donne chiesa mondo - n. 57 - maggio 2017

DONNE CHIESA MONDO 4 DONNE CHIESA MONDO 5 gine del libro aperto sul versetto di Isaia: «Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (7, 14). Il libro è di- ventato loro stessi, incarnato persino nel braccialetto a forma di coro- na di spine che avvolge il piccolo braccio del bambino Gesù e nelle ciliegie o nei fichi del cestino di maiolica posto accanto a loro. È forse contemplando le innumerevoli Madonne che leggono in cui l’angelo sorprende la Vergine nella lettura e ne sospende il corso affinché lei ne divenga il cuore — che il pittore italiano diviene a sua volta un danzatore d’immagine, come lo sarà in seguito la piccola Isadora. Il genio dell’arte non consiste proprio nell’essere capace, non di fermare la vita, ma di permetterle di fluire dinanzi agli occhi che la riconoscono e che vanno ad attingere alla sua fonte? In questo movimento, gli artisti non hanno l’età dei secoli. Hanno l’età di un passato che passa. Possono altresì dialogare con il tempo e capire la lingua comune che parlano l’angelo e la Vergine nell’Annunciazione. È anche osservando La Primavera di Botticelli che Aby Warburg negli anni Venti inventa «l’antropologia storica dell’immaginazione», cioè teorizza quella vita delle immagini attraverso la quale si entra nella danza, seguendo l’esempio dell’angelo. Trascurata dalle scienze storiche, la «sopravvivenza» ( Nachleben ) è il concetto centrale del pensiero dello storico ebreo tedesco e del suo approccio antropologi- co all’arte occidentale, che consiste nel cogliere l’attimo nel momento in cui la gemma sullo stelo fa già intuire lo schiudersi del fiore. Ne consegue un nuovo sguardo che promette di vedere il movimento del passato giungere fino a noi. Aby Warburg cita a tal fine opere etero- genee, accostando artisti e scene molto lontani nel tempo, collegando per esempio le immagini medievali della morte di Cristo alle rappre- sentazioni antiche della morte di Laocoonte, l’eroe del mito greco. Nessun pericolo: non è una continuità che farebbe del Dio cristiano il successore degli dei pagani! Il sopravvivere secondo Warburg non è pensato in termini di continuità, ma in termini d’interruzione. Nes- suna filiazione plastica! È nell’intensità delle formule plastiche, pron- te a colpire i sensi al punto da attivarli, che Aby Warburg guarda il passato passare, proprio come Isadora, sua contemporanea. Bisogna anche vedere, al di là di ogni successione temporale, la forza di ciò che cerca di aprirsi una strada, simile al filo d’acqua che non inter- rompe il suo passaggio sottoterra e poi il suo riaffiorare sotto forma di cascata. Immaginare la Vergine è entrare in simili immagini in movimento. È creare una finzione per vedere sorgere la vita all’opera nel senso indicato da Isadora Duncan. È creare uno spazio per vedere apparire il tempo che sopravvive, che non è quello della nostalgia, un passato

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