donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019

DONNE CHIESA MONDO 36 DONNE CHIESA MONDO 37 C’erano sulla terra i giganti a quei tempi (…) gli eroi ( gibborim ) dell’antichità, uomini famosi» ( Genesi 6, 1-4). Questo passo riassume l’argomento di una tradizione molto diffu- sa negli apocrifi ( 1 Enoch , Giubilei , vari testi di Qumran) dove si dice che alcuni esseri angelici discesero in passato dal loro cielo per vio- lentare le donne, generando attraverso di esse i giganti guerrieri e/o demoni. Secondo questo racconto, il peccato “originale” (fondamen- tale) della storia è la violenza lasciva e possessiva di alcuni “figli di Dio” (uomini forti) che possiedono e violentano donne, che sono “corpo” di attrazione-peccato per loro, iniziando una violenza che conduce al diluvio ( Genesi 6-8), che avrebbe distrutto tutta l’umanità se Dio non si fosse pentito salvando Noè e i suoi familiari. La donna di Genesi 3 aveva mangiato il frutto dell’albero della co- noscenza, iniziando così una vita di rischio, per la quale appare come “madre di tutti i viventi”. Ma il peccato “originale” in senso stretto è stato quello dei figli di Dio (uomini in carne e ossa o angeli custodi) che cominciano a possedere le donne e che generano così i gibborim , guerrieri-violentatori maschili. Corpo di donna, un rischio. Certamente, secondo Genesi 6, l’origine del male non era il corpo desiderabile-buono ( tob ) di Eva, che il pri- mo Adamo di Genesi 2, 23-24 aveva desiderato con gioia innocente, ma gli occhi malvagi dei “figli di Dio” (angelici o umani). A partire da qui però una gran parte della teologia successiva attribuirà la col- pa del peccato alle donne per il loro essere belle di corpo e attrarre addirittura gli angeli (come pensa lo stesso Paolo in 1 Corinzi 11, 10, quando dice alle donne profetesse di coprirsi “a causa degli angeli”). I suddetti due significati del corpo di donna (madre di tutti i vi- venti e oggetto di desiderio/peccato per gli uomini) attraversano l’in- tera Bibbia, come indica, da un lato il racconto di Sara, desidera- ta/posseduta dal demonio Asmodeo (nel libro di Tobia ) e dall’altro la madre dei martiri maccabei (cfr. 2 Maccabei 7), che presenta la sua maternità come dimostrazione e testimonianza suprema della presen- za creatrice di Dio. Tra questi due modi d’intendere il corpo di donna (segno del dia- volo o rivelazione di Dio) si muove tutto l’Antico Testamento, con le donne straniere che tentano e distruggono gli israeliti (cfr. Esdra e Neemia ), ma anche con le matriarche e/o amiche che offrono la più bella testimonianza del Dio della vita, da Agar a Sara (spose di Abramo) fino alla sulamita del Cantico dei cantici , che il libro esalta con immagini e segni supremi di bellezza personale e pienezza umana. Gislebertus «La tentazione di Eva» (particolare, Autun)

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