La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 17 - 24 settembre

La nostra . ' p1u alta LA DIFESA DELLE LAVORATRICI • o m1ss1one e'0NTR1\S 'f i L 'inglese dal coilo di giraffa aggiunse' - E' una spfa. .. . _ Ed una suffrage ri:a, magra ed alta, grido fu· riosa: (( A11che la più w11ile proleta ria, sia pur e priv,1 di coltura e di risorse i11t_eL lett uali, può esplica re w 1·opera valida ed effi cace· per ti d1ve11ire del Sociali• s1110 solo cli c ass olva deg 11ame11le il s110 comp ito di madr e : cl1e sapp iri al~1,-.;ar~ - per le loffe del domani - dei figli sa11i, fo rti, cq111/ibrali ,,. Du rante J 'al\ auamen to, l' organi smo del bam– bino è ancora uni to a qu ello della mad re quasi come nel peri odo della ges~iz ione : poichè è an– cora l' organis mo mat erno che produ ce il nutri ~ mento per il piccol o essere. Bas ta dun que fer– marsi un poco su ques ta conside ra zione. per compren dere come la madre debba avere la più scn:.pc!os a cura per il proprio benessere fisico e morale. cialmente nelle classi proletarie ove sono più profondi e diffusi i sentimenti di soli darietà e fraternit à - accade spesso di procurarsi delle pene molto grav i, per partecipare affettuosamen– te a disgrazie di vicine o compagne di lavoro, per difendere un debole o un maltrauaro, per alle viare una mis~ria, per interv enir e in una li– te ecc. Ebb ene, durant e l 'allatta mento, queste donne che si sentono così lodevo lmente sp inte a soffrir e anch e per gli altri, hanno il dovere di ch iudersi in un certo ego ismo, di vivere più che mai pe r la propria famig lia, al fine di non dan~ neggiare la salute del piccolo essere che esse nutron o. Per le piU grandi vie deila grande, capitale in– gles e, la gente correva frene1ica e prec ipito sa verso una delle più vaste piazze . Il sole invernale giungeva appena ad irrom– pere nella fitta nebbia, ch e vela etername nte la immensa città . Un 'aria fredda sferzava i vian– danti, in quel giorno destinato a solennizzare la mem oria di una eroina, grande fra le più grandi , del.a razza sassone. In onore di Miss Caw ell, il popolo, l'intelli – gente, one s:o, lab orioso popoi o di Londra si riu– niva in mass a per onor are \ 'ingl ese sublime, la qu.aìe con ranta se rnplici:à aveva saput o morire davanti al nemico. Thouplex, un irland ese, ch e per caso si tro– vava a Londra, sorpre so pe r quella intermina – bile sfìlata di uomini e di donne di ogni età, di solda ·ti e di guardie con le loro musiche lan – cianti nell 'aria le note del\ 'inno patriottico, si avviò anch'esso ver so il punta di riunione, cu– rioso' di concsc~re la c.ausr. e lo scopo della gra11t..ii0Ea mani fes tazione. - Un ne-mico dei diritti della ?onna .. Il giorno dopo. Thouplex lesse ne i g~an~1 quo ~ tidiani del l 'i;npor tanza e delle proporz10ni che i londin esi avevano dato a que ;Ja immorta_le glo– rificazione. Perfino ne,i giorna li avanz.au l~sse sorpreso gl 'in ni in onore della_ inglese sub hm~ , se nza un ricor do nè una parola per le opera i~ liberatri ci di Ga\!es. E riflettendo a i constras tt d! ques to mondo, mormorò una fra se. una sola frase : - Non n~ capisco niente! Enrique Nido. t D.:; giornal e Estud1us à.i Rosa rio). La madre nutri ce èeYe sempre e ~opra ttutt o pen sare al suo bam bino : nella scelta degli ali– ment i e delle bevande, ne! riposo come nel mo– ta. durame il l!woro come nella vacan za dome – nicale. insomm.3 in ogni suo più picco !o atto; sua cosrn nte preoccup azione deve essere la sa– Iure del figlio che alla na. Nessu n sacrifiz io deve farla indietr eggiaie. Es~:t de\'e soçnttutto all.'.1t– tare co11 amore.- poichè ;a gioi a stess:1 che ess a pro \'a nel porgere il seno alla sua crea tura è un fa1tore psic hico importanti ssim o per attiv are la secre zione del !arte . La salute del bambin o dipende dalla bu ona qua\i ·à del lane che lo nutre. non solo ; ma tut– te sappiamo ..:he dar :1:1i:e i':1'. .9.ttamento - più ,.nco ra che nel periodo della gestazione - il b.9.mb ino risente immediatamente gli e ffetti di qualsias i disturbo fisic:> o moral e della madre. Ques ta de\'e pertanto alimentarsi di cibi sani e pre \'ale r.re: 1,ente di lane e lattic ini, di ova , mi– nes tre abbonda nti. burro . ecc. tutte viv :tnde, queste, ch e favor isco no la secrezione del latte. \·on tiei-e bae l'i no se non allungato con molta acqua. perc.hè il vino puro passa. attraver so il lane. ne ll 'organfr:no del bamb ino a! qual e può procur are infiam maz ioni inte stinali, malattie e sfoghi della pe lle. rendend olo altresì irrequieto e agitato e impedendogli di dormire. L2 rr:.adre nu tric e deve curare al mass imo gra– do l 'igk ne della sun a!imenta zio ne. a nch e per e\'itare tutti i àis :urbi che possono metterla in condizioni di dover ricorrere ali 'uso dei medi– cinali. i qu.9..li. passand o pure nel laHe, sono quasi tutti nocivi alla salute del bambino. Il lavoro quotidiano - purchè non si svolga in condizioni e in ambienti antiigienici e non obblighi la donna a fati:he eccessive (e in que– -H ces r tt-ovrebbe ~ss ere -~L u/le .le d sono essenziali per la buona riuscita de\l 'allat– tamento; anzi la vita at1iv.a eserc ita una favo– revole influen za sulla produzione e sull a qualità del lane. La calma e la serenità spirituaie de'.la madre sono essenzia '.i per la buona rim·ci :a dell 1allat– iamento. Le emozioni gradevoli provate dalla madre sono sempre seguite da una più abbon– dante secrezione di lane , mentre, al contrario , le sensazioni penose ne diminuiscono la quan – tità. Le emozion i violen te poi debbono conside– raiS i come le più perniciose influenze che - per il tramite dell'organismo materno - agisco– no s·1J ba:nbi no. Ogn i moto violemo dell'anima. come il dispetm , e soprattutto la collera e lo spavento. portano dei mutamenti considerevoli nelle par ti costituti ve del latte ii qua 1 e, qualche volta viene anche a mancare per un ceno tempo o per· ser.-:.pre. Da ciò si compr ende com e la ma– dre che allatta sia in dovere di evitare in ogni modo rune !e cau se di emozione , domi nan do ogni scarto di col lera , sfugg endo qualsiasi di– sc ussio ne o querela. Al:e donne di an imo buono e generoso - spe- Pu rtr oppo però . non è se mpre poss ibile evi– rare le emozioni dolorose . Qu alo~e volta, la no– tizia di una grave disg razi:1 o delia morte di una pe rsona cara giunge improvvisamente alla don– na nutrice pone ndo in perico'o la saiute del bam– bino per gli e ffetti immediati, e !a possibilità di contin :. .12.re l 'alla: r'.lmento. In que sri cas i. non si dcl'e assolutamente porgere il seno al bambino - com e fanno molte donne , allo scopo di im– pe dire che si fe rmi la produzione del latte in se gui ta a:la impr ess ione ricevuta, - ma si deve estrar re il latte artificialmente (con un tiralatte) alime ntanc!J il bam bino con lane di vacca an– na cquato e zuccherato. E l 'allattamenr ,o si ri– pre nderà sole ql, :1rn.lo la madre .abbia riacqui– stato una calma relat iva. Ho ancora alcuni consigli da dar e alle compa– gne sull 'aHatt.amento; ma per non abusare del prezios o spazio della nostra Difesa proseguirò questa mia mode sta chiacchi erata al prossimo numero. (Continua). A. MARI. Le SazioniFemminil Socialiste ProPincia di Milano : Mi 1 ano - Monza. Pro1·.ncia di Torino : Torino - Pinerolo. Prol'incia di NoJJara : Cossa to - Mezzan a Nov a:-ese - Biell::l - Valle San Nicolao Pa i:1zzolo Verc el:ete - Mosso S. Maria Sagli :mo Micca - C2mandona - Cari sio Lesso na - Ca srelle:to Cer vo - Vigliano Cast ellengo e Mottalciata - Pralun go. Provincia di Pavia: Zeme Lome llina - Valle Lomellin2. Pro11incia di Cremona : Soresina. Pro11inciadi Mantova: Suzzara. Pf'01 1-i11?i.a cli- G-e-n-v~•u : :;::.-,U-i- Ponen hi> .... - Provincia di Porto Maurizio: Oneglia. Provinc:a di Parma: Soragna . ProJJincia di Reggio Emilia : Regg io Emilia - Rio Saliceto - Cogruzzo - Poviglio Ru biera - Prato. Pro1•incia di Modena: Mo!.ini Nuov i. Provincia di Bologna : Bologna - Molinella - Sesto Imolese - Corticella. Proirìncia di Ravenna. : Raven n.a - Alfon– sine. Provincia di Firenze: Firenze (Due Sezioni) - Cast elfic.rentino - Rifredi - Montecalvol i - Prato. Provincia di Livorno: Ardenza . Provincia di Grosseto: Grosseto - Ta tti - Sass o d "Ombron e - Fo:loni ca - Montepescali - Giun carico - Montemas si - Roccatederi~ ghi. ProPincia di A rezzo : San Gio vanni Valdarno. TOTAL,E N. 54. Abbon a tevi all'Avant i I APPENDlC~E~•---------------'- L A GUE RRA RO.\IA:SZO DI VS E VO L OD GARTSC HIN - :-,;rJn ~J imrn:Jµ-im.1re rh,:. ~ri.1stù avn•ste a IfJ"tl"n·i "".>tto l"; <.,tang-i1r~ ! - :,.;,Jn ~i ::i.vrann1J almenrJ rimrJr~i, Vi:tssili P eLffJVitsf'h. Tutt.rJ dò , (1<,1.drur:r·i1J rnirJ, i• IUifJfiO raffi– Iiato w~r me; p :1.rl~ ten~ con mi:" sr1rella c·he f' na.s,.i.Ut. ni:Jbtra. in q1rnste f-ò<JttigliPuP. E br :1- \'is-;ima. ],:.;, q1rnnd'"J Bi Lratf.:,1. rJi r,a~..,are :,1.I Ja..rnlJic·r,< 1, 1·.1m,,, /\(JrP,ii11~ o di ,Jj.:.;rut ;c.rf • Do– t-trJi<:\.'<,;ki. Questr: vr,stre <"ùmplir,;1.1.iorn sc,n<J <:r-rt:irr,f"ntP ar1:Jlizza1"' a f<,fJ(fo in qu:Jl<-hl"! r<i mcrnz•i. Addi<J filrJ;.,,r.>fr1. fl j~.r- }J(Jnarialfl<·rit~ del s1JrJ srhr:rzo, r: mi te'-e la m:1.11<,. fJ1J\e :1.fJ(lalP. ·! .\Ila r·linir-.:J. Entrai r,r•lla. e:.1mera ,Jj Kr111'-m:c n<m dr1r– miv:.L ,tav:, a.nzi 11n Ji<J · m,:_crli<1, <'.<,mr· mi spir,– f!O :\fr1ri1i P,,trrJ\flC.1, <;r:duta '-':mprr• al f:CJ..pn~ zalP dr,Jl'infr•rm,,. ):1111 m' aveva an<'(JU1 ,ist<J in uniformP. ~I il mi,, Nj<.:Ìtlfnr, h ~hrflTP'-,-. '-.C'r:1rJ,.•·,Jlrrir•ntP, Fannr, tr,nt<1 <li t 1,nti rr11i, '1i mandarti Ja;!~dù? mi d1if·se. Uo,·riJ partin·. Xrm ],, s~i-? Ta.Npu; f1Pr un i-;ì:trlf;c._ dimr-nti – J;,biJ~ I! \' dun- - E vr,r<1, Jr, s.-,r,~v<1. ma la,·P\ rato. :OI':-,cr·or7,1 (]'a <·r la mnnr;rit.1 nr 1 n ~1,11nPttn Jtio id1:-P dir• a. c.;fr 11• que. d,J •· J,en 11Pce1.;,~:1.rio. - Com•-, and1P tu Kou~ma Fùrnitsr-f1 '' - PerdH·, !I a rwhr tu? o n()n i• la verità? ,-h~ \"irtù \"anti w~r <•ssere risparrnifLto '!! vai, veti e fa il tw, drivf'rc, non ri scmo nJtri ben -fJ_iu utili Nl <1rie1·osi rii le, cui toccò di ipar– t11·r~ '! _,...,,,,·tta, ner:r1m<;<larni il cu<.d no!.. co:::l \°:J. li<•flf'. L:1 <.;11a ;,.,<Jc·p Prn. dPbf1le NI irosa q11asi avcs– ·"'' ,·ulnt,, v,mdir·ar:-;i rlr·lla m :dattia. E w•1:issimo rifJ rhf' di<·i, l{ùu s11i:t ; m a mm \'arfo Hi f<,r.--.P? pmte<.;to fon;r• pPr n,f' per– ~<,n:i/rn<•11t(! , \ w·~si ·vnh1to, f!ùlr·vo J"im anrr rrui. no,1 sarr·hh<· ...,tat:1 CùSH rlifli<"ile ari ott <>– nr:r<'. XrHl I ho fottfJ; mi vngli o11ri? <"i vado . :\1:L rni si fJerrn1•tta almn1" <li a.w•rf' un' opi– ni<J11f: rni:1. K<111sma im1,J11lJilr•, r.d i nr-r-Jii fo,,i al so ffilt.tJ, r,:1-n·\':.t <"ol pn1sir•r<1 :,s-.rnt<·. JJr1i vnJtiJ p iana,. m<·ntr- la fr:st:1 <lalla mi:l p:,rte. Xriri 1irM1<l<•r1• J,. mi<: p11rrJl1• :JJl:t lr:tt.ern. dis<èr-: sri11<1 sUrn<·o NI ir-rit;1tr1: 11n11so 1 ,r-rrltli, 11<11r1 ,,di,, il 111orrrJ1,. SCJ11,, rJhnitàtrJ tro ppo in..,,iffen•ntP.. J•; for s<• la 1flrJ1"t:• <-i1f! mi sta !-,IJfJf:J. •\n<li:Jmr, l\(,11J r,a, <:<n·:1)'.!~i<! ! L a. l11a fr.– rìt ii di"-irif<•ltata, i <·i<-:1-trizM1: t11tto va ricr il rn,-.g-1fr1 .. ·r1n è riill il r:1 ... <1 rii parlar <1 rnnr– f.f•. rna <li 'Vita. Xr1l dir rr1-ì irJf'<1nfrni i !'.tr'1nrli ocd 1i m ~– Ji,rw<miri rii \hria P<•trr1\·r1:1: 1·fr1Jr<l:ii all ora (fil(•! d1~ rn a\•·va. dr•tto quindiri giorni prima: rJ,,, win .('lia.1·i1f1,dovr:1 rn<1rir~ ! Il piccolo apostol Ne! mcmemo che Thouplex giiungeva sulla piazza design3tJ per lo svo lgimen to del so lenne ano, le truppe allineat e prese nta vano le armi davanti ad una tribuna, decorata con le insegne dei colori inglesi. da:!a qua le un mini stro del Regno Unito es;irime va !'ad esione del sovran o e del Governo al grande omaggio in memoria di Miss Cawell. - Entrate, entrate , Pietro. Venite, man ge– rem o un tozz o di pan e in compagnia. P ietrò si guardò intorno con difficienza, e ri• par andosi colla man::>da i raggi del sole, scr~tò ie camp agne circoscanti, poi fìnalrr:.ente entrb rm– chiudend o accuratamente la porta. Thouplex, ansiosù di conoscer e i motivi di questa, domandò ad un vicino, un inglese dal collo di giraffa: - Ditemi, signor e, ma che cosa suc cede di così straordinario a Londra, che il popolo e la trup pa s:ano riuniti su questa piazza? - Come? Non lo sapet e ? - - gli rispose il vicino -- Miss Cawe\l.. Ed accortosi che \ 'irlande se non aveva capi to, aggiunse: - L:1 no~.rra Miss Cawe!l ! L' eroina del Bel– gio, colei che oltre alla de!ica :a ed uman-a pro~ fessione d'infermiera. dava la libertà ai prigio– nieri. - Ah ! Comprendo - fece Tihouplex. Adesso la fucilano, non è vero? Un impressione di stupore apparve sulla fac– cia dei vicini, che avevano udito il breve dia– logo. Uno di essi gridò: - Voi ignorat e senza dubbio, o signo re, la e.ausa e la grandezza di queSt 'atto. Miss Caw ell è un a nostra compatriotta, la quale ademp iva all'ufficio d'infermiera nel Belgio e per aver liberato alcuni prigionieri belgi ed inglesi fu f,ucilata dai barbar;i, dai soldati teutoni. La ma~ nifes razfone d 'oggi ha lo scopo di glorificare e di onorare la sua memor ia. Avete capito, ade sso ? - Adesso cap isco ancora men o - rispo se Tho uplex. E siccome aumentava !a sorpresa in– torno a lui, aggiunse : - Poco tempo addietro , nel sud di Galle s, dura nte uno sciopero di minat ori, parecch i miei compagni furon o incarcerati. Le loro mogl i, i loro figli moriv an10 di fame e di mis.eria ed i! pro cesso an dava per le lunghe. Un giorno, le mogl i delle vittime si riunirono e de cise ro di tentare I.a liber azione dei loro mariti; aiutate dalle donne dei dintorni invasero le carceri e died ero la l1ibertà zii de!enuti. Fino ad oggi, non ho mai saputo ohe qual– cuno le abbia glor ificate. Tutt 'al contrario! Ar– restate in segu ito, molte di esse furono condan– nate alla reclu sione; ricordo, fra esse 1 !e mo– gli dei miei compagni di lavoro Lynger, Dan– voy e Fre nvid .. I vicin i guardavan o Tho~plex con occh i stu– pefaiti. Uno sco4zes e di~ e sottovoce: - Un kaiseris ta .. - Come sa rebbe bello se ver a ment e ri•vivcs– ~i, cl isse I<o1Jsrna con uno sm orto riso. Tu an – dr esti iù fuo co. e noi, 1Ia.ria P et rovna ed io, ti \'€!'l'emrno die tro. Lei suora di carità, io m cdi ro .. se tu foo::si ferito ti cur erei come tu CUl 'i ffi C'. Basta collr chiacchi ere Kousma F omit soh, <li~o;.e :\l al'i a Pctro\'n a; il tr o!)iJ)o par lare vi fa m ale, e poi è ora di comin ciare il ,·ostro sup. piizio. Si mi sc> 11f'llC' nost l'.e mani. Lo spog liamm o, sr ioJtliPmmo lr ben dr e pa..o;.snmrn o ad un a. nu o. ra (li ...:inf rzionl" sul :,;110 largo peUo isch eletrit o. Dir rssi il gett,o <l'ncq ua. sui mu 'ìro li vi\ 1 i e sa n. ,trni 110IP11ti, sull n dn\'ico la scar nifi cata, sull a ,·r na r-t1r tn1,·Prs'lva nctta rncn tc le fel'itn. come in nn prrpa rato a na tomi co, e in qu C'I m omen – to pensn\'O ad :dli'(' fr ri tr più t<'rribili pel lo– ro rnrnltf'H', pn I:, lo.-o in fini ta. va rietà , n on fritte dt ll r iero ,·:1so, ma. in ft>rtc dall a cosc iente \"olrintù de ll'u11mo. Vlll . !..\ P \ RT F.'.'IZ.\ . \;'(JII r:1r('(11!.,\'0 nulla di cio Ch C' SUl'C'CclC' a ca.– sa 111L,, 11ì• <lr•IIP irnprr~sion i chr nr• rise nt o. f. n lan i1tH•r·ollc q1inli mia in ::ulr e 1111 a<·(·o– g liC' (' rni r-011µ-Nl:t, il prnoso s.ilcnzio che m i si fo i1Jlr,1·110 a. lcl-\ola; le pre rnurose nttf' nzioni di frntr•l!i e sorc 1 llf', !-.O/lo giù troppo peno.._c, fl w·dnsi ,. a intnir~i ~rnza ar('re .... C'rrl<' C'ol rl<'sr·riHJ"!r,_ ()11:111dripr•11c.:o dt<• fra ott,> ,:rir"~ni dovrò la– -..riar,~ ,·ili rJi,, lu, cli più (·ar,i al rnond11 la. r·n1111nozi1ir1e mi fa nodo :1ll:1 11ola ... Colei che lo aveva invita :o ad entrare, era una contaàina ci.al.a fac cia rugosa, dalle mem– bra sfat: c, c□e ave , 1 a perduta tutta la gentilez – za del -ses~o a cui apparteneva, per causa del lavoro troppo fatic oso . Pietro, app en:t entra te, corse a'.la finestra e guardò ancora la campagna : poi, sembrando es– sers i ass icurato, si sede t<e vicino alla donna e disse: - Da qua ndo la polizia ha me ssa quella ta– glia sul mio capo, non sono più sicuro; c~edo se mpre di avere gli sb irri alle spalle . Pnma, quando ,·enivo da voi, vicino ad ogni siepe, temevo di vedere uscire i poiiziotti. ed anche ora. vedete, ess i potrebbero entrare quando me– no ce lo aspettiamo ... quella gente non domanda (t Permesso ». - - Rassicuratevi, Pietro! Chi volete eh.e du– biti che ne lla mia pove ra casa vi siete voi? - Siete ingenua Anna ! sappia~e che essi so– no sulla mie tracc e, e che certamente uno di questi giorni sarò in loro potere ; allora per me si .apriran no le porte de;ia Siberia . Ma ora la– sciamo quest i discorsì; ditem i piuttos to: - Dove è vostro marito? - Mio, marito è da questa mani na che la• vara a mezzogiorno gli ho portato un po' da mang iare e Jra poco rien trerà .. Lavora rutto il giorno, ma è inut ile; se seguita in ques to mo– do... Si guardò intorno , e avvicinandosi ali 'uo– mo seguitò piano : Saremo costrett i a ve ndere nostra figlia, I ',anno passaro foste voi che I.a salvaste ... que st'ann o chi la salv erà? ... - Cosa vi occorre? - Abbiamo un debito di 50 rubli .. Pie tro estrasse di tasca un portafoglio, e con– seg nò a lla donna i 50 rub li dicendole : - Prendete! anche per quest 'anno vostra fi– glia resterà con voi ; però non mi ringraz iate ; è il mio compirr. Addio Anna , salu tate vostro ma rito e ditegli che non ho potuto aspet tar lo, perchè , prima che gli sgherr i mi .acciuffino, vo– glio finire il mio pellegrinagg io. Addio .. Pic t:-o uscì, e la donna lo guardò allontanarsi, mentre due lagrime le sce nde vano dagli oc– chi. Pietro B. , era uno di quei pochi uomini, che appena si cono sco no c'inspirano un senso di sim– patia e di fiducia. Egli era picc-0\0 e magr o, cool che le essa si distingu evano sotto 13 pelle. A vc va un Yiso da eremita, da cospiratore, insomma il viso di co- l'1Jhi111a '\'Olta! Chi non ha conosc iuto l 'a.ngo– scia di una. pa rtenz a definitiva rpuò forse ca- 1pir e tutto qu el ch e c'è di amar o in quest e pa– role? P er I ult ima. volta la famig-li a s.i è raccolta in r.;.ieme, per l'ultim a ,·alta ci siamo separati; per l 'ultiina .,·,olt a che sono entrato nella mia ca meretta, 111i sono se dut o al mio scrittoio in– go 11lino di libri ~ sott o la luce della mi a pi c– cola. lampad a da ~tuclio.. T utto un m ese è pa t-sa.lo :-enz.a ch'i o l' acce nd ess i. Pr end o per l"ultim a \·olla. il lavoro incomin– ciato , e lo sco 1To : è agg ro\"i gliato, sco nn esso, con 1e un abhozzo inform e, un abm·to. In lwig-o di ron durlo a fine, tu stai per an~ dad.e nc> in ra po al mondo con miglia.i a d 'al – tri , perchè la sto ri a ha bisog no della tua for– za bn 1tn. La tu a forz a int ellettuale, non ser– ' e a nessu no, d im entical a.. Che imp orta se la ro lli\'t1,t i -pr1· lun Q·hi am1i , se tu stav i p er fa.i-– la SC'l"\"Ìl'C' a qua lche cosa ! L"imrnanc or gani – smo c-lrn tu non conosc i, ma di cui sei un ato - 1no irnp<'rrrt tihile, ha \'Olut o stacC'arli da lui P 1·espim!'eri i. Chr puo i lu far e C'ontl' o la '-Ua volontà, tu, ((m ig,1010 del pi ede ? ,, \l a basta è tempo di co ric n.r.._i e di tr nt a r rii donn ire: dom ani bi-.og na nlza rsi p,estn. .\ ,·r\"f 1 ('l)ir _slo rhc nessu n o m i accom pag na s– Re ,tlla staz ione. Lung hi ad rlii. in ut ili lacri – m<' I . :\1n qna n<ln fui ~OOuto n ell o sco mpnr– timrnto '-tipnto <li ge nte , sentii il cuo re str ett o da. t:rnta_ snlitu <Jin<', ria un ~ì gT",." affann o, chr m re i dato u n teso ro per paR,nre nnco 1·a q11akhe mi nuto con uno dei mi ei. (Contint<a ). (1) Prover bio 1·11'-'f:O, Fin.-dnH>ntr r•r·ro i;rli addii. E d1Hnu11i all'n l– ha f'iH· il n,,...,fr() (listarrarnrnl11 ~i m,•ttr in t1·r•110. \Ii si i• c·on<·r,sso di 1,ao;.sa1·r la notte in famiglia, Nl io S/Jnn solo in ra.rrwra min pct· monamento annuo alla "Difesa,, l. 150

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