La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 21 - 21 novembre

La maggi oranza delle donne, non ancora abi– tuate all'ind ipendenza del proprio pensiero, si ritengono a torto delle menti inferiori inada tte ali 'esame ed a!Ja discussione di certi problemi. P erciò innanzi alla prese nte cata strofe ed alle soffere nze di cui sono vitt ime, piangono e sof– frono : non vedendo una via d'uscita si rassegna– no, ed accettano come dogma la frase: Le guer– re vi son sempre state e vi saranno sempre! Eppure se ci volgiamo un istante al passato, vediamo l'assurdità di raie asserzione. li passa– to è così pieno di cose orribili state superate dall'uomo, che ora ci sembra impossibile che egli abbia saputo sopportarle . Ognuno di noi ha lett o le storie dei caq ni– bal i... e sa che la civiltà è subentrata anche nei paesi ove i guerr ieri scotennavano i prigionieri per armarsi delle loro cap igliature. Degli esimi esploratori, miss ionari e storio– gra fi hanno narrato di popoli in cui si usava quando il marit0 moriva , uccidere la moglie per– chè fosse seppellita assieme.. ed ove era d 'u– sa nza -abbrnciare il morto, la moglie viva, dove– va segu irlo sul rogo ... In altri paesi quando la moglie era troppo grassa , il marito la uccideva, la mangiava, e ne prendeva un 'a ltra... Presso altri popoli, quando i genitori erano divenuti troppo vecchi per lavorare, ed erano perciò boc– che inutili , si faceva una gran festa per rendere loro liet o l'ultimo giorno ed al calar della sera, tra canti e suoni si uccidevano. In Egitto anticamente si offriva ogni ann o un certo nume ro di sacrifici umani al Dio Nil o per propiziarselo . In dati giorni, con gran pom– pa e con riti special i, le più belle vergi ni erano gettate nel fiume. In altri paesi. alla cerimonia della posa della piema pietra, si sagr ificavano quattro dei più for– ti giovani, perchè posti sotto ai quattro pilastri si propiziassero la divinità per la quale si erige– va il tempio. I re Persi ed Assiri facevano scorticare vivi i re rivali fatti prig ionieri. Tale sorte toccò pure ali 'im peratore roman o Valeriano. Prima della caduta dell 'lmpero Roman o tra i liberi di Roma, i padri pote vano uccid ere i propri figli od espor li a ripud iare a·prestare l•a moglie. Ali'epoca di Cristo, anche quando la Giudea era retta dalla. Roma civile , si usava giustiziare i ladroni e gli assassini crocifiggendoli , per chè la pena riescisse più crudele. Poche centinaia d'anni fa, in Francia , chi commette va delitti gravi , ad esempi o l'attentato alla vita del re, veniva squartato. Quattro cop- - pie di cavalli, legati alle quattro mem~r~ del colpevole, frustati contemporan eamente in sen– s..:i opposto, compivano la bisogna. Ora in quelle nazionl ove no.n è ancora levata la pena di morte pei delinque nti, la giustizia cerca almeno di rendere la morte sub itanea e meno doloros a. Nel Medio evo nella scoperta della polvere e della stamp a si vide l'interv ent o del demonio . I Feud ali, avevano diritto di alta e bassa giu- · stizia sui serv i della gleba. Il papa Innocenzo VIII nel I484 con una bollo se verissima ordina va la punizione delle s1reghe . L'Inqu isitor e Strengh er si vanta di averne pro– cessare in pochi anni seimila cinquecento e man– date al rogo 408 solo nella diocesi di Costanza . In Italia le streg he sono speci alment e segna– late a Como; Bart olom eo Spina asserisc e che nel 1485 ne furono processate più di mille e ab– brud ate più di cento . In quell 'epoca non vi era codice che non portasse pene contro le stre ghe; ej oggi vediamo la scie nza medica curare come malattie iste riche quello che un tempo era cau– sa del rogo. Tutti conoscono gli orrori della schiavitù. Quando si scopri l'America , uomini e donne e fanciulli venivano tolti a tutto ciò che avevano conosciuto ed amato e venivano venduti sulle cos te d 'Africa a negozianti srranieri, per essere trasportati verso quel nuovo mondo, che aveva bisogno di uomini atti a sfruttare Il! ricchezze del suo suolo. Erano incatenati in fondo alle stive , sovente il morto rimaneva legato col vivo durante il terribile passagg io del mare. Secon do lo storico Banhut di tre milioni e un qu arto che furono trasportati, 250 mila creature mori– rono durante il tragitto e furono gettate in mare, il resto fu condannato a miserie senz a nome dentro le miniere, od alla sferza, dentro i campi di caffè, riso, o delle canne da zucchero. Il Governo Spagnuolo Cattolico Romano ha con;luso a nome della Sant iss ima Trinità più di diec i trattati aurorizz~rnti la vend ita di 500 mila esseri uman i e noi vediamo oggi abb orrito ciò che govern i e rel igioni in pass ato permette va– no e sanziona vano. Verrà un tempo , che a qua nto abbiamo enu– merato si agg iungerà : H V'eran o de i popoli che usava no stampare milioni di libri in cui gli sci enz iati d'ogni spe– cie esponevano tutto il risulta to del loro sapere - e li stampavan o in molte lingue perchè tutte le genti del mondo ne trae ssero buon frutto. A– veva no grandi Univer sità, ove per molti anni al– cuni uomini studiavano il modo di tenere in vita anche i più disgraz iati rifiuti della sorte, ed ave– vano ogni genere di cure pei pazzi, pei deformi, pei rachitici , ecc. ecc. u A lato di que!Je uni versità avev.ano però an- LA DJF'ESA DELLE LA YOt:A 'J'll!Cl che dei cos idetti arsenali ove con ogni segre tez– za, inventavano gli ordigni più micidiali per di– struggere le gent i in massa, con mitraglia, con gas accecanti, asfiss :anti, con colonne di fuoco, ecc . ed in grandi edifici, detti caserme, si inse– gnava il modo più esperto e rapido per uccidere molta gente sana, che ad un tratto diventava ne– mica per certe idee dei loro re ed imperator i, a causa certe combinazion i politiche, decise da alcuni ministri che dirigevano le nazioni. E per maggiore curi osità poi, tutte le nazioni cambia– vano sempre le loro amicizie od inimicizie, com– battendo oggi contro l'uno, domani contro I 'al– tro n . Veramente care compagne , quando i nostr i figli e nipoti leggeranno questo , troveran no ben strano, .che le patri e come il dio della Cabiria, abbia no voluto nella loro fornace tant i figli, i più giovani e forti, parrà loro ben più strano di quello che a noi sembra oggi, il buuare qualche diecina delle più belle ve rgini nel Nilo. Ecco perchè osservando il passato, dobbiamo essere convinte che come furo no aboliti tanti orror i, così pure nell 'avve nire saran no abo lite le guerre; e le divergenze tra i popoli potra nno essere definite in modo pacifico. Ogni male può aver e una fine quando è ad– ditato il rimedio. Ogni bene può essere conseguito. quando es– so è alla portata della colletti vità. Cora ggio -a.dunque , non più pianti, non più rassegnat i sosp iri. Abb iamo dato la nostra parte di dolore alla guerra- diamo ora il nostro con– tributo perchè questa sia l 'ulti ma guerra che disonora il mondo! (Dall'inedito, « Salviamo i nostri figli dalle future guerre). Una porta aperta l'insegnamento religioso nelle scuole e Vietar Hugo. A coloro che si servo no delle pa.-ole di Victor Hugo per sosLenere la necess ità del– l'in segname nt.o religioso nelle scuole, d~ i– chiam o alcuni brani del discorso pronun – llal.o da Viclor Hugo a.Ila Came.ra Fran – cese :' ,, Io non voglio la legge ch e voi ci portate. Signori code sta legge è un'arm .a. Un'arma per sè stessa è niente; però esiste per coloro che la impugna no . 11 Ora qual' è la rtZano che impug nerà que– sta legge?.. La que stione è tulla qui. Si– gnori, è la mano del part ito clericale. Si– gM ri, io allontano qu ella mano, io spezzo quPl/'arma , io ricaccio indietro quel pr o– qetto. I( Mi rivolgo dunque al pa·rti to cl erical e e gli dico: Guardate, ve lo dichiaro franca– raente: io non mi fido di voi . Istruir e si– on i(,.ca costruire . lo diffid o di qu ello che • oi costrui te... ,i l o non voulio affidar vi l'in segnamen to del/a gioventù , l'anima dei fan ciull i, lo svi– hLpptJ delle intell igcnzp nuov P che si ap r ono alla vita, lo spiri to, il carallerr· della gene– raz ione, vale a dir e, l'avvr>niTP dr>l pa ese. " I o non vog li o confidar vi l'avv enir e del pa ese perchè con(,.darv eto sarebbe abban do– narvelo. I( Ah, non vi confon do con la chiesrt, com e non confon do il visr hio ,·on la, quf' r ci a. Voi l°lfle i 7,aras!,ili drdlo r hiPsa. sielt> il m alan – r,r, cronico di Gesù. 11 Voi side, non i credenti, ma t segretar i rl't uaa r d't(JiOne eh ,, n on com pr cnd etf' . Voi siete i raarchinist1. tro.trali d r•lla sant ità. Non confon dete la chiPsa coi vo str i aff ar i, con le vos tr e corn bin azioni, con la vostra str at egia, con lr vost r e dottr in e, con le vo – stre ambizioni. Non la chi araat e v ostra ma – dri• per f ar ne la vos tra ser va! N on la tor – m ent ale col pr etesto d'inse gnare la politica So pral u llo n on la pareggia te a voi . LA VISITA. e venn e l'on orevo le Salandra anche nel mi o casament o a visi tar e il Laborat or io gesti, lo dal.l' Ufficio 111 del Comit ato d'assi sten::.a per la guerra - e, da una fin estra, vid i i salam e– lecchi degli acconivagnat ori più o m eno itffì· ciali, pi1l. o meno sociali sti , e 1td"ii r,li applausi e vidi chi applaudi va. Er an o, questi ultimi , i raaaz.-:;i ignari dei ilo– lori di cui la au crra è fata le dispensatric e - i ragaz zi montal i all e scuole dag li educatori mod erali , o ri 1:olu::.ionari-n a::.ionalisti - vidi le sign or e imp ellic ciat e che non hann o nessu n fig lio lo alla gu erra , vi di gl i ind ustriali che dall a gu erra hanno vantag yi di guadagn o, e '1.-idi il ff. del mio padron di casa, m ilio nario e tra nquill o, tr onfi o v er l'alto onore che sua ec• cellen ::.a fa ceva allo sta bil e, ma n on vid i le madr i. i padri, le mogli che han no i loro car i al fr ont e o all 'ospedale, che li pian(I ono morti o d.ispersi o priaionie r i - non vidi coloro che soli possono paventare e misurar e la mis eria 1noral e ed economica che li aspella nel fosco avvenire. Quando l'onorevole Salandra risali in auto– mobile ossequiat o e applaudito, io non ho po– tulo tr att ener e l'im.:elli va che mi sali dal pel– lo , e, dalla mia vedetta lanciai un: u Imbe cil– li! 11 che raggiltns e la folla vlaud enl e e l'ap– plaudito. Venne l'onorevole Pr esidente dei M inistri a conoscere la città che lavora e che st·udia - si assise ai sontu osi ban chetti ebbe int orno a sè la folla dei cortigiani e dei procacciant. i, ma tornand o a Roma sia sincer o, dica che il 7Jopolo vero, qu ello che su.da, che soffre e che pian ge, non c'era. L. ì\I. Una porta chiusa. " A.hl vi conosciarno! Cono sci am o il par– tito clericale . È lui che fa la sentinella al– l'u scio dell'ortodossia. È lui che per dir e la veri tà ha scoperto queste du e belle cose: l'ignoranza e l'err ore . E lu i che proibi sce alla scienz a ed al genio di andare al di là del m essale, e che vuole r ischia rare il pen – siero col dogma. Tuili i passi che l'int elli– genza del/' Europa ha fall o essa li ha fatti malgrado lui. La sua stor ia è scritta nella storia del pr ogresso uman o, ma alla r ove– scia. Egli ha n egato tuli o I " È lui che ha fa llo baller con le verghe chi diceva che le stelle non cadrebbero. E lui che ha tor turalo Campanella p er av er e aff erm ato che il num er o dei mondi è infi– nito e p er avere intravisto il segr eto dell a cr ea:.ione. È lui ch e ha per seouil ato Harv ey p er avere tr ovato la cir colazion r d el sangu e. Per non smentire Gio sui> ha rinc hì uso Ga– lilei; p er non smenti r e S. Pa olo, ha impri– giona to Cristoforo Colombo . 11 Scop r ir e la legge del ci elo era una em– pie tà; tr ovar e un mon do , un' er esia. E lu i che ha scagliato l'anat ema contro Pascal nel nome della relig ione, contro Montaigne nel nom e della morale , cont ro Molière nel nom e della moral e e della religion e. u Oraraa i è trop po temp o ch e la cosci enza pubb lica si ribella contro di voi e che vi chiede : Chr cosa volete da m e? È troppo tr mp o ch e vi pr oval e a m r ll rrc una bava– (Jlio su llr labbra acl lo spi rito uman o/ ti-E voi 1;olete esser e i pad roni rlfll o in se– gn amen to?... M en tr e n on fs iste nè un p orl a, nè uno scri llorc, nè u n (,.toso/o, nè un pen– sato re, che vi accetta ?.. Mentre tutto ciò ch e è stato scrillo , trovat o, sognato , ded otto, ri– schi aralo , imm .. aoinato , inv enta to da i genii , il tesoro della civilizz azione, l'eredità seco– lar e dell e gen r ra zio ni , il patr i mon io cornu– ne delle int r,Uigen ze, venn e da voi riyel– lalo?... S e il cervello della umanità fosse da. vanti ai vost r i occ hi, a vos tra disc r ezione, r,prrto come la paoina di un libro voi lo rtLr hiPrf's f P_, ('011vt>nil enel .. "· Piccole e grandi verità - Babb o, bisogna morire per am are la pa– tri a? - Che vuoi dir e ? - Non so bene, non mi so spiegare .. Dim mi inv ece se la sai, quest'altra cosa : sono pi ù bravi 'quelli che lavorano o quelli che com bat – tono? - Ugualm ente, bim..bo mio: (Jli uni e gli al– tri si sacrificano per il bene dei loro conc itta • dini. - Afa dimmi: tu tti va lgono lo stesso al mondo? - Nemm eno per sogno: ci sono i pi ù intell i– genti , i viU istruiti, i più buoni e c'è fior di ign or ant i e di cattivi. - Quali ser vono di più ed è bene che viva no? - Certam ent e i migli ori. · - Allo ra in guerra si mandan o gl'i igno- r anti ed i catti vi ? - I n guerra debbon o an dar tutti , quando la patria e/riam a. - E ,se i bra d ci mu oiono ? - Sarà una di sg,.a;ia per la patria. - O sent i, babbo, io tr ovo che tutto ques to è stuvido; io vole vo s'tudiar e per diventcg bra • vo; ma se qua ndo sarò brav o e sapr ò far tan te cose per il bene degli altri mi ucciderann o co– me un asin o qualunque. allora non voglio più far nulla. I~ v oi... e v oi mi rincresce di essere al mon (lo adesso : vorr ei essere di quei bam bi– ni che non sarann o obbligati a vivere per gli altri, per gli altri . pn gl:i altri, Ma vor rei es• sere fin almente gli altr i che sara nno felici. Questo dia loah etto stor ico è un testo di filo· sofia, di sapi enza! An che noi, conie il bimb o, smetten do ogni r etori ca, ci domand iam o : ma per la felici tà di quali u omini gli uomini continuan o a sacri ff,– carsi da millenniì? Quand o l'uomo viwà per viver e Quando sa– ra sacra la vita per sè stessa e l' ·uman ità ces– serà di distruggere cieram enl e i patrimoni-i inestimabili delle singole esist enze? Quando? ... O bimb i, o bimbi iii feli ci del mon – do, noi la savpiamo bene la ra gione per. cui si perp etua nel mond o l'abbagliante m orale del viver e... per gli altr i! ... Ma ve la dir emo quan – do.. non fun;ionerà più la censura. Alle lavoratrici nelle fabbriche . PERCHÈ Sl\PPll\NO. La legge federale Svizzera del i 8 giugno 1914 sul lavo ro delle fabb riche stab ilisce che la giornata di lavoro per le 'donn e non può su])<lrare le dieci ore, e al sabato non deve ol-trepassa re le ore 6 1/2. Gli ,industriali ilali ani per legge ,possono imporre alle oper aie 12 ore di lavo ro tutti i giorni de lla seLtimana compreso il sabato . In Isvizzer a è vie tato elude re le pr-escri– zioni della legge sulla durata del lav oro asseg-nando aJìe operaie de l lavoro da ese'. guirsi a dom icilio. - In Italia le operaie sono spesso obWigate ad esegui ,re a casa del lavoro pena il licen21iamento. Per que ste disgraziate la giorna ta di la– voro div enta cosi di 14 ed anc he ct; 15 ore. In !svizzera, fuori della du ra la di lavoro di i0 or.e perm essa dall a legge, è vieta to al– le opera ie ed a,rli operai di lavo rare nelle fabb riche anc he volo11ariamen te. 11 Governo, •in casi eccezionali .può pe r– me,Lere il ,prolungam ento della durata del lavoro, ma soltanto per !40 ore all'a-nno. In Italia ,invece le .OJ)<lraie possono linera– mente rov inarsi ,la salu te facendo le ore straordinari e, senza esse re col,pite dalle multe che la Sv,izzera infligge a,; trasg res– sori della legge. Le donn e inc inte, nella Svizzera ,possono allontanar si o asten ersi dal lavoro ~nza cor– rere il pericolo Òi essere licenzàate. C_he avviene in Ita lia? Ditelo voi operaie : dal-ec, notizie do ciò che avviene ne i voslri laboratori. La rubr ica, " Voci dall e officine ,, è aper ~a per \·oi. In !svizz era le -puerpere son o escluse da l lavoro per O settimane ed, a loro richies ta , anche per 8 set timane . Le macini itali ane invece possono ropren – dere 11 lavoro anc he tre sett iman e dopo il pari.o_, se Lrovano m edici compiace nti di– sposi , a ~endersi preve n tivame nte garan\i della loro forza di resistenza. _ L_a Difesa delle Lavoratri ci si augu ra che 11bisogno immediato non faccia mai dimen– L1carcalle madri ope raie il dovere deHa pro· pria. conservn~1o ne neH'inleresse deLla !&-– m,glia pel bene della società. O. C. Noi siam o tutt i d'accord o sull a neces sià di li– berare il gen er e uman o da ll 'inc ubo mili tarb ta e p~rti colarment e dalla sua inca rna ::.ione pii}. pen colosa, il mili tarism o pru ssian o. Ma n oi giudi chiam o n os(r o dover e di elevare la nostra debo_le ~~ce contro un abu so della v itt oria, che ann1chi ltr ebbf' ogni possibilità di Taggiungere lo scopo per iL qu ale 1ìi è combattu to. Non ba– sta ripo rtar e la 1·itt oria dell e armi . Bisogn a an • rh e riport arr ima vitt oria del buon senso, del • l~ m odera zionr e della genero sità sull o spirito di vend ett a e di ravpresaylia, che ci allon tane – r ebbe da ll o scopo al quote tutti devono ten • der e.

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