La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 7 - 4 aprile 1915

sli-arci !'assurdità del socialismo, tirano in ballo il povero lust rasca rpe . - Ch i vorrà fare il lustrascarpe? - ci dicono coll"aria di ·mette rci nel più grande imba1·azzo. - Sign-0ri miei ~caritatevoli credenti o filantropi at ei), ditemi voi piu tl-0st-0: Chi lo fa ora il lustrasca rpe? - Dei poveri ,·ec– thi. - Come lo fanno? - ln ginocc h io, lo fanno , al gelo, al ven– Lo. Per quanlo? - Per pochi soldi, aspet– tali spesso con umile angoscia e dati ma– gari sprezzantemente. Se siete ancora uomini mord etevi la lin– gua. VARIETA' rara Difesa. Ti sarò grato se ,11i pubblich erai questa lettera. Due donne. con tadine , discorrevanu fra di loro di educa oione dei figli . Par/an– dv con loro io dissi che, ver educare i ,.figli, è necessario , an:.il'utlo che siano educati i gl'nitori , che la madr e dev e ca]JiTl' bene tindole dei suoi baMbini , e il padre deve edu carli non con la severità, rna con la dol– ce:.:.a ferma . .1/ i died ero ragione .. ll a una mi domandò: 1( Dimmi, Biagio , come dovr ei rispond i•rc al mio bambino se ,ni domandasse: - , Co– mP sono nato io? 11 Ti conf esso che non ho sapu to risponde– re. Vuoi rispondere tu , in vrrr mia:> Mi fa– rai un vero favore. Tuo Castellana, .1/arco 1915. ER RIQUEZ BIA GIO. Caro co,npagno, Anzitutto ti debbo far osservar e una co– sa: nel caso che il bi m bo dom and i da do– Ye egli sia ,·enuto, no i dobb iam o te ner con– to della educazione che ha precedente mente ricevuto. l genito r i l'ha n no se mpr e l.enu lo all'o– scuro di tutlo ciò che ha atti nenza col pro– blema sessuale . .--\nzi gl i ha nno fatto intui– re, insegnan dogli con un falso pudore, che c'è qualche cosa d i ve rgognoso 1 di inconf es– sabile nei rappo rti lra i du e sessi. Nell'o c– t"asio n e d i qu alche nas cila 1 gli hanno da to ad intende re che la mamm a è a lello per– ché ha ma le a un a gamba e che il piccino è stato com peral o. E ,-ia di questo pa sso. In qu eslo caso è mollo difficile che il bimb o faccia Ia doman da in qu est io ne : o è crcden– zone e non sente il bisogno d i in da gar e in 11na questione che non lo rigua rd a ; -0 so– spetta J"inganno. e allo ra ind aga di na sco– sto sen za domandare apertame nte a nessu – no. Se. contro le probabilità, lo doma nda s– se. sarebbe il caso di aggiorn ar e la spieg a– zione in attesa di rimed iare agli err ori che e-li fu rono insegnati. ·cn altro bimbo, in,·ece, dve in una fa– migli a che ha capito J"impo rlanza dell'edu– caz ione sessuale. Il bim bo non hà mai sen– tito pronu nciare pa role scorr elle , non ha mai visto into rn o a sè figu re che offend ono l,i µuritù. Inv ece la ma dre gli ha fatto os– serntr e con quanto amore gli uccelli ni for– mano il nido e allevano la prole; quant o sia ammirabile la completa dedi zion e di tutl , gl i animali per i loro picco li. EII;,. ha pa ra gonato la maternità u mana a quell a degli animali nel dare mill e e mille proYC vi,·c e pa lp ita nti del suo affetto, della su a abn egazio ne ver i figli e ha fatto così in– tui re che. la maLernilà non è. che una gran- . dc e ;:;anta legge di natu ra. Per la ma ternifa il bimbo ha il rispetto dovuto a lutlo ciò che è gran de e bello. Ed ecco : una nuova creatu ra verrà ad aumentare la famigli a . La ma dr e l'annun – cia al bambino. Gli pa rla , come il suo sen– timento materno le detla , del nuov o picco – lo esse re, d imenticando , sia pure ad arte 1 i cru cci materiali che esso le procu ra. 11bim– bo co mincia ad ama re il frate llino e lo al-– tend e impaz ient e. - Ma quan do ,·iene . Ma dov'è ad esso? - Egli è in me, ne l mio cuo re. Egli si slu for mando col mio sangue, colla mia ca rne Oua nclo sarà forma lo nasce rà da me come ·n;scono i gatt i, i cagno lini. Anch e tu sei na to da me e. dopo di av erti fa llo col mio sangue ti ho nut rilo col mio !all e. Questa sp iega zione , co rona d i una natu– rale preparazio ne che ogni madr e sana e onesta tro rn fac ile far e per il proprio bam– b ino rinsa ld erà i vin coli fra madr e e figlio e su;·à u na pi etra mi lia re su lla via della educazio ne sessual e sec ond o le legg i nat .u– ral i. Via lunga e difficile~che ri chiede figli sani e, come tu dic i, geni tori edu cati. Ecco qua nto mi chi edi , ma sull 'arg omen– to, giil lr atlalo dal noslro giornal e, ritorne– remo. Cord ialm ent e. .1. Suss. POLEMIZZANDO Permelietemi una. replica, resas i necessa ria dal fatto che a\·ete stal cato una fra s,e del mio articolo da nd o il vost ro gi udizio su quella. E preferi bile che , un'~ tr a volta, mandiate tutto al cesti no, perchè non si può gi udi care nes– su no da una sola fra se. Se io ho concluso in qu el modo, d icendo che fra ,·ent i o tr ent 'a nni sa remo governati dai nost ri figli, è perchè ciò è ind iscut ibile. Tutto il resto, secon do 111e, po~\ '.a ave re un \·alore. do\"e parla vo de lla necess ità di edu ca re i figli in 1nodo dh·e1·so da. que llo t.enuto Jìn qui. E di– cendo i fi(lli non pensa \'O neppul'e a fa re quel – lo, distinzio ne fra maschi e femmine che voi mi a\'ete attribuit o. :'\ot1 \·01-rete cert amente sostene 1·c possibi le una tr as formazione ta le che dia alla donn1f" tutti i suoi didtt i in questa società, con que– sta educ;:izione sociale; qu indi, la necessità cli educa re diversa.mente i figli ~ e,,idente, mi pa– re, pel' poter i-iu~cil·e a far e qua lche ro sa di por;;;iU\·o ~ cli sicu ro. SIL VIA MAL\TEST ,\. Tu amme tt i che è ind iscutib ilr- che. f ra ven– ti o trent'an ni sar emo governali dai nostri {L– gli. l o f accio dell e r iser m:. E r ipeto : se noi donnP doh'Jiamn rasseonars i. fin d' ora, ad es– sere fra 1·enli o tr ent'anni, le pupill e anche dei (Lgli, perc hi· lotti anio per la nostr o emon– cipa; ione? T.e donne, car a com pag na, non lot– t<rnfJ solt an to JJPr lo loro t.·mancipa;i on e ~co– nomico, ma anc he per quella politi ca e sicco– me tutte le ra gion i di diritto , .rnno dalla 1.oro par tP, hanno la più sin cera convi nzione nell n loro t 1 itt oria (Ln.al e. Che i figli 1:anno ed-u calì divers am ente 1,0 bene; 111a io ti l"i11llo che il JJroblema educa– tivo non si ri.rnlve soltanto, per la buona vo– lontà degli educato,.i: e mi riserno , anche per rispondere ad altre coni1rnane, di svisc e,·a1·~• più. vrofundam ente l'argumen lo. Quello c~il io 1 0/et·o dir e a te e alfe altr e compagn e e che /' r<luca;ion p che la madr e ora, nelle attuali circ(l!/lan : e, 11e/l.l condii:wni economiche at– ltwli pwl dare ui figli, ha apulo, avrà an cora u11'inflnen:a <:0sìmi.nima , nell e caus e che han – no delennh wt o lo ai1erra che non è nem1w·e il caso di parlarn e. _ 1-; ciò se11:a lo(Jli ere valon al fatto educali- 1.•o, Jlll' ca rilri! .\' on mi pare di. averli fallo di– re nel 111in articvlo. che tu fai distin;ion e fra etluca=.ione dei maschi e delle femmine. Ti ho dett o che. se noi dobhi1.m o µ, nsare di esserr eternamente soggette agli uomini po.~– .\·iam o rla ouai .'-..OSJJendere la nos tra pro 11q,uan~ tla socialista fra le llomw. Torna o scrll'ere, dis cu /('remo lw11 1;0/011lieri . .Tua .11. P. Il. Pr eghi amo nuovamente i Grup pi Femminili ed i circoli a nominare una collettrice per gli abbonamenti, all a qu ale verrà inviato il bollett ario e la nota abbon amenti scaduti. CORRISPONDENZE Da Trecate. Alla gran diosa. ma ni festazio ne pro let_a~·ìa_ di do1ueni ca scorsa , le donn e presero v1v1ss1ma pal'te. Un grup po di giova ni comp ag ne, fecero da. madrin e ai tre \·essilli che s' inaugur ava.no e coope ra l'ono con ardo re olla ri uscita della festa insieme con volont erosi comp ag ni. Fra. i molti \'a lorosi orato ri, J'r a cu i il Quag lino, anima de) movim ent o, !'on. De Gio– ,·auni, l'on. Savi o, il prof. Giulietti, Second o Ram ell a e Cesare Grassi che furono ascolta – tiss imi dalle donn e, parlò a queste in ispecial modo la compag na Brebbia, incitand oie a or– ga n izzarsi ed a costit uire un gru ppo socia– lista. Queste ope raie tessitnici (che sono in Tr e– cate qua si un migliaio ) lavorano 11 ore al giorno e ha.nno paghe che vanno da 70 cente– sirni a un mass imo di 3 lir e al gior no. Tn una. fabb rica le operaie dovrebbero uscire alle 19, ma l'ora l'io viene sempr e arbit ratia mente pro – lung ato cli mezz'o ra. Esse non comp rend ono coir1e ques to lavo ro com piu to in più , viene a dann egg iarle non solo fisicamente, ma an che economicament e. Infatti, è evidente, che ren– don o un buon servizio al padron e, incorr endo poi nel rischio cli pe1·dere delle giorn ate e crea ndo abitu din i danno se al miglior ament o dei salari dell a classe tutta. :.\Iolt.e altl'e lag nanze si racco lgono qua e là, ma la man canza d'una lega di mestiere, ren– de impo~~ibile ogni azione-. È necessar io che qual che cosa si far cfa e non solo pe l' tutelare l'inter esse del mom ent 6, ·lll n per prepa rarsi forti per tempi migliori in cui sia possi bile qua lche ,buona battaglia, o per la di1ninuzione d'orario o per un au menru di naga ~econdo le circosta nze. :.\fa per prep nrare l'o.mbiente è necessa.rio f'he i compagn i facciano qu alche sacr ilici'o: bisogna rhe alme110 i} nostro gio111ale \":Jda nc-!le mani cli que lle operaie , entr i nelle f:J:– n1ig-lìe. J comp ;:ign i sosten gono che è difficile ob·t nare In donna oll a ll'Uur n. Sarà \·e1·0? Da Torino . l:r npp o Fe111111inile .Socialis ta u L a Riscossa,,. La <::ecol)da lezione de llo scuo la di cultu ra femm inile ebbe luogo \'ene 1'di scor so i6 mar– zo, col temo. ~eguente: La donna O])(;ra io di fr ont e all a guerra. Il dott o!' Cas telli espose il conce tto in for– ma scientifi ca. Seguir ann o regolam1ent e ogni venerdi altri terni d'atlun liU.1 con dialoghi sociali sti. · .\I gl"llppo femm inile soci~li~ta il u Rì.~\"e– glio ( ebbe luogo un 'a nin~at!ss1_ma. asse mbl~a la ~era del 23 mnrzo in Clll s1 discusse_ la p_10- post a. di fusione del circolo del I( Campt~ogllo } a gl'ande maggio ranza. P!'eva lse Jn _pi ?P?St~ dell'a utonomia, sostenuta. _ m !orma ,_1b1at1ss1- nw. dalla compag na. Elvira_ Zo~_ca_, e.nuta e: :,.pre~~amcnte. Fu appro\'ata I 1stitu 7:10n_e d1 un[) :-('uola popolare femmin ile, com 1nc~an?o eia o·io\·eclì 1° ;1prile e pro segue nd o 0~1. g 10- \ edt' success i\·o. Si faran no conversa z_1om su– gli an ·enirnenti cl"attualità, lett.ure spiegate e di[lloghi cli prop aga 11da. J .. a .Segrcla rio. Da An co na . [I gio rno 21 corr. si l· riunito il Grup 1~0 Fem– minil e Socia lista Anconetano _per . ù1scu_tere della propaganda e delJ'orga111zzaz1one 1em- minilc in que sta città. _ Celani, con brevi e senute paro le, ha com– memo rato Ines Bitell i, rhe i·onn o 8corso, po– chi giorni prima di mori re, aHva p~rla to_alle donne cli qui, indta nd ole ad orga n1~zars1; ne J1a ricordata la fede socialis ta ed _Il lavo ro speso per la propaga nd a del nost ro ideale. Poi il Gruppo sì è occupato del mom~nt o at: tua le polit ico rispet to aJia gu er ra e sm doven dell:i donna pro\E'to ri a i.n questo mor,nento_; dopo ;1mpi:i discuss ione si è ,_-otat o all un am– mità. il segue nte ord ine del giorn o : u Tl Gruppo Femm inile Socia lista ~li_ .\n cona di<::rutendo su lJ'a ttun le momen to po.litico cre a– to da lla conflag razione e-uropea : r1affern_1~ la sun recisa an 1ersione rd la gue rr a. eh~ r1_ti~ne il por lnlo dell' attua le siste m?' ra p1_ta h~t,1co borg hese. in antago ~i smo c?ll e!110.nc1paz1~ne dei 1::-isorato ri: e delibera cli spiegar e un at– ti\·a. pronagan da in quPsto ~enso, uni! o~ an– clo<::i n tutte le deliberaz ioni rlella O1l'ez10ne rlei: .- i~·g}~,:;10. 5 npr ile p. \". si è ~~a~ilit o di fa re una 2:ita di pr opaga nd a ne lla nc m~ Fal– ro narn . in qnione dei comp ag ni del_ Circolo f\ . Costar Gio\ianil e. Si f.Jrà dist.rihuz10n r_ lar – g-a rli opuscoli di propap-and a e dell;,i D 1 f Pur de/Jr T,w1orof rici. Da Castelfior e n ti no. 8 oltl' emoclo conforta nte lo sviluppo che va pren dendo il nost ro g-ruppo. Anche 11ell' adu- 11aiu.a di domenica 14 marzo furon o amm esse a ltr e quatt ro nuo,·e compagn e. l'n quell a adu– nanza dopo lun ghe discussioni furono appr o– ,·a te le dimissioni da Segretari a. de l Grupp~, cli Pie l'i11a :.\Iaggiol'elli , e, chi amata a sosh – tuil'la la. compag na Pi erina Lombar di che pro– mette di dare tutt a la su a attivi tà onù e trion– fi anc he nella donna l'id eale socialista. Ad unanim ità fu ,·otat o il segue nt e ord ine del gior no: . . . 1) Il G. F. S. di Castelfiorentino , numto i11 assem blea il U rna.rzo 1915 mentr e ri con– ferm a. la sua an 1 e1·sione a tutie le gu erl'e si('– no di offesa o di difesa. 1)l'otesta. coutro l'indi– rizzo rie La 'Difesa delle L avo ratrici assoc ian– dosi alla prntesta delle compagne Tor in esi. Prot e:-ta pure cont ro czaresco di\'i eto sa lan• drino in\"inndo un , afuto a tutte le Yittime del pidmho regio. La. Dif esa ha ::-ufficient eme nte spiegat o il suo indirizzo, int eso uni ca mente a dar posto , a t uttc le corr enti di pen siero che si agitan o ora. 11el pa rtito, perchè le donne opera ie, che non hann o il tempo di leggere i quot idiani , imp a– rin o u discut ere e a ragio11are. i'.Iai il nostr o giorn ale s'è fatto bandi tore d'idee int en·eni i– ste! Questo deYono cap ire le compa gne ; t! non uhbid ire mai a que l!o spi rito setta rio che fJ. temere la cliscus~io ne. Con ciò noi. un a ,·olta anco ra. ci dichi ariam o dispos ti nel nccettare i consigli che ri \'engono dall e rompa gne. qua n– do essi sia.no i~pir ati, a q11el sen so ampio di. librr tà fli pensiero, elle il no stro giornal e pro – pone di ..,-iluppnre. o megl io di am pliare nel– le donne pl'olela rie. VOCI DALLE OFFICINE E DAI CAMPI \"e-polate IO. 2 - 1915. Carn. Lucia , Voglio par lar ti anch'io della guerra : ma non di quella infame che insanguina i campi d'Eu– r,:,pfl, ma di un 'altra che periodicamente suc– cede in casa mia quasi ogni domenica o in al– tra festa di pr ecetto, quand o suono la cam– pana della messa. Da una par te i mie i di casa, incaponiti n.ll t:1Jler mi mandare, dall 'altra io a non volerne sapere~· e se qualche volta rie sco a vince r la, pur troppo dPVO spesso cedtre per lVi la re (IUai piit serii. l o mi arrab bio , soffoco i sing hiozzi, ma che posso fare? Come VincerP pr e(fiudizi C(JSi radicati, quan dtJ ho messo in opera tutto quanto era 1,manament" pr,ui lJile. ump1•p inu– tilmente!' Dev1J divendPre da loro , in tutto P pPT tutto finan ; ia.riam,;nt,: ,: ,,uestu e Lu toro forza f' mr lo dit;rmfJ r,hiaramenu . Il pe(J(Jio si è r.he i cornpO(Jfl.i e le 1;1.JmprlfJnP mi dit:tJno r:he 1wn rnrtrJ di rarottere ... P io sol.o so le umilia:ic,ni e fp vrivazioni " rui dP/Jb() sotto slor e pPr amore deUa mia ideo. All1- roll~ mi pr1•nde vnr, s.ronforto infl:nito, un'am f.JrP::11, un fpdfo dello vitr, ~h,, mi (1, do– rncmdarP u allP ,,-1_ilte i miPi. r,rPrlPn/ i f'l)TnP .':o~ f(IJ ntJn hanri (j un pr/ di ro yirme. Dirn.n,i 111f'Oro l udo, rhP {arP s;li ,,t mio vr,– Kl O? So[ Vff'lnrloli rr,rotuPn fP mi rli r(J LI.SA P.%A . lo r:ompn!ndo tutto il rli·amma <lPlla I. rn vi– ta. ti troYi dhrnrrnat:i •i combattere la r,iù dif fkile delle lotte, Pd /. ar,punto la t1Ja rlPbolPz– z;;i. chP ti dà Cf'lii dubbi di roscienz:-1. Sì. ;. vero; chi crede ciecamente alla. VPcchia I fPde rispa rmia e-erte <'t isi dolorose di prnsie– l'O. :\Ia chi purJ ciecamente ,·rPdel'e non ht, ne r,– pure le no~tre soddi<;fazion i P la gioi:J della tede nostra . .\'on be~ternminre dunque r,ontro Ja tua ~t"ssa intelligen za che ti ha portato a I ribf-llarti ai pre;zi.udiz i e ,-er"a r,11Jttosto la forza JJer tJ11·a1tra dLelliCJne: q1 eJJa d1e ti ,r,hi rhlla schia,·1tù C'C-onr,rnif'::i. Xoi tutte che scri\'iamo questo foglio siamo I pas~ate dal più al meno per le tue stesse lot– te, noi tutte abb iamo do\·uto lottare con le nostre famig lie in 111aggior pa l'te borghe si. I Ebbene noi abbiamo conqui !,tato la nostr a li-1 berta. moi·ale attrave rso la Jibertà economica. Ognuna di noi ha voluto una profess ione e poi mercè di que lla ha potuto rompere un po' la r rosta delle tra.dizioni famig liari, sia per- I che Ila potiuto svolgere lél propria. azione fuor di casa .come perchè alla fine anche i genitori r,iu tiran ni, fìnic;cono coll'apprez zare di più la figlia che sa farsi r ;tra.da col suo lavo ro. Turni potresti obbietta re cl1e ti trovi nel cir– colo vizio~o perc-hè i iuoi genito ri non ti dan– no i 111ezzi e il permesso di acquistare le co– gnizi CJninPce~s:wie :id una qua lunqu e profes– sirme. Xon è il tuo il /!rimo dei casi corn,imili. Ma hrd lu tentato tutt e le vie? Non l1ai int romesso parenti, persone di fÌ(Jucia, per pel'suade re i tuoi ,:!enito1i? E .(!'illc<'hè hai un po' <li st udio. 110n hai r,ro\'ato a metterti da tp a impa rare quaJco.;:o'! Io penso rhe se tu dimostrerai di ro[PrP sPri om1nt P i tuoi geni tor i rede ranno. Ti ,,otrei citare ,·ome esempio , unn compa– grw f'lie s<"rive f.ipesso in questa rubric a e che da oprrn.ia si /, mClssa a st udi.ll 'P sac rifìc a.ndo l:1 sr n1, la festa, finr!J,>,, ora, g l'inir all1incora.g– ~iarnr-r,to P all'ai11t,, di pers,,nr c-hc han no po– tuto npprPzznrla in questa sua r rand<' forza <li \'ùlr,ntà, sta prPpnrandosi agli esaini di 111:H•-,tr:1. PPrrt1P 1tfJn potresti <.,eg:uirne l' esE>w – pio'' Hi .;r,ondi P s.e crrdi noi r,otrrmo rss c•rfi utJ!i, -r• 11,m ~dtro , ,-on rlE>i ron!-.i,trli. r·r,rr, f.11rio, LI T I.\. f/ at•en110 ~ mr,rzo 191;). Il Jiùrifl li .\mt1 nrJ11punisr:P , ,,eccrt.lori colla s11atlo di lJw,wc/P, ,, nn: i il SfJlo a prole(J(l(' rli P r, .H1tN1r rnli ; mo 11011pPr fJIIPslr, .ii <lPhbr 1 no mo/P in l PrprPlr,rt ,,, sup tPori,, r:(Jt dire rh'nso avpf(Jl'tJ il malP ,, lrJ inrorO(J(Ji". n sr.,n(Jtaluni chP osano asseri r P chP la don- 1,0 .~orioli.1ltJ, PS$PTUfo ,,,,urnriJJr1f11, può flnr:orn cri r/Pr i fll?l dir itti, di rio lan • lP le(J(Ji dell'o11,P- stà , ossia (li aett arsi i;oscient em e11te fr o le bas– se:.;;e del mon do, col vant o e colla scusa di poter dire: souo socia lis ta ! Son i_> assur do tutt o questo? Eppur e, pi ù di una volta, mi sono imball uta in sim ili rag io– namenti. Per socia lism.. o noi int endiam o eman ci.pa :.iu– ne economica t moral e, rive nd icazio ne dei no– stri diri tt i. ma int endi amo anc he compiere in– tPro il nostro dover e com e /avora trid, come 11w ..dri, come donne. lii pare cli non essermi spiegal a ,·ome (f p.çi– dnw·o: ma 'il tuo occhio ind agat on scoprir à rmc he quell o che non ho sapu.. to espri 1nen.' e sm·oi tanto ror trse. ln.rn11a I.uria. di rispon- denlli i11 mer it o. · Tau/i .w l11fi dallo 1!1a off.ma ln_., GniHARDINl. r·oro Cu11i7Jll (JHfJ, i1u.lubhiame 11te lJ. don 1ia. socialista é a ncora C'Ollsidera.ta 11,,11 in ra gione di que llo che fa, di quello f'hP f•, naa seg uendo il pr egi udizio più , icto, :-pcondo ,·ui la donna non deve, per es– srre seria, buon a, onesta, occupa rsi d'altro ('hc del la ~ua cnsa , della sua famig lia, del suo la\oro. E ,notti ancora credono che la donna \ e11ga al !:social ismo unicamente per sott rar si ai c..uoi <lo\'eri, pE>r poter- fare, nel senso vol– ga re della pal'Ola, 1111a vita più libera. Que– !,t'n.ccusa noi dobbiamo disp rezzarla ; ci deve ha.stare l'app rovazio ne dell a nostr a rosde nza , drlle pers orie che stimiamo e che ci giud ·ica- 110 seren amente. Ogni pl'eg iudJzio ha, ne lla so- 1·iE>tà, radici cosi profonde , è la com;eg uenza 4li :ihitu<lini, ros i radh·ate, che ri ri esce &empr <' oltrr>mùdO diffirile, liberarcene. Noi donn e c.o– d:distP sianw riusf'ite a liber arci di molti pl'e– gi11dizi, pu ,e !-:tpendo, a. 1n·ior1, che si dove– ,a affron tare il gi udizio malevolo della rnag– giù r:,nza. \f i par<~dH• tu \'Oglia alludere, nello. tua let. tera, al ridirolo concetto che si ha della don- 11a so"inli-.t:i, JJCl'quello rhe riguarda la sua \'itH jntirua.. Per molti ancora essa pas sa, tran– tJ11illa1Hentc, da un a.111ore all 1 aftro. Che vuoi, mia cm·;i.'! lsei-itte ad un partito che p1·oclama la :santità del libero amore, non c'e l'a d'aspet– ta rsi d'essere fr ain tese? Per noi liber o amo re sig nifica l'es pr ess ione buona d ',un sentimento. basato f,.HIJa hbei-a. scelta dell'u omo col qu a– le dobbia mo conv i\·ere, significa l'a more sen– za ioocr isie, l' uiiione che non ha più una ra– gione {!1esistere qu ando cessa.no l'a more , l'ac– (·ordo, la <::tima. :\la come \·uo i che ti ca 1)isca la magg ioran– za di una soc ietà. che subisce il matrimoni o co~icletlo d'inte resse, che obbli ga la moglie ad una !:i(·hia \·itù morale, dì fro nte al ma rito, che ta ce e sonicl c il elle union i man cate . quan . do si accetta la dltà dell'ipocrisia e del tra – dimento'? E come vuoi che cap isca la societa noRlra, la donna che intona la sua d ta inti – ma ad un concetto supe riore cli lea ltà , ct:ind i– pPnclenzn., e cli fierezza, la società che toller a, ect organi zrn, ed incoragg ia la pro stibuzione? .\'ella maldicen za che circond a ancora la. don– na $OCialista ç'è rnolto ciel rancore, della pau – ra ,-Ile incute sen1pre ch i, dalla i:;11a con dizio– ne di schia, ·itù . ten ta d i solle\·o.rsi a un più dii:tnitoso bi~ogno di libertà. _:\'oi 11011 ci sp3:\'enti ::uno della libe rtà e qu in– di neppure cieli amore libero, ma come vuoi C!te non si spa.ven tin o quelli rhe sull'op pr es– si~ne mora~e. cle~la donn a fond ano una pa rt e de, loro 111·1,·lleg1? Ma, ti ripet o, non dobbia– mo ('ura rci di que llo che dicono altri di no1. ~~~ 1 :1/1 1d 1 ~ 0 ~~~~i1:~e\~. c·oscienzn sicura cli compie.- ~011 so se ho ben capita la tua lett era se rio, -~if~~?t 1 ~~~~~~t;ol'a, co1i1.pagna ca ra. ' Tu a L LCIA. l,11cit1, per le molle ietlere pervenutele , ha of(idato lttlun, , risposte ad allre colla /Jo– ratr1 ~i pii{ rompetenti. IA· cornpagn,-. scri– vrrtl, tro vrran.no perciò in allrr rubric he ciò chi' foro intPrf'Ssa. I ' nTG.nfONTJ GI"CSEPPE, gerell\e. Tip l..:.ctltrica della Societ à " AVA!\.Tl I 1 1

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