La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 6 - 22 marzo 191

Mentrn f im~a~ta il nuovo mini~tern. Sicu ro , car e comp agne, il min istero Gio– litt i si è dimesso e se ne aspelt a uno nuovo . Giolitti. Giolitti ! quant e volte ave te sen– tio i vostri uomini pronun ciar qursto no– me con ira! F u lui che volle la guernL, lui che permi se lo sciup ìo dei milioni , lui che negò in questi anni ogni rniglio ram enlo pe i lavorato ri , lui il responsa bile della di– soccu pa zione, degli eccidì e di tant 'altre tragedie dei lavorato ri. Com e dobbia mo odiarl o noi don ne ! Epp ure no: noi non possia mo credere -che un uomo solo sia il responsab ile di tanto male; noi colnpr endiam o benissimo , come esso sia l'espon ente di tutto un sislema gua – sto alle radi ci; noi gridi amo coi nostri uo– mi ni contro Giolitti, per chè ci torna como– da la pa rola, m a infine sappiamo che dob– bi amo grida re contr o tu tto l'edific io bor– ghese! E curviamo la lest a per fare un po' di esam e di coscienza: che ha fatto il pr ole– tari ato fin qu i per abbattere questo edifi– cio? Oh . troppo poco' Quan ta strada ancora da compiern e quanto sforzo dob biamo fa– re. noi donn e sp ecialmente, per lib erarci da tutto un pass ato che tiene sch iave, la gr and e maggio ran za delle nost re sorelle di fat ica ! Pensia mo: alla Camera dei deputat i so– no solta nto poco pi ù di una cin quantina contro 508. colorn che pa.rlano in nome di ch i lavora . L'a pprovaz ione delle spese per la guer ra. ebb e 36l voti contro 83 soltan to contrari. poichè ai socialisti s'aggiuns ero pochi alt ri dei pa rtit i che vantan o qualch e !~ner ezza per la classe disagiata. Tutt e le ruberie dei fornitori milit ari che sono sta– te denunc iate dai nostr i comp agni e che salgono a cifre di mil ioni, a onore e glorìa et<irna del patriottism o tripoli no, han no tr ovato la loro assoluzione nella comp lice solida rietà dei rappr esen tanti la classe bor– gh ese. Tutta quella stragrande magg ioranza , cont ro la qual e il nostro picc olo· man ipolo si trova a comba ttere nell'aula di Mon teci– t.orio, non si tr adis ce mai , non cede nep– pur e alla rn ce nost ra , quand o il cedere si– gnifica soltanto fare omaggi o alle stess e leg– gi del Qodi ce borghese. Si sa, il governo borghese è sostenuto dalle camo rr e, dalle cricche affa ristiche; cond annar e que ll~ vor– reb be di re prirnrsi del più forte degli ap– poggi sul quale esso può contar e per soste– nersi . Or dun que lassù dove si com pie la gran de fatica di reggere i nostri destini 'oh di qua n– ta gratitu dine siam o debi tori noi miserell i) si sta imbaste ndo la nuov a comm edia e un a nuova fase pa rlamentar e si apre. i\ oi non ci facciamo illusi oni. Si stava po– chi giorni fa per discutere di un a cosa ab– bastan za interessante per noi : la quest ione deg-li zuccherie ri. Si tratta di un a Società eh~ guadagnando 32 milio ni all'anno ci ha costretti, pel da zio protettiv o crealo dal go– Yerno per sostene re la loro in dustria , a pagare lo zucche ro a un pre zzo tre volte maggio re del valo re reale. Si tentava di costr ingere il gove rn o a diminuire questo da zio prot ettiYo. ma gli zuccherie ri avevano pronta la lor o difesa, aàd ,cen do che i ma– ga zzini sono pieni di merce e che per ciò essi avrebbero dovuto chiude re le fabbri– che provocando così la disoccupa zione. Pr etesti che i socialisti mercé l'aiuto del– la Federazione della terra si sono proposti di pote r sventare. Ci riusciranno? E verr a poi in scena un'altra questione importante: le nuove tasse. Rovinate come sono le finan ze italiane bisogna pur pen– sare a porre riparo. I socialisti chiederan– no che i nuovi oneri cadano sulla classe borghese, ma non ci illudiamo di vincere. Figuriamoci che gia si parla di una las– sa sui cinematografi che parte da un soldo sul biglietto da tre soldi, una enormità co– me vedete, che colpisce la povera gente la quale non ha altro div ertim ento che que11o del cinematografo; ment re nessuna tassa va a colpire i posti privilegiati dei grandi tea– tri cittadini .. '.11a basta, nevvero, stavolta di politica parlamentare? l\oi aspettiamo che la gran– de fatica del rimpasto ministeriale si com pia. La monta.ima par torirà.. il topo e noi assisteremo alle nuove battaglie che vorra dare il nostro partito in nome dei nostri in– teressi. Battaglia purtr oppo fatta ad armi troppo dis eguali, in un ambiente dove è im– oossibile che il diritto e la rag.ione possano irionfare. Battaglie però non inutili, perché gua i se la nost ra voce tacesse I Noi seguiremo queste battagli e colla fede cbe non rimarranno per sempre senza frut– ti, e intanto colla nostra ope ra modesta, diuturna , pazi ent e preparer emo il giorno del nostro trionfo. G !SELDA BREBBIA. Abbonatevi allaDIHSA DHl[lAVORATBICI 1.1 [)lFl:S.I DI<:LE LA\'I.Ji/AT!il Le vostre letture. Gironz avo l'altro ieri - in un o stato di f/.dne rie consent ito dalla primavera - tra i banchi di vecchi libri alla fiera : spettacolo molto triste . Non vi sembra d'agg irarvi fra delle tom– be? Quelle panchi ne sono i cimit eri dello spirito, dove i pensieri dei filosofi e le im– magini dei poeti finiscono in polvere , colla inconsc ia promi scu ità dei morti. Di solito, app unto , i libri mortali che finiscono sulle ba re dei rivenduglio li sono quell i dei poeti e dei filosofi : an ime innocenti , che pel Lra– dim ento di un 'inn amorata o per l'amore d1 un sillogismo han credu to di sciorinarvi in un volu me le pene e gli ideali del lorn pro– fondo cuore.. Ma ques t'a nno ho avu to una sorpre sa: insi eme ai quaderni di versi , in– sieme ai tomi d' esegetid - fra le gramma– tiche sudi cie e i ca techismi sq uanquassati - ho scoperto una quantità in verosimile 0 di libri ameni , ma di quelli peggiori , che •i dovr ebb ero vend ere e legg ere di più : :o– manz i d'ad ulteri , fant asie poliziesche, ;io– vellin e, fiabaccie , Montépin e RichebO\fl"J,, Antonietta Lagran ge e Carolina Invernizio .. La cosa mi conf orta . È un sintomo, una speranza ? Il popolo s'avvia a nuov e letture, più sane, più viv e, più degce ? Mi riferis•:o a una receÌ)te stati st ica libraria , che il Gau – lois ha an che fatt o oggetto d un ref eren– dum . Quella specie di leLteratura amell~. corruttri ce del gusto e della fanLasia. cui al– lud evo citando Lagran ge e Mont épin, è ;n rib asso : lieve ma sensibil e. Se ci guardia – mo attorno , an che noi in It alia , ci guard ia– mo come siano confor tevolm ente scemata la .sua voga e la su a fortuna. Avete osserva– Lo che non si fanno più crocchi , nelle por– tin erie e nell e anti camer e servidorili , intor– no al (( fattaccio 1, del romanzo sensazion:.l: le? Si attribuisc e ciò, dagli sceltic,. al di– versi vo del cinematografo , all'ostentazione della cerebralit à . Ma non è così, o almeno non è sempr e cosi. Anche il popolano, an– che la popol ana non pensa e non sent e più come vent 'anni addi etro. Avete notato come an che il romanzo d'app endi ce - che nei mi ei ricord i di fanciullo, attrav erso i reso– conti della nonna o della fantesca, era pie– no di coltellat e e di misteri, di uomini am– mant ellati e di fìacres n. 13, di retorica e di garbu gli - s i è mansuefatto , pulito , illegi'a– drito ? Bene. QuesLo mi pia ce. Siamo in aere più spirabil e, fuori da una fraseologia fal– sa e sciocca non soltanto viziata nella for– ma , ma nello spirito , e che non può - a lungo -;- non esercit are sul lettore (e-~p e,. cialmen;e sulla lettric e) il suo conla gio cor– ruttor e. Era , qu ella , una letteratu ra infan·– tile di cui i lem pi dovevano e meglio do– vra nno fa r giust izia m utand o gli uomini. B bene, ripeto, che l'anim a pr oletaria ab– bia sentita quella necessità: di rinnova re, in sieme alla pr opria coscienza, il propri o spirito ; di sceglier si, an che pei bisogni del– la fant asia, un miglior cibo. Monlépin e la Inv ernizio, il romanzo bura tt inesco e la no– vella di perip ezie quest urin e ap partengono. orm ai, a quel mondo di (( convenzioni )) da cui esula ogni anima ass~LLata di san ità e di lib ertà. Er ano lettur e d'un sapor e irr ea– le, superstizioso, piene di sciocchezze abba – cin anti e di teatrali m eraviglie che sembra – van foggiate per r icrearci in · una stato di schia vitù; il bicchi ere di vino grosso che non inn ebria , ma stordi sce colui che non spera null a, che non pensa a nulla ... Teofilo Gauthi er avrebbe fucilato i ro– manzi eri d'app endi ce. Pena inutil e : se og– gi, come pare, essi sta nn o morend o d'etisia: se oggi - com e dimostrano le statistic he e le panchin e della fiera - anch e voi, uomi ni e donne del popolo, sapete meglio scegli er– vi le vostre mod este, le vostre ut ili lettu re. MA RCO RA i\•IPERTI. Piccole e grnndi "eriHI. Non ho mai vis to i mi,ei picc oli scolari tant o attenti come ieri. Sp iegavo : i vulca– ni. i Lerr emoti, le acqu e termali . Dun que nel centr o della terra c'è il fuo– co, c'è un imme nso calore.. - C'è rin ferno -"- saltò su a dir e un pic– cino - ed i diavoli ... Che pama I - No, no caro piccino . qu el fuoco che ti fa tan ta paura, è un fuoco benefico, poi– chè mantiene alla terra il calore necessario per la vita nostra , chè il calor e del sole non bast erebbe allo scopo. È in grazi a di quel calor e che tu mangi il panino bianc o a co– lazione. - Dunqu e ne l'inf erno , laggiù ... Less i sul viso dei m iei scola ri un sens o di lib erazion e. Er a lo spau ra cchio terribil e di cui le mamm e aveva no avvelena te le loro piccol e anim e alla sorgente, che se n' and ava , sgom– br and o la coscienza di un fard ello inutile .e talvolta fatale. E a nessun o dei mi ei scolari. passò in quel momento il pensi ero, che senza l'in – ferno si potesse rub are impun eme nte il gio– cattolo al compagno o il proverbial e pezzo di to,·ta alla mamma ! - Oh bello il vulcano! Oh bella la fon– tana che zampilla fumando ! Oh brutto il terremoto che rovina le case ! Oh buono , buono il calore dell a lel'l'a che insi eme col sole fa crescere le biad e e fiorire le viole ! La maestra. LOTTEE DIFESADEL LAVORO Le leggioperaievannosempre interpre– tate colla massima larghezza. Di questo pa rere, ormai consa crat o anc he da lla l\lag islr at ur a Italiana in tutt i i suoi di– versi gradi, mi sembr a non sia il Consiglio di Amministra zione della Cassa Nazionale di Maternità , nel qua le Consiglio è da notar e, stanno tre rappr esent ant i delle lavoratric i in– teressate ! Sembrerebbe pe_rsino che compito della Cassa Na zionale di ~-Jaterrdtà sia quello di n on pa– (Jar e e che appunt o per asso lvere degna mente a tale compito il Consigli o d'A mmini str azione inte rpreta nel mod o più restritt ivo alcune di– sposi zioni Hegolamentari e dimenti ca persino delle disposizion i di legge . A dimostrazione della mia affermazione ac– cenno qui ai due c:-'lsi che ricorro no con mag– giore frequen za e che procu · ano all;i u Difesaii il rnag)'.!iOrnumero di proteste . L articolo 7 dell a Legge (second a pa rte ) dice tassativame nte: l'operaia ha diritto nl suss idio anche quando sia sta to omesso il pa– gamento dell'intero ammonta re o di parte del– l'am mont are dei contributi dovuti JI, Per virtù di que sta dispos izione molto pre– cisa sembra a chiunqu e che allorchè per vipne n.Jla Direzione della Cassa una richiesttt di sus– '.-jidiocorri>data di lutti i dor'.umenti presc rttti dimostranti il bur,n diritto dcll'opeto ;a ol sus– ~idio qualora risulla r·he J'ind11striale wm ha effettuato, in tutto od in pnrte i versn rnenli di 1)bhliµ-o,la Cassa dovrebbe paga re immediat a– mente i1 sussidio alla ricllierlr•nte, sal\'O pren– dere i prov\'edimenti del caso contro l'indu- 8t1'iale che JHi vioJatr, la leg~e. In vece ln Dire– zifJne dellri Cassa, allorchè le si presenta no ca– si simili tiene in sospeso il pagamento del sus– !'-hJi0, manda nd esperire tnite le pratirhe ne– <·essarie per ottenere dé:.Jl'inclustriale i versa– ''lPnti prima non eseguit i, o per fare elevare :id esso la contravvenzione e solo (fopo tuiio questo molte volt~ trascorre più di 1111 mese) si der-ide a versare a Ila puerpera il sussi dio che le spelta, sus~idio istituito per lenire il bi– sogno dell'<Jpenria 11f>lmf>sc immediata mente successivf"J ol 7Jarlo rlurantP il qual mes,t non può, onche volendf"JlQ a scr,pilo deUa sua salut e occuparsi al lavoro. L' altro caso ancor più grave è il seguente : L'operaia si trova jn istato di avan zata gra – vidan za, e molte volle malgrado tutta la sua buona inten zione di portarsi al lavoro sino all'ultimo giorno è costretta invece :1'1 aste– ner si da esso perchè le manca no le forze, o perchè, licenziata per un motivo qua lunque dall'opificio presso il quale è occu pata, non trova un altro· industria le che l'assuma in tale stato che non è certamente il più indic:ii<J (Jer rend erla capace di grande rendimento. Se que~to $UO allontaname nto ,·olontario o no dal lavoro succede appe na iniziato un se– mestr e pel qua le venn e versata la quota di con– t~·ibuto 1~iente d i ma le : purchè l' operaia parto – risca pn ma del sopraggiunge re del nuovo se– mestre essa conserva il dir itto al sussidio an– che se è disoccupata da cinque mesi e 29 o-ior– ni. Se invece l'allontanamen to dal lavoro O del– l'operai a avviene anch e soltant o due giorni pri– ~ a della fine di un sen1estr e ed il parlo av– viene dopo due mesi ed un giorno dalla ces– saz ione del 1avoro, l'opera.:ia non ha più di– ritto al sussidio perchè disoccupata da più di due mesi. Questa strid ente contr addi zione è pt'Odotta r1a una. inter pretazione 1·c::,trittivn rlell'a rt '1:0 del Hegolamento per l'appl icazione della. Légge •)er la Cassa di_ ~I:1tern ità . lnfotti dopo che l'ar t. 39 di ta le Hegolame nt o ha stabil ito che l'ope raia conse rva il diritto al sussidio per tut – to il semestre pel quale venne versato il con– trib uto l'a rlicnlo 40 conc:enie che il dir itt o ac– quis ito dall'operaia per merit o della quota rli contributo ,·ersata per un Remeslre persista per 1.ltri due mesi dur ante il semestre immedi r-– tamente successivo qu alora il parlo avvenga entr o qnesli due mesi. Dice l'art. 40 : 1( Se i'o v er aia abband ona il lavo ro o ven(Jrt li cenzi al a dall 'in dus tr ia le o im– prendi,i ore vr csso cui è occvpa ta n eali ult im i dur, mesi di oravida n -r.a e ques ti scadano nel sr·mestrc .~ucce.,;siv,, r 1 quello v er il quelle fu pa(J<ilo o cwrP.11bedovnto esser paga to il con– t ributo, essa C(niserverri. tullavio i l diritto al sussidio Pf'T fJV-Pi dur> ·mesi, qurmcl 'anch e nel corso di e.\·.,;i nrJn si occupi in in du strie sooae tte allf1 Le(J(JC sul la voro <lrllr• donn e e dei fan– ciulli"· Cont ro lo 8pirilo evidcntis ~imo di questo be– nedetto art. 'iO è iusorio il Consiglio di Am– minist raziorù~ ùella Cassa elle invece di consi– derarlo come un allargamento del beneficio concesso da ll'art. 39 vuol fargli sopprim ere in buona parte i suoi effetti e nega perc iò il sussidio alle ma dr i che partorisconn dorn più di due mesi dal loro allonta nam ento dal lavo ro quando il lieto evento an,enga sin pure nei primi gior ni di 11nnuovo semest re pel qua– le non è staio versato il contributo. Tale interpret azione rest rittiva ha avuto prr primo benefico effetto quello di far ~ì che le operaie per timore di perdere il sussidio ma– ga1·i per un sol giorno, tenuto anche conto che fino nd oggi è impossibile pron ostic are in modo preciso il giorno il cui il pa rio accadrà si arr abattano per resta re al lavoro slno aJl'uJ– ti JJlO momento o fino a che le forze le abban– donano. A me sembra che questo non sia il fine al quale tendeva i1 legislatore allorchè istituiv a la Cassa di Maternità ed in merito desidererei conoscere cosa ne pens a la rappresenil'l.nza del– le operaie nel Consig lio d'amministrazione del– la Cassa stessa. RUBRICA SCOLASTICA Di chi la colpa? Potrei contin ua re ·nella dolorosa enum e– razione di casi pietosi in .cui la fanciullezza del povero è, - e, spesso, senza colpa del– le mad ri - stra ziata o· tra scurat a. Po trei narrar e di un fan ciullo di nove anni lascia– lo in balìa di una madr e paz za che lo tene– va nascos to in una camera semi-buia , per– ché temeva glielo trafu gassero. Era l'ultimo de' suoi numeros i figli - di ceva - avr eb– be dovuto port are un gran nom e, un nome principesco, ed ereditare una favolosa so– stanza . Ma i su oi nemici vegliavano , e lei dov e– va cus todirlo gelosam ente. Nelle note buro cratich e il bambino risul– tava come istruito privatam ente - infatti la povera dement e gli faceva trascrivere ogni giorno due o tr e pag ine d'uno dei più fantastici romanzi dell'Inv ernizi o! Il bimbo fu ritirato in un isLituto, la madr e si dichia– rò vint a da' suoi impla cabili nemici ! Potr ei dire di un'altra ragazza di nove anni : sucida e lacera più di un mon ello napol etano , che non andava a scu ola per– chè la madr e, un' etera di infimo rango, non si occupava dei figli , e il padre , car – penti ere a tempo perso , chi udeva tutt' e due gli occhi sulla vit accia della moglie, anche quando gli portava in casa, nell'unica lu– rida cam era , gli ami ci pescati nei « Trani )) o nel fango moral e della società. E altre, altre miserie dovrei rivelar e che provano l'assoluto biso gno di una seria , razionale dif esa dei figli del povero. opera che deve pa rtire dall'ambi ente della scuola e dell'a – silo. Non una commis sione di vigilanz a do– vr ebb e occup ar si degli lSCOlari pover i, uni– cam ente per ottemp erare ad una legge. ed evitare o appli care una multa antipatica e derisoria (50 centesimi pei geni tori che tra– sgrediscono alla legge in questi casi! ) ma tutt o il corpo iµsegnante. m a tutt e lB dir e– zioni dovr ebbero essere vigili custodi" del diritto del fanciullo . L'opera della scuola non deve ferm a-rsi sui banchi dell a scuola: essa deve eserc itarsi anche fuori. nel quar– tiere ove ha sede. e, com e propos i altra vol– ta. i dir ettori e le dir ettri ci dovr ebbero es– sere consid erat i com e funzionar ii pubblici, ed ave re poteri ed influ enze nelle famiglie , nelle opere di assistenza , di ricov ero, di di– fesa della fan ciullezza ; E bene lo hanno capito parecchi direttori e parecchie direttrici che vigil ano amorosa– m ent e sulla scolaresca, e impie gano i fon– di raccolt i pel patronato scolasLico. di anti– ca for ma , poiché quell6 id eato dal commen– datore Corr adini è.. al di là da veni re nel – la nostr a civile Niilano , non in ispese inutili o di pa rata che servono alia r éclam e all e persone o alle istituzioni , non al benes sere dei piccoli alli evi. in opere mod este e sag– gie di vera e doverosa assi stenz a scolastica . In quelle scuole non si verifi cano dis erzio– ni da par te degli alunn i. e le fam igli e po– Yere sentono che la scuo la non solo istr ui– sce ma educa e assiste , e si sta bilisc e tra la fam iglia e la scuol a quel legam e fa tto di recipro ca fiducia da cui tutt o ha da gua– dagna re il ragazzo dell'o ggi che sar à l'uo– mo del domani . Compa gne lavorat rici, segu ite con atte n– zione la rubric a che tratta dell'assis tenza scolast ica. e qua nd o sarà ini ziata la batta – glia per la conquista del Comune non di– serta te le asse mblee, le riuni oni, 1 i comi zi; veni te a portare 1a vost ra adesi one, coll a pa rola, colla pr esema, col voto . alla lotta che si farà per la rifo rma della scuola : di le che l'am ministrazion e ha il dovere di au – menta re, regola re. far suoi gli asili in fan– tili, sott ra endoli all e Opere P ie che non posso no dare all\Asil o l'assetto laico m o– dern o, com pleto di cui ha bisogno :' chi e– •de te la refezio ne per lull i i figli vostri. In – tanLo che voi, nell 'officina , nello stabili – me nto produc ete la r icche zza ... per gli al– tri, abbiano i vos tr i bam b ini tu tta l'as si– slenza morale e fisica di cu i hanno bisog no dall'ora in cui li lasciate al maLtino fino ,t1J'altra in cui tornate, sLanche . dal l;v oro. .\la dri, lavorat rici, tocca a voi a difen de– re il diri Lto del fa nciullo, voi che compi ete con abnegaz10ne e con coscienz a, con ia-no– l'aLi sac l'ifici i più grav i o penosi dov eri fa– miliari e sociali. L Ji'\'DA .\tfALNATI. E. VA:'<DERVEL DE. Ca Comun~ di Parigi con Ttlrollto cli Amilcare Cipriani. Viva la Comune ! .- P ar igi dopo l'assedio - Un ~on:ploto reazion ario - Il 18 marzo ~e elez1om_d_eU9: Comune - Giorni di speran– za - l m1n1stn della. Comune - Le finanze ~~~a Comune.- Le colpe - L'a goni a di P a- 11g1 ~ La re~1st~n za - Il massa cr o degli o– stagg i - I vrnc1tor i della Comun e - Pa r igi incend iata - 11 programma della Comu ne - Un insegnamento - La P ent ecste Rossa . Centes;mi 15 una cop;a ; 10 copie L. 1.25; 50 copie L. 5.50. - Pre sso la Libreria del– l' Avanti! - Milano.

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