La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 9 - 21 maggio 1916

e Anche Ja più umil epro letcvria, sia pur e priva di coltura e di risorse in tclfoth +ali, può e-– spl ca-re 1m'opera valida ed efficace per il diuenire del Socia-1ismo, solo che assofoa de• 911a111ente il .nw compito di madr e: che soppia all evanJ - pe,· le lolle del domani - dei fìyli sa11i, forti , eq11ilibruti. III. uno dei più sacr i dorn ,ri della donna ma– dre é quello di allatta.re la propria crea tura . Fedr o, un saggio del!' antichità, ha detto che : « mater est quae lactavil, non qu.ae genuit ), volendo sign ificar-e che non può considerarsi c01npl etam enl e madJ•e colei che ha sollanto gene rat o il figlio, ma colei che lo ha anc he nutrito del ,propri o latte. La donna che, trovandosi fisicamente in condizioni di allattare, affida il suo bambi– no alle mani mercenaarie di una balia , non merita il nome santo di madre. Senw. nep– pure rip etere tutto ciò che é stato dett o o. sazietà su i pericoli ai qua li va inconko il bambin o a balia per la man canza dij Ctll'e affettuose. e di pulizia, ;per l'uso di ipno – tici. etc .. bas ti considerar e che dal seno di un a balia si possono succhia re germi mor– bosi. sia in riguard o al fisico che al morale. Sono frequentissimi i casi di giovani col– pit i ed uccisi dalla bube,rcolosi peir aveir suc– ciato il latte di bali e che - appa rente mente rob'ustissime al mom ento del!' allattam ento - furono vittime , dopo qualch <>anno, del ten·ibil e mal e. Cosi dicasi per tante altr e mal attie, come -per le tendenze al fu>rto, alla pr ost ituzi one, etc. che molt i disg raziat i han– no ,pure assorbilo mediante l'allatt amento. Lino Ferriani , qu el grande amico d1ell' in– fanzia e fervente a,postolo del!' educ azione che tutti conosciamo, ha scritto che: " la madre sana, normale, non deve pennetlere mai che nell'organis1no sano del suo bùnbo s'in fìltrin..()elementi che ne possano turbare il suo sereno div enire 1>. E, del resto, per· le donne sane, l'allatta – mento è a,nche giovevole alla sa.Iute, po iché esso é il completamento, l'ultima fase della fun cione fisiologica della mat.ernità. Il tron– care volontari amente questa funzio ne si,gni– fica quindi nDn solo far cosa biasimevole dal punto di vista mOTale, ma andare an– che contro natura, perchè la natura stess a ha disposto che il bamb ino, nei pr imi mesi di sua viba, trovi nel seno matern o il nutri- - ----- ""'c,~fflm'JJ4,1 atg&pllrrfìft-li,'f,\N,e htJ 0 fY'Ji: re gravi da;nni anc he all' .organ ismo deHa donn a. '.\on tutte le mn.dri, l])ru'Ò, si trovano fisi– camente in condizioni di allat tare. Tali sono le donne ammal ate di Tub ercolosi , di Asma , di Anemia molto graYe, di Arh~te cronica, di malattie gastro-intestinali cronic he per le quali sia ostacolata la nut,~zione della ma dr e. Anch<>le malattie organiche di cuo– re , se gravi. costitu iscono un impedimento ad allatta: re. La sifilide non sempr e rap-pre– senta un im,pedimento, tanto é vero che mol– te madri sifilitic he possono allattare le loTO creature. In questo caso, -però, prima di de– cidersi in un senso o nell'altro, devesi sem– pr e interrogare il medico. In un pro~<::imo articolo, pa rleremo più diffusamente dell'allatta mento e vedremo anche come dovrano contenersi le madri che si trovano nella triste condi zione di non po– ter offrire il S€:!IlO alle loro creature. Per ozzi. a quelle fortunate alle quali la natura ha concesso di nutrire del loro latte i piceoli esseri ai quali esse dànno la vita diumrJ alcuni con:;igli sulla prPparo:.ionP al~ rallattamento. Questa preparazi•rne ha w,a grarudissima .\PPE);D JCE Vita ed avventure d' una rivoluzio nar i a russa tA·ole autobioyra{t,;he . Co:ne punizione della mia fuga ft. :..vndannata a quattro anni di lavori forzati n1;:Jl-c 1nini1>To:: <li Kara ~ a 40 colpi di frusta. Un medico venM a visitarmi Of~lla ru1a cella per constatare s;; le mir• condizioni fi:.iche mi :permet– teva.no di subire la condanna 9?.:'JlZa soccomOC.rre. A '.!ora compresi che non osavano frustar1;: una condannata politica che non aveva subit0 pr-<~– denti condanne e che per n1oparmiarmi l'eSl':C'Uzio– ne dd castigo voleva:no far apparire eh<; io non avt1Vo la forza fisica n-eressaria r...:.--1' sopportarlo, per esy-:.r,e poi così liberi rJi frustare gli altri con– dannati in s-eguito; allora io dichiarai eh,~ pot€·vo beni ~i.mo sotto:.tare a quella esecuzione ma che il tribunale doveva farla eseguir'.! pubblicament<:: poichè cosi stabiliva :a legge. La sentenza non fu eseguita f Ritornata a Kara .qui ebbi il piacere di ritrovar'::. sette prigionieri po– litici con i quali vissi in quattro basse celle. Là si pott: avere libri e l'occorrent~ per scriv-er':'. IO LA DIFESA D:JE LAVORATRIC• I N RISAIA imrportanz.a, spec ialn1ente peir le giova donne che son o madri per la rprima voi I e ipotrà evita.re g,ravi ssim i inconv enienti ananco maJ.attie del seno dall e quali potre be der ivare la assoluta imp ossibilit à di , ln.ttare. Tre mesi circa prim a de.I prurto, la g'io..; ne madre dov1rà anzitutto osserva re la f< ma del suo seno e se questo è tale da pi sentare delle diffiroltà al bambino, essa è vrà p.rovvede re a modificarne la foTma a plica:ndo id'ue volte al giorno (per clieci n nuti ogni volta) un tiralatte. L'uso di qt sto strum einto le verrà indicato dal fa.rrr cista o da1la levatrice. Alla stess a epooa, incomincie rà a lava irnrnancabilmente du e volte al giorno, il ~ no e le asoelle con acqua sa,ponata tie,piL c., dopo essersi bene asciuga ta con iuna s.– vietta morbida, app licherà sul seno un p(' zeUo di tela fine imb-evuta di un m isoug) così com,posto: Gliceri na. grammi 10, Rhu grammi 00, Acido Tainni,co gii·am mi i. Qt– sto liquido costa poohiss imo e qualsias i orc l'aia pot:o:-à fa,rne uso senz.a incor re.re ·in s– crifizìì economic i. sfoggio di modernità. d'idee e di costum i, la donna, nell' in timilà della famiglia, vien con– siderata pr ess'a poco come si cons ide<I,a,va cinqu ecen to anni fa. Gli ammonim ent i che dà la mad re mod•erna alla fig·liuola sono su per giù quegli sless i delle sue bisavole. Alla bimba si dic e : (< Tu devi esser buona e mite col tuo fratellino, e cedere alle sue picco le pr epOLen1,e. Egh è uin maschio e, naturalm ente vuol ragio ne lui. E alla gic~ vinetta: Il tuo precipuo dovere, quando sa– rai sposa, è qu e1lo di sta r soggetta a tuo marito, di servirl o, ubbidirlo ed amal'lo co– sLan1iementc, per quanti torti egli possa ave– ro verso di Le. E l'u omo vedernd:osisin da fanciullo sw – zionar e dalla f,amiglia e daUa società il di– ritto di p·rivileg io, ha finito col c~edersi dav– ve,ro supm ·iore in tutto e ])€.r tutto alla don– na, e che qu esba sia stata messa al mondo solo perchè lo serva, lo ami e gli pro curi tutte le gioie dell' esistarrna. Siam o giun tl al periodo in .cui migliaia,.. cli donn e iniziano il lavoro d1 monda del riso. Esse si imm ergono nell 'acqu a put r1di.a flllo al ginocchio, coi -piedi nel fango ._ Le sangiuisugh e viscidamente si attac?ano a1 ~o– re, polpacci, men lll'e l'anofele gi~onza tn– lorno seguend o le donn e nel casmn •al,e, do'P.° 9 e 10 01·e di lavoro, come il tafaino segu e 1~ bu e ld!al. campo alla sta lla, ,penet•·ando nei locali ;per le fineslire ma l ril[)arate, a burba,re il sonno delle poveire mondi ne, assop ite dal– la stanchezza sul giac ig,lio di paglia steso nello stanzon e, ove decine di alt re com-pa– gn<>cond ividono la stessa sorte. J1 periodo della monpa: del riso. du r~ una quarantina di g iorni, ed è difficile 1orga– nizzazione iper ot-Leneire dei m1g1Iora mentt: s,pecialmente d'orar io, in quanto 1,emono d1 essere sostitu ite e di perd ere ,peir conseguen– za il desiderato, l'atteso guadagno. Salvo ,rar e eocezioni, quasi mai si è po.tuto .rm~ posta re un'a.gitazione sulla S01TuPlI~ r~du– zione di orario e ,p.er la severa app 1Icaz10ne della legg,e; ma se si volle ottenere la so– lida rietà. occo,rse sempre far emergere la tariffia, pw>sp ettando il magg ior gu.élld'agno. Anche ,per questa preparazione all'a nat,– meinto, voglio ricordare alle lettric i ohe OOl.. è p iù che ma i ri.ee <>Ssar ia alle o-per-aie l,e qu- 1 i sono costrette a compiere lavo ri faticGi duran te la grav idanza e non pot ranno c·– conda,rsi ):I, molt e cure nel ]}eriodo del pur– rperio. Alle donn e che sentono v,erame nte tuta la grand ezza della loro mi ssione di madi nessrnno di questi piceo li fastid i quot idia,i dovrà pacere saorificio, e, del resto, essere avra:nno la più dolce 1acom,pensa nell' ansa imrpaziente, nel divin o sor riso di gioia on<e la loro creatu ra avvicinerà la boccucc ia il lor.o· seno che è sorgenfB di vita! I giovani socialisti e le rivendicazioni femminili Se la donna nella conqui sta de' suoi di– ritt i moral i, politici ed econom ici; avr à d'ora innanzi, il conse nso e l'aiu to dell'uo– mo, la vittoTia è certa. Questo consenso è indi spens ab ile, in quan– to l'espe,·ierrna c'iitlsegna appunt o, che il maggiore e più forte ostaco lo alle ri vendi– cazioni femmini li, è stato sempre ed in ogni tempo, l'u omo. Ma se questa secol,a,re consu e,tudin.e di egois,mo e d'imp erio è divenuta nell'uomo una secon.da natu r.a, è tanto e tanto .più bello e degno d'ammirazion e l'Q\()Ji,ea:·n? at– teggia men to della nost ra gioventù socialista in favore del movim en to femmi nile. Questi b1~avi gioWlni, somp1re all' avan– gua11dia d el civile ,progresso e pi eni di fede negli id eali di gi ustizia e di fra tellanza nel mondo, nono stante l'esempio od ierno d'i,na u~ dita barba rie, rinunziano generosamente ad una erretdiilà atavi ca di priv ilegio e di do– minio ,pe.r recl,amaro uguagliainza dì dover·i e di di ritt i all'altra metà del genere uman o. Avan ti , avant i, ba.Idi cava lieri, senza mac– chi a e senza pau ra! Cooperand o a qu esto atto di ,g-rande giuslizia, a cui i vost ri .pa– dr i non hianino mai p-e,nsato, voi fate opera, non solo degn·a e confor me ai pos tulati del– la dotbrin,a socialista, ma altr esì ,util,e alla società e vantagg iosa al vostro sesso. >=L~~?ami?irn~o ti;ct°i;f;di 2 ri; ~?tfl ~i~~ -= Quand o la donna avrà alt ri scopi nella vita, che non sia no soltan to quelli di farsi bella per piacere all'uomo ; qu arndb affran– cata da ogni schi avitù, non sen tirà più il bisoglllo d i ricorr ere ad ast uzie e arl infin– gi me,nti per eludere la sorvegl ianza del suo tuto •re; quando la mente sneibbiata da J.l'i– gnorrunza e da mill e p regiudizi, avrà la co– scienza della p,·o,pria indi vid uali là ed ella potrà assumere ne.Ha vita dom,estica e in qu ~lla sociale, la sua pwr te dc res;-ponsabi – lità , allora la com,pagi ne della società e del– la fami glia saranno cem ent ate dia qw,ste du e r- . ·:iw. masc hil e e f~mmini}e le qp•pJi asip.1raz10m e di in tenti , p,repa rer anno ai fu– turi una più felice esistenza . vélli e nelle coscienze d,ell'allr o sesso, e lo combattè e rep,·esse con la forza e la po– tenza del domin atore sul vinto. Si è valso delle }eggi sociali che egl i crea e?, emana a suo esclu sivo van tagg io; ed! è ricorso perfino ai più as&urd.i preg iudizi della religione, ai qual i se egli non oreide, reputa però ne.cessa.rio orecla cieca1ne.nLe la donna. In tal modo , per l'uomo la luce, il pro– gresso, la lib ertà e per la sua um ile com– pagna, l'osourantismo, l'igno ranza e l'ost ra– cismo dalla vita civile. La femmina non deve. uscir e dall'a mbito della casa, ma pe-raltro in questa casa che gli idealisti ch iamano il regno della d~nna è il maschio irnvece, che vera.ment e impe r~ e governa, usando ed ai:>usamdo della sua aulorilù pate rn a e maritale. Quivi più ohe nltiove, l'uomo riceve l'omagg io servil e e sottomesso della sua pupilla, la quale è, o ?11ge ,~i essergli devota; e ciò non tanto per 1ncosc1enza della propria dignità individua· le, quanto in virt ù di una educaz ione che lq fu trasmessa d1 generaz ione in gene.razion e fino ai tempi nostri. ' Si, anch e oggi giorno, in mezzo -a tanto Si viveva nel massimo accordo disoutendo sui mezzi da seguire nelle future lotte che si sarob– bero combattute ,per liberare la Russia Oua'.-che ~ttimana dopo otto condannati politici ·ev~ro a <lu-:!a due lasciando al loro posto elci fantocci ... i guardiani che abitualmente non get,tava no che ra– pid<; occhiate ndle nostre sucide celle non s 'accor– S€ro di nulla e la fuga per alounc settimane rima– se ignorr.1t.:~.Quando l'cva<:;ione fu scoperta dei co– Saffhi partirono immediatamente alla ricerca dei fuggiaschi i quali percorrendo steppe, valicando monti arrivarono a Vladivostok, ma furono ripie– si e ricondotti a Kara. Un mattino i cosacchi adibiti alla nostra sorve – glianza enlrarono nelle nostre celle, stracciarono i no.;.tri abiti ,, ci obbligarono ad indossare delle diviY: di foo.ati sudicie, brulicanti di vermini! Fu una sCY:na t<:.rribil<~.. uno di noi Lentò suicidars i. Fummo tra-;k-riti in una vecchia pdgione , g<>ttati per qualche tempo nel buco nero, ,poi rinchiusi in quattro lw-ide ccli<; mal rischiarate e anguste du– rantr· la giornata, •: di nott<.: rinchiusi antora nel buco n(.-r0. P•-:T tr€' mesi dovemmo combattere con secchi d'acqua calda per ruccidere i vr:rmi che bru– licavano nella prigione! ~on .,j mangiava che pane nero <.:per tre an.ni continui non respirammo una sol volta un poi' di ari.a libera al! 'aperto. I guardiani c'infliggevano gli oltraggi più gravi, anzi dopo uno di essi, gravissimo, r~tammo nove !nta nto voi stessi, o -giovan i comp agni, co.– m 1~oorete a gustare i pri mi fiI'uUi dell' evo– luzione femm ini le, f.r a le m ur a dom est iche dove non avre te ipiù la sclù ava sottom,ess; pe~ forz;a, o la ·donna fl"ivola e cap rie<:iosa ma la compagna illumi nata che vi comp 1r:en~ de, che ~.ensa_all'unisono con voi, che s'in– teressa, d 1cl.eali ,più larghi anche f'llor i della stretta c0rchia della oasa e che sa im,par tire ai figlm ol1~n' educazion e sana, lib eo.·a e forte da ren derli aggue.r,riti alle batbagl ie della v1La. Vittoria 1Vfarioni Rmnbelli. N~ssuno al mondo è stato meno pr ete d ' ;j.e~u, o JJiil ostile alte form e, che sollo color; t 'f!roteoaere so(focano la religion e. Ei pos.e _una pietra eterna, fondam ento della ~~ra rel~gione :_~, se la Tetigione è cosa essen– hi_ate all urnanita, egli ha meritalo il grado di vino che gli venn e imparnlo - , _P er ~e.::.zo di b.t,i un'idea iiilerarnenle nuova lu tea d un cullo fondalo sulla p·ur e:;za del cuo' re e sul?a fratellanza umana , compariva nel mond9; id ea_s'l!'blime. a prop osito della quale la chiesa . cnsliana dov eva tr adire pienamente le int en; ioni, di Gesù. ERNKSTO RÉNAN. giorni senza toccare cibo, r isoluti di morire se Je guardie carcerarie non a.vessero finito d'ins:!1tarci. D_ovemmo ricorrere_ ,pili volte a questo mezzo per ot-~ener~ trattamenti meno crrudeli. Durante Cj_uesti s:iope ri dellci fame i cosacc hi usavano ogni odiosa violenza iper costringerci a mangiare, tentavano perfino 1 legandoci gambe e polsi, di farci ingoiare per forza i cibi. Lo stesso regime fu adottato anche a Kara dopo la n.~stra partenza. P.cr darvene un 'idea vi espor– rò c10 che narrò la 1 m1a am ica .\laria , donna molito colta cd educatissima. Poco dopo la mia partenza da Kara la Maria assistette ad una scena fra una .guardia e la si– gnora Sgida, la quale insultata più volt.e da essa, stanca, fìna:·mente si era ribellala ed aveva bat– tuto l'insolente ,e vile gua rdi:1.no. La povera signora fu punita a colpi di knut e l'esecuzione fu cosl crud<:lc ohe costò la vita alla pov{.-ra vittima! L'agonia della disgraziaJa fu dolor0siss-irna; tre sue compcignc, per protestare contro quella b :J.rb- 1. ria, si suicidarono, e fu slabilito che venti uomi– ni, detenuti, la notte seguente avr-0bbero fallo al– lr-"ttanto ! ).faria giurò di punire l'infame governatore che aveva ordinato queìla punizione disumana J .-a sua pena era U'nminaila, si trovava· allora incinta, eppure lasciò suo marito, camminò per giorni e giorni, JX:rcorrendo pili Ji cento chilome- In fatti sono oramai circa 10 an m da che si è mod ificata la leg,ge Ca,nLelli, vietrundo ai conduttc,ri di fondi o p.roprieLari di adi– bire al lavoro d i mond a i raigazzi inferiori ai il.1 ann i, eprpu.re ogn i lanto v.edi amo sol– levate le ,ram,pog,ne dei gooiton contro co– loro che fissa rono -per legg,e questo limite; non solo ma ,poichè vi è pu,re una presori· zione di di vieto pe,r le donne che si trovano nell 'ult imo mese di g-ra viidanza o nel prim o ,puer perio - anche ,per cruestà. lim ita zione molte protesta no, sorr ette, in questt cas i, dai cond uttori di fond i, i quali talvolta riesc i– rana a far insoem,ar,e dimos trazi oni contr o i social isti e cont ro gli organiz ZIB.tori , che ri– tenn ero causa prin cipa le di queste restri– zioni . Da che la Legge sull a risaia vietò il la· varo ai o.·agazz i fino ai 1'.t an,ni , le tariff e 1p:e;1• le donn e, ohe in gran rpar te si limita– vano ,a cent. 60 e 80 - salir ono in qual che localit à fi,no a L . 2,50 pe.r iO ore di l•avoro. Come l'elim inazion e dei ragaz zi portò un v,an,tag gio sul salario pe,r effet to del)a mi– n ore concorr enza sul mercato, così· ogni an- ... ,- l 'tt'VU, tentand o nello stess o tem,po <li ,pa,re,aaiar ~ le tariff e. 0 " Già in molt e locali tà si é otten uta la ,i– duz10ne ,d'?•ra,rio ad otto e nove ore; in qua l– che loca lita s1 lavora sette o,re e ·mezza con · la ,pag,a d 'ora rio- di oont. 30 e 32. Quest 'ann o l'orgw izzazion e na zionale e lo– c~le voleva no Len tare un iragg uaglio di ta– n fve, co:1 tendenza a· m igliorar le tenu to con– to de l rrn ca rato •]}rezzo del ~iso e della scar– s1 tà d1 maitlo ,d'opera. Pur trQ])'PO ,peirò, la scars ità di mano d'o– ~:ra sono ìnterveITTut-e a reintegraTla le don- . . non ohè i ri m.-palri•ati ed 1, num :'ros1 JPTbfug,hi ricacciati in Italia dall Austl'!a e da altri Stati, cosicché ogm ag1tazron e par consegu11re dei micrlioram,e.nti appare fin d'ona frustrata o q;a .si. Si ha ~~erò ragw ne di sperar e. che là dov e le ta- 1 iff e. sono p~g imi , ven·anno di qualch e pun– ~or1a~zate u1 atLesa di momtmti ,più propi . m cu1 anche la d~nna di camipagna, cont~~ pevo le -del iproprr10 diritto, si organizzeirà ed a fianco dell'uo mo. intrapr end erà la sua battag1Ia •per un miglior avvenire. Pietro Be/lotti. llri,.auivò alla casa dell'assassino deHa sua vera amica e lo uccise po Imme<liatament~ anrestata fu · h. . . nnc iusa per tre ;esi ; una cella troppo bassa per restarvi in pie. t : 0 PP? corta per potersi coricare in essa f ~:u veSLita con gli abiti sudici, !asciati da. un 01 z~to, e c~ttetta a dormire sopra un giaciglio di ~agl.ia b~ulicante di vermi. Fu condannata a'.la w1picca.gione. Do veva ella lasciar sacr ificare I ~·eatura che portava nei seno? Lei sapeva beni: suno che se avesse <lichiar.ato d'essere incinta le avrebbero subito comm:utata la pena di morte con quel la del carcere , ma risolvette k'lcere, pensando che, quando dopo l'~c uzione fossero venuti a eo– noscenza. dei suo stato, la condanna feroce avreb – be maggiorm~nte impre~sionato e indig ·nat.o il ipo– polo. Contrariamente a1 suoi disegni s'accorsero che era incinta e !'·inviarono nelle prigioni d'lr– k,utsk. Dovette fare il viaggio nel cuore dell'in– V<·rnocon una temperatlllra di quaranta g.radi sotto 7..ero ~nza un mantello, una coperta. Dei delin– quenti che viaggiavano con lei impietosi.ti le r.e– dcttero dei loro abiti per ripararla da l gdo.. La poveretta ,pano~ì /n carocre un bambino morto .::: poco dopo mon .ei pure. (Continua ). C ATERI NA BRE SHK OVSKI\ IA, 'rra dullric e Giuseppin a Moro

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