La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 9 - 1 maggio 1915

EDUCHIAMOCI - EDUCHIAMO E un·ora ,-eramente torbida quella eh~• stiamo atlra,-ersando. La immanp 1·issa ~an guinosa che 5i è scatenata 10 tutta Euro– pa, pl'O\'.Jl'ata da duC' barbari 1rn:oronati. ha diffuso an('he nel nost,·o mondo latina e nel popolo italiano neutl'ale un Benso di disagio e di trepida aspettazione. L hc ci rende tutti diffidenti. aspri e, rl1sponL• al– l'intolleranza recip roca: al pessimismo più amaro e ci spinge a quelle deplorabili lot– te fraterne che si manifestano a parale l' a frasi Yolgari nei ziornali e trascendono a fatti ,·iol~nti e brutali nei comizi e nelle piazze. E coloro che si mri::mrano rosì non sonu gli ::Jppre:::;sicontro gli :Jppre.~sori, non gli accaniti an·ersari professanti teorie opposL• o antitetiche: non i nemici della nostra fe– de. della nostra proprietà . del nostro d,– l'it-to. no: sono col-oro che ci erano fratelli ieri e sono i nost ri che resta rono fede\ i allt· di retti,·e del pa rtito: sono quindi lutti co– loro che affe rmano cli difen dere una sola. comune bandiera. ro r ifiamma a ,~ctente del ptù puro SJeialismo'. E tutto ciò e profon– damente triste~ Ho sempre pensat0 questo: il nostro par– tito ha a,·uto troppa fretta di din:'ntare un pa1·t:to politico. B1sogna,·a ch·esso restasse. per alcuni anni anco ra. un partito di edu– cazione morale e eh-ile. di ris,·egLo di co– scit'nze: un pa rtito ri,·elalore delle innu– mer1-,·oli ingiustizie sociali. indicatort.> di un a::;:;etL1an·enil'e basato :,ulla solidarietà u– mana e 6ulla giusta cttslribuz!one clei do– Yeri t' dei diritti tra le classi dominanti e le da::6i proletarie. E an·emmo preparato un t'jercito di sociaLsti più numeroso. più iorte. più cojciente di sè. refrattario ad o– gm corruzione elett•Jrale. me-no arriYista. meno ambizioso e quindi più preparato alle battaglie per st rappa re dalle mani dei bo 1·– ghe::::i il prh·ilegio e per a,·\" iar.si alla con • qui 0 ta dello Stato socialista. In,·ece ci siamo occupati d i alle, ·are degli ~lettori. per manda re pochi deputati al Par– lamento. i quali hanno a,·uto l'illusione di fare migliore propaganda della nostra fede nella Came ra e nel paese o d i sconquassa re colla loro bella audac'a la ca rcass1 delle Yecchie abitu dini conse n ·atrici e reaziona – rie. L'educa zione socialista dei popolo si è aro;::nata: le nuoye ge nerazioni non hanno più trm·ato in me zzo a loro che il pr opa– gandista can d-;da to o candidabil e; mo lti . troppi. dei più ~em plici ed efricacì apo .:ìloli del \""rbo sociali~tn.. si procu r arono delle ca– ri,_·!!e e degli irnJJieghi ch e paral izzar ono loro la ling-ua e mozzaron o le ungh ie. E , ooo appa rse le tend enz e - non se mpr e e non tutte ba.:::ate su princi pi soci almente , ntifici - il pa r tito si è d i,·iso in fra– zioni. e dallP polemiche s:-rene eJ i:::truttiv2, ap1,a-::::ionate ma since re. sia mo scesi alle d ìatr:be pe r-onali. alle sarcastiche inte rpr e– taz.;.1ni di pensiero e di azione. agli insulti. allt YiE- di fatto. Leg giamo le ,·a rie colonne in cur::;iyo dei giornali :-:'.:Jcialbt1 e dite. o c:,mpagT1e. ::;equegli art:coli non hanno fat– to pr:,,·are anche a ,·oi un :-:;ensodi clbgu– ~k, E: di amarf'zza. Donne sociali;:;te: ecco un c-ompilo che si dr-linE-a f'f:-r nui: ritf:-ntare l"opera di edu– cazi·:mf' -.or-iaLsta tra noi. nei nostri figli. nE-L:.1 fami2'lia. nlc'.inr.:-;tri cirtClli. Lara l'.:rl'i– biL.: r:hf, attrrtversiamo tramonterà: sia che la rnah·azia buff-ra riabbia r:,pettatt' o tra– ,·01t'", yr-rranno anr:ora j g-ir.1tni in cui si <fovn.1 r-1prendf,re la vita normale. Csl'it<: 111- eolum. dal periculo che minar·cia resbt<:nzn. dr-i n,J.;tri r·ari. che rovina ogni ~pi::·ranza d. onf'::.to .zuadaflno. ,-hr: atlf:nta alla I bi·rb dr•l r:ommç,rriù f- dr•Irindustria <·h<: ha Sf'.– mrnato d,Jlùrf- f: misrria (fov1mq11l·. a\-rcmo il d•-.,vE:nd: ripr1::nd~:re il nostro J.YJ :--lo nr,lla vit~i df-_ partitù P di 1mr,ùr,·i 1Jn t'Jmpito d1 a~~,Jluta f'.-ducazir.,nr: ~rJr:in.le . ~~ in,·pr· an,·h":' .-~,1 d n,Ji ~i :-:,ara abtntt11to il barharo flazf:llo dr.1\·remo c·r#"f-n1 :--rJlno– stro rJ,JJrJr(., 1~1nr·iandrJ al mondo la n<Jstra SHJJrHrm nyettiva: La J?1H·rra ha fJùt itr, , ·"'"'tré J,Prthè.- la <·1\·ilta pa--~ata nrm ha as• '"'Jlt'J 11 ~w1 "'J11lpitr1 uI hu <J<·viat 1 rlall<J :-i'YJfù r,r•rch~ .2"1i'VJrn1ni dd laWJf"ù nùn f11r1JrJfJ :-iùlidali nr-Jla :-,upf•f'hf.i. rm1n·r-,alr· i-1 •,-,Jlta alla b1_•~tiah~ 1rnprJ:-;izi<m1· m11iUtrf• .,•a .\ n<Ji donn~. pr<J,·atr• da tanti d<1l<Jri,·o• n,J~<·iut (:r] iia1<1L, a n<Ji eh<· irl\"fJ'•hiarnù la <·1\1,f.t JJ'•rr-hP JfJ ,-~ '.a • ,la ~t:t la ruJ1•nzior11• , ,,IJa ~r.1cir:là r·he lavrJra <: r·hr· pr<Jd1u·,-. n n~-.,1 il d<Jvr•r<· di npri•nd,-r, ,. d; ('(,ndnrri ;J bu<.1na. mr:W.. l'<.1pr·ra di H] H·azHJn<· e;,Jr·w li-la. fliuniamù<•i nr:i r·iruJlJ as ·j_-;tiam<J al a 1'<Jnfi.r,-nzr, fiartf.·r•ifJJamo alJ1 dimù:·traz1ù• ni ;dJr, pa~:"'.''~'J!ia.t,~ di aff<'.rmaz1<>rr· fJ di pr<J h-.~ta. ma -nnprr• p<·r téfJf rn<·re Ja virJ!niza ,Jr.) 1inu1Ja:T!!"irJ fJ rl<·~di atti, pi·r n<·hi~unan· rdla rag1r1nP a-li <·- :alf.ah 'J i !".iU,!?.!f':-;t·,m:li p•·r ri('(Jf'ffore d1P rfobf/:l nr> av<·re il diffi• f'iJ,- tùrag-!!io di difr·nd<·r<·i ,. d rlb· liare 1•nza \·r•nir mr:-no a11': lr·~.!?idt•lla piu dlitni• frr•a dt":llP <·i,·dh. .-'\n<·h,, J,, rin.1l11zioni :--. prq,aruno nel ~1 Jc·nzio. r...1..-0.\ \TALX\TL LA DIFIB A DlèLLE LAVORATRICI ·!a · ·!a· MAGGI O ·!a · -ia .\/aggio irrup11r, fragrrmtr'. fi 1·rr1 nrlla natura raspf'ltativa /l'Plllf'Jttt• dr! J1liracolo eh,• risv,•olia i nidi. fioristr' 1 ro,~111. 111(1/UJ'{I 1,, l)l('.,,i. E .1/aggio disse: 1c .1 tulli salut,· e gioi((/ u. .1/a ww 11wltitwlinr' dolorant,, gli risposi• : .Yon 1:·i_, più t1C'l!a rila, nè gioia. Jti.' a- 1nore )>. I.a 1•oc,, non era p;ù que//(f abituale degli u/1/Jtr•ssi tfu, salutavano. gli Sl'Orsi anni, 1,1ayuio. ton la 111iscria in volto r la iedc m cuor,·. l>nll'a da una ,,w/liludine di uo m ini, sbal:ala do· un -'-Ogno di par,·. all'orrore d,,f– /a guerra; veniva da una ,thina in fi ni ta di biM.bi r rii uwdri abbn11wtr, vcnil'a doi JJ([f'Si rido!fi in 11wcrrir•, dai pi 1 mi 1·iarsi. (( .llaogio. ('ht> si può sw'rrtrP ancora nPl– /o vii(() .\"on ci tPndrva1110. irri, lm 1 oratori di tullo il mondo. lo 1110110 /Nt/t'i'11a? .\"on abbiamo 1·isto, nri dolci 11Ul{J{Ji lontani, un si 1t1bolo dr/la nostta re-surre:io,1r, nPfle tu,, albr rosa/(~: Ji. non siano riprecipita/i in qui'! 11wndo, chP pau·va tosì lu,1/ano. m tui l'odio f' la ('(1n1t'{tcina sono 1l!ì diri//o ,, 1m <'roi.'-11l0:; E .\faggio rispose: (( li vero. T'i ,ono sri{l– gurt·. nella vita eh,• aprono. davanti a noi l'abiss..?, rt'altà chr suprra,w il limilf' dr/ ro 11prensibi1e. ,l/ a /orse, parlondovi di sp1•– ra 11:.(', ri ho /orsi· f/f'/lo iu che alla n'allrì di rloi1wni vni arrivPrrle SPn:,a dolori atroci, vi h o fotSP drt to chr il 1u'mico da combal- CANNONE ED ARATRO Sul ~imitar del c·asc,lare assiso. Vi/lan. 1 1 o!Ri lo sgua rdo a ra pianura, Nè I ·usato piacer ti britra in Piso -~ Di'. qual ti opprime dolo rosa cur a -~ A chi fatica onestamen te. il cie lo Col pan concede 1m anim o sere no ( I) : .Ha la tua fronte ha di tr iste:.:a un l'elo, E fiso l'occhio ed affa nnoso i,! seno. Ti JJidi a/lo r che per le glebe f rante. Col pun_golo a la man. sen: a rip oso, Il lento bo1•e ti spinge1 1 i inna nte. Che trasc irw11a i: 1•omer fat icoso . Ti colava il s11dor per ,l 'ar-sa gota. Pur seguital' i nel! 'ape rt o solc o Fidente, e ri spondea l 'eco r-emota A lle .e.a_gliardenote del hifo lco .. Ei la facc ia chinò pensosa e mesta , Com ·uomo cui sia dur o il ri cordar e; Trasse 1111 sospir o, tente11nò la testa A maramente. e comin ciò parlar e : Afl or mi sorri dea la beUa speme D i ricca messe ; all or, squarciando il grembo D el carnpi cel per prep arar/o al seme . l o non pensaPo al tempest oso nembo, Che nell a state, mentre il f}.rano im bionda, Do1•izi a e J1ant o del cult or, discend e A [IageUare ogni fil d ·erba o fronda, E il pan sudato implacabi! fi prende . Sull "imbrunire qui fa cea ritorno. Dol'e la parca cena m 'attendea. E. ri·andando il labo rioso giorn o, U n inno al ferro sacro riv olgea: H O colt ro, che dal padre ebbi in retaggio, u Liet o quel dì che a te sacrai mia 1 1 ita . e< E guidai per le zo!le il tuo 1,laggio u La prima volta , e l 'apra fu gradita! ({ Temp o .f!.ià fu eh 'io pu r t 'ebbi a disdegno, ,1 Qu ando mi ardea di giovinez:a il fuoco . u La fantasia mirava ad alto segno (f E m'a ppari vi in tr oppo basso loco. cc Ma i }!iovanili ard or temprando gli armi. 1, La nob iltà del rud e rnestier brilla; La nobiltà che non si mostra ai panni , 11 Ma sta nel cor e ali 'opere scintilla. /( D ove tu passi, o coltr o, superbi sce, 1( D i sue pr eziose bionde spi che il grano, u Che tutt o l 'uman f_!enere nutri sce, (( E a te s'i nchin a come a suo sovran o. u Fa pom pa di bei w appoli la vit e. (I Di fo!to e 11erde manto il suol s'abbella . ci Che in carni succu lente e saporite H Per l ·uom ooi si tr am:.1ta. Tutt a bel/a Si fa per te natur a; per te spiega La potenza che pur dianzi era in l'olta . 1, EJ all'umana volontà lo pi ega, < Che l'adooera al fin cui semp re è 1•orta... Cosi pensavo al/or, tornando a ques to Rustico tetto. stanco ma contento, Premio ben degno del lavoro onesto) Altero di f!.Uidar l'umi l strumento .. Ma, dal di che Caino a terra stese Per biew invidia esamine il fratell o, Ramf)ollJ r da le otfese nuove ohese. Come in cutena ane! seP,ue ad anelln. L'umano ardire del Qloriosn segnn Qwnci de1•iò. che prefiP,RCa natura. E filr 1 1 olli a stroncar forza ed in,Regno L 'olhero che costù si lunRa cura. E tanto errar si chiamb pur prngressn. 1 Ahi' reo proP,resso. ci1'ilfà mendace, r; ·ardt l'•'"JliWJ e semina il l'ipresso. E per motlrJ non ha: " Giust1ziu e pace n ! LfJdi Giuf!.no 1881. t,o u,. l11 ·/,,/ f'rilf/11 .\lfff/!Ji,1 ,f(J/1ifil11 o /'n fÌ(Ji od ("1J1Hflf•111f1/1,fr,11u1:,ir,11f1/r, t/,,{(k!1, 1·1,11- /1·,11111!0 u l:r11.tdl"1< 111,f J)o(~Jl ,: 11 7.11riy1J 11 p/ 1~'J:i, ,~ 01111 111r,Ji,~fo 1,111·111il'(1 r/1•/ J1((1/1•/oriot1, 1·,,11tr1, f11 11tof,1 1111•J.f'11f1· 1/1·/I,, 1·1,.~"; ,; 111u1 ,.,, 111 pr1, trt•J1J·1-1J/1, mi11orri11 111/ 111t1111{,, ,,, 1 ,·if'/o ,, 3 so ti1111i(ir11 l/l'IJO-:.i1,111, di /11//,, /1• i lil1l":,11,11i ~-11 f"ifl 1; ,,11:,,,1/fl/1, nli11111 ,, 1J,,Jf11 IH,1yf11,,;ifJ, lotf11 111 r·1•li~fl11f1 ,·r111fn1 I,, / r11lffl1t11·11t,,,,·r 1 111J111i1·1 1 1, l"t1J!Jlfl'l1J1,i1,11,, 1111'ifir11, r-,,,,fn, i 11n 1 1·1i1·al1,ri ,/i r,,Ji11 /111 i 11'1JJfJ/i, ,·1,1ifrr1 /'rJfJl'ffl di ,.,Jffl/Jf"f' . 1r111f" 1111,,f/dfoofl' f• di rifl,,111d,rom1 lfl/J mr,rolr> Era presso il rico lt o, e que~te apriche Pi oggie rideano li ete al contad ino : Al 1•ento (luttuat}a 1m mar di spich e E l'azzu rr o /ìo rel cadea del lino, E i pamp ani a_gitati facea n mostra Gioconda al sole de' lor pin_gui fru tti. Al/ or il pio aP,ricoll or si prostra Devo to al nume ell e dà l lltf o a tuf fi . Ma se il lavo ro, ahi mè , si rende l'ano E sul più bell o spegnes i la /ace D e ra soernn za, al desco del villano S 'ii wola il bel sorr iso de !a pace ... A mezzo corso dardeggi ava il sole Sul 1•erde oia no il suo cocente raggio, Ed io. sfamat o. come il villan suole. D ormia pr ofo ndo a!l' ombra di qI1el jaggio .. Quan do mi scuote un gri do, un grido acuto · (( Fi ero, Pi ero , f uggiam l oh dio. la gI1err a n ! SoRno .~ son desto ::i chi domanda aiuto .:i La donna mia .~ i figli mi ei .~ D a terra l o balz o ratto e volo al casolare : Tu ona il. cannon dal coll e a la pianur a; Pi anf!,on le cre ature a me si car e : Oh! chi ne assist e ne la rea ve ntur a .:i A.l carro agg iog o i buoi; della migli ore Masserizia lo core a; i mi ei dil etti SalR_on meco. e con la morte in core 1 Lasciam la culla dei più. cari affetti ... ! O luoQhi amati, a 1 1 oi fe ci ritorn o. Dopo una vita vagabonda e dura , A'fa non m'appar1 1e bello, ahimè. quel giorn o... Il cor m'apea spezzata la sventur a. In quest. ·asi!, che i dì narrarmi suole Di ,Riovenlù. d'amo r, di gioia schietta , Ricond ussi la mesta orfana prole. Qui non è cosa che de la dir etta Compa[!na mia non mi favella al core, Conforto e pena de la mia vec chiai a.. Alle1Jierà i ·acerb o mio dolore Il 1>omere che Riace là sull'aia. Nel camvi cel, su le zoll e calp este, Fra le viti divelt e e i pioppi tr onchi , Corpi giace an con le recise test e In sanRuin ose chiazze, e bra cci monchi , Zaini , _gibern e. sciab ole, cariaggi . Schi oppi ed altri armi spez:.at e contort e, E un cann on frant o : simb oli selv aggi Di distruzi one. di dolor. di morte. Tacque il Pill ano. e l 'amp ia adu sta fr onte Strin se conrul so ne le man caUose. lo tacqui pur, chè non ritroi ,ai pronte Par ole a/l'a ffa nnat o cor pi etose. Pei campi volsi , con orr or pensando A tal. che d' Art e il nome puro usurpa, Ch e su la terra fa scempi o esacrando. E la van tata ci11iltà det!u pa. O sempli ce cult or . va' pur e altero D el pun_gol , de l'ara tr o e del badi!e ! Tempo Perrà (nè fia l ungi lo spero!) Che piìi le genti non t 'avra nno a Pile: Quando i! cannone ru f!,f!,irwso dorma, Testimon truce di barb ari e antica, Ed agli umani per se1Jera 11orma Gli or rori e il oian to de la f!.uerra dica . Qu ando non sarà più leci to ad uomo, Vuntamlo un diritto ch..z dal cielo ema11a. Gittar 1.!)1iRrwndo di discordia i! pnmo. Traf!_f!,ere al S:111gue la famiRiia umana. E questa allor, da l 'uno a l'altro polo, Sol ne la f.?a;a del l avor p1 .e,11ace, f) ispief!hi al ven to uno stendardo solo Col santo molto : 1< Fratellanza e pace )) ! FABIO M AFFI. ,.,.,,,.r,t,1/11 ,\fil/I' 'lflflS.\I'. (JllPSlfl /l'.',/(I ,; il ri1·1,11() sr·1111r'11lu ,, il s11u1,,,N,, rl1•/[(1 Militlori1•fo Jm t11f li (Jl1 111111n'ssi ,,lf r.~11ri111r• il 11rn11osift, 111'/ pro. ldorialo di NJll/"1 1 rtin• lo 11-rm, 1·/u· /11 111•1 la11- li ,1,r·ofi 1• "''' lo (1rc111 m1Hl(Jiuro11-:.o 1111fl ,-,,,.,, 1111{,, rii /r/(J!Ìll/1', in 1111 /1111011 lil'fll1i tf11/"I' f/li i11- f1•n•,, i rii t11/li 11r11/f111i;;i1H,. ,. l!!Jllllt/(1 oliliio 111wrf11 1 flJ(·ifr (11 ,·i11 o/lo 1•.~1ilir·n;ir1111' df'/lf' si,,, ollif11rf1111, r·,11/11JW.\". i/ii/ilo di {111in• lii t11/f1• /1• r·111HJlli.·f1• ,J,,//11 1·iril/r i (/,,1 .\l/11 l1•1111u1 . .\. Brnr.r. 1,,,.,, no,1 rra /or111id{f/Jilr, ch e la l oll a vostr a ,·ra /acilr? /,11 br-/fr:;:.o dl'l/rt fol ta è nelle asp N'::.::.t', nf'/lr> di(/itultrì che Sf'111bra no in~ up r rabil i, nello scoraggfo 11u•n10 a ru i segu e, ww fe– rir ri11novt'/lo !a. Pnu,a f,,: t'ssere in una vita in cui il dolore, è un r('lag.r;io co11wne. mi,{. 1,, vo/lP inasprito JJl'f f'Oi dalla m isr r ia (! dol/'071pressione, e averr in cuore la brlle:.– :,11 di un'{(t,,a. la /or : a di un soqno . lrt si– nttP : :.a di 1111a<'itloria sia /lUl' lontana. che pr1ohere1,t0 sia pure al p{ù alto pre :;:o , vi par por-o? Uppressi di 111110 il ,nondo , il nem ico che avf'/(' di /ro1111•, n,•i t( u 11p i di bauag!ia, ton /'armf' i11 JW{Jno è lo stesso che {!(fama ,; bi;,1bi nelle ca~r luride, che p roditui sce le donne clu s,,11/lna la tu berco losi, chP affolla f,, tm•:·rri. chr' c,•ntuplica il dol ort' nrlla vita/ .1 bbaiter/o? H un 11c,;iico fo rte. Hisogna a(Jilar,· cmclu· t1' 11()s/r(' ra,n' . f no n aver 7Huaa . E non disprrarf . !? il rfrb olr chr di– spera. l a /or :.a a 11oi r/rve Vf'n ire dal/I' gran– diosità stessa c/f'l/r t lotla . .ll aogi/J f/UP-~/'{fnna ha per voi una voc e ,, un monitn 71iù eleva lo, 1111(1 sprr an : a cll" SUJJna. 11r/la vu1-,tta inti 11w coscfr>n:a. ogni visione d'orror1-; 1111 incitamrn lo chr' solo i for ti arrogfirrmmo . (e La vita i_, df'i for ti l )). Risposr a .ll aggio 1111 m anipolo ,raurl rtci . e, I? l'f•ru, ì~ vr·ro.l J.,r, 1.:ita è rlPi /orli .' La vi ta sarà nos l ro >). F, .\/ oo{flo 11a,so tn,111/aiìtf>, ptrchè nl'i cuo - ri rinasceva ùr SJ)f'Nu1:.a.. Sore1lina . Tristi riflessioni. Leggen do l'a rtico lo La Sobilla tritf' . fre me l'animo di dolore e d i r i,·olta, non solo per la mi .5eria che la gue rr a ha resa più ac uta. spasimante, 1r.a per un'altra cons iderazio– ne: ché se quelle dJnne . sp,nte dalla fa me alla r ibellione. lessero sta te edu cate ad u– na coscie nz a ci,·ile. sa rebbe ro mo lto più aYanLisu ll<L ,·ia della pace e deU-elevame nt o soci al e. Se il bene de lla com unit à u mana non è più , no n pu ò p iù esse re J".oper a d'un saggio re, d'un acco r to rnln istro , ma risulta dall <Lcolla boraz ione sem pr e più estesa d i ciascu n indiY id uo. Cùm e sar à poss ibil e qu e– sto be ne, se la metà ciel ·,;enere uman o ne è t:sclusa? F'inch è. dun que ; la donna non sa- 1·ù pa rt ec-'.pe deila ,'ila pubbl ica il progr es– so and rà a ril ento . Di ehi la colpa se l'animo femminile è tardi,·o? La miser ia, l"ign:Jranza. la stessa ca tena che tiene schia\·o il proletario : ma lJur troppo un·a lt rn causa vi s i aggiunge ed è !"egoismo dell'uomo. a qualunque classe, a qualunque partito appartenga. :vruo'""e a sdegno qu esto cieco e feroce e– gois m o e tant o più quando lo si riscontra tra i seg ua ci delle dottrine social.ste. Le donn e sono rest ie all e idee ~-ocial i, all'azion e soc ial e; ciò è Yeriss imo: la donna è impul– si,·a. spesso non sa ragi onar e: quest e son o ,-e•ri tù di fal lo: ma in bocca all'uomo suo– na no come un cinico pr etes to, perchè l'uo – mo non solo no n fa nulla per educa re la donn a . ma ne ost acola anzi l'ele,·ament o. Pe rchè" perché sa bene che quando la don– na cornin ci a ragi!-Jnar e. ess a chi ede paritù cli trattam en to ed allora l'u omo don ebb e rin unzi a re ai suoi pri, ·ilegi, e qu esto non gli va. P ur tropp o ques to egois mo lo si r;– scont ra sopratutto nel la bo rghesi a m inuta e nel cet-o opera io: in alt ra condizi one soc ial e la donn a , pu r esse nd o pri, ·a dei diri tti ci– vili _e polit ici ed oggetto di m olte in giu st izie cod ificate, non è sottoposta a l d iretto sfrut – ta mento, co me lo è in mo do speciale nella casa ope raia . Se l'opel'aìo ha qu alche ora d i libe rti! lo clcw al fatto che t, a le par eli domeslic he la moglie, la madr e, la sorella s·ammazzano cli fatica g iorno e nolte. Or a .:-:e l'uomo, invece di lasc.:.iarc il socialis mo alla porta di casa, cerc asse d'illumina re ht roscienza delle sue donn e. qu0ste ,·err ebb L' 4 ro alla ronclusione di essL."i·c I(, peggi:; ~frut– tate e domanderebbero pl'r bgiea cunse– g-ucnza d'esse rlo un po' rneno. se non a l– tro per quella pa rte che d ipen de pe rsona l– mente da ciascun incli,·icluo. :d a se i ~oeia– lisli non rorl'annu fare qu slo sac ,,IAe,o in omaggio alla doverosa. coe renz a. e:::si n 0 n avanz(•ranno g ran clw su lla ,·ia clell(• ri, ·t•n– clicazioni .. \ bbiano allo ra pe r lo menu il pu ctorC' cli non scaraventa re in fac-c-ia al la donna l'insulto rk lla inl'osc·ip nza, da loro voluta l' rnuntl'nutn. Certi~ le cause della prcscmle psic~ log:ia masch.1lt•, e-osi ostilP all't1levaml•1 1lo dell a r 1 Jnna, sono p r'ofon de e ra d icate anc h '(•~=--e n_<~ll'as..;ettosociale: pe rò, se in alt r i <.:amp i ~1 r1L"on0sc·e C'h(• rwn basta. pr om uo,·ere il <·an.1bi_a~1wnto delle con d izio ni (.>Con:JOlic-h :' e s iC1alJ 111 genere, ma o,·cor -re alt resì d iffon– dere dt•ll(• .idl'C. sa ra lo stesso rigua rd o alla l'ma1H"qJaz1on(• J,,11a donna.. Ess1_ ve rdt co n– seg-11,ta lo sll''SO ma potrebb,· ess(•re 11ffret– tat_a, sr g-11uomini di parte nost ra fo:-.sel'O J)IU COL'l'l'rlli. 8 piu accorti. perchè in 11llima ana lisi s •nza la liberazione della donna, non vi S'l l'il e JTnJll(•ta rc·dl·nzione del lavoro. T'i rm drmtr.

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