La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 7 - 5 aprile 191

Il MONDO ATTUALE EIl SOCIALISMO Ognuno di noi ha fatto tra sè e sè, le mille volte, l'esame del come vanno le co– s~ in questo mondo hirb one, e le ha con– frontate, mentalmente , con quell e che « do– vrebbero ,, essere, con quelle cioè che sa– rebbero , se invece dell'attua le disordine vi fosse una vera società umana . E nessuno di noi non ha potuto non ma– ravigliarsi di constata re come l'uomo , que– sto essere che si vanta quasi un semi-dio nor, è, tutt 'al più, che il re degli animali ... Pensat e- Nonostante secoli e secoli di di– struzione , nono sta nte l'instabilità della 11a– tura e lo sciupio che delle cose naturali fa l'uomo , le risorse della terra sono più che sufficienti a nutrir e abbondantemen te tutta l'umanità in modo che nessuno man chi di buone cose, che ognuno possa aver l'op– portunit à di progredire atLraverso l'espe– rienz a personal e e che possa liberamente dedicar si a quelle parti colari oper e per le quali si sente più specialment e inclin ato. tanto che possiam o quasi dir e che non vi sono limiti alle risors e della na tura , nè alla forza creatrice del lavoro, nè alla ge– nialità dell'uo mo e alla sua espansione spi – ritual e. Noi non aYremrno , quas i, che da stend ere le mani e prend ere, non avremmo che da fare e da volere, ed un mondo di belle cose sarebb e nostro , quasi come se Dio fosse ai piedi dell'umanità e lo pregas– s~ di accettar e le chiavi del parad iso e cli en– trarvi .... E noi siamo qui , tristi e poveri inquiet i, affamati, insidiando ci. traden doci , e am– mazz and oci l'un l'alt ro. invece di essere felici c-0me potremmo essere. Pensate alla crudelt à . alla disonestà, al– rirr esponsa bilità verso ogni individuo 1 di quella che noi oggi chiamiamo società. Pensate ai milioni di fanciulli costretti a vivere una vita che è un torm ento . P ensate ai milioni di madri che soffrono e consu mano la vifa senza conosce re un sorriso. Pensate ai· milioni di giovani donne che viYono vendendo le loro carni , e che fini– scono , infracidit e, nefle strade o in qualch e ospedale. P ensate che la vita normale dell 'uomo è un'ansietà continua che lo divora, un gio– co miserando , dal principio alla fine dei suoi giorni. Pensate in fine alla tirannia spirituale , ai timori opprimenti, alle ipocrisie odiose , all e bugie meschin e attrav erso alle quali noi ci muoviamo ad ogni passo. Per noi è come se moris simo di sete fra mezzo a rivi d.i acqua , come se morissimo di fame in case stipate di cibo- E tutto ciò per non voler lavorare uniti e concordi , per mancanza di solidarietà, di fede S-Ociale, di sano crit erio. Tutto ciò, in– somma , per la mancanza di una Società u– mana. Koi siamo soliti di parlar e di una So– cietà umana come se essa esistesse di già. Ebbene, si tratta di una pur e fras e àccade– m.ica . Non vi è mai stati un'o rgani zzazione di ,ita e di lavo ro che rispond esse ad una vera concezione di società. Abbiamo , è ve– ro, i mat eriali per costruirla , ma essa non esiste ancora. Ed è compito del socialismo il costru irla. Quello che noi abbiam o, è propri o qu el– lo contro il qu ale gli uom ini alzano più forte la voce: l'anar chia. E invero la no– stra organizzazione social e è pr ecaria e fit– tizia; molte leggi sono inumane o irr azio– nali. II nostro modo di produzione è essen– zialm ente antisocia le. Il capitalismo para– lizza l'indi vidu o, distru gge l'iniziat iva pri – vata , la famiglia , e corromp e la moral e. Il cap ita lismo non è che un organi zzazione pr eda toria Le macchine e il lavoro non sono capitalizzati per pr odurr e cose di ut1- lita pubblica, ma semplicemente per gene – rare il « profitto ,, cioè un ulte riore capita– le: le cose pro dotte non sono che inciden– tali, estranee alla finalità della capitaliz– zazion e industri ale. Capitalizzazione industriale.. Ma è il ca– pit alismo indust riale? Pr omuov e, favoris ce esso, l'ind ustria? Dal mom ento che unico scopo del capitalism o, in tutte le sue mol– teplici estrinsecaz ioni, è quello di accrescer sè stesso, è chia ro che il mezzo per cui ot– tiene questo scopo è per lui puramente secondario. Dunq ue il cap ital ismo non fa– vorisce in modo alcuno l'industria - come esso, invece, cerca dar ad inlender e, Lanto per mett ersi una masch era che lo renda meno odioso - anzi è quas i semp re anti– industrial e, perché subord ina l'industr ia ai suoi fini particola ri : le • serrate " con cui ooicotta i lavoratori, i lati fondi che trascu – ra di coltivar e, le migliaia e migliaia di ton ellat e di merce che esso sciente mente spreca per tener alto il prezzo del mercat o ecc. ecc. ce ne dann o l'esemp io palma re; il capitalismo non favoris ce che sè stess o: il capital e, insomma , non ten de che a capi– talizzar e. Cant on , 6-2-914- G. BoSSONI. LA DIFESA DELLE U.V0HATHICI I TESTIMONI L'o1Tore della cosa immane stava loro anco r fisso negli occhi . Col suono della vo– ce rievocat rice la scena spave nlosa , scolpi· ta nel vivo dell e pupill e rias sum eva il suo moto e la sua vita mentre venivano ad ac– cusare . L'a ula taceva dinanzi alla loro mi• · 1 Le donne di Rocca Gorga testimoni al processo contro I'AVANTI ! tezza come dinanzi al loro dolore. La roz– zezza ignara e semplice dominava il pub– blico , i giud ici e gli avvocat i. L'an ima del ris<'era morta nella folla , nè i costumi stra– ni, le movenze ind ecise, i suon i esagerati bas tavano a ravvivar la. Quei poveri esseri rozzi porta~ano con sè un fardello d1 dolor e, portav ano un urlo di ango scia e di prot esta troppo alto perchè non si po– tesse accorgersene. - Ci hanno ma ssacrali!. .. E il pubbli co sentiva, il pubblico sapeva che era vero. Sulla piazza di un paesello lontano un uomo, vestito di un 'uniforme e appoggiato ad una sciabola, aveva un gior– no dato un ordin e a degli altri uomini. Ave– V'-l ordinato il massacro. Tenent e Gregari, dovevate essere più prndent e. Dovevat e massacrarli tutti , fino all'ultimo , se non volevate che uno ne re– stasse , uno che vi potesse venire a gettare sul volto il grido dell 'esecrazion e e della vendetta . E solo la vendetta li ha animati per un anno intiero. Non un cenno di esi– tazione , non un attimo di rassegnazione , non una voce di perdono. Ma l'impulso unico dell'odio, dell 'odio che germoglia fra le la– crime, dell' odio che vede l'infami a e sa d1 essere impot ente.. - Abb iam o versato tante lacrim e che potrebbero far muovere la ruota d'un mu– lino ... - ha esclamato con una dolcezza do– lorosa una donna , nel suo dialetto fiorito. Venivano a cercar giustizia, a più d'un anno dal giorno tragico. A Frosinone non l'avevano ottenuta , ma allora erano uccu– sati, dovevano dif endersi e avevano nella giustiz ia qnel senso di sfiducia del povero e dell'umile che sa di avere , rar amente , nelle aule dei tribunali, ragion e. Ora no, ora erano gli accusatori. L'assassino poteva venire davanti ad essi ad accusare, ma loro potevano. colla semplicità dolorosa delle loro parol e far si che gli interv enut i lo rie– vocassero tutti, come quel giorno , col re– volver in pugno , mentre la piazz etta arros– se.va di sangu e e una piccola creatura mo– riva fra le braccia del padr e, e un'altra nasceva , morta , dal grembo della madr e assassinata. Venivano a cercar giustizia. Forse non l'otterranno mai. O I hanno già ottenuta. Vi è un concetto sup erior e di giust izia che è nell 'anima del popolo- Il t O rnnv~~no rovinrial~ l~mminil~ i~r aliUa mil n~i~ Come a\·ev.!l.ffio a.nnun ciat o nell'ult '.mo nu – mero, il 22 m::u~.w.ebbe luogo il com·egno pro: vinciale delle donne socia.liste . La i-i.uscita d1 questo primo ten tativo fu superiore a tutte le aspetta tive delle promotrici , le quali non na– scondono ora certe titubanze. e certi dubbi avanzati dapprima. Erano rap pres entate una trentina di orga– nizzazioni economiche e politiche di Milano e di fuori - molte le compag ne venute in grup– po dai prin cipali cen tri come lV[onza, Legna– no, Magenta, Abbiategrasso , Vigevano,. Bina– sco, ~iguarda, ecc., e molte le cont adme ve– nute dalla Lomellin a, ove con un a opp crtuna violazione geog rafica, furon o estesi gli inviti. Ricord iamo le comp agn e di Robbio, Tromello, Candi a, Stra della ed altre ancora. Ma ciò che più ci diede ragi one di compia– ciment o fu il vedere com e alla discussione presero parte operaie e con tadine, con argo– menti sensati e in form a veram ente simpatic a. La compagna Clerici che pr esiedeva il con– \·egno, diede il benvenuto alle com pagne in• terven ute rallegra ndosi per il buon \·oTere di– mostrato con la loro larga part ecip azione. Oraani::::::a:::ione eco1iomica. Su questo tema rif erì la compagna :t..anella di Milano, la quale in un lucido discors o ri– levò le difficoltà che si oppongono al reclut a– mento del le lavo ratl1.ci nell e organizzazion i di mest iere ed espose gli argo menti di cui debb o– no valersi le compagn e nella loro opera di pr opaga nda. La comp agnia Bianc hi di Vi(Jevano, impiega ta, riferì su JJa dolorosa situ azione di cose di tale centr o, ove su 12,000 operaie, le orga niz– zate somm ano a qu alche decina. Essa vuole vedere la ca usa princip ale ne l disinter essa – ment o e neLia incoere nza 'dei comp.agni. La comp agnia. Rein ttrosi di Maa enta, r'iferl come colà l'opposizione parte dai pr eti i quali ha nn o fatta l'orga nizz azione conl ass ionale. L'na propap;i tndista catlolica si reca colà set– timana lmente e nell'orato rio ove è pr oibito ogni controllo da parte nostra , si combattono i nostri giorna li, travisa nd o fatti ed idee. El– la espresse il desiderio di avere presto una delle nost re orop:;i.gandiste allo scopo di sven– ta re le menzogne di qu esta gent e Oraanizzazione politi ca. La comp agn:i Brebbia che av rebbe dovuto traU.aie questo tema fr,ce notare come esso sia cosi inscint.l ihile dal 1irecedente . tanto che Ja r·ompagn u Zan etLa invoJont.o.riamente aveva già assoJtri il suo compito. Essa dimostr a tu ttavia rrJme l'o rganizzazio – ne politica debba integrare quella. econ omica, pervadendolrl di spirito socia.lista, senza di che essa può deg ene rare in gretto corp orativismo. Ill ustra pure l'a zione eh.e le donne dovranno svolgere nelle prossime elezioni amminist ra– tive. P.isr,ondr•ndo in assen za della rel:ttrice alle compag ne che precedentemrnte ha nno parlato . essa non è del parere che sia giusto far risali – re ogni responsabilità agli uomi ni, frn. i quali se vi sono moJli che osttl.colano l'organizzaz ione femminile e la nartecipaz ìone delle don.ne ::tlla vita politioo, altri in com penso l'aiutano e la inco raggia.no . VufJle dun{Jue che le d0nne deb– bano sa.persi imporre con la loro attività. e coe renza, denunciando maga ri i cas i sing oli di quei compagni che non mettono in arm onio. la loro azione con la fede profe ssata . Rende pero l'onore dovuto a quei compagni che ai adopera no per la diffusione del giornale fra i quali si compiace di citare molti circ oli gio– vanili sociaHsti. La compagna Rosina Cocchi , maestra d'asi– lo, insiste sul fatto che le donne sono trascu– rate dagli uom ini e vorrebbe costoro più ener – gici e più coerenti. Peroltl di Ziano (Piacenza} cita l'esempio delle sue compaesane che hanno saputo im– porsi anche ai loro uomini, i quali ostaco lava– no la loro organizz-azio ne. Malnati ricorda un comizio di scioperant i della Edison, al quale gli oper ai portarono le lor o donne , comizio che riuscì commovente. Ess a vuole dun que un po' di coerenza negli uomini e un po' più di coragg io fr a le donne. Mezzi cli vropaganda. La pr of. Terruzzi , rel atri ce per questo te– ma , invita piutt osto, anch e a nome di Santa Pagliari, le int ervenute a dare consigli e sug – gerimenti. Occorr ono pr opaga ndist e e mezzi per attua– re la propaganda. Al prim o scopo la pr of. Ter– ruzzi rac comanda alle compag ne che h anno già parlat o assai bene in questo convegno, di mettersi a disposizione per 1-a pr opaga nda . Riguar do ai mezzi bisogna chiedere qualche sacrificio mag giore al partito. Si passa poi a discut ere in merito al nostro giornale. PaoU ari chiede all e interve nute se risponde a i loro bisogni o se hanno modifi– cazioni da prop one. Chiede pure se non sa– rebbe bene che le compagne socialist e ave~ sero a collaborare magg iormen te a'i gio rnali pro fession ali. La comp ag na Pell-icani delle legat rici, pure appr ezzand o la Dif esa, vorr-ebbe artic oli di pr opaga nda anch e sul giorna le di classe. Maroh rrit a C:nelfo di Legn ano , oltre alla Dif esa, vorrebbe la distr ibuzione di opu scoli di prop aga ndla.. Teott-i di Abbiat egrasso è soddisfatta della Dif esa e riferi sce che colà si tiene una scuo la di pr opagan da. "At alna ti ra ccomanda la diffu sione dell a Di– f esa come la più atta a form are un a coscie nza sociali sta. Pr esenta poi il seguente or din e del giorno che viene vc.,tato all'u nanim ità: u Il Conveg no pr ovincia le femmin ile ind et– to dal Gruppo socia lista milanese pre Eso la Camera del T.avo,·o cli Mil ano il 22 marzo 1914, aflerma la necessità di un a più atti v, 1.pr opa– gan da per l'orga nizzaz ione econom ica e politi– ca del pr oletari ato ; consi der ato che per ragg iun gere tale sco– po occorr e int eressa.re e prepara re al lavoro rlelle orga nizzaz ioni anc he le don ne nella dif– fusione della stampa socia lista, riuni oni, con– ferenze e con una maggiore coltur a sociale; fa voti: 1) che in ogni centro ove sorga un n. scuo la socia lista le donn e abbi.an o a freque nt arla per acquistare le cognizi oni ncce ssn d c alla loro opera di prop aga nda; 2) che in ogni cent ro sorga un grup po femminile che curi il lavo ro di org anizza zione e di prop aga nda in mezzo alle donn e; 3) che ogni associazio ne aderente al P art i. to o alle Ca.mere del Lavo ro abbia ad aJ)bo– narsi .ed a diffondere il giorn ale La Dif esa delle Lavr,rotri ci, e gli opu scoli di pr opaga nda ROCialista ; . 4) che H P artito, le Came re del Lavo ro, le singole Q.Tganizzazioni aiuti n o mor almente e fìnonzia riam ente i gru ppi femm in ili sorti per es~ndere l:a propaganda fra le donne >1. BrPbbia chiuse il comizio portando il saluto d i Anna Kuli scio ff che non aven do potuto in– tervenire, telefonava compiac end osi dell'otti– mo succe sso. E sa lutò pure le com pagne in• neggian do al socia lismo. IN RISAI A Zone accordate. Nel Vercellese le mond arisi locali si sono accordate cogli agri coltori per la prossima stag ione di monda , otten endo degh aumen– ti di salario che variano da iO a 30 cente– simi al giorno a secon da delle località- An– che in Lom ellina, in par ecchi paesi , le mon – darisi hanno stipulato il contrat to per tut– ta la stàgione . Le paghe vanno da un mini– mo di L. 2.50 ad un ma ssimo di 2.80 al giorno. . Tanto nel Verce llese che in Lomelhna l'ora rio giornali ero è stato fissato in 8 ore. Nel Milan ese invece , nessun accordo è an– cora stato fatto. Le mondarisi si tengano preparat e alla battaglia, nel caso che gli_ agricoltori non volessero conce dere loro qu elle condizioni di salario ed orario,_ che hanno concesso gli agricolto ri lom elhm e vercellesi. Le mondine forest iere prendano nota di queste nostre jnformazioni sulle paghe e sugli orari concordati dalle mondine locali e richiedano agli agricoltori parità di trat– tamento. È tempo di finirla colla dannosa concon enza che rovina le mondine tutte. CARLO Az rMONTJ. federazione Nazionale lavoratori della Terra PER l'ISPETTORATO INRISAIA La Federazione Nazional e dei Lavoratori della Terra nella imm ediata prossimità del lavoro di monda dei risi , Riferer/d'osi ai buoni .risultati della ispezione compiuta lo scorso anno a mezzo delle Guardie Forestali sotto la direzione del Prof. Zannone, Chiede con insistenza al Governo: che anche qu est'anno per la stagione di monda , ed in ·attesa del tante volte auspicato ufficio _di ispezione agrico la, il governo mant enga il servizio d'ispezione e che in conseguenza dell' esperi enza dell'anno scorso: i ) il numero degli Ispettor i si elevi da 3 a 5 · 2/ Si comprenda nelle ispezioni anch e la zona Milanese , quella Mantovana e quel– la Veronese ; · 3) Si fissi un Ispettor e per ognuna delle seguenti zone: Vercelli , Novara, Lomellina, Milano, Mantova, Verona; <I) Si abbia cura di scegliere in tempo il personale tra g1i agenti meglio pratici della zona di risaia ; 5) si provveda - nell"interesse della Ispezion e per la rapidik \ dei sopraluoghi, per risparmio di tempo - a fornire gli agenti di mezz i idonei alle visite dato che essi devono spesso agir e in localit à prive affatto di trazione ferroviaria o tramviaria . Facciamo caldo app ello alle leghe mon– darisi perchè convochino adunanze e comi– zi per reclamare il maggior numero di Ispettori . di cui all'ordine del giorno su ri– portato. Gli Ispettori sono indispens abili se si vuol e che la legge vrnga decentem ent e applicata. La e0MUNE di LUISA MICHEL Prima Edizion e Italiana Quest'opera oltre il merito in contra stat o di essere il capo lavo ro della lette ratura storica ri~oluzi?nari a, h a il van tagg io di venire pub– blicata m un momento in cui la reaz ione im– paurit a dai suoi prop1i errori, tenta vir'icere politi camente un uomo, Amilcare Cipriani, in ramand o il gn~nde fatto dell 'insurrezio□e pa– rigina del '71. In ter i capitoli sono dedicati al – la documentazione del patriottismo, degli eroi– sm i e del disint eresse dei comunar di, in con– front o ai tl'adimenti, alle viltà e alla ferocia dei governant i. La narrazione dell'assassinio del generale Fl our ens è stata fatta dal C.ipria– :ii stesso ed è riportata nel libro della Miche!. PARTE PRIMA l,'a (Jon"ia dell 'im pero. PARTE SECONDA La r epubblica del 4 settembre . I. Il 4 settembre. 2. La Riform a Nazi onal e. 3. Il 31 ottobre. 4. Dal 3 lottobre al 22 genna io. 5. ll 22 genna io. 6. UAssemblea _di Bordeaux - Entrata i:ei Pru ss iani a Pnr1g1. 7. Le donne de\ '70. PARTE TERZA Ln Oom,me. PARTE QUARTA L'ecat omb e. 1. La lotta in Parigi. _ Il ma ssac:-o. 2. La u cur ée II fredda. 3. Dai bas tioni a Satory e a Versaille ! . PARTE QUINTA. Dopo . APPENDICE. I. Ricordi d.i Beatrice Excoflons. 2. Lett~ra d, un detenut o di Brest. 3. Mam festo dei proscritti di Londr-1.. . Un _elegant e volume di 320 paoine con ,, rer ~ci1~a~~f:t 1 ~_ata, L. 3.00. - Libreria EdÙric;

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