donne chiesa mondo - n. 65 - febbraio 2018

DONNE CHIESA MONDO 36 DONNE CHIESA MONDO 37 di A DALBERTO M AINARDI Ci sono due vie: Una via calca la terraferma Fa quel ch’è giusto e ragionevole Misura, soppesa, prevede. Ma l’altra via attraversa le acque. Non puoi più misurare né prevedere. Devi solo credere senza sosta. Basterebbe un istante, ed ecco affondi. «Una delle donne più straordinarie del Nove- cento» la definiva Nikolaj Berdjaev: pittrice, poetessa, rivoluzionaria ed esule, madre e mo- naca, testimone di Cristo fino alla morte nel la- ger di Ravensbrück, il 31 marzo 1945. Di madre ( mat’ ) Marija (Skobcova), nata Elizaveta Pilen- ko l’8 dicembre 1891, si conosce soprattutto e giustamente l’impegno intellettuale ed ecclesiale nella diaspora ortodossa, l’inconsueta parabola monastica, l’aver salvato dei bambini ebrei du- rante l’occupazione nazista. Eppure in mat’ Marija la vocazione religiosa e quella poetica e artistica si intrecciano quasi indissolubilmente, immagini speculari — dall’al- to o dal basso — di una stessa via, quasi un cammino sull’acqua… A Pietroburgo Liza frequenta l’ambiente in- quieto dell’ intelligencija del secolo d’argento, si appassiona agli ideali rivoluzionari e si sente «completamente atea», dipinge e scrive poesie (la prima raccolta Schegge scite , è del 1912). An- cora ginnasiale, fa amicizia con il grande Ale- ksandr Blok, che le dedica alcuni versi: «Quan- do stai sul mio cammino / così viva, così bella, / ma così consumata: / parli sempre di cose tri- sti, / pensi alla morte, / non ami nessuno / e spregi d’essere bella / … / a stento penso che tu abbia quindici anni». Sposa lo scrittore Dimitrij Kuz’min-Karavaev (1885-1959), dipinge ed espone accanto a nomi prestigiosi (Michail Larionov, Natal’ja Gončaro- va, Olga Rozanova). Di quegli anni si conserva- no pochissime opere, tra cui una raccolta di acquarelli, ritrovati nel 1980, sospesi tra simboli- smo e avanguardia: Il re David , L’interno del tempio , L’incontro tra Anna ed Elisabetta , il Pastore … Allo scoppio della Grande guerra il primo matrimonio è già fallito. «La necessità mi ha fatto salire in alto» scrive Elizaveta nel poema Ruth (1916): «Per una volontà a me sconosciuta di nuovo scendo a valle. Come un pellegrino vado verso il sorgere del sole. Il mistero che mi ha attratto dall’altezza mi si è rivelato: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, ri- mane solo; ma se muore, porta molto frutto”. Ho cessato di vedere, per sentire al tatto, per A RTISTE Il cammino sull’acqua di madre Marija In alto «Angeli suonano la tromba» a destra: «Davide»

RkJQdWJsaXNoZXIy