La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 1 - 3 gennaio 191

I santi del calendario :\'on Yi è mai capitato di diYet·tin·i a sfo– gliare il calendario? Ebbene eccone qui uno nuovo: Sfogliamolo. Che nomi strani! SalYo qualcuno noto alla storia, degli altri no11 si saprelJbe pe~carne l'origine. E quale plei ade 1 Due per giorno persino! senza conta.re il gior– no di lutti t santi. istituito cert amente per evi– tare dei torti alla venerabile famiglia, proprio come gli ant.ichi ateniesi aveva.no w1 alt.are per gli dèi sconosciuti. temendo le vendette di qualche d.imenticato ! E in verità, i Santi del calendario cattolico sono in gran parte legati in parentela coi ,·ecchi dèi del paganesimo, quando non sono creazioni leggenda.rie del \"Olga. Il cri~tianesimo cOJUe lo avevano concepito gli a.post.oli si prefigge,·a un in... ~ame.nto mo– rale e non compre~e\·a altr,e pratiche di ctùro che la lettura dell'evangelo e la comu– nion e allegorica. ~fa qu~ta semplicità, questa spi rit ualità della nuova religione. non poteva a\'\·incere le folle abituate alle pompe del paganesimo, al feticismo e al sensualismo. Bisognava che il cristianesimo asso rbisse gli elementi del cu lto ant.ico per adatta rsi all'ambiente. E così fu. Le feste del paga.nesirno passarono nel calen– dario della nuov a religione, i vecchi dei si tra– sfonnavan o in santi. .E: noto che le vecchie divi11ità pe1·s011Hìca– vano i fenomeni naturali. le virtù delle acque. delle piante o dei minerali. Ognuno d'essi ave– va quin di la stagione propizia alla sua signi– ficazione. U culto dei santi offrì j l \·ant.aggio di incorporare gli dei pagani. rispondenti a un fenomeno naturale e iperciò troppo radicati nelle popolazioni perchè s,e ne abbandonasse ruso. I greci celebra\·ano nel me..~ di Gennai o le feste in onore cli Hermes C\1ercurio) e di Ni– ran ,'.il le). ecco nel calandario cattolico nel– le st-esse date i nomi di S. Ermete e cli Si cano ro. In febbraio Ba cco era adorato soii-0 il nome di oter • Salvatore) ed Apollo sotto quello di Ephoibi os: que.e-te feste sono sta Le mantenute sotto i nomi di S. Sotero e di S. Efebo. in Ap1ile ed ottobre, si celebrava la iest.a di Dyonisios nome greco di Bacco ) seguii-O all'indomani da una festa in onore di Deme– trius. Ecco. nell'S e 9 aprile, i nomi di Sa.n Dionigi e S. Demetrio. Il i aprile i greci celebravano la festa del dono ct·Iside e noi abbiamo S. Isidoro. !1 6 maggio la festa di Cerere. la bionda Flava\, e d.i\·enuta quella di S. Flavia. n 19 la festa della pudica Dian a è trasformata in que.Ua di S. Pudente; il 24 la festa del Palla– diuc di :\Iiner,.-a, quella di S. Palladio. :\"el mese di agosto ci celebra\·ano le Satur– naliP: ecco il nome di S. Saturnino. La fei-ta d'A.frodlsia ,·enere ) dh·enta S. A– frcd.isia. Il giorno del ~egno della ,·ergine 15 ago– ~tol, in cui Astr1>a risale al cielo, diven ta l'as– sunzione d'ella ,·ergine. :.\"elrottobre abbiamo ripetute secondo l'an– tica usanza le feste di S. Dioni gi e S. Deme– trio, già -celebrate nel mese di ap rile. Al tem– po della vendemmia ritro\ ·iamo Bacco (il dio protettore del \'ino} celeb rato sotto il nom e di S. Bacco 1 7 otto bre 1 • Il 9 dict:mbre, la fesi.a delle Gorgoni, dee infern ali simbolizzanti le tenebre più lunghe dell' anno è =-tata sostituita dalla festa di S. Gorg r.,nia. ).fa non ~olo ;?li dei e i divi diventano al– trettanti nomi di santi, ma anche altri simboli e altra formule pagane. Cosi la ninfa Aura Pla cida raffi?urante le nozze di Bacco con lo Zaffiro, ~ divenuta santa Aura e ,;;anta Pl acida. Così la formuJa pagana rogare et donare è div~nut.a S. Rogaziano e S. Doniz.iano. :\1a troppo .:.mgo sarebbe il seguire queste !rasformazioni. Se non che più divertente è il vederi:: ~om1;:; lr.1 ~tesso fenomeno avviene del– le legzende JJOpolar: che vengono as,;orbite dal culto cattolko e fissate nel calendario. &co c1Jm&- è -.,tata costruita la leggenda di ::.:. ,·e-1·onkil. La trad:zione racconta che Cri– sto 1n~on:ro una <lonna che gli asciug,'J il vi– so, J:--, r.ui i:--r,pronta ~arebbe rima.sto sul pao– noLno. In memoria di que!rta. leggenda, si rapp1~nt~.,.a la te~:a di Cristo si:,pra u11 a.~iu– gatr>:o ~r.uto .da 1.m angelo o da una donna, che ..,:mholizz~iva la rel:!zione. In basso era c;:crit.trJ i·~ru it:fJnica, dob •.era immagin~. s.-1 m,.<l10 evo :,Jcuni frati non cùmprenden– do qub¼ parole credetU:ro .. Ji t.ro ,;;:.r-vi il nornf" d rn~ donna, ed inventarono la -.toria di S r~r(Jr, •rti. t:n•,i..l!.rc1. piu ;rnsuo:~a le7z1:md1i che 11:.i.. dat,) rrii:r~n~ a ,;n 4ntr.J di ori~ine canina t:n c'.l.n~ le·,r:~ro. chiamatv Gui,11~fQrtP, er;i.. c;taw ur,cl,CJ ria! JJadrone ,.,.Jn un colpo di sp:J. da. Qualch"' t?.;.,npodo[Jo il ca.stello di questo ~i:nrnre ,·enn~ d:"+.rutf..rJ ~ i ~ont:vJini ci vid1;rv una punizi<JH"' del cielo e re~~ro al pùvero eanr• ;li (Jfl<.Jri divini. U madri cond1Jcevano i loro fhzL 1<,li m:.1.l :t.ti w lla pia tomba dùVP si oJ)J::r~ vano mirarr:,Jo.'i"' ~1iari1lioni. Jm·an,J un mo– rtaeo ('-(:,;rcrJ rJi distr•Jf.!~ere quesia sur~r.:,1.izione far,endo di,,;~py,ellin: il rorpo del !1;:;1,-riero eh.– fu brnefa.to "U un rn-;to. La 1;r ~de.nz ;i. popùla.rr, non fu .'-CO(;sa. Guin.r:-forlt-, e;anto '= martire i- v~n<•rato an r.or Cr.t?i :t l'illPTtP1Jt:e di DQmbes r~d i: patron,, t:lell:1 f>arrr.,rd1ia ~ rontinua ant:::ùra a guarir-: i f. nr.iuJli mt.lati. In si i.nvoea erJn fJU/::'it:t fonnula: S. G11:neforte r~r l:t vita. e p~r J:1 mor'~ "· '1 E qu.-..:.VJi:;-:;,ç-mpio fJlJI) ddudr-re r,.-..ror- I~ serjç, fl b. l fJal libr<J Scienz.a e P.~Jit("ione, di Ma.1- vert. mmm DEI PADRI DnLA tHIE!A IllLA PROPRIETÀ. S. PrtolrJ· f'hi non Lavora, Mn rrvi.ngi S. c1,~m"'nte: Tn IJuona 9iu$ti::ia tutt,J d•1· vrebb.- a7Jf111rtPn~rP a tutt:i . I.,'iniqu.ita ho fat– ta la propri.-ta 71ri1;ata. S. Ambrogio· Dfo ha creat-:i tuttP lP cosP affint:hi! il profitto fosse comunP a tutti ed I! rusurpa::fonp che ha prodfJtto iL diritto di pr()prietd. S. Gregnrio · La tPrra P comuni:> a tutti gli uomini - invano si credono innocenti colo– ro che si appropriano i beni che Dio ho reso t::omuni LA DU'ESA DELLE LAVORATRIC I Piccole grandiverità In tm recente numero de!J'(( Avanti!>> il corrispondente di Pa-rigi riiportava un com·– movente articolo del sinda-cat:ista :\Lerrhei1n: dal quale stralciamo il seguente episodio: 11 Ora. discorrendo con un fantaccino del... reggi.mento .riserva, che a.ndava ripulendo u11, cappotto, gli domandai c01ne l'avesse avuto. u - Tutta. una sto ria! - mi rispose. Quello. che me rha regalato, l'avevo colpito con la mia bailmetta. Prima di mo rire mi disse: - Tieni , pre1tdi il mio cappotto, ti te1Tà ca Wo. fn cambio, vuoi farmi il favore di prendere nel mio sacco un pacchetto di lettere? Tu le espedi.rai a mia madre, in Ge11nania. Ed io l'ho fatt o. Ho indato le lettere alla madre. Guarda, ecco qua la risposta! ({E mi mos;trò un pezzo di carta: la lettera– della manuna del soldato ch'egli ave \·a ucc i– so. La madre ringraziava l'ucciso re <li suo figlio, e la po\·era donna malediceva la guer– ra. :\'el rileggere que lle riq he il fantaccinq piange\·t1. Nel lasciarmi mi domandò: - Quan– do finirà tutto q11esto? (1 Era tanto commosso ,che non se1>pi ri– spondergli n. L'episodio nelda sua semiplioità è ta nto h·a-. gico che il cuore lo c01nmenta con un sin~ ghiozzo e con una maledizione! Tuttavia noi. che abbiamo i.l c01"11pitodi accos tare finalmente l 'ani.ma ingannat a degli sfr utta : ti e delle Yittime sociali alle vere pulsazio ni dell'an1ma de'ila storia che si sta viven do, vogliamo trarre dal pietoso racconto del ~lerrhe ,im. oltr-e la p:ccola verità umana del – la fraternità generosa di due uomini trio nC' fante dell ' odio avvelenatore seminato nelle loro coscienze dalla -delinqu enza dei ... patrio– ti, un'altra più grande verità che g;·ov.i ail,le vittime innocenti del capitalismo ingordo e fratiricida. per il guan de riscatt o avvenire del proletariato mondiale. Dinanzi al nostro pensiero quei due sol– dati: l'uccisore e l'ucciso: quello che pian– ge la sua \·itt,ima -gener osa che non conosc e– va prima di co lpirla per imiposiz-ione della sua patria borg11ese, questo che, nell'ultima visione <lella mo-rte. ha come la riv,elazione d'trna fraternità che perdona, perchè chi l'ha ·uoluto ucoider ,e non è il fran,cese che l'ha dovuto colpire. ma il suo orribile mandata– rio lontano: i/ Cfl pitalisnio di tutte le pa.trie ... quei due soldati di\·entano un rn.aestoso sim– bo.lo delJa tragica realtà d,i questa guerr a e del terribile . lucido risveglio che avver-rà dei popol\. oggi lanciati a scannarsi l'un J 1 al– tro. senza rag ioni d'odio per sè, stnu nenti ciechi di un regime econon1ico -sociale che prima li sfrutta per accumulare il ca.pitale, poi li manda a scannars.i per risolvere Aecrisi inquietanti che il capitale addensa in sè e intorno a sè ! :\la che follie impari.aLi, ma che t~ dei regnanti. ma che odio di razze !. .. Il mostro che scanna le genti e tutti i loro sog ni buoni di pace e tutte ,le loro viril,i prepara zioni singole e oollettive a una civiltà t'deale di gi ustizia <listributiva, il mo– stro c11e inghiott e tutte le fatiche degJi umi– li. e de_i gr andi, innocenti, ,per vomita1·e la d1struz1one e la barbarie domina il lavoro umano e maneggia co n monopolio •infame Ja ricchezza. figlia del l.avoro divino e schiavo dei proletariati! E il ,ritornello : dallo sfruttam ento alla cri– si alla guerra. il g,iro sen z'u scita si ripete e si r.ipete ! Quando finirà tutto questo? Ci chiede il turbato fantaccino di Francia. Quando. compag no infelice? X on lo sai, dunque? Ascolta! Quando i derubati e gli oppressi . quando gli schia\·i del salariato di tutto il mondo I fraterni::::era1ino contro tutti g!i sfrut .ta.tori e ne rovesceranno per sempre il dom11110 ... prima di uccidersi, per 11011 11ccidersi sui CarP@i della ~uerra infame! I VER A. ' ================="" Un e ro e te d e s co. To(Jlimno flfllL\l..·anti! ffUPsto episodio preso rfo.i !Jiornali fmnc~si: In un comune della regirJne di Oixmude i tede-.ch1 a·~·eva..no fatto pa.recchi p:-igionie ri Lelgi, dei quali dorJki furono condannati alla focil:.lzione. Ii giovanf! faceva parte del plo– tone di e.-;e<•uzionr-. Già i dis7,razi:1ti pr;gionieri erano stati con – dr.Jtti vlcino ttd una fo..ttrJria in rovina., ro nfi– nante cr.1n la li11~;1ferrovia.ria, dietro allu qua– J,! erano trinceraL i sold:Jti fran cesi e belgi. Gi11ngono i 8rJld{tti chr! devono eseguire In <:rimino.:,a Mnt.enza, ~otto il comando di un uffkiale. :\"el!'istantr che q11est.'ultimo f'rfl.. per 1mr, ;1rf.ir~ l'ordine di sparare, n giovaur gr.Y <fo ad alt:1 voce: u Fu<"il:1rf! degl'innocr>;nti ! •"'.;<m ,, la g11err;.l ... " E mirando l'uffidale, lù sv~~ ruortrJ e.on 11n rolr,o di fucih~ fJ11,:~hJrlr:imrnrt. imprevisto gett,} le, HC<mir g1io fr;i. i t~d~sd1i. 1: giovani:, ct1,'. :i.ttendeva di r: ~r-r;, f1Jr·ila.h, allrt sua v<Jlta, appr,Jf\tto dl!lla. CIJflf.JSi<m.,,per fugl("ire verso le trincee rh!I bl!lgi, S11~11itrJ <l<J.i ,fodki prigionif'.ri P .''J il r,dm,J m,Jrr1,,.nt1J di stupor,:, i te rJ~sr:li! ff.!,.,.r,, fn<..co !-4ui fiii:tgiri.~hi. Il giov;me cndrh•. :, c,,nv, nwtri a.f,pf:na dalla linerl for rr,vi~,ria <'fJTT J;i. g-;,rnb;.i.. sinistra trap:issa.t:. da. una ri:i IJ:l et! il braccio sinhtro srwz1.at.o. 0&11,. trinr,e,~ <1.-..+!'li :dl~rtti JJartl urw fitta fucilata. d1P <'h.,trin~ i t<-,dP~'-('ld a i11di,•tre11 g-iarP. Il forit-0 fu ra<:r,oltù, p,)rt:do ;tll':1rnh11. J:JnZ:l l,r'.1va ,: pr<!mnr~:im,•nt.é r11r;tto. U1 ~•p fJ(• che ~r:.lzi" al suo atto coraggio!'3<, avPva ;a.lv: do 1:.i.. vita ai dodici b1~Jgi, rhe i lol'o r-orn pa.trirJti ~vevnno nccolti srini r s;dvi. Cf>pistJrl.i,J r:i ')·tempi,· il r.uor1• dt conforfo. ·,)11 fl'J.r:cwmo l'J.prAoai1i dl omicidio... anrhe l'uffidalr, na un euere umano ed una 11itima riP/{(, pr1-pr,tnt:o ,,ttrui. Ma l'atto ,ti'/ sc,ldato rUJi:UP r:i dice cltP il .,~nsfJ di qiuatizio non I? pent& " ai risreglio irtPluttobHml!nlP. Ledonne e il tiro a segno Le signore hanno trovalo un nu ovo ge– nere di spor t. Uno sport patriollico d'occa– sione. Sicu ro: con gli eserci zi del Liro a segno, esse si propongono di salvare la patr ia. An:,ilullo noi non crediauio alla serietà dei loro int enti. Ma poi, poi ... che cosa cre– dono esse di risolvere? Non sann o forse che la distruzione di ciUà conipiule dai tede– schi ha avuto il pr etesto dei colpi par titi dai cilladini? No, care signore , col milita– ris1no non si scherza così leggermen te : se anche eserciti inv asori venisse ro, voi ci fa– rele il 71iacere di non tirare i vostri elegan– tissimi colp i, poichè ci rendereste un catti– vo servizio. Il pericolo di un·inv asione veramente non c'è. Ala se purtroppo in momenti così lerri– bili tulio è v ossibi le pr evede re, perchè, o e– gregie signore, se siele tanto patriot e non pensale piu llosto ad altre opere viù utili? L'am.ore alla patria si di1nostra in 1anti ,nodi: primo fra i quali col dar aiuto ai compatrioti, Volete far opera buona e in– teressata ad un tempo? Andate nelle pove– re case dove si soffr e, pr endete cura dei bimbi senza gioia e senza sorrisi, rinuncia– te ai vostri tanti agi per creare un' atmosfe– ra di concordia.. patr iollica che vi possa salvare. Ciò non importa a 110i, quant o 1:n– vece dovrebbe importare a voi stesse! M a, ahiniè! voi pr eferite spassarv ela col gingillo di mod a : il fucile. Alla fine ciò · serve un po· a m ellere in m.ostra un nuovo modello di abiti e a farvi corteggiare da niwvi amm iratori. G IAELE. n ~ro~oiilo nei [uni ni Umlione lemminile Ben dice Linda Malna ti: non un proq;ram– ma. definito pe.r le donn e; troppo vasto esso dovrebbe essere e dovr:ebbe, per il substrato di cultura delle in scritt e, durare... ali' jn fl.nito. Chi sente g-ià nell 'a nimo la pass ione dell 'a p– prender e ha l'Uni versità Pop olare. Per noi , inYece, si tratta di mett ere, ini etta re, ne ll'a – nimo dell a donna prolet aria jJ desiderio di sapere. A questo risu ltato si potrà giungere sviluppando in -esso il sen-so dell'osserva:ione e la iacoltà del r1iudi :io. Ma osservazione e giudizio devono svolgersi prima che sull 'aro • biente umano, sull'ambiente cosmico, quindi sono necessa,rie, nozioni semplici, ma sc ien– tifiche. La compagna Malnati saprà come la facoltà d'osservaz-ione sia poco, a nzi per nulla af– fatto sviluppata. nelle nostre donne. - Ed è veranl.e.nte desol ante i.I constatare in esse che la pretesa u immagine di Dio i> che i preti rit rova no nell' ,uomo, non sia altro che un ' e< immagine bruta 1) poichè la u fronte che guarda il cielo u non ha mai notato il più semp lice aspetto ne la più comune ca ratteri– stica del cielo stesso . E così della società. e delle vicen de uma ne. E così nella classe e nelle vicende e lotte di classe. Che cosa vogliamo noi per le donne pro– letarie? Vogliamo con un po' di fosforo men– tale, infiam marla . Vogliamo ap rire nel su o cervello tante fine stre dalle qu ali possa scor– gere a rendersi ragione di quello che avv ien e intorf\O a sè ; perc hè da que sta Yisione scatu– ris ca un giu dizio, l'ingiustizia un desideMo quello di rovesciare le società ingiuste. E.~RICA A. V. La compagn a Linda Malnati nell'ultimo nu · mero della u Difesa)) acceD'na alla pr opagan– da che si .potrebbe e che si dovrebbe fare alle donn e e dom anda il pa rere delle comp agne : iniziare questa propaganda con dei corsi a base sto rico -scienti fica oppure con cLelle lezio– ni pin.ne e. semplici cli fatti che ~i svolgono ogni giorno, di insegname nti pratici? A me pare che per ora bisognerebbe adot ta– r.e il secondo metodo: la don-na è sta.la troppo lontana dalla vita sociale per apprenderle SU· bito un insegnamento utile sì, ma pel momen – to tro1>po difficile. )./'e capirebbe poco e se ne allontanerebbe wniliat a. Sono conv inta im·eoo che la prop aga nda di fatti. di lngjustizie di lotte che si verificano intor no a lei og-ni giorno \·alga più che altro ad intere~rla d'occuparsi di quello che si svolge r le vive intorno. Anivali a questo sia– mo '-icuri che la sua vita di a1.ione, di pensie– ro e d'iniziativa non tornerà JJiù indietro. So– no persua';a 1,iù elle mai come questo momen– to sare lJbe propizio per la propaganda fra le donne; l'or rore ner le stragi che si commetto– no, le migliaia di famiglie 'distrutte , lo scein– pio che si fa di giovani vit.e i11 questa oni– bil~ guerra desta.'flo la loro pietà pei sac rifi– cati. la loro giusta collera. pei prepotenti cl1e tanto sacrificano per la loro ambizione. Anche la. misrrin e la diwccupazione, il mo– do con cui si potrehbe romhn.tterl:t ed alle– ,·iarla sono tema. Imani per l:1 propaganda fra le <l<Jnne i11 (fllf ~c.ti m<>mr-nti di crisi tanto forte. BL%i..ri1.:t mdterc-i all'opera di lmona volon– th. Abbia.mo bisogno di tuttR le nostre forze per le lotte ctie ci si prepnrcLno C! quando si dice tutte sono comprese anchp qurlle riguar– danti le dorme. E d'uopo che que8te siano proute. VARE' ANCILLA. la romptPtfL l'lnrrnr:i7rn:iow• rt<'lfo dtmnri <' /rJ sua uguaglianzo giurirlira roll l'uomo, /> 1wrJ dPfjli .i;copi dPl nostro .rnilup110 ciVilP, la rui l'('(tli:za:ionf' no11 1JUfj f•ssPrf' impe dita eta ne.uur, potere trrreno. Ma essa è possif1ile .'Wltrmto sulla basi' di una trflsformazionP che abolisce il dominio di un uomo sull'alt r o, cosi anche del capi– tal is ta irull 'operaio . BEBEL. ~~t mi~limarn il n~Itro ~iomale. U11,.rnno si è chiuso ed u110 si i11com-incia; facciamo secoudo l'usan::a un po' d'esame ·di cuscien::a e u11 po 1 di biioni Propositi . Abbimn o noi, con q1tcsto fogl io nw.desto !. corrisposto ai desideri delle co11~p~gie , a-1. bisogHi della propaga ,,da fcrn m,,,,l,e, No , vediamo le 1noltc lacune, le nioltc un.perfe – :1io11i Vor remmo snocciola re la fila de-i no – stri pecca ti come al co11/essiona!c . Jn(l. chie– dù111110 subi to le sante imfolgr11::c. l'oi tutt e, compagne:. voi lettrici c~re, . ve– dete la grande difficoltà dcllçz comp 1lazwn e di un giornale che deve servire per tu tte te categorie di lcn:orat-rici. per tutte le donne socialiste cominciando da quelle dal grado pii! modnto di rottura, ve11e71.dosn sn , fin o e quante. pur essendo col te, si com piaccio– ilO di seguirci. E ' così che chiedendo no ti::ic sul nostro giornale sentiamo i pa,-eri più disparati. /[ nostro ·intento è di t-rovare la fo·1·,-,.1,.1d.a di concilia::ione per cui qiiesto nost ro fo– glio mettendo in prinui linea , le donne ope– rnic e contadine . sa.ppia arrivar g rato a tu t– te le lettrici, ai lettori anche. Jfl/ perchè ciò sia. possibile. occorre un a nwggiore coflabora::ionc da part e di tutte le comp agne. Abbi amo bisogno articoli, ma sopratutto chied iam o 11oti::ic sulle co ndizio– ni di lavoro. sui fatti che si svolgono in ogni centro. Sia-mo cost1·ett e trofpe volte con ve ro do– lore a cesti1wre scri tt i che hanno costato fa– tica alle com.pugne. solo perchè t,-oppo in– fo rmati a propa ganda generica. e qu.indi fat– ti dalle solite frasi. .Voi chiedia; no sf>ecialin ente dei fatti, sie– no essi com mentati o 1n.eno: abb ia11io biso– g110 dei dati sui quali poggiare le nostr e di– scussioni. Darci questi elem.enti è facile ti tutte le comp agn e, anche a quelle m,eno ,iv. ve ::::e alla pe11 1a. E vorrenw10 anche che di ogni a,·tico lo, del roman::o. della nov ella se è il caso, le conipag11e ci inv iass ero i loro giu,.dizi e je loro critiche. E per incomincia re tosto a risv eg liare q-1te– s~o sp-irito critic o. ecco e/te no i poniamo su.– b1to alcune domande 11lle nosfr c lettrici: I. Co1ne g iudicate il nostro giorna le ri- sfetto al vos tro a.mbientc .9 2. Qual i deficienze no tate? 3. Quali altri consig li po tete darci? Attendiam .o con i.•i.•o interesse !e vost,-e rispost e. La Redazione. Al di là del confine. La preside ntessa della Lega mondiale per la pace, signora Ohapn1an di New York e la segr eta ri a della stess a lega , hanno av uto l 'in– c~.rico da 13 leghe nazio nali di suffragist e di riv_ol?e!~i al Pr esid en~e degli Stat i Unili per– che m1z.1asse un movimento per La pace i.ID ~ medi,ata. Le firm at rici della petizione rappre sentan o P.iù d'un milione di socie; fr a le organi zza. zwni pro su ffragio femminile aderenti al m.:r vimento vi è anc he quella dell'It alia. La Lega dei S-hndacati femminili dell' Ame– ri-ca, pubbli ca nel suo organo u Vita e lavo– ro n un vibr ato arti colo a favore dell a pa:e , AVVERTENZA . Gli abbonati che hanno annualità in arretrato, sono pregati a mandare l'importo scaduto entro il 15 genn ai o , altrimenti ver r à lo:ro s ospes o l ' in– vio del g i o r na l e. Raccomandiamo ai compagni e alle compagne di buona volon tà di adope – rar si per rac cogliere abbo namenti facendone spedizione collettiva. Il disarmo universa le dovrebbe essere la pa– rola d'ordine di lutti i partiti voli tici, l'in tent o ~i tutti i c,overni, il yoto di tutt i i pa r lament i. il delenda Cartago di tutti gli. uo:niini che han – no t'Of'e, ~utore_vole. Fi1~ che non sarà un fat– t~ quell tdPçi,. 1~ camnuno delle nazioni sull a via della civ,lla non sard ,;he un trasci narsi l~nto P allamioso rome di genti inferme e spau– rite; non solo per l'esaurimento dell e loro for – ze econ~miche divora te dalle spese enonni per l~ armi, ma perchè nell'animo dei popoli n on Sl pot:an110 m,ai conciliare l'ansia continu a, in cui Nvono, duna guerra europea che sar eb– be 11.n ritorno rovinoso ver so la barbarie e la fede ferma in un proc,resso costante deit a li– he; tà. della giustizia e d,•lla prosp<'rità pub – /Jlt~fl; sPn:" la qual fede non v'è la voro tran – quillo r fecondo. Ours te parole parra nno sem- 7Jtf', n,,,n:o(Jna fin che la voce di chi le grida sar a, c_operla_dallo . str epi to deoli arsena li. Non llara I frulli attes1 la terra (Ln che n on sia di– rada ta nella sua faccia la (or etta di fu cili che le contende il sole. Non pud esser la band iera dell 'avvenire quell a che sven tola sulla punt a della spada . EDMONDO DE AMICIS.

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