donne chiesa mondo - n. 73 - novembre 2018

DONNE CHIESA MONDO 6 DONNE CHIESA MONDO 7 zione di questa dialettica è ritrovata in una sorta di interiorità aperta e inclusiva nei confronti del mondo, che entra prepotentemente nel verso. Ciò avviene grazie a una potenza di visione che volge lo sguardo di Mary Oliver non alle reazioni interiori, ma a ciò che cade sotto i suoi occhi: la vita viene fissata con intensità o contemplata con ampiezza al- la ricerca di un senso, di un’apertura, di un mistero o in attesa di una grazia. La sua intuizione creativa nasce dun- que in forza di una visione esterna, senza che i propri stati interiori ven- gano proiettati sulla realtà: lo sguardo si posa sul mondo, resti- tuendone una visione gioiosa e pacificante, percependo, a partire dal dato concreto, l’eco dell’inizio, il richiamo della creazione: «Credere non è sempre facile. / Ma ho imparato questo — / Se non molto altro — / di vivere con gli occhi ben aperti», scrive in Nella tempesta . Dopo aver interpretato le immagini viste o i suoni uditi, i versi della scrittrice si rivolgono direttamente al lettore: l’appello è quello a rimettersi in gioco, per rivedere interamente la propria vita, per recuperarne autenticità e immediatezza, abbandonando direzioni false e obiettivi sbagliati. Una poesia che si interroga, ma che soprattutto interroga, senza timore di indicare una rispo- sta e una vera e propria condotta, per il raggiungimento di una condizione di vita armonica e pacificata, poiché reinserita in quel contesto della natura di cui l’uomo fa parte e da cui si è erronea- mente distaccato. La poesia di Mary Oliver è semplice, immediata, levigata come un sasso di fiume, ma capace di dispiegare visioni e di condurre il lettore a intense scoperte interiori. Il suo sguardo, attento al mondo naturale, trova in questo una bellezza unica che i suoi versi rendono indimenticabile. Anzi, il fine stesso della poesia è creare un rapporto d’affetto con la realtà: «Il mio lavoro è amare il mondo» scrive in Messaggero : un mondo fatto di girasoli, coli- brì, susine blu. Anima e paesaggio si corrispondono e scrivere versi significa, francescanamente, lodare: la sua parola chiave è grati- tudine. Nel mistero dell’esistenza c’è una grazia invincibile, mentre visione della realtà e immaginazione si fondono e si aprono a una pausa meditativa sull’esistenza. L A POESIA DI M ARY O LIVER Vivere con gli occhi ben aperti di E LENA B UIA R UTT A utrice di una poesia nitida e diretta, che trae ispirazione da un mon- do della natura osservato in lunghe e quotidiane passeggiate nei bo- schi di Provincetown (Massachusetts), Mary Oliver è una delle poe- tesse più lette e amate negli Stati Uniti. La sua scrittura è inscindibilmente legata a un’osservazione della natura, che inizia ogni giorno alle cinque del mattino, ora in cui Ma- ry Oliver si sveglia, per iniziare la sua consueta passeggiata tra i bo- schi, rigorosamente armata di taccuino. Queste camminate sono or- mai celebri tra gli abitanti di Provincetown, abituati quotidianamen- te, da anni, a vedere la scrittrice girovagare, per poi fermarsi immobi- le a guardare, anzi, a fissare un particolare che suscita il suo interes- se, iniziando a prenderne nota. Il suo verso, infatti, ha origine da un atteggiamento di straordinaria attenzione nei confronti del mondo esterno, una direzione dello sguardo più volte ribadita e incoraggiata all’interno dei suoi stessi componimenti. La tensione maggiore presente nella sua poesia sembra essere quel- la che conduce al confronto dialettico tra l’io poetico-lirico, da una parte, e la dimensione più oggettiva dell’esistenza, dall’altra. La solu-

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