donne chiesa mondo - n. 48 - luglio 2016

DONNE CHIESA MONDO 4 DONNE CHIESA MONDO 5 salvarci», conclude Yolande Mukagasana, «purché si permetta loro di crescere con i valori dell’amore, della lotta contro l’odio, del vivere insieme». Sono già trascorsi dodici anni dal genocidio in Rwanda. Che cosa ha fatto da allora? Non sono rimasta ferma all’epoca del genocidio, ho ricostruito. Tutti i ruandesi vogliono ricostruire un paese che non esiste più. Tut- to è stato distrutto durante il genocidio: le vite umane, le cose mate- riali, le istituzioni. Non restava più nulla, si è dovuto ricreare tutto. Le donne sono state davvero le prime a partecipare alla ricostruzione e questo è per me motivo di orgoglio. È anche uno dei motivi per cui sono tornata: volevo rendere testimonianza del genocidio in tutto il mondo, perché vedevo che il mondo non aveva capito che cosa era accaduto nel mio paese. È chiaro, alcuni non volevano capire. Qual- che carnefice ci aveva preceduti per predicare il proprio vangelo. Io volevo assolutamente che la mia voce prevalesse sulla sua e penso di esserci riuscita in molti paesi. In Les Blessures du Silence ho fatto te- stimoniare i carnefici. Volevo che i carnefici parlassero del genocidio, raccontassero quello che avevano fatto. È stato il motivo principale per cui ho scritto il libro, che contiene interviste sia alle vittime sia ai carnefici, e ai giusti. Che cosa è cambiato dentro di lei? Dovevo sapere: sono capace di vivere in Rwanda, di guardare in faccia i carnefici dei miei familiari? All’inizio non credevo nella ricon- ciliazione, perché vedevo quello che i ruandesi si erano fatti gli uni gli altri. Mi chiedevo come potevo alzarmi la mattina e vedere il vol- to del boia della mia famiglia. Alla fine mi sono resa conto che la popolazione ruandese aveva il desiderio di ricostruire e che c’era riu- scita. Attenzione, è un cammino non facile, sempre in corso. Come vivono i giovani quanto è accaduto? È qui che s’inserisce il ruolo delle donne. La donna è madre, ri- conciliatrice. Ho costatato una cosa. Ci sono uomini poligami. Da noi la poligamia non è consentita, lo dice la legge. Ma ovunque ho visto una donna con figli di padri diversi, quei figli andavano d’ac- cordo. Nel caso invece di un padre con figli di donne diverse, quei figli non andavano d’accordo. È interessante... Sì, è una constatazione personale, qui come in Belgio, e ovunque ho vissuto: la donna è più forte dell’uomo, soprattutto nell’educazio- «Venti anni dopo il genocidio del Rwanda» è il titolo del progetto e della mostra del fotografo Pieter Higo che ha documentato il processo di riconciliazione nel paese africano affiancando vittime e carnefici. Nella foto: Dominique Ndahimana e Cansilde Munganyinka

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