donne chiesa mondo - n. 60 - settembre 2017

DONNE CHIESA MONDO 4 DONNE CHIESA MONDO 5 Il discernimento ignaziano riguarda soltanto i gesuiti? Esiste una differenza di di- scernimento tra gli uomini e le donne? Nel corso dei miei studi di teologia mi sono pian piano interessata alle figure spirituali femminili. All’inizio c’è stata Teresa d’Ávila, con la quale è nato in me il desidero di approfondire la questione della fede al femminile. Mi sono allora chiaramente detta che volevo fare la mia tesi di dottorato su una donna, perché sapevo che quel lavoro fede. Così, in occasione del nostro matrimonio, ho aggiunto una clausola al contratto: l’appartenenza a un gruppo cristiano, qualun- que esso fosse. L’abbiamo scelto rapidamente: la Comunità di vita cristiana. È lì che ho scoperto la spiritualità ignaziana; ho imparato un modo di vivere la fede nella quotidianità più semplice, più con- creta e a volte anche più noiosa. È così che ho compreso che era pro- prio lì che dovevo cercare e trovare Dio: nelle piccole cose di cui è fatta la vita quotidiana. E come mai ha deciso di fare teologia? Negli anni in cui abbiamo fatto parte della Comunità di vita cri- stiana è nato in me il desiderio di approfondire la questione della fe- de per mezzo della ragione. Nella mia famiglia discutere di fede e leggere testi di teologia era pane quotidiano. A un certo punto mi è parso del tutto naturale affrontare da sola gli interrogativi teologici. Volevo essere capace di rendere conto della mia fede. Ed è così che mi sono presentata al Centre Sèvres, l’università dei gesuiti a Parigi. Vi ho scoperto e apprezzato una pedagogia radicata nella spiritualità che avevo vissuto in gruppo nella Comunità di vita cristiana, ossia un modo di accompagnare l’interrogarsi (qui intellettuale) personale di ognuno. Qual è stato il ruolo del discernimento in quel percorso? In quel periodo non ho messo le mie scelte in coscienza davanti al Signore. Non posso dunque dire che ho preso tutte le mie decisioni “con discernimento”. Ho però seguito la mia piccola voce interiore, mi sono messa all’ascolto di un desiderio profondo: dare un senso al- la mia esistenza, ordinare una vita di famiglia e una vita attiva, anda- re laddove desideravo, fare cose che mi stimolassero, che suscitassero in me un senso di pace... Ebbene, mi sono resa conto in seguito che la capacità di scoprire dentro di sé ciò che mette in movimento è il fondamento su cui poggia il discernimento. Discernere nella fede è far entrare il Signore in ogni minima decisione. È scoprire che la gioia che dura viene da lui, mentre il malessere e l’abbattimento non gli appartengono; è optare per ciò che dà più vita, anche se la scelta, fatta attentamente nella riflessione e nel discernimento, non impedi- sce ai dubbi, in seguito, di assalirci. Durante i miei anni di studio, sono stata costantemente assillata da dubbi insidiosi: avevo davvero preso la decisione giusta smettendo di lavorare per seguire quegli studi? E ho imparato che occorre ripetere incessantemente il sì detto al Signore. Sono restata al Centre Sèvres perché sentivo che era il luogo in cui dovevo essere, che era quello il “mio posto”. Maria dell’Incarnazione

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