donne chiesa mondo - n. 73 - novembre 2018

DONNE CHIESA MONDO 40 morte, fuggiamo via con lo sguardo dagli sven- turati, come se il solo vederli potesse contagiar- ci. Li rendiamo invisibili per noi e passiamo sempre oltre, come se ci fosse un oltre in cui cercare e servire il Signore (cfr. Luca 10, 32) e non fosse proprio il Signore a venirci incontro nei poveri, bisognosi e dolenti (cfr. Matteo 25). I ricchi adornati invece, come ci ricorda la lettera di Giacomo (cfr. 2, 5-7), attirano il nostro sguar- do e il nostro encomio, rispettoso e/o invidioso che sia. Ma Gesù fa il contrario, e dona la beatitudi- ne ai poveri e agli invisibili. Gesù qui, nel tem- pio, vede dei ricchi che gettano offerte nel teso- ro e vede anche una povera vedova fare lo stes- so. Gesù aveva appena detto di guardarsi da co- loro che si fingono pii per mettersi in mostra. L’ipocrisia, l’atteggiarsi a pii e puri mentre inve- ce si vive divorando le case delle vedove, rapi- nando le persone più povere tra i poveri, ha lo scopo di farsi guardare con ammirazione dalla gente. Oggi Gesù ci insegna a guardare ciò che non attira il nostro sguardo e che, proprio per questo, è l’oggetto privilegiato dello sguardo di Dio. Come il Servo del Signore che non ha né bellezza né splendore per attirare i nostri sguar- di, come i giusti e le vittime della storia che così spesso desideriamo ci siano tolti dalla vista, così questa povera vedova ci viene indicata da Gesù come la rivelazione che fu per lui: quell’eviden- za che a noi resta nascosta. In questa povera donna che dà, nella libertà di chi è invisibile, tutto ciò che ha, Gesù vede l’amore invisibile del nostro Dio che ci ha donato se stesso nella sua Parola e nel suo Spirito. Ne resta ammaliato e ce la indica come icona per chi voglia seguir- lo: confidando nel Signore, amare non dandosi pensiero della propria vita. Gesù vede narrata, in quel gesto di totale gratuità, la propria vita e anche la propria beati- tudine. Vede in lei il proprio spendersi e donarsi senza calcolo, la propria libertà e beati- tudine, quella di chi confida solo nella tenerez- za dello sguardo del Signore, e può amare con tutto se stesso. Come il mercante che, pieno di gioia, vende tutto per comperare la perla pre- ziosa che è la confidenza con il Signore. Così come si riconoscerà nel gesto, giudicato dai di- scepoli uno spreco scandaloso, del preziosissimo nardo che una donna gli verserà sul capo poco prima che venga ucciso, l’unica persona che in quell’ora ebbe uno sguardo sulla verità di Gesù. È in vista della stessa beatitudine che Gesù ci supplica di non badare all’apparenza, perché è triste disertare l’interiorità per attirare su di sé lo sguardo altrui invece di essere responsabile del proprio sguardo sugli altri. Come sempre il Vangelo è di un’attualità sconvolgente: mai co- me ora, forse, il valore sociale sta nell’apparire su uno schermo non per vedere ma per essere visti e ammirati. Con il suo sguardo penetrante Gesù vuole consolare tutti gli invisibili, resi tali dal nostro sguardo angosciato e mondano che li esclude, e svegliare tutti noi alla stessa consolazione.

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