donne chiesa mondo - n. 24 - giugno 2014

donne chiesa mondo women church world mujeres iglesia mundo femmes église monde donne Kaye Wellings e la sessualità nell’era di internet Il sesso ha perso spazio di A NNA M ELDOLESI C inquant’anni dopo l’arrivo della pillola. Trent’anni dopo la scoperta dell’Hiv. Com’è la sessualità oggi, nell’era di internet? Il mondo sta diventando più promiscuo? Ne ab- biamo parlato con Kaye Wellings della London School of Hygie- ne and Tropical Medicine. Autrice del primo studio globale sui comportamenti sessuali, co-leader della periodica indagine bri- tannica (Natsal) che è servita da modello su scala internazionale, «pioniera della salute sessuale», come la definisce Lancet. Non tutti gli studiosi usano la parola rivoluzione, ma di sicuro nell’ultimo mezzo secolo i modi e i tempi dell’amore fisico sono molto cambiati. Nei Paesi occidentali l’età del primo rapporto si è abbassata, il numero dei partner che si succedono nel corso della vita è cresciuto, le differenze nel comportamento di uomini e donne si sono ridotte. Ma la categoria della promiscuità non aiuta a capire i fenomeni in atto, avverte Wellings. «Ci sono state trasformazioni di natura demografica. Negli an- ni Cinquanta due terzi delle donne erano fidanzate o sposate con il loro primo uomo, ora non è più così». Se la vita sessuale per ragazze e ragazzi occidentali comincia a 16 anni e la nascita del primo figlio arriva a 30, nel frattempo capita a molti di cambiare partner. La monogamia resta il modello prevalente, ma è diventa- Sotto un sole infuocato Elena Buia Rutt racconta Anna Maria Taigi, la santa del mese N ei primi versi di Mistica , una poesia del 1963, Sylvia Plath descrive la propria condizio- ne esistenziale come una sor- ta di paralisi angosciosa: «L’aria è un mulino di uncini / domande senza risposta». La poetessa americana, stremata dal fallimento del suo matrimo- nio con il poeta inglese Ted Hughes, di lì a qualche giorno si toglierà la vita, infilan- do la testa nel forno, non senza aver pri- ma messo i vassoi della colazione vicino ai lettini dei suoi due figli. Eppure, in questa poesia, i versi centrali ci parlano di un’esperienza spirituale determinante, quella del contatto con Dio: «Quando si è visto Dio, qual è il rimedio?». Sylvia Plath ha provato l’estasi dello slancio mistico, ma si ritrova incapace di normalizzare quest’esperienza, reinseren- dola nella vita di tutti i giorni. Non riesce a dare un senso concreto a questa sua “vi- sione”, né tantomeno è in grado di trarne consolazione e scopo. Nei versi finali, pe- rò, fa un passo in avanti; capisce come «il significato cola dalle molecole», emerga cioè dalla concretezza opaca, precaria, ma autentica della vita reale e non da un astratto moto ideale. Una donna vissuta a Roma circa due secoli e mezzo fa, una ex-domestica della famiglia Chigi, Anna Maria Taigi, aveva sette bambini (di cui tre morirono in tene- ra età) e, venendo continuamente rapita da estasi mistiche durante le faccende di casa, non aveva il timore di rivolgersi di- rettamente al Signore, pregandolo cortese- mente di lasciarla in pace, dato che era «madre di famiglia e aveva altro da fare». Infatti, a differenza di Sylvia Plath, Anna Maria Taigi viveva l’esperienza dell’incon- tro con Dio, soprattutto nella sua faticosa, povera e laboriosissima vita quotidiana, svolgendo appieno i suoi compiti di ma- dre di famiglia, arrancando per mettere in- sieme il pranzo con la cena, assecondando con pazienza l’irascibile carattere del mari- to, prodigandosi per poveri e malati, pre- gando e facendo penitenza per tutti colo- ro che ne avevano bisogno, fossero Papi o popolani. Oltre ai sette figli, Anna Maria si dedicava ai sei nipoti, figli della figlia Sofia rimasta vedova: senza contare le cu- re intensissime nei riguardi dei vecchi ge- nitori, in particolare verso il padre, malato di lebbra. Eppure era una giovane donna che, per bellezza e portamento, avrebbe potuto condurre una vita dedita allo svago e alla mondanità; ma aveva scelto la via stretta della sequela del Signore, motivo per cui chiese di essere aggregata al Terz’Ordine dei Trinitari Scalzi. Il significato che Plath faticosamente intravedeva e intellettualizzava (ma che non le impedì di togliersi la vita), Taigi lo viveva in modo diretto in una fede radica- ta nel «prosaico e incompiuto» mondo quotidiano. Un significato basato su un servire spassionato, estremo, ispirato: un significato alimentato da una carità smisu- rata. Fu beatificata nel 1920, da Benedetto XV , perché «sposa esemplare, madre pre- murosa e testimone dell’amore alla Santis- sima Trinità». Eppure Anna Maria per quarantasette anni (dal 1790 alla morte) vi- de splendere, a una distanza di circa un metro e venti e a circa venti centimetri so- pra il suo capo, un sole infuocato, circon- dato orizzontalmente da una corona di spine dalla quale scendevano due lunghe spine, che si incrociavano con le punte ar- cuate verso il basso. Nel centro della sfera c’era una donna seduta, con lo sguardo le- vato in direzione del cielo. In questo “sole mistico” Anna Maria parlava con Dio, vedeva avvenimenti pas- sati, presenti e futuri, leggeva i segreti dei cuori. Vi conobbe anche con assoluta certezza la sorte dei defunti, come anche la durata e la causa delle loro pene riparatrici in purgatorio: un’umile donna del popolo era così a conoscenza del destino delle anime e dei più alti segreti di capi di Sta- to, generali, Papi. Profetizzò molti eventi storici che poi si realizzarono come lei aveva annunciato: tra questi, la sconfitta dell’esercito napoleonico in Russia, la con- quista dell’Algeria da parte della Francia, la liberazione degli schiavi nelle Americhe, l’inizio, la durata, le linee teologiche e le vicissitudini politiche del pontificato di Giovanni Mastai Ferretti, che non era an- cora cardinale quando Anna Maria morì nel 1837. Quanto a Napoleone, conobbe non soltanto i diversi avvenimenti della sua vita, ma profetizzò anche la morte a Sant’Elena, descrivendone i funerali, come se vi fosse presente. Taigi, inoltre, ebbe con Pio VII parecchi colloqui: combatté con moniti, incoraggiamenti, preghiere, digiuni, penitenze a difesa dell’indissolu- bile legame tra papato e sede romana, messo seriamente in discussione dalla bu- fera napoleonica in corso. Una povera donna del popolo, ispirata dall’alto, si of- friva come vittima della giustizia divina: in questo risiede quella sua santità, fatta di vita pratica (Anna Maria non sapeva scrivere), umiltà, forza d’animo e amore per Cristo crocifisso. Anna Maria Taigi morì il 9 giugno 1837, a sessantotto anni. Il suo corpo, perfetta- mente intatto, riposa in una cappella della chiesa di San Crisogono a Trastevere. Nata nel 1971, laureata in lettere e poi in filosofia, Elena Buia Rutt ha collaborato a Radio 3 e Rai educational. Tra le sue pubblicazioni, Ti stringo la mano mentre dormi (2012), Flannery O’Connor: il mistero e la scrittura (2010), Verso casa: viaggio nella narrativa di Pier Vittorio Tondelli (200o). Per noi, ha scritto la storia di santa Teresa di Lisieux (ottobre 2013). Venendo continuamente rapita da estasi mistiche durante le faccende pregava Dio di lasciarla in pace Era madre di famiglia: aveva da fare ta seriale. Prima ancora della con- traccezione, è stata la maggiore ugua- glianza tra femmine e maschi nell’istru- zione e nel lavoro a modificare le dina- miche relazionali. E poi cos’è successo? Sono caduti alcuni tabù ma il sesso ha perso anziché gua- dagnare spazio nel- la vita delle per- sone. «Nell’ultimo de- cennio le pratiche sessuali si sono di- versificate, è au- mentato il numero delle donne che riferiscono esperienze con altre donne, si è ridot- ta la frequenza dei rapporti sessuali». Il nesso con la procreazio- ne continua a indebolirsi, insomma, mentre si accentua la valen- za emozionale del contatto fisico. Dati affidabili non ne esistono ancora, ma secondo Wellings internet ha contribuito alla diminu- zione dei rapporti consumati. Tablet, smartphone e laptop hanno anche altri effetti: «Lo sconfinamento tra spazio pubblico e pri- vato, e la diffusione della pornografia» che, a sua volta, cambia il nostro modo di concepire il corpo e di entrare in relazione. Si tratta di fenomeni destinati a diffondersi con la globalizza- zione? In parte sì, ovviamente, ma Paesi e sottogruppi di popola- zione continueranno a distinguersi per fattori chiave come reli- gione, livello di benessere, emancipazione femminile, mobilità. Più della nazionalità conterà la residenza rurale o urbana, il por- tafogli, l’etnia di appartenenza. Per ora non sembra esistere una tendenza universale all’anticipazione del primo rapporto. Nelle società tradizionali il numero decrescente delle spose bambine sposta la media in alto, mentre la maggior libertà sessuale di una minoranza di ragazze single la abbassa. Il problema comunque non è soltanto anagrafico. Il concetto di competenza sessuale, che la studiosa inglese ha concorso a sviluppare ed è stato adottato dall’Organizzazione mondiale della sanità, ruota intorno al fatto che il sesso sia con- sensuale, protetto e consapevole. Se il momento è quello giusto oppure no, dipende dalle singole persone e dalla loro tradizione morale e religiosa, da quanto si sentono libere e pronte, una con- dizione che non può essere data per scontata neppure in occi- dente. Spesso i dati smentiscono i luoghi comuni. Il fatto che la pro- porzione di uomini e donne che hanno avuto più di un partner nell’ultimo anno sia tanto più alta nei Paesi ricchi che in quelli poveri, in particolare, ha sorpreso persino Wellings. «Si credeva che le malattie sessualmente trasmissibili fossero molto diffuse in Africa a causa della promiscuità. Invece la spiegazione più plau- sibile è la povertà, che comporta scarsa prevenzione». Nelle re- gioni sviluppate del mondo tra gli anni Ottanta e Novanta la mi- naccia dell’Aids ha tenuto a freno i comportamenti a rischio e la diffusione di altri patogeni, ma oggi l’effetto è passato. «Credo che il rispetto per le persone possa essere una motivazione più efficace e duratura della paura, anche per quanto riguarda la condotta sessuale», dice Wellings. Studiare la sessualità umana da una prospettiva laica nel 2014, comunque, non può più significare preoccuparsi soltanto di ma- lattie e gravidanze precoci: la qualità delle esperienze sessuali in- cide sull’autostima, sulla salute mentale, sulla stabilità delle rela- zioni d’amore. Sulle aspettative di felicità e sul desiderio di lega- mi fertili. La piacevolezza del contatto fisico è benessere e quindi salute, ma non solo. La sessualità cambia e deve allargarsi anche la prospettiva di chi ne osserva l’evoluzione. Kaye Wellings mostra il suo studio globale Pablo Picasso, «Il bacio» (1925)

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