donne chiesa mondo - n. 60 - settembre 2017

DONNE CHIESA MONDO 36 DONNE CHIESA MONDO 37 V ita? O teatro? Così è intitolata una raccolta di ottocento tempere su carta di Charlotte Salomon conser- vate al Museo ebraico di Amster- dam ed esposte, per la prima volta in Italia, a Milano in una mostra antologica cu- rata da Bruno Pedretti, autore anche di un ro- manzo su Charlotte Salomon, Charlotte, la morte e la fanciulla , pubblicato nel 1998 da Giuntina e ora riproposto da Skira. Nel 2015 è stato anche tradotto da Mondadori un altro romanzo su Charlotte Salomon, Charlotte di David Foenki- nos, uscito in Francia nel 2014 e divenuto un vero e proprio best seller. Charlotte Salomon, ebrea berlinese rifugiatasi in Francia nel 1938, e poi morta ad Auschwitz nel 1943 a ventisei anni, compose queste opere come una sorta di autobiografia nel suo sog- giorno in Francia, fra il 1940 e il 1942, e le la- sciò in custodia a un amico prima di essere arre- stata e deportata. Questi le restituì nel dopo- guerra al padre, sopravvissuto alla Shoah, che a sua volta ne fece poi dono al Museo ebraico di Amsterdam. A partire dagli anni Novanta, Charlotte Salomon fu riscoperta, le sue opere messe in mostra nelle maggiori città europee, rappresentate e musicate in spettacoli teatrali e film. Vita o romanzo, come dice il titolo? Forse en- trambi, dal momento che nella vita di Charlotte romanzo e realtà sembrano davvero tutt’uno. Nata nel 1917 a Berlino, era figlia di una fami- glia dell’alta borghesia ebraica assimilata. Pur senza rinunciare al loro ebraismo, come tante al- tre famiglie ebraiche del tempo, i Salomon cele- bravano il Natale. Suo padre era un medico e professore universitario, sua madre Franziska, musicista, cantava alla bambina i Lieder di Schubert e le parlava degli angeli. Si suicidò quando Charlotte aveva nove anni. Nella sua famiglia materna numerosi erano stati i suicidi, soprattutto delle donne. Anche la sorella di sua madre, da cui Charlotte aveva preso il nome, si era suicidata a 18 anni e anche la nonna si suici- derà nel 1940. Ignara che la morte della madre fosse stata un suicidio, Charlotte visse anni abbastanza se- reni fino all’avvento del nazismo. Il padre si era risposato con una famosa cantante lirica, che Charlotte amava moltissimo, e la loro casa era frequentata da letterati, artisti, musicisti. In par- ticolare, la musica era sempre presente nella vita e nelle immaginazioni della ragazza. Tutto cambiò, evidentemente, nel 1933, con l’avvento di Hitler al potere. I primi anni furo- no molto duri, il padre perse il suo posto di la- voro e alla matrigna fu impedito di cantare, se non per gli ebrei. Ma Charlotte, grazie al suo talento, riuscì a frequentare l’Accademia di Belle Arti. Nel 1938, suo padre fu arrestato e passò un periodo nel campo di concentramento di Sachsenhausen, uscendone distrutto. La fami- A RTISTE Immagini impossibili da dimenticare di A NNA F OA

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