donne chiesa mondo - n. 68 - maggio 2018

DONNE CHIESA MONDO 36 DONNE CHIESA MONDO 37 di G IULIA G ALEOTTI «P osso restare una comparsa, so- pravvivere in qualche battuta, non esistere nemmeno, co- me succede spesso quando ci sono dei tagli da fare, il tempo stringe e i sol- di per l’allestimento sono pochi. A me interessa vivere, non essere un nome a grandi lettere su un cartellone. È sempre stato così, per me, tutta la vita. La mia vita vera, voglio dire, non quella che ritorna sul palcoscenico ogni volta che qual- cuno la racconta, in mille paesi, al cinema, nei racconti per bambini, dietro al sipario delle ma- rionette, nelle note scritte in piccolo ai bordi della pagina, tradotta in quasi tutte le lingue conosciute. È stato così fin da subito, appena uscita dall’infanzia, tutta la vita». È la reverenda madre Rosalina a parlare, lei, la suora protagonista dello spettacolo teatrale scritto con grande maestria da Silvia Guidi, giornalista del servizio culturale dell’Osservatore Romano, che — per sua stessa ammissione — soffre di una vera e propria dipendenza da Dante, Shakespeare, David Foster Wallace ed Elena Bono. Un Olimpo di figure ispiratrici, tutte in qualche modo presenti in controluce nell’atto unico Rosalina - come la polvere e il fuo- co , in cui la prima fidanzatina di Romeo, una Capuleti anch’ella, racconta la sua storia. Personaggio letterario rimasto per secoli mu- to sullo sfondo della scena — da Shakespeare a diverse versioni cinematografiche di Romeo e Giulietta , come quella di Franco Zeffirelli (1968) o la più recente Still Star-Crossed di Heather Mitchell (2017) — Rosalina trova ora voce grazie alla penna di Guidi: in apparenza riottosa, ma in realtà felice di raccontarsi, la protagonista del monologo propone una lunga e appassionata ri- flessione sulla vita e sulla fede, sulla vocazione e sull’amore, sull’amicizia, su Dio e sul perdono («Si perdona sempre tutto o quasi. Si perdona sempre tutto, salvo le cose importanti»). La decisione di entrare in convento si è mate- rializzata lentamente, «poco per volta». All’ini- zio «era un pretesto per studiare; imparare a leggere e scrivere, ascoltare le lezioni del precet- tore insieme ai ragazzi di casa, imparare a leg- gere la musica non mi bastava. Volevo capire come funzionano le cose, volevo toccare il se- greto riposto sotto la pergamena porpora dei li- bri, toccare il cuore incandescente che trema nella musica più bella. Pensavo: posso sempre dire che ci ho ripensato, i miei mi vogliono be- A RTISTE Giovanna Mangiù interpreta Rosalina La comparsa che divenne protagonista L’atto unico teatrale «Rosalina» di Silvia Guidi

RkJQdWJsaXNoZXIy