La Difesa delle Lavoratrici - anno V - n. 4 - 20 febbraio 19

Dalla f~oria ...allarealtà Anna sino a ll'età di dicio,tt·anni em stata educata in un istituto diretto da monache ?ve. fra altro , ave,·a imparato che la donna e nata per 1,m anere a casa a far la calza . a cu~todir~ i figlioli - non senza primÙ aYerh post , al mondo , s'int ende, - per ac– cudire alle faccende domest iche e preparare a quel qua lunq ue uomo che sarebbe di\'enuto -suo marito la cena o la colazione . Prrchè. le aveva detto. sarebbe stato lui. il marito. che col suo lavoro. adeguàtamente rimune· rato. avrebbe pron·edul o i mezzi pcl ,nstcn – ta menlo della famiglia; a lui solo . quindi. sarebbe tocc,1!0 di occuparsi di quel che a,·– ,·eniva ... fuori di casa : dell'inasprirsi delle condizioni cc-0nomiche e dei mezzi per fron– te~~i~rle. de.gli a,·yenimenti pacifici e... df•l– la nroclamazione della gue11·a. Ella non a· ,Teh!I(' mai don ,to turba.re la sua men!c colla l, !tura Mi !riorn1aJi che sYelano troppe cose dw la donna cleYe ie;norare perchè - ccl ..\nna. l'aYen1 imparata a memoria - la d,,nna de\'e far la calza . custodi re i fir!lioli. non :-:.ènza prima. ecc.. ecc.. Così quando .-\nna a Yent· anni sposò Lu· ciano Caste lli. passò dalla casa malerna a quell1 nuzial e colla tranquilla pas.,i,itù - nnr amando Luciano - con cui si compie una funzione stabilita in precedenza dall a na•ura dei fatti e dalla immutab ilità delle c,r ed a· unse le funzioni di morrlie ro lla trnnoui llità che le dèrirnrn dal sa~Jere che ella non a\Tebbe dornto pensare che alla casa. E quand o Lucia110 rincasarn qualche sera di cattirn umore e. senza darle il con– ~uelo b:icio. s'immergeva dopo cena nella lettura del giornale quotidiano cercando in– vano su lle colonne la notizia che desse un po· di pace al suo spirito ribelle e somato re di una ntigliore giustJzia che lo con~ilias,e ,:x,lla società che. dicern spesso. dowrn es– ,0,· r;formata. Anna trornrn lutto ciò qua.,, naturale. oh! non era lui che ci do,·e,·a pen– c,a,re'... badarn solo a non dis•urbarl o, fa– {)€,·a sì che i bimbi non piangessero e si ri– tira\-·ain un angolo deHa camera a laYorar di cucito od a rat toppare gli abiti del ma- 1ito. Qualche m li.a. pèJ'Ò. le era ,·enula la tentazion e di chiedere qualche delucidazione - .,u Quelle frasi e su quei ragiona.ment i. per lei incompren sibi li. che Luciano facern qual– che ,·olta. quasi a mo· cli soliloquio. per auell'irresi ibile bisogno che ognuno sentr di c,,nfidare a qualcuno le proprie preoccu– paz:C.1i:i. i p-:opr-i pen~ibri; ma si era tosto lratt,.nula dal fa.rio: le suore le a, ·eya.no an– che inse~nato che contra,-venire alle no,me di cui sopra wlern dire. innanzi tutto, pec– car·" di fronte ai canoni della religione i qua.li . è risaputo. ric;erbano alla donna la funzione pa-,,,irn di mo'Jlie, i dolori della m11r/rP. nùn Jegioie della ,ita di compafJTlO dell'umnr ,. anPlant,. con questo ad un più ~ic:uro dr,mani. r,er sè e per· i figli, lottante con lui r,er la giustizia, per il pan e, per l'amo re anche. rhè l'amore tr()ppo .spesso ,le,·., abdicare allo squallor della mi.<;;>ria. che "ia oiom}Jata in una casa. E chi nùn si immagina allora c·<,mr sarà mna,,ia il giorno r,he Lucia.no. disor·r:upalo da duP mesi, IP annunciù chf' non sapf),·a r,i11 tro\'ar d.-·nan.,. nemmeno a prr-.,1ito? ln– r;,,mineii, a s•ntirr il bisogno rJi for-rnulare una seriP di 1 fomande una pili 111g;.,nua dPl– l'Blt.ra.. - Pr-rr:tii• fhann,J lir:F·nzia!1,·! - X<m mi liannr, lir·r-nzint,,:~, f· r·J11111..o lo "'tr1bil1m,~nt,1. - E p,;r·r•t,i, ! ~on ,.·,. oiu lawJro. E nr,n f.1<JfrP:,.ti andare in un altrr, <.,t<L h1!1rnenu:,? - \11. fJl•t·c•l,i• rpu,i fJ1,r•hi tl11• ariN,r /1 r·, mangr,ru, UfJ{•J i ridur:'>no le prùfH iP rn:u·– slr:--ir,7P ,. r11rn r,<•~·-,r;n<, r·<•r-tIJ liN~nzrnrr• 11r1 altrr, rJpN·ilir, ,,:r a, ... umPT"f• mi\ r,rl un r11fro. ."'ai'! La r·ii".>i r,r:-,tJr,ttr1 dalla r:r,nfla;'..!1:tz1<,nf• F.1,r,,r,P:t .. (J di~ dow·Ht sar,ç,1•,. 1,·id•·Jla r·ns1 ,. hH1t,, men(J d~Jla ,..,riffo~ az1<H•t· l'.Un;f•Pa > \nna rnr•,;rnirw1<; tu~f 1\ a. u duiJit H· d1f":! la donna fo.'i..,ewda SIJI, 1,r·r f,JJ" la r·aJz;1 r cu:,iodire i fi;:dioli il ~J<JrIJ<J 111 r·ui d,,n,tte abban,Jonar-P l'una P !! 1 al ri ,. I tane da un duro e rn.,·:d 1 iNJfflfJPn-· 1 n Jiiy,,n, i rn1·zz1 prr venire i11 aiu~,, dr Lnct'.:lno r-l1<=. p, .. ,. quaIJII, s'ingeg-na ... sr a r·Rr .. li 1:1m g-11 rrn-..(·i,·ad1 pensare P- rl1 fJf•JY, 1 r1• quarJ!o Pra ~ti-r•tta mPnt-flnr~ssario a sfornare r•tJJJ l11i,. la rno 111(• i 1,ic·,·,,liIJJmiJir:he, 17,naridi tutt,,. r·t,ir· ,J,,va,11, il panr· sal!Plland,, e ridPIHlr,. IJ, allorn AHna, quando la sf'.ra .sfinita. don-.. ,, rwr:.;,, ,a.re an r;ora alla c--a-;.a. prima di LA DIF ESA DELLE LAVORATRJCI concedersi il riposo della noi.le, senlì il bi– sog,no di clliedere a Luciano se quella vita anebbe dovuto lrnscìnarl a etema menlc, e Luciano , colle lacrime agli occhi, le narrò, a raTie r ip,·ese, il suo dolore per non po– terle dare quel che le aveva dat o nei primi anni cli matrim onio, le narrò le lotte soste– nute coi suoi compagll'i di lavoro, d'orga.niz– zazione, di fede, per difendere al meno, que,n" lo nt'I campo economico e polil1ico, il prole– tarialo a,·cva. ,già cor1quistal o, e le par lò di sfrulla menti capi,talisl.ici e cl'ing.iuslizie so– cia li per combattere le quali occorrebb e la fc, ma volontà, attiva e falti, 1,1,di lui.lo il proleta,iat.o maschile... e femminile. Anna una sera che Luciano le avea.par– lai" più a lungo del solito, rislel,lte un po' a pensa re poi gli cl1iese l,im.idamente: « Perchè era,·ate soltanto YOi uomini, ve– ro. a loUare? ». - Non propr iamente soli, ma le donne erano poche : la magg ior parte d'esse pen– ,arn no. come te . che la donna deve far la calza. custodire i figlioli, non senza ptim.a .. . ecc .. ecc.. Anna.rim::iseancora un po' scossadalla frc1nca risposta di suo marito. po•i, d'un bal– zo. nrese fra le sue agili marni la maschia front.e di Luciano e con un lungo bario sug– "c llò il patio di e ere. per l'aneni re. , ua compa<sna nei dolori e nelle gioie. ma. so– n, 1futlo. nelle !nit<".economiche e politiche, ner l'ernai1ci))az1one dei laYorntori. per la p 0 ce e la tranq uillità domestica . per l'amore 11cr la giustizia. G. Boldra lti. mi pareva di dover decadere da una gran– dezza interna, alla qua le la mia coscienza. si era 01mai assuefatta.. Era una nostalg ia non già dell'op era , ma della pur ezza nella quale quest'op era si compie , prova superba. e buo– na di luite le nostre forze. Guardi . Nell'estate a.bbiamo avuto un la– voro immane. Poco tempo , quaJche volta punto, per i PH.'\li : pochissime ore per il sonno! Incubo, pi ullosto, per l'a nima, nuova a quelle sofTerencre, la. cui visione si riafTac– ciava. inesorab ile, sulla soglia dell:t coscien– za addo rmenta.la. E, anche nel sonno, co– m'e ra lo,me ntosa la pauna , della nostra in– rompelcnza che, durante la veglia. ci teneva sempre in sussulto. Perchè quest'a nsia cli es– ser tanto inferiori aJl'entilà del compilo è sta.la. invece, lo stimolo ad un lavoro quaJ– che volta , mi creda , grondioso? Quando pen– so che fu10 (laj primi giorni , io con queste mani inesperte, ho fallo de lle sulùrc che mai avrei creduto di poter fare , quando penso che ore ed ore cli fatica penosa son lirascorse senza che io abbia pensato di aJJbandona.nni alla stanchezza, mi domando per qùa,le mi– racolo mi sia stato possibile trova re i'11me stesso compensi [;anto stra.ordin ar i. e riso rse fino a quel momen,lo del tul,lo sconosciute! Sento che, dur ante la prova delle mie forze, io mi sono spinto, anima e carne verso la perfezione! Più anima che carne .. . Quanto si chiede lassù alle nostre mani è ben poco cli fronte a quello che all'ani ma viene im– posto. Pe11sialla pena di clornr rispondere con un sorriso agl'i sgua.rd· i ans·iosi che ci fruga no l'a nima, nello sgomento di leggervi eome si chiama il prodotto della sott razione? D ividendo! IN ALTO! Una di queste sere io girellavo su e giù per il Corso in compagnia di un giova ne dol,– tore sottotenente di complemento, il qua le si gode ora. in famiglia, gli ultimi giorni della sua licenza. Ouestn bral'o raga zzo, a cui sono legala da un antico afTet:o materno. mi parlava dr Ila , ila tra.scorsa all'ospeda le ria campo, , ila densa di commozioni e di rrsponsahililit molto h,ra,i pr-r il suo animiJ milr e rleli– r·alJJ· ,, at.lrawr-y, a tante pier·olr \'icrnrle, fh rnr i~rnoraf P, Ja sua mi~'--irmrat.surnf•\·a una forma rii tragir:a poesia, r-11,~ trwr· .. 'l Ht i I rnir, r:uorr f' Jr, turbava. Quanrlo gli domand1i: Ti rlispiar·(' il par– tir-r·->E:;:li .si'strinSP nrlle spa lle. Er·c·,>. di.... sr•;io non voglio far l'rrn,•. L'at– fett,, rlri mi,·i c·arimi ha s<,praffat.t,J in que– sti vir,tni r•r,n tanta tf•11r•rezza, r-1"• il distar·eo nr,n an·,·nù .'>f'nza rlolM·P. Chr ,,u<,lr! La. ~11n·r-;1;. fr·n-ihilr•. Nl a,whr pr•r n0iallri rne– di,·i i• asrH"I r• disa!,i<Jsa. \la <·s.1x1 mi ha t111t,, rn11tr1to! ... l'<,i r:1m ar·N•ntr,pi11 profond0, sç•g1nti,r parli, a lungo. \"ed,·! L,·i non puù unrnagiHar.si q1wllo ·fi,· IPJ p;i...,-,.;J!,, . (l(•j rwnn, :.,,;,,n11, qui a Li– \lJf'fl(J, al riNJJ ,Jr, d,•lla rit<1 trusr·r,r-;;t, al fr,mu:'.~ r:,,rn,, mi s,-,r-prPudr•,·an,, 1'· ."ilrad,· f1f f<,lf:ilf• di p(•r 'HU•, in apparc~nzaindifl1>r·f•11t1, ,. i l1•afried i <;in,·rnato~rafi! JJ<,n•,·() hn• 11n,, ..,fof'7/J nr,n liew:!p,•r rir.'.'(Jfl()Sf'.•·n~ <pwi.;t,, for– rn<· di una rifa di,~, io purr, <L\'f~HJ vi\.":>Ula! E, ()f't ri,•ntrarf", nPI r·onr:.r~tt<, <li tJna <·lJnli– nuiUL di fotti. ovP, nOl)(J:-:,tanfr I,! rn•(;(•ssitìL d1~ J1~:{a11<, IJ'Jf>Oli alla gu,·na <:0.-,1 d,~boJ,, ,,r,ntiw, l'er·o di quan½ laggiù avr,w, WJ<lul/,. una terri bile condanna! Pensi alla pena, di sentire il gelo della mor te d' intorno a quelle crea ture che ci domanda.no la vita, e non per sè. ce la domandano, ma per dei bambini, ma per i cari lontanj , di cui tutti - il pa– ziente d'ieri e quello d'oggi, in una unifor– mità s:traziante , cercano il riLraLlo nel por– lafoglio aelosamente cuslod·ito sotto il ca.– nezzale!. Conl,emplazione toccante e pas– sionala. estasi, anzi : e, di sovente , esla.si estrema! Dinanzi a questo la nostra vita 11011conia che per il bene di cui può essei' prodiga. La salute, la gioventù, che ci fremono net san– gue, sono magnificenze verso lr quali non dobbiamo guar da.re , in mezzo a tu!lc quelle miserie. Ciò che si pub raC'c·ogliC'rC' dai ri– r·ordi. calore cli lrnerezza, lu,·r rndio.•-m. ,l'a– more, sono tentazioni rllc l'an ima dcvr re– spingere, prr non ofTrnrlr,.c rp1('! fcnomr no sovrumano, pel quaJc, all(11·no tilla rns<;e– gnazione dei mutil al i, a lla eonsolantr vit– toria sull e <·.1nrrr11r. I( si Sf't1le 1, alitare un nllro SPfL')imo. /011,lano r iric·rmsolahilr. P('r– r·lii, tutti quei dolenti invocano la mamma . TuLli! Tar·qw•. Vi fu una IJrf'n' sosia fa11lasio~a. ,, poi rgli f'.01lf'iu1...c-. - Q11an!JJi,, lr ho rlr·ll'1 non i· r·lie una sfuinalura lieve, lli'\'P r1,.1,-rro. Il ,, ro è l)(•n diV(!l'SO, <· noi r:lw lo porlimno q111. nrl r·.IJOf'(). un solo flovPl'r .al,liiamo: rpwllo rii (•SC:,('f'f'SPrn1i! Jo <·r·rta.i la sua nia.rH>,. ~li(•/a !-ilrinsi. Poi la g-11arrlui, qurlla JH>V<'ra111ano <·ti,, tante volle si rra tuffata nr·l <..angIH·. <'.11,• tanle fc– rile ()r-r,•nde aveva ml!rlir·at.r•. E avrei vol11lo hnr·iarJa, e bagnarla c·"'rn 1.ultP Il' 1nil' lar-ri· mP... Avrei vol11t,,rlin,· - Va, mio <·are,raga.7.z,,~ To,na S<·r,•no al l11ulontano ,,spr,rJal1•1t1, s:tl, ""· in groppa a,! mulo pei sent ieri asp ,~, nella neve e nel gelo, verso coloro ohe hanno bisogno di leg– gere nei tuoi miti occhi la promessa conso– lat rice della vita: disponi il tuo gran cuore a lle finzioni pie.tose, che consolano le ago– nie sospira nti per g,li a ffetli più car i. fa che per la tua bontà baleni in esse una spe– ra nza, •anche se dovessero segnarn il limite cli una vila nemica.. . Và! E poiohè ogni ora d' ind iffene.nza è delitto verso l' umanità tram – basciata, in questa comprensione del dolore noi. che ti amiamo, saremo sempr e con te ! Così avre i potuto dirgi'i se la pietà non mi avesse sopnaffatta: perchè il vero, senza che i miei occhi lo avessero con,temp lato , era dentro di me, con un'a mrurezza.strana , con un tormento oscuro in cui quel bel ragazzo pieno di vita, e la genlte che ci sfiorava, pas– sando, mi sembravanò f,a11!Jasmi, parvenze di un sogno, da cui mi saJ"ebbe stJa.to tanto dolce s,·eglia1 ni per dire a ll'a nima. angosc iata . - Rassicurati! non era che un incubo! Sorridi : ecco . è finito .. . F. Vital. O♦O♦O+o♦O♦O♦O♦O♦O♦O♦O♦O♦O♦O♦O+o♦ PER LA PROPA GANDA Carlanto nl. - fai rlonna e -il socialismo. L. o.Oi Galli Valerio. - L ' faieue overaia,. . . • • 0.05 Kullscioff 1'. - Per il suffragio fenim inile • 0.10 Per 50 opuscoli Sconto 20 per cento • 100 30 ,. maggior quantità • 40 Turali e Kullscioff. Il voto alle e/onne L. &.20 Kullscloff I\. - ll mo11opolio dell'uomo . - P,·oletrH"irtto fem min ile . Stackelberg. - f;<1, donna e lc1, rivoluzioHe . • 0.51 • 0.10 > 0.40 "LaDifesa del'e Lavoratrici,, AB BONAM E NT O SPE CIALE Da oggi al 3 1 Dicemhr e 1916 L . 1, 30

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