La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 9 - 1 maggio 1915

Anno IV . N . 9. 1 ° Maggio 1915. Conto correncecotla Powa. ~ , 1.'' E LA 3." DOMENICA DEL .MESE ABBONAMENTO• Un nume r o C e nt!. 5 Anno . L 1.50 Semestt·e . . L. 0 .80 REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE : 50 copie .. L. 1. 50 !00 copie .. L . 3. - ES . TE.RO IL DOPPI O MILANO - Via S. Damiano, 16 - MIL ANO PRIMO Mf\GG I O suna forz~l gigantesca pot l'cb be sopportar e. E non lo sopporteranno le prol etarie. E si rib elle ranno. E le soc iali ste fa ranno tulio perchè la disperazione e lo sco rag-giarnenlo delle multiluclini femminili sia incanalato n~rso il socialismo, perchè non sia dispera– zione sterile, in di viduale, ma movirnento co-=:t•icn te cl i rna.3sr. Solt.anto i superficiali, i dilettanbi ciel SO· cialismo poterono dire o suppone che la maniiestazione del Primo :\!aggio fosse una festa. );on festeggiano le vitlime coscienti del più in'iquu sistema sociale che rumanit~L abbia conosciulo, nè sarebbe degno del proletariato di dedicare al di,·ertintenlo un giorno che lo stesso martirologio del1a clas– se laYoratrice e il compito riYoluzion ari o che lo storia le assegna . ha nno fatto sce– gliere rer da rgli carattere di lolla, di mi– naccia. di fatti,·a p1·eparazione alle definiti– ,·e lotte e conqu ist e. Chè sola una mino– ranza in tutti i paesi abbia compresa il Yero significato d~ quella manifestazione, non toglie nulla al suo <.:aratter e e alla sua finalità. :\'ulla. Baslarn che i coscienti. che gli antesignani sapessero e dicess ero del si– gnificato della manii esta zicme e che il po– polo la,·oratore fosse chiamato a raccolta , fosse indotto a riflettere per essere poi in se– ~rnito indotto ad agire. Il socialismoe la guerra. La guerra dei popoli. col trionfo dell e orgie capitaliste. calle ecato mbe cli ,·il e u– mane. colla distruzion e cli ciò che l'umanità aYeYa creato. di più grande e cli più Yero, colle crisi economiche e colla mutilazione del corpo e dell'animo di milioni cli prole – tari: tutto ciò l"aYe, ·c.mo predetto quale con– seguenza ineYitabile del capitatsrno che si estende. della produzione che s: intensifica. delle merci e dei capitali che hanno bisogno di nuo,·i mercati: la guerra raffinata, mu– nita dei più perfetti mezzi di dis truzione, t..1uaieconseguenza di armamenti febbr:iìi di tu~ti gli stati capitalistici. la guerra mon– dial e noi ci ricorre,·amo colla mente e col– la parola prima che fo:--sescoppiata per in– durre il proletariato a Yedere la sua sto ria in tutta la sua ,confinata tra 2'ic;tà. ..\.lle donne abbiamo detto : i figli da mi partoriti. sono \"Ostri. sono del capitalismo eh.:. impe ra. sono della miseria che Ii l'Cnde d 0 boti fisicamente. della disue-uadianza che li rende umili. rJ 1 sala riato che li rencl,· schia,-i. della chiesa che ne ottenebra lii m1::nte. del militarismo che ne mutila la co– ::ì.•---ienza ~ ne distrui:rg-e_ all'occorrenza. il torpo. Ed abbiamo detto che essendo il ca- 1,itali-,r.o ba_,ato sullo sfrnttamento dellf' m~sP. ~:-::,oerirse la sua u ci,·ilti1 n. la ric– rhezza della sua minoran za privilegiata su murchi di r-adaYeri. ~una s::-:.lemalica inin– terrotta ,·iolf'nta zi0ne e di:,lruzione di <"iò che !"umanità f;O::i:--iede di più grand~· r di più ins,dit,Jibile: la umana vita e la di– gnità, il lavoro. i sE.-ntimf:'nti la rusc·if~nza umana. Ovi il fo-;r·o quadro al qua!f:' a<'c-f-'nna– ,·amo nei comi zi e negli articoli ri,·olti ad una minoranza di pr~letari. si svoJqe in tutto in tutto il suo inNmr·epibilP. indesr· ri– vibi!e orrore ardi rJr-r-hi df-lle ma:-:if•. Il :-:or:ialismo nf• hr·e rir·onff>rmatù q1iale int~rrJrl':taziol1(: df.:lla strJria. quah~ prf:dsiono P-'atla dF-Jravn·nire. (:a.dono in frantumi tut– te lp altre pir:r·rJl,p mE-:,•·hinf• t1:-ùr:t p tkoriu<:– <'iP. tuf.tr :: IP pr~dirhe f• l(• prom•~:--_-.;r• drdla gente ,, bE:nprnsanti::; ", -.;oUù i frantumi del– l'umaniU1 .,ang-uinanlr! ... O il sor:iali'-mo o la r:amefir·irÌadP!tr• mr,JtiturJini a favorr• di una picr:ola minoran za. J__p minoranzr• ririvilef.lia!J· hannfJ S<'Plt.o fJPr<·hè pr;_-.;_.:ono srpglirjre ,. I~ rnaggioranzr~ abbrutite E:d opprf's~e r: disr:rHlatr~ si <::<,no fatte r·secutrici rfoJla bPstialP volonta dr•llf~ minrJranze imr,r.-rant i. E('(·(J la ;tuPna q,ia!,'. NJDSf:•7u1::nza. dr-:1 sa.lanato. l'una ;-;rJarira con raltr(J .-;ùlù r·hi murJw• a r·olpirr· il salariato può av,:,rr• la c·osr:ir·nza tranquilla: ha fatto quPllo <'he pùte,·a r r-hr~ d0w~va far<:: pr-r ~roni,dura rP r·iò r·hP ha fZ<:tf.ato n,,J lutto più profondo. r,iU san~uinoso, piu d<·rnoraliz– zant e l'umaniU1. Le proletarie e la guerra. Per tutto que:-;to. NJmpafornl}.per il snng-ue e il fango che innonda 1'umanitù. sia pilJ r·h,– mai solenne, sentita. lol/Qla la nrJstra mani– festazion~ di primo :\Ja~gio. A vùi. corn– JJa,!lné. Ja,·oratrici italiane, il fJl'imo prJ~t<J. Parl ale. maledite, riYenrlieat,, 1,er Jr• altrr: che non possono . La gue1Ta ha clirnostraLo con e,·idenza innegabile ciò che i soc ialisLi e sopratulto le socialiste avevano semp re predetto. Il dest ino delle proletarie è più tragico anco ra di quello degl i uomini. An – che in tempo cli gue rr a'? Sì, compagne. Sof– fre più la donna, la rnadr e che viene cac– ciala dal focola re. più Lrerna quando viene bo,11bardala la citl a, che ospit a i suo i figli - più tr ema quan do il marit o, il fi-glio . ·so– no alla gue rr a. Essi sono nel rumor e assor– bente, abbruttente. delle armi , invas i di Ledonnesocialistee l' Internazionale. E che le soc.ial1iste abbi ano comincialo quc'sl'op en.1,- cosliluiscc l'orgogl io e la spe– ranza nosl ra e di lutla l'umanità in qu e– sto momento . \' on fatev i schernir e, com pa~ gne. Tenel e alta la testa nella Yost.rn, pro- PARTITO SOCIALISTA ITALIANO MAGGIO 1915 Compagni lavoratori! In tutto il mondo questo giorno era salu– tato come , l'annuncio della futura civiltà so– cialista e i proletari di tutte le nazioni freme– vano di gioia e di speranza perchè vedevano la possib ilità di infrangere le catene della loro schiavitù e della loro miseria. In quest'anno invece. lo sconvolgimento pro~ dotto dal! 'orribile guerra che la lotta fra1i gran• di gruppi del capitalismo europeo ha scatenato \!1 rutt i i continent i, toglierà alla nostra voce la ripercussione e l'imponenza di quella manife– stazi one univer.sale. che faceva del Primo Mag– gio ! ·avv enimento sper ato dagli oppressi e te– muto dagli oppr essor i. perchè esso ha travolto nel suo vort ice tanta parte - quella che era rir-enl!ta h migliore - de! nostro mov!I!'~r:!to interna ziona le. Ma come la nostra irriduc _ibile avversione per i fasti del militarismo ha contribu ito finora ad impedire che anche il nostro paese fo·s~e tra- Lav orator i e Lavoratrici ! Al disopra di quel! 'immen so sterminio di san- 2ue e di ricche zza che oggi si compie e che ri~ vela la fatale ed organica iniquità del sistema caoiralis1ico impotente ad assicurare la pace e la vita dei popoli - sang ue e ricchezza che voi a\'ete nutrito con le vostre vene e con le vo– stre fatiche e che il cap italismo vi roglie, du– rante la pace colla miseria e col dolore e du– rante la guerra colla distruzion e e colla mort e -- la vostra coscienza e la vostra fede si de– vono sollevare per dichiarare che solt anto la solidarietà fra tutt i gli uom ini che vivono di la– voro e di salario sarà capace di far ritornare la ,:,ace nel mendo e saprà sco ngiurar e il pericolo delle guerr e fu1ure. scinato nella immane conflagrazione, così noi dobbiamo con ogni possa intensificare, in que– sta ora tragica, l'opera nostra di propaganda perchè si accentui \ 'agitazione civil e della mas– sa lavoratric e contro il folle tentativo guer– resco. La nostra fede!tà ai grandi principi che han – no sempre inspirato il Primo Maggio dei lavo– ratori ci impon e di manifestare in faccia ai pa– drorri della nazione italiana - stremata e tor– mentata dalla disoccupazione e dalla fame, op– press a. e sdegnata per la brutale e poliziesca pri– vaziçme della libertà - la nostra incrollabile volontà di far rinascere coi vincoli più saldi e ·i più inflessibili propositi quella solidarietà in– •~rt~"" ·~!"' (!e!I? ,:195,;i:- lavor'l..!.r..ice eh.i:-sol~ potrà strappare la maledetta radice degli ~di nazionali. i quali servono al regime capitalistico per perpetrare il dominio e lo sfruttamento del– la classe privilegiata. Coli 'anim o acces o da Queste alte asp irazioni di civiltà e di progresso, vi invitiamo , oggi ad abbandonare le dure fatiche del campo e del- 1 'officina. Raccoglietevi compatti e decisi intor– no alle nostre bandiere che stanno inflessibili a rappresentar e e difendere la gran de causa della vostra emanc ipazion e : incoraggiat eci negli sfor– zi che stiamo facendo perchè, abbandonate le armi omicid e. sia po~sibile riallacciare i rap– porti di fraternità fra i lavoratori di Eur opa , e come espres sione dèi vostri se ntimen1i e dei vostri prop ositi fare echeggiare da un capo al- 1 'altro d'Italia il grido di : Abbasso la guerr a! Evviva il socialismo? La Dir ezion e del Partilo Sociali sta !laliano. pazzia distrutlrice, asso , li dall 'isti nto di au– toconserva zion e. Xùn vivono. f loro corpi maroiscono nelle trinf'ce f: negli ospeda li - vie ne il mo mento cfrlla liberazione - muoiono - muoiono con qualche illusione. Le palle, gli shrap – ar-t frantumano i loro eérvcl1i, calp iscono e annientano la lvro capacità cli 1wnsa re, d i ricfJrd ar<~, le ferite li a<:ciecano ... Tornano a rasa,~ non sanno lutto <: riCJn vedono tuUo: Le donne devono viVf'lf• n('fla rcalla at ro– ('(: e devono sopro vvivr-rr·. Coll'ultimo ham bino in braf'cio a.spf•tlano delle ore intere in uffif~io pH· Sf:nlirù se è ancora vivo il padr e d(:l bambino. o il figlio dClle loro viscere. E ric·<:wmo la fr•ral<· n.c.,ti?.Jia.E non possono dar:--i alla disperazione, non possono pian– ~'·r<.·. L.,, sl<:SSf>mani C'h(' hanno riccv11to J'avvis,J stampaLo, rlf•vono ru rare i bimbi StJpravissuti, d<·vono lavo rare. ;\'on possùn{) ora né/JJJllrP tJ<'.<Jrr<•r(! alla solidarieliL (] pj vir'.ini, CfJfl!-ie,cmarr• l"orfan<J ad ima rnacir<• p<·r pol<•r pian,in:n• un'ora, 1rna sola ora. ;\rrn si JJIJiJ: ovunque -le slcssf' la<TilTT(', 1<· sl<·ss,, lal'11rn·. gli stc•ssi lutti. g si· la u0lizia non ~ rJr-1 lullù [<·calr-, sr, il marito o il figli<J sOfl(J f<•ril.imutilati. do,·,, pn~11dc·re l;L fon;a JJ<·r a:--JJdtar1• il loro ritorno. p<·r pi<·gar,~ ai bambini JJ<~r<:hi~ l<Jrna 11n'invali– rfo. un m11ti]at<J. Ufl irnpazzit<J_ Co1w: pn•pa– rarli a non piancu:r<•. ,. non domandate? ID Ja di S'Jcr·1qrnzi()n<• 1 r· l'an.(!ùSeia, ,, l< ('pide, miP di-i rimasti in r·asa. J•; toeralrJ al ,r scs– ~o c],,[Jr,lr· 1, di ':(JptirJrtar<: w1 JJ<·srJ<·h<• rn·s~ testa, nella di fesa vostra contr o il demonio dello. gu cn a. Voi a,·ete l'esernpio eroico del– le donn e dei paesi bell ige ranti che sii sono r iunite a Congre sso inte rnazional e. :.\fenLrc milioni di vile umane vengono clist ru lle e milioni cli coscie nze ingannale e lravollc pe r di mostra re che esisto no anla~·onismi sradi – cabili fra i popoli, le genit rici lfei popoli sanguinunli non solo si :;tend ono la mano, ma si uniscono ud opera comune ronl ro il nemico ('Omune, il solo chf' riconoscono: il copit11/js,,1u. Chè se fosse vero che la mano lf'flr,sca, ru sso, /rr1,tc1'st\ i11glr·s1· che cl,islruggc, chi le madri hanno purlo ri lo nel dolor e e nrl martirio nessuna madre av rebbe per do– nalo , avreblw potuto st ringere al prop rio petto la faut riC-l' ciel su0 piu grande , più incolmabil e lutto. So! E le donnc • riunit e al Cungn,~SJ hanno proclamal o la loro f(•cle inte rnazionale in un 11uJmcnlo in eui 1/ farlo signitfrava sfirlar c tuUi i pé1·1coli . .\'on t•rano cl('llc mad ri rhe difL·ndr ·vano i figli o !-oro ~lesse, conll'O la morle: no. <•rano dc·lle soeialisle che d ifcn– rlr·va no l'urné.i.Ilita <·oni ro l'uC'isione ai fini d(•l eapitalism<J. Lotta re e morir('! - ma noJJ p(•r· il <·apilalismo JH'r il soC"ialismo, J)f•t l'lntc·nHrnionalo q1H·sl'(, la dc('isione eh<! si rlr•s11m,, dai falli c-hc· I(• socia1islc d(,j ptwsi twlligc·ranli ('h(• -ora lottano per l' fnL~rnA.z.ionah• stanno compiendo. Xon l'hanno detto r·on parnle. San·bbù u· na pr·r,fanazione rJra sovralutto, l'!tr11uw di- E S TERO IL. DOPPIO mostrato . Hanno avuto il coraggi o di pas– sa re pe r le tradi tri ci del loro paes e, ciel loro popo lo. elci loro partito anche, hanno affrontato l'ira non solo della sin– gola poli:?Jiollaglia, ma cli tutta l'opin ion e pubb lica, di lutto il pote re eseculi ,·o delle classi dominanti minacciate nei lor -o int eres– si nel modo più dir etto e più decisivo . Ylen~ lre i governi 1 i giornali dic ono 11 uccidete– fino all 'ull im o uomo pe r lu d ifesa e la gran· dezza vosLra le p1·oletaf!ic, le soc ialiste di cono: (( Non è vero, non sf Ll-atla di una dif esa, d'un bene con-iune, si traUa delle vel– leità conquistat rici dei pochi, non è vero che la gra ndezza s!a nell'uccider e il pro– prio fratell o, non è vero che il proleta rio che lu affronti sia tuo nemico, non è vero che la guena debba perrlura re ancora per– chè_ su i cadav eri esaust.i delle gene razi oni debb ono ste nd ersi la mano ri conciliatric e i potenti . .\ 1 on è vero. L"uni co ideale per il qual e valga la pena cli viver e e di mo rir e è il sociali smo. E' l'lnt erna:,ionatr. - Ben a– veva ragione ~l du ce dei gio rnali francesi. il 'f'etnvs, a di chiarar e che il Congre sso In t'er– naz ionale delle donne era pericoloso, più ter ribil e della gue rra , è la i~ipresa della lot– ta di clas se. La ch iusu ra del Conv egno - il ri su lta to concr eto dei laYori risulta clall'o. d. g. già pubblicato dall a ìJi/esa - ebbe ca ra tte re olLremodo sintomatico , qua si simbolico. Du– rante i tr e gio rni di int enso lavoro, ma i un acc enno al sentimento, alla trag edia per~-a– nale cli ciascu no doi membri dell'In terna– zionale. :.\lai! Solo nelle con ,·ersazioni pri– vate ci si diceva a Yicenda che mai da quan– do l'orrenda ca rneficina s'e ra scatenala ci si era sentili così fort li corne in qu ei giorni. E lo dic eYano anch e le madri e 1-e mogli che aYevano Lutli gl i 1vm1i11i in guerra. Chi espose collettivamente questo sent i– mento generale fu una di qu elle còngr essi– sle che secondo i concetti pr evalenti non ne avr ebbe dovu to esse re capa ce . Una dott ores– sa · in economia po litica. na ta in .--\ustralia, cresciuta e div entat a socialista a Londra di– venlata soociafista int ran sigente all rav ~rso 1a guerra. Alla , robusla. ene rgica, appart e– nent e al freddo, prosaico popolo 'ingl ese, parl ò colle lagrime agli occhi e diss e che quando tutto sembrava crollato nel m on do e nell"Inte rnazional e. la fede del soc ialismo in Clar a ZcLkin che non pote,·a non €SSer~ rimasta fedele all' Internazionale aye,·a a– nimato di spe ranze le cornpag~ e ingle si. Chi così parlaYa rappresentava eia sola uf– lì.cial menl e. lr ecenlo,n ila proletarie e' so-– cialiste. u .\ion c'è donna in Inghilt err a ii concluse la dotto r. ' Phili ps il suo dir e, ap partenente alle cla ssi di seredat e che non bened ica Cla– ra Zetkin , vessillife ra del soci ali smo inte r– nazi onal e >>. 1 < E noi pro seg uì un'altr a compagna (( te– nendo pr esent e ai nost ri occhi tutto il mar– tirolo gio ciel prol etariato e rivolgendo il no· st ro pensiero all e innum eri anonim e che ci danno l'~nca rico e la forza cli compi ere il nosl ro lavo ro - la manifestaz ione delle don– ne a Berlino insegna - noi ringraziamo Clara Zelki n quale simbolo dell e ·idee più lumino se che ma i hanno ri sch iarato la men– le umana P noi la Yeneriamo perchè essa ei ha clala la spinta e la possibi lità di esse – re qui e cli ave re il diri Uo di d ire a lutLi i no st ri nem ici ed all e masse marlorizzale e scoraggiale: L'ln ternazi onulo è viva)) _ . Ed allora si vi dero piang ere ed abb rac– ciare la vete rana rlcl socia lismo in Lernazio– ~alc,_ tanto le (( fredd i e pedanti >> figlie del– l .\lb 1onc, qua nto le u fr ivole>> frances i q uanlo le << p rabiche e barbal' e ii Ledesche' quanto le ((violcnLi >> russe e le pola cch~ tc-mpr aLe alle più epic he lotte, ai più gran– d i sac rifizi. Er_a il pianl,o della libe razione pe r ave r sentilo pu lp ila rc ciò che si temeva fosse morto. _era la voluttà, l'o riroglio int enso per aver riacquistato il diritto cli vive re e d i lavo rare. ~,.a la gioia e l'orgoglio del sac11ifizio di lutto eiò_ si è, e che si fa a l mondo pe r la dif esa di un' Id ea Sublime. Rra il b~LLlesimodella vita soc ialista era il diritto di dfre a-gli altri. alle altre, s~pra– tutto ! Osale, compagne! Le vost re sorelle hanno osato! A.NCELICA BALABANOFF.

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