La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 9 - 1 maggio 1915

LA D!FES .\ DELLE LAYOR.ATmCl VOCI DI CALENDIMAGGIO !oniro. non dimenticate più mai che quas<-ù J1el ,·enetu diE-g!'azialo centinaia e nligl1aia cli sorelle \·ostre sollo pronte e mature per la lot– ta ecl a$petta no l'ora della liberazione attra– \·e1·.:-ouna piepa razio ne fatta eia \Oi col me z– zo della 1Jrcq,aganda e dell'azi11ne . .. L' i,1110 rw911rol che arci11ce c1101·eli cuore.- 111110 di speme e eh yiusti::ia: eti:.r110 Come i 11101"i ed i deserti: Come i qen11i rie' solchi e lo sple11dore Dei 9la11rf1i eie;i oper/1,.._ ); eJ pa lpito immenso di Yita no,·a. nello 8fol– gorio YiYido del sole Yitto1·ioso , nel!'ap 1·i1•~i dei germogli. è tudo un inno alalo, un .cantico ::d– la felicità, aUa pace a1ra~11ore! La Xaiu1·a. in– con::-cia. ci dà , nel.a stagione ridente, il suo trionfo cli luce e di ,·ercle, e rid e e canta, nella s,·asiata iride dei suoi fiori. nella 1rnrezza az– zurra dei suoi cieli. . :.\la la. natu ra. buona e pro dig a sempre non ha quest'anno. neppu re nel primo maggio, nel cuor e degli uomini. una rispondenza di bontà e d'amore. li turbine del.la guerra i_, pa.s~ato nel mondo: le mani dei la\·o rau ri. use ormai alla ::ttretta frat er na, impugnano rarma omicida. :.\laclri lont ane, \"Oi che at tonit e, folli e r an– <lagie, ca mm ina te per la \ ia del n1:1rti rio, lo udite !"inno del maggio in fiore, ed il rombo cupo della, gue rr a? Sorell e nostre angosciate, straziate Yittime del furore omicida deUa guerra, lo potete \"Oi "'entire l'e co di un nostro grido augura le. affi– clato alle brezze, ma dis perso d':t.i cannoni"? Sorelle lontane. guardate con 1toi. più in al– to! Pur nell"atr ocità del \·oslro dolor e, ci pare l'.he una piccola \·oce di speranza de\·e \ enire ·a YOi dalla natu ra risorta, dalla nost ra ~l i– clarietà fr ate rn a, dal nostro amo re che non s.a e non può cap ire l' odi o che di \·ide gli uomini cli nazione dh-ersa. Quanto si rip ercuote nel nostro cuo re il \·ost ro dolore, e come ci uni a– mo a \·oi nel grido augu rale : u P ace!" Xella pu rezza azzurra dei cieli, saJi rà impe– tuo~a e calda la nost ra \OCe: e sarà l'unica \·oce d"umanità che sia.si sah·ata. nel mom en– taneo naufragio dei nostri sogni d'é1mo1·e! Pare! domandate \"Oisvrelle cli dolor e. E nel– f alba cli mag-2:io \i rispondia mo noi : P ace! Torino, 1 :.\faggio 1915. ODILL-\ BIOLETT0. Da Tortona . in que:::10 giorno cli speranza e di fede ogni donna e ogni madre d"Europa, clonebb e pal– J•itaz·e in una .:ola spe r anz a : un grid o un anim ~ rlon·ebbe u.:cire dal Joro petto, un grido cli pro– te--ta che --ia monito a coloro che per jnteres.::i per ambizione o per dominio spingo no i popo– li gli uni rontro gli altri, a .;cannar.::;i a vicen– da. :'\oi Tortone. '-i a1Jbiamo deci~o di ade rire ad ù..:ni manife,tazione che il P artilO Socialista intenderà di fare cont ro la Gt:erra e contro la dr,l,1zione della libertà. :.\lai come in que:::to anno il 1° :.\Iazg-io do– Yr~bbe p<:<-ercriornata .":olenne per solidarietà ·li umi i la\·01·atori. Et:GD.l.-\ PICOU.I DE \"J:SCEXTL Da Suzzara. Priuw Jla(J(Jio ben trist e quest'anno! .-\l pen<.;iero che migliaia e niigliaia. cli sol– rla:i si lanciano inferociti !"un contro l'altro. 11011 troYiarno il coraggio di el-e\·are i nostri r:inti di gioia. Jl zo\·ei-no non ci sa dare che sca rso la\·oro. e quiudi abbiamo da\·ami lo spett1·0 dell a disorrupazionP . e con essa gli stenti e la fame r,i:c:ino.;tri bambini . I fic!'li rohu•ti ri ,·en2'ono tolti e ron e,-.:i la p;ice del ruorP. Che an·errà di e:----i? :.\la pnrh~ 1· umanità. non rin.::;wi!-<'e ancora . PPrd,.:. i zo\·ernanti non pen-.ano al dolore del– },;,ruadri? Q11e--to i.- il zr'.do di tutte le madri. rii tutte le dr.,nnP r,roieta.rie , c-he o,zp-:i lanciano più for:f> f'.olJa m;i!F-dizione ai re!>pr,n.:abili diretti della rarneficina! S. P. Da Borgonovo . Care c(Jmpagne , Lirn buona pa rt e le donne di Borg-onoyo sen. tono a.nch ·e~se in quest'ora wrbida i! bisog no ed il dQ\·ere di stl'i ng crsi ro mp atte, intorno al– la bandiera del sociali --mo. Gli orr ori della guer ra infame, di quella gue1Ta elle è il risul11-1to ciel E-isicma {'apita– Ji;-;tico, anzic hè prnst r:wci JMu1·osc e l)ieg are la nostra fronie alJa ras-iegnazione, ci addita no la luminosa ,·ia del socialismo: poichè se nè In religione, nè la. educazione ai !--entim enti cti umani tà. nè la istruzione, non .:.ono bastaie a impeclire il delitto mostrno:-o, ci deve ben es– $ere un·a11ra forza che cle\"e rigenera re il mon– do - è la forza del p1·0Jeta riaio eosc iente 11 quale comp rende rà come la neces.!'-ità cli libe– rarsi dai \·ecc:hl goYerni per ,stabi li1·e nel mon– do una sola Pal i ia che camJH'enda tutia l'u– manità . D a Crocetta Trevigiana. Ogg i. 1° :.\!aggio, in mo lte città ed in molti paesi cl'Jtalia e ciel rnonclo, le donne operaie non l:J.\"orano; le pesa nti maec hin c ch'ess e fan– no funzionare, assiste nd ole nella. ritmira loro pl'ocluzio ne, tacciono . Ed e5se, que ste nostre scono:-c iute compa– gne. dimentiche, per un 'ora meritata <li ri1)0- !:.-0, si 1 adunano neLe sedi delle loro soc ietà scamb ian dosi i più dispa rati loro pareri, rac– cont and osi le loi-o mi~ri e ,incoraggian closì per la lotta comune ch'esse cleYono giornal rneme soste neie. Xoi qui, ahimè !, in questo disgra ziato lem– lJ•J della più disgra ziat a It alia non a11cora pos– sia mo tlbba nd ona re il la\·oro e dal'C a.:-.calto al– lo squ illo di gue rr a sp rigion antes i da questa data fat:clica .... Le paghe irrisori e, la cl'is i, !"enorme disoccu– pazione che traYagliano noi ed il nostro paese non pel'mehono. non possono pennette re che si JJ<'l"cia la mise ra paga! Eppure noi conos ciamo il sudor e, il ltl\'01·0 snen·ant e. obbrut. ente , an· ilente; eppure anche noi an emmo cliriit o. sac rosanto diritto di un p-iorno cli ripo so i-oluto, senlìfo , in1poslo da noi. :.\la e come possiamo impoi-r e, ,o!e re pre– tendere, c111ando ancorn la gra nd e maggioran– za delle nost1·e compagne è schi:t\·a de! pregiu– dizio ? Tr oppo noi fum mo dim entica te. abbandona– te a lla merc è dei nostri sfruttalo l'i econo mici e morali! ~ essuno . ma i ness uno :,:i curò <li noi per quello che riguarda\·a lo sfrutta mento cu i \"i– nh ·amo sottoposte : ness uno mai si cu rò cli qu anto i pasto ri dell e nostr e anime inco:::cienti commette\·ano a no<-fro detrimento ed a fa,·o– re - per ~en-ilirn10 - dei nostr i etern i sfrut– tt1tori Ect ora che noi ~ se11pu1·e in poche, non import.a - comfocia.mo a comp l'endere la grandezza dell'Ideale che \ uole tutte le uma– ne creatu re affratellate in una società di lt1:fy.--– ri ccl uguali nella quale Di o sia il la\·oro re– dento e Leaue Ja uguag lianz a e la gi ust izia., ora. che noi intn1\"ecliamo la hellezz,1 della lotta t r:-o la quale qualche com1rngno ci ha con g-rande sac rifìcio indirizza.te, ora più che mai noi sent iamo il bisogno imperioso di agi re, di es'sere unit e, e pronte anche al sacrifìcio per la comune. 2:rande nost n1 causa . Ed io questo 1° maggio di sa ngue, cu 1·ye an. cora, ma non s:empre. sul le mac chine nostre pm,•enti, noi. sudando ed imprecnndo e per– donando, sogni amo la nostra rin ac::.cita ideale , ,2:iurando in cuor nostro cli continua re, ra1l– doppiando re, iergi a, nella lotta grande e ne– ce%aria che quì ahbian10 intrap l'esa per st rap– pa re dalle rapaci uzne del pad ron e e ciel pre– te le alt re num ero.:::eno.:tre dic::.g:raziate sorellr. O compagne sconosciute di questo no~tro ca– ro gio i-na·e . o donne. !-Orelle di fatica, che og– gi fe..,teggiate il 1° ::\[aggio flbban<lonnnclo il E, , op ratutto, non dimentitate che !:CO'.e, da tu tti abbandona.te, esse uspetta 110 ridenti Ja mano frat ern c1.elle le conduce amore\·olme nte allìne sull a strada della lorn redenzio ne. D a Montecalvoli. .\ c:cogli 1·e~JJl'essione ciel mio pensiero fr a quella delle con11n1gne p10:eturie <:he tu vor- 1 ai osp itare. ~!ai Ja clata fatidica ciel 1° :.\faggio s 'è aYan– zala così iriste e cloloro:-:;a. Xon basta la miseria la. clis.o<:cupazione, a. farti tri ste la \"ita., ma u11·ambasc1a più gran– de ci opprime: il pensiero che domani i no• stl"i figli, :,sposi, mari ti, fratel li sara nno a noi strappati e attraiti nel ,·ortice della guerra . D,ciamo·a. alta la nostra. pa rola, pcrchè ne tenga conto ch i dispone dei nosiri desti ni nel paese nostro e urliamo la nostra imprecazi one contr o coloro che sono stata la ca usa della sciagu ra orribil e. Chè se ad essa non c'è aro ma.i rimedio e nel mond o non c·è che teneb l'e, si sa ppia a l– meno che noi non sia mo Je schiave di un tem– JH• e ,,1,:.:;1a111.: p rrp.1 ~u·e doman i l'umanità co– sciente che non sub ii·à la, mo st ruo sità della ;1Jerrn n,.1 '·,lfH':l ribe lln.1·si a chi tenta s::.esca– glia re gli ese rciti contro g li ese rciti. E tu primo magg io, clo'ce pa squa degli op– pressi, po rta tu il con forto cli un migliore a\"– ,·enir e! Ridesta il sentimento um ano nelle co– scenze intoI"bidi .ie e fa che gli uomini sì ac– Cu!·gano cli es:::ere uomi ni e cesc;ino la ca rne– ficin a inutile! F a· che tutto il mondo ri torni ai campi fe– rom li rid ona le braccia nlle officine per il pro– ficuo la\·oi-o: restituisd tu ai casolari dese rti. i figli de 1 popolo O\" e le madr i e le spo.:e ango– sciose li atte nd ono! Sah ·e o ()l'imo .\Iagg io! .\SSL'~TIX .\ OESIDEHJ. Da Castelfiorentino , In que sto giorno che seg na a. cara.ite ri inde– lebili !"inizio della 1-e..,·unezione ciel proletari a.– te il G. F . S. cli Caste lfiorentino bene augu– randosi dal risYeglio cl ella / 11lerna:.i ona le So– cialis ta fa ,·oti pen :hè il proletariato d'ogni 1 ae~e si 1·isHgl i alfìne e chi eda ai go\·erni la. fìne dei ma ssac ri e il ritorno alla pa ce feconda. "- L"ln terna~ionale Sociali sta \\ ' Il Soci alismo. Il Grupp o F emminil e Socialista Da · Pontedera. Domenica 18 u. s. ebbe luogo una ri union e delle donne socialiste J)er tratrnre su ll"oppo r– tunità di costituire an che in qu esto paese un g1 uppo social ista femminil e. .-\ ta le ~capo, dopo ampia e cor diale di~us– sione \·eni\·a nomin ato in comitato composto delle migli ori compagne . L a proYata fede delle prescelt.e, il loro attac – camento all"icleale socialista, fa spe rare che il gruppo femminile sia presto un fatto compiuto. Le compone nti il ro mit ato per la costitu– zion e del gruppo femminile, mentre si met to. no al la,oro, inviamo a. mezzo della cara Di– fesa rnl sa luto alle compagne cli ;\[onteca lYoli, elle presenziarono l'aOu na.nza. di dom enica ul– tima scor:,:a dando incoraggiamenti e cons igli molto utili in questo periodo di prep ar azion e: indi ,·otano un plau~o ai ro mp agni del circo– lo gio\·anile che per prirni in que~to naese compresern la necessità di un a pi-opnzanda in– teE-a a conqui~tare :11la. causa ~oriali~ta l' ele– mento femminile: e col :oro assich!O interes– samento han no reso poso:;ibile f att uale ris\·e- Indhno i compa gni della. <iezione adulti a. roadim·a rle nell' ope ra inizin ta . comin cia ncl, 1 suhito una \·asta proJ)agancla frn le donne. .-\\ ·ant.i e\\' il Socio lismo! 7l Comifot o. VOCI DALLE OFFICINE E DAI T rPCr1tr, 18 OJJl'ilr• lfJ15. Cara Lucia, /fo . P1ttifo uu JJfJ di (]forni fa, 1111 r:011f Pl'Pll• : 1Pfe che ha dPllo cose buoue e aiusle, ma è U:;r,ifo rf)n u11a fraxP che nf)u nti è pirlr:iuta. - A.i 1,.,rahr•si, lw deltr.,, 1:errà il yiorlt(_, in r.11i l(J(J[iPrNftf1 lo lP.f;la! - AlcUJ1P drmne dPl ptJPSe l"hfJ11111 111JtatfJr• ali a1.·1.-1?n1Jri .t; sonr., subilo 1:c.dJi 71er r.omhallPrP le uoxlrP idl?e. Dirnlfli tu, cara Lucia, se il rr1nfHen:.iPTP lw ri Pflr1 1n1a r.oso aiusta. Tua HOSETT\. Cara cr.,1ftpoy11a, La fra~e ctie rha colpita è una di quelle <·h1-"-'r:appano nella foga oratoria <li rhi dPnun– f•ia ]P ingiu~tizie e :e cattiveriP della. ~ocif'tà. ()l'esente: ma tu c.;~!'lsa comprendi che i_I c.;ocia.– Jic.mo t qualdie r·o'>--'l di piu alto e di piu scien– ufiro, che non ~ia questo pt imiti\'o 1t1rtodo di triJJ--tizia a r·ui c1r:(-;::nn<ffa il N.1mpagno. .\'e- .... un dubbio dunque <:.ulle~ur~ intenzio11i, ,ziw::ch t egli probabiirnente ~a.d.1. i11<'.apac~di far wale ad una mosca. ~\[a gia<:r-hb ~iurtw ~ul l:t c.;trada, dbtutiamo e.e il so<:iaii~rno <H rà o no biso,zno di atti violenti per :ra~fotrnare 1: H·di m e,·c la ~ocietà. Xoi <-ociali<:,t1nrno\i:t1110 dal ,-oncett,., che le pn<.onr per q11anto catti\·~ r,o~c.::1no,,<.:-,.er indivirJua.l meme ,nou o:;;oJJo di- 1ettarurnV> re:-.pon"-abili drlle ing,ustizif' YJf'.ia– li: e il padro11", il fittabi'e, colr,rrJ !nfine die -fni.ttano il 1,rolet:i riato non son<, tutti gli stes ... i deli ,1que11ti. Xoi drJbbiarno serrm1rn~11U• fJN•'-a J e ("he ~P fo!-,si1110nati al loro 1,rJ'-.tO forem1110, 11Ppiu , 11~meno, di quanto e~"i f:Jrwo. _ Li r-omb attiarno dunque coH,I" e ..J,(JM•ntr>r~1 un <·atti\·o sist.erna di cose, nou c-ornP indi\'idu1; e neJla. nostra lotia mirialllo a cam!Jiarf' il -.i– --iema piuttosto che tra<-formare i !--i11,2oli. :\P ba.::tereb!Je. come dice\·a il CO!HfJag-noucf'i<J,,rP tutti i borghesi per in~taurare il reg:im e 11ostro. perchè an zitu tto sa rebbe difficile tmvare la I ::::~i, 1'.!ci;ti:,j~•i:i~?,•u;;~',~;.~';geh~;;r~Jit~;i; ucc,~i ammettiamo J'ipote5i - gli uni, sor– gerebbero gli alt ri. E innce ~pera11za nostra. giu ngere alla tra.-– ~fonnaziùni sociali seuza \"itti1fle, seu ra atti barbarici ,bens 1 att raYel'!lO la conquista (lei pubbli"i poteri r,er mezzo dei quali c.j potdt "Orializzare la proprietà e as-,orb ire il pa dro– nato e il capitalismo . Cei-ta111ent.e non sappia rno !-e la 110:--tra via. s:o·ii. se111pre ~gombra d' ostaco li ; ,·i sa l'anno dei momPnti in cui la. lotta. potl'à culmina re ir1 r-,.,nflitti. Se la bor :rhesia 110n \"Ol'l'à Jac;;ciare il pac.:~o al rliri tl r.,, si clonà chiede re nnc"he il risc hio delle vitP umanr; rnn. <:iùnon poss iamo prel'Cdf'rr, ni; desirJcrarc, et1i: sarà nella fala– J1ta delle rose ..... ,\ndie la P.ivolu zione Frnn ce!-e ebbe le sue \"ittime, Plibe i suoi torti. :.\In. ciii osa negare i c.;11oimeriti? Essa <lichiarù i diritti del\'1101110 f" ,zc>tto iure sn t11ttn l"Eurr.,pn '-Cl1i:1va; essa. 1,repariJ la \-;a. alle idee ~oc:ialiste, Le riHJl11 zi<,ni "rino qualche roc;rt di fat:de f' ,lipenr lono d:d rli"Jh·ello tra. riO <·IH• si \'UO lf' ria 1111:1 p;1r– t,, ,, mm <-i \UOIP dall';1a:trn. SP la lJor,zltPsia \ 1101P rvitarf" ,,:,tndi-. 1ni cle– n~ tl;iH'. \·ia \"ia, ri,-0110'-<·imr-uto :ii diritti del lriHJl"O. :\011 nrJi '-O"ialisti durnp1r so~.mi:11110 '-:111g-11r, rt,i• :1nzi r·o1nbntti:L11H1 tnttP IP \'i<Jlf>lti'.P <lrl pa ... '-:ilo " r•fJrnhatti:1rno la 71!<•rr:t dH• i• la più 7r..1wfo ,JtllP \ io!PnZP. fnv(J<'tli:ll'flOifl\'P<•e clallr <'1:1c.sidiriur•riti i'-.tn1zionr P<I rdnr:n.io nr, HP– JHlfltO fJPI" (•ornpierP pi,J ("i\'ih11--IJIP le 11osti-P li:dfr1gJi,•. Q11:11vlr, tutti i la\·ot:dori ~:1i-M 1111J c·osrie11ti rfol JrJr<, ,Jirilto P <i<·I loro dù\'He. 11<m :l\n•1 110 lJiS(Jµ-110 dPII,· tr-st,, 1lr-i JJ"irti11i, pe,·c·hi• q11Psti flf•r forza ,Ii r-o P , 11\-l'HHJJOr·<•s":1todi P'-!--(•J"f' i p:,,Jr<Jlli. flA. Casapi.nta, 12 april e 1915. Cara Lucia, S0110 un 'assi dua lelt rice della Dif esa, e spe– ro 110n mi. 1ze(Jherai w1 po' di spa:.i o. A bilo un pi cco 1 0 l'illag(Jio i:icino ai. monti. eive la ,·eli ai eine è anco ra forle1n enl c senli ta. Quando per raso 11i' i11co11lro con qual che m.ia co111pae.w11a. io non lratascio 11wi, di dir e li– bernm ente come l a penso . Ma ahi11ie! mi sr·nto sempre rispond ere : Oh, fo sappi amo che tu sei ww sociali sta e non l'Oi mai olla lllf',\'.rn, '/.'e/"goyna. 1 E.,;.<,re non sare/Jbf'l"(J tan to 11emichP del socia– lismo che alla fl, w, Cù11[essa n<J, contie ne dell e ('OS(' huonr, ma ·non ])OSSO/LO SOf)J)OTlar e i l fal – lo di essere ?Wi contr o la Chiesa. Così per es– se il SO(·iafismo dive nto si 11oni11w di imm ora– lità, di doww:i.one dell'anima. lo di[ e~1do co11u· J)ù.'fsr, fr 11ii.e opinioni. Che ris 11011dereisti lu, se 1/osli al 11iio posto? Do11wii lu, carct Dur:ia, <1ualchl coasi(Jlio in ut.Prito. A. F. tal'a co111poano, Lo so: 11ei t.ranq uilli \"illagg i di montag na, do\ ·e la relig io11e è p,·ofe!-.~ata C'Oli i11ge11uità, ~enza un ccl"e~siYO traffitn 11tis 1no delle ricche prelJ elJ(Je e for:-;'anche senza la piatta bigotte– ria elci luoghi i11fe!';,tati eia. n1onachi~mo, è far· -.e piu diffi("ile C'he a tl'O\'C la lotta anticle rica– le .perchè mancano piu gli elcJ11cut1 di critica. Fai be11e tu, coerente ai tuoi 11rinci.pi , a non frpquentar e la dii esa. :.\liL tu clni !-..iper dimo – str are che no11osta 11te c:iò, tu !-.:.tinou solo es– sere IJra\·a e huona co11e le comJJi1g11e tue, m a e<-se1· rnigliol'e cli esse. E diC'o lnUJ1lft per sig 1ii– fical' e quella bo11tà atti\'a_ ehe non si appaga cli yirtù JJegative, rna elie t, \'C'ra1nente ut ile alla ~ùci(•tà in C'ui si \ i\'C. Co~ì facen do tu potrai dim o'-ir<u e <-11ela 1norale è inclipe 11cle11te dal– la fede religioc;a, r elle l'idea'" <.;1Jcialistasi so– qituisce <1lla.,e<·<·flia fNle. di\'entnn do pur es– ~o ,ma forte e sicura ragio11e cli ,·ila. R icordate comp agne"? L'anno sco rso prop rio in questo me$e, scoppia \·a lo sciope ro gene ra– le in tutte le .\l anifatture, Fu tma lotta me– ra,·iglio sa pe r s-pirìto cli discipl ina, di sac ri·~– cio. di compaitezz a , che J1a durato ot to sett i– mane e che ha stup ito tut ti, i nostri supe– ri ori. s. E. il t.lin istro HaYa, consig liato m ciò dal comm . Boncli, col non riCe\·e1·e •la Com– mi ssion e degli operai, a.Ye\·a lanci ato loro la sfida e que~ ti sta nchi clel'e lun gaggi ni per cui si erano d st i ri ma nd a.ti da un :.\lin istero, ad un altro, esaspei-ati da l 1noclo con cu i era– no trattat i, l'a..ve\·an o raccolia e a\·eyano <le– o-namente r isposto a Ila proYocazione. 0 ~ ess uno an·ebbe imm ag inato che queste ope raie no n fort emente organizzate, cont i: n uamen te indebolite da tentati \"i com·u lsL scopp iai>i or in qu esta or in quella ::\fanìfat– tu ra, fossero capaci di sentire con tanta in– ten sità cli energie che bisognava fìnalmente far sentir e alta la nostr a ,·oce, unir e in:::ieme tutte le nost re forze per affermare i diritti del– la nostra es·:sterurn. - Che cosa abbiamo ott enuto? Se do\·essin10· calcola re mat erialm ent e dai sacrifici fatti , dalle pri,·azioni su bite, non potremmo di re cli ayer fatto una gl'ande vittoria, ten en do però , in giusto calcolo la settimana ann ua pagata e il 25 per cento pa~ato ~ull'otta\·a ora di st rao rdina rio: aum enti non da disprezzars i certa m ent e. Se calcoliamo ciò che ab biamo ottenu to· moralmente, nllora po<:!Sinmo dir e cli a,·e r ,·into Yerament e : quando si rientr a in uno stabili ment o come siaJ110 rientrate noi dopo otto setti mane di lotta non ci E-i può dichia – rar \·int e. Compagne! ab bia.mo dim ostrato che auando • sia necessa rio , sapp iamo fnre. Ebbene·: que– gli sforzi non cle\·ono aYel' ce;;sato dl dare i loro frutti. i~ ora di inten sifica re la no st ra propagan– da per str::1.11pa re al GoYerno riò che non fu concec;~o :o sco r:::o anno. l'a bolizion P clell"ora str aordinari a, il mig ior amento tlel'e pensio– ni. Il no st ro padrnne è forte. pl'epoten te ag– J?uerrito ronlro cli noi. ce lo ha climo~trato l'anno scorso. ma anche noi unite, nffrate l– la.tc. nella no stl'a organizzozione costitu iamo una forz a : climo~trinmola. Non curiamoci def picco li inciampi che potrebbel'O e~~ere posti sul no stro rammino. Continuiamo l:-1 no stra. Yia \·erso la conqui :::ta dei nostri diritti. 2' viltà abba ndonar e la lotta specia lmente quan+ do da quec::ta .:::.i cleYe ritra rr e un mizliore a\·– ,·en~re non solo ner noi, ma anche e Sùpra– tutto per i nosh·i figli. ll Pr imo Jf rLggio i11(Jrw1dirà ne(Jli anni e nei popoli, e dopo al'er red ento il laroro ucci– derà la auena, dopo a1·e1·redento lr-- classi of– fralellerà le na:ioni, e sarà benedeito dalle ae– ne1·a:ioni 1.:e11tllre co111euna delle date· J)iù, fcm– ste e più aloriose della tloria del mondo! EmJ0;\00 DE t'< ~IICIS . Uscile fuor dr/ secolar e affanno. le 1.unane genti , rwn più a sè nemiche, ti daran C(trMi (' fiori, O sacro 111.aggio rlei lavoratori . C,ISDUCCI. :.\lolle compagne hanno Yolulo in\"iarci !"e– spressione dei loro sentime nti nella ricornenza del I :.\Iaggio. P u1·troppo lo spa zio non ci ha acco nsentito di pubb licare lutto . Ci \·ogliano. perdona re quelle comp ag ne e ci mandino an– cora i lor o scritti. Altri buoni :1dito li atte nd ono il lol'o posto sul prossimo numero. CAMPI :\'oi siarno cost l'etli a. combattei-e la 1·elig ione non in sè stes.c::a. e-ile inte<-a nPI .::110 alto si– f llific ato , suona leaame ad un princ;pio all' in– luol"i oetla \"Jta, ma la. UùlJlJlct.lUO (lJJJJUè.lUére in quanto che entra ndo co111e fatto re cli ,·ita nei fenomeni socia li, pregiudica la no~tra lot – ta. Così non importerebbe g ran fatt o la predi – cazio11e de i preti se non ~apessimo che essa divi ene !:irum ento di clomin o eia parte della clas~.e pri\·ileg iala; non ci impo rtere bbe la fe– de religiosa delle an ime mistic he, se bSa non eternas se fonne ciel cu lto e dogmi in opp osi– zione alla scie nza e ,, Ila rng1one. :-:oi \·ogliamo clal'e alL"incliYiduo il bisog no del.la rice1·ca del vero, \ agi.ia.mo istaura re il regno della ragione umana. Come faremmo se i credi I e!igio si inseg nano che !-i cle,,e cre– llere /' assurclo? :.'-frt tu cliffonclendo qu este nuo\ ·e idee, ricor– dati che bi::iogna tene r conto anche cli ciò ch e di buono vi fu nel passa.te . Cerca nel Vangelo, in qu el Vangelo che tiene avv inti al la chiesa i 1nigliori crn clenti , e potrai trarr e .cli 1à argo menti pel' la propagan da no– st ra .Potr ai cioè dimo st ra re che la Chiesa mal si può concilia re con cert i dett i e\·a ngelici e noi, ~alo noi !-iOCinlisti pos::;iamo \·anta rci di e~serne gli eredi e i tra smettito ri. 1t E tu non farai la la sr a al tu o i·es fito. in q1u,r1fo r he l' OJ)l' rai o ha ditilt o fll suo pan e... ,i Così. Cristo nel se l'mone della :.\Ionta.g na. :.\la i suo i r:ippr ese nt a.nti si gua rd ano ben e dal ripetere, su l ~crio, l' amm onimento a ehi cli ra– gion e. Questi ~ono forti nrgome nti ])er impone la hontà delle nost re idee, an che là clo\·e la. reti gione cnttolica si è rnantenut a più \"icina al cri~tia nesimo: e su di essi c·hiedi pure notizie– e ti risponcle1·à ~ernpre \"Olontien L tC IA. ~G AMONTI GIUS EPPE, gere<1\e , Tip _ Editrice della Società • AVANTI I •

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