La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 6 - 22 marzo 191

Il lavoro, per esempio. è sempre saltua – rio , la paga scar sa e sproporziona ta al la· voro, la m inaccia del licenziam ento sospe– sa sul nostro capo come la spad a di Da– mocle. Bisognerebb e far e in modo che ogni sarta non lavorass e che per una sartori a, che le tariff e fossero modificate, che le sartorie non tenessero che quel num ero di sarte che loro ab bisognano in modo da assicurar e lo– ro il lavoro, che i tagliat ori fossero più um ani nelle loro pr etese, non ci facessero perdere mezza giorna ta a portare e ripor- tar e il lavoro. CESIRADANZI. VARIETA' NOSTRl BAMBINI. Se quel bam bino di sette anni avesse chie – sto alla mamma , poniamo, perché la luna ora è piena ed or a è scema, che cosa avreb – be risposto la brava mammina? Probabil – mente press'a poc o così: - Sei troppo piccolo per capi re quest e cose. Quando sarai più grand e ti spi egherò. P er ora sar ebb e inu tile. CORRISPONDENZE A MILANO, La sera del 9 marzo, ebbe luogo la riun ione del Gruppo femminil e sociali sta. La Segi'et a– ri a O erici ri feri int orno al circ olo ri onale te– stè costitu osi nel V Collegio, 3° Rip arto. Le isc ritte sono dieci. Sono già incominci ate le conversazion i festiv e. La comp agn a Tam agnini rife risce intorn o alla scu ola di pr opa gand a : ascritte 30 con una media di 18 frequentan ti. Gli opuscoli di – stribuiti son o lett i ed apprezzatì. La Cleri ci rifer isce poi sull a commissi one per lo stuello me zzi cli propagand a per quale sono chiam ate a far pa rte le compa gne Ter– ruzz i, Volonieri e Boga. La Volonteri vuole che le conclu sioni da portarsi al convegno di Ancona non . debban o limitar si a quelle cui pu ò appr oYar e il grup– po di . Milan o, ma debbano essere il risultato di tutte le proposte an ch e di fuo ri. La Cleri ci a nome del Comita to Nazi onal e accetta in tale senso e invita la Commi ssion e a studia re il quesi to, per la p arte che rig uar– da le donn e operaie dell'industria. Vengono poi comunica ii i temi di opusc oli di pr opagan da per le donne, che. il Co~i t~to nazi onal e d'acco rdo con la Società Ed1tnc e A~)nt~r ~è 1:li~~~ti d~bta i: ~~ ~; : ~zz arsi . 2) La lavorat rice nella vigente legislazione. S) L'oper a di A. Bebel in dif esa della donna . 4) Il Socialismo e la fam igli a. fi} &lu cazione socialista. 6) Pr evidenza ed assistenza , no n ben eficen– za. 7) La donna e la politi ca. 8) P erch è la donna deve esser e rappresen– ta ta nelle ammini stra zioni comunali. La compagn a Cerr i propone poi un comiz io, dan do affidamen to di att ir ar e un bu on pub– blico femminile. Volontieri pr oporreb be come ar gomento LA DIFESA DEL LE LAVORATRICI Non è vero? Ebben e : il vero significa to dello sposarsi non entra fors e nel num ero delle cose che un bimbo di sette an ni (sia pu re in telligen te) non può cap ire? Ci sono pur troppo bimbi corr ott i che a sette an ni sann o.. Ma non danno a ciò che sanno il vero, il sano significato che, all'a tto dello sposarsi, ha dat o mad re natur a. Un bi mb o eh~ vive in un amb iente puro fortu nata– mente non sa: non potendo capire è me– gliQ che non sapp ia. La buona m amm a dica dunqu e : - Sei troppo piccolo pe r capir e queste cose. Col temp o cdpirai da te. - Se la risposta è. da– ta con natu ral ezza, senza turba mento 11 bambi no non torn erà più sull' argome~to . In genera le i bimbi s'appaga no delle rispo– ste di chi è alto nella loro stima e non in· sistono perchè le loro domand e sono cau– sate da un subit aneo fiorir e di logica e non da un vero spiri to di inv estigazio ne, pr o– prio dell' età più matura. Del resto non sa– rà la prima volta che il l:im bo, sveglio co– m·.,, avrà chi esto spi egazioni che la mam – ma non avrà potu to dar e. Non si meravi– glier à certam ent e questa volta della sua. ri– sposta . ANGELINASuss . E PROPAGANDA pr atico il sab at o inglese o il rinc aro dei vive- ri , ma non si fa illu sioni. · La pr op.osta è accetta ta sa lvo attend ere il momento opp ortuno. Si pr esero poi i necessarj accordi pei· il convegn o-del 22 e di cui pubblichiamo avviso in prima pagin a. All' Uni versità P opolare ebb€ luogo una ter – za discussione sul voto alla donna. La comp ag na Terruzzi, molto opportuna– mente seppe descriver e la vita fat icosa e do– lorante delle lavoratric i e pr ospettare al pu b– blico i mille quesiti che s'impongono per l'e– levamento della classe opera ia. Parlò dell'at – teggiamento dei vari partiti ne lla question e del voto, dim ostrò come il solo pa.rtito socia– lis ta avesse saputo portare la questione da– van ti alla Cam era ciò anche per merito della compa gna KuJ-iscioff. 11 dis corso pieno di bont à suggestiv a dap – pr ima e di bu ona ven a dìppoi , seppe destare commozione e intere ssa re vivame nte il pub– blic o. P arlò poi la dott. Ancon a per polemizzare anc ora sulla collabo razione fra le socia liste e le borghesi. A.nche la prof. Pellegrini, parlò di una solid arietà femminile, in nome della quale , le donne dovreb bero insieme milita re per la conquista del voto. La comp agna Brebbia compia cend os"f-die la que stio ne d·el voto avesse porta to in discus – sione tut ta quanta la questione sociale, dimo– str- come sia illusione credere che la conq ui– sta del voto per sè stes sa, possa ris olvere i molti que siti posti dalle oratrici e conchiuse che soltanto il socialismo potr à redimere I 'u– man ità da ogni ingiustizia . La parola socialista se urtò qualc he suscet– tibilità e S4?!levò qu alche rnorm orìo, fu . in ge– nerale la pm appr ezzata e noi confidiam o che ,· I le compag ne nostre non avrann o parl ato in– vano . Da BUSTO ARSIZIO. Domeni ca 8 marz o venne in augur ata a Bu – sto Arsizio la bandi era del Circolo Socialista. La comp agna Margh erit a Sarfa tt i tenne du e discorsi, uno nella Casa del Popolo, il matt i– no, e un o nel pomer iggio sull a Pi azza dav anti alla Cooper ati va. Molta folla, molto in teress e, molti appl au s:, molte bandi ere. Ma ah imè ! nessun a donna, neanch e l'ombr a d'un a curi osa, trann e un va– lor oso manipolo di éompa gne venute da Le– gnan o espr essame nte col loro vess illo. E' doloroso fare questa consta tazi one di i~~~ ~ao 1 ~tie P~~ll~ f! bif1~~~! ~h~o~u~e 1 ~~~r~~ sola orga nizz ata. Veto è che an che gli oper ai non hanno lega, ma dispongono al meno di una forte organizz azione poli tica . La compagn a Sarf atti non mancò di mette– re in riliev o quest o fatto, esor ta nd o ed inci – tando gli uomini a procurar si la solid arietà delle donn e, di cui hann o tan to bisogn o nel loro proprio inter"esse. L'uditorio subissò di applausi l'oratric e. Ma gioverà poi ? Da ARONA, Le compagne Brebbia e Mar ia Giudici par– lar ono ad Arona, nell 'occasione della inaug u– razione della bandiera socialista . Nel comizi o affollato di ben 3000 pers one, notamm o moltis sime donne . · I compagni di Arona soste ngono che qui la donn a è ancor a molto arr etrat a nelle idee. Noi abbiamo la certezza che se i compa gni farann o qualche sacrifici o, esse risp onderanno senza alcun dubbi o. Lo abbiamo compreso da l modo come hanno accolto le par ole della nos tre com– pagne . Da VARALLO POMBIA. La compagna Margherit a Sarfatti, pn.rl.J i! l° ma rzo qui come ad Agrate Conturb ia e Ve– runo, sulla nec essità della organizza zione e sull'attua le momento politi co, in comizi pub – blici affollatissimi di uomini e donne. La sua parola fu . convincen te specialment e per le donne. Da OTTOBIANO (Pavia). Vento di batta glia: i fitt a.bili pr etend ono per il contr atto di monda , il deposito di un o scudo ed offrono una paga di L. 2.50 per 8 ore, min acciand o di lngaggiar e mondine foresti e~ re. Le donne dell a lega che cont a 120 inscritt e si oppongono con fierezza a ta le capestr o e vogli ono iJ pr ezzo di L. 2.60. Pur tropp o ci sono già sta.te delle firmata– rie fr a le disorganizz a.te; però nell a ma ssa c'è forte opposizione. La compagna Brebbia chi ama ta l'S marz o fu accolta entus iasticament e. Ess a, incitand o 1e mond ine alla resistenza, apprnfittò per fa– re della bu ona porpagan da. Data la tempra di queste donn e è cert a la vittoria . Da VITTORIO (Veneto). Vittorio vanta ormai una coscienza pr ole– tar ia. La propagan da ass idua del segretari o della Camera del Lavoro Napoleone Porro, la parola fecon da di Angelica Balabano ff, di Carmela Baricelli e del pro f. Angelo Tonell o hanno dato una bu ona messe di frut ti. Le masse operaie si sono ormai deste dal lun go letar go : la lega tes sile conta più dj 150 in– scritti di cui più di cento sono le donne. Le 2000 filan dier e non aso ettano che il nostro cenno per unir si in lega; le altr e, addette ag h ,=,,,,========= = === ======= = == stabilim enti bacol ogici verra nn o pure con noi. La nostr a. città non è dunque più la Vandea clericale ma il verb o sciali sta entra oramai dapp ertu tto. La Difesa che dispensiam o gratui tame nt e tra le donn e è letta avidamen te e con profitto. È vivamente sent ilo il desiderio d'una donn a che porti la parola di Lncitamento . Affidiamo il compito a voi comp agn e della Dife sa; .1oi non manc heremo di continuare l'o pera· nostra. BOTIEON FRA NCESCO. Ci r all egr iamo coi compagn i di Vittorio, per la lor o atti vità e per la simv at ia che •iimo – stran o pel no stro giornale . Il loro e.!e11l'.1io dovr ebbe essere imitato da tu tti . ' Quan to alla compagna ch'essi richi e,t_,no, r ispondiam o che il buon volere c'è, manc,z 'rz.o invece i fondi n ecessari per un viaggio c.!Jt,0.– stan za costoso. Da GINANO (Massa Carrara ). Car a Dife sa, Perm ett i che io occupi sulle tue colonn e un po' di spa~i~ p~r espor re alla meglio, come so, le cond1z10m attuali di queste donn e. Negli anni ad dietr o, quando mi sono abb o• nata alla Dife sa con altre cinq ue mie compa – gne, in paese ci si beffava chiam and oci don – ne da marciapi ede. Quan do io incitav o le la– voratri ci ad organizz arsi , tutte mi rispon de– vano che ogni tentati vo sa rebbe stato inu tile. Ora pare invece che i tempi sien o mu tati. La sezione socialista dovrebbe dedica rsi con noi a ques ta oper a di reclutame nto; dovrebbe fare una rivendita del nostro gior nale. Così si arriv erebbe più pr est o ad inna lzar e la ban– die 1·a socialista. O compagne\ str ingetevi in torno a .qu esto vessill o che è il più bello da sceglier e : abbo– natevi alla Dif esa e- stl'in giamoci tutte in for– te fascio al grido di Viv a iL socia lis mo. Una compagna Dalla SVIZZERA. La comp ag na Balab anoff durante la su a per– manenz a all'estero ha tenu to una seri e di con– ferenze tan to per gli emigranti ital iani quan to ai lavorato ri e lavoratri ci tedeschi e francesi. H a parl ato a Bern a, Kreuz linge n, Rors– chach, Amrtsw il, \Vadenswil, Baar, Bro ch, Na ter s, Mout ier, Grange s, fr a i tessitori , i mi– nat ori e man ovaJi, i lav oratori delle gallerie, e fra gli orologiai . Alcune conferenze vennero dedicate special– mente all'elem ento femmi nile. La compagna nostr a fu pure invit ata dalla potente oi-gan izzazioné' degli orologia i ~he conta 17,000 iscritti, e ha sede nell o storico Jur a, allo scopo di animar e di un o spirit o nu o.. vo questa orgaJ1izzazione portan do\·i il verbo socialista . Scopiat a la serrat a degli orologiai la nostra com pagna potè prend.ere pa rte attiva parlan – do in tre lingue nei seguenti paesi : a Chaux de Fond, il più gr ande cent ro orologia io del mondo, ove il comizio ebbe luogo in un a chie– sa protestante. Cosi pure a Locle, St.-Im ier , Villeret, Oberdorf, Trame lan, Neuvevi lle, Bien- ne, Besançon, Porentruy . . Pr ima di recars i in Germarna, la compagna parl ò a Gin evra nel comizio dedicato ~Il~ m ~– nif.est-azione socialista pr o voto femm1mle , m fr ancese e italian o. In un solo mese la nostra compagna è st.ata a- parl are in It alia (Borgosesia -Ser rav all e), in Franci a, in Isvizzera ed in Germa nia, bat tendo il r ecord dell a pr opaga nda internazional e. VOCI DALLE OFFICINE E DAI CAMPI \" enecia, 10-3-1914. Cara L uci a, Immagino che questo sia il tu o nom e di bat: taglia : tu mi sei diventat.a car a a~tr av erso i tu oi scri tti. So che tu lutti per un i dell;le, che è pu r e i l mio, e ciò mi da con fi,den:.a in te. H o lett o la letter a della commessa al nego– .:io Bocconi, e la qu estio n e ~riguar da un P?' an che me , che SOf!-O impie gat~, ment r e face to pri v ata mente l'ultimo cor so dz. scuola norma– le. Imagi no che quell a comp agna commessa ria di Milano: vorrei dir ti qu al che cosll; .dell e impi egat e vene ::;iane, le qu al i su. per giu ap– part en(Jono all a stessa c0:te~oriq., a7"1;chesr, n ella scala gerarchica degli impiegati sOWJ poste un gradino più in allo. . ll krum irag gio deUa maggior part~ deUP impiegat e ven eziane è 9-ualche co~a di f eno: rn.enale. Ci si pr esen ta in un ufficio, e tu Sll; 1 come scm o i princi pali: voglion~ spende'.e il m eno pot ti bile. Da part e n ostra si ce_rca di. fa.r il m eglio pel n ostr o int eresse, ma ti senti n– gpond ere: - Tr opp e prell!se, t.r op-pe pr etese ! - E doman di 2 li r e o 2.50 al gw rno ! / .. E queste sem brano tr opp e, p er~h~ ~ son~ signo r ine che hanno i l cor aggio di i1:1-piep ar si per una lir a al gi1rrt U, con un or ari o di 9-10 ort olor (J che sento n o un po' di di1nità e che .ti ri bella no a simili stipendi ed fJTari, restano dis occ'U//Jate; le alt re si impiegano , raffo:zan– do sempre più la prepotenza dei •oadrom. Biso gner ebbe or ganitzare tutta (}~~sta 1no.~– :rn di pr oletarie della penna e stabi~ire un li– mit e di sti pendio e di orario. Che si potr'!:bhe fa re? );JJCffEL NE:fl\ (P.ISTJN"\. Cara cor11,pagna, Quan to ci dici intorno alle con.~izioni de1le impiega te. ci persuade sempre piu che tutt o i l m on do è pa ese. come si suol dir e, o per lo meno che in questa categoria di lavoratrici abb iam o dei guai peggiori che non in quella dell e stesse oper aie. Tu ci chiedi il rirn edio. .Noi potremm o rispon dere con un~ sola pa r.o– la: organi zzazione! Ma be~ ~appiamo I.a dif– ficoltà d'org aniz zare una s1m1le categoria che è t roppo dispersa nelle piccole aziende. trop– po diversa per origini e per bisogni, tro o po ancor a infa rcita di quei pregiudi zi borghe!rl che son o dal punto di vista sindacale, più gra vi di danni che non gli stessi pregiudizi religiosi che teng ono rassegnate le donne <Jpera ie e contadin e. Tu sai che v'è un a proposta di iegge sul contratto d'impi ego, il qu ale mira a discipli– na re la disdetta del contrai to, a stabilire le indennit à di licenziame nto, i periodi di vacan . za, H massimo dell'ora rio di lav oro, il tratta– men to nei cas i di malaUia; non chè a creare il probivira to ed a far entrare la rappresen – tan za della classe ne l Consiglio del Lavoro. · Man ca, come vedi, il minimo di sa lar io, con• cetto que sto già entr ato in altr e legi slazioni stranie re. Ma tu dovresti sa pere quali agita– zioni sieno state fat te ultimamente: Dovun – que si sono tenuti comizi per spin gere i legi– slatori a non lascia r dormire l'in carto negli scaffali e per pr otesta re contro le mutila zioni della legge tent ate dal min istro Nitti. P urtro ppo le donne sono sempre scar se in ogni agita zione, ma tu che pur giovane ti di– most ri cosi battag liera, non dovresti mancar e di mettert i in pcima fila. Se non sei ancor a orga nizzata, fallo subito e vedr ai che l'esem– pio tuo non sarà \tano, per le tu e compa gne. Luc ia. Cara Lu cia, r;enoca, 13-3-1914. Il o att eso con ilfl.v azienza l'ultimo numer o della Difesa, colla sper anza che il cornpagn o che li inter pell ava in merito all 'entrare o me– no in chiesa per segui re la salm a di un a per – sona cara, e a cui rispon desti nel nu mer o pr e– cedente, replicasse <1ua lche cosa; visto invece ch'egli tace, il che vuol dire si sar à per suaso delle tue argome nt azioni, mi sono deci sa a scr iv erti io per dire che la tu a ris posta n on mi soddfafa punto. Perdona, cara [,ucia , la mia fronch ezzrt, e permellitrti di espr imere la mia opinione in vro posito. A me pare che la tua tesi sia trop po conci– liont e, pPrchè ri spoudendo a questo compnano incerto di far f;ene o mate a entrare in chi e– sa, oppure ad attende r e fuori che l'inu til e ce– rimonia sia {lnita, tu (Jli dici che non è il ca– so di. dare importanza al fatto e che seau a pure la cara .wlrn a. E qui, mia buona Lucia, non and i am o d'ac– cord o. Sono anch'io d'av viso che la volont ll d'un morr,nte va da ri spett ala come cosa sa· era, compresa qul'lla del rito reli gios o, ml.I, non vedo la neceui l(t di seguire i l fer etr o fi– na al luogo dove si mercantea oia la fede. Questo gen ere di accomodamento è purt r op– vo adott ato fr equ entemenlP, senza bisogn o che dalle colonne df'i nostri gio rnali il pr ole– taria to l'im pari. Il compilo dei n ostri gio r n ali , in is pecie del- la Difesa . (Jiorna le che viene lett o da mo lt e donn e, e ·che, come tali sono le p·iù. conc il ian– ti , dev'essere quell o di formare dell e coscien – ze, e d'in segnare la via che si deve segu ire , netta, prec isa, se11:a ten tenn amenti e senza timori. Fino a quan do cuntinu erem.o a far e dei bei di scorsi ed al m om en to di agire ci lascer emo trascin are dalla corr en te, io rit engo n on sar à possib -ile rimu over e affatt o lo stat o attua le dell e cose, e non avanzer emo di u n passo. Coer enza ci vuo le, coerenza sempr e, in tutt i i nos tri atti , in tull e le n ostr e a:i on·i, anc he se questa ci costa sacrific i e dolor i. Ma l' an dar e in chiesa , foss'anc he per seaui– r e la salma di ·persona amata è tm ricon osce– r e l'au torità ecclesiastica, è insom m.a un 'intl– ti le um'il i azi on e che offende i nostr i principi. Un socialista deve quin di da re o ran de imp or– tanza a quest 'a lto col qua le verr ebbe in cert o qua l m odo a r iconoscere un 'is titu z·ione che com batt e, non per odio o n er dis pr ez::;o, come ben tu dici, ma per conv inzi on e, verchè sa che questa i sti tuzio n e n efasta è destin ala a mo-· rir e, ma che non m.or ir à mai {ìnc hè vi saran– no persone che p ur co111ball endolci le s'inc hi– nera nno al mo m ento di tr adurre i.n allo la lo1'oavversione. Credi a me; è solo colla pre– dicozione <Lella 7)iù r ig·ida, della pi ù fiera in• tr ansi oenza che il vr oletariato si for mer à col– l' ausilio dei nostri /ìoli, (JUella coscien;.a soli – da, diri tt a coerente ch.r> gli è necessarir,, per la loll a gigantesca che si appr esta a com bat- tere contro la horg hesia tru ccantesi in mil– le m odi v er convincer lo più facil1nenle. A forma r e rrur•sta coscienza hen si 1nesta la nostra Difesa e in p art icolare la r u brica t( vo– ci dall e off icine e dai ca1n1 i u chP viene lett a con m;i dilà e duli a qual e lan I e e tan te bu one cose si possono imn arar P. Gra disci i miei fr aterni salt il-i. Tua Mi lda . tara romva gna, La tua Lettera mi dimos t.ra come le quest io– ni di contenuto ideale, sieno quelle che infine jnt ercssano maggior mente a nche la psic he pro leta ria, Infatt i noi della /Jifesa che vole– vamo dare a questa rubrica un ca ratte re più pr atico, ci troviamo invece più spesso dava n– ti a prob lemi d'indole morale e senLlmenta le. Io persona lmente com prend o la cosa e non la deploro. Mi piace assai il tuo atteggia ment o rigido e )n ver ità Lucia pot rebbe dimostra ri· di non esserti inf eri ore nelle sue azio ni. Ma Lucia te- me però il vuoto form alismo, ed è sopratutto per la sost anza delle cose. Fo rse il comp agno che pose la questi one non replicò, perc hè penetrò lo spiri to delle mie paro le. Non adatt amenti, non transigenza du nque, ma esatta valutazione dei fatti e del· le cose. E' certam ente doloroso il ved ere molti s.o– cia listi che spos an o una donn a senza prima possederne l'an im a e vanno in chi esa come prim o pass.o, poi poi.. gi ù per quella china, ba ttes imo , cresim a e via disc orrend o. E 1 cer– tamente vergognoso per noi il veder trop– po spe sso rid ere il pr ete il qual e è talvolta più coerente che i nos tri compagni. Ma via ... dire che l' entr are in chiesa die tr o un feretro, sia f ar ri conosciment o dell'autori– t à ecclesia sti ca, ciò mi par troppo . Se ben rifl etti ti persua derai che il prete te– me più la nostra superi orità, qu and o dimo– stri am o dell'indi fferenza per cose da no.i su– per ate, che non il puntiglio di n on varca r e la soglia di un temp io. Non fost i mai a Roma? En tr and o in un t.em – pio tu vedi un nuvolo di persone d'ogni ra z– za, d'og ni paese che pas sano, osse rvano, am– miran o, senza clte ness uno mai abbia sogn a– lo ch 1 essi fan no ric onosciménlo dell 1 autorHà ecclesiastica e senza che a lcun tut ore della ch iesa abbia grida to al pi.ede pro fano. Cosi come nel Duomo d i Milano possono ent rarci (non discuto il gusto sulla scelt a del lu ogo) degli inna morati a scamb iar si qua lch e bacio, senza cl1e ness uno grid i al sacrilegio. Comp rendo che nei piccoli centr i ciò che per noi è cosa superata ha invece imp ort anza. Ma ri peto : la coerenza e il car att ere non si possono mettere in giuoco dav anti a ciò che mi pare un formalismo senza grand e signifi– ca to. Non sarà certo l'atto che invochi ciò che pot rà distru gge re il pregi ud izio nella mente anco ra a.nnebbiata di chi ci sta int orno J -~a Chiesa, questo istituto n efas to, come tu d1c1, va comb att uto e sta bene . Ma la :religio– ne, eh.e non è la chi esa, ma un sentimento , se vuoi e sopr atutto una concezione m etafisica della mo ra le, va tras rorma ta att r ave rso il va– glio della rag\Onc e della scienz a.. Non. so se .ti nxr ò_ ~ers uasa , ma ad ogni modo 11 tu o n gore m1 pia ce e non gua sta nu l• la di qu el che ho deUo. Ti po re ? Lueia. RIGAMON TI GIUSE P PE, gerente . Tip. Edit rke della Società « AVANTI I ,, Mila.no - Via S. Dami an o J6

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