La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 15 - 19 agosto 19

LA DIFES A DELLE LAVORATRICI Lena. - Ci pagano poco è vero... ma siam o donne.. Lisa. - L 'ess er donna non è una buona ra– gione per tacere, lavorare ed ingrassare il ca– pitalista ... Le donne non sono forse delle crea– tur e uman e? Non hann o anch 'esse una forza. una volontà, un 'intelligenza? Non hanno dunque in molte prove sufficien– temente d'imostrato di avere una capac ità intel– lettuale egua le a quella dell'uomo ? Ed ora che le macchin e hann o ridotto al mi– nimo il lavoro dell'uomo. hanno reso presso– chè inutil e l'impiego di un gran forza musco– lare, quante e quante donne hanno invaso , spin– te dal bisogno, i e3mpi svariati dell 'industria. banno pr eso il posto degli uomini nelle of– ilcine . Sai perc hè gli industriali ci impiegan o vo– lentieri nei loro stabilimenti? Perchè pagandoci meno otteng ono da noi una produttivit à egua le a quella dell'uom o. Ma, senza volerlo, codesta nostra invasione viene a costituir e pe r I 'uomo un serio per ico– lo : il peric olo di lfna spieta ta concorrenza . Lena. - Incomincia a cap ire. lnvolonrar ia- 81ent e noi roviniamo i nostri compagn i. Ma co– me rimed iare ? Lisa. - Il rimedi a c ·~. Organizziamoc i ! Or– ganizz.ate e forti ci imporremo e -dir emo agli in– dustriali : u Pagateci come l'uomo d!ll momen– to che come esso noi produciamo! 11 Lena. - Hai ragione. Ricon osco infon data la mia diffidenza . E poichè è necessa rio. pa– gherò senz 'altro la mia quota d 'asso ciata. Lisa . - 1\u. un 'altra cosa dovr es ti far e : in– !Criverti al Partit o sociali sta . Se le organizza zioni opera ie a\·esser o lo spi – rito di classe e se fra i membri di dette orga– aiz.zazioni esisresse un 'intesa reale, quant i ri– !ultati pratici si otterr ebbero speciaiment e nel– la cooperazion e e ne li 'azione politica! Poi il socia lismo, che ha per iscopo il collettivismo e come mezz o la lotta di classe , mira a rive ndi– .a re tutti i diritti del prol etariato, insegna I 'al– truismo. insegna a viver e per gli altri e cogli altri in stretta colletti vità. Ah ! se tu tti i proletar i sentisser o il dovere i i organizzar si e di unir si. e se tutte le donne eomorendesser o la necessit à di unirsi all' uomo nell~ lotta per la tut ela dei comuni interessi . quanto più facile sare bbe il raggiung imento del– la comp leta emancipazion e proletaria! Nerina Gili oli Volonterio. Si è fa tto. in questa gu erra , un o sperp ero tamburegg iant e d'ide ologia demo cratica. La 1iusti ; ia, la lib er tà, l 'umanità e alt re _paro le tr onch e o non, hanno fatto tre qua rh. dell e Jpese nei di scorsi degli apostoli e dei min is tri , &ei commemo ran ti e degli eccitanti, dei con– ,iutl ori e dei con tr ollori. Perchè l'u omo è una bestia cur iosa : se pas– la tra sè o con amici esagera in cin ismo; se par la o scrive in pubblif'. O esager a in i dea. fum o. Gli uomini, in gennal P, hanno biso(ln fJ di 1iu sti{icare cer te a;io ni - grandi fJ minime . per s011ali o coll etti ve - determinat e Vigor osa– m.ente da int er Pssi ,1 ind it.'idual i f"J collett iv i, con moti vi gene rici, astratt i, fil osf'(tti, e, più •lu altro , -umanitari P gener osi. CENSUR A a. P api ni . Anchecontro Froebel... Dopo le patriott iche insurrezioni contro i monumenti a Goethe e contr o la musica di Wagn er e di Bcthore n da part e del fior fiore del patr iott ismo imbosm to, era giusto e do– veroso che qual cuno insorgesse a nche con– tro Froebel. In un giorna letto scolastico, una maeslra cli Asilo Infa nti le, con una lettera gonfia di patr iottismo getta al vento il fatidi co gr ido di una nuova croc iata: « Colleghe abbando– niamo l;,roebeI! H . L'egregia insegnante, che rra l'altr o ha la sinceritù cli confessare cli ar r per lun– "hi anni insegnato negli Asili " del tutto ignar a, o quas i, dei metodi Fr oiibeliani ", trova che questi metodi non i confanno al lo spirito ita liano ed inrnca la loro sostituzio– ne con quelli di Vittorino eia Feltre. :'lon si comprende come mai, questa esi– mia ed ucatrice, solo oggi, dopo tre lunghi anni eia che « gli a lleati lottano per la ci– viltà " si sia accoria del grav e danno che il • metodo Froiibeliano ar reèa alle piccole ani- • me dei nostri bimbi ed abb ia tan lo at teso per invocare il ritorno all'an tico! :'ìessuno c(jsconosce la prof ondità della ,r ienza di Vittorino eia Fellre ed il benefico aposto lato del cremonese Aporti ; ma per un in;.egnanle che dorr ebbe essere al con ente dei più moderni metodi eclucatiri su cui i pedagogisti quotidianam ente agitan o il lume delle loro discussioni, sar ebbe sta to più giu– stificato il cons iglio di general izzare il me– todo della Professoressa )l ontes1,ori. li metodo Froebeliano ru in Italia , quan– do, per fortuna non era di moda l'inconscio e stollo sistema di fare ciel pat riollismo stu– pido contro la scienza, appr ezzato ed ado t– tato unanimemente come quel sistema pra– tico che avvia il fanciullo all' cclucazione dei sensi. se,iza in1primere alla piccola intelli– genza uno sforzo superiore a li.a sua emcien- 7~- Tale melodo. che l'egregia insegnante trora non confonne allo spir ito italiano. la– scia piena liberlù all'educat rice cli integrar e il progra mma scolast ico coi canti , coi giuo– chi rappr esentati, i, coi dial oghi moral i, in– somma con Lutto quello che può servir e al cuore ed alla mente cli un bambino per abi– tuarlo a lla bontà , a li' amo1·e, alla fra tel– lanza. Ed a llora qual'è lo SCOJ O della crociata cont ro Froebel ? ~la l'ar ticolista è anche psicologa . Si è accorta più volte che i suoi bimbi accoglie– vano con mal celata ostilitù· le 'Striscioline colora te. le piccole perle, i cubett i ecc. Risttm teneatis ! Quanto vorrei vedere que· sti piccoli prod igi di bimbi! Ma no; forse l'egreg ia maes tra avrà solo scoperto che i suoi piccoli a lunni al suono della campana C"he li chiamava dal cortile alla scuola, non con eYano con la stess a ra pidit à con cui cor– revano illl·ece quando la stessa campana da– va il segna le dell'ora cli ricreazio·ne. .\la s1 trnnq uillizzi , egregia signora , Lutti i nostr i bimbi, e certa mente anche quelli le: deschi, preferiscono la terra ed i sassell i del cort ile al banco della scuola , prefertsco– no il rincorrersi ed il bisticc iars i a l mono– tono ripetersi di un <lialogo o di un ca:nlo: Ed è per questo che la nostra .llontessor1 ha basat o tutto il suo metodo educativo sul- la piena libert à ciel fan ciullo! . . Ma via , non sembra che sia ora d1. firnrla col voler in ogni occas ione e con tutti i pre– testi ostenta re un pa tri ottismo inutile e fuori posto? Ch'l razza di patr iottismo è quello cli co- APPENDICE LA G U ERRA RO!,L\ S ZO DI V SEVOL OD A mezzogio rnn il pasto er a prontlJ. Gli UO· mi ni mani ia v:-1no poco. Si dette l'ord_ine, 1opo i1 pasto ~ di ritirar e Jr.: forler e di c urJ~(J ~e, tu.– eiJi e si d,st r b uirono 1~ cart ue<;.r!<l1 r19-rv a.. ! ~rJldati si pr1:;pa.rav ano alla. batta.glia, esa mi – navan o il loro sacco e bu ttav an o via tu tto rr 1 1el– Jo che non era in rl s pens aJ-Jile. Si sca rtav a.ne , cam icie e calzrmi rotti, cenci di ogni spr~d~. scarr~ veochie, spv ..z.oli:>,Jibr i u! >a.ti e unti },folti sold ati, c<1me si vide più ta rdi, portar on() fino al Dan 11bJ,, oggr~tti in u tili. Vidi per terr a que:di o;zizetti di legno con CJi gj p 11iscono l" ftaséh ette -della pohe r..-, va.si di Wrra nei quali -;i mette il grasSQ, cord oni e legni di ogni SfW· cie e perfin o una forma da stivaloni. - Butt ate via ancora, :ragazzi. Si ca mrnlnP,– rà più fad lm.PniP P tiomani non ne- av rem o più bi (:1 1 ,.gn o. - Ho por tat<J qi 1.,.~f.ù p-1 ci11qn~c~nt11 chil 1 >· m ~tri e non SI) il percbl> - ,JirRva il -v.>ldatrJ Li1 1tikow ~ 1 .r dando nn1, st r r.1.,.....cir,. - Non lo portr•rfJ piu crJD. me. Er a d i m 1 ,rl:.1. in qu d mom~n trJ but tar vi-t tutto e pnlirr• il sarrJ). Qu:md o la~«iammo l 'a.c– <'amp amn1tfJ avevamo lasciato suJla spiana .. ta n uda della step pa u n qu :vJro mu lti colorP-, in– gomb ro di re nci e di o)'.?'gettidi ogni spP-riP .. P rima di pa rtire, qu and o il nostr o re$?'C!'1- mento. _già in ord ine . a'-T)f'. tav a il c;eirnalP,del– la partenza , i no c;;tri ufficiali si ava nzar ono tut– ti insi"'rne col nost ro gio vane pr ete. Fui chia mato con al tr o quatt ro volontarii di altri bat– r.lglioni; araT a.mo tu ti e cinqu e entrati nP-1 G A RTS CH IN reggiinent o du ran te la camp agn a. Consegnaro mo i fucili ai nostr i vic ini, uscimm o dalle file e ci avanzammo int orno alla ba ndi era. I miei ca.morato., che io non conoscevo, pa revanrJ corn.rnfJssi e ant he il mi o cuo i·,! ba ttevt1. con maggio re violen za del solito. Toccate 1:.1 bandiera - ci di sse il coman– dante de l battag lione . L'alfi,·r ab basso la bandiera.. i su oi aiu tanti ritira rono la forfora che la cùpri va e _il .vecchio lembo di seta verde scvloril a, si agi~o. rno-,sa dal 1,-·ent.o.Noi circon damm o Ja bandi e– ra, e, torc:i.ndo ron una mano l'asta e alzando I ':.1Jlr:.1mano, ri petemmo le pa role del pr etr•, che )eggr~va. il ve0t;ldo giu ram•~nt/J mili ti:t.r~ di P ietre, il Grandr• D'Jf,0 l:i. lu nga _enum~ razione d1 _ogni . 5-?li~ di s•:rvizi a cui c1 obblp av iin1J, a ::("11 or dm1 di Sua. ;\1:.11>'->U.1. Impe riale, in campagna ,. all' a.c;.. ,:;;.1Jto, al i 'avangua rdi a, alla rr:troguar ~1a, nel– ). f rtt zz in senti nella, all a gu :1rd1:.i. dP,IJr! m uni zhru, avverti i qu esti· pa r,Jle : 11 Senz :i paura del1a morte... ,,. . "Sf.'n za. pau r~i.d~lla morte 11, ripete mmo, noi cinqur• collo steca8o tono di voce. . . . E aJla vista di tutti qu egli uomin i allm ea t1, se ri i, p ronti alla batt ag lia, ca.pii che non erano v~~~tQ~~::1~~0 nPne nostre file e si av anzò a pas .. c;o rapid o il Dan ub io. 11 ra.n~one taCffi'.a, Mi ram mento di que sta ma.rc1a. come d1 un s°r!, 0 p,CJJ.,.Pr~ aoUe•ata dai coea.cchi che ci pre- loro che non conoscendo o non 1i uscendo a capi re una scienza, gridano la crociala con– tro colui che. divenuto in essa maestro , ebbe l'avyentu ra cli nas cer e in un paese che per caso e pe1· ragion i del tulio politiche ecl eco– nomiche è in guen·a col nostro? Si persua da l'egregia educa tri ce : il me– todo Froebeliano, che a suo tempo rnnne lo– dat o eil incensat o eia tutti i pedagogisti ita– lian i, non è un meto<lo d' i'nsegnamento clie trovi ostacolo nello specifico canili.ere del bimbo italia,10 : solo bisogna conoscerlo per poterlo app licar e. L-0 studi e si ric1w lerà. La storia della bandiera Ecco una stor ia che strappa lagr ime perc hè è la stor ia che potrebbe ro ripeter e migliaia e miglia ia di pove re mam me. La togliamo dal 11 Cail n di New York . Un reporter ha in- 1err ogata Myria Stelsky, la qual e ha detto, so– spende ndo il lavoro di cucitura : H Noi siamo sfuggite da Eka teri noslaw, durante un pro– grom .. La città è in fiamme , dissi ai nostri bimbi, bisogna fugg ire. L 'Amer ica, pensa i, da– rà loro un pane e la sc uola : l' Amer ica sarà la loro terr a e noi insegnere mo loro ad amare la band iera delle ste lle e delle strisc e. Il primo giorno di sc uola i nosrr i bimbi impa rarono a sa luta rla. Il loro padre fu contento di ciò. Qual– che giorno , egli mi disse , sotto le ali protettrici di quella bandiera, Sofia sarà una mae stra e Max un dottore. Egli morì, ma io ho ricor– dato. I bimbi dove vano contin uar e a frequen– tare la scu ola. Ed io comperai questa macchi– na da cuc ire sulla quale mi piego da anni n . E poi continu ò. la pover a donna, a raccon– tare con quanta ansia e con quant a pena le riu– sci a mandare a scuola i bimbi suoi sino a che a cau sa della gue rra . col salire continuo dei prezz i sui gene ri di pr ima necess ità. le fu im– poss ibile a tenere duro e dovette cedere. Ed i bimbi si misero a lavorare accant o alla mad re, nel focolare domest ico diventata cosi una pic– cola fabbr ica di.. band iere americane. G ià, Myria e i suo i due figliuoli fabbri cano ora ban– diere ame ricane . In ques t'ora di follia i pesc i– cani del patra iuolismo han no rrovato ch e la ven– dita delle bandiere è assai rimun erativa. Carri ferrovi ari di bandiere parto no ogni giorno da New York dirett i a tutti i punti car dinali della nazione. E Myria lavora! 36 doz:ifl e di bandiere fi ni– te su questa macchina per 73 soldi , disse la donna con voce che diceva tutt o il dolore della povera madre . E poi , indicando una raga zza decenne, palli– da e coperta di cenci, ed un ragazzo di dodici anni, aggiuns e : in un giorno di penoso lavoro ques ti bimb i ne fanno 24 dozz ine e ricevono 28 soldi dal padr one . Ah! eccola la band iera che salutarono in iscuola con tanta gioia nell'animo , ecco la dive– nuta simbolo della loro sch iavitù economica. 36 dozzine di bandiere, vendute a dieci soldi l'una. danno al pesce -cane padrone la bella somma di scudi 43.20 e, la donna che si è logorata la vita con una giorn ata di lavor o sen za Ane, ri– ceve solo 73 soldi. E quei bimbi ? Non canteran no certo l'inno alla patria di adozione pensando che le 24 doz– zine di bandiere che ess i hanno fabb ricato con le ma nine grac ili daran no al pesce-cane padro– ne dollari 28 .80 ed a loro, pover e creature. soltanto 28 soldi ! E fatela sve ntolare al vento la bandiera , o proletarii ! L 'avvenir e è per il li bro e n on per la s11ada. è per la vit a e non per la mor te. V ICTOR Buco. cedevano, la gr ande ste ppa, che scen deva fino al Dan ubio. l' altr a riva azzu rr a a qu ind ici chilometr i d i distanz a.. la fat ica, il caldo, la fermata vicin o a un pozzo n_ei dint orni di Zim n i~a. la citt adina invasa dalla truppa , i ge– nerali che agitavano il lor o berr etto dall'alto dei balconi , man dan do degli evviva, tutto cj.ò mi 1>ar e d' ieri. Hanno attraversat o! Hanno attrM ersato l Questo grid o risuo nava da ogni parte, ripe– tuto da mill e \·oci ... E sub ilo dopo qu est' altro: DuecPnlo uctis i! Cinq-uerr nto fr riti! xx. PA SSIA.v!O TL DANUBIO . 1-:ra già notte qun.nclo att rave rsam mo un 'Un br acc io de l Da.nuiJio su un 'J)onle st retto, e ci inolt ram ruo in unn. isola ha...<:...-;<L e sa bhio– :--a, an<·ora 1Unida <k ll 'a.r1111a. di cu i era sta ta. rere nt<'mente copi rt.a. Ram rn~nlo il r umo re secro dellP baionette ,chr H•niva.n o 11rtn.1J·ur>ll' oscnri tà, il sorcio tre– mo!} () <lrll'a rtig"lir ri n. eh<' r i precedrvn , la m as– sa nrra del fiume imm enso, i fuochi nrr<'s i su ll'alt ra riva, dove noi dovovarno pac.sa rr l'ind oma ni e dove, S"Cf>nò.o me, doveva avve– nir r. 1rna. n uova. battn.g lia. - r. meg-lio non Ji<'nsarri P dormir e piutto- sto m i <lissi. F. mi st.Psi n elltL sn.bbin. im bevuta, d'a cqu n.. Quando ap rii gli occhi il solr era già alto . Su lla riva sa bbio sa. era la truP'J)a. a.<irlrt ta al– Jr, mu nizi oni e le r iserve d'n.rtigliel'ia. Aveva– no già avuto il tempo di collocn rr• Jr• !Jntlerie n rii scav are delle trin cee per i cacr iatori. Dal– l' aHrn pa rte del Da.nnbin, su un o. spo nrl n. sro– sc~sa. si potev ano rlisti ng-uere ginrrlini o vi– .tmP, dove formi colava.no i nostri snl<lnti. Pill lontano si inn alza van o le co11ine, limit and o di colpo l' orizzont e A destra . a tr e chilom etr i L'autodifesadiunimputato (MO Nu L OG O) Si, purtroppo, sono accusa to di un delitto orrendo ed in pr ese nza mia impallidisce anch e un brigante... Giurati io non imploro la VO· stra clemenza, vi prego solo di credere a quel– lo che io vi racco nterò. Figlio di una donna da marciapiede e ·di un laàro, passa i la mia gioven rù nel vizio e nel delitto.. Ho imparat o a bere all 'e tà quando gli altri bambini più felici di me sa nno appena par– lare .. . Ed io mi davo all 'ozio ed alle bald orie ho perso ogni se nrimento di dignità umana, cosi che non mi vergognavo ricevere botte ed es– ser e messo in pr igione ... E ques ta vita mi pia– ceva enormemente . L 'unica mia mèta era di passa rm ela allegra mente, ed io non face v0 di– stinzione di mezzi per procurar mi ae ll 'oro !... Pe r averl o ero pronto colla medes ima indif– ferenza ad uccidere, a rubare . o vendere una amante! Ed una volta rimasi due giorni se nza quat– trini, avevo fame e mi reggevo ma le sui piedi, ave ndo potuto solo bere un po' <ii vino che ero riuscito a rub are.. Non pQteva dur~ re così~ .. Anda i a cerca rmi del denaro e di notte pe– netra i per la finestra in un palazzo ; ero abi– tuato a questo gen ere di avvent ure ed and'àvo a rubare da uomo esperto, tene ndo un revolver rra le mani e tratte nendo il resp iro , stris ciavo accortamente su l paviment o senza far il mini– mo rumor e, e osserva vo in lontananz a un lu– micino mister ioso che attirava la mia atte nzione. Mi avvicinai ad una porta semiaperta, dalla quale usciva la luce e guarda i dentro con pre – cauzione: non potei tra ttenere un gr ido di am– mirazione ed entra i nella sta nza tutto amma– liato. Vidi davanti a me giace re su di un letto , v~stita di bianco, una bella donna dal viso pen– sieroso che dormiva di un son no tranqu illo co– me il resp iro di un fanciullo. I pen sieri del pa– ne non mi tormentava no più ed io sentii un 'al– tra fame .. Il pett o verg inale. la picco la bocca ed i riccioli rossa stri della femmin a mi turba – vano e mi fac evano girar la tes ta. Avviluppato dalla forza deme nte di des iderio mi butta i su lla verg ine come una belva feroce , e non avendo se ntito neanche l'o mbra di una res isten za, la posse dei con una gioia immensa. .. E ques to è rutto... sarò colpevo le di ave r vo– luto violar una donna , ma quello che ora urlan o da per tutto sul conto mio è sola bugia infame ... Oh giurati, ricord atevi ch e io non mangiavo. da due giorn i, ed er o inebr iato dal vino, e poi la vergine era così leggiadrament e bella, ave– va sulle labbra un sorr iso così tenero e sere no che io non ho potuto (e vi prego di tener cont~ quan do pro nuncere te il vos tro verdetto, vi giu– ro, non ho potuto acco rgenn i che essa era morta .. Elena Sch tschu km . Dove non giunge la parola, deve giungere· l 'opuscolo, quest'arma che assai bene si presta ad affrontare l'indiffe renza e la ritrosità del pubblico. Alle compa gne delle Sezioni femmi nili rac comand iamo viva mente l'a bboname nto e la diffu sione del nostr o giorn ale. Inviando L. 0.50 alla DIF ESA (via S. Damia no 16, Mila no) esse avr anno dir itto al giornale fino al 31 Dicembre 1917. circa di distanza, emerg eva no su un 'altur a le bian che case e le torr ette di Sistovo. Un batte llo a vapo re, rimor chian do una barca, trasp or tava dal! 'altra par te un batta glione do– po l'a ltro . Vicino nll a nostr a riva un a picoc la torped iniera teneva i fuochi acce si. - Mi congrat ulo con voi della bu on a tra– versata a Vladimiro :'-.licai lovitch - mi di sse Federow tu tto allegr o. - E an ch 'io con voi. Ma non abbiam o a n– cora att rave rsato. - Il battello sa rà qui a mo menti e par ti– remo sub ito. Dicesi ci sia nei dint orn i un av– lVisato re tu rco ed è precisa ment e per lui che è stato prepa rato questo piccolo sam ovar - continuò , indi cando la torpedi n iera. - Quan– ta ge nte uccisa! Signor e Idd io ! - disse c<i>n vore alte rala.. - Ne hann o porta.ta tanta! Ne h anno portata ta nta dall'alt ra parte l E mi racco ntò i part icola ri molto noti del– la batt ag lia. cli istovo. - Ora sta a noi. Quando sa remo all'al tra riva i t11rchi si batte ranno su noi : ma noi abb iamo a,"·nto :mr nrn. un cer to resp iro , men– tre que lli là ... Cro llò il ca po Ind icando un gru ppo di sol– dat i e di ufficiali piegat i su un ogge tto che non poteva mo vedeTe, e che tu tt i gua rd ava no. - Che c'è ? - Sono m orti port nti di Jag-,riù. Gua rd ate, Mira ilovitrh, rhe spe ttac olo t!'rribile. Mi av\'i<'lnni n.l grun no. Tutti, a cap o sc0- iperto guarr ln.vnno in c.ilenz io i corpi allun ~a ti su Jla sn.bhin C'e rano lì intor no Ivnn Pfato – '.nitr h. Str-h<'lko w r \Ventze l. Jva.n Platon ich aggrottava lo so-pr acciglia, toss iva r sbu ffav a. (Continua ). Abbonatevi ali' A vanti I

RkJQdWJsaXNoZXIy