèie ebeti deìle cc;nta– dine trasfigurate dall'angoscia.; pen-sò a mille, miìle altre madri co:Sì·piegate sotto la, Sl'cntura; pensò alle ser,ne or– rende di violenza che avvenivano ogni ora, ogni momento al di là di quella. ricca pianura dove sorgeva il suo pln.· cido.. paesello, su quei monti che limi– tavano il, fertile piano che 1 ora intri.sti-– va privo d,j braccia lavoratrici. Vide sui cento e cento campi di b-at– taglia infiniti altari rizza.ti d,1 altri pre– ti che proprio in quel momento cclebra– \·ano il rito... oh! quei preti non lrt sentivano l'orrenda menzogna delle pa– role rituali: <, Pace in terra, agli uomi~ ni di. -buona rnfontà "? Come poteYano pre.starsi all'inganno atroce cli quei di– sgrazia-ti ·che si prostraevano davantì a loro, compljci di Caino 1 No, no, non aYr-e.bbc inga.nnato .an~hc· lui! Strano, il bagliore del rosso cleJlla bandiera-. sotto i raggi del sole. mandò riflessi Cli s.angue su1la gran crooc fissi, dell'a.ltare. Don Aniceto ebbe un.n, al"lucinazione, gli parve che quel Cri~to si staccasse dalla croce e te.ndesse le bTaccia. i.u .una maledizione suprcrna,: verso di lui, il traditore degli umili, dedi incoscienti. - · Allorn parlò di q_nel Cristo che noii piegati russi si meritano la loro ripu-1 conquiste scientifiche dell'era capitoli- gionevoli, hanno lottato dispcratamcn– tnzione di infrngardag~ine, ignoranza sla. Q11r.filo sii:_kina mi sembra molto te contro i pro\·vedimDnti1 che doveva– ~ disonc5fa. Pe,,·ciò Lenin non si lamenta aclaLlo alle condizioni del prnletariato no assicurar la vita del socialismo pro 0 dclk difficoltà che incontra nello sta- nisso, giacchi, esso fu certamente im- lctario. I decrdi sulla d·isciplina dei bilirc qu~sto sistema di conti e cli con- mao.inalo per delle fabbriche improvvi- ferrovieri sono slali denunciati sicco-– trolh, bcnchè, pur ricono~centlo e:h~ ci ~:ate do\"c si riuniscono molli operai con mc l negatori dei principi dernocr:1,tic_i, vorrà molto tempo prima di otlen()rc pochissimo rt/Jprentissor;e. Si potrebbe e gli impiegati, che dornYano tem;:,rc di risultati sorldi;;fac;-0nti, abbia fiducia cl! as~cmigli-al'Ìo ai mc1cf.li usnti nell'eser- esser t-roppo sorvegliati, sono sta.ti spin· arl'ivarrvi, <lato che le c~pacità che cpu ,'il-o per inS<:'gnarcai coscritti il mancg- li alla resistenza (ciò che Lenin chia– si tratta di valorizzare esistono già nel gio delle armi e il ti,·o, metodi cho ma "n11ag,tazionc òa apache,;,,)_ Scn– pop0lo; come sanno i capitalisti, che sembrano ridicoli a chi ha J'abitudino za dubbio, l'cconomi:i dei so11il'ls a,·reb– _prcndono i loro contabili d'ogni s:rado di anclarn a caccia, mentre sono utiiis- be sconcertato Jaurès. il riualo, al r.on. · dallla "tessa classe degli operai maJ7uali. simi per genlc che non ha mai laccalo gr~sso socialist ncli Tour;; del 1002, s.i· La repubblica dei 8oviet soffrt\ non un fucile. mcr>tvigliava che mentre la nostra so- solo per la disonestà degli antichi spe- Ln, pal'tc forse più originale del di- ciclà politica si go,·crna a suITra,gio çialisti cfhe costituinno t~nta parlc scorso di Lenin è l'apologia dell'auto- unt,,ersalc. nrll'officina i ~rolcta.ri sia:• della piccola borghesia czaristica, ma rii.ii. del capo della fabbrica. La snbor- no pri\·i di ogni potere clcLtornle. Nicn– anche pC'r la disonestà ckgli ,i.vvcnlu- clina.zionc della volontit di migliaia di lo di st,·ano, prrciò, che tanti socia1i– rieri cho sono attirati rla ogni rivo.lu- uomini alla volontà d'un solo può, so sii occidentali vociferino che il bolscc• zione ra.piùa e profonda. Per lòttar con. esiste il senso della coord1nazio·nc ne- vismo non ba niente a c.he fa.re coU tro questi abusi Lenin conta sullla par- cessaria fra i pMlccipanti al lnvoro loro socin.lismo. tecipazione di tutti i lavoratori alla generale, far pensare alla funziono cli Mi par necessario ,wche richiatnal'(i amministrazione del paese. I Sovie,t Ti- nn direttore d'orchestra. Essa pnò l'attenzione sopra un difetto gra.vissi– cordano da vicino i oonsigli della re- prendere le fo1·mc acute clr:lla dittalu- mo del proletariato rus,o, che preoccti· pubblica ateniese. Io penso che forse ra, so un tale senso di coordinazione fa pa molto Lenin. Il russo povero è dei: sarebbe il caso di introùune, pet· la difetto. Ma, in un modo o nell'altro. tutto indif[crcntc alla regolarità dP-lla f01·mazion.e, il sist<:ma del sorLcgJ:(iO, la svbordinaz·ione a.,.,olulct a un'unica giustizin,, perchè nou crede cbo qnc-stal che gqi antichi ritenevano caratteristico rnlontà è indispensabile per il suecesso ;possa mai essere quel che pretende di delle loro demoorazie. « Il nostro sco- del lavoro organiz,~ 1.to sul tipo della essere, dopo a,vcr twtc volt"' consta,ta– po, dice uinin, è che ogni lavoratore, grande indL1stria. Lenin crede che, col- to cho i tribuna-li dp\l'anl::co re~·imEi dopo aver compiuto le sue otto ore <li l'islruziono mediante i comizi, il pro- funzionavn,no quasi nnic·nmrnLe nell'i1i– lavoro produttivo. adempia ur11tnila- ldadalo russo pervenga faciltrnmlc ad !eresse dei dominanti. Bisogna invece n,enle i suoi ùhblighi verso lo Stato. aromrttcro la necessità dc1la dittatura che ogli arri,·i a cap;t•e c0mé l'aitivil~ "I rnssi sono c·attivi operai, para- dei direttori clof lavoro, ma ò dubbio giucliziari:.1 del proir\ariato rossa. di– gonati a quelli delle nazioni più civili. che questo metodo possa scrl'Ìro in ogni ventar la fo1·za pri.n~ipaic per strin– Insegnaro a. lavorare -.ecco il problc- paese: _ _l'i~trnziçne popojare medi~nte gcre la soricl/i. intorno al go,·"rno de.r mtt rh1>il potere dei wvtets deve Pt;rrc, 1 com1z1.n.co.rda_ lo prcd1ch~ rchg10se, Fovicts. La- giusti,zia, ,-,,cnndo L,•nin. è in tutta la sua grandezza, davanll al alle _q!J~l1 1 russi sono part.icolarmente "uno stmn1<:nlo cii "<iuc:azione ,, di di- popolo "· Lenin raccomanda., in consc- Bens1b1h. sciplina 11. g!iNt7a. l'introdurione del sistema Tav- Come sempre succedo, i piccoli bar- G!ORG!O SO:lEL lor, ud quale 1etle un.a delle migliori ghcsi, e i socialisti c!,e si cretlo110 ra- (Dal Rostv d~I uur/J,"·'

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