La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 17 - 19 settembre

LAMILIZIA FEMMINILE in F r anc i a Abbiam o dato. in un o dei numeri scorsi, un brano dell'opuscolo di Gina Lombroso sull a n Assiste nza soe,i"a,le in FJ·an cia H. Anche una nostra collabo ratrice Margh erit a Grass ini Sar– fatti, di ritorno da Par ig i. ha scritto un libro la u .lliU:;ia territorial e in. Francia l) che ri– guarda direi quasi, specialmente le donn e, 1per– chè dimost.ra qua11to esse san no e possono fa– re , nei dur i frangenti della vita. qua,ndo per esempio gli uomini sono chiamati, come ora, ad un più as.pro e terr ibil~ lavoro. _ Se nel le case nost.re ar riva la sciagu ra, la donn a, an che qu ando è una umil e creauU"a che tra scorse nell'om bra la sua vita, trova quasi sempre, nella profo ndità del suo amore, l'ener– gia per aff rontarla. Così nella dta, oggi. La sciagura lascia ~i un'ombra nera rumanità tutta, la donna. $1.– lenziosamente , guarda in facci a H dolore, co– me una crea tura d'amore e d'azione. Dal libr o -di M. G. S. non possiamo, purtrop– l_)O, che s,pigola re qua e là. u Ciò che subito colpisce chi si reca a stu– diare sul posto l'att itud ine della donna fran– cese nell'ora attuale , è il fatto singolare e sin– tomatico che non esiste , a dir ve.ro , in Fr an– cia, una. att iYità fernmin.il e esclu.sivarnente se– parata ed autonoma, e più o meno gelos amen– te h1dipendente da quella mas chile. Dalla Germ ani a. per esempio, giungono dif• fuse notizie sui miracoli di atti vità che com– piono le donne di quel formidabile popo lo - a+tidtà, come sem,pre tutto quanto è tedes co, mir abi lmenie organ izzat a, sapientemente pre– dis posta e congegn ata collettiva ment e sin nei più minuti particola ri, con cura ass idua e pa– zient e. Intere schie re femminili , un vero eser– cito, un forrnidab~le brulichio di api operaie, \·i hà..nno compi uto l'invasione imme diata, me– todica_ sistematica, di tutt i i posti lascia ti vuo– ti dagli uomini. sostituendosi ad essi. Le fer~ roYie, le tramY;e, le au tom obili, i negozi di Berlino . per esempio, a qu an to narr a chi ne ritorna. non wno 01mai più condott i se non da donn e. :\"ulla di simile in Fran cia . La donna non vi ha preso il posto dell'uomo: semplicemente gli si è avdcinata ancor uiù , si è associata a lu i, in una fraterna , intiina, ,continua collabora– zione e cooperazione d.i forze e d'ap e.re ,i. P arlan do del la\·oro della 1, Croce ,Rossa )J ha una delicata pagina sull'ope ra delle maestre che mi piace di dare, q)erchè poche lavoratri ci come oueste, sono, nella Yita, così miscon o– sciute . ·• u li primo, un posto d 'onore di valo re nella Croce Rossa spetta indubbiamente alla classe magistrale. Hanno formato, esse,. le maes~re. l'a,·angua rdia e il corpo scelto d1 questo un. menso , oscuro, anonimo esercito femminil e di Franci a. Quando non si tr ovava più il mo do di ric overare i feriti; ·1à do,·e gli ospedali già ne rig urg ita vano opp ure là dove essi man ca: vano affatto; era alla scuola , la. mae~tra. s1 sentiva ancora una volta pad rona e o~p1te. m,– vestita ancora una volta della sacra maesta delle sue fun zioni. Come e dove è la scuola, cos.ì e ivi è la maestra . E se la scuola diviene ospedale . non per que– sto la buona maestra può disint eress arsen e. La gerarchia si riformaYa e si rista b:liv~ spon– taneamente, immediatame nte, necessa namen– te: direttrice, insegnanti, assistenti , sino al · l'ultima delle inservienti, ognuna ripr endeva nell'ufficio inconsueto l'ordine, la di sciplina , ra:utorità consueta. :\'on invano si possiede da luno-hi anni !"abitudine e l'esercizio del lavo ro e d~Ila responsabilità. la coscienza di un do– \'ere -OelicaLOe geloso, la nratica di man eggia.– re piccole anime e piccoli corpi fragili e deJi– cati. E in quest'opera brillarono sopratut.to. le più modee::te, le maestre di as ilo, le dir ettraci de;le Jlatnnelles, che sono in F rancia il pri– mo gradino di quella catena dell 'educa zione per cui la scuola prende il bimbo, piccola par . ticella informe di dta, ancor calda del grern• bo materno, e lo conduce e lo accompagna su su r.ter gr adi sino a farne l'operaio, il profes– sionis ta , il citta dino utile del suo ,paese . Ed era natu ra le che cosi fosse: le bracci a delle urnili i11segnanti di asilo, non dovevano forse di"chiudersi ad accogliere amorosamen– te quell'uomo ridivenuto fanciullo che è un fe– rito? Anezze alle lunghe comunioni intim_e con la 12 :racile.ma laticcia, spesso dolorosa pri– ma infanzia del povero; use a prolungare nel– le aule, non la rigi dità scola.'4,ica. ma, come il be:! nome della scuola lo dice, il chiarore e il tepore dell a r:'asa e della presenza materna, madri si sono sentite, madri sono state vera– mente pe:r questi lasciti di umanità. l'amma– lato, il eonvalee::cente ritornato alla comma~ ,·.ente impoten za e dipendenza dell' infan zia da ehi e::.a e può tutto sop ra di lui ». L'autrice parla molto diffusamente dell~ fonna d'a'=sistn,za data al grande nwner? ~' donne rimaste disrJccupate, assistenza d1~m– tos.a e delicata. E parla di laboratori sorti a Par i,tri. Vorremmo. se lo spazio lo conse ntiss e. dare interamente: la parte che riguarda i labo– ratori fo.mminili, r1erchf: anch~ noi, fin dall 'i– nizio della guerra, abbiamo Yisto in essa una delle forrne JJiù civili e più prog red ite d 'assi– stenza civile. ,, La guerra ha me'='SO sul la..<itricotutto \JJJ es,.:rcito, ncm. ~olo di operaie. ma di in1piega• te, di attrici, di studr--ntesse st ran iere che non ,po'-'sono ,pii.I ria,·ere sus'.-idi da casa. . . E a questa teoria, a q;1e$ta caterva di m1• !-.erie muliebri <lalle infinit,P, gradazioni chr d~– \"e venire e viene in aiuto l'opera dellr sorellP pi)l fortunate, in forme e con modi delicati e ingegno::i-i dei quali il più univer~almente ap– prezza.fu è quello popolarissimo e: <litrusissimo dell'ouvroir: il laboratorio rr~mminile, aperto per mezza giornata soltanto. dalle 1~ a.Ile 17 o dalle 15 alle 19, così da permettere alle mas– saie, alle madri di famiglia, di non trascurare casa e figliuoli; alle studentesse di frequenta.re i cors,i; alle mae~tre di im'f)artire le poche le– zioni che loro rimangono. E al tempo ~te~so consente di offrire, senza mortificazione od umiliazfone per akuno, insieme con una re– tribuzione quotidiana che si aggira into_rno ai tr. 1,50. almeno un buon pasto sostanzioso, e talvolta anche due: la colazio ne e la cena . In uno di questi JabOTatori. il pubblico ele– gantissimo si compone esclusivamente di fem• GA DIFESA DELLE LAVOllA'l'RIC! mcs dt1, 11ionde, termine intraduc ibile, del qua– le noi non possediamo l'esatto equival ente. V.i. sono le povere , le decadute, che hanno, sotto la \·este più che decente, lo stomaco stretto forse nei cram pi della fame; e tengono nell a elegante borsetta il portamonete cronicamen– te, ormai , sguarn ito. Una guerra porta seco tan ti ri volgim enti e sconv olg imenti di fortu– na, tanti acci denti i.m.,rp,eveduti di rovine indi– viduali! E vi sono le ricche, che vengo no per prestare alle alt re il soccorso e il conforto del– la loro ass istenza materiale e mora le. Nessu• no può distingu ere queste da quelle. alle quat-. tro, la uguale tazza di U1é, con nutri ente ed abb ondante contomo di pan e, prosciutto, frut– ta secca e fresca, viene servito alle u11e e alle a:ltr e. Solo la dir ett rice sa quale tra le ospiti, e quaJ e 110 1 riscuote rà furtivam ente a sera, pri - ~ea l~i n~~J:;~~~~·e 1~te(feusJ;u~ii~~-n~!. cÈn~~ possibile trattare con mo..ggiore delicatezza queste miserie pudi che e ve'l·gognose di sè, tr a le quali si potrebbe notar e, qui, un'attrice sen– za scr ittura. là la moglie di 110 piccolo com– merciante rovinato, e persino la vedova di non so q.uale alto dip lomat ico cileno o peruviano, all a quale, dopo la. gue rr a, la piccola pensio– ne del suo governo giunge irregolarmente, e falcid,iata, quando giunge. dall 'enormità de;! cambio tra la moneta indi gena e quella fran– cese. I labo ratori adempion o !a funzione preziosa dì eliminare il .più possibile gli intermediarH, ass umendo il lavoro dell e fornitu.r e militari dire ltan 1ente dal Commissariato e cti•st ribuen~ dolo alle operaie , a domi cilio o nei laboratori, con l'inte gra.le pagamento del loro sal ario ; senza cioè le d'a.lcidie e le diminuzioni. s;pesso enormi. che si trattengono gl i impresa ri e i fornitori !':'o·liti del Governo sul già non lauto prezzo di fattura . E non si vede perohè que · st'opera semplice e logica, una volta. che sia bene organizzata, di cooper azione e di frate r– nità femmin ile, non possa e$1tendersi e durare anche come provvedimen to definitivo in tem– po (li pace, e non possa diffondersi in altri paesi. anche fuo-ri delle contingenze della gue rra. Or non è molti giorni si poteva ' app1rn– to leggere in un gio1·nale milanes e la 'Protesta di alcune mis e.revoli donne, cucitrrici in bian– co, le quali a forza di oassa re sotto le forche caudine degli intermed .iari, fini scono per ri– scuotere cluc soldi per la fattu!Ta di ogni ca– m ìcia; che l'intendenza militare ,paga invece, in medi a, trenta o quar anta centes imi' n (Conam,a). Abbonatevi alla "Difesa delleLavoratrici,, Edìt. Raviì, : 'tlilo.no , prez.:o L. 1.50. e procur ate abbonamenti . LOTTEE DIFESADELLAVORO Per una rivendicazione delle operaie d lla Manifattura Tabacchi, Cara Difesa Accogli Lu la nostra voce~ poic hè il gior– nal-e che dovr ebb e cu rarsi dei nosUri inte – ress i, ovv.erossia l'Unione, organo della F-e– derazjone italiana clei lavorat or i dello Sta- , lo, pare abb ia ben a1tro da fare. In verità è vergogn _oso che !"organo di setl,antamjla e :più lavoratori dello Stato, sia ridotto ad un fogli.etto quind icinal e, e pe r di più in ben altre faccende affaccen~ dato , tra scuri gli interessi di classe. Da qual che mese le operai e ad dette alla confezion e dei siga ri d i Napoli furono fatt e segno a un grave ,sopruso , il cam biam ento cioè del gene re di lavoro che importa per donne anz iane una ben onerosa fatica. Es– se hanno invano prot est alo presso il Diret– tore della Manifattura. Si sono pure rivolt e al Pr efeUo il qual e riconobb e dwpprima la giuste zza della loro causa e promise che le ope rai e reclamanti avre bb ero avuta sod– disfazi one.. \,fa tut t'ora la soddisfazion•e non è venuta. L,a locale sezione interessava subito la Federazi one centrale , e inviava all'Unione il memoriale presentato al Pr efetlo perchè venisse pubbl icato. Se non che l'organo fe– derale tacque e adoperò lo spaz io per cal, deggiare .... l'intervento guerr esco. \fai lavoratrici, che non possiam o permet– terci di far della politica complicata . noi d on ne, che vivendo in una naz ione civile non ab biamo d iritto d'interveni re nella for• mazione delle leggi, nè col nostro voto , al– la forma zione del gove rno, sentiamo il bi– sogno di leggere sul nostro orga,no federa– le, ciò che rigua rd a la difesa del diri tto del lavo ro. Ed è per questo che mi rivolgo a te, caro ·giornale, che difendi effetti vamente la clas– se lavoratrice, perc hè dalle tue colonne tu possa validam ente difen dere i nostr i d i•rit– ti e ricordare ag li enti , e alle persone sun• nominaf·e ch·e è ora e Lempo che si prov– veda. l)er quanto noi donn e lavo ratr ici com– !lrc,ndiamo le difficolta dell'o ra present e, sia– mo però risoluLe se 110n ascoltate, ad una un('rgira azione, e ci ribe1leremo qua lora si tenti di rimuoverci dal nos tro lavoro con quakhe nuovo espediente, a cui già c,e,rt.i emissa,ri della Direzion e, hanno accennato. Al giCJrnale J'., Unione 1, ricor d iamo che le operaie specia lm enLe della Manifatura Tabacchi di Milano non dimenticano d i av<·r ktlo sul .6!'iornale 1'" Unione» un art i– colo firmato dal Presidente fcdemle Man zi di Roma, che esaltava i risulta ti del pen ul– timo Congresso, dicendo che qu esto era riu– scito imponente. inquantochè nessun volo uscì dallo stesso -per ottene re i migliora– menti, per i quali noi lavoratrici ingag- giammo una lotta accanita p.rivando ci ,il pa– ne per d ue mesi. Rico:rdiamo a chi sta a -'O-apedella Fed eraziorr e dei lavoratOTi dello .Stato, che no:i 1lavor,atrici d-el Tabacco non abbiamo dim,inticato la solida,rietà chiesta pe r uno scio pe ro genera le di tutti gli jn. scr itti all~ Camere del Lavoro d'Ital ia, men– tre d·i ,:,utta la Federazione , soio 1a Sezion e Tabac chi era in lotta! · P•er donami cara Dife sa, della dig.ressi on e ma ciò ho voluto ramme nta.r e ai di·rigenti della nostra Federazione centra le, poich è essi sarppiano che il tentare di so ffocare i nostri giusti .reclam i, è vano, e che passato questo ciclone politico, dovran,no renderci conto, del movimenw federa le, CARABELLI :VIARIA. operaia Manifattura Tabacchi di Milano. lll.m o Sig. Prefett o della città d·i Milano. Le sotto scritt e operaie in numero di sessan• ta cirea , si ,permettono di espo rr e alla S. V. Ill11strissima quanto alpp resso. Esse contano nella locale Man ifat ura dei ta– bacchi, clai qua ·ranta ai tr ent' anni di servi– zio, e vanno da 46 a. 60 anni d'età. In detto stabilimento sono odi bite dn anni aJla confezionatura del sigaro Napoli. Senon– chè, sei mesi or sono, con un a disposizione, che si di ce mini ste riale furono adibite a la . vori ben di v.ersi, fra i qua li, anche quell o del– la mac china per l'impa chettamento tri'Dciati. che richied e agilità e forza, tanto è vero, che dalla creazione di ques to labora tor io acl oggi, vi furono adibite ~empre giovani ragazze. Questa disposizione è in apert a contl'add i ,z.io ~ ne con alt ra esistente cl isposizio ne min iste– riale, che sta bili sce che le cworaie ad dett e ad un dato labora torio, dopo un cert o numero di a.nni acquistano il diritto di non subire cam biamenti di lavoro, clisposizio nei che fu frutto di una loro agitazio. ne d i classe. Le det-. te operaie si app re sta,rono in numero di venti a subi1·e, a. titolo di prova,, il ca mbiame nto di lab oratorio, ma purtroppo, dopo un m ese, esse non 1potevano fisicamente res istere tanto. che furono re~tit uite al loro lavoro. Ora però, proprio nel momento che l'orga – nizzazio11e federale tace, ed in silenzio atten· de lo f.iVOlgcrsi delle aspirazioni Nazionali, ,pro– pri.o ora che gli opera i alle dipen denze dello Stato dimostrano la loro sagge zza imJncdesi– manUosi del momento economico e 1 politico che attraversa. il Governo, e J'inunciano ad insistere pe:r ottenere soddisfazione agli affi– damenti avuti sui loro desiderati, esp ressi nel rnemoriale che da tempo detiene sua Eccellen– z.a. il mini stro delle Fina.nz.e; proprio ot a che an che queste GO lavo ratric i sopportan o i di– sagi e le conseguenze dell'attuale gue rra si ce.rea di inas prire cont ro queste poche e mi– sere Javo rat r<ci, torna ndo al tentativo già ri• conosciuto ingius to 6 mes i or sono. Nè si può ritenere ,Che la prod uzione <li un numero cosi esiguo di operaie non 1 possa es– sere soppo.rtata, tanto più che consta c~rne. a Napoli si sia invece allargata la fabbr1caz 1~- ne del sigaro da esse confezionato. . Esse si rivolgono perciò alla S. V. Illustris– sima perchè vogilia interpon-e i suoi buonL u!· fìci direttamente, q)re..sso Sua Eccellenza il Mi– nistro cteHe Finanze, perchè voglia richiama– re in vigore Ja vecchia disp osizione già citata. ed acc ogliere il giusto reclamo delle anz idette opera ie. Dall'Av ant i! det/'8 settembre risulta che mentre la Federazion e Nazionale tace, altri sentono il bisogno di Lutelare i diritti degli overai dei taba cchi. Così il Segretario del• l'Istitu to de, tabacchi di Scafato ha ottenu– to con la cooperazion e dell'On. Merloni, una udienza col Soltosegretario di Stato al Mi– nistero delle Finanze per esporre alcuni de– siderata di quegli operai. Queste iniziative ci dimostrano come sieno giu sti i riliev~ della compagna CarabeUi, la qual e chiama la classe tutta a prot estare contro questo stato di cose. Essa propugnerebbe il distac– co della classe lavoratore del tabacco dalla F edera=.ione lavoratori dello Stato per una maggior e com battività e per un più schi et– to caratter e di classe. Lettera aperta allaPresidente di una Associazione beneffca borghese. Egrcaia Si gnora, Ve11go a Canossa, sicuro faccio penitenza con pubblica confessione: ho un yrave torto, gravissimo, considcrv l'aiuìo che ognuno di noi deve a chi chiede lavoro, soccorso, null'al• tro che come il più stretto imperioso dovere che il vincolo social e impone a tutti; perciò non supplico, ma chiedo risolutamente. anzi esigo in nome della - so/Teren:.a di chi chiede, sia esso un conyiunto, un amico, un ignoto. Dato questo concetto che in me è profonda convin zion e di giustizia. for:.a assilante che mi sospinge là dove dolora la miseria, è natu– rale che io abbia l'espressione veemente, ru de di chi sollecita perchè sente l'urqen :.c, del bi– sogno che invoca. In pena di questa. mia im– pertinente esigenza Lei, egregia Signora Pre • sidentcssa, mi ordina a mez:o di una povera disgra :iata che ebbe bisogno del suo aiuto, di non più mandare a nome mio infelici che ab– bian o bisogno di soccorso . Egregi a Signora. sono una socialista, non per snobismo, ma per vrofonda convinzione, per vivo sentimen– to umano, perciò sono una ribelle, e cosi Le dichiaro: No, io -verrò, verrò sempre a bussar e alla porta della sua associ,a.:ion e. ogni qual volta ,,.una zit ella madre mi chiederà aiuto per la sua creatura, che si sarà tenuta 7Jresso di sè, non ostante i feroci pregiudizi sociali creati ap– punt o dalla sua Società borghes e o Egregia Signora .... verrò ogni volta che un bimbo cor• roso dalla scrofola, chiederà il mezzo di risa– nare nell'onda purificatrice del mare la sua carne ·piagata, sì busserò alla loro vorta chie– dendo a voce alla il pronto soccorso che è de– bito verso chi soffre. Lei, certamente, mi pen • sa insol.ente, ebbene sì, lo sono pcrch& lo ri– tengo necessario, quando l'in dugio m inaccia di togliere ogni efficacia al soccorso. Che vuole? lo 110n sono usa al linguaggio aggra:;iato dei salotti, vivo in me:;:;o al popo– lo e il mio cuore dolora non solo per le sue sof{eren:;e, ma anche per le sue debole :;ze, per le sue cof,pe. lo non so rinfacciare alla gio– vane donna così detta caduta, 'Perchè mise al mondo un figliuol o scn:;a il gerent e responsa– bile marito. il velo di cipria sul volto; non lo facci o perchè , senza essere cristiana per fede religiosa, penso semvre alla fam osa pietra che ha diritt o solo di scagliar e chi è scn.:a peccat( mortali e.. veniali. E poi, buona Si– gnora, le par e pietos o, redentor e ·rinfacdare nel mom ento che si soccorr e wia debote.:za al bene{ìcato? certamente non è delic ato. Che vuole? io penso che se la m.ìseria fosse di una purez za adamantina, non avrebbe n.ep , pu_r bisogno di soccorso, per la rcigion.c sem– plicissima che avrebbe in sè la forza <li redi– mersi , e allora, Egr egia Signora, neppur lei avrebbe l'occasion e di far e il bel gesto di soc– correre con m.agyior o minore soll ecitucLine e deli catc=.:a. D1inq 1.te comprenda, egregia Sionora. e per – ciò tolleri la risolut e:.:;a, an che se a volte è un po ' aspra in chi c01tsidera l'aiut o, non co– me la car-ità volga re del vez=.o di pane sbat • tut o sul viso, ma 'n1.Lll'altro che un a doverosa ri.para=.ione socia le. G1 USf:PPI NA \ lORO LANOONI. Se le donne vogliono essere trattat e con ri– SJ!elt o e dignità come le compagne dell'uomo , bisoo.ncL che esse corn.prerulano le obbligazioni che import a qu esta concessione novella • può ave:c ~n '_azione economica e morale. i c~i ef– fetti si npercuoteranno sulla sua con dizione. su (f~lella ~cl suo sposo e dei suoi fìali. Prim a di tutto deve em.anciparsi dai vecc hi prcgiudi:;i elci quali aià i marit i cd i flrJli si ~ono SP?(Jlia ti. n ~ve comprendere rne(JUÒ ali mtcressi ~cl 111.anto,associarsi. all e sue so{fe– re7:zc e a1 sum clesfrleri in modo da dar e l'e – roismo a(Jfi uo1ttini, invece di indcholire il lo· ro coragg10. Che le don:1-even aano al socialismo redento– re, per meglio conosce rlo, per mcolio compren– der.e questo grande sogno dì frat ernità e d'a– r;;:,c::i!e:i (i~7r:;;:n larlo ai m ariti, per insc- Vengano !e donne al socialismo. cos? che possano poi andare sollnra. a dormi re per sempre con. la conso laz ionf' suprem o d'aver tentato, n~l limit e della loro possihililà un o f?r:.o cosc1,,nte verso l'iclcalf'; con la co1tsola. :aonP sup_rema _di .lasciare alle test e bionde P, brune dPi_fanciulli la ccr tez:.a di vive re in un mondo mtg liore. J ULES DESTTIÉE.

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