La Differenza della Razza - anno I - n.3 - 5settembre 1938

[I a parola di Giacomo Leopardi giunge, in questi tempi di risorto sentimento dello rana, quanto mai opportuno e degno di considerazione. Si so che il Leopardi fu un osservatore meditativo, profondo, instancabile, e che de' suoi vari pensieri colmò questo suo Zibaldone. dove noi siamo andati o cercare le riflessioni, che pubblichiamo, su gli Ebrei. Egli non può essere taccialo di fanatismo fascista ~rchè ... morto poco più d'un secolo fa (1837), e perchè quello ch'egli scriveva intorno agli Ebrei rimonto press'o poco intorno al 1820. Nè si può tacciarlo di superficiale conoscenza della storia ebraico perchè è o tutti noto quanto bene conoscesse lo lingua degli ebrei. e quanto meticolosamente avesse egli studiato il mondo ebraico fin do fanciullo, fin do quando, cioè, egli si ero doto o un motto e disperatissimo studio di tonte cose. Inoltre egli fu sempre ossessionato, quasi, dal pensiero che non ci potesse essere nazione forte, politicamente e moralmente, senza quel vigoroso amor di aè che sarebbe ancoro in ogni individuo, e in ogni popolo, se lo cosiddetto civiltà e lo religione cristiano non lo avessero, quell'omore, logoralo o poco o poco fino o ridurre i popoli e gl'individui imbelli, deboli, e però accoglienti verso gli stranieri, e dimentichi dello grandezza dello proprio stirpe. Questo ricordo dello proprio grandezza volevo egli suscitare nello mente degli Italiani; questo amor di aè voleva riaccendere in ognuno di essi perchè essi, tutti insieme, ritornassero ad aver fede, e o nutrire gran• 42 Bibloteca Gino Bianco • nmione ebrea coal giuata. ami ac:rupoloac,, nell'intemo • rispetto ai auoi. Tediamo nella acrittura come ai portaue ••no gli stranieri. Verwo questi ella non GYea legge: i precetti del Decalogo non la obbligaYano M _non Yerwo gli ebrei; ingannare, conqu.iatare, opprimere, uccidere. ■terminare, derubare lo straniero, erano oggetti di Talore e di gloria in quella nazione come in tutte le altre: anzi e.ra oggetto anche cli legge, giacchè ai aa che la conquista cli Canaan fu latta per orcline cliTino, • c:oal di e vigorosi sentimenti di patrio, e formassero un blocco potente e intransigente. Esaminando lo storia di vari popoli egli molto si fermò a considerare quello degli ebrei, i quali, fra tonti, presentavor.o uno caratteristico inconfondibile: quello di sentirsi, di considerarsi, pur in mezzo ad altre popolazioni, una nazione ancora unita, una rozzo o sè, per nullo suscettibile di modificazioni, di assimilazioni e, tanto meno, di fusioni; queJla di aver conservato, per secoli e secoli, integralmente i propri costumi, lo propria lingua, lo proprio religione. Oro, se è cosi, perchè gli Ebrei comin• ciano o strillare contro i primi provvedimenti emanati dal Governo fascista? Noi italiani e fascisti non intendiamo lor altro che trottarli... come essi trottano gli altri popoli, in mezzo ai quali vivono, e come trottano anche il nostro, in mezzo al quale sono stati lasciati vivere e prosperare purtroppo indisturbati fino o ieri. Noi, affermando finalmente lo necessità di conser• vare la nostra rana immune da ogni contatto con oltre rane, e perciò anche con quello ebraico, non vogliamo far altro che seguire ... il loro metodo. Con questo di più, e di meglio: che noi vogliamo usare mezzi cento altre guerre, ■peuo nell"apparenza ingiuste, co' iorHti•ri. Ed anche oggicll con• ••"ano, e con ragione e congruema, questa opinione, che non aia peccato l'ingan• nare o far male comunque all' Hterno, che chiamano, • specialmente il c:riatiano, "Goi", OU>O " gentile " • che preuo loro suona lo ateuo che ai greci "barbaro" (vedi il Zonolini, il quale dice che, nel plurole però si deve intendere, chiamano oggi i cristiani "Gojim), riputando peccato solamente il far male a• loro nanonali (li, pp. 237-8). Le IHte del popolo ebreo furono tutte re• ligioH, Ma preuo tutti i popoli antichi. maaaimamente però preuo gli ebrei. la religione era atrettiaaimamente legata colla atoria della nmione, Le opinioni che gli ebrei a.eTa:no C:Uc:a la loro origine ec.. il loro goYerno Mmi-• partecipante cli teocra• aia, i loro coatumi tanto e continuamente influiti dalla religione, come ai Tede anche oggi. ec.. conlondnano forae più che preuo qualunque altro popolo, a causa forse della loro maggiore antichitlL le origini e i progreui della nazione colle origini • i progreui del culto, la glorie della religione con quelle della nmione ec. •c. Tutte le leale del Pentateuco richiamano • conaa• erano • perpetuano la memoria cli qualche aperti, e non subdoli, come i loro; che noi vogliamo agire o viso aperto e con leggi chiare ed esplicite. Il Leopardi dice con tagliente esattezza che cosa siano stati, e che cosa continuino od essere, gli Ebrei. Essi conservano lena• cissimo l'odio contro ogni popolo di razzo diversa, e hanno mantenuto vivo e incoercibile quell'amor cli ab, ch'ero proprio dei popoli antichi, di quei popoli che lo civiltà e lo religione non avevo ancoro debilitati e inaignoriliti lino a farli diventare umani e altruisti. Essi non debbono rispettare alcuno legge nei rapporti con gli stranieri, perchè i precetti del Decalogo non li obbligano se non verso i propri simili. E questi aimili non sono do intendersi nel senso cristiano, perchè essi intendono solo l'amore per i propri connazionali, e aimill significa soltanto quelli dello proprio razzo. Si spiego cosi quel tenace vincolo che lego tutti gli Ebrei fra sè, e l'ostracismo ch'essi combattono sordamente, nascostamente, insistentemente contro lutti gli altri: tutti gli altri sono gentili. barbari, estranei, e quin• di non è peccato far mole o costoro, e se non è più possibile oggi che gli ebrei

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