La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 24 - 31 dicembre 1

LA DIFESA DELLE LAVORATRICI Il problema religioso e la donna. La lavoratrice, pur soffrendo più dell'uomo nel moderno regime capitalis ta che la sfrutta co– me opera ia e !a disprezza come donna, è ben più refrattaria del lavorat0re a ricevere il seme della nostra dottrina. Quali ne sono le cause? Una delle ragioni princi;rnli della acquiescenza della donna a tutti i soprusi. a tuni i dolori è \ 'o;,pressione alla quale essa è sempre stara sog– getta da secoli e secol i; oppressione che l'ha tal– mente abituata al suo stato di semi schiavi tù, da toglie rle 13 forza di m:mifesrare la sua autono– mia e di seguire un nuovo ideale; la sua vita poi. trascorsa sempre nel ristretto ambiente della famiglia. la rende chiusa alle manifestazio ni più larg'he della vita soc iale: ma la causa che. o~rn– cola maggiormente la nostra propagand a dir etta alla donna è il sentimento re ligioso, a cui sono ancora in preda le donne di qiualunque condi – zione e qualsiasi grado d'istruzione . Ch e condotta devono tenere i socia listi ri– spett o al problema religioso? Devono subito ne– gare, abbattere tutto il bagaglio delle false dot– trine che ingombrano la mente della donna o devonO dapprima astenersi dal servirsi del me– todo ranto invalso di attaccare violentemente il prete e la religione, come se il socia lismo con· sis tesse princii)almente nella lotta contro le re– ligioni per l'ateismo invece che nella lotta con– tro la borghesia per la socializzazione d~i mezzi di produzione? Devono prima di discutere il problema religioso. problema secondari o della nostra dottrina. spiegare la bellezza, la giusti– zia del comunismo. che nessuna •chiesa può com– battere se non affermando, come udii da uno dei più famosi predicatori di Tori.no, che il socialì– smo è anticristiano perchè se non ,vi fossero ;:>iùpoveri . i ricchi non potrebbero più far la cari tà com 'è prescritto nel Vangelo? lo credo che i socialisti, nella loro prima opera di propaga nda fra le donne debbono attenersi a que st ·ultimo merodo , perchè il problema reli– gioso non è àa tratrarsi così leggermente come fanno parecchi compagni. Per sradicare la re– ligione àag li animi non bastano i frizzi e gli in– sulti (mer itati sì. nella maggior p.arte dei casi) per cui era diventato famoso L 'Asin o. ma abbi– sognano indagini alquan;:o profonde sui dogmi su cui si basano tutte le fedi e specialmente il cattolicismo. indagini. che portano, è vero .. in• fallibi'.mente alla ?iù completa negazione delle dottrine religiose, ma che abbisognano d'una pre– parazione culturale. èh ·e impéi:...sibilè-da're còsì: per mezzo di qualche conferenza, a donne non preJarate a discussioni di questo genere. Oimosrriamo alle donne quali s iano le cause del'.a condizione miserabile a cui è soggena la classe lavoratrice , insegniamo loro con quali mezzi noi potremo coli 'avvento del socialismo distruggere le -più grandi disuguaglianze dhe an– cora separano uomini da uomini , e ci sarà più facile crascinarlei a noi: poichè infine , lo ripeto. iJ socialismo non ha fra i suoi postulati I 'atei– smo. ed anche gli escogiratori dei vari sistemi socialisti. Bebel ad esempio. non vogliono che do;,o ta nosrra vittoria si abbia subito una co– scrizione verso le maniJestazioni religiose. ciò che sarebbe prepotenza ed iniquità . ma vogliono ridurle a questione privata. . senza inframettenz;e e salari di stato . che obbligano, come succede attualmente in Italia , eretici e liberi pensatori a mantenere il clero c.attolico. Certo Che un regime socialista porterebbe con sè. in poco volger di tempo il libero pensiero. l'ateismo, perchè l'is truzi one positivista che si inculcherebbe allora ai fanciulli porterebbe ine– vitabilmente alla soppressione di tutti i falsi idea– lismi che fuorviano l'umanità dalla sua giusta meta. ma solo quest'i struzione è quella che pub comba ttere vittoriosamente il sen timent o ,reli– ligio.so e l' istruzi one delle moltitudini è l'un ica via da segu ire a questo sco;,o. Quando le àonn e saranno venute a noi, quan – do avranno già sen tito la necessi tà di formare dei gruppi femminili, allora nei gru;:>pistessi si potrà e si dovrà prender \ 'iniziativa di confe– renze, di lettur e scie ntifich e, dhe riesciranno ad es tirpar e i res ti della superstizione. Io non ammetto che gli iscritti al partita, che si dichiarano liberi pensatori, per debo lezza o pegg io. per le cosi dett e conven ienze, si lascino trascinare a prender ;>arte a funzioni religiose, poichè sarebbe atto d'ipocr isia, ma. ripeto , nella no~1ra opera di propaganda non conviene insul– tare e vilipendere la religione; solo è d'uopo combattere il prete quand ·egli. come ha se mpre fatto e continua fare, ~i dimostra 1 ·atleato della borghesia, si pone dalla parte dei padroni con- 1ro le as;:,ir,azioni e le speranze della classe \a. vora trice . UN COMPAGNO. Proletar ie e Pro letari Sul giornale della Federazione Prol etar ia Lo– mellina , lf Proletari o di Mortara, abbiamo letto una sta tistica che presenta un certo interesse. Si tratta delle tessere prelevate dalle leghe a?• partenenti alla suddetta organizzazione. Mentre le tessere delle Leghe maschil i sono discese da 2959 a 2557, le tessere delle leghe femminil i sono salite da 695 a l21 7. La Lomellina dà un'indice della sit uazione, nelle cifre suesposte, che crediamo di dov,er mettere in rilievo. Gli organizzati diminuiscon o di n,umero. non perchè venga in ~si meno la fede nell 'organiz– zaz ione. ma ;perch:è strappati al lavoro fecondo e getta.ti nella mischia. Ed ecco prendere il loro posto le donne. non solo nel campo del lavoro, ma anche nella trin– cea dell 'organizzaZione. dove si temprano le co– scienze. si foggiano le armi di lottta. si prepara il trionfo proletario. E gli uomini che ritorneranno ·;:>renderanno atto con soddisfazione di questo passo compiuto dalle loro donne, divenute compagne della loro esistenza, in ogni senso e in ogni campo. Per l'educazione dei bimbi. I giornali francesi recano questa saporit a no– tizia: <, Giulio Guesde , volendo regalare ai suoi due nipotini - 5 e 7 anni - giuocattoli d ·occasio– ne , è andato in persona al M.agazzino del Louvre ed ha compra to i cochons in car ta pesta , con in testa il casco alla prussiana! n Saremmo lieti di sapere quell o che hanno regalato ai loro piccini -- per la educazione del – l 'anima socialis ta - i deputati socialisti tede– schi alla David ed alla Scfteidemann. Probabil – mente qualche mandrillo vestito da ]ohn Bull. Ed è in tal modo che i social-patrioli. dell'uno e dell'altro campo, preparano le nuove genera• zinni a sentire l'amore del prossimo ed a cre– scere nelle loro menti i propositi di quella so· fidarietà internazionale che era un giorno una dell e più belle aspirazi oni sociali ste. Anche del loro sociali smo! APPENDIC E 13 LA GUERRA HOllA'.\ZO DI VSEVOLOD GARTSCHI N Alessandro 1-Ucailovit.ch Stebelkow , il nuovo 1,adrone <li :\'ikita, era un buonissimo ragaz-.. zrJ. di media statura, dal mento rotondo, dai baffi appuntiti, rigidi çorne stecchi, che ave va il vezzo di accarezzare. Era uscito da poco dalla scuola militare dove non aveva fatto gran prova nelle scienze ma dove s'era ap. profondito negli studi pratici, e si trovava sod– diY-atto ,1ella sua condizione. Due anni di ~uola :.1 spr·,;,;e dello Stato , sottr.1posto ad una w•vera disciplina, SPnza amici cun C1Ji di.men. tic;uP, la casPrrn.a . almeno nei gh rni festivi senza r.ruatlrini (Jer procurarr;i qua1che distra– zione, l"aYe\·ano oocessivamr:-nte sta ncato. Ades !-,O erc.t ufflr·iale, \'a1e a dire, un ,!!iO\·anott.o che pel'Cepi\·a li{) lire al mese, che CtJTflandava Inezza comr.ia.gnia che aveva un attendente a.I suo s,.rvizio, -e non domanda\'&. nientr di meglio. - Ben~. benissimo, pen.~ava la sera add.fJr– mentandosi; ed il suo primo pen sierrJ quando si svegliava era di non esser più cadetto, ma un ufficiale: di non esser più ob!Jligato a r•ml• tar c..ubito dal lett o sotto pena ,di cs.,HP ri– ehlam alo dall'ufficiale di servizio , ma di po. ter di~tendervisi pigramente , fumando una si ,iaretta. - Xikita. chiamava. Xikita compariva sull'uscio, in ca.micia di indiana rosa ~olorita, coi panta loni neri, tra– s<'ina.ndo i piedi in acarpe di gomma tr ,.1ppo )arghe , trovate O. i sa ì.oTe: ai teai..-a H C.1 sulla soglia che nell 'awartamento di Stebel– kow mr~tteva in comunicazi one l'unica stan za coll'anticamera. - E freddo ogg i? - Non so, vostra grazia , rispòodffi!a timi - damente :.--J' ikita. - Va a vedere, e dimmelo. E Nikita and ava in corti- a vedere s'e ra fred– do, e tornava subi to, fermandosi su l limitare. - Fa m.ollo freddo, y()sira grazia. - C'è vento? Xon lo so, vostra graz ia. Id iota: come fai a non s,,1perlo se Sf'i sta– to in cortile? In corte non si sr,ntiva, vostra graz ia Non si sentiva, nr,n i:-i sentint ... P allora \-'a a n;edere in istrada! ~ikitu andava sulla via e tornava n <lire chP c'era, un ventaccio. - Non ci sa ranno esercizi, vostra grazia, o– sa\·a agg-iungere. Me l'ha detto Siderow. - Va bene, va. St"belkow s'avvolto lava allora nella sua. t::al– rla <:,,prrt a, e in un languido donn ivr.glia, JOPnt,'1' nella stufa schirJppPttava un lncrntf' fuoco accrsf) da Nikita, SObrnava. Riviveva la s1.u1.1:ita di cadetto come un cattivo sogn o. "E dil'r che non molto temrp,o fa Q1Jando il t.a.mhuro mi rullarva alle orecchie, dovevo al– zarmi in fretta intiri.1...zitodal f.reddo 11. A q11e– sti ricol'di ne succedevano altri non meno ... zrw.l~\·oli: la p1Jvert~. J:;i <lissim11lata. m isPriU. di un p iccolo funzi onar io, sua madre semp i-e ,cupa, colla sua girande 'fìgiura magra, il viso ang oloso e la ~:mi severa esp ,·ess ione ipareva sempr e ammonire : <( Bad ate. perchè non m i \·oglio privare di niente! n. r fr ate lli e le sorel– le, le loro continu e qu ere le, le r ecrim.in az..i.oni matern e contro il ,des tin o, le ace rbe liti quan– do al pa dre a.ccade\·a di rientirare u1Jbriaco ... Poi era il collegio dove aveva tanto faticato a.d irna>arar e, le m align e persecuzioni dei suoi cam erati, che l'avevm o sopr annon 1inato sen– za 'ltila ra gione A.rin.go , il che gli sp iaceva as– sai e in fm e il suo esame fallito in com.posizio– ne russa, e la scena. penosa ed umiliante il giorn o in cu i, rim andato da.I collegio, <lovetté tornarr a casa tutto in lacrime. Xe l'iro1·dava bene i partico lari: suo pa..clrc. era sd,-aia to su l dh·ano di tela cerala; sua ma – dre in c-ucina, nffac-{'enclatn. intorno alla st,ufa n prepa rare il pr anzo. Quando vide il figliuo– lo piange nte col fn.'-icio dei lih ri sotto il brar– c-io, ca.pi que l che era successo, e dopo essersi sfogata in ingiurie , 1 is\eglio il .padre, :per sp ie– ga,·gli l'accaduto in niodo c·he Il<' e-hbe un'ah– bo11dantc razione di busse. A..lessandro aveva quind ici anni allora. Due anni <lopo entrava. volontario nell'esercito, ed a. ·\·f'nt'fLTin1era già indipendente: sotto tenen– tP di fanteria. - Andiamo, tuttn i• per il meglio, pen,a\'a fra il teporr del le cr,perte.. questa .::.era.. il circo!(). il baJlo... \l e!5s;u1dro Mirn.ilo\'ik h si figura\'fl il salone drl circoJo degli ufficiali. sfolgorante di luée, riS<'aldato m agnifiramente, la musica e le si– ,gnnl'inr sC'dute intorno al le pa reti, ne ll'a ttesa che 1111 gio,·,ane ufrtcia le venisse a. sollecita rle per un glro di voll:.er. E si verleva. nell'a tto di ,battere i tacchi l'uno contro l'altro (peccato non M·esse gli speroni! inchinandosi graz.io– sam,ente davan ti alla he1la figliuola del mag. giore. Col braf'i ,J ga lantement e arroto ndato "f}IPrT!l;•!tr-tP? 11 le dicru,1., e la. ~io~inetta met- Giuseppina Moro Landoni. UNA DONNA. Noi dobbiam o apprendere a conosce rci e ad amarci , face .ndo più gi usto il nostro spirito, più aperto il nostro cuore, allargando la nostra idea di umanità .. La nostra ambizi one è di cominciare la socie tà novella inve ce di aspettarla. La vera socie tà è una amicizia .. . La borghesia si è fatta ww morale che giu– stifica il suo egoismo e lo schiacciame nto di co– loro che essa. sfrutta ; una religione che glor ifica la sua carità ipocr ita e che terrorizza colo ro che tentar ono far crolla re col pensiero il rispetto dell'a 11torità. Il proletariato aborrisce questa n,zo. raie che opprime. CARLO MARX. t~\·a la .sua. Q)i.ccola ma.no presso le sue spa1- lm e e s1 slanciavano, \"Olavano, turbinavano ... .- Altr o che essere u.n'al'inga ! Com'è st u– p1clo! p~rchè poi un'arin~a? E qu elli che non sono ~rm g.he cosa fanno di meglio ? Sono al Io– ,r◊ pnmo an!10 d ·uni versit à, e crepano di fa. m.e, mentre 10 ... Bel gusto. poi a.ndal'e al l'U– n!versità! Un g iudi ce istr•uttore, un medico fi– nuà col gua dag1)_ar più eh 'io non guadagni è vern; ma quanto tempo si è costretti a vi: v~re a nostr e spesel ;.\lentre per noi. alla buo– ~ ora ; l~a::-taenk ~t·~ nella scu ola, e tutto va per il_ meglio. Se 1J)01 s1 se n e bene, si pu ò anche d1rnntar gene ,·ale. Ah come glie la fa rei vede– re allora! Alessanclr? J'Iicailo, itcll non sai1)eva ve.l,a– mentc ~ chi \a ,·olesse fa r •\·edere, ma il ri– COl'do d, quelli che non erano ciringfle gli fru l– la\·a nella memoria. - !\ikita. -chiamò, c'è del lh e in casa 9 - Non e-e n'è più, ros k a g razia, è fin'ito. - V~ a _compernrnc un mezzo quart o. Toglie d1 sotto al capez1~ale una borsetta n uoYa. e dà qualc he spicc iolo a >likita, che co~Te ~t. prender.e il lhe. Int anto .-\lessa ndro :\fi– ca!.lontch conlln u;_1 a rifl ette rf': ragione per c~u, qu~nd~ Niki ta. fu cli ri torno col the, tro– ,·o che 11 signore ~1 ern. 1·iadd111·mentato ..--: Vostra . ~razia} ,·oslra grazia. morm.orava ì',;1k1ta. :- Cosa,. che c·è L hai port::ito? \·a bene, m alzo, vieni a vesti r·mi. .Alessandro :\Iic.a!lo\"itch a c,a"'a e a gcuo la , s1 era sempre vestito da sol(): ma da. che ruYe– v~ 1..m_ 'ordinan.za .. s'e ra dlme1iticato in quin clici g101 :rn.com ~ c1 s1 mette o ci si toglie un abito. !'11k!La -?h 1passò I~ cafae, gli mi s.e le scarpe, g h st irò 1 pa ntaJ om , gli gettò sulle spalle un •mantello d'e state che ~li se rviva da ves te da camera, e. Alessan dr o :Mica.ilovitch si assis e :;i,I ~uo ta,volmo rla th, . ~enza nem men o lavarsi tl muso. (Cont in,1o;).

RkJQdWJsaXNoZXIy