donne chiesa mondo - n. 51 - novembre 2016

DONNE CHIESA MONDO 4 DONNE CHIESA MONDO 5 creatività. Tra le cause scatenanti della malattia ci furono probabil- mente anche gli attacchi subiti per Brief über die Kirche ( Lettera sulla Chiesa , 1948), opera di critica sociale per la quale venne duramente criticata. Visse il concilio Vaticano II in principio con gioiosa attenzione, ma poi piuttosto con preoccupazione per le conseguenze delle quali ve- deva i pericoli e le ambiguità. Lo dimostrano le sue lettere al bene- dettino Paulus Gordan, pubblicate con il titolo interrogativo Wirklich die neue Phönixgestalt? ( Davvero una nuova forma della Fenice? , 2015). Istintivamente la Görres vedeva vacillare anche cose per lei irrinun- ciabili. Un titolo indicativo è Abbruchkommandos in der Kirche ( Com- mando per lo smantellamento nella Chiesa ). Nel 1969 fu convocata al si- nodo di Würzburg, che intendeva attuare al più presto le direttive del concilio. Il 14 maggio 1971 Ida Görres vi pronunciò un intervento su «Messa e sacramento» e subito dopo si accasciò per un’emorragia cerebrale che la portò alla morte il giorno successivo nel Marienkran- kenhaus di Francoforte. La Görres aveva espresso il desiderio di essere sepolta a Friburgo vestita del suo kimono bianco. Il bianco, colore del lutto per i giap- ponesi, indica una tarda “riconciliazione” con la madre. Sulla lapide, nerazione, così come la Mitchell ha scritto Gone with the Wind ( Via col vento ). Lei pensa che qualcuno le abbia chiesto se voleva sposare un europeo, del quale sapeva solo che “sono diavoli bianchi dai ca- pelli rossi e gli occhi da pesce”? Il suo tardo e amaro commento è stato: “Fu peggio della morte. Ma le ragazze giapponesi sapevano obbedire” (...). Dei suoi sette figli, mia madre amava solo i due mag- giori, che erano nati in Giappone, e non ci lasciò alcun dubbio in merito (...). Quando qui sento chi si lamenta per la “mancanza di ca- lore familiare” mi viene quasi da ridere». Trascorse l’infanzia in scuole conventuali austriache, dove incontrò per la prima volta la Chiesa nella sua forma più rigida, ma per alcuni aspetti anche protettiva. Solo dopo il 1918, nel movimento giovanile Bund Neuland del quale contribuì a modellare in modo notevole la volontà di rinnovamento religioso, arrivò a percepire nella Chiesa un’inaspettata vitalità. Dal 1923 al 1925 la giovane Ida (vezzeggiativo per Friederike) ri- mase provvisoriamente come novizia presso le suore di Maria Ward nell’amata St. Pölten, vicino a Vienna. Studiò scienze politiche a Vienna dal 1925 al 1927, quindi scienze sociali a Friburgo dal 1927 al 1929, e infine storia (della Chiesa), teologia e filosofia prima all’uni- versità di Friburgo dal 1929 al 1931 e poi a Vienna, dal 1931 al 1932. Dal maggio 1932 fino alla Pasqua del 1935 lavorò «nell’assistenza so- ciale per la gioventù femminile» della diocesi di Dresden-Meißen, o meglio, come pioniera intellettuale per la gioventù cattolica. Proprio a Dresda, il suo modo vivo, addirittura ardente di sviluppare e co- municare il proprio pensiero era già molto pronunciato; la sua guida entusiasmava. Su questo successo tuttavia continuava a gravare quella solitudine che poggiava sul «crudele peso dell’infanzia», su un’educazione sin- golarmente priva di amore. Finché giunse ad attenuarla, non senza conflitto interiore, il corteggiamento del berlinese Carl-Joseph Görres (1905-1973). Si sposarono nel 1935, e alcuni ambienti cattolici furono quasi delusi dal matrimonio, che sembrava demolire l’ideale di una nuova “pulzella d’Orléans”. Il marito però si rivelò un degno compa- gno della passione intellettuale di Ida, che ebbe la possibilità di de- dicarsi completamente al lavoro di scrittrice. Nacquero opere in rapi- da successione, insieme a numerose conferenze, che nel complesso vertono tutte sulla Chiesa e i santi. «Poiché non ho famiglia — con suo grosso dispiacere non poté avere figli — tutta la mia forza si è concentrata sulla Chiesa». A partire dal 1950 cominciò a soffrire di paralisi spastiche, che fre- narono il suo lavoro ma non interruppero completamente la sua Ida Görres in una fotografia del 1948

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